Allegato A
Seduta n. 703 del 10/11/2005


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(Sezione 3 - Ammontare della compartecipazione della regione Sardegna al gettito IRPEF ed IVA)

VIOLANTE, CABRAS, CARBONI, MAURANDI, AGOSTINI e INNOCENTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'autonomia finanziaria della Sardegna è regolata dall'applicazione dell'articolo 8 dello statuto speciale, approvato con la legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e dalla legge 13 aprile 1983, n. 122;
nel periodo 1991-2003 il tasso di crescita del prodotto interno lordo della Sardegna è risultato dello stesso ordine di quello nazionale, il gettito dell'irpef statale espresso in termini reali risulta aumentato del 38,6 per cento, mentre la compartecipazione regionale, viceversa, registra un incremento pari al solo 1.95 per cento. L'anomalo trend della quota irpef regionale rispetto a quella nazionale nell'arco temporale considerato è richiamato nella nota n. 0112371 del 2 settembre 2005 della Ragioneria generale dello Stato, indirizzata al presidente della regione Sardegna;
da uno studio condotto e successivamente pubblicato nell'ottobre 2003 dall'ufficio studi e politiche economico-fiscali del ministero dell'economia e delle finanze, il gettito irpef generato nell'anno 2000 in Sardegna ammonta a 2.429 milioni di euro, superiore ai 1.453 milioni di euro ufficialmente comunicati dalla Ragioneria generale dello Stato. A seguito di tale differenza l'effettiva compartecipazione regionale all'irpef in quell'anno è risultata pari al 59 per cento di quanto stabilito statutariamente;
negli anni che vanno dal 1991 al 2003 il gettito dell'iva espresso in termini reali risulta cresciuto in campo statale dell'81,9 per cento, nel medesimo arco temporale le quote variabili iva corrisposte alla regione si sono ridotte di un ammontare pari all'11 per cento;
le anomalie riscontrate nel conteggio dell'irpef fanno registrare una diminuzione della quota dell'irpef regionale dall'1,1 per cento allo 0,8 per cento nel periodo 1991-2003, se tale quota fosse rimasta inalterata; nel 2003 la regione avrebbe avuto una quota di compartecipazione di 1.511 milioni di euro, anziché 1.099 (- 412 milioni di euro); il mancato adeguamento annuale dell'iva fa registrare una diminuzione della quota dell'iva regionale dallo 0,37 per cento allo 0,18 per cento nel periodo 1991-2003, se la quota dello 0.37 per cento fosse rimasta inalterata; nel 2003 la regione avrebbe avuto una quota di compartecipazione di 411 milioni di euro, anziché 200 milioni di euro (-211 milioni di euro); nello stesso periodo, a seguito della diminuzione della quota iva regionale (in termini assoluti e percentuali), le spese di funzionamento della regione Sardegna sono cresciute in termini reali da 1.295 a 3.293 milioni di euro (maggiore fabbisogno finanziario di 1.996 milioni di euro);
è abnorme la dimensione del mancato introito delle quote di compartecipazione spettanti alla regione a fronte dell'entrate irpef e iva -:
se non ritenga di proporre in favore della regione Sardegna, a decorrere dal 2006, un contributo annuale di 500 milioni di euro, a titolo di acconto sulla futura definizione dell'esatto ammontare della


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compartecipazione irpef, e contemporaneamente di attivarsi per concludere rapidamente l'intesa con la regione Sardegna sull'adeguamento della compartecipazione iva per un ammontare pari a non meno dei quattro decimi di quella riscossa annualmente nell'isola, nonché per i minori introiti relativi al periodo 1992-2005 che la regione Sardegna vanta nei confronti dello Stato, e se non ritenga, come primo ristoro dei mancati trasferimenti, proporre di porre a carico dello Stato l'onere della restituzione del debito di 3.200 milioni di euro acceso dalla regione nel corso degli stessi anni per far fronte all'incremento delle spese di funzionamento.
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(9 novembre 2005)