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G)
sezione del Veneto, che ha chiesto espressamente al Governo italiano di adottare iniziative in merito;
il Veneto, con la legge n. 13 del 2005, ha consentito la caccia a sette specie di uccelli (peppola, fringuello, passero, mattugia, storno, tortora dal collare, cormorano), protetti dalla direttiva 409/79/CEE e dalla legge n. 157 del 1992, per un arco di 5 anni, ovvero dal 2005 al 2010, in tutte le forme di caccia, quali appostamento temporaneo, appostamento fisso e vagante, per ben 159.000.000 di uccelli, per 5 giorni la settimana, senza alcun controllo aggiuntivo;
l'Istituto nazionale fauna selvatica, all'interno di una circolare indirizzata alla Lega abolizione caccia del Veneto, prot. N. 6811/T-A61, del 15 settembre 2005, avente oggetto «applicazione del regime di caccia in deroga ai sensi della direttiva n. 79/409/CEE, articolo 9 - legge regionale del Veneto n. 13 del 2005», avrebbe dichiarato che la legge regionale n. 13 del 2005 è in contrasto con la disciplina comunitaria e nazionale vigente in materia, evidenziando che:
1) non sono rispettate le piccole quantità di uccelli cacciabili in deroga, come concordato a livello nazionale (nel 2004 in Veneto sono state uccise 96.157 peppole contro un limite concordato con le altre regioni pari a 23.400 uccelli);
2) il periodo di caccia è troppo lungo;
3) i controlli sono insufficienti;
4) gli uccelli abbattuti vanno registrati subito sul tesserino e non a fine giornata;
5) non sono rispettate le condizioni delle deroghe previste dalla cosiddetta «direttiva uccelli»;
6) manca il benestare dell'autorità, ex articolo 9 della direttiva 409/79/CEE, ovvero dello stesso Istituto nazionale fauna selvatica;
le violazioni della legge n. 13 del 2005 alla direttiva 409/79/CEE e alla legge n. 157 del 1992 sono già state evidenziate e documentate dettagliatamente ai Ministri interpellati, con ricorsi del 22 agosto 2005, 31 agosto 2005 e 26 settembre 2005 della Lega abolizione caccia -
il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha già presentato in data 11 ottobre 2005 un'interrogazione a risposta scritta (n. 4-17246) al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio, per le politiche comunitarie e per gli affari regionali, chiedendo venisse data una risposta ai citati ricorsi presentati dalla Lega abolizione caccia;
insieme a quello della Lega abolizione caccia, oltre 5.700 appelli hanno raggiunto in soli quindici giorni i Ministri interpellati per chiedere di garantire l'adozione della procedura di cui all'articolo 19-bis, comma 4, della legge n. 157 del 1992, in quanto i provvedimenti di deroga adottati dalla regione Veneto violano la direttiva 409/79/CEE e l'articolo 19-bis della legge n. 157 del 1992;
la Commissione europea ha inviato all'Italia, in data 18 ottobre 2005, una lettera di messa in mora in riferimento al reclamo 2004/4926 presentato dalla Lega abolizione caccia relativo alla normativa della regione Veneto in materia di prelievo in deroga ai sensi della direttiva 79/409/CEE. In particolare, la Commissione europea ha contestato all'Italia il fatto che nella regione Veneto sia in vigore una normativa regionale sull'autorizzazione delle deroghe al regime di protezione degli uccelli selvatici, che non rispetta alcuni principi e condizioni stabiliti all'articolo 9 della direttiva 79/409/CEE -:
se non ritengano di procedere all'annullamento dei provvedimenti di deroga, che sono in aperto contrasto con la normativa nazionale ed europea, mettendo in tal modo l'Italia al riparo da ulteriori richiami e sanzioni da parte della Commissione europea.
(2-01700) «Zanella, Boato».
(25 ottobre 2005)