Allegato A
Seduta n. 698 del 28/10/2005


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(Sezione 2 - Misure per rendere attuabili gli impegni per l'incremento degli occupati assunti dalle imprese coinvolte in Patti territoriali nel settore del tessile ed in particolare in quello produttivo della corsetteria)

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri delle attività produttive e dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
nei mesi scorsi la società PA.TE.COR. spa (soggetto responsabile del patto territoriale della corsetteria di Lavello) segnalò la necessità di affrontare le problematiche relative al sistema produttivo della corsetteria di Lavello in Basilicata;
la necessità di avviare una riflessione sullo stato di salute del sistema della corsetteria trovava e trova giustificazione nella continua ed inesorabile crisi che sta attraversando il settore;
dalla lettura degli ultimi dati riferiti agli ordinativi e, soprattutto, alla luce dell'ormai galoppante import di reggiseno provenienti dallo Stato cinese, viene fuori una situazione allarmante che ci consegna un futuro carico di incertezza e con molte possibilità di assistere ad un declino dell'intero settore;
il crescente calo della domanda di corsetteria made in Italy, a favore di prodotti provenienti dai Paesi asiatici, sta facendo diventare sempre più concreta la possibilità di assistere ad un periodo lungo di recessione;


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è proprio di questi giorni la firma dell'accordo siglato tra Unione europea e Stato cinese, che consente l'entrata nell'Unione europea di una serie di prodotti «cinesi» bloccati in dogana, in quanto abbondantemente superiori ai quantitativi che potevano essere esportati dalla Cina in Europa;
tra i prodotti che entreranno nell'Unione europea, quindi anche in Italia, ci sono 11 milioni di reggiseno;
negli ultimi anni, quindi, i produttori del «distretto» hanno dovuto fronteggiare inaspettatamente una doppia concorrenza: quella già conosciuta negli anni novanta riferita a produzioni effettuate in laboratori delocalizzati in Paesi a bassissimo costo del lavoro da imprese occidentali (soprattutto italiane) e, quindi, immesse sul mercato a prezzi ridotti e, in ultimo, la sfida lanciata da qualche anno dai «produttori asiatici»;
a questa situazione si aggiunge l'attuale congiuntura avversa che interessa il nostro Paese e che sta causando una significativa contrazione dei consumi interni;
tutto ciò implica ripercussioni dirette sul sistema produttivo lavellese, con una riduzione delle commesse e dei volumi di produzione e, non ultimo, degli addetti e delle imprese;
prima che questo scenario si manifestasse nella sua drammatica crudezza, le imprese, assieme alle istituzioni, alle associazioni, ai sindacati e al sistema bancario, nel 1999 candidarono al ministero del tesoro e della programmazione economica un progetto di patto territoriale;
in quel periodo (nel 1998) tutto il tessile abbigliamento italiano era in costante crescita ed anche il «distretto» della corsetteria in quel periodo raggiunse il suo massimo splendore, sia in termini di ordini che di fatturato;
se da un lato il fatturato cresceva costantemente, dall'altro le imprese del distretto scontavano una serie di strozzature, soprattutto logistiche e tecnologiche, che impedivano di cogliere in pieno il momento favorevole del mercato;
per superare queste difficoltà venne individuato il patto territoriale quale strumento per favorire il sistema produttivo locale, attraverso l'ampliamento della base produttiva e la creazione di infrastrutture a supporto delle imprese, favorendo l'innovazione tecnologica ed il potenziamento della filiera produttiva (soprattutto in riferimento alle attività di servizio);
delle domande di finanziamento, presentate a valere sul patto territoriale della corsetteria, 33 furono ammesse alle agevolazioni con un investimento previsto di oltre 37 milioni di euro, di cui oltre 31 milioni a carico dello Stato, con occupazione aggiuntiva stimata in 360 unità;
ad oggi, con esclusione di alcune imprese rinunciatarie, quasi tutte le imprese hanno concluso l'investimento;
si può dire, senza paura di essere contraddetti, che gli investimenti vengono completati nel periodo di maggiore sofferenza per le imprese, in un momento in cui la situazione si fa drammatica ed il fatturato cala addirittura dell'80 per cento rispetto agli anni precedenti;
si vive, quindi, un periodo di grande preoccupazione, soprattutto alla luce degli investimenti effettuati e, quindi, delle esposizioni contratte con il sistema creditizio e per gli impegni assunti per la creazione di nuovi posti di lavoro;
su quest'ultimo aspetto la preoccupazione è addirittura superiore, in quanto, come è noto, tutto il settore del tessile abbigliamento italiano a causa della crisi espelle giornalmente migliaia di lavoratori e lavoratrici. Distretti strutturati e forti, come quello di Carpi e quello di Prato, chiedono al Parlamento norme speciali per utilizzare la cassa integrazione guadagni, la cassa integrazione guadagni straordinaria e non in pochi casi la mobilità;
quasi giornalmente intere aree del Paese, che facevano della manifattura un


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punto di forza della loro economia, avanzano richieste di aiuto al Governo e al Parlamento per alleggerire il peso delle difficoltà;
l'interrogativo che si pone al Governo è se le imprese del «distretto» della corsetteria che hanno utilizzato le agevolazioni del patto potranno mantenere l'impegno assunto con il ministero ad incrementare i propri addetti;
il punto di vista degli interpellanti è che, in assenza di una repentina e consistente ripresa del mercato, l'incremento del personale non sarà sostenibile;
lo scenario che si apre è, quindi, a dir poco drammatico, in quanto è noto che alle imprese che non rispettano l'impegno di incrementare gli occupati il ministero disporrà la revoca dei contributi;
ciò che accadrebbe in questo caso è facilmente intuibile ed avrebbe un impatto devastante sul territorio, in quanto non si crede che le imprese, già fortemente provate dalla crisi del settore, possano fronteggiare un'eventuale restituzione dei contributi assegnati;
in conclusione è indispensabile che il Governo promuova una soluzione che consenta di rendere meno gravosi e, quindi, attuabili gli impegni assunti dalle imprese per l'incremento degli occupati;
le considerazioni esposte relativamente al «patto della corsetteria» valgono ovviamente per tutti i «patti» che si trovino nelle medesime condizioni -:
quali iniziative intenda assumere il Governo in merito.
(2-01663)
«Boccia, Lettieri, Annunziata, Enzo Bianco, Gerardo Bianco, Burtone, Carbonella, Cardinale, Carra, D'Antoni, Villari, Mattarella, Marini, Maccanico, Santino Adamo Loddo, Tonino Loddo, De Mita, Fusillo, Gambale, Iannuzzi, Ladu, Tuccillo, Squeglia, Meduri, Molinari, Nicodemo Nazzareno Oliverio, Piscitello, Ria, Sinisi, Soro, Tanoni».