di Ferfina, nonché consigliere di «Condotte», una cordata in corsa guidata dalla società Impregilo;
ad adottare iniziative affinché:
Nardini, Folena, Pisapia, Lumia, Angioni, Diana, Rotundo, Cento, Annunziata, Giovanni Bianchi, Tuccillo, Sciacca, Pistone».
schema di contratto approvato dal consiglio di amministrazione della Stretto di Messina spa, che sarà sottoposto a breve alla firma del general contractor, specifichi che le penali che la società Stretto di Messina spa dovrà pagare, qualora decidesse di interrompere i lavori del ponte, sono pari al 10 per cento della parte non ancora realizzata dell'opera e che questa penale sarebbe esclusa per la fase di progettazione e, comunque, fino all'approvazione del progetto definitivo da parte del Cipe e della società Stretto di Messina spa (si veda Il Sole 24 Ore del 29 ottobre 2005);
ad attivarsi perché sia sospesa, per elementare cautela rispetto a future e probabili responsabilità, la stipula del contratto con la Impregilo fino a quando non saranno risolte positivamente tutte le incognite rappresentate, in particolare fino a quando non saranno accolte le osservazioni della Commissione europea ed eliminati tutti i profili di incompatibilità del progetto con la normativa comunitaria;
ad adottare le opportune iniziative per istituire un osservatorio sulla realizzazione dell'opera, con il compito di controllare i flussi di spesa, al fine di evitare variazioni rispetto alle previsioni originarie, e di prevenire infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti e subappalti connessi alla realizzazione del progetto;
premesso che:
è stato assegnato l'appalto per la realizzazione del ponte sullo stretto, nonostante vi siano pesanti dubbi e perplessità sull'adeguatezza e sulla fondatezza in merito ai presupposti tecnici, economici, finanziari, trasportisti ed ambientali del progetto;
la stessa vittoria nella gara d'appalto ottenuta con un'offerta al massimo ribasso assai discutibile (le offerte al massimo ribasso notoriamente creano problemi rilevanti da un punto di vista tecnico e finanziario) fa parte delle forzature che hanno contraddistinto tutto l'iter del progetto stesso;
la Commissione europea, accogliendo i reclami formulati da Verdi, Wwf e associazioni ambientaliste, ha rilevato, relativamente al progetto preliminare del ponte sullo stretto di Messina, una serie di violazioni della normativa comunitaria; in particolare, in data 18 ottobre 2005, la Commissione europea ha comunicato di aver ufficialmente contestato al Governo italiano, con una lettera di messa in mora, la violazione delle seguenti direttive: direttiva 92/43/CEE (conservazione uccelli selvatici) e direttiva 79/409/CEE (protezione habitat);
la Commissione europea ha, inoltre, invitato all'Italia, sempre in data 18 ottobre 2005, un parere motivato complementare, con riferimento alla procedura di infrazione n. 2002/5170 relativa alla cosiddetta «legge obiettivo», contestando all'Italia la violazione della direttiva 85/337/CEE (valutazione impatto ambientale), relativamente alla procedura di valutazione di impatto ambientale semplificata, di cui al comma 5 dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 190 del 2002, che prevede la «discrezionalità» del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio nel disporre l'integrazione e l'aggiornamento della valutazione di impatto ambientale, nei casi in cui il progetto definitivo di un'opera sia modificato rispetto al preliminare;
inoltre, la Commissione europea non ha più previsto il finanziamento di opere che non siano transfrontaliere;
la magistratura di Monza ha aperto un'inchiesta sulla trasparenza della gara di assegnazione dell'appalto;
si sono verificate alcune gravi situazioni di «conflitto d'interesse» fra membri del consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina spa ed imprese impegnate nella gara d'acquisizione del progetto, ad esempio quella della nomina (si veda Il Sole 24 ore del 12 maggio 2005) nel consiglio di amministrazione del professor E. Emanuele, vicepresidente
queste incertezze dovrebbero essere già di per se un segnale allarmante;
la procura della Repubblica presso il tribunale di Roma ha avviato un'indagine con tre indagati per falso in atto pubblico e abuso d'ufficio, fra cui il referente della commissione speciale per la valutazione d'impatto ambientale;
un'indagine conoscitiva è stata avviata dalla Procura nazionale antimafia, mentre il Ministro Lunardi aveva dichiarato che con la mafia è necessario convivere;
con il decreto legislativo n. 190 del 2002, articolo 9, comma 11, si consente l'entrata deregolamentata a chiunque, aprendo, di fatto, per questa via, la possibilità di enormi operazioni di riciclaggio internazionale;
non si è tenuto conto delle osservazioni delle associazioni ambientaliste, della necessità di ulteriori studi inerenti il rischio sismico ed i movimenti della faglie;
non si è tenuto nemmeno conto delle conclusioni a cui è pervenuta la commissione del comune di Messina, che ha valutato negativamente la sostenibilità sociale e ambientale del progetto del ponte;
appare del tutto non realistica la valutazione della parte economica e finanziaria: equilibrio aggravato dai costi delle 35 prescrizioni di natura ambientale e tecnica emanate dal Cipe, in sede di approvazione del progetto preliminare e del giudizio di compatibilità ambientale;
le ferrovie (Rete ferroviaria italiana) sono state obbligate, per far quadrare i conti finanziari, a pagare un canone pari a 138 milioni di euro annuo: un esborso che pesa sul resto degli interventi delle Ferrovie dello Stato e non ha paragone con i benefici che ne deriverebbero al trasporto ferroviario;
del resto, ai fini di giustificare l'opera, si sono avanzate previsioni irrealistiche, ritenute tali da autorevoli esperti universitari; ciò significa che sarà assolutamente sperequato il rapporto fra costi di costruzione e di manutenzione, a fronte degli incassi;
per far quadrare i conti il traffico è stato sovradimensionato: tutto deve andare sul ponte; anche i traghetti sono stati riorganizzati a questo fine attraverso la riduzione amministrata del traffico «sponda sponda»; è previsto anche il contingentamento delle autostrade del mare; lo sviluppo del traffico previsto è pari a 2,5 per cento, contro l'attuale 1,7 per cento, mentre si assiste in questi anni ad una diminuzione del 6 per cento di tir e dell'8 per cento di auto;
non si tiene conto del traffico che cresce negli aeroporti;
il traffico, dunque, cresce, ma diminuisce nello stretto;
il corridoio Berlino-Palermo non c'entra nulla con il ponte; l'opera è stata inserita successivamente su pressante richiesta del Governo italiano per giustificare il ponte stesso; il traffico che interessa il ponte avviene in gran parte fra Sicilia, Calabria e nel Meridione; solo meno della metà di coloro che hanno percorrenze oltre 1000 chilometri preferiscono il ponte; gli attuali attraversamenti sponda sponda (pendolari) rappresentano il 40 per cento dell'attraverso attuale; l'interesse per il ponte, dunque, è nel Meridione, ma non sufficientemente sostenibile;
l'opera appare fortemente sconnessa con le priorità generali del Mezzogiorno e dello stesso sviluppo trasportistico: priorità, peraltro, sempre sottofinanziate;
sono stati sottostimati i costi dell'acciaio (c'è stato negli ultimi anni un aumento dell'80 per cento del costo del materiale); l'acciaio rappresenta il 50 per cento del costo dell'opera;
con questi dati è difficile sostenere la proposta del ponte; senza queste forzature nulla torna: redditività, livello della tariffe, la necessità dell'opera stessa;
per questi stessi motivi la durata della concessione è stata allungata da 30 a 60 anni;
la ricaduta finanziaria sarà complessivamente negativa e ricadrà fortemente sulle casse pubbliche; il finanziamento dell'opera è coperto per il 41 per cento dalla società Stretto di Messina spa, di cui il 53 per cento Fintecna, per il resto la quota viene divisa fra Anas, Rete ferroviaria italiana e regioni Sicilia e Calabria; il 59 per cento dovrebbe essere trovato sul mercato internazionale, sulla base di un sistema di project financing coperto dalle gestioni della concessione; in caso di discrepanze queste somme sono a carico del pubblico;
per i privati non c'è nessun rischio d'impresa;
altre grandi infrastrutture, come l'Eurotunnel sotto la Manica, che pur mette in collegamento due grandi nazioni (Francia ed Inghilterra), non hanno retto e sono in bancarotta continua;
sono stati sottostimati i tempi di costruzione: una previsione realistica li colloca fra i 6 e i 20 anni;
i benefici sono discutibili: si prevede il risparmio di un'ora; per una parte dei pendolari tale tempo è superiore alle percorrenze attuali; vi è un rilevante aumento della lunghezza delle percorrenza;
vi è una valutazione ottimistica del riassorbimento degli effetti negativi da parte dell'ambiente naturale: l'impatto dei 10/20 anni di una costruzione così vasta risulterebbe essere insostenibile;
si misurano anche in questo caso gli effetti negativi dell'esclusione dalle decisioni delle comunità locali attraverso le leggi speciali;
la valutazione di impatto ambientale è stato eseguita sul progetto preliminare e non su quello definitivo, nonostante le numerose modifiche richieste;
per un'opera di tale portata gran parte della manodopera sarebbe esterna ed altererebbe tutta la dinamica prezzi/rendita dell'area, con gravi conseguenze sulle fasce deboli della popolazione;
a fine opera i lavoratori impegnati nel controllo/manutenzione del ponte sarebbero in numero minore di quanti sono impiegati ora nel traghettamento;
la bellezza del paesaggio, la varietà e la ricchezza dei microclimi, i sistemi ambientali e vitali sono tali per cui è stata avanzata all'Unesco la proposta di dichiarare lo stretto patrimonio dell'umanità; tale patrimonio sarebbe irrimediabilmente compromesso e distrutto;
è necessario un altro progetto teso a potenziare e razionalizzare il trasporto marittimo nello stretto e il trasporto nelle città di Messina e Reggio Calabria, in connessione con le più generali problematiche della mobilità della Sicilia, della Calabria e del Meridione;
a) siano sospese le procedure per la realizzazione del ponte sullo stretto;
b) sia compiuta una valutazione approfondita, completa e trasparente dell'intero progetto, dalle questioni economiche e finanziarie (importo complessivo dell'opera e redditività della gestione) a quelle ambientali e trasportiste;
c) sia valutata la trasparenza delle procedure fin qui adottate ed i presunti «conflitti d'interesse» esistenti.
(1-00489)
(Nuova formulazione) «Giordano, Mascia, Russo Spena, Titti De Simone, Valpiana, Deiana, Provera, Alfonso Gianni,
(17 ottobre 2005)
premesso che:
il progetto preliminare del ponte sullo stretto di Messina, elaborato dalla società Stretto di Messina spa, è stato approvato dal Cipe con la delibera del 1o agosto 2003;
tale delibera, anche sulla base del parere emesso dalla commissione speciale per la valutazione di impatto ambientale, ha previsto, nell'ambito del quadro ambientale complessivo del progetto, una serie di prescrizioni e di approfondimenti che dovranno essere contenuti nell'elaborazione del progetto definitivo, relativamente a:
a) le problematiche geo-sismo-tettoniche dell'area dello stretto;
b) la tutela delle aree a delicato equilibrio ambientale, in particolare i Pantani di Ganzirri;
c) la salvaguardia delle falde sotterranee;
d) la predisposizione di un piano di monitoraggio che valuti gli effetti sulle specie migratorie sensibili;
e) l'analisi dei materiali di scavo in vista di un loro riutilizzo;
f) l'adozione di opere di mitigazione del rumore;
g) l'utilizzo di impianti di illuminazione che diminuiscano l'inquinamento luminoso sul mare;
h) le misure di mitigazione dell'impatto del ponte sul paesaggio;
i) il monitoraggio ambientale in fase di progettazione definitiva e il sistema di gestione ambientale;
il 12 ottobre 2005 la commissione giudicatrice incaricata dalla società Stretto di Messina spa di individuare il general contractor, cioè il soggetto affidatario della progettazione definitiva, della progettazione esecutiva e dell'esecuzione dell'opera, nonché della direzione dei lavori (ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 190 del 2002), ha dichiarato aggiudicatario provvisorio della gara il raggruppamento guidato dalla società Impregilo, sulla base di un'offerta che prevede una riduzione di 243 giorni rispetto ai tempi di esecuzione dell'opera, fissati nel bando di gara in 78 mesi, ed un ribasso complessivo medio ponderato pari al 12,33 per cento;
la Commissione europea, accogliendo i reclami formulati da Verdi, Wwf e associazioni ambientaliste, ha rilevato, relativamente al progetto preliminare del ponte sullo stretto di Messina, una serie di violazioni della normativa comunitaria; in particolare, in data 18 ottobre 2005, la Commissione europea ha comunicato di aver ufficialmente contestato al Governo italiano, con una lettera di messa in mora, la violazione delle seguenti direttive:
a) direttiva 92/43/CEE (conservazione uccelli selvatici), per non aver adottato, ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 4, della direttiva, misure idonee a prevenire, nelle zone IBA 150 (Costa viola, regione Calabria) e IBA 153 (Monti peloritani, regione Sicilia), il deterioramento degli habitat e le perturbazioni dannose agli uccelli;
b) direttiva 79/409/CEE (protezione habitat), per non aver eseguito correttamente, ai sensi dell'articolo 6 della direttiva, la valutazione di incidenza sulle SIC e ZPS Cod. ITA 030008(Capo Peloro - Laghi di Ganzirri - anche riserva naturale orientata, istituita con decreto dell'assessorato regionale territorio e ambiente del 21 giugno 2001) e SIC e ZPS Cod. ITA 030011 (Dorsale Curcuraci - Antennammare, entrambe localizzate nel territorio messinese);
la Commissione europea ha, inoltre, inviato all'Italia, sempre in data 18 ottobre 2005, un parere motivato complementare, con riferimento alla procedura di infrazione n. 2002/5170, relativa alla cosiddetta «legge obiettivo», contestando all'Italia la violazione della direttiva 85/337/CEE (valutazione impatto ambientale), relativamente alla procedura di valutazione di impatto ambientale semplificata, di cui al comma 5 dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 190 del 2002, che prevede la «discrezionalità» del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio nel disporre l'integrazione e l'aggiornamento della valutazione di impatto ambientale, nei casi in cui il progetto definitivo di un'opera sia modificato rispetto al preliminare;
la procedura della cosiddetta «legge obiettivo», ai sensi del già citato decreto legislativo n. 190 del 2002, prevede che il progetto definitivo sia sottoposto a quattro passaggi fondamentali: la verifica di ottemperanza ambientale da parte del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, la convocazione di una conferenza dei servizi istruttoria con tutti i soggetti e le istituzioni locali interessate, l'ulteriore approvazione da parte del Cipe e, infine, l'approvazione del nuovo piano economico-finanziario aggiornato al progetto definitivo;
l'iter procedurale previsto per l'approvazione del progetto definitivo e le problematiche di natura ambientale ed economica fin qui descritte rappresentano incognite di straordinaria rilevanza per la realizzazione del ponte sullo stretto;
la violazione della normativa comunitaria in materia di tutela ambientale nel progetto preliminare comporterebbe, qualora non si modificasse il progetto in modo tale da rispettare le norme europee, il blocco dei fondi per il cofinanziamento della costruzione dell'opera da parte della Commissione europea;
ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, il cospicuo ribasso previsto dall'offerta del general contractor risultato vincente nell'aggiudicazione provvisoria per la progettazione definitiva e la realizzazione del ponte potrebbe essere causa di ricorso da parte della società risultata seconda in graduatoria (società Astaldi), la quale potrebbe segnalarlo come «anomalo» e prospettare uno scostamento del prezzo in rialzo in sede di progetto definitivo;
la necessità di adeguare il progetto alle prescrizioni di cui alla delibera Cipe del 1o agosto 2003 comporterà inevitabilmente una modifica del progetto, con conseguenti variazioni del piano finanziario e della tempistica dell'opera;
l'articolo 7 della legge 17 dicembre 1971, n. 1158, «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», prevede «l'inserimento, negli atti contrattuali di affidamento dell'opera a terzi, della facoltà della società Stretto di Messina s.p.a. di recedere dal contratto, ove il progetto redatto dall'affidatario dopo l'aggiudicazione comporti sostanziali modifiche alle opere ovvero aumenti di prezzo»;
la convenzione (ed i successivi atti aggiuntivi) fra il ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la concessionaria prevede, all'articolo 7, comma 3, che il contratto tra la società Stretto di Messina spa e il general contractor includa la facoltà per la società di recedere dal contratto, nel caso in cui il progetto redatto dal contraente generale, dopo l'aggiudicazione, comporti sostanziali modifiche alle opere o aumenti di prezzo;
il bando di gara emesso dalla società Stretto di Messina spa, nella sezione VI, al punto VI.4), lettera m), prevede che «il bando nonché l'eventuale avvenuta qualificazione dei concorrenti sulla base della domanda di partecipazione e della documentazione dai medesimi presentate non vincolano in alcun modo la società né alla diramazione degli inviti, né all'espletamento della gara, né alla successiva aggiudicazione»;
secondo quanto riportato dalla stampa nazionale, sembrerebbe che lo
ad attivarsi perché sia prevista nel contratto tra la società Stretto di Messina spa e il general contractor, qualora venissero risolte le problematiche sopra descritte, l'esclusione del pagamento delle penali fino all'approvazione del progetto definitivo, prevedendo soltanto il mero rimborso delle spese sostenute fino a tale fase;
a disporre l'aggiornamento della valutazione di impatto ambientale e della valutazione di incidenza, alla luce dei rilievi formulati dalla Commissione europea e al fine di garantire l'effettiva tutela dell'ambiente dell'area dello stretto di Messina;
nell'eventualità che insorgano cause ostative alla realizzazione dell'opera che comportino il pagamento di penali ai privati contraenti, imputabili ad errori, irregolarità o negligenze nell'espletamento della gara o ad omessa vigilanza della società Stretto di Messina spa, a sollecitare i soggetti pubblici azionisti della stessa società a promuovere in tali casi le opportune azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori della società Stretto di Messina spa;
a riferire comunque in Parlamento prima che venga assunta qualsiasi decisione in merito agli elementi costitutivi del contratto che la Stretto di Messina spa intende sottoscrivere con il general contractor, al fine di rendere pubbliche e trasparenti le procedure decisionali relative all'opera più rilevante della cosiddetta «legge obiettivo», il cui costo costituisce l'appalto più consistente affidato in Italia negli ultimi decenni.
(1-00495)
«Pecoraro Scanio, Zanella, Bulgarelli, Cento, Cima, Lion, Boato».
(8 novembre 2005)
premesso che:
la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina fa parte del programma dell'attuale Governo e, pertanto, l'inserimento dell'opera tra le opere strategiche della cosiddetta «legge obiettivo» corrisponde ad un comportamento coerente dello stesso Governo, che intende ottemperare agli impegni presi con i propri elettori;
gli impegni politici assunti da tutti i partiti in sede di formazione della maggioranza di Governo sono prevalenti rispetto alla contrarietà alla realizzazione dell'opera, manifestata dai singoli partiti, basata, soprattutto, sul fatto che l'opera rischia di assorbire ingenti risorse che potrebbero essere utilizzate per altre esigenze prioritarie del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno;
restano, tuttavia, dubbi e perplessità sul piano finanziario, sulla remunerabilità dell'opera e, soprattutto, sul fatto che il canone annuo di 138 milioni di euro imposto alle Ferrovie dello Stato (Rete ferroviaria italiana) possa sottrarre risorse dal resto degli interventi del Paese;
i gruppi dell'opposizione, con atti di indirizzo, hanno manifestato al Governo la propria contrarietà, ma nei fatti, sin dall'emanazione della legge n. 1158 del 1971, istitutiva della società Stretto di Messina spa, non hanno proposto nessuna azione concreta per impedire l'avanzamento del progetto, nemmeno nel periodo in cui gli stessi erano forza di governo;
attualmente, a seguito dell'espletamento della gara e dell'assegnazione dell'appalto, non è più possibile sospendere l'iter amministrativo della realizzazione dell'opera, salvo incorrere a pesanti sanzioni che incrementerebbero l'onerosità dell'intera operazione;
l'opera fa parte del corridoio europeo n. 1, che, per essere funzionale alle necessità di infrastrutturazione del Paese, deve coordinarsi con gli altri corridoi europei e, soprattutto, con il corridoio n. 5;
nella futura programmazione delle opere strategiche per il Paese, a distribuire i flussi finanziari connessi in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, tenendo conto, in particolare, dell'importanza dell'infrastrutturazione del Nord per lo sviluppo economico del Paese e dell'opportunità della realizzazione delle opere prioritarie dei corridoi n. 1 e n. 5 e delle relative opere di collegamento.
(1-00500)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento) «Parolo, Caparini, Didonè, Luciano Dussin, Guido Dussin, Ercole, Fontanini, Dario Galli, Gibelli, Lussana, Francesca Martini, Pagliarini, Polledri, Rizzi, Rodeghiero, Guido Giuseppe Rossi, Sergio Rossi, Vascon».
(21 novembre 2005)