![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanni Bianchi, al quale ricordo che il tempo a sua disposizione è esaurito: le concedo, onorevole Giovanni Bianchi, un tempo «simbolico»... Non ne preciso la durata, introduciamo una nuova categoria!
GIOVANNI BIANCHI. La teoria della relatività al confronto è accessibilissima! La ringrazio, signor Presidente.
Il nostro voto, a questo punto, è convintamente favorevole, perché crediamo che la reintroduzione del Protocollo relativo ai trasporti abbia messo l'intero provvedimento sulla strada giusta. Da questo punto di vista, mi limito a un'osservazione in termini dialogici con il collega Parolo: ritengo che il Protocollo sottoscritto a Lucerna nel 2000 faccia salva, nella traduzione italiana, la possibilità di costruire strade intervallive in ogni singolo Stato. Mi era sembrato che si proponesse una sorta di politica dei due tempi: dapprima interveniamo sul nostro sistema, quindi dialoghiamo con i paesi frontalieri. Tale aspetto mi pare sia salvaguardato, in particolare nella traduzione italiana del Protocollo (l'originale è redatto in tedesco). Si tratta di un ulteriore elemento per andare nella direzione a favore della quale il Parlamento si è espresso.
Osservo inoltre che la polarizzazione del dibattito sulla questione dei trasporti ha posto in secondo piano una serie di altre questioni che riguardano le Alpi come ecosistema nell'ambito di un sistema globalizzato; in particolare, il fatto che i problemi di insediamento e di sviluppo economico debbono essere esaminati in termini di compatibilità con la tutela ambientale, non soltanto riducendo le emissioni ma - si fa osservare - facendo in modo che le tecniche agricole rispettino il suolo e salvaguardino la qualità delle acque dei sistemi idrici.
Mi pare che su questo punto vi siano due elementi da sottolineare: il primo riguarda il problema delle acque. Abbiamo svolto una serie di audizioni molto importanti in sede di Commissione esteri e si è colto un orientamento nuovo da questo punto di vista, che prende le distanze, ad esempio, dalle dighe, un orientamento prevalente in questa fase negli Stati Uniti, dove sono state già smantellate sette grandi dighe, perché danno acque «morte». Sapendo, quindi, come spesso le imprese italiane abbiano lavorato in termini addirittura di autofinanziamento ponendo proprio i bacini idroelettrici, ritengo che si tratti di un elemento intorno al quale riflettere e, in particolare, lavorare.
Il secondo elemento riguarda l'energia, collegato in modo evidente all'altro; in una fase in cui si è addirittura riaperta la diatriba intorno al nucleare, ritengo che sul problema energetico un discorso vada fatto, da una parte sulle acque, e dall'altra, e ciò concerne più l'aspetto ecologico, sulle biomasse presenti nei boschi e sulla possibilità non solo di produrre - evidentemente non in quantità enormi - energia rinnovabile (trattandosi pur sempre di una delle fonti), ma anche di prevenire gli incendi, che sono una delle piaghe non soltanto del sistema alpino ma in generale di questo paese.
PRESIDENTE. Onorevole...
GIOVANNI BIANCHI. Mi sembrano elementi che non debbano essere sottaciuti e che, insieme al tema dei trasporti, esprimono la peculiarità del sistema alpino non soltanto in termini transfrontalieri ma anche in termini complessivi all'interno di una logica di globalizzazione.
Sono queste le ragioni che ci spingono a votare - lo ripeto - convintamente questo provvedimento, affinché il Governo, finalmente, riprenda la strada giusta o, meglio, non continui a muoversi su una strada sbagliata.
PRESIDENTE. Abbiamo stabilito che il tempo a disposizione per l'intervento «simbolico» sia di quattro minuti e 30 secondi...!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.
Ricordo anche a lei, onorevole Cima, che ha lo stesso tempo «simbolico» a disposizione.
LAURA CIMA. Signor Presidente, la ringrazio ma non so neanche se li utilizzerò tutti.
Chi più dei Verdi può essere favorevole a votare la ratifica e l'esecuzione di questi nuovi Protocolli, tutti fortemente ambientalisti, che tengono conto della fragilità dell'ecosistema delle Alpi e che, quindi, sono molto puntuali (anche se la Convenzione data ormai quattordici anni) nell'affermare ciò che occorre praticare per salvare l'ecosistema?
Il Protocollo dei trasporti, che la Camera ha, giustamente, reinserito, ribaltando l'errore di percorso effettuato dal Senato, ha messo in rilievo in tal modo la coerenza non solo della stessa Camera ma di tutto il Parlamento, ridando dignità al Governo, che l'aveva persa in Baviera, nel novembre scorso, durante l'ottava Conferenza delle regioni dell'arco alpino, fallita sostanzialmente perché gli altri Paesi avevano accusato l'Italia di aver tradito un negoziato molto lungo e molto complesso come quello.
In questa prospettiva credo che le dichiarazioni, forse un po' affrettate, fatte dal Governo saranno sicuramente riviste, come d'altra parte l'indicazione di voto favorevole sull'emendamento della Commissione bilancio all'articolo 1 fa ben sperare, e mi auguro proprio che, libero il Governo di valutare l'eventuale messa in discussione di tutti gli accordi che crede, almeno non perda la faccia e consenta la conclusione dell'iter di questa ratifica al Senato il più presto possibile, senza - come dicevo prima - provocare quella che sarebbe una telenovela senza fine, che ci porrebbe in grave difficoltà, come già è successo, nei confronti degli altri paesi.
Credo che il Protocollo nell'ambito dei trasporti sia fondamentale: ci siamo battuti in modo molto serrato proprio per far sì che si rimediasse all'errore in cui si è incorsi al Senato. La fragilità delle Alpi non permette altri valichi (che, peraltro, nessuno dei paesi confinanti vuole) ed il Protocollo in parola, come sapete, mira al potenziamento del servizio di trasporto su rotaie, che da sempre costituisce il grande obiettivo dei Verdi.
Anche per quanto riguarda l'energia, riteniamo che il relativo Protocollo sia fondamentale in quanto si valuta molto seriamente il risparmio energetico e si cerca di favorire l'energia rinnovabile. Ciò assume maggiore rilievo in questi tempi in cui, in modo irresponsabile e propagandistico, il premier torna a parlare dell'introduzione del nucleare, che un referendum aveva totalmente bocciato. Il Protocollo in materia di energia dimostra che il cuore dell'Europa - sono sette i paesi che hanno ratificato la Convenzione - è attento, invece, alla prospettiva energetica del futuro. Quindi, anche da questo punto di vista, noi siamo assolutamente soddisfatti di ciò che il Protocollo in materia di energia propone.
Analogo discorso vale per gli altri Protocolli (sui quali non mi soffermo per non superare, signor Presidente, il tempo che lei mi ha gentilmente concesso), pure di fondamentale importanza.
Nel ringraziare tutti i colleghi della Camera, i quali hanno voluto ridare dignità al disegno di legge di ratifica della Convenzione, reintegrandone il contenuto, annuncio, con molta convinzione, il voto favorevole dei Verdi.
PRESIDENTE. Ha chiesto per di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo Spena. Ne ha facoltà.
GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor Presidente, nel preannunciare il voto favorevole dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista, mi astengo dall'articolarne le motivazioni poiché l'abbiamo già fatto nei nostri precedenti interventi.
Desidero soltanto rimarcare che il reinserimento nel provvedimento del Protocollo in materia di trasporti - che era stato stralciato dal Governo, con un atto politico grave ed anche di ispirazione protezionistica, in quanto precludeva ogni
azione di cooperazione con gli altri paesi a livello internazionale - restituisce completezza ed equilibrio ad una Convenzione che è molto importante tanto dal punto di vista della salvaguardia dell'ecosistema quanto da quello della mobilità delle persone e delle merci.
Il tema dei trasporti è molto rilevante non soltanto sotto il profilo dell'inquinamento, com'è stato ampiamente detto, ma anche perché coinvolge lo sviluppo del sistema ferroviario complessivo, anche nelle sue reti infrastrutturali (si pensi alla linea, così drammaticamente insicura, Bologna-Verona, ma anche ai corridoi mitteleuropei ovvero al sistema del cabotaggio).
Speriamo che il Governo non voglia riproporre al Senato uno stralcio del Protocollo in materia di trasporti: tale scelta sarebbe politicamente sbagliata e dannosa e mutilerebbe pesantemente la Convenzione. Con questo auspicio e con questa forte determinazione, dichiaro che il voto dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parolo. Ne ha facoltà.
UGO PAROLO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana, che - tengo a precisarlo subito - è un voto favorevole condizionato al mantenimento dell'impegno qui assunto dal rappresentante del Governo.
Il nostro voto espresso, in prima lettura alla Camera, sulla ratifica e l'esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi non era contrario alla Convenzione ed il nostro comportamento odierno lo dimostra.
Da sempre, siamo favorevoli alla tutela ambientale e alla promozione dello sviluppo delle Alpi, se non altro perché le rappresentiamo. Noi, a differenza di tanti altri colleghi intervenuti oggi (lo dico con tutto rispetto) abitiamo in quelle zone; loro, invece, le Alpi le frequentano solo qualche settimana all'anno per motivi di turismo o di vacanza.
La nostra forza politica è radicata nelle Alpi e conosce bene i problemi di quella gente e di quei territori. Figuriamoci se una forza politica come la Lega Nord può non essere favorevole alla tutela dell'ambiente alpino e alla promozione equilibrata dello sviluppo in questo contesto!
In prima lettura abbiamo espresso un voto contrario su questo provvedimento, perché riteniamo il Protocollo dei trasporti pregiudizievole agli interessi della nostra comunità. Oggi, siamo di fronte ad un impegno preciso assunto dal Governo per lo stralcio al Senato del Protocollo dei trasporti. È evidente, dunque, che, nell'ambito di una condivisione generale della Convenzione sulla protezione delle Alpi, il nostro voto non può che essere favorevole alle condizioni che ho già ricordato (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calzolaio. Ne ha facoltà.
VALERIO CALZOLAIO. Signor Presidente, il gruppo dei Democratici di sinistra esprimerà un voto favorevole sul disegno di legge di ratifica del nove Protocolli attuativi della Convenzione per la protezione delle Alpi.
Si tratta di un voto per la ratifica di un negoziato portato avanti per anni da vari Governi. Non è una legge ordinaria. È un disegno di legge di ratifica di un negoziato che il Governo, per conto del nostro paese, attua su determinate materie. La Camera prende o lascia. Non ci sono voti condizionati né impegni ad attuare determinati stralci. La Camera decide se il Governo può ratificare o meno e la Camera oggi stabilisce che il Governo può ratificare tutte e nove i Protocolli.
Ovviamente, in questi quattro anni i paesi con i quali abbiamo negoziato e trovato un punto di accordo guardano all'attività parlamentare per capire se il lavoro del Governo sia stato apprezzato.
Pensate all'opinione pubblica di Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e Germania che hanno seguito il lavoro parlamentare del Governo in questi quattro anni. Il Governo Berlusconi, con un certo ritardo, ha chiesto al Parlamento la ratifica di tutte e nove i Protocolli; ovviamente, questi paesi, che li hanno negoziati e firmati, hanno preso atto che l'Italia intendeva rispettare tali impegni. Alla votazione finale della Camera del novembre 2002 la Lega espresse un voto contrario. Il testo era identico a quello che ci accingiamo a votare oggi. La Lega - lo ripeto - nel novembre 2002 votò contro. In quell'occasione, a rappresentare il Governo furono due ministeri: il Ministero dell'ambiente ed il Ministero degli esteri, che definirono errate le argomentazioni espresse da alcuni parlamentari e sostennero che questo provvedimento non era in contraddizione con la legge obiettivo che il Parlamento aveva approvato alla fine del 2001. Lo dissero in aula, di fronte all'opinione pubblica. È un dato certo.
Poi il Governo ha cambiato idea. Pensate sempre agli altri paesi. I governi della Svizzera, dell'Austria e della Francia conclusero che il Governo aveva cambiato idea e che non intendeva più ratificare uno dei Protocolli. Quindi, hanno pensato di aver perso tre anni a causa di questo mutamento di atteggiamento. Il Senato ha stralciato uno di questi Protocolli: figura internazionale barbina, perché il Governo non lo ha detto nelle sedi internazionali. Ha semplicemente fatto in modo che il Parlamento boicottasse quel Protocollo e le cose andassero per le lunghe.
Ma torniamo alla Camera, che si accinge a votare il disegno di legge di ratifica di nove Protocolli. Non c'è un significato particolare né un impegno per il futuro. Il Governo dice che vorrebbe verificare alcuni tavoli negoziali.
Noi lo invitiamo a farlo in fretta, perché, così facendo, può presentarsi al Senato, dicendo di voler ratificare l'intero provvedimento, ma con la rinegoziazione di uno dei Protocolli. È una posizione legittima, ma non si può più portare in giro il lavoro complesso e delicato, che, da anni ed anni, funzionari dei ministeri degli esteri, dell'ambiente e dei trasporti, svolgono a livello internazionale, in base al quale l'Unione europea e la Commissione, unanimemente, hanno detto che questo Protocollo è una cosa giusta. In tutti i documenti europei, anche dei ministri delle infrastrutture, dei rappresentanti del Governo italiano indicati dal ministro Lunardi, c'è scritto che il Protocollo trasporti è utile al rafforzamento della rete infrastrutturale dell'Europa, perché è un Protocollo che sostiene, accelera tutte le tratte ferroviarie e, quindi, lo spostamento del traffico pesante nei valichi di frontiera, lo spostamento dalla gomma alla rotaia, e impone che per ogni altra infrastruttura viaria ci sia un accordo tra i vari paesi. Cosa del tutto ovvia, nel senso che, se noi vogliamo investire in un'infrastruttura viaria, dobbiamo garantirci che il paese confinante sia d'accordo con noi.
Oggi noi autorizziamo la ratifica di tutti e nove i Protocolli; il voto non prevede alcuno stralcio, ma provvede all'autorizzazione per tutti e nove i Protocolli. Ci auguriamo che adesso si faccia davvero in fretta.
Segnaliamo come la società geografica italiana, istituzione culturale di geografi di tante università, ha dedicato al tema infrastrutture l'intero rapporto annuale del 2004; essa sostiene, rispetto ai nostri Protocolli, che forse in Italia alcuni non hanno compreso appieno le conseguenze della nostra adesione alla Convenzione, che esclude nuovi attraversamenti stradali, privilegiando il trasporto su ferrovia. La società geografica italiana sostiene unanimemente (sono ovviamente docenti di vari espressioni culturali) che il Protocollo conferma le linee strategiche presenti negli orientamenti comunitari in materia, e poi entra nel merito dei contenuti positivi del Protocollo. D'altra parte, negli altri paesi confinanti, tutti si attendono questo atto da parte dell'Italia; oggi non fare in fretta la ratifica e l'attuazione della Convenzione significherebbe affossare il primo accordo multilaterale di gestione sostenibile di un'area delicata come quella delle regioni alpine; non a caso a sollecitare il Parlamento ci sono stati tanti pronunciamenti
di regioni e province di quell'area, ed anche il parere positivo della consulta delle regioni dell'arco alpino.
Ci auguriamo che il Governo ora ne tenga conto. Il gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo voterà con convinzione a favore della ratifica di questi nove Protocolli (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Verdi-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, il mio sarà un voto di astensione, pur apprezzando la volontà manifestata della maggioranza di espungere dal testo quanto deliberato ieri sera. Infatti, ieri sera la sinistra, forte dei vuoti dei banchi della maggioranza, ha reintrodotto il Protocollo dei trasporti, che chiude le vie di nuove comunicazioni verso nord, ingessando e ipotecando il futuro dell'economia delle regioni del nord. Noi stiamo patendo gravi crisi economiche in questo momento, dovute a concorrenza sleale, delocalizzazione, ma soprattutto per problemi viari. Ebbene, è giusto ricordare agli uomini di sinistra, che ieri sera si esaltavano per quello che sono riusciti a combinare, che già ora si fa fatica a spostare le nostre merci dalle regioni del nord negli altri paesi europei, perché in Austria ci sono gli ecopunti, e con gli ecopunti non si marcia. Per attraversare la Svizzera e la Germania, già adesso, ma fra qualche anno sarà ancora peggio, bisognerà sganciare i rimorchi e i semirimorchi e passare con le motrici quasi scariche. Allora io non capisco come alcuni deputati, anche del nord, presenti nelle file dei partiti di sinistra, ieri sera si siano alzati ad applaudire la morte dell'economia delle regioni del nord, che avrà come conseguenza la crisi nel centro e la fame nel sud. Mi rammarico anche per i tanti vuoti nei banchi della maggioranza, che hanno determinato una situazione, che, francamente, va davvero ad ipotecare l'economia e il futuro delle nostre regioni. Mi auguro che al Senato si rimedi all'errore clamoroso che è stato compiuto ieri sera (Applausi di deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldi. Ne ha facoltà.
MONICA STEFANIA BALDI. Signor Presidente, molto brevemente annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia. Il Protocollo in esame è estremamente datato - risale al 7 novembre 1991 - e riteniamo che debba essere un momento utile per portare avanti azioni che ci permetteranno di essere presenti in ambito internazionale con protocolli attuativi.
Quindi, concludo il mio intervento ribadendo il voto favorevole del mio gruppo di appartenenza.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
![]() |
![]() |
![]() |