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D)
Neri, sin dal suo provvedimento di avocazione, nel luglio 2003, attenzionava specificamente proprio questo nastro, preannunciando l'intenzione di approfondirne le indagini tecniche e - conseguentemente - nel febbraio 2004, ne richiedeva la trascrizione, previo filtraggio e ripulitura al giudice per le indagini preliminari, nell'ambito della procedura peritale ex articolo 268 del codice di procedura penale;
(segnatamente di un'intercettazione ambientale) in un procedimento nel quale sono state adottate severe e numerose misure restrittive della libertà personale e che ha avuto rilievo su tutta la stampa nazionale -:
nell'ambito del procedimento penale n. 2836/02 RGNR (n. 2/03 R. Av.), cosiddetto «gioco d'azzardo», pendente presso la procura generale di Reggio Calabria, che ha portato all'emissione di numerose misure cautelari nei confronti di imprenditori ed altri soggetti, tra cui un ex Sottosegretario di Stato ed un magistrato del tribunale di Messina, è stata interamente acquisita - dal giudice per le indagini preliminari - nel corpo dell'ordinanza di custodia (eseguita il 9 maggio 2005), la trascrizione di una cassetta contenente un'intercettazione ambientale effettuata in Messina in data 23 luglio 2001;
trattasi di un'intercettazione ambientale effettuata nell'ambito di un procedimento originario instauratosi a Milano, cosiddetto «gioco d'azzardo», ed il cui risultato era già stato dichiarato inutilizzabile dalla procura di Milano, per la pessima qualità della registrazione, anche dopo che il nastro che la conteneva era stato sottoposto ad operazioni di «filtraggio» e pulitura presso il centro scientifico della Dia di Roma;
nonostante tale risultato, il sostituto procuratore generale, dottor Francesco
il giudice per le indagini preliminari, dottoressa G. Annamaria Arena, affidava il relativo incarico a tale signor Carmelo Furnari, con studio in Merate (Lecco), nell'aprile del 2004, disponendo che le indagini si svolgessero su copia del nastro originale, rilasciata al Furnari, e nel contempo rilasciando altra copia identica al consulente tecnico di parte;
il Furnari il 29 aprile 2005, senza dare alcun avviso alle parti, comunicava solo al giudice per le indagini preliminari che il filtraggio aveva dato esito positivo;
la dottoressa Arena, a questo punto, disponeva immediatamente la trascrizione del nastro, dandone comunicazione solo al sostituto procuratore generale, senza dare alcun avviso alle altre parti, che ne avrebbero avuto diritto;
il sostituto procuratore generale delegava, per l'incombente, la polizia giudiziaria (Dia), che, coadiuvata dal perito del giudice per le indagini preliminari, signor Furnari, vi provvedeva dal 30 aprile al 4 maggio 2005, nei locali di Merate;
ne risultava una trascrizione che il giudice per le indagini preliminari trasponeva integralmente nell'ordinanza di custodia cautelare (da lei emessa in data 6 maggio 2005 ed eseguita il successivo 9 maggio 2005), dalla lettura della quale sembrerebbe evincersi che seduti al tavolo di un bar al centro di Messina, affollato per una festa di laurea, un magistrato presidente di sezione del tribunale di Messina, un imprenditore socio di un ex Sottosegretario di Stato ed il suo difensore parlerebbero, in quel contesto, di gravissimi reati (traffico di stupefacenti ed armi, riciclaggio) e che, addirittura, sarebbero a conoscenza di mandanti ed esecutori di un omicidio eccellente, che diede inizio al cosiddetto «caso Messina», più volte attenzionato dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare;
dalla lettura della detta trascrizione emergerebbe anche il coinvolgimento di numerosi altri magistrati delle procure e dei tribunali di Messina e di Reggio Calabria;
il contenuto della detta trascrizione sarebbe fortemente difforme da quello risultante dall'originale del nastro e presenterebbe intere e consistenti parti del tutto inventate, proprio laddove si fa riferimento a traffici di armi, droga, riciclaggio ed al suddetto omicidio;
l'inutilizzabilità del nastro originale è stata, peraltro, accertata anche in sede di operazioni peritali svoltesi dal 27 al 29 luglio 2005 a Cambridge (Gran Bretagna), dove è stato nuovamente effettuato il filtraggio della registrazione;
pende procedimento penale presso la procura della Repubblica di Catanzaro per i reati di abuso in atti d'ufficio e calunnia, per individuare i responsabili della denunciata falsità;
il sostituto procuratore generale, dottor Francesco Neri, avocante e titolare delle indagini, avrebbe egli stesso evidenziato di avere motivi di interesse personale e di famiglia per astenersi dal procedimento, collegato ad alcuni procedimenti penali cui era stato interessato il proprio padre, magistrato in pensione, e definiti davanti agli uffici giudiziari di Messina e di Catania;
se, ove i suddetti fatti dovessero risultare accertati, in un periodo in cui l'attenzione dell'opinione pubblica e dello stesso Parlamento sulla problematica relativa agli usi ed agli abusi delle intercettazioni telefoniche è - giustamente - altissima, possa passare inosservata e restare priva di adeguate ed immediate risposte la formazione di una prova falsa
se il Ministro interpellato, all'esito di opportuni ed urgenti accertamenti che confermino quanto sopra evidenziato, attesa la gravità dei fatti, non intenda adottare i provvedimenti del caso, disponendo in via d'urgenza un'ispezione accurata presso gli uffici giudiziari indicati.
(2-01695)
«Cola, Gironda Veraldi, Antonio Leone».
(21 ottobre 2005)