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in base alla legge 23 agosto 2004, n. 243, recante «Norme in materia pensionistica e deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno alla previdenza complementare e all'occupazione stabile e per il riordino degli enti di previdenza ed assistenza obbligatoria», il Governo era delegato ad adottare uno o più decreti legislativi contenenti norme intese a liberalizzare l'età pensionabile, eliminare progressivamente il divieto di cumulo tra pensioni e redditi da lavoro, sostenere e favorire lo sviluppo di forme pensionistiche complementari e, infine, rivedere il principio della totalizzazione dei periodi assicurativi;
in attuazione di detta delega è stato approvato il decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, recante «Disciplina delle forme pensionistiche complementari», che prevede, tra l'altro, l'operatività delle nuove norme a partire dal 1o gennaio 2008, contestualmente all'entrata in vigore della riforma sulla previdenza obbligatoria;
ciò consente allo Stato di risparmiare circa 200 milioni di euro già stanziati per l'attuazione della riforma, per la quale, invece, a questo punto non servono più tutte le risorse previste, ma solo i 400 milioni che erano stati ritenuti necessari per il 2006;
il Ministro interrogato ha dichiarato di voler destinare queste risorse ad una serie di interventi nell'ambito delle politiche sociali;
inoltre, la legge n. 243 del 2004 ha introdotto il cosiddetto «superbonus», la possibilità, cioè, che i lavoratori postici pino di tre anni il proprio pensionamento, continuando a lavorare senza continuare a versare i contributi pensionistici -:
se sia possibile effettuare un primo bilancio dell'attuazione del «superbonus», sia sotto il profilo delle adesioni sia sotto il profilo degli eventuali risparmi per le casse dello Stato, nonché, se ve ne siano, quali saranno l'impiego o la destinazione dei fondi risparmiati. (3-05328)
(31 gennaio 2006)