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LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella scorsa legislatura il centrosinistra - si era verso la fine della legislatura - propose una riforma del sistema elettorale. Tale riforma si discusse al Senato, e fu l'allora ministro Maccanico ad esporre questo progetto di legge.
ELIO VITO. Ma è sull'ordine dei lavori?
LUCIANO VIOLANTE. Sì, è sull'ordine dei lavori: onorevole Vito, sto spiegando, mi scusi!
MARCO BOATO. Ma è lui il Presidente della Camera (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)?
PRESIDENTE. Onorevole Boato, la prego!
LUCIANO VIOLANTE. Onorevole Vito...
PRESIDENTE. Onorevole Boato, onorevoli colleghi, vi posso chiedere la cortesia di lasciarmi presiedere? L'onorevole Violante sta parlando ed ha tutto il tempo che desidera, nell'ambito del regolamento, per cui il Presidente ha diritto di farlo intervenire.
LUCIANO VIOLANTE. Onorevole Vito, lei ha una sufficiente esperienza parlamentare per sapere che quando tutta l'opposizione fa mancare il numero legale per quattro volte di seguito ha anche il dovere politico di spiegare perché ciò è accaduto. Cerco di adempiere a tale dovere politico, spiegando anche le ragioni che ci hanno portato a questa decisione.
Signor Presidente, come ho già detto prima, parlo a nome di tutti i gruppi dell'Unione. Come dicevo, in quella sede, i colleghi del centrodestra presentarono un documento nel quale, tra l'altro, era scritto: «si violerebbe un principio di Costituzione reale in forza del quale le regole di vita democratica di un paese vanno scritte con il coinvolgimento di tutte le forze politiche, non potendo e non dovendo obbedire a interessi elettorali di parte».
Onorevoli colleghi, noi vi chiediamo un momento di coerenza tra ciò che avete scritto nella scorsa legislatura e ciò che oggi state per fare.
Il tipo di progetto che voi presentate, innanzitutto, va contro alcuni principi fondamentali della democrazia politica. È vero che potete contestare - ed è stato fatto abbondantemente - il fatto che nella scorsa legislatura il centrosinistra approvò con pochi voti di scarto una riforma costituzionale, quella relativa al federalismo. È una giusta critica: abbiamo riconosciuto che fu un errore. Ma che fosse stato un errore, anche se allora vi era una richiesta in tal senso da parte di tutti i presidenti delle regioni, in primis dal presidente Ghigo di centrodestra e dal centrosinistra, lo abbiamo riconosciuto. Nonostante ciò, abbiamo riconosciuto che si è trattato di un errore. Ma se è stato un errore, qui non è il caso di replicarlo. Sono regole così fondamentali e così importanti, che riguardano la sovranità popolare.
Onorevoli colleghi, vorrei fosse chiara una cosa: stiamo discutendo di una legge diretta a trasformare i voti in seggi, ed è il punto fondamentale su cui si basano la sovranità popolare ed il principio di democrazia in un paese.
Vi è un punto di merito che, francamente, credo sia indiscutibile: già oggi le forze che sono sotto il 4 per cento non concorrono alla ripartizione dei seggi nella lista proporzionale. Quelle forze, invece, concorrono e sono elette nel maggioritario. Oggi, vi è un gruppo come l'UDC, che non ha raggiunto il 4 per cento e che può contare una cinquantina di deputati. I colleghi della Lega non hanno raggiunto il 4 per cento, ma hanno un gruppo cospicuo e qualificato di parlamentari.
Con il progetto che avete presentato accade - mi rivolgo a chi non ha avuto tempo o modo di leggerlo - che tutti i voti dei cittadini che hanno votato le liste minori che non hanno realizzato il 4 per cento vengono defalcati e sottratti alla coalizione.
ALDO PERROTTA. Si possono coalizzare!
LUCIANO VIOLANTE. Ieri, il ministro Calderoli, rivolgendosi al centrodestra, ha detto: non vi preoccupate, perché anche se prenderemo meno voti, potremo vincere lo stesso, perché i voti del centrosinistra dati ai partiti minori non verranno calcolati. Vi sembra che questo sia un metodo condivisibile di legiferare? E se i colleghi dell'UDC, come è stato scritto ieri, hanno detto «modificheremo quella legge, perché vogliamo vincere, ma non vogliamo barare», vuol dire che questa è una legge scritta per barare!
Onorevoli colleghi, vorrei anche svolgere una considerazione sull'UDC. Questo gruppo, che si qualifica come moderato, si sta facendo propugnatore in quest'aula di una delle leggi più vergognose della storia di questa legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista e Misto-Verdi-l'Unione), e non solo per questo motivo!
Questo gruppo sta facendo un ignobile scambio con la devolution. Cari colleghi dell'UDC, se non siete d'accordo su quel federalismo, non lo votate! Non scambiate una pessima riforma costituzionale con una pessima riforma elettorale (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista e Misto-Verdi-l'Unione)! Farete due pessime riforme e la responsabilità, a questo punto, è tutta vostra! Altro che moderati, altro che centro!
Inoltre, colleghi, so che molti di voi sono affezionati, come noi e come me personalmente, al bipolarismo. Ma il progetto che avete presentato va contro questo principio, perché l'unico vincolo di coalizione è la dichiarazione elettorale che si fa all'inizio, quando si presentano le liste. Dopo di che, chi perde le elezioni non ha più nessun vincolo di coalizione.
Mentre oggi i tre quarti dei deputati sono eletti con il voto di tutti gli elettori della coalizione, ciò non accade con il nuovo progetto, perché ciascuno sarà eletto con i suoi voti (Commenti del deputato La Russa). Ciò vuol dire che nella coalizione perdente sarà possibile che i gruppi o i singoli andranno in soccorso del vincitore, perché non ci sarà più nessun vincolo.
TEODORO BUONTEMPO. È un dibattito sulla legge o un richiamo al regolamento?
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, noi abbiamo ripetuto cinque volte la votazione per mancanza del numero legale per una decisione politica, della quale a nessuno sfugge il senso, presa dai gruppi dell'opposizione.
L'onorevole Violante mi ha chiesto di spiegare questo atteggiamento e credo...
TEODORO BUONTEMPO. Ma è un dibattito (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo) ...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, essendo stata sollevata la questione in via incidentale sull'ordine dei lavori, io ho il diritto di dare la parola all'onorevole Violante affinché illustri tale questione. È
ovvio che il dibattito non c'è, nel senso che, dopo aver dato la parola all'onorevole Violante...
TEODORO BUONTEMPO. È giusto dargliela, ma non aprire un dibattito sulla legge!
PRESIDENTE. ...se gli altri gruppi vorranno intervenire, potranno farlo.
Onorevole Violante, la prego, continui.
LUCIANO VIOLANTE. Onorevole Buontempo, lei è un dirigente politico e un parlamentare di grande esperienza. Anche lei ha fatto ostruzionismo, anche lei ha fatto mancare il numero legale e anche lei - lo ricordo benissimo - ha spiegato varie volte quali ne erano le ragioni politiche.
TEODORO BUONTEMPO. È legittimo. Non è legittimo avere la parola...
LUCIANO VIOLANTE. Mi lasci spiegare, perché sto finendo.
Infine, questa riforma è in rotta di collisione con quella che voterete dal 19 settembre in poi, ossia la riforma costituzionale. Infatti, lì sono scritte cose completamente diverse da quelle che sono scritte qui. Con quale coerenza vi accingete a votare una riforma che prevede il divieto del cambio di coalizione, l'indicazione del Presidente del Consiglio e una coalizione compatta attorno al Presidente del Consiglio, e poi votate quest'altra legge, che, invece, costituisce uno slabbramento totale del sistema politico?
Devo dire, colleghi, che qui parlo a nome sia di colleghi che sono favorevoli al maggioritario, come noi DS, sia di colleghi che sono favorevoli al proporzionale, come quelli di Rifondazione, i Comunisti, i Verdi ed altri. Siamo tutti d'accordo su questo aspetto.
Tuttavia, la richiesta che vi facciamo, cari colleghi, è quella di fermare questa macchina e di ritirare questa proposta. Nella prossima legislatura affronteremo complessivamente i sistemi elettorali, perché vi sono tanti problemi, signor Presidente, da affrontare, compreso quello della forza e della legittimazione dei consigli regionali, comunali e provinciali, che oggi sono abbastanza schiacciati da questo tipo di legge elettorale e che, invece, vanno riformati e rivalutati.
La ringrazio, signor Presidente, per avermi dato la parola e ringrazio voi, colleghi, per l'attenzione. Da questo punto di vista, quindi, la richiesta che vi facciamo è quella di mettere da parte questa proposta.
Tutti quanti, colleghi, abbiamo problemi gravi. Dobbiamo discutere la legge finanziaria tra qualche giorno. Ci sono famiglie - non lo dico per fare demagogia, ma lo sapete bene - che non arrivano ormai alla terza settimana del mese. In molte regioni non ci sono i soldi per finanziare le scuole professionali (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale). Ci sono problemi gravi. La competitività del paese va a rotoli.
Vi chiediamo di ritirare questa proposta e di affrontare le questioni serie e vere del paese. Altrimenti - lo diciamo chiaramente -, metteremo in atto tutti gli strumenti parlamentari possibili.
NINO STRANO. Anche noi!
LUCIANO VIOLANTE. Questo è giusto da parte vostra.
Non vogliamo che questa vergogna venga consumata.
Colleghi, voi vi chiamate Casa delle libertà, ma, se insistete su questa proposta, dovete spiegare agli italiani di quale libertà si tratta. Infatti, state schiacciando il diritto di milioni di cittadini sulla base di una pura esigenza della vostra coalizione.
Ancora una volta le esigenze delle coalizioni schiacciano gli interessi ed i diritti del paese. Ritirate questa proposta ed il dialogo parlamentare potrà continuare su altri temi. Altrimenti, la lotta da parte nostra sarà estremamente dura (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista, Misto-Verdi-l'Unione, Misto-Popolari-UDEUR, Misto-Ecologisti democratici).
PRESIDENTE. Sulla dichiarazione dell'onorevole Violante, che ha riguardato evidentemente una questione collegata all'ordine del giorno della Camera, darò la parola per tre minuti ciascuno a un rappresentante dei gruppi parlamentari che ne facciano richiesta.
BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, l'onorevole Violante ha chiamato pesantemente in causa l'UDC e ha sbagliato, sul piano del metodo ed anche sul piano del merito. Innanzitutto, onorevole Violante, non le consento di dare lezioni a chicchessia sul piano della democrazia parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Federazione Padana). Non le consento neppure di argomentare in ordine alla presunta coerenza: ognuno di noi in quest'aula ha cercato di esprimerla nei modi che erano consentiti.
Non si tratta, dunque, di un'iniziativa per barare, ma penso sia giusto interrogarsi, e non può farlo soltanto l'onorevole D'Alema dalle colonne della stampa dicendo: prima vinciamo, poi ne parliamo. Dopo tre legislature con un sistema maggioritario ibrido che ha esaltato il leaderismo, cancellato i partiti ed allontanato gli elettori, regalando spesso una stabilità formale, si ha non il diritto, ma il dovere di intervenire per porvi rimedio.
Le riforme elettorali, onorevole Violante, si fanno alla fine della legislatura, non all'inizio, perché, se si facessero all'inizio, si porrebbe in crisi immediatamente il Parlamento appena eletto. Vorrei ricordarle, ma so che lei non è smemorato, che nel 1992-1994 la riforma fu fatta al termine della legislatura, e dopo poco il Presidente Scalfaro condusse il paese alle elezioni.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI. C'era l'accordo!
BRUNO TABACCI. Il sistema proporzionale non può essere un golpe - è bene che questa parola la utilizziate per altri argomenti - ma la base con cui si fotografa realmente la volontà politica di un paese. Un sistema elettorale simile, peraltro, era stato adombrato nell'ambito della Commissione bicamerale presieduta dall'onorevole D'Alema ed uno analogo - proporzionale con premio di maggioranza - è stato adottato nelle elezioni regionali che hanno consentito a voi di vincere in tutte le regioni, tranne che in due. Quindi, non chiamatelo golpe: chiamate le cose con il loro nome.
Su un punto lei ha ragione: è giusto discutere. Credo non si possa immaginare una legge elettorale fatta a colpi di maggioranza. Tuttavia, non potete neppure dire che di ciò non si può discutere perché questo non vi fa onore. Che si debba discutere e che si debba porre rimedio a talune incongruenze nell'ipotesi prospettata è fuori discussione. Non c'è dubbio che il premio di maggioranza può non fare riferimento ai seggi ma ai voti della coalizione. Però, onorevole Violante, si entra nel merito, si discute di questo, non si annuncia un ostruzionismo di facciata!
Questo è il punto che volevo ricordarle, anche a futura memoria (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha tre minuti a disposizione.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, tre minuti saranno sufficienti perché condivido ampiamente le argomentazioni del collega Tabacci, e le condivido da non proporzionalista. Il mio gruppo non si è mai schierato per una riforma proporzionale. Abbiamo, anzi, fatto svolgere un referendum che per poche decine di migliaia di voti non ebbe esito favorevole. Abbiamo sempre ritenuto, però, che la legge elettorale, onorevole Violante, non
fosse un fatto ideologico. La legge elettorale è uno strumento: alla fine, vince lo schieramento che prende più voti.
LUCIANO VIOLANTE. In questo caso è il contrario!
LUIGI OLIVIERI. Li sottrai e non è così...!
IGNAZIO LA RUSSA. Non si può ideologizzare un sistema elettorale piuttosto che un altro. Lei ha parlato di «legge truffa». Io che sono per un sistema compiutamente maggioritario, non per un sistema ibrido quale quello attuale, ricordo che nel 1996 - allora sì, ma non me ne lamentai - pur avendo il centrodestra più voti vinse il centrosinistra. Con il sistema proporzionale, che non sarà il massimo ma è il sistema che oggi qualcuno ci propone di esaminare, vi sarà una cosa semplice. Diciamolo tranquillamente a chi ci ascolta attraverso le radio: vincerà chi prenderà più voti.
PIERO RUZZANTE. Non è così! Più seggi...
IGNAZIO LA RUSSA. Così sarà un'Italia - questo sostengono i proporzionalisti - fotografata in tutte le sue sfaccettature politiche e culturali. Questa è la richiesta.
Noi che - ripeto - siamo molto laici, su questo tema abbiamo accettato di verificare la possibilità di migliorare il sistema elettorale. Mi chiedo, presidente Violante: è normale che, di fronte alla presentazione in Commissione di un emendamento, un intero schieramento, anziché leggere il testo dell'emendamento, anziché lavorare in Commissione, anziché aspettare che il provvedimento venga calendarizzato per l'Assemblea, scenda subito sul piede di guerra dando uno schiaffo al Parlamento e giocando con le istituzioni a soli fini propagandistici e demagogici (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)? Non è assolutamente normale tutto ciò! Signor Presidente, credo si debba rientrare nella normalità!
Personalmente, credo che il testo, così come sta maturando in Commissione, sia emendabile: non è bloccato, né «chiuso» (Commenti del deputato Realacci) e dipende dalla volontà della sinistra contribuire a predisporre una legge, a modificarla o a bocciarla, qualora non dovesse piacere, o farne uno scontro tipicamente elettorale.
Noi ci comporteremo di conseguenza (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)!
PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, colleghi, sono un proporzionalista da sempre (ho, ad esempio, proposto un progetto di riforma, depositato all'inizio della legislatura, che prevede uno schema in qualche modo assimilabile a quello regionale, il cosiddetto «Tatarellum»), ma ho grandi difficoltà ad accettare l'impianto proposto e mi rivolgo con molta pacatezza e con senso di lealtà a colleghi che stimo sommamente, come l'onorevole Tabacci.
Un sistema come quello posto alla nostra attenzione nelle ultime ore, che fa sparire il consenso di formazioni politiche che non raggiungono il 4 per cento, non solo non assegnando la rappresentanza ma rubandola alla coalizione, non trasforma il consenso popolare in rappresentanza utile. Questo è il punto di dissenso fondamentale!
Non vorrei ripercorrere l'argomentazione dell'impossibilità - si può parlare anche di inopportunità - di una valutazione del sistema elettorale in chiusura di legislatura: è vero, dovendo realizzare una riforma elettorale, non si può immaginare di vararla all'inizio di legislatura, poiché sarebbe delegittimato l'intero Parlamento e si dovrebbe tornare immediatamente alle urne. Non è questo ciò che mi spaventa. Non si può però varare una riforma elettorale contro una parte consistente, contro
una metà del Parlamento, contro quella che, sul piano del consenso popolare, risulta essere la parte prevalente della paese! Questo è il punto fondamentale di dissenso rispetto al quadro che ci è stato proposto, e lo dico - lo ripeto - con pacatezza e senso delle istituzioni, anche del momento storico che stiamo vivendo.
So bene che quella relativa alla legge elettorale è la madre di tutte le battaglie, se così si può dire; anch'io ho criticato, offrendo dati di riflessione dalla dimensione scientifica, il senso valetudinario di un sistema che non riesce a dare significato alla rappresentanza collegata al consenso. Tuttavia, lo schema proposto (al riguardo, sono state profuse parole e vi sono state dichiarazioni di disponibilità; il presidente Violante ha anche ricordato affermazioni degli amici dell'UDC in ordine alla critica forte mossa a questo sistema) non si può francamente accogliere!
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, ci troviamo costretti a fare ciò che non avremmo voluto fare, onorevoli Tabacci e La Russa, perché abbiamo giudicato l'impianto complessivo della proposta che avete presentato.
Non si tratta di un aggiustamento e neppure di un semplice passaggio dal sistema maggioritario a quello proporzionale. È una proposta che - lo diciamo chiaramente - ha l'obiettivo, assolutamente chiaro e razionale, di modificare il risultato elettorale del paese, attraverso «tecnicalità» - alludo agli scorpori - che hanno lo scopo di determinare un cambiamento, fino al limite possibile di stravolgere la volontà della maggioranza degli elettori italiani.
In un'importante opera di Brecht uno dei personaggi si rivolge al re dicendo: sire, c'è un popolo in subbuglio! E il re risponde: cambiate il popolo! Voi avete capito che il popolo, alle prossime elezioni, esprimerà un'intenzione diversa dai vostri desideri e, con questa proposta, tentate di cambiare la volontà del popolo. Questo è il problema!
Onorevole Tabacci, lei ha polemizzato con il presidente Violante, ma su un aspetto gli ha dato ragione, vale a dire sul fatto che le leggi elettorali non si approvano a maggioranza. Voglio ricordarle che, nella precedente legislatura, abbiamo approvato a maggioranza - ce lo ricordate sempre - la modifica della Costituzione (come voi state facendo adesso), ma di fronte alla legge elettorale avevamo proposto modifiche marginali e, in quell'occasione, anche attraverso atti formali del Parlamento - il senatore La Loggia lo ricorderà -, ci siamo fermati, in quanto ci avete fatto notare che non si poteva votare una legge elettorale senza una larga intesa.
Allora, volete superare l'ostruzionismo? Volete aprire un dibattito serio sulla riforma elettorale? Se vi assumete l'impegno di varare la legge elettorale solo con la condizione che noi abbiamo accettato nella passata legislatura, vale dire quella di costruire una larga intesa, l'ostruzionismo terminerà immediatamente. Al contrario, se non vi assumete tale impegno, la vostra disponibilità a non blindare il provvedimento sarebbe priva di fondamento e di credibilità.
Onorevole Tabacci, non stiamo discutendo di un cambiamento del sistema elettorale; stiamo discutendo di un cambiamento del sistema democratico, e questa è la ragione per cui siamo costretti all'ostruzionismo (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista, Misto-Verdi-l'Unione, Misto-Popolari-UDEUR e Misto-Ecologisti democratici)!
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, innanzitutto intendo scusarmi per lo «scatto» di prima, e la ringrazio per aver consentito questo dibattito, che ritengo possa avere una utilità.
Dico questo perché, dopo aver ascoltato gli interventi che si sono succeduti - da quello del presidente Violante a quello dell'onorevole Castagnetti -, francamente stento a capire la reazione che si è verificata in questi giorni, dall'annuncio di un blocco totale del Parlamento a quello di un ostruzionismo totale su tutti i provvedimenti. Infatti, il presidente Violante ha posto una questione sicuramente seria rispetto all'emendamento presentato e il presidente Castagnetti ha posto una questione preliminare. Dunque, prendo atto di tali osservazioni e cercherò di fornire anche una risposta alle stesse.
Premesso che, come è stato già osservato dall'onorevole Tabacci e dall'onorevole La Russa, non è in discussione la legittimità dell'esame, da parte del Parlamento, di una nuova legge elettorale nella fase conclusiva della legislatura, ritengo che, rispetto alle modifiche principali contenute nell'emendamento presentato in Commissione, non possano essere mossi appunti parlando di antidemocraticità o di colpo di Stato. Ciò vale per il passaggio al sistema proporzionale, che è il sistema più rappresentativo e che per decenni è stato così definito da una lunga tradizione della sinistra italiana; per la previsione, anche per le elezioni politiche, della preferenza unica, introdotta con un referendum e già sperimentata nelle elezioni amministrative locali; per la conferma di una lista cosiddetta «bloccata» di candidati, che fu inserita dal «Mattarellum»; per la previsione di uno sbarramento del 4 per cento, anche in tal caso già introdotto dal «Mattarellum», al fine di evitare la frammentazione delle liste minori; infine, per la previsione di un premio di maggioranza, che è stato lungamente discusso e contemplato, per i sistemi politici e istituzionali, anche da esponenti del centrosinistra, non soltanto nella Commissione bicamerale - fu il presidente D'Alema ad aprire la strada di un sistema con un premio di maggioranza - ma anche con le proposte di legge alle quali ha fatto riferimento il presidente Castagnetti, presentate, fra gli altri, dal senatore Elia.
Dunque, quanto all'osservazione per cui la proposta sarebbe antidemocratica, resta un unico aspetto, del quale riconosco l'importanza ma su cui si può discutere, vale a dire se ai fini del calcolo della coalizione alla quale spetta il premio di maggioranza debbano essere o meno computati i voti delle liste al di sotto della soglia del 4 per cento. Mi pare si tratti dell'unica questione che caratterizza la democraticità o meno del sistema delineato dall'emendamento, e siamo disponibili a discuterne.
Tuttavia - mi rivolgo all'onorevole Castagnetti - non ci si può, come è più volte accaduto in questo Parlamento, accusare di essere antidemocratici, fascisti, di compiere i peggiori obbrobri, di varare leggi ad personam e via dicendo, e contemporaneamente chiedere di trattare e di accogliere i vostri emendamenti. Se entriamo nella logica di una normale dialettica parlamentare, si va al merito delle questioni e siamo disponibili ad esaminare tale tema, al quale attribuite, comprensibilmente, importanza, insieme ad altri. Se, al contrario, come voi sostenete, siamo coloro che stanno tentando di fare un colpo di Stato, per cui il Parlamento merita di essere perennemente e definitivamente bloccato, credo sia difficile accusarci di non volere il confronto, che auspichiamo. Su tale questione - sulle altre mi pare non possano essere mossi rilievi di antidemocraticità, a parte la condivisione o meno delle proposte formulate - ritengo dunque si possa discutere.
PRESIDENTE. Onorevole Elio Vito...
ELIO VITO. Concludo, signor Presidente. Vengo al punto politico: presidente Castagnetti, siamo aperti al confronto e riteniamo auspicabile che la legge elettorale sia approvata con una larga intesa. Il problema, che si ebbe nella scorsa legislatura al Senato e per cui non si realizzò tale larga intesa, è che mentre la Casa delle libertà ha prodotto un suo testo di legge elettorale, per realizzare la larga intesa avremmo bisogno di sapere qual è la vostra proposta di legge elettorale!
L'Unione, anche in questo caso, non è in grado di presentare tale proposta (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
Il fatto politico nuovo, che mi pare non venga colto dagli osservatori, è che per la prima volta, su una materia così delicata, vi è un testo di legge elettorale condiviso da tutta la maggioranza e da tutta la Casa delle libertà. Il confronto, le larghe intese: ma su quali proposte? C'è un testo di legge elettorale che vi vede tutti d'accordo, da Rifondazione alla Margherita? Se c'è, siamo disponibili al confronto, ma quello che mancò anche nella scorsa legislatura, fu non la larga intesa fra noi e voi, ma la larga intesa fra voi al vostro interno! Per questo non si realizzò una legge elettorale sulla quale eravamo disponibili - ricordo il collega Scajola - a discutere fino all'ultimo (Commenti dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo. Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)! Fate una proposta di modifica del sistema elettorale, con l'accordo di tutti i gruppi dell'Unione! Siete d'accordo solo a dire «no», a minacciare l'ostruzionismo, la paralisi ma non a fare proposte, che, su questo tema, attendiamo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
PIER PAOLO CENTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, da parte dell'Unione e certamente da parte dei Verdi - in tal modo intendo tranquillizzare il collega Vito - non verranno proposte in materia elettorale, perché la legge elettorale, a questo punto della legislatura, vale a dire al termine di un ciclo politico di cinque anni, non può che essere la legge elettorale vigente.
Non può che essere quella con cui abbiamo, di fatto, iniziato un confronto politico ed elettorale che, nella prossima primavera, ci porterà a scegliere chi governerà l'Italia e quale sarà la rappresentanza parlamentare a sostegno del Governo del paese. Non credo che esista la possibilità di trovare una scorciatoia rispetto alla questione democratica che oggi, e ieri, l'Unione ha posto all'attenzione dell'opinione pubblica e del Parlamento. La questione democratica è quella di chi, attraverso un vero e proprio blitz, presenta un emendamento che ha l'obiettivo dichiarato - anche nelle parole di autorevoli esponenti del centrodestra - di modificare i rapporti di forza elettorali che vi sono in questo momento nel paese.
Il centrodestra, anziché misurarsi sul terreno delle proposte politiche economiche, sociali, e anche istituzionali, per la prossima legislatura tenta la scorciatoia di una «legge truffa» che modifica la qualità e la quantità della rappresentanza parlamentare nel nostro paese.
Credo che non potrà non esserci un'azione da parte dell'opposizione, tesa ad affermare, con ogni mezzo politico e parlamentare, questo tentativo di «legge truffa». Lo dico con chiarezza: non può non esserci una reazione da parte di chi (forze politiche come i Verdi), all'interno della coalizione dell'Unione, difenderà con determinazione e con forza il diritto alla propria presenza in Parlamento e il diritto alla propria presenza autonoma all'interno della coalizione del centrosinistra, e dell'Unione, senza accettare la ghigliottina che il centrodestra vorrebbe introdurre (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Unione e Misto-Comunisti italiani).
Mi auguro che il Presidente della Camera, cui in questi quattro anni abbiamo riconosciuto una gestione attenta dei diritti, anche delle minoranze, in questo Parlamento torni nel suo ruolo istituzionale di Presidente della Camera, abbandonato con troppa facilità nel momento in cui la questione della legge elettorale è diventata elemento di scontro all'interno del centrodestra e nell'ambito dei rapporti fra la forze politiche che compongono la coalizione di maggioranza.
Credo non vi sia altra strada se non quella di ritirare il provvedimento, l'emendamento, e di assumere un impegno politico - questo sì - da sottoporre alla verifica anche delle prossime elezioni: porre all'ordine
del giorno della prossima legislatura il confronto su un'eventuale modifica della legge elettorale.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Cento.
PIER PAOLO CENTO. Sia chiaro che questo non è possibile - e non consentiremo di farlo - in questa legislatura, in queste condizioni politiche e con questa «legge truffa» che ci viene proposta (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Unione e della Margherita, DL-L'Ulivo)!
UGO INTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
UGO INTINI. Le mie saranno poche parole, signor Presidente, perché non voglio entrare nel merito della riforma elettorale, ma soltanto segnalare poche questioni di principio. Abbiamo a lungo lamentato le leggi ad personam: questa è una legge ad personas, perché cerca di risolvere il problema dei gruppi dirigenti del centrodestra, quello di farsi rieleggere.
Il centrodestra inchioda e blocca il Parlamento su una questione che non dovrebbe essere sollevata in questo momento, mentre l'opinione pubblica si preoccupa di ben altro, e cioè della crisi economica che la maggioranza non riesce più a nascondere.
Le leggi elettorali si possono cambiare a fine legislatura, certo. Ma se tutti sono d'accordo. Così si è fatto nel 1993, con la «legge Mattarella». Non si possono cambiare con un colpo di mano della maggioranza. Questa legge ad personas è grave in quanto tale, ma è grave anche perché apre una sorta di supermercato istituzionale, nel quale ciascun pezzo della maggioranza prende e si porta a casa qualche cosa.
La Lega Nord si porta a casa la devolution e il federalismo, ovvero lo spezzettamento della Repubblica in venti repubbliche conflittuali tra di loro e ipercostose. L'UDC e altri si portano a casa un altro pezzo, e cioè il voto proporzionale. Questo è un voto di scambio a spese della Costituzione!
Infine, tutti i sondaggi e tutte le ultime consultazioni elettorali indicano che questa maggioranza parlamentare non è più tale nel paese. Una maggioranza che non è tale nel paese, e pretende di cambiare la Costituzione e le regole del gioco: questo non si è visto mai! Non si è visto assolutamente mai in nessuna democrazia occidentale! Qualcuno avanzi un esempio di un paese occidentale, un normale paese democratico che cambia le regole elettorali alla vigilia del voto. Già l'Italia ha molti motivi di discredito e di ridicolo in campo internazionale, cerchiamo, quindi, di non aggiungere anche questo.
Mai un normale paese democratico occidentale ha cambiato le regole della partita mentre la partita è ancora in corso per volontà di fazione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-SDI-Unità Socialista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non entrerò nel merito del maxiemendamento presentato alla proposta di legge di modifica del sistema elettorale, perché se lo facessi legittimerei quella proposta e quell'emendamento.
L'onorevole Tabacci diceva poc'anzi che le riforme del sistema elettorale vanno fatte in coda alla legislatura. È vero, in coda, ma non negli ultimi giorni della legislatura! Abbiamo pochissime sedute ancora da consumare; siamo agli sgoccioli della legislatura, e lo siamo dopo una serie di consultazioni elettorali che hanno visto il centrodestra perdere consensi nel paese. Perdere cioè quella maggioranza di cui si è vantato negli anni precedenti.
Una legge elettorale che abbia tutte le caratteristiche di una normativa che rispetti il dettato costituzionale, che rispetti
la democrazia e il Parlamento, è una legge elettorale che viene presentata in Parlamento e discussa nei tempi normali, non negli ultimi giorni di legislatura. In tempi cioè che consentono di trovare eventuali intese, di trovare, tra i due schieramenti, la possibilità di condividere, nel modo più largo possibile, quel provvedimento.
Quello presentato è un emendamento che certamente non favorisce né la democrazia né una rappresentanza parlamentare diffusa del popolo italiano. Si tratta di un emendamento che tenta solamente di barare, che tenta solamente di parare con artifici legislativi una maggioranza che il centrodestra non ha più nel paese, che tenta così di vincere pur sapendo di dover perdere le prossime elezioni politiche.
Quella di bloccare il Parlamento - di fronte alla presentazione da parte vostra di quel provvedimento e quell'emendamento - è una decisione gravissima che i gruppi parlamentari del centrosinistra sono costretti a prendere perché il problema non consiste più nella modifica della legge elettorale, ma in questioni di democrazia vera del paese. Con quel provvedimento, che voi vi accingete eventualmente ad approvare qui alla Camera, viene messa in discussione la democrazia e il sistema democratico di questo paese. L'ostruzionismo nasce da questo, dalla necessità cioè di difendere il sistema democratico nato dalla resistenza. Un sistema democratico che, in questo paese, ha retto, negli ultimi sessant'anni, a prove e ad attacchi grandissimi, e che ha saputo anche respingere i tentativi di infiltrazioni terroristiche e di colpo di Stato.
Parlo di un sistema elettorale che ci ha dato Governi che sono riusciti...
PRESIDENTE. Onorevole Sgobio...
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. ...a far progredire il nostro paese.
Ecco perché noi siamo contro la discussione affrettata di una modifica sostanziale al sistema elettorale. Non siamo contrari soltanto per un problema di «cassetta», ma perché qui, in questo momento, il Parlamento italiano è chiamato a difendere i valori democratici del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
FRANCESCO GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, onorevole Giordano, anche lei per tre minuti.
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, noi siamo radicalmente contrari ad un progetto di modifica della legge elettorale.
Discutendone pacatamente, vorrei dire all'onorevole Tabacci, del cui intervento mi hanno riferito, che non c'entra il tempo, che non c'entra il periodo in cui discutiamo il progetto di legge elettorale. Una legge elettorale, com'è ovvio e naturale, si può approvare a fine legislatura: si può se si tratta di una legge condivisa che nasce da un desiderio collettivo, dalla costruzione democratica, da un dibattito che sta nel paese e che, per questa via, trova un suo sbocco nella sede istituzionale.
Credo che vi sia bisogno di discutere della legge elettorale, ma che non vi sia bisogno di farlo adesso, dentro lo schema che ci viene proposto. Provo a spiegarmi, se ha la pazienza di ascoltarmi, onorevole Tabacci.
La verità è che l'ipotesi di legge elettorale in questione nasce con un duplice obiettivo: il primo è quello di tentare di ridurre i danni derivanti da un giudizio politico generale che il paese ha già espresso sul Governo di centrodestra; il secondo è quello di ridurre i conflitti che drasticamente si stanno producendo all'interno della Casa delle libertà.
Onorevole Tabacci, signori colleghi, non si fa una legge elettorale sapendo che bisogna trovare ogni mezzo per evitare una sconfitta! Non si fa una legge elettorale in virtù del fatto che vi è un conflitto all'interno della Casa delle libertà (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)! Una
legge elettorale nasce da un altro spirito: nasce da una discussione sulle forme di rappresentanza; nasce dal desiderio di ricostruire un circuito positivo tra società politica ed istituzioni.
Noi vogliamo discutere della legge elettorale e vogliamo farlo - in maniera argomentata - nella prossima legislatura. Non c'è qui un conflitto tra proporzionalisti e maggioritari: io sono perché si discuta seriamente della crisi del sistema dell'alternanza e sulle modalità di questo maggioritario, ma senza inquinare la discussione inserendo interessi privati in una dimensione pubblica. Questo è un punto per noi dirimente; ed è per questa ragione che non daremo mai una ciambella di salvataggio ad un Governo che tratta di cose serie inseguendo logiche private (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!
PRESIDENTE. Grazie, onorevoli colleghi. Mi sembrava giusto e doveroso ascoltare la voce dei rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari su questo tema.
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