Allegato A
Seduta n. 703 del 10/11/2005


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(Sezione 8 - Iniziative volte a realizzare l'integrazione multietnica)

BELLILLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 27 ed il 28 ottobre 2005 nella periferia di Parigi, in un giorno di ordinaria violenza contro la polizia, due adolescenti di origine nordafricana sono morti fulminati in una cabina elettrica nel corso di un inseguimento con le forze dell'ordine;
questo tragico avvenimento è stato il detonatore di una rivolta di giovani della banlieue parigina, in gran parte di origine araba o africana, che si è rapidamente intensificata e diffusa alle altre periferie della capitale, con una escalation di violenza impressionante. Il bilancio ad oggi è di 4700 veicoli dati alle fiamme e 1220 persone fermate dalla polizia, con enormi danni causati anche agli edifici di esercizi commerciali, scuole, biblioteche, edifici pubblici e privati;
al centro di questa rivolta si colloca la rabbia di una gioventù francese figlia dell'immigrazione, povera, mal considerata e tenuta sotto sorveglianza dalla polizia. Infatti, il Ministro degli interni Nicolas Sarkozy ha promosso la linea della fermezza e tiene a dimostrare ai francesi di essere lui a garantire la loro sicurezza, spingendosi anche oltre, con minacce dirette ai giovani: due giorni prima, ad Argenteuil, il Ministro aveva già acceso gli animi, chiamando «feccia» i giovani frustrati senza lavoro della periferia;
il Primo Ministro Dominique de Villepin ha recentemente annunciato che ai prefetti verrà conferito il potere di imporre il coprifuoco;
la repressione non risolve il problema di questi giovani, che, al contrario, li provoca e li spinge verso una rivolta più grande, destinata oramai ad espandersi anche geograficamente;
l'esasperazione di questi giovani è la prova che non basta concedere la cittadinanza


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formale disgiunta da politiche sociali di sostegno che colmino il gap nelle opportunità di accesso e che essa non può placare l'odio, se poi i diritti che ne derivano non possono essere esercitati a causa di disuguaglianze economiche e sociali che ne vanificano gli effetti, relegando questi giovani ad una condizione obbligata per l'assenza di politiche pubbliche capaci di promuovere integrazione e mobilità sociale;
senza un intervento pubblico che affronti questi temi non solo la Francia, ma l'intera Europa è destinata a diventare nei prossimi anni palcoscenico delle nuove rivolte dell'odio;
è un grave errore credere che dietro a questi giovani vi siano gruppi islamici. Al contrario, quelle organizzazioni islamiste, che in queste ore hanno fatto da «pompiere» per spegnere l'incendio sociale, hanno esercitato nella circostanza una supplenza istituzionale, occupando il vuoto lasciato da partiti e istituzioni;
la lezione francese dovrebbe insegnarci che i gravi fatti che stanno accadendo a Parigi sono il sintomo di un malessere e di un disagio sociale dilagante e preoccupante, superabili solo con la solidarietà, con la ricostruzione delle reti di protezione sociale e con la riqualificazione delle periferie delle nostre metropoli;
secondo l'interrogante, a tutt'oggi il Governo italiano ha evaso qualsiasi iniziativa normativa tesa al superamento delle condizioni di precarietà e marginalità sociale degli immigrati o all'adozione di politiche contro la povertà -:
se non ritenga importante non sottovalutare quanto sta succedendo nelle banlieues parigine e se non ritenga urgente, da parte sua e per quanto di sua competenza, adottare alcune iniziative volte ad introdurre misure, quali l'istituzione della cittadinanza di residenza, un unico punto di coordinamento nel governo per l'immigrazione, la chiusura dei centri di accoglienza temporanea e la nascita di osservatori sulle discriminazioni, al fine di procedere sulla strada dell'integrazione multietnica.
(3-05155)
(9 novembre 2005)