Allegato A
Seduta n. 648 del 30/6/2005


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(Sezione 4 - Presunta esistenza di un accordo, firmato dall'ENI, per lo sfruttamento dei giacimenti pettroliferi nella zona di Nassiriya)

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri degli affari esteri e delle attività produttive, per sapere - premesso che:
la partecipazione alla coalizione dei willings in Iraq da parte dell'Italia è sempre stata giustificata come dettata da motivi umanitari e di peace keeping;
da un'inchiesta estremamente dettagliata del giornalista di Rai News Sigfrido Ranucci, andata in onda venerdì 13 maggio 2005 su Rai Tre, si apprende che esisterebbe un dossier del Ministro delle attività produttive del 21 febbraio 2003, dal quale risulta che, circa un mese prima che Bush dichiarasse guerra a Saddam, la zona di Nassiriya era già stata individuata come luogo di intervento delle truppe italiane, al fine di sfruttare i giacimenti di petrolio presenti: «non ci si dovrebbe lasciar scappare questa grande occasione» sarebbe l'espressione usata esplicitamente in detto dossier;
tale documento chiarisce una volta per tutte la reale natura della missione italiana in Iraq da sempre negata dal Governo. Il 14-15 aprile del 2003 l'allora Ministro degli affari esteri Frattini dichiarò: «quella dell'Iraq è una missione che ha scopo emergenziale e umanitario»;
a parere degli interpellanti, l'affermazione del Ministro Frattini appare del tutto incongrua se confrontata con le dichiarazioni di un ex dirigente dell'Eni, intervistato dal giornalista, che riferisce degli impegni presi da questo ente in merito al giacimento di petrolio di Nassiriya, risalenti al 1996, e delle tipologie di contratto molto vantaggiose;
lo stesso autore del dossier conferma che il Ministro delle attività produttive lo avrebbe commissionato ben sei mesi prima dell'inizio della guerra;
sempre nella succitata inchiesta giornalistica viene ricordato:
a) un documento del Foreign suitors for Iraqi oilfield contracts del 5 maggio 2001, ben prima dell'attentato alle torri, classificato con il numero 35AS0713, che fa parte del rapporto Cheney del 2001 sull'energia ordinato da Bush appena dopo il suo insediamento. Nel documento si legge di un accordo firmato nel 1997 tra l'Eni, la compagnia spagnola Repsol e


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Saddam per lo sfruttamento del giacimento di petrolio di Nassiriya;
b) il rapporto del Royal institute degli affari internazionali presentato al Rome energy meeting di giovedì 27 marzo 2003, a pochi giorni dall'avvenuto inizio della guerra, nel quale si legge che le riserve probabili in Iraq sono circa di 130 miliardi di barili: cosa che pone il Paese al terzo posto dopo Arabia Saudita e Russia. Una ricchezza dalla quale sembrano escluse per ora, si legge, le grandi compagnie angloamericane e che vede, invece, meglio piazzate le franco-belga. Nel rapporto si legge anche che l'Eni è in trattativa, con la compagnia spagnola Repsol, per il giacimento in Nassiriya;
c) il rapporto Oil, gas, wind and money, presentato a Madrid il 27 giugno 2003, conferma compagnie, contratti e cifre, riguardanti lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi iracheni;
nell'intervista viene sentito anche Claudio Gatti (corrispondente de Il Sole 24 ore a New York), che nei giorni dell'attacco alla postazione della missione italiana a Nassiriya riferì in un suo articolo, citando fonti americane della Cia e dell'Autorità di coalizione provvisoria in Iraq, che l'attentato di Nassiriya era una segnale diretto a colpire non tanto i militari italiani, quanto gli interessi petroliferi del nostro Paese: un efferato avvertimento teso ad allontanare l'Eni, cioè l'operatore economico italiano nella zona;
a seguito della guerra lo Stato iracheno è stato dissolto per debellazione e i suoi dirigenti politici e militari destituiti e fatti prigionieri dalle potenze occupanti: all'estinzione della sovranità statale precedente alla guerra ha fatto da contraltare l'esercizio di una sovranità provvisoria da parte delle potenze occupanti nel contesto giuridico della IV Convenzione di Ginevra del 1949, fino a quando l'occupazione non ha avuto almeno formalmente termine in virtù della risoluzione 1546 dell'8 giugno 2004, che ha dichiarato sovrano il Governo ad interim a cui le autorità d'occupazione hanno formalmente ceduto i poteri in data 20 giugno 2004;
durante il periodo di occupazione militare l'autorità di occupazione non poteva compiere atti di disposizione delle risorse naturali del popolo iracheno, poiché ciò avrebbe pregiudicato il diritto all'autodeterminazione, che comprende anche il diritto a disporre delle proprie risorse naturali, nel caso iracheno enormi quantità di giacimenti petroliferi -:
se il contesto delineato dall'inchiesta di Rai News corrisponda al vero e quali informazioni il Governo intenda fornire al Parlamento;
se tale contesto non costituisca una patente negazione delle ragioni addotte fin qui dallo stesso Governo in merito alla presenza del contingente italiano a Nassiriya e, al contempo, non sia gravemente lesivo dei principi della nostra Costituzione e del diritto internazionale;
quali siano gli interessi italiani in quell'area, con particolare riferimento allo sfruttamento petrolifero della zona sottoposta alla giurisdizione di militari italiani, e se la realizzazione di tali interessi sia oggi alla base delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi, e del Ministro degli affari esteri in merito ad un eventuale ritiro della missione italiana entro i primi mesi del 2006;
se nel periodo di occupazione il Governo abbia stipulato contratti o altre intese di natura economica e commerciali e, qualora ciò si sia verificato, quali siano.
(2-01593)
«Deiana, Pisa, Leoni, Tocci, Giulietti, Maurandi, Mazzarello, Galeazzi, Buffo, Cialente, Marcora, Russo Spena, Alfonso Gianni, Labate, Magnolfi, Martella, Cazzaro, Abbondanzieri, Zanotti, Sasso, Grandi, Fumagalli, Amici, Sabattini, Folena, Sgobio, Bellillo, Sciacca, Cima, Cento, Bulgarelli, Maura Cossutta, Pistone».
(21 giugno 2005)