La Camera,
premesso che:
il settore del trasporto stradale costituisce la fonte principale dell'inquinamento, soprattutto in corrisponde delle aree urbane;
le numerose indagini epidemiologiche, svolte da istituti nazionali ed internazionali accreditati, dimostrano l'esistenza di relazione statisticamente significativa tra i livelli di inquinamento atmosferico e i suoi effetti sulla salute (mortalità totale, tumore al polmone, mortalità infantile, ammissione ospedaliera per. problemi, respiratori e cardiovascolari, bronchite cronica negli adulti, bronchite acuta nei bambini, attacchi asmatici);
tutto il territorio italiano, ormai in maniera generalizzata, è interessato da problemi sanitari indotti dalla esposizione della popolazione all'inquinamento atmosferico prodotto prevalentemente dal traffico autoveicolare;
l'incremento del numero di veicoli alimentati a diesel ha portato ad un costante aumento di emissioni ancora più nocive, quali gli NOx (Ossidi di azoto) ed il particolato. Il traffico veicolare è responsabile di una quota valutabile al 35-45 per cento delle emissioni globali;
di fronte alla necessità di ottemperare alle normative sempre più stringenti per il contenimento delle emissioni inquinanti, i cui livelli sono indicati nelle Direttive Europee 99/30/CE e 00/69/CE e recepiti nel decreto ministeriale 2 aprile 2002 n. 60, lo Stato si torva ad adottare severi provvedimenti di limitazione al traffico (ZTL, targhe alterne, blocchi alla circolazione ed altro);
i gas prodotti dalla combustione del GPL hanno un basso contenuto sia di sostanze inquinanti che di gas serra. Inoltre il GPL è immediatamente disponibile ed in quantità consistenti, su una rete di distribuzione capillarmente diffusa su tutto il territorio italiano, a differenza di altre soluzioni tecnologicamente più «complicate», costose ed a lungo termine da utilizzare;
un recente studio condotto dal CNR. - ILA (Istituto per l'Inquinamento, atmosferico) e patrocinato dal ministero dell'ambiente e della tutela del territorio mostra come l'adozione di una politica che accresca l'impiego del GPL porti a notevoli vantaggi e benefici. Infatti, qualora si ipotizzi un incremento di auto a GPL ottenuto in tre anni mediante un numero di circa 500.000 trasformazioni di veicoli, in aggiunta al normale trend di trasformazione a GPL, si genera una considerevole riduzione delle emissioni nocive: CO meno 82,87 per cento, NOx meno 46,90 per cento, COV meno 70,41 per cento, PTS meno 39,53 per cento, Benzene meno 99,00 per cento, PM10 meno 66,09 per cento, CO2 meno 21,50 per cento;
lo studio inoltre dimostra che un incremento del parco circolante a GPL, attraverso la trasformazione/sostituzione
di circa 500.000 veicoli alimentati con carburanti tradizionali, può generare benefici ambientali e sanitari anche in termini economici valutati con un risparmio netto di circa 400 milioni di euro, al quale bisogna aggiungere eventuali risparmi addizionali (imposte dirette e IVA per l'installazione degli impianti ed extra costo sull'acquisto del veicolo, sostegno alla industria del settore gas autotrazione, tutela dei beni architettonici e culturali dei centri urbani, eccetera);
l'Italia, attualmente, è al primo posto in Europa per consumi e numero di veicoli a GPL circolanti, e detiene la leadership mondiale del settore industriale:
il tessuto produttivo nazionale è composto per la quasi totalità da piccole-medie aziende;
a grandi linee, i comparti sono tre:
a) impianti di conversione per 17.000 posti (50 di aziende di costruzione, oltre 250 aziende commerciali di distribuzione, quasi 5.000 installatori autorizzati, nonché una decina di aziende di servizio);
b) commercializzazione del carburante per più di 10.000 unità (2.500 punti vendita, operanti sia su strade ordinarie che su autostrade. circa 250 aziende di rete e 150 tra depositi primari, depositi secondari ed aziende di trasporto specializzato);
c) realizzazione delle stazioni di servizio per 1.500 unità (50 aziende produttrici e 150 per le installazioni e manutenzioni degli impianti);
possiamo quindi riassumere i «numeri» del settore Gas auto in: circa 8.000 piccole-medie aziende, quasi 30.000 addetti effettivi (escluso l'indotto);
i consumi del GPL, dal 2000 ad oggi, hanno registrato un calo di circa il 30 per cento, con un trend di diminuzione che aumenta di anno in anno. Le trasformazioni a GPL hanno subito cali ancora più considerevoli passando da circa 270.000 trasformazioni nel 2000 a meno 100.000 in questo anno. I dati totali mostrano chiaramente come il settore GPL stia registrando una congiuntura economica particolarmente grave, nonostante gli ingenti investimenti messi in campo dall'industria in termini di tecnologia e sicurezza;
tutte le politiche di incentivazione finanziaria all'acquisto o alla trasformazione sviluppate in questi anni dallo Stato e dagli enti locali, volte a ridurre la spesa iniziale, hanno incontrato una ottima risposta di mercato, anche se un intervento strutturale di riforma fiscale consentirebbe un valore aggiunto molto importante. Oggi il GPL per autotrazione è gravato da un carico fiscale molto elevato, 0.1566 euro/litro, assolutamente sproporzionato rispetto alle indicazioni dell'Unione Europea che prevede un valore di tassazione minima di 0.0688 euro/litro. In Italia il GPL autrazione ha avuto un trattamento sproporzionato rispetto alle accise sugli altri carburanti: la differenza: la differenza tra accisa in vigore in Italia e nuova accisa prevista dalla direttiva 2003/96/CE è la seguente:
a) secondo la nuova accisa prevista dalla direttiva dell'Unione Europea il costo della benzina verde è pari allo 0,3590 euro al litro o metro cubo (per il metano), mentre secondo l'accisa in vigore il costo della benzina verde è pari allo 0,5586 al litro o metro cubo, la differenza percentuale tra accisa in vigore e nuova accisa prevista dalla direttiva dell'Unione europea è del 65,60 per cento;
b) secondo la nuova accisa prevista dalla direttiva dell'Unione europea il costo del gasolio è pari allo 0,3020 euro al litro o metro cubo (per il metano), mentre secondo l'accisa in vigore il costo del gasolio è pari allo 0,4032 al litro o metro cubo, la differenza percentuale tra accisa in vigore e nuova accisa prevista dalla direttiva dell'Unione Europea è del 33,51 per cento;
c) secondo la nuova accisa prevista dalla direttiva dell'Unione europea il costo del GPL è pari allo 0,0688 euro al litro o metro cubo (per il metano), mentre
secondo l'accisa in vigore il costo della benzina verde è pari allo 0,1666 al litro o metro cubo, la differenza percentuale tra accisa in vigore e nuova accisa prevista dalla direttiva dell'Unione Europea è del 127,62 per cento;
d) secondo la nuova accisa prevista dalla direttiva dell'Unione europea il costo del metano è pari allo 0,091 euro al litro o metro cubo (per il metano), mentre secondo l'accisa in vigore il costo della benzina verde è pari allo 0,011 al litro o metro cubo, la differenza percentuale tra accisa in vigore e nuova accisa prevista dalla direttiva dell'Unione europea è meno 87,91 per cento;
ad incentivare la diffusione del GPL auto attraverso una riduzione dell'accisa che si conformi a quanto stabilito dalla Direttiva 2003/96/CE a titolo di riconoscimento delle sue qualità ambientali e sanitarie, del suo contributo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento dei combustibili nell'uso autotrazione (contro il dilagarsi di autoveicoli alimentati a gasolio) e della urgenza di rilanciare un settore che ha perso quasi completamente di competitività, la diminuzione dell'accisa rappresentando la strategia più efficace a tale scopo.
9/5310-bis-C-R/1. Raisi, Saia, Zacchera.
La Camera,
premesso che:
a fine gennaio 2005 si terranno in Valtellina i mondiali di sci alpino, che si configurano come un evento che va al di là del fatto sportivo, rappresentando una «vetrina» del nostro Paese ed in particolare della regione Lombardia;
con la legge n. 166 del 2002 (articolo 20) sono stati stanziati i fondi necessari a realizzare, anche con l'ulteriore concorso della regione, le opere infrastrutturali necessarie; tuttavia gli ingenti costi organizzativi e funzionali connessi alla manifestazione, che ammontano complessivamente a 46 milioni di euro sono stati coperti per soli 26 milioni grazie ai proventi derivanti dalla concessione di diritti televisivi e di sponsorizzazione, nonché grazie ad una disposizione della Finanziaria per il 2004 e ad un ulteriore intervento della regione Lombardia;
va riconosciuto il meritorio apporto di soggetti privati costituitisi in apposito organismo senza fini di lucro, che, sulla base di una convenzione con la regione, hanno reso possibile reperire ulteriori risorse non gravanti sulle casse pubbliche; tali soggetti hanno richiesto, quale supporto alla migliore riuscita dell'evento, il riconoscimento di ente non commerciale ai fini fiscali, ottenendo un parziale riconoscimento ed un atteggiamento possibilista da parte dell'Agenzia delle entrate della Lombardia;
in relazione ai 20 milioni di euro ulteriormente necessari la Camera ha avviato la discussione del relativo provvedimento, che non si è riusciti per tempo a tradurre in legge, nonostante l'accordo tra maggioranza e opposizione; è evidente che l'ammanco indicato si rifletterebbe negativamente sulla gestione dell'evento ed in definitiva sull'«immagine Italia»;
ad individuare in tempi rapidi le risorse necessarie alla copertura dei costi organizzativi e funzionali connessi alla manifestazione «Mondiali di sci Valtellina 2005», valutati in 15 milioni di euro per il 2005 e a 5 milioni di euro per il 2006, riconoscendo in via definitiva ai soggetti privati senza scopo di lucro operanti in regime convenzionale con la regione in relazione all'evento, la natura di ente non commerciale ai fini dell'imposizione diretta ed indiretta, anche in relazione all'attività delle società strettamente strumentali da essi posti in essere.
9/5310-bis-C-R/2. Arnoldi, Osvaldo Napoli, Scherini.
La Camera,
considerato che:
negli incontri tra la delegazione italiana e le autorità Pakistane in occasione della celebrazione del «Giubileo del K2» è emersa l'opportunità di valorizzare al massimo i sinergismi della reciprocacollaborazione, nel quadro del «partenariato internazionale» promosso dalle Nazioni unite;
in tale ambito le dichiarazioni d'intenti conclusive prevedono di rafforzare i legami con il Paese ospite tramite una serie di impegni di cooperazione, che si sostanziano in un pacchetto coerente di iniziative destinate al supporto per l'attivazione del Parco nazionale del Karakorum centrale;
per l'esperienza positivamente maturata in un'area di alta criticità è opportuno rafforzare l'ente di riferimento che ha storicamente operato il coordinamento della maggior parte dei programmi nell'area (il Comitato Ev-K2-CNR) con la messa a disposizione di risorse dedicate. Per lo svolgimento dei suoi compuiti il Comitato si avvarrà della collaborazione della Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri;
a finalizzare per gli anni 2005, 2006 e 2007 una quota non minore di 1.350.000 euro in ragione d'anno, dello stanziamento previsto in tabella C per il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (decreto legislativo n. 204 del 1998 - U.P.B. 4.2.3.4 cap. 7236), rubrica del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica) per l'assegnazione di un contributo straordinario al Comitato Ev-K2-CNR, da erogarsi attraverso il CNR, destinato alla prosecuzione dei progetti bi-multilaterali di ricerca e cooperazione culturale e tecnica, per lo sviluppo socio-economi o e la valorizzazione ambientale.
9/5310-bis-C-R/3. Osvaldo Napoli, Arnoldi, Scherini.
La Camera,
premesso che:
circa 800 scuole elementari cattoliche parificate, riconosciute tali in base ad una convenzione sottoscritta con il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica, ricevono per il loro finanziamento un contributo a valere sull'U.P.B. 2.1.5.5. dello stato di previsione del ministero medesimo;
l'entità del contributo, pari a 19.367 euro per classe è rimasto invariato dal 1o settembre 2000, rendendo vano l'obiettivo di coprire per intero le spese annue per il normale funzionamento della scuola; va ricordato che la convenzione citata prevede la totale gratuità per l'accesso degli alunni alle attività curricolari equiparando le parificate alle statali;
tuttavia il cammino legislativo per il pieno riconoscimento della parità scolastica appare incerto, mentre la limitata predisposizione di risorse insufficienti rischia non solo di annullare l'obiettivo della totale equiparazione tra scuola pubblica e privata presente in quasi tutti gli stati della Comunità europea, bensì di privare la realtà scolastica italiana dell'arricchimento culturale che le deriva dalla presenza delle suddette scuole; per questo motivo le scuole parificate cattoliche vivono una crescente difficoltà gestionale con conseguenti chiusure di attività scolastiche;
La Camera,
premesso che:
l'urgenza con le quali si manifestano le problematiche relative al rafforzamento
e ammodernamento dei settore dell'energia, quale infrastruttura primaria del Paese, rappresenta una imprescindibile scelta per il rilancio dello sviluppo;
la Agenzia Internazionale per l'Energia prevede che i paesi in via di sviluppo assorbiranno nei prossimi anni i due terzi dell'aumento della domanda mondiale di energia ed arriveranno a rappresentare nel 2030 la metà dei consumi globali in conseguenza della rapida crescita economica e demografica;
conseguentemente la flessibilità della domanda e dell'offerta di greggio tenderà a diminuire drasticamente ed, in assenza di sostituti sostenibili, l'utilizzo del petrolio si concentrerà sempre di più nel settore dei trasporti;
la crescita del prezzo del petrolio, cui la quotazione del gas è comunque interconnessa, presenta pertanto caratteristiche tendenzialmente strutturali e il nostro paese, il cui sistema elettrico è basato sostanzialmente sul mix olio-gas, risulta il più esposto alle instabilità ed alle trasformazioni in atto a livello mondiale;
anche l'entrata in funzione delle nuove centrali, prevalentemente a ciclo combinato, non frena la tendenza ad una dipendenza dagli idrocarburi ancora maggiore rendendo drammatica la necessità e l'urgenza di forti investimenti per diversificare le fonti e sviluppare la generazione di energia elettrica tramite l'utilizzo di fonti rinnovabili;
la piena attuazione delle direttive comunitarie e l'integrazione nel sistema europeo impongono politiche dirette a coniugare la liberalizzazione del settore con gli obiettivi di sicurezza degli approvvigionamenti e di salvaguardia dell'ambiente;
al momento il processo di liberalizzazione, in assenza di efficaci strumenti di governo delle politiche energetiche e di adeguati interventi di promozione e di supporto tecnico agli investimenti innovativi, incontra difficoltà in termini di apertura del mercato e di crescita di nuovi operatori la cui mancata operatività sul mercato favorisce la permanenza degli attori mono-oligopolistici;
risulta in conseguenza irrealistica la previsione di una tendenza spontanea al contenimento dei costi ed ad una crescita dei livelli di sicurezza e di qualità dei servizi che venga generata dal solo sviluppo della concorrenza;
si tratta di garantire l'azione efficace dello Stato nell'esercizio della proprietà e della gestione delle reti di trasmissione e distribuzione nonché la regolazione del mercato da parte di autorità indipendenti, quali condizioni senza di cui prevarrebbero i patti di tipo oligopolistico sull'insieme delle attività elettriche;
per il paese è comunque indispensabile evitare che le strategie comunitarie in campo energetico e gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali sulle emissioni comportino vincoli ed oneri penalizzanti imprese e servizi, in assenza di chiari indirizzi di governo del sistema, al fine di trasformare invece occasione di sviluppo e di presenza attiva in sede comunitaria ed internazionale le risposte di politica economica ed industriale in campo energetico, garantendo che le eventuali privatizzazioni delle società di servizio pubblico siano esclusivamente finalizzate ad abbattere il debito pubblico;
tutto ciò è possibile solo se si attiva il forte potenziale di sinergie fra liberalizzazione del settore, diversificazione delle fonti e sviluppo delle rinnovabili;
l'attivazione di tali sinergie comporta sia azioni immediate che interventi di lungo periodo per promuovere sviluppo di nuove tecnologie e forte innovazione di sistema orientata, verso l'ottimizzazione del rapporto fra strategie e specificità settoriali e locali anche con forti investimenti sulle reti e le infrastrutture;
si rende quindi indispensabile a tal fine un rafforzamento della governance istituzionale per assicurare ruolo adeguato e maggiore incisività alla responsabilità pubblica nella programmazione in campo energetico finalizzata a:
a) garantire la corretta priorità degli interessi generali sia in termini di diversificazione delle fonti che di bilanciamento territoriale dei siti produttivi e delle reti;
b) superare le attuali problematiche della localizzazione di impianti ed infrastrutture energetiche rese oggi più complesse da processi decisionali di fatto delegati al singolo imprenditore e basati su convenienze contingenti;
risulta altresì necessario il rafforzamento di tecnostrutture e competenze per:
a) garantire i collegamenti internazionali nella Ricerca e Sviluppo nucleare;
b) tenere aperte le opzioni di sistema del carbone pulito e del vettore idrogeno;
c) attuare programmi di studio, sviluppo e dimostrazione di filiere tecnologiche nel campo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza dei cicli produttivi e dei servizi;
d) sviluppare competenze e capacità progettuali e rendere disponibili strumenti normativi e infrastrutture per l'armonizzazione fra obiettivi generali e politiche di sviluppo;
e) integrare ed ottimizzare in funzione delle specificità a livello territoriale gli interventi su attività produttive, servizi ed infrastrutture;
f) sostenere lo sviluppo sinergico di tecnologie avanzate, autoproduzione, microgenerazione, cogenerazione, chiusura dei cicli produttivi e fonti rinnovabili, promuovendo nuovi modelli di impresa, focalizzata sull'offerta di servizi, complementari ed integrati con la tradizionale industria energetica;
a creare, in tema di energia, specifiche istanze istituzionali di concertazione e codeterminazione nonché attivare funzioni di agenzia per garantire adeguati supporti tecnico-scientifici alla pianificazione strategica e territoriale, alle politiche industriali e tecnologiche, alla ottimizzazione di reti ed infrastrutture ed alla evoluzione della normativa;
a sostenere un forte sviluppo degli investimenti nell'innovazione in campo energetico destinando consistenti risorse finanziarie al rafforzamento e riorganizzazione delle competenze, puntando sulla «ricerca e sviluppo di sistema» e tecnologica;
a razionalizzare l'utilizzo dei finanziamenti relativi a ricerca e innovazione nel settore energetico-ambientale, integrando le diverse forme di intervento e le attività delle istituzioni pubbliche e degli operatori privati e delle strutture di ricerca all'interno di grandi progetti strategici, coerenti e coordinati con le politiche comunitarie europee;
a recuperare e rilanciare il ruolo dell'ENEA nella strutturazione delle competenze di sistema e nel collegamento fra ricerca e progetti di intervento strutturali in tema di energia e ambiente;
a riorganizzare e riorientare il sistema di incentivi per la diversificazione delle fonti e lo sviluppo delle rinnovabili dando priorità a:
a) progetti tendenzialmente economicamente sostenibili ed in grado di determinare il superamento di ritardi tecnologici;
b) iniziative volte a promuovere sviluppo di nuova imprenditoria ed occupazione;.
c) iniziative volte a rimuovere vincoli ed inerzie socio-culturali che si oppongono
a una equilibrata gestione della risposta alla crescente domanda di consumo energetico che proviene dall'impresa e dalle famiglie e che richiede moderazione dei costi, qualità del servizio, collaborazione tra i livelli istitutzionali e forte sostegno all'innovazione.
9/5310-bis-C-R/5. Quartiani, Nieddu, Tocci, Cialente, Martella, Gambini, Boiardi, Cazzaro, Lulli, Nigra, Rugghia, Tedeschi.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 32/1992 reca: «disposizioni in ordine alla ricostruzione nei territori di cui al testo unico delle leggi per gli interventi nei territori della Campania, Basilicata, Puglia e Calabria colpiti dagli eventi sismici del novembre 1980, del febbraio 1981 e del marzo 1982, approvato con decreto legislativo 30 marzo 1990, n. 76»;
la legge finanziaria 2005 stanzia rate di mutuo da contrarre da parte delle regioni Basilicata e Campania per la prosecuzione degli interventi di cui alla suddetta legge 32/92, da ripartire tra i comuni interessati da parte del CIPE su proposta del Ministro delle infrastrutture e trasporti;
la stessa legge 32/92 comprende anche la regione Calabria per gli eventi sismici 1982;
a destinare tramite il CIPE una quota del adeguata del ricavato dei mutui da contrarre da parte delle regioni Basilicata e Campania venga destinato a favore dei comuni della provincia di Cosenza colpiti dal sisma 1982.
9/5310-bis-C-R/6. Brusco, Milanese.
La Camera,
premesso che:
il decreto ministeriale 2 giugno 1998, n. 174, regolamento recante norme per l'organizzazione e l'esercizio delle scommesse a totalizzatore ed a quota fissa su competizioni sportive organizzate dal CONI, da adottare ai sensi dell'articolo 3, comma 230, della legge 549 del 1995 detta, all'articolo 32, le modalità di calcolo della vincita di una multipla;
in particolare, l'articolo 32 prevede che l'importo della vincita sia maggiorato del 5 per cento per le scommesse quadruple e quintuple e di un ulteriore 5 per cento per ogni termine della scommessa multipla oltre i cinque e che la maggiorazione non possa comunque consentire vincite superiori ai massimali fissati all'articolo 34;
tale obbligatoria previsione penalizza i book makers italiani rispetto agli altri esercenti all'interno dell'Unione europea dato che il concessionario italiano essendo obbligato alla maggiorazione, deve esporre una offerta inferiore a quella straniera per ottenere, in concreto, lo stesso risultato, essendo però danneggiato dal fatto che il consumatore è attratto dalle offerte straniere che appaiono più vantaggiose;
appare quindi necessario normalizzare le offerte italiane ed estere di scommesse presenti sul mercato, eliminando l'obbligo della maggiorazione, per dare la facoltà ai concessionari italiani di presentare le quote che caratterizzino l'offerta con le stesse modalità e gli stessi oneri dei loro concorrenti stranieri;
a rivedere il decreto ministeriale 2 giugno 1998, n. 174, affinché la previsione della maggiorazione delle vincite per le scommesse, di cui all'articolo 32 del ministeriale di cui in oggetto, sia attribuita ai concessionari quale mera facoltà e non più quale previsione obbligatoria.
9/5310-bis-C-R/7. Taglialatela.
La Camera,
premesso che:
in tema di tutela e di promozione del Made in Italy i commi 233-235 rimodulano i fondi già determinati dalla legge Finanziaria per il 2004, peraltro in parte destinandoli ad attività formative e di promozione, piuttosto che ad attività primarie quali quelle di tutela legale delle imprese e di lotta alla contraffazione;
continua peraltro la perdita di quote di mercato da parte dei prodotti cardine del Made in Italy (tessile, legno, meccanica, componentistica), con la sola eccezione dell'agroalimentare in virtù di una forte politica di valorizzazione dei prodotti nazionali e delle normative sulla tracciatura;
l'aggressione ai mercati da parte dei Paesi emergenti, in particolare del sud-est asiatico, si avvale non solo dei differenziali del costo del lavoro, ma anche di normative arretrate in ambito ambientale e di sicurezza, nonché di politiche spregiudicate per quel che riguarda l'appropriazione del design, dei brevetti e perfino dei nomi commerciali;
sul mercato interno non passa quasi giorno in cui non si registrino sequestri di merci di provenienza extracomunitaria contraffatte o non rispondenti alle normative sanitarie o sulla sicurezza dei prodotti, merci che non dovrebbero mai raggiungere il consumatore, essendosi prevista la predisposizione di blocchi alle frontiere;
in ambito di redazione del previsto provvedimento di rilancio della competitività delle imprese nazionali:
a) ad adoperarsi in sede comunitaria per la sollecita definizione delle normative in tema di origine e tracciatura dei prodotti extracomunitari e di contrasto alla contraffazione;
b) ad incrementare i fondi destinati all'assistenza legale internazionale delle imprese di cui al comma 76 dell'articolo 4 della Finanziaria per il 2004;
c) a potenziare ed ulteriormente semplificare il procedimento di sequestro amministrativo delle merci contraffatte di cui all'articolo 49 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, mediante utilizzo della rilevazione fotografica ai fini dell'inventario dei beni sequestrati;
d) ad incrementare la dotazione di spesa relativa all'installazione di scanner ai varchi doganali e di creazione di una banca dati doganale immagini cui ai commi 50 e 54 dell'articolo 4 della Finanziaria per il 2004, nonché delle risorse destinate alla creazione dello sportello unico doganale per semplificare le operazioni import-export di cui al comma 57 dell'articolo 4 della Finanziaria per il 2004;
e) ad introdurre, in ambito di contrasto alle attività di vendita delle merci contraffatte, il differimento degli atti di sequestro delle merci contraffatte fino alla conclusione delle indagini, sulla falsariga di quanto previsto nelle attività antidroga e di contrasto al contrabbando di tabacchi.
9/5310-bis-C-R/8. Daniele Galli.
La Camera,
premesso che:
con i commi 365-369 dell'articolo 1 viene istituito un fondo a copertura dei debiti di fornitura delle amministrazioni statali, tramite il quale i creditori cedono il proprio il proprio titolo alla Cassa Depositi e prestiti che li ristora a valere su un fondo istituito presso il ministero dell'economia e delle finanze;
secondo uno studio della commissione europea i ritardi nei pagamenti danneggiano gravemente le imprese in particolare piccole e medie ed una insolvenza su quattro è imputabile a questo motivo;
i ritardi nei pagamenti variano da poco più di 30 giorni nei Paesi scandinavi a circa 300 giorni in Italia
la regione Campania si distingue in quest'ambito per i ritardi ben superiori ai 300 giorni con cui le proprie ASL pagano i debiti nei confronti delle strutture accreditate, delle farmacie e dei fornitori di materiali sanitari; in alcuni casi si arriva a 20 mesi, mentre vengono introdotte soluzioni finanziarie diverse, pagamenti forfettari, coperture dei soli interessi, formule che si risolvono sostanzialmente in un rinvio dei pagamenti ed in una perdita per gli aventi diritto;
la modifica del titolo V della Costituzione, affidando alle regioni una maggiore responsabilità rispetto alla precedente situazione che vedeva lo Stato coprire i «buchi» sanitari regionali con il sistema dei «piè di lista», non deve intendersi come libero arbitrio o disomogenea applicazione di norme e leggi; il comportamento della regione Campania invece sta minando parte del tessuto economico campano, che si configura come finanziatore, suo malgrado, della Sanità campana;
a valutare la possibilità di estendere le disposizioni dei commi 365-369 dell'articolo 1, in materia di copertura dei debiti di fornitura delle amministrazioni statali, anche ai debiti contratti dalle regioni tramite le Aziende sanitarie locali, eventualmente vincolando quota dei trasferimenti del Fondo sanitario nazionale alle regioni inadempienti.
9/5310-bis-C-R/9. Milanese.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 8, della legge n. 388 del 2000, prima delle numerose successive modifiche, ha attribuito un credito d'imposta a tutti i soggetti titolari di reddito d'impresa che effettuavano nuovi investimenti (acquisizioni di beni strumentali nuovi) nelle aree svantaggiate; - il diritto a tale credito è stato attribuito in forma automatica e la fruizione del beneficio fiscale subordinata semplicemente all'acquisizione del bene nel periodo, d'imposta-- tale credito era utilizzabile esclusivamente in compensazione (di imposte e contributi) e poteva essere fruito immediatamente dalla data di sostenimento dei costi per gli investimenti, non essendo richiesta alcuna autorizzazione mediante specifica domanda;
la predetta previsione, è stata sostanzialmente modificata dall'articolo 10, del decreto-legge n. 138, dell'8 luglio 2002, che ha eliminato la forma automatica dell'utilizzo del credito d'imposta, inserendo l'obbligo di inoltrare per via telematica una, preventiva istanza contenente i dati identificativi sugli investimenti da realizzare nei mesi successivi;
l'articolo 1 del decreto-legge n. 253 del 12 novembre 2002 (abrogato dall'articolo 62 della legger n. 289 del 2002) ha previsto a carico: dei soggetti che hanno conseguito il diritto al contributo anteriormente alla data dell'8 luglio 2002, l'obbligo di comunicare, a pena di decadenza del contributo conseguito automaticamente, i dati (da specificare con successivo provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate) occorrenti per la ricognizione degli investimenti realizzati e del credito non ancora utilizzato. Con lo stesso provvedimento è stata sospesa la fruizione degli ulteriori utilizzi del credito a decorrere dal 13 novembre 2002 e fino al 31 marzo 2003;
solo in data 12 dicembre 2002, il provvedimento dei direttore dell'Agenzia delle entrate ha approvato i modelli da utilizzare e fissato il termine di presentazione delle comunicazioni (esclusivamente per via telematica) nel periodo compreso tra il 31 gennaio 2003 ed il 28 febbraio 2003;
l'articolo 62 della legge n. 289 del 2003 (Finanziaria 2003) del 27 dicembre 2002, ha riproposto le disposizioni del decreto-legge n. 253 dei 2002, (precedentemente
abrogato) e quindi l'obbligo di comunicare, a pena di: decadenza, i dati che sarebbero stati stabiliti con nuovo provvedimento dell'Agenzia delle entrate (da emanarsi, anche questo entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge);
in data 24 gennaio 2003 è stato emesso il provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, con il quale si sostituiscono i modelli approvati il 12 dicembre 2002 e si ribadisce il termine di invio delle comunicazioni (31 gennaio 2003-28 febbraio 2003), precisando altresì, che Si renderà disponibile sul sito dell'Agenzia il software necessario per l'invio telematico. Tale software in seguito è stato ulteriormente modificato (con versione 1.0.1 del 6 febbraio 2003 e versione 1.0.2 del 12 febbraio 2003);
la scadenza del 31 gennaio 2003-28 febbraio 2003, non è stata adeguatamente pubblicizzata; in particolare proprio sul sito del ministero dell'economia e delle finanze non è stato fatto alcunI cenno nello scadenzario fiscale del mese di febbraio, e ciò in palese contrasto dell'articolo 6 dello Statuto del contribuente;
il software relativo alla compilazione dei modelli è stato modificato, con varie correzioni, come già detto, il 6 febbraio ed il 12 febbraio 2002;
il provvedimento di approvazione dei modelli con cui è stato disposto l'invio da effettuarsi nei giorni compresi tra il 31 gennaio od il 28 febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio 2003, quindi con data successiva a quella di decorrenza del termine iniziale; - in sostanza sono stati concessi meno di 20 giorni nonostante lo Statuto del contribuente preveda (articolo 3, comma 2), che: «In ogni caso le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o, dell'adozione dei provvedimenti,di attuazione in esse espressamente, previsti»;
senza dire che la suddetta norma non è stata rispettata neppure considerando la data di entrata in vigore della legge n. 289 del 2003, (1o gennaio 2003) e quella di scadenza degli adempimenti (28 febbraio 2003) tra le quali intercorrono 58 giorni;
la previsione normativa dì cui all'articolo 8 della legge n. 388 del 2000 è stata modificata ben 4 volte: in data 28 dicembre 2001 dall'articolo 60 della legge n. 488; in data 8 luglio 2002 dall'articolo 10 del decreto-legge n 138; in data 24 settembre 2002 dall'articolo 1 del decreto-legge n. 209; in data 27 dicembre 2002 dall'articolo 62 legge n 289. Con conseguente notevole confusione per il contribuente;
di fatto molti dei soggetti interessati sono risultati penalizzati dai « disguidi » sopra riepilogati, con conseguenti danni e senza alcuna loro responsabilità;
ad adottare iniziative perché, in considerazione sia delle ripetute modifiche dell'articolo 8 della legge n. 388 del 2000 e della violazione che ciò ha comportato, sia dell'articolo 3, comma 2, dello Statuto del contribuente, sia dei principi di collaborazione e buona fede che devono improntare i rapporti tra l'amministrazione ed il cittadino-contribuente, sì introduca una proroga del termine in questione al fine di consentire l'utilizzo del credito d'imposta già previsto dall'articolo 8 della legge n. 388 del 2000, ovvero si provveda a porre in essere rapidamente uno strumento comunque valido per il raggiungimento di quel risultato.
9/5310-bis-C-R/10. Gazzara, Misuraca, Jacini, Ricciuti, Sardelli.
La Camera,
premesso che:
l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato ha emanato in data 23 maggio 2003 una circolare che consente il
funzionamento dei distributori automatici di sigarette nelle sole ore notturne al fine di limitarne l'accesso ai minori di anni 16;
con la stessa circolare si rimandava il funzionamento del distributore a tempo pieno all'installazione di un apposito lettore atto a leggere la carta di identità elettronica e ad attivare il distributore stesso solo ove l'acquirente abbia più di 16 anni di età;
tale misura doveva avere carattere provvisorio in quanto la carta di identità elettronica doveva essere diffusa al massimo nel giro di due anni e che in ragione di ciò la Federazione Italiana Tabaccai non si oppose al citato provvedimento;
nelle more della diffusione del documento elettronico il ministero dell'interno avrebbe dovuto fornirne le specifiche tecniche affinché i relativi lettori fossero prodotti ed installati nei distributori automatici;
dopo un anno e mezzo non sono ancora note tali specifiche in quanto i dati che la carta di identità elettronica dovrebbe contenere sono in costante aggiornamento;
considerato quindi che il provvedimento del maggio 2003 ha assunto per volontà esterne all'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, un carattere definitivo superando le intenzioni della stessa Amministrazione e snaturando la ratio della disposizione;
a dare immediato incarico all'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato affinché emani idonei provvedimenti atti a porre rimedio alla situazione sopra descritta nelle more della diffusione della carta di identità elettronica e tenendo conto di quanto avviene negli altri Paesi dell'Unione Europea ove è consentito l'uso dei distributori automatici di sigarette, in attesa che vengano studiati dispositivi idonei a consentirne l'uso ai soli maggiorenni.
9/5310-bis-C-R/11. Antonio Pepe.
La Camera,
premesso che:
l'apposizione della fiducia rende impossibile proporre emendamenti migliorativi;
a Torino si è tenuto nei giorni scorsi un incontro promosso da CGIL, CISL e UIL con i parlamentari, le istituzioni e le rappresentanze politiche del Piemonte per rispondere all'allarmante situazione di crisi in cui versa il settore manifatturiero/industriale della regione, a cominciare ovviamente ma non soltanto dal gruppo FIAT;
è stato verificato che la congiuntura negativa, che si era già manifestata. in Piemonte nel 2003, si è protratta e aggravata nel 2004 estendendosi, oltre ai settori automotive e tessile, ad altri settori manifatturieri ed a quelli più direttamente collegati al ciclo produttivo, che spesso sono privi di ammortizzatori sociali;
i dati del ricorso alla CICG, alla CIGO e alla mobilità nell'anno 2004, il numero delle aziende fallite e di quelle che presentano problemi finanziari, le previsioni di crescita per il 2005 che continuano, come nel passato triennio, ad essere inferiori a quelle nazionali, testimoniano l'urgenza e l'indispensabilità che vengano assunti tutti quei provvedimenti utili ad aiutare il Piemonte ad affrontare e uscire dall'emergenza più grave che abbia mai vissuto;
basti ricordare che nel 2004 sono stati inseriti nelle liste di mobilità 14.933 lavoratori, per il 40 per cento senza indennità, mentre sono state già esperite procedure che sanciscono il licenziamento nei prossimi mesi di altri 8.346 lavoratori; tali liste di mobilità evidenziano la crescita dei soggetti nelle fasce di età centrali, fra i 30 e i 49 anni, l'incremento generalizzato dei soggetti non indennizzati provenienti dalle imprese minori e la preoccupante espansione dei casi di espulsione dal lavoro nei comparti del commercio e dei servizi alle imprese (pulizia, eccetera), anche
in relazione alle difficoltà attraversate dai settori dell'informatica e delle telecomunicazioni;
altro dato allarmante riguarda il forte incremento del ricorso alla CIGS per motivi patologici (crisi, cessata attività, procedure concorsuali); per quasi tutte le imprese l'ammortizzatore scadrà nell'anno entrante, così che, in assenza di deroghe e/o proroghe, circa 10.000 persone rischiano il posto di lavoro nel corso del 2005;
parallelamente si ha un continuo e massiccio ricorso alla CIGO (oltre 11,7 milioni di ore autorizzate nel solo primo semestre del 2004), con un centinaio di imprese, inclusa la FIAT, che stanno per esaurire il numero delle settimane autorizzate nel biennio, per un totale di oltre 40.000 addetti;
la crisi sta pesantemente attaccando anche settori quali la subfornitura, l'edilizia, eccetera;
occorre intervenire senza ritardo per dare risposte urgenti all'emorragia dei posti di lavoro in Piemonte, che rischia fra l'altro di disperdere in maniera irreversibile un prezioso patrimonio di competenze e di professionalità;
per la storica e massiccia presenza del settore industriale e per la grave crisi che interessa il gruppo FIAT, il Piemonte merita di esser considerato e trattato come «caso nazionale», a partire, così come si è fatto per altre regioni e comparti imprenditoriali, da risposte fattive sugli ammortizzatori sociali;
ad adottare iniziative normative volta a:
a) escludere dal computo del limite massimo di utilizzo della CIGO i periodi di integrazione ordinaria fruiti nel biennio 2003-2004 dalle imprese industriali che svolgono attività produttiva di fornitura o sub-fornitura di componenti, di supporto o di servizio, a favore di imprese operanti nel settore automobilistico, nonché dalle imprese industriali del settore tessile-abbigliamento;
b) aumentare le risorse stanziate per la CIGS, che si sono già rivelate gravemente insufficienti nel 2004;
c) consentire deroghe alla durata dell'integrazione straordinaria demandando al ministero del lavoro e delle politiche sociali di disporre, entro il 31 dicembre 2005, proroghe di trattamenti già previsti nonché concessioni senza soluzione di continuità nel quadro di specifici accordi raggiunti in sede regionale e validati in sede ministeriale;
d) prorogare la CIGS per crisi aziendali fino a 24 mesi nel caso di programmi finalizzati alla ricollocazione dei lavoratori, previo accertamento che nei primi 12 mesi è stato avviato il piano di gestione delle eccedenze occupazionali;
e) consentire la stipula in sede regionale, per tutto l'anno 2005, dei contratti di solidarietà anche in deroga alle disposizioni contenute nei decreti ministeriali 2 agosto 2002 e 16 settembre 2003;
f) prorogare almeno a fine 2005 la CIGS per le imprese artigiane del settore abbigliamento ubicate nella regione Piemonte, di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 25 maggio 2004;
g) consentire l'accesso alla. CIGS e alla CIGO ai comparti, quali imprese di. pulizia, piccole imprese di informatica, eccetera, più direttamente collegati al ciclo produttivo delle aziende clienti che versano in situazione di crisi in Piemonte.
9/5310-bis-C-R/12. Benvenuto, Violante, Guerzoni, Gambini, Lettieri, Pistone, Cima, Buemi, Nigra, Vertone, Grandi, Cennamo, Crisci, Fluvi, Nannicini, Nicola Rossi, Tolotti, Panattoni, Buglio, Lucà, Rava, Dameri, Chianale.
La Camera,
premesso che:
come già segnalato nella votazione, in Commissione attività produttive, del DPEF, del 31 luglio 2004, il problema provocato dai debiti delle amministrazioni statali e dai ritardati pagamenti provoca una situazione particolarmente onerosa per le piccole e medie imprese, che in non pochi casi conduce addirittura al loro fallimento;
l'acquisto di beni e servizi costituisce una delle voci più rilevanti della spesa della pubblica amministrazione italiana. Tanto che dalla variazione di tale voce di spesa dipendono parte delle manovre di finanza pubblica effettuate nell'ultimo decennio. Il problema sorge con riferimento agli adempimenti contrattuali ed alla trasparenza delle pattuizioni con le aziende cessionarie;
i tempi di pagamento sono un elemento centrale dei contratti, che condiziona i rapporti economici, lo sviluppo delle imprese del settore e le prospettive occupazionali. Particolarmente sensibili al problema le imprese ad alta intensità di manodopera, in relazione agli oneri periodici e non dilazionabili connessi al lavoro dipendente (salari, contributi e adempimenti fiscali);
il problema del ritardo nei pagamenti è un problema avvertito come fondamentale per la crescita del mercato interno dalla Commissione Ue, che è intervenuta sul tema con una raccomandazione del 12 maggio 1995, i cui esiti sono stati monitorati e valutati come da relazione adottata con comunicazione del 17 luglio 1997, ed hanno indotto alla emanazione della specifica Direttiva n. 35 del 29 giugno 2000, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali;
i dati riscontrati dalla Commissione europea sono in effetti allarmanti: nell'ambito dell'Unione un fallimento su quattro è dovuto a ritardo nei pagamenti; le inadempienze dovute a ritardi di pagamento causano ogni anno perdite di crediti per 23,6 miliardi di euro. Particolarmente esposte sono le nuove attività di impresa, nelle quali il rischio di mortalità è pari al 50 per cento nei primi quattro anni dall'inizio attività, e per le PMI, essendo queste più vulnerabili alla variazioni del flusso di liquidità;
sempre secondo le analisi condotte dalla Commissione europea, il ritardo nei pagamenti rispetto ai termini pattuiti porta alla perdita di 450.000 posti di lavoro l'anno (dato riferito a periodo precedente all'allargamento);
nel nostro Paese, problemi rilevanti si riscontrano nei contratti pubblici per la fornitura di beni e servizi, soprattutto in alcuni settori di attività:
a) settore sanitario: i ritardi registrati sono attorno ai 12-13 mesi di media con punte di oltre 700 giorni nel Lazio;
b) settore scuole: in media i pagamenti sono fermi a giugno 2002;
enti locali, servizi di gestione rifiuti: nel nord, un'indagine presso le associate FISE registra un ritardo medio di 200 giorni; vicini ai 12 mesi molti enti locali del Mezzogiorno;
una indagine condotta tra le aziende ha registrato che il 90 per cento delle aziende è pagata in ritardo; il 13 per cento fino a 90 giorni (di ritardo); il 22 per cento da 90 a 180 giorni; il 50 per cento tra 7 e 12 mesi; il 10 per cento tra i 13 ed i 18 mesi di ritardo;
al comma 365 è prevista l'istituzione di un fondo per l'accelerazione dei pagamenti alle imprese fornitrici di beni e servizi alle amministrazioni statali; che nessun onere dovrebbe gravare sulle imprese fornitrici, già danneggiate per i ritardi e sovente costrette ad indebitarsi ovvero a rinunciare alla realizzazione di investimenti per far fronte alla carenza di liquidità; che il problema del mancato pagamento nei termini previsti è comune a tutte le pubbliche amministrazioni, su cui gravano automaticamente interessi di
mora dal giorno successivo alla scadenza del termine, con esborsi consistenti, tali da superare ampiamente gli eventuali vantaggi che possono ottenuti, nel breve periodo, in termini di cassa;
a prevedere nelle disposizioni attuative che i pagamenti effettuati a favore delle imprese fornitrici non siano gravati di oneri a carico di queste ultime, fermi restando gli eventuali oneri ed interessi passivi a carico delle amministrazioni debitrici;
a valutare la possibilità di consentire alla Cassa depositi e prestiti, in considerazione del suo ruolo di soggetto finanziatore delle amministrazioni regionali e locali, di attivare analoga procedura con riferimento alle amministrazioni pubbliche diverse da quelle statali, alla condizione che le stesse abbiano provveduto a istituire nei loro bilanci analogo Fondo per crediti derivanti dalla fornitura di beni e servizi.
9/5310-bis-C-R/13. Polledri, Didonè, Pagliarini.
La Camera,
premesso che:
le Camere di Commercio italiane all'estero (CCIE) sono 71 realtà operanti in 46 Paesi del Mondo, che associano 23.000 imprese e hanno sviluppato lo scorso anno più di 300 mila contatti di affari. Si tratta di un sistema unico di promozione dell'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane che associa, su base volontaria, aziende locali ed italiane desiderose di ampliare le relazioni commerciali bilaterali;
questo sistema è radicato sui territori esteri e costituisce un punto di coagulo delle comunità di affari locali e italo-locali e consente al nostro Paese di disporre dì una rete originale di presenza sull'estero, basata su associazioni private a fortissima presenza italiana che, in virtù del loro importante ruolo, sono riconosciute dal nostro Governo;
ai sensi delle leggi n. 518 del 10 luglio 1970 e n. 549 del 1995 le Camere di Commercio Italiane all'Estero sono destinatarie annualmente di un cofinanziamento dei loro programmi di promozione, nell'ambito delle disponibilità di cui alla tab. C. cap. 2280 (Upb 3.1.2.4) del Ministero delle attività produttive della Legge finanziaria;
ogni anno con decreto del Ministro delle attività produttive viene effettuata la ripartizione del capitolo sulla base dei programmi presentati e approvati. Lo scorso anno nel capitolo era stanziata la somma di 35 milioni di euro, dì cui 10,3 milioni sono stati destìnati al parziale finanziamento delle attività realizzate dal network delle CCIE, per la realizzazione di un volume di attività pari a 26,5 milioni. Questo contributo ha comportato una partecipazione alle spese che si colloca al 38,8 per cento;
nell'anno 2004 il Ministero ha approvato 66 programmi di attività da parte di altrettante CCIE, che prevedono complessivamente una spesa di oltre 34,3 milioni di euro (con un incremento molto consistente quindi rispetto allo scorso anno dell'attività programmata);
lo sforzo di autofinaziamento sul mercato da parte delle Camere italiane all'estero è già molto elevato, e che grazie alla partecipazione finanziaria dei privati, ogni euro investito nel programma delle Camere italiane all'estero è in grado di generare un effetto promozionale per l'Italia di quasi tre volte superiore all'investimento;
programmi già attuati, per quanto inferiore in termini percentuali a quella dello scorso anno.
9/5310-bis-C-R/14. Stefani.
La Camera,
premesso che:
le aree montane rappresentano un patrimonio di primaria importanza in una prospettiva globale, in quanto ecosistemi il cui valore è direttamente proporzionale alla crescente urbanizzazione;
la montagna si estende per oltre il 54 per cento del territorio nazionale con una popolazione residente di circa 11.000.000 di abitanti, ove operano 4201 comuni montani e 356 comunità montane; Vi è quindi l'ineludibile esigenza di ridefinire una politica nazionale per la montagna coerente e innovativa, fondata sui principi della sua specificità (ora affermata anche nel nuovo trattato istitutivo della Unione europea all'articolo III - 220 sulla coesione economica, sociale e territoriale), dello sviluppo sostenibile e della sussidiarietà, adottando politiche di intervento tese a valorizzare il ruolo delle istituzioni locali, primariamente del sistema comuni - comunità montane, anche al fine di adeguare l'articolazione effettiva delle competenze amministrative ai principi costituzionali designati dalla riforma del titolo V della costituzione; la montagna quale ambito complesso e globale dei profili antropici, culturali, ambientali ed economici, pretende politiche legislative organiche e coerenti. Essa non deve essere considerata una «materia» riducibile soltanto a singole separate politiche di settore, poiché nel nuovo ordinamento costituzionale la governance montana richiede soluzioni istituzionali che siano strettamente legate all'esercizio delle funzioni fondamentali, alle forme di governo e al sistema rappresentativo dei comuni montani, alla necessità di fare acquisire forza adeguata ai sistemi territoriali montani, garantendo altresì la presenza dei servizi pubblici fondamentali e i livelli essenziali delle prestazioni;
sarebbe stato necessario inquadrare le misure della Legge finanziaria 2005, per quanto segnatamente concerne la situazione socio-economica dei territori montoni e le sue suscettibilità di sviluppo, muovendo da tali presupposti concettuali; nell'articolato del disegno di legge non è accolta alcuna delle proposte di merito suggerite per l'anno 2005 relativamente: al recupero del taglio del 50 per cento operato con il decreto-lette n. 168 del 2004 sul Fondo Nazionale per la montagna di cui alla legge n. 97 del 1994, ridotto in corso d'anno 2004 dai 61 milioni di euro contemplati originariamente a 30 milioni di euro; all'incremento di 10 milioni di euro dei trasferimenti di parte corrente - oggi di natura completamente derivata - a favore delle Comunità montane; alla loro esclusione del Patto interno di stabilità, vista la rigidità e la non autosufficienza finanziaria dei loro bilanci; alla previsione di almeno 10 milioni di euro a favore delle Comunità montane quale contributo erariale per l'esercizio associato di funzioni e servizi comunali;
la Camera ha definitivamente approvato il disegno di legge A.C. n. 5427 di iniziativa del Ministro La Loggia per l'incremento del Fondo montagna 2004 di cui all'articolo 2 della legge 31 gennaio 1994, n. 97, per un importo pari a 6.750.000 euro, che costituiscono ben piccola cosa rispetto alla decurtazione del 50 per cento del Fondo medesimo operata dal decreto legge n. 168 del 2004, che aveva una consistenza originaria di 61.481.000 euro, portandolo a soli 30.741.000 euro, e non ha accolto l'emendamento diretto ad utilizzare 170 milioni di euro che, non essendo stati impegnati nell'esercizio finanziario in corso, avrebbero potuto essere destinati ad interventi a favore delle realtà locali montane è stata quindi persa anche l'ennesima occasione per restituire agli enti locali della montagna le risorse inopinatamente sottratte con i provvedimenti governativi dei mesi scorsi, che induce a
valutare del tutto deludente quest'anno per la montagna italiana , il quale - al di là di effimere manifestazioni - si è tradotto in tagli e contrazioni di spesa che metteranno a dura prova i bilanci del 2005;
il testo unificato elaborato dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato non tiene conto dei diversi disegni di legge di iniziativa parlamentare ma essenzialmente di quello presentato dal Governo per la revisione degli interventi di valorizzazione dei territori montani, il quale manifesta sostanziali limiti e insufficienze rispetto ad un disegno riformatore delle politiche per la montagna improntato a favorire la coesione socioeconomica e territoriale, nonché consistenti misure di carattere organico atte a promuovere un effettivo sviluppo durevole per la montagna;
la realtà montana, come cardine di un ordinamento solidale e pluralista, necessita di un modello di crescita fondato sui valori dell'autonomia politica, amministrativa, economica e culturale, che richiede la definizione di politiche incisive e coerenti in grado di garantire la capacità di tenuta complessiva del sistema sociale ed istituzionale, anche in funzione del conseguimento di un nuovo equilibrio con le esigenze del mercato globale. Ma che sappia anche coniugare innovazione e coesione sociale, perché se sapremo costruire un mondo nel quale questi marcino di pari passo, nel quale a ciascuno è data la possibilità di esprimere i propri talenti azzerando i fattori di handicap strutturale ed ambientale di contesto, sapremo costruire un avvenire in cui l'Uomo sarà dimensionato su ciò che è, piuttosto che su ciò che ha; il principio di sussidiarietà rende indispensabile in tal senso il sostegno dei piccoli Comuni montani ed il rafforzamento della loro capacità di governo, in attuazione congiunta dei principi di adeguatezza e differenziazione, attraverso - in particolare - la forma associata Comunità montana; di qui l'esigenza di alcune direttrice fondanti da perseguire, che potremmo riassumere nei seguenti concetti: sviluppo di mirati interventi nella triplice direzione della revisione normativa alla luce del nuovo Titolo V della Costituzione, della salvaguardia del territorio montano e del rilancio delle attività economiche in tali aree; capacità di proposta in sede comunitaria in relazione all' avvenuto riconoscimento giuridico della specificità montana nel nuovo Trattato istitutivo dell'Unione europea, anzitutto in funzione della definizione dei prossimi fondi a finalità strutturale 2007-2013; operare per lo sviluppo della base produttivo-finanziaria della realtà montana; procedere ad una iniziativa legislativa di adeguamento a e riforma della legge n. 97 del 1994, armonizzandola con le più recenti novità costituzionali; garantire, nel nuovo sistema di finanza pubblica, la certezza e l'autonomia finanziaria della Comunità montana, anche attraverso la previsione a suo favore di una compartecipazione ad un grande tributo nazionale;
a riconsiderare l'esigenza di un impegno forte per lo sviluppo di mirati interventi nella direzione della salvaguardia del territorio montano e del rilancio delle attività economiche in tali aree, con l'obiettivo condiviso e da tempo auspicato di promuovere azioni strategiche di valorizzazione della montagna;
ad assumere precisi obblighi nell'ambito delle politiche di intervento a favore della montagna volti alla previsione: di copertura del Fondo nazionale per la montagna per il prossimo esercizio finanziario che tenga conto di recuperare nel 2005 il drastico taglio operato dal decreto legge n. 168 del 2004 di contenimento della spesa pubblica, per riportarlo stabilmente almeno alla misura minima di 60 milioni di euro negli anni successivi; di aumento degli attuali fondi ordinari per l'anno 2005 più che proporzionale rispetto al tasso programmato d'inflazione, non inferiore comunque a complessivi 10 milioni di euro, al fine di compensare la mancata crescita dei fondi di parte corrente a favore delle Comunità montane e
in attesa di approfondire la possibilità del loro ingresso alla compartecipazione di un tributo nazionale; di previsione nel 2005 di una adeguata quota di fondi erariali, pari ad almeno 10 milioni di euro, per l'incentivazione delle funzioni e dei servizi associati da parte delle Comunità montane, che nel 2004 non hanno ricevuto alcun finanziamento al riguardo essendo stati contemplati nella legge finanziaria del corrente esercizio contributi sul Patto di stabilità, in quanto tali enti locali - sino al 2004 esclusi dal Patto medesimo - verrebbero fortemente penalizzati con misure di fatto inattuabili e inique rispetto all'introduzione del vincolo sulla spesa per investimenti, considerato il peso relativo del complesso dei bilanci degli stessi nel confronto con il totale della spesa pubblica e considerato che per le Comunità montana a finanza ancora completamente derivata, non è coerente l'applicazione dei limiti imposti dal Patto, almeno fin tanto che le stesse non accedano alla compartecipazione ad una quota di un tributo nazionale con riassorbimento degli attuali trasferimenti erariali ordinari;
a migliorare il disegno riformatore delle politiche di intervento pubblico per la montagna, accogliendo le proposte del Parlamento per un più organico e coerente assetto dello sviluppo complessivo delle popolazioni e dei territori di montagna.
9/5310-bis-C-R/15. Olivieri, Quartiani, Lolli, Rava, Ruzzante, Innocenti.
La Camera,
premesso che:
in data 23 luglio 2004 la Regione Puglia ha stipulato con le organizzazioni datoriali e sindacali un Accordo di Programma Quadro per il rilancio del settore tessile, abbigliamento e calzaturiero;
obiettivo dell'accordo è promuovere e favorire il settore Tessile, Abbigliamento e Calzaturiero della Puglia, attraverso un'azione sinergica per l'attuazione di un programma di consolidamento e riposizionamento delle attività produttive esistenti ed economicamente sostenibili, mediante l'attivazione di strumenti disponibili o implementabili, anche attraverso la promulgazione di norme e dispositivi regolamentari ed attuativi;
l'Accordo di Programma Quadro Puglia prevede l'attuazione di tre linee strategiche: patrimonializzazione e sostegno agli investimenti, competitività delle imprese ed innovazione e ricerca;
è in corso con il Ministero delle attività produttive il recepimento dell'Accordo a livello nazionale;
l'azione a) della prima linea strategica - defiscalizzazione degli oneri sociali e patrimonializzazione delle imprese - è un'azione necessaria a favorire la competitività delle imprese;
è stato stimato in 10.000 unità lavorative il numero di lavoratori (regolarmente in organico alla data del 31.12.03 in base alle norme del CCNL, e per le quali le imprese non usufruiscano contemporaneamente di altri benefici normativi attualmente in vigore in tema di riduzione degli oneri previdenziali) per i quali dovrà essere effettuato uno sgravio contributivo parziale per gli anni 2005 e 2006, in una percentuale rispettivamente pari all'85 per cento e al 75 per cento;
a fronte del risparmio contributivo conseguito l'impresa destinerà, in quota parte da stabilire, per gli anni 2005 e 2006, le risorse così ottenute, ad un fondo specifico aziendale, regolarmente iscritto in bilancio, finalizzato sia al mantenimento dei livelli occupazionali in essere alla data del 31 dicembre 2004 sia all'implementazione di programmi di investimento volti allo sviluppo aziendale;
gli interventi di cui al presente comma sono quantificabili in una spesa complessiva di euro 96.000.000, di cui euro 51.000.000. per il 2005 ed euro 45.000.000 per il 2006;
per la concretizzazione della seconda linea strategica - competitività delle
imprese - è necessario favorire l'internazionalizzazione delle stesse con programmi finalizzati alla creazione e promozione di marchi di area geografica produttiva, caratterizzati da contenuti di tracciabilità del prodotto, per una spesa valutabile complessivamente in euro 45.000.000, in tre anni, di cui euro 15.000.000 per il 2005, euro 15.000.000 per il 2006 ed euro 15.000.000 per il 2007;
per la realizzazione della terza linea strategica - innovazione e ricerca - occorrono degli investimenti, connessi all'acquisizione di nuove conoscenze finalizzate alla messa a punto di nuovi prodotti, ovvero al miglioramento di prodotti esistenti, per la concretizzazione delle stesse mediante le fasi di progettazione e realizzazione di progetti dimostrativi, nonché di prototipi non commercializzabili, per una appesa complessiva valutabile in euro 45.000.000, in tre anni, di cui euro 15.000.000 per il 2005, euro 15.000.000 per il 2006 ed euro 15.000.000 per il 2007;
ai fini della proroga degli strumenti di mobilità in scadenza al 31 dicembre 2004 ed ai fini dell'estensione della CIG ai dipendenti delle imprese con meno di 15 addetti è stimato un fabbisogno pari ad almeno 50 euro considerato il numero dei lavoratori interessati (pari ad oltre 10.000) a fronte degli 11 euro già stanziati dal Ministero del lavoro;
ad avviare le trattative in sede di Unione europea affinché sia varata la defiscalizzazione degli oneri sociali a favore delle imprese del TAC pugliese (e delle altre regioni italiane a vocazione TAC);
ad attivarsi perché siano varate norme di sostegno collegate alla finanziaria o ad altri strumenti legislativi finalizzati alla individuazione delle risorse necessarie a favorire il riposizionamento del TAC pugliese in ordine ai programmi di ricerca precompetitiva e innovazione produttive nonché dei programmi di internazionalizzazione;
ad intervenire con apposita iniziativa normativa a sostegno delle proroghe ed estensione degli strumenti di mobilità a favore dei dipendenti del TAC pugliese.
9/5310-bis-C-R/16. Lisi, Lazzari.
La Camera,
premesso che:
il settore dell'aeronautica e dell'elettronica ad essa connessa rappresenta un elemento strategico per l'autonomia tecnologica del Paese e per il suo rilancio produttivo in virtù della sua particolare natura in grado di generare ricadute anche in altri settori industriali;
la notevole mole degli investimenti necessari al mantenimento di un livello di eccellenza tecnologica nel settore richiede un sistema di provvista del credito diverso da quello di altri comparti industriali anche in ragione del sempre più evidente procrastinarsi del ritorno economico;
il recente DPEF per gli anni 2005-2008 impegnava il Governo, nell'ambito delle misure per il rilancio della competitività, al sostegno dei. settori ad alta tecnologia, in particolare a quelli aerospaziali e dell'elettronica;
ad accogliere nel proprio indirizzo e promuovere iniziative legislative aventi ad oggetto il sostegno all'innovazione tecnologica nell'ambito aeronautico e dell'elettronica nel rispetto delle revisioni normative laddove siano soddisfatti i parametri sopra indicati e sussistano le compatibilità finanziarie del sistema.
9/5310-bis-C-R/17. Paolo Russo.
La Camera,
premesso che:
è in atto una grave crisi del settore tessile, abbigliamento e calzaturiero nel territorio della Regione Puglia e questo a
causa di vari fattori concomitanti quali: il peso eccessivo degli oneri fiscali e previdenziali, che nuoce alla competitività e la crescente concorrenza internazionale favorita anche dall'eccessivo apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro ed a tutte le monete ad esso collegate;
tale crisi ha notevoli riflessi negativi sotto il profilo sia economico che sociale in tutta la Regione, già peraltro caratterizzata da un tasso di disoccupazione superiore alla media nazionale;
ad operare in modo concreto ed incisivo per il superamento di tale situazione di crisi attraverso azioni da inserire nel disegno di legge collegato alla finanziaria relativo alla competitività e sostenute da adeguate risorse finanziarie da trarre, se necessario, dal fondo per le aree sottoutilizzate. In particolare si impegna il Governo:
a) chiedere con determinazione in sede di Unione Europea di poter varare una fiscalità di vantaggio per le imprese operanti nelle aree dell'obiettivo 1 in cui rientra il territorio della Regione Puglia con particolare riferimento alle imprese manifatturiere più esposte alla concorrenza internazionale quali sono quelle del settore tessile, abbigliamento e calzaturiero;
b) ad attivarsi perché sia disposta, previa autorizzazione dell'Unione europea, una particolare fiscalizzazione degli oneri sociali per le imprese che rientrano nell'accordo di programma quadro tessile, abbigliamento e calzaturiero della Puglia;
c) sostenere, per il settore citato in premessa la ricerca e l'innovazione di processo e di prodotto;
d) sostenere, per il medesimo settore con adeguati finanziamenti, i programmi dei consorzi di imprese finalizzati a favorire l'internazionalizzazione delle imprese medesime e la promozione di marchi di area geografica produttiva.
9/5310-bis-C-R/18. Lazzari, Lisi.
La Camera,
premesso che:
con la legge 12 giugno 2002, n. 111, veniva stabilita la concessione di un contributo annuo di 500.000 euro per gli anni 2002, 2003 e 2004, a favore della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, organizzazione non lucrativa di utilità sociale, allo scopo di sostenere l'azione dell'Accademia del Mediterraneo-Maison de la Méditerranée, in conformità alle deliberazioni dell'Unione europea e dei Governi del partenariato euromediterraneo;
la Fondazione svolge sin dal 1994 un'azione di cooperazione e dialogo tra culture e popoli euromediterranei e tra l'Occidente e l'Islam, recependo appieno l'invito dell'Unione europea espresso sia nel Consiglio europeo di Gand del 19 ottobre 2001 che nella riunione dei Ministri degli affari esteri euromediterranei di Bruxelles del 5 e 6 novembre 2001;
esponenti autorevoli di tutti gli schieramenti politici hanno sollevato il problema del rifinanziamento per il prossimo triennio della Fondazione, la cui esperienza è stata preziosissima in questo periodo di forti contrasti culturali e che si avvale di avanzati strumenti informatici al fine di mettere a disposizione della comunità nazionale un network di consultazione permanente; tuttavia, non è stato possibile procedere in ambito della manovra economica ad una nuova assegnazione di risorse;
a provvedere quanto prima per il rifinanziamento della legge 12 giugno 2002, n.111, per il triennio 2005-2007, tenendo fede agli impegni presi in sede comunitaria in materia di cooperazione e dialogo tra culture e popoli euromediterranei e tra Occidente ed Islam.
9/5310-bis-C-R/19. Azzolini.
La Camera,
premesso che:
i commi 195-199 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame prevedono, ai fini del miglioramento dell'efficienza operativa e del contenimento della spesa pubblica, la razionalizzazione delle applicazioni informatiche e dei servizi telematici mediante individuazione delle duplicazioni e delle sovrapposizioni, da accorpare o sopprimere con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri;
talune applicazioni supportano banche dati di rilevante interesse pubblico, in particolare per quel che riguarda sistemi di controllo in ambito fiscale, sanitario e di erogazione di servizi sociali, anche tramite i cosiddetti «controlli incrociati»;
la razionalizzazione in oggetto prevede l'unico criterio del minor costo a parità di funzioni;
ad adottare i provvedimenti di razionalizzazione relativi alle applicazioni informatiche che supportano i sistemi di controllo sopra indicati, tenendo conto della assoluta necessità di mantenere e migliorare le capacità di verifica in ambito fiscale, sanitario, di controllo della spesa sanitaria e di erogazione dei servizi sociali, evitando perdite di dati e prevedendo la possibilità di trasferirli qualora l'applicazione informatica di riferimento sia ritenuta non più idonea ad essere utlizzata;
ad avvalersi nell'ambito del processo di razionalizzazione delle riconosciute capacità tecniche del dipartimento per l'innovazione presso la Presidenza del Consiglio.
9/5310-bis-C-R/20. Landolfi.
La Camera,
premesso che:
grave è il disagio in cui si trovano centinaia di lavoratori frontalieri che prestano la loro opera nel Principato di Monaco;
sono in corso incontri tra i rappresentanti di alcuni Ministeri dei due paesi;
sarebbe necessario realizzare in tempi brevi un accordo con il Principato di Monaco;
ad attivarsi affinché sia garantito il necessario sistema di sicurezza sociale e una più giusta imposizione fiscale ai lavoratori frontalieri italiani.
9/5310-bis-C-R/21. Mazzarello.
La Camera,
premesso che:
il mondo del commercio è tornato nell'occhio del ciclone, di questo settore il Governo si interessa solo oggi, dopo tre anni, e soltanto per riproporre la vecchia ricetta più liberismo uguale prezzi più contenuti;
il commercio versa in una grave situazione ed è indispensabile intervenire a sostegno dei negozi di vicinato che hanno subito maggiormente la gelata dei consumi reintroducendo le agevolazioni tagliate dalle leggi finanziarie 2003 e 2004 e istituendo nuove forme di sostegno;
si prevede che i consumi delle famiglie si attesteranno nel 2005 all'1,3 per cento, dopo 1'1 per cento che dovrebbe registrarsi quest'anno, una dinamica preoccupante tanto più per le imprese commerciali operanti su piccole superfici, le quali nei primi 7 mesi dell'anno hanno registrato un calo di fatturato di 5,9 punti, che corrisponde ad un minor volume di vendite dell'8,2 per cento;
le eventuali risorse per la copertura di riduzioni d'imposta devono essere utilizzate per sostenere il reddito disponibile delle famiglie e rilanciare i consumi, per rendere più innovativo e competitivo il sistema, per ridurre il divario del Mezzogiorno in termini di infrastrutture e di disoccupazione;
dopo la costituzione e l'avvio di attività dei Fondi paritetici per garantire la formazione continua ai lavoratori dipendenti, occorre prevedere un analogo meccanismo a favore dei piccoli imprenditori e dei lavoratori autonomi, che numericamente rappresentano circa 6 milioni di occupati, anch'essi depositari del diritto alla formazione permanente;
ad adottare iniziative normative volte:
a) a reintrodurre i credito d'imposta per la riqualificazione della rete distributiva e per l'acquisto di beni strumentali alle attività di impresa destinati alla prevenzione del compimento di atti illeciti da parte di terzi;
b) a introdurre un'agevolazione per l'acquisto dell'immobile nel quale si esercitata l'attività di commercio al dettaglio e di pubblico esercizio in regime di affitto;
c) a introdurre una norma che muti radicalmente l'attuale valutazione ai fini fiscali delle rimanenze di prodotti di carattere stagionale o di moda o suscettibili di notevole deprezzamento rimasti invenduti nei settori tessile, abbigliamento e calzaturiero, ai fini di rendere molto più veloce la svalutazione del magazzino, in linea con le tendenze della moda;
d) a introdurre per i pubblici esercizi un credito d'imposta a parziale copertura dei costi sostenuti per la realizzazione di impianti per la ventilazione ed il ricambio d'aria, a favore dei non fumatori;
e) a introdurre una norma che estenda la formazione professionale continua anche ai lavoratori autonomi.
9/5310-bis-C-R/22. Cazzaro, Gambini, Nigra, Nieddu, Lulli, Quartiani, Cialente, Rugghia, Tedeschi, Boiardi.
La Camera,
premesso che:
il turismo produce il 7 per cento del pil italiano, ma attraversa una fase di pesanti incertezze per il combinarsi di una serie di fattori negativi, non ultima la sfiducia dei consumatori e la negativa congiuntura economica attraversata da mercati particolarmente importanti per il turismo italiano, quale quello tedesco;
l'andamento complessivamente negativo della stagione estiva mette in luce una crisi complessiva della marca Italia e un deficit di competitività della nostra offerta turistica, una situazione che richiama l'urgente necessità di mettere in campo una politica nazionale del turismo che il Governo ha progressivamente smantellato;
si registra inoltre una tendenza che penalizza anche quelle località che godendo di una straordinaria rendita di posizione dovuta alle ricchezze storiche e artistiche, meno di altre avvertono i termini della competizione internazionale ma debbono oggi accontentarsi di clientela qualitativamente inferiore rispetto al passato;
a fronte di tale grave situazione il Governo, dopo avere a più riprese promesso interventi urgenti ed essersi impegnato in tal senso di fronte al Parlamento, ha invece eluso ogni intervento e ha smantellato i punti di riferimento di una politica nazionale del turismo che avrebbero avuto viceversa bisogno di essere rafforzati;
l'Enit non è stato riformato e sono stati falcidiati i finanziamenti per l'Enit, che sono passati dai 35 milioni di euro del
2002 ai 28 milioni nel 2003, mentre nel 2004, a fronte di un fabbisogno stimato in 45 milioni di euro, si sono ridotti a soli 25 milioni di euro, circa la metà di quanto destina la piccola Austria alla sua promozione e meno di quanto mette oggi a disposizione la Francia per il solo mercato italiano;
sono inoltre stati pesantemente decurtati gli stanziamenti per la qualificazione del settore previsti dall'articolo 5 della legge 29 marzo 2001, n. 135, e destinati allo sviluppo dei sistemi turistici locali, gli unici in vigore per il turismo;
sono state cancellate tutte le agevolazioni fiscali introdotte negli anni passati a favore delle imprese ed in particolare l'accelerazione delle quote di ammortamento per le spese di manutenzione, riparazione, ammodernamento di immobili adibiti ad attività turistica e le misure per la cosiddetta rottamazione del commercio e del turismo, interventi particolarmente necessari per una ricettività turistica come quella italiana, che in molte destinazioni appare obsoleta e bisognosa di importanti investimenti;
nei confronti del turismo balneare l'unica novità si è ridotta al tentativo di far cassa proponendo un aumento del 300 per cento dei canoni demaniali di stabilimenti balneari e dei campeggi;
resta inoltre inattuato il Fondo di rotazione per il prestito ed il risparmio turistico, sul modello della Cassa vacanze francese e svizzera, che aveva il preciso scopo di erogare prestiti turistici a tassi agevolati e favorire il risparmio turistico delle famiglie a reddito più basso, azione tra l'altro particolarmente utile, in congiunture difficili come la presente, a stabilizzare il mercato;
a presentare la riforma dell'Enit e un piano di promozione straordinaria della marca italiana;
a rilanciare l'iniziativa in sede europea, perseguendo l'obbiettivo dell'armonizzazione delle aliquote Iva, che attualmente penalizzano in maniera consistente l'offerta del nostro Paese;
ad estendere la cassa integrazione al settore del turismo, riducendo gli oneri sociali per le imprese in crisi;
a definire gli assetti istituzionali del governo nazionale del settore, a partire dall'attribuzione delle deleghe in materia di turismo a livello ministeriale.
9/5310-bis-C-R/23. Gambini, Nigra, Nieddu, Lulli, Cazzaro, Quartiani, Cialente, Rugghia, Boiardi, Tedeschi, Carli, Lumia.
La Camera,
premesso che:
nonostante gli impegni assunti in più sedi dal Governo il problema della contraffazione dei prodotti Made in Italy permane in tutta la sua gravità, mentre con il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea è stata persa l'occasione per ottenere dai partner europei un'adeguata, comune attività di contrasto;
la tutela dell'economia italiana e del comparto del Made in Italy passa attraverso la repressione delle importazioni illegali anche rivedendo il sistema di controlli doganali sui prodotti esteri, aumentandoli su alcuni prodotti, come i tessili, considerati invece a ridotta pericolosità;
la lotta alla contraffazione è fondamentale anche per ridurre il commercio abusivo, in specie quello ambulante, che sempre di più si manifesta in forme illegali organizzate e che procura gravi danni alla rete commerciale;
l'evoluzione della tecnologia e dei processi di globalizzazione ha portato a una crescente diffusione del fenomeno, un
commercio in nero prossimo al 9 per cento con merce proveniente per oltre i 2/3 dal sud est asiatico;
il Made in Italy costituisce uno dei comparti di principale interesse per l'industria del falso e la ridotta dimensione media delle imprese italiane rende complessa l'introduzione di misure anti-contraffazione;
si stima che nel solo 2000 il fenomeno della contraffazione sia costato oltre 17 mila posti di lavoro nell'Unione europea ed una contrazione del prodotto interno lordo superiore agli 8 miliardi di euro;
la lotta alla contraffazione non può essere fatta solo di una pur necessaria informazione al consumatore e di una ferma attività di repressione e sanzione, misure preventive possono essere particolarmente efficaci: dalle modalità di etichettatura alle condizioni necessarie per identificare i prodotti lungo la «catena dell'offerta»; fermo restando che si tratta, in ogni caso, di misure tecnologicamente sofisticate che implicano costi sopportabili solo in presenza di dimensioni aziendali significative;
le norme introdotte dal Governo con la legge finanziaria 2004 non hanno dato i risultati necessari anche se l'Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza non ha mancato di concentrare la propria attenzione sul fenomeno delle contraffazioni e di conseguire anche i primi positivi risultati;
a potenziare le attività di controllo e di analisi nelle operazioni doganali con finalità antifrode e la lotta alla contraffazione e ad effettuare le previste campagne promozionali a sostegno del Made in Italy.
9/5310-bis-C-R/24. Lulli, Gambini, Nigra, Nieddu, Cazzaro, Quartiani, Cialente, Rugghia, Boiardi.
La Camera,
premesso che:
il 4 novembre gli stabilimenti Fiat di Torino, Melfi, Pomigliano d'Arco, Arese, Termini Imerese e Cassino si sono fermati per quattro ore e la stragrande maggioranza dei lavoratori ha aderito allo sciopero proclamato unitariamente dai sindacati metalmeccanici in risposta al piano dell'amministratore delegato di Fiat Auto, Herbert Demel;
la mobilitazione ha coinvolto anche i lavoratori delle aziende dell'indotto, in quanto 10.000 persone sono esposte al rischio che la Fiat scelga le aziende fornitrici di componenti in paesi a basso costo;
la crisi della Fiat, che sembrava scongiurata, torna a suscitare una grandissima preoccupazione non solo per il futuro del settore dell'auto: essa mette in discussione uno dei connotati più importanti del profilo industriale dell'Italia, ha ripercussioni su tutto il Paese e presenta particolare gravità in aree, quali quelle del Mezzogiorno, già caratterizzate da una situazione di elevata tensione sociale;
il piano industriale della Fiat si è dimostrato inadeguato ad assicurare credibili prospettive di ripresa rendendo improponibili le intenzioni mostrate dall'azienda riguardo alle procedure relative alla cassa integrazione guadagni e al blocco delle attività produttive attraverso la chiusura degli impianti;
l'industria automobilistica è strategica per l'economia del Paese, la questione Fiat assume rilevanza nazionale e non può essere affrontata semplicemente scaricando sui lavoratori i problemi della mancata competitività;
non si tratta in primo luogo del costo del lavoro ma dell'assoluta mancanza di una seria politica industriale da
parte del Governo e di un piano industriale che preveda investimenti consistenti nella creazione di nuovi modelli e di nuove soluzioni tecniche, in mancanza dei quali l'azienda torinese è destinata a soccombere;
le organizzazioni sindacali hanno chiesto maggiori certezze sugli aspetti finanziari e proprietari della Fiat a partire dalle incognite della joint venture con General Motors e della scadenza del credito bancario, rendendosi disponibili in un quadro di certezze e di trasparenza, ad avviare una trattativa che consenta di gestire gli anni difficili dell'azienda fino al 2006;
a impegnarsi nel rilancio dell'industria automobilistica italiana aprendo un tavolo di confronto che coinvolga proprietà, sindacati e banche, al fine di conseguire una effettiva chiarezza sul ruolo che la proprietà e le banche intendono svolgere e verificare la costruzione di un nuovo piano di risanamento, consolidamento e rilancio, dando risposta all'allarme delle migliaia di lavoratori e di piccole imprese coinvolti nella crisi.
9/5310-bis-C-R/25. Nigra, Gambini, Nieddu, Lulli, Cazzaro, Quartiani, Cialente, Rugghia, Tedeschi, Boiardi, Lumia.
La Camera,
premesso che:
le principali cause per il deficit competitivo che frena l'economia italiana sono la mancata valorizzazione del «capitale intellettuale» e la difficile integrazione fra ricerca e settore produttivo, che ostacola il trasferimento tecnologico alle imprese;
sembra indispensabile incentivare l'innovazione di prodotto, intesa come applicazione di nuovo contenuto tecnologico mediante tecnologie avanzate, di prototipi per nuovi prodotti, capaci di soddisfare piu' larghe domande di mercato;
è quindi indispensabile favorire il trasferimento di tecnologia dal settore della ricerca a quello produttivo delle piccole e medie imprese che pur essendo l'asse portante dell'economia italiana, non ha sinora avuto facile accesso all'innovazione tecnologica per i vincoli economici che caratterizzano le imprese di piccole dimensioni;
senza un forte impulso da parte dello Stato, con politiche pubbliche fortemente coordinate con le regioni, il sistema delle piccole e medie imprese rischia di avviarsi verso un rapido declino, almeno in tutti quei settori produttivi, ancora molto diffusi nel Paese, in cui più forte si fa sentire la concorrenza dei Paesi emergenti;
l'Italia destina non più dell'1 per cento del prodotto interno lordo alla spesa in ricerche e sviluppo, a fronte di una media europea dell'1,9 per cento.;
l'obiettivo, fissato per l'Unione europea a Lisbona, prevede che entro il 2010 i Paesi membri aumentino la loro quota di spesa in ricerche e sviluppo fino a raggiungere il 3 per cento del prodotto interno lordo;
l'esperienza dimostra che la fase dello sviluppo di un'idea innovativa è senz'altro la più complessa e più costosa, e pertanto sono necessari adeguati incentivi finanziari, sia per individuare le applicazioni potenziali, sia per elaborare il prototipo del prodotto finale;
si tratta di un'impostazione diversa da quella sin qui seguita a sostegno dell'innovazione tecnologica nel sistema produttivo, in quanto sposta l'iniziativa dell'innovazione dalla piccola e media impresa ai soggetti che operano nella ricerca: università, laboratori pubblici e privati, centri di ricerca, ricercatori singoli o associati;
è necessario un nuovo meccanismo di incentivazione simile a quello adottato con lo Small Business Innovation Research (SBIR) americano, adattato in relazione agli ultimi suggerimenti della ricerca economica nonché alle necessità e alle problematiche tipiche del sistema delle piccole e medie imprese italiane;
lo SBIR, introdotto nel 1982 nell'ambito del sistema federale statunitense di sostegno all'innovazione e allo sviluppo delle piccole e medie imprese, ha finanziato migliaia di piccole e medie imprese con significativi risultati in termini di crescita basata sullo sviluppo di nuove tecnologie sollecitando le applicazioni commerciali della ricerca; agendo come «catalizzatore» nell'ambito di forme di cooperazione tra ricercatori universitari, imprese e istituti di ricerca nello sviluppo di nuove idee; incoraggiando la cooperazione delle piccole e medie imprese fra loro e anche con le grandi imprese;
ad attivarsi per istituire un fondo che eroghi contributi per progetti elaborati da istituti di ricerca pubblici o privati in stretta connessione con una o più imprese individuate quali potenziali utilizzatrici del frutto della ricerca.
9/5310-bis-C-R/26. Cialente, Gambini, Nigra, Nieddu, Lulli, Cazzaro, Quartiani, Rugghia, Tedeschi, Boiardi.
La Camera,
premesso che:
la riduzione dei consumi nel nostro paese continua ed è la diretta conseguenza della riduzione del potere d'acquisto che ha colpito le fasce più deboli della popolazione, nel frattempo il Governo ha annunciato numerosi interventi per controllare la dinamica dei prezzi;
dopo anni di inerzia ed avendo disatteso le previsioni di monitoraggio in sede di introduzione della moneta unica europea, in questi anni nulla si è fatto per progredire nella liberalizzazione di settori che influiscono in maniera determinante nella spirale del carovita: il settore bancario, quello finanziario, quello assicurativo, quello dell'energia e delle prestazioni professionali;
il Governo ha sempre contrastato interventi tesi a controllare la dinamica delle tariffe, come quelli assunti ad esempio nella precedente legislatura sulle tariffe RC auto, mentre il processo di liberalizzazione del mercato dell'energia è stato ritardato di tre anni dal Governo, portandolo dal 31 dicembre 2004 al 2007;
di fronte ad una situazione maturata tra colpevoli ritardi nella protezione del potere d'acquisto degli italiani, la responsabilità dell'aumento dei prezzi non può essere attribuita esclusivamente alla categoria dei commercianti;
il presidente dell'Antitrust ha rilevato, nella sua relazione annuale, come i maggiori aumenti tariffari siano registrabili nei servizi bancari, finanziari, assicurativi e nel settore dell'energia. In questi ambiti va rintracciata la vera responsabilità della spirale inflazionistica che colpisce il nostro Paese e della quale il Governo reca la gravissima responsabilità;
nonostante la situazione sia giunta ad un livello preoccupante di gravità il Governo ha tagliato i residui provenienti dalle multe antitrust anziché devolverli a progetti in grado di sostenere il potere d'acquisto delle fasce più deboli della popolazione e intende spendere larga parte di quelli relativi all'anno 2004 per finanziare progetti di enti i cui bilanci dipendono dallo Stato anziché prevedere che la rilevante cifra di 55 milioni di euro sia spesa a favore dei cittadini-consumatori come previsto dalla legge;
inoltre il decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, (articolo 23) aveva istituito un Fondo, finanziato con 5 milioni di euro per il 2003 e 20 milioni di euro per l'anno 2004, per incentivare la realizzazione di
offerte di prodotti di consumo a prezzo conveniente i cui soggetti promotori avrebbero dovuto essere i comuni e le camere di commercio che non ha mai erogato le predette risorse;
ad adeguare la politica del Governo in materia di carovita e ad adottare iniziative normative volte a prevedere che le risorse rivenienti dalle multe antitrust siano utilizzate per sostenere le fasce più deboli della popolazione e per appoggiare i comuni nel difficile compito di combattere concretamente il carovita.
9/5310-bis-C-R/27. Coluccini, Rugghia, Gambini, Nigra, Nieddu, Lulli, Cazzaro, Quartiani, Cialente, Tedeschi, Boiardi.
La Camera,
premesso che:
è stata rilevata difformità di comportamento in merito al collocamento in bilancio delle somme versate dal Soggetto Gestore del Servizio idrico Integrato corrispondenti alle residue rate di ammortamento mutui accesi dai Comuni;
alcuni gestori hanno considerato dette somme come costi per godimenti di beni terzi e come tali componenti della tariffa agli utenti;
trattandosi di somme sborsate dal soggetto gestore che non saranno restituite, la natura del costo appare incontrovertibile;
questa natura è confermata dal DM 01/08/96 ove all'articolo 3 «Composizione della tariffa di riferimento» fra i costi operativi viene indicato «Costi per godimento beni di terzi»;
è necessario garantire maggiore uniformità di comportamento da parte dei Soggetti Gestori del Servizio idrico integrato, al fine di evitare pretese infondate da parte degli Uffici accertatori, recuperando a tassazione le suddette somme non riconosciute quali costi;
ad adottare iniziative normative volte a:
sostituire all'articolo 12, comma 1, della Legge 5 gennaio 1994 n. 36, le parole «... il quale ne assume i relativi oneri nei termini previsti dalla convenzione e dal relativo disciplinare» con le seguenti: «che pertanto sosterrà i costi derivanti dal mantenimento in efficienza dei beni suddetti e dal loro utilizzo secondo quanto stabilito nella convenzione e nel relativo disciplinare»;
sostituire all'articolo 12 della Legge 5 gennaio 1994 n. 36 il comma 2 con i seguenti commi:
comma 2 - La convenzione ed il relativo disciplinare potranno prevedere il trasferimento in cessione al soggetto gestore del servizio idrico integrato, di altri beni inerenti la gestione del servizio. Per i beni trasferiti in concessione di cui al presente comma ed al comma precedente, potrà essere stabilito un canone di concessione;
comma 2bis - Ove gli enti locali concedenti abbiano in essere mutui contratti per la realizzazione delle opere trasferite in concessione, il canone terrà conto dell'importo delle rate residue di ammortamento dei mutui;
comma 2ter - Il pagamento dei canoni potrà essere effettuato da parte del gestore direttamente agli enti locali o all'Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale (A.A.T.O.). Quest'ultima provvederà al trasferimento delle somme spettanti ai rispettivi enti locali, ed in questo caso le somme trasferite costituiranno mere movimentazioni finanziarie non soggette ad IVA. Per il soggetto gestore rappresenteranno costi per godimento beni di terzi e costituiranno pertanto componente nel calcolo della tariffa all'utenza.
9/5310-bis-C-R/28. Bellotti.
La Camera,
premesso che:
visto il comma 150, articolo 1, atto camera 5310 relativo a disposizioni per la formazione del bilancio dello Stato;
considerata la profonda iniquità sociale della disposizione ivi contenuta volta a limitare i redditi dei lavoratori agricoli e, cioè, dei lavoratori a più basso reddito, a partire dal 1o gennaio 2006;
ad adottare le necessarie iniziative di carattere normativo al fine di delineare un nuovo modello previdenziale che consenta di recuperare i benefici dell'attuale disciplina.
9/5310-bis-C-R/29. Bonito, Rossiello, Folena, Di Gioia, Lumia.
La Camera,
premesso che:
l'indennità speciale a favore dei ciechi ventesimisti, di cui alla legge 21 novembre 1988, n. 508, è inadeguata rispetto alle analoghe indennità concesse per altre situazioni di disagio;
a destinare opportune risorse pe l'incremento della suddetta indennità speciale.
9/5310-bis-C-R/30. Giacco, Battaglia, Bogi, Bolognesi, Labate, Petrella, Turco, Zanotti, Lucà.
La Camera,
premesso che:
è necessario promuovere un programma nazionale di odontoiatria sociale per garantire a tutta la popolazione l'accesso alle cure odontoiatriche;
ad adottare iniziative per garantire alle Regioni un adeguato stanziamento per la spesa sanitaria in modo da consentire un funzionamento degli ambulatori odontoiatrici delle Asl, relativamente ai servizi di ortodonzia e protesi, per l'acquisto di attrezzature, e per l'erogazione in convenzione, da parte di specialisti odontoiatri esterni alle Asl, d prestazioni di ortodonzia e protesi.
9/5310-bis-C-R/31. Galeazzi, Battaglia, Bolognesi, Giacco, Labate, Petrella, Turco, Zanotti, Lucà.
La Camera,
premesso che:
nel 2005 a Melbourne si svolgeranno le Olimpiadi silenziose;
a disporre affinché il Ministero dei beni e delle attività culturali ed il CONI desetinino le risorse necessarie a garantire la partecipazione della rapprsentativa italiana della Federazione italiana sport silenziosi ai Giuochi di Melbourne.
9/5310-bis-C-R/32. Battaglia, Giacco, Turco, Bogi, Bolognesi, Labate, Petrella, Zanotti, Lucà.
La Camera,
premesso che:
va promosso l'utilizzo dei farmaci generici, anche al fine di evitare ulteriori sforamenti del tetto programmatico della spesa farmaceutica;
ad esentare dal pagamento del ticket, nelle Regioni ove questo sia previsto, la prescrizione dei medicinali generici autorizzati dalla legge 425/1996.
9/5310-bis-C-R/33. Labate, Zanotti, Battaglia, Bogi, Giacco, Petrella, Turco, Lucà, Bolognesi.
La Camera,
premesso che:
a seguito delle calamità naturali (eventi sismici e vulcanici) che hanno interessato vari comuni della Provincia di Catania, a decorrere dall'ottobre 2002 è stato proclamato lo stato di emergenza e prevista la sospensione del versamento dei contributi previdenziali; in particolare, con l'O.P.C.M. 18 aprile 2003, n. 3282 (articolo 14, comma 2) è stata stabilita la proroga della sospensione fino al 31 marzo 2004;
il disegno di legge finanziaria in corso di approvazione - al comma 258 dell'articolo 1 - prevede una sospensione dei termini fino al 21 dicembre 2005 per gli enti non commerciali operanti nelle aree individuate ai sensi degli obiettivi 1 e 2 del Regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio, del 21 giugno 1999, che abbiano almeno una sede operativa nei territori colpiti;
con l'O.P.C.M. 19 marzo 2004 era stata disposta fino al 31 dicembre 2005 - per tutti i residenti nei comuni del Molise colpiti dal terremoto dell'ottobre 2002 - la proroga dei termini per il versamento dei contributi di previdenza e di assistenza sociale;
ad intervenire affinché venga disposta la proroga dei contributi previdenziali anche per le popolazioni siciliane - quindi non solo per gli enti commerciali o le persone giuridiche - ciò al fine di evitare una ingiustificata discriminazione e tenuto conto, tra l'altro, che il sisma che a suo tempo investì la provincia di Catania ha avuto effetti più dirompenti di quelli del Molise.
9/5310-bis-C-R/34. Catanoso.
La Camera,
premesso che:
la dichiarata volontà del governo di voler sostenere e rafforzare il potere d'acquisto dei cittadini, con l'obiettivo primario di voler sostenere i consumi, contrasta con la mancata previsione della restituzione del fiscal drag;
infatti, nonostante che la norma del decreto legge 384 del 1992 che prevede appunto la restituzione automatica del fiscal drag, è ancora in vigore, per il quarto anno consecutivo, anche con l'attuale Finanziaria per il 2005, il Governo non ha previsto alcuna restituzione del suddetto drenaggio fiscale, ossia dell'aumento di tassazione indotto dall'inflazione;
ad adottare iniziative normative volte a stanziare adeguate risorse per la restituzione del fiscal drag.
9/5310-bis-C-R/35. Cento, Bulgarelli, Zanella, Boato, Cima, Lion, Pecoraro Scanio.
La Camera,
premesso che:
nella manovra fiscale recentemente approvata e nel disegno di legge finanziaria per il 2005, non sembra esservi adeguata attenzione da parte del governo alla difesa delle fasce più deboli della popolazione;
sono circa 5 milioni le persone, di cui oltre la metà pensionati che, per il loro basso reddito, sono nell'impossibilità di godere delle deduzioni e delle detrazioni fiscali;
a prevedere, nell'ambito della prossima manovra fiscale, opportune iniziative al fine di garantire i legittimi benefici fiscali a favore degli incapienti, al pari di qualunque altro cittadino percettore di reddito.
9/5310-bis-C-R/36. Boato, Zanella, Bulgarelli, Cento, Cima, Lion, Pecoraro Scanio.
La Camera,
premesso che:
a causa del blocco delle assunzioni previsto dalla Finanziaria 2004, vi sono oltre 1.500 vincitori di concorso pubblico per ricercatore e oltre 4.000 professori idonei di universita' ed enti di ricerca che attendono la legittima assunzione;
i concorsi continuano a svolgersi regolarmente, ed entro la fine dell'anno i vincitori di concorso per ricercatore saranno più di 2.000. Di questi, 450 attendono l'assunzione da un anno;
ciò nonostante la stragrande maggioranza dei 1.500 ricercatori senza presa di servizio, continua a svolgere le proprie attività di ricerca e di supporto alla didattica pur non percependo alcuno stipendio;
un ulteriore problema riguarda i professori idonei non strutturati, circa 650 professori non ancora appartenenti alla docenza universitaria che, negli ultimi quattro anni e mezzo, sono stati dichiarati «idonei» a ricoprire il ruolo di professore universitario;
la condizione dei professori idonei non strutturati è per molti versi simile a quella dei vincitori di un concorso per ricercatore: come questi ultimi, sono studiosi attivamente impegnati nella ricerca ma ancora nell'attesa di fare il loro ingresso, dopo molti anni di lavoro, spesso gratuito o precario, nel personale di ruolo dell'università. Eppure la legge finanziaria 2004, mentre ha consentito l'immediata immissione in servizio della maggior parte dei vincitori di concorso per ricercatore, ha imposto il blocco, per il secondo anno consecutivo, delle assunzioni dei nuovi professori;
a differenza di coloro che hanno vinto un concorso per ricercatore, la loro assunzione è subordinata alla «chiamata» da parte di una università. Ma mentre la chiamata di un idoneo già inserito in ruolo ha un costo molto basso, dal momento che si riduce alla differenza tra l'importo del nuovo e del vecchio stipendio, la chiamata di un idoneo «esterno» risulta molto più onerosa, perché il suo costo è uguale all'importo dell'intera retribuzione di un professore;
ad adottare iniziative anche normative al fine di consentire le assunzioni di ricercatori nelle università, dando una risposta positiva al problema dei professori idonei non strutturati.
9/5310-bis-C-R/37. Bulgarelli, Zanella, Boato, Cento, Cima, Lion, Pecoraro Scanio.
La Camera,
premesso che:
al fine di promuovere una efficace politica di sicurezza alimentare;
ad attivarsi perché sia rifinanziato il programma di tutela sanitaria dei consumatori, previsto dalla finanziaria per il 2001, all'articolo 92, comma 15, finalizzato, tra l'altro, a studiare gli effetti sui consumatori dei residui di prodotti fitosanitari presenti negli alimenti, nelle bevande e nell'ambiente;
a sostenere l'adozione di sistemi di rintracciabilità volontaria dei prodotti agricoli ed alimentari allo scopo di migliorare la sicurezza degli alimenti, e accrescere l'informazione a vantaggio dei consumatori, attraverso la concessione di mirati incentivi fiscali;
a promuovere una reale politica finalizzata al benessere animale nella zootecnia anche per quanto riguarda le condizioni di allevamento, incentivando tra l'altro l'adozione di mangimi naturali negli allevamenti stessi.
9/5310-bis-C-R/38. Pecoraro Scanio, Zanella, Boato, Bulgarelli, Cento, Cima, Lion.
La Camera,
premesso che:
il grave squilibrio tra le modalità di trasporto delle merci in Italia è in continuo e preoccupante aumento;
secondo quanto riportato dal Conto Nazionale dei Trasporti nel 1999 il traffico complessivo interno delle merci è stato pari a 242.221 milioni di tonnellate-km, con un aumento del 27 per cento rispetto al 1990 e la percentuale di trasporto su gomma è stata del 67 per cento; lo squilibrio tra il trasporto stradale e le altre modalità è ancora più evidente se si tiene conto anche del traffico di distribuzione per distanze inferiori ai 50 km e per quello svolto da vettori stranieri, esclusi dalle statistiche su menzionate;
l'enorme mole di merci trasportate lungo le strade italiane causa dei gravi problemi di sicurezza, ambientali e di disagio nei punti deboli della rete infrastrutturale, con particolare riferimento ai trafori ed ai valichi alpini, nei quali si concentra una percentuale rilevante dei transiti;
secondo i dati forniti da Confetra nell'anno 1998 circa 135 milioni di tonnellate di merci hanno attraversato le Alpi italiane, il 35 per cento in più rispetto al 1990; il valico più importante per entità di flussi di merce è il Brennero che, con quasi 30 milioni di tonnellate, ha pesato nel 1998 per oltre il 22 per cento dell'intero traffico che ha attraversato l'arco alpino, seguito dal Gottardo con circa 24 milioni di tonnellate;
per ridurre l'impatto dell'autotrasporto merci sul proprio territorio la Svizzera ha istituito un'imposta sul traffico pesante commisurata alle prestazioni, in conformità con il principio di responsabilità stabilito dal Trattato di Maastricht e alle linee guida definite dal libro bianco della Commissione europea sui Trasporti, i quali affermano la necessità di tenere conto dei costi ambientali e delle ulteriori esternalità del trasporto stradale;
la tassa sul traffico pesante è lo strumento cardine, individuato dalla stessa Commissione Europea nel suo recente Libro Bianco sui Trasporti, per stabilire una volta per tutte la verità sui costi delle infrastrutture, «internalizzando» i costi esterni a carico della collettività, in particolare in aree sensibili quale quella alpina, dove vige la Convenzione internazionale delle Alpi;
secondo un calcolo effettuato dalla Commissione, ad oggi le tariffe medie stradali europee, per un mezzo pesante che copre 100 km in pianura, si aggirano attorno agli 8.3 Euro (16 mila Lire), mentre secondo le stime della stessa Commissione europea si dovrebbero pagare invece tra i 12 Euro (23 mila Lire) e i 24 Euro (36 mila Lire) per coprire i costi esterni (costi sanitari e danni alle colture provocati dall'inquinamento atmosferico, costi attribuibili all'usura e alle riparazioni delle infrastrutture, costi sanitari per il rumore, costi medici legati agli incidenti); detti costi dovrebbero essere comunque adeguati alle particolari condizioni del traffico pesante in montagna, considerato che l'inquinamento provocato da un TIR in una vallata alpina è tre volte superiore a quello prodotto in pianura;
la stessa Commissione europea, nel suo Libro Bianco «La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte», indica tra le 60 misure prioritarie nel settore dei trasporti l'introduzione di una Tassa, come quella svizzera, per perseguire l'obiettivo del riequilibrio modale; la Commissione, in assenza di politiche che invertano le attuali tendenze, prevede che nel 2010 i costi esterni della congestione, legati al solo traffico stradale, saranno pari allo 0.5 per cento del PIL comunitario; si prevede infatti un aumento del 50 per cento delle emissioni di anidride carbonica, da 739 milioni di tonnellate dei 1990 a un miliardo e 113 milioni di tonnellate al 2010 (incremento cui il trasporto stradale contribuirebbe per l'85 per cento);
in questo quadro l'opzione ferroviaria è perseguibile subito; i valichi alpini
(Moncenisio/Frejus, Sempione/Loetschberg, Gottardo, Brennero e Tarvisio) oggi sono utilizzati in media soltanto per il 30 per cento delle loro reali potenzialità; secondo alcuni studi sulla capacità reale delle linee di valico transalpine l'ammodernamento ed il potenziamento di tutte le linee a doppio binario esistenti (Ventimiglia, Modane, Domodossola, Luino, Chiasso, Brennero, Tarvisio, Villa Opicina) si potrebbe raggiungere nel 2015 l'obiettivo di 180 milioni di tonnellate/anno di merci trasportate su ferro;
l'articolo 16 del decreto-legge fiscale ha evidenziato come la strategia del Governo in materia di trasporto merci sia basata sulla miope prosecuzione delle agevolazioni fiscali per l'acquisto del carburante, incentivando di fatto il mantenimento dell'attuale squilibrio modale e alterando il mercato;
a valutare l'opportunità di istituire nel nostro paese un'imposta sul trasporto delle merci su strada attraverso confini nazionali dell'arco alpino, commisurata alla massa complessiva dei veicoli con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale del sistema di trasporto e di migliorare la sicurezza stradale;
a predisporre un piano per il riequilibrio modale del nostro sistema trasportistico attraverso l'adozione di un sistema di incentivi per il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia ed al cabotaggio, con particolare attenzione agli attraversamenti alpini, particolarmente sensibili sotto il profilo ambientale e per i quali la stessa Convenzione delle Alpi prevede misure finalizzate alla riduzione delle emissioni inquinanti.
9/5310-bis-C-R/39. Lion, Zanella, Pecoraro Scanio, Boato, Bulgarelli, Cento, Cima.
La Camera,
premesso che:
il traffico stradale incide in modo determinante sulle emissioni di ossido di carbonio, di monossido di azoto, di idrocarburi, nonché di anidride carbonica, con effetti molto gravi sia sul piano sanitario che ambientale;
anche gli elevati livelli di inquinamento acustico nelle aree urbane sono in larga misura attribuibili ad un eccessivo ricorso alla mobilità a motore privata;
in Italia la mobilità su mezzi privati è raddoppiata in generale ed è aumentata di quattro volte nelle aree urbane;
la mobilità su mezzi individuali, in assoluta prevalenza in auto, misurata in passeggeri/km è arrivata a concentrare oltre il 94 per cento degli spostamenti;
in Italia oltre il 70 per cento degli incidenti stradali avvengono in area urbana ed i decessi da incidenti stradali in area urbana sono circa 3000 ogni anno (8,2 al giorno) mentre il numero dei feriti aumento a oltre 150mila all'anno (410 al giorno); il CIPE valuta il danno economico da congestione da traffico nelle tredici maggiori aree urbane del Paese in 6 miliardi euro annui;
la mobilità nelle aree urbane costituisce una priorità politica ed economica: è necessario riequilibrare il trasporto a favore di sistemi integrati di trasporto collettivo e favorire gli spostamenti in bicicletta ed a piedi attraverso azioni integrate di politica urbanistica, sociale ed infrastrutturale;
il trasporto motorizzato privato è evidentemente inadeguato alla conformazione delle città e alle esigenze di chi si sposta e il suo incremento non fa che aggravare una situazione ormai al limite del collasso;
gli spostamenti in bicicletta sono molto diffusi negli altri paesi europei e costituiscono una quota percentuale significativa della mobilità urbana, con indubbi vantaggi sia per quanto riguarda la congestione nelle aree urbane sia sul piano dell'inquinamento atmosferico e acustico;
l'Italia, nonostante le condizioni climatiche favorevoli, è in forte ritardo rispetto alle altre nazioni europee a causa, oltre che di un diverso approccio «culturale», di una strutturale carenza di percorsi ciclabili che permettano di spostarsi con la bicicletta in condizioni di sicurezza;
l'approvazione della legge 19 ottobre 1998, n. 366, ha consentito un importante adeguamento normativo ed è stata accolta con entusiasmo da comuni ed enti locali, che hanno presentato centinaia di progetti per la realizzazione di piste ed itinerari ciclabili;
l'ultima manovra finanziaria che ha stanziato risorse dignitose a favore della legge 366 del 1998 è quella relativa al 2001, mentre negli ultimi quattro esercizi finanziari non sono state stanziate ulteriori risorse, azzerando del tutto la dotazione della legge 366 del 1998;
ad attivarsi affinché sia ripristinata una adeguata dotazione finanziaria della legge sulla mobilità ciclistica, in funzione delle reali esigenze infrastrutturali in tema di mobilità alternativa;
a verificare lo stato di attuazione della legge n. 366 del 1998, attraverso l'elaborazione di un accurato studio che contenga la quantificazione delle risorse stanziate, la loro assegnazione e l'effettivo trasferimento alle singole regioni, il numero e lo sviluppo lineare dei progetti presentati, il numero e lo sviluppo lineare dei progetti ammessi a finanziamento, nonché il relativo stato di realizzazione.
9/5310-bis-C-R/40. Zanella, Lion, Pecoraro Scanio, Boato, Bulgarelli, Cento, Cima.
La Camera,
premesso che:
la Campagna Italiana Contro le Mine - ONLUS, entità che raccoglie al suo interno organizzazioni non governative e istanze della società civile italiana impegnate nella lotta contro le mine, e che rappresenta sul territorio italiano la Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine, Premio Nobel per la Pace nel 1997, ha bisogno di risorse economiche adeguate allo svolgimento del suo importante impegno umanitario;
il Fondo Nazionale per lo Sminamento Umanitario, istituito dalla legge n. 58 del 2001, dispone di finanziamenti insufficienti per far fronte alle molteplici esigenze che l'impegno per la bonifica dei territori minati necessita;
lo stesso Sottosegretario agli Affari Esteri, on. Mantica, durante la presentazione del rapporto annuale sulle mine Landmine Monitor 2003 il 9 settembre di quest'anno, ha dichiarato che le risorse a disposizione non sono sufficienti;
come evidenziano i dati contenuti nell'edizione 2003 del Landmine Monitor Report, la situazione di inquinamento da mine nel mondo rimane drammatica, e la necessità di interventi a favore delle popolazioni costrette a convivere quotidianamente con questo incubo rimane pressante;
sono almeno 82 i Paesi afflitti da questo flagello, che ha mietuto nel 2002 circa 20.000 vittime, l'85 per cento delle quali civili;
sebbene i finanziamenti stanziati a livello globale per l'azione contro le mine nel 2002 siano cresciuti del 30 per cento rispetto all'anno precedente, è necessario un ulteriore incremento se si vuole assicurare che i Paesi colpiti dalle mine possano raggiungere l'obiettivo di liberarsi da questo flagello nell'arco di 10 anni dall'adesione alla Convenzione;
secondo le agenzie internazionali che si occupano di sminamento, agli attuali livelli di finanziamento ci potrebbero volere 200 anni per bonificare il territorio della sola Bosnia - Erzegovina;
ulteriori finanziamenti sono inoltre necessari per realizzare programmi adeguati
di assistenza e riabilitazione delle vittime, carenti in uno più aspetti in almeno 48 i Paesi;
di fronte ad una crisi di tali proporzioni, ed in considerazione della responsabilità morale che incombe sul nostro Paese per il ruolo svolto nella proliferazione delle mine nei decenni passati, l'Italia deve continuare ad offrire un contributo cospicuo alle attività volte ad eliminare il pericolo rappresentato da questi ordigni;
a garantire l'individuazione delle risorse necessarie al funzionamento del fondo nazionale per lo sminamento umanitario.
9/5310-bis-C-R/41. Cima, Boato, Bulgarelli, Cento, Lion, Pecoraro Scanio, Zanella.
La Camera,
premesso che:
la situazione dell'industria siderurgica e metalmeccanica lamenta una difficoltà congiunturale e strutturale nel nostro paese dovute sia ai prezzi delle materie prime che dell'energia; l'Azienda Alcoa, ex Aluminia, ex gruppo EFIM, usufruisce di una facilitazione nell'area dell'energia decisa con decreto ministeriale 19 dicembre 1995 n. 39, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16 gennaio 1996 che scade nel 2005 e con ciò ha fino ad ora garantito la produzione e l'occupazione di circa 2700 operai in Italia (Sardegna, Lazio, Veneto); il caso era già stato sollevato alla Camera con due interrogazioni;
occorrerebbe istituire un tavolo che porti alla proroga di tale decreto, al suo allargamento anche a realtà non insulari;
ad adottare interventi di sostegno della realtà produttiva delle aree sottoutilizzate, comprese quelle non insulari e montane.
9/5310-bis-C-R/42. Sandi.
La Camera,
premesso che:
il testo della finanziaria conseguente al cosiddetto maxiemendamento presentato dal governo al Senato prevede un'ulteriore riduzione degli stanziamenti del Bilancio dello Stato per consumi intermedi non aventi natura obbligatoria, per un importo pari a 700 milioni di euro per l'anno 2005 e a 1.300 milioni di euro a decorrere dall'anno 2006;
tali riduzioni si aggiungono a quella determinata dalle disposizioni recate dall'attuale comma 8, che comportano con riferimento alle dotazioni di competenza per consumi intermedi non aventi natura obbligatoria, una riduzione pari a 1.129,81 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007;
alle previsioni di riduzione delle dotazioni di competenza per consumi intermedi recate dall'attuale testo della legge finanziaria bisogna inoltre aggiungere le pesanti riduzioni apportate, alle medesime spese, dal decreto legge del 12 luglio 2004 n. 168;
le riduzioni di spesa previste in finanziaria, di fatto, si risolvono in una contrazione delle spese per beni e servizi di circa il 12 per cento;
i tagli sono il frutto di un approccio indifferenziato e generico, quello dei «tetti» di spesa, che il governo ha utilizzato per ridurre le spese dei ministeri;
l'effetto sarà quello, per un verso, di disorientare l'indotto dei fornitori e degli operatori economici, esponendoli ad una continua contrazione di commissioni che non trovano compensazioni né giustificazioni in obiettivi di crescita conosciuti e condivisi. Per altro verso, il contenimento della spesa pubblica così come realizzato dall'esecutivo, rischia di pregiudicare gli stessi livelli essenziali d'esercizio delle funzioni pubbliche;
tutto ciò al prezzo di pesanti effetti restrittivi su un'economia nazionale già in forte tensione congiunturale con particolari ricadute per l'economia del territorio della città di Roma sede di tutti i ministeri colpiti dalla scure;
ad adottare tempestivamente idonei provvedimenti atti a controbilanciare gli effetti restrittivi che i tagli ai ministeri determineranno sull'economia nazionale ed in particolare su quella della città di Roma.
9/5310-bis-C-R/43. Giachetti.
La Camera,
premesso che:
la legge 24 novembre 2003, all'articolo 26, comma 11-quater ha stabilito l'alienazione degli alloggi di cui alla legge 18 agosto 1978, n. 497 e successive modificazioni non ubicati all'interno di basi, impianti ed installazioni militari ed occupati da personale con titolo scaduto, ad eccezione di quelli ai cui utenti sia stato notificato avviso di recupero forzoso;
l'ordine del giorno n. 9/4447/149, accolto dal Governo nella seduta del 19 novembre 2003 della Camera dei Deputati, al fine di evitare interpretazioni discrezionali circa l'applicazione della norma prevista alla lettera c) del citato comma 11-quater, ha chiarito in maniera inequivocabile che per «notifica del provvedimento di recupero forzoso» deve intendersi «la notifica di sentenza passata in giudicato del provvedimento di recupero forzoso»;
al fine di soddisfare l'esigenza primaria della mobilità del personale militare, la legge in premessa, all'articolo 26, comma 11-sexies ha previsto la rassegnazione di 20 milioni di Euro da destinare al pagamento dei canoni di affitto di eguale numero di alloggi di quelli alienati;
la legge finanziaria 2005 all'articolo l, comma 446, 13-sexies ha destinato la somma di Euro 30 milioni per l'anno 2005 per il finanziamento di edilizia residenziale in favore del personale dei ruoli dei sergenti e dei volontari in servizio permanente;
giusto quanto stabilito dall'articolo 5 della legge 18 agosto 1978, n. 497, non possono essere comunque assimilati ad infrastrutture militari i fabbricati ubicati all'esterno di basi, impianti, installazioni militari, a nulla valendo interpretazioni discrezionali se non espressamente previste dalla legge;
a procedere alla alienazione, senza esclusione alcuna, degli alloggi di servizio ubicati all'esterno di basi, impianti, installazioni militari ed occupati da personale con titolo concessorio scaduto;
a limitare eventuali esclusioni dal piano di vendita solo a quegli alloggi la cui ubicazione risulti essere all'interno delle infrastrutture militari e che siano occupati da personale che al loro interno presta servizio;
ad adottare iniziative normative volte a prevedere quale causa di esclusione dal processo di vendita, solo la notificazione all'utente della sentenza passata in giudicato sul provvedimento di recupero forzoso.
9/5310-bis-C-R/44. Ascierto.
La Camera,
premesso che:
considerata l'assoluta necessità di investimenti rilevanti nei porti italiani e gli impegni fin qui assunti dalle autorità portuali;
a chiarire con gli opportuni atti, che le limitazioni contenute nella circolare 35/2004 del Ministro dell'economia e delle
finanze, rivolta anche alle autorità portuali, non riguardano in alcun modo le spese per gli investimenti nei porti.
9/5310-bis-C-R/45. Duca, Mazzarello.
La Camera,
premesso che:
il comma 387 della legge finanziaria 2005 introduce una riserva di attività in capo allo Stato, in un settore ove operavano in precedenza un numero rilevante di aziende private;
si rende di conseguenza necessario un periodo transitorio che consenta a queste aziende di transitare in modo non traumatico al nuovo regime di «convenzionamento»;
l'Amministrazione dovrà comunque attrezzarsi per far fronte al prevedibile maggior flusso di utenza sulle Conservatorie e per definire il rapporto ottimale tra domanda soddisfatta direttamente e domanda professionale servita dai privati convenzionati;
a dare direttive affinché si tenga conto nella predisposizione delle Convenzioni di cui al comma 374 del disegno di legge finanziaria dei principi previsti dalla Direttiva 2003/98/CE in materia di riutilizzo delle informazioni del settore pubblico.
9/5310-bis-C-R/46. Patria.
La Camera,
premesso che:
gli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, posti alla base della manovra finanziaria, non trovano alcun giovamento dalla limitazione delle spese di funzionamento e di personale degli organismi pubblici di regolazione e di governo settoriale finanziati dai soggetti beneficiari dell'attività regolatoria ed i cui fondi non transitano per il bilancio dello Stato né sono previsti in appositi capitoli di spesa;
l'assoggettamento delle spese di tali organismi agli stessi vincoli previsti per le amministrazioni che, al contrario, gravano sul bilancio dello Stato potrebbe altresì nuocere gravemente alla funzionalità degli stessi ed allo svolgimento dei loro compiti d'istituto, senza peraltro influire sui saldi di bilancio;
ad adottare iniziative volte ad interpretare le norme della legge finanziaria per il 2005 che stabiliscono limiti di spesa per il funzionamento e per il personale delle amministrazioni pubbliche nel senso che dette norme non si applicano agli organismi di cui alla legge 14 novembre 1995, n. 481, nei limiti in cui gli stessi sono finanziati con il contributo di cui all'articolo 38, lettera b, dell'articolo 2 della medesima legge.
9/5310-bis-C-R/47. Saglia, Tabacci, d'Agrò, Garnero Santanché.
La Camera,
premesso che:
il comma 544, inserito durante l'esame al Senato, stabilisce, ai sensi dell'articolo 1 comma 2, della legge 27 luglio 2000, n. 212 (Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente), l'interpretazione autentica dell'articolo 4 del regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939, n. 1249, relativamente ai criteri per la determinazione della rendita catastale per opifici industriali e artigianali;
in particolare si prevede, per la determinazione della rendita catastale, l'assimilazione agli immobili di impianti e macchinari, con conseguente aumento del valore imponibile, che comporterà per le imprese, così come viene segnalato dall'API (Associazione Piccole e medie industrie)
e da Confindustria, una moltiplicazione sensibile dell'esborso in sede di ICI e dunque un aggravio pesante sui loro bilanci lordi;
inoltre essendo assoggettati all'ICI beni quali ad esempio i carri-ponte, di cui non sarà facile determinare la rendita catastale, è facilmente prevedibile il gran numero di contenziosi che si verrà a creare tra imprese e pubbliche amministrazioni;
se corrisponde al vero che la norma trovi la sua origine da lunghe liti tributarie legate alle turbine dell'ENEL, non si comprende il motivo per il quale una casistica così specifica debba essere assunta come pretesto per estendere un provvedimento a strumentazioni aziendali completamente diverse;
tale norma, quindi, penalizza fortemente le piccole imprese artigiane ed industriali, come quelle del settore lapideo che, colpite da una grave crisi, avrebbero invece bisogno di norme di sostegno per il loro rilancio;
ad assumere con urgenza una iniziativa legislativa in modo da permettere una interpretazione della norma prevista dal comma 544 che non provochi ricadute per le imprese industriali ed artigianali che utilizzano macchinari (come carri-ponte, gru, pese a ponte, i serbatoi o i silos non infissi al suolo ma dotati solo di piano d'appoggio, eccetera.), al fine di evitare un incomprensibile ed ingiusto aumento della rendita catastale.
9/5310-bis-C-R/48. Cordoni, Carli, Raffaella Mariani, Lumia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, commi da 85 a 88, del disegno di legge in esame, reca disposizioni in materia di assicurazioni contro i rischi in agricoltura a seguito di calamità naturali), coerentemente con le finalità di incentivare il passaggio da un sistema contributivo-indennizzatorio a un sistema assicurativo contro i danni;
relativamente agli interventi di cui al disposto dell'articolo 127 comma 3 della legge 23 dicembre 2004 no388, istitutivo presso l'ISMEA di un fondo riassicurativi finalizzato a favorire la riduzione delle conseguenze dei rischi atmosferici,e con particolare riferimento al periodo di sperimentazione previsto all'articolo 2, comma 2 della legge 13 novembre 2002 no256, e tenuto conto dei risultati della campagna assicurativa 2004 che ha visto, a fronte di una dotazione di Euro 20.000.000,00 l'utilizzo effettivo da parte del mercato assicurativo in favore delle imprese agricole di soli 9.600.000;
visti i limiti temporali di cui al citato articolo 2 comma 2 di sperimentazione contenuti in tre anni, a favorire il pieno utilizzo delle risorse incrementate e messe a disposizione dal disegno di legge in easme, attraverso i soggetti cedenti già attivi sul mercato nel 2004 garantendo agli stessi la medesima quota di dotazione finanziaria effettivamente utilizzata nel 2004, a conferma del rapporto di fiducia gia instauratosi tra le Compagnie assicurative e i soggetti del mondo agricolo beneficiari del servizio,ciò in riferimento al già citato articolo 2, comma2 nella parte in cui prevede « il predetto contributo è concesso a condizione che sia accertato il conseguimento di un adeguato vantaggio economico a favore delle imprese agricole».
9/5310-bis-C-R/49. Santori.
La Camera,
premesso che:
molti enti della pubblica amministrazione (tra cui INPS, INAIL e INPDAP) sono ricorsi per le nuove assunzioni ai contratti di formazione lavoro, ai sensi e
con le modalità previste dell'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165;
a partire dall'anno 2001, sono stati assunti moltissimi giovani con contratti di formazione lavoro, permettendo alle pubbliche amministrazione di fare fronte alle carenze d'organico;
lo spirito della disciplina sui contratti di formazione e lavoro è quello di favorire la stabilizzazione di tali rapporti di lavoro, mediante la loro conversione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato;
la disciplina di tali contratti prevede che i lavoratori, che abbiano svolto attività di formazione, possano essere assunti a tempo indeterminato, permettendo al datore di lavoro pubblico di utilizzare risorse già formate, senza dover attuare procedure concorsuali;
nella legge finanziaria per il 2003 e in quella per il 2004, invece di prevedere una loro assunzione stabile a tempo indeterminato, sono stati prorogati i contratti di formazione lavoro; anche nella finanziaria per il 2005 si prevede una ulteriore proroga per tali contratti;
con questa terza proroga si sta perpetuando la precarietà di questi giovani che, con il loro lavoro, coprono le carenze d'organico di istituti che da tempo vedono bloccate le assunzione del proprio personale;
tale stato di cose, oltre a rappresentare una violazione delle norme che disciplinano i contratti di formazione lavoro, rappresenta un vero e proprio sfruttamento di giovani lavoratori che svolgono di fatto mansioni di funzionario ma che percepiscono in media dai 250 ai 300 euro in meno in busta paga;
su questa questione, all'indomani dell'annuncio dell'ennesima proroga dei contratti, si sono svolte diverse manifestazioni (come quella dei lavoratori dell'INPS del Veneto dello scorso ottobre), che hanno visto la solidarietà anche dei dirigenti degli istituti interessati;
ad adottare iniziative normative volte a prevedere la trasformazione di tali contratti di formazione lavoro in contratti a tempo indeterminato.
9/5310-bis-C-R/50. Ruzzante.
La Camera,
premesso che:
tutto il sistema produttivo nazionale sta attraversando un serio momento di difficoltà: inefficienze strutturali, arretratezza di modelli di gestione e di strategie di sviluppo, inadeguate norme di carattere fiscale, segnatamente nel quadro dei contributi previdenziali ed assistenziali, e diversi altri fattori di vincolo concorrono a rendere critico lo sviluppo e la competitività delle imprese del nostro paese. La questione riguarda tutti i settori economici e politici, dal primario agricolo a quello dei servizi;
il settore della produzione agricola nazionale, segnatamente del sistema ortofrutticolo, sta attraversando un momento di incertezza e di difficoltà particolarmente grave. A fronte di costi alla produzione che via via diventano sempre più elevati, si riscontrano prezzi pagati agli agricoltori spesso appena sufficienti a coprire le spese sostenute per le relative coltivazioni e non di rado anche inferiori ad esse, ma con il paradosso che il consumatore si confronta con prezzi di mercato insostenibili per gli acquisti quotidiani;
il perdurare di situazioni di crisi dei prezzi di vendita alla produzione, verificatesi con continuità negli ultimi tre anni e che hanno interessato le maggiori colture ortofrutticole del sistema rurale italiano, in particolare dei territori vocati dell'Agro Pontino e quelli pugliesi della
Provincia di Taranto (si fa riferimento soprattutto alle zucchine da un lato e all'uva da tavola dall'altro), ha aggravato un fenomeno già emergenziale in condizioni normali, quale quello del regime dei contributi SCAU;
da almeno un mese nel comune di Ginosa (TA), sono in atto presidi di agricoltori e di esponenti di organizzazioni sindacali (unione agricoltori) per sensibilizzare il Governo affinché si occupi della questione. Con altre procedure, come sottoscrizione di note interprofessionali siglate in Agro Pontino (mercato ortofrutticolo di Fondi) ed inviate al Governo, analoga sensibilizzazione è stata operata dagli esponenti dei sindacati agricoli della provincia di Latina;
nella giornata del 9 dicembre 2004, il Ministro dell'economia e delle finanze con nota protocollo n. 1409, in risposta al Presidente della Commissione bilancio del Senato della Repubblica e di seguito fatta pervenire al Sindaco del Comune di Palagianello (TA) perché servisse per rispondere alla aspettative del presidio di Ginosa, dichiarava la propria intenzione di procedere alla riforma del sistema dei contributi SCAU, perché ormai fuori mercato rispetto a quelli pagati dagli agricoltori europei;
la riforma auspicata potrebbe altresì concorrere a dare respiro alla quasi totalità dei produttori ortofrutticoli del centro sud, che per via di situazioni di crisi di mercato e di emergenze calamitose, sopportano altissimi livelli di indebitamento bancario, con serio rischio di perdere le proprie imprese;
ad intraprendere opportune iniziative, tra cui azioni di carattere conoscitivo e di indagine, volte a verificare quali siano le problematicità più gravi che causano o possono causare la tenuta e lo sviluppo competitivo delle imprese del sistema produttivo nazionale, anche al fine di impedirne la trasformazione in casi di crisi o correggerne le possibili deviazioni;
a procedere alla revisione del sistema dei contributi SCAU, anche in conformità alle dichiarazioni pronunciate dal Ministro dell'economia e delle finanze nelle circostanze citate;
ad attivarsi in maniera specifica per dare una pronta soluzione al grave problema dell'indebitamento bancario che colpisce soprattutto gli agricoltori del Centro Sud del Paese.
9/5310-bis-C-R/51. Ricciuti, Burani Procaccini.
La Camera,
premesso che:
si è registrata, negli ultimi due anni, una contrazione delle donazioni nei confronti del terzo settore, le cui entrate derivanti da erogazioni liberali rappresentano solo il 3 per cento, a fronte dell'8,8 per cento della Gran Bretagna, del 12,9 per cento degli Stati Uniti e del sorprendente 18,8 per cento della Spagna;
il sistema delle erogazioni liberali necessita di una semplificazione agganciando, per esempio, la misura dell'incentivo direttamente all'imponibile;
ad adottare disposizioni volte ad una deduzione, dal reddito complessivo del soggetto erogatore, dell'ammontare delle liberalità in denaro o in natura fatte in favore di associazioni e di altre organizzazioni non lucrative italiane aventi scopi solidaristici e sociali.
9/5310-bis-C-R/52.(Testo modificato nel corso della seduta).Volontè, Lupi, Realacci, Chiti, Pinza.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 370, del disegno di legge finanziaria 2005, che prevede il divieto di riutilizzazione commerciale dei
documenti, dei dati e delle informazioni catastali ed ipotecari acquisiti dagli archivi catastali o da pubblici registri immobiliari tenuti dagli uffici dell'Agenzia del territorio;
l'articolo 1, comma 374 prevede la possibilità di riutilizzazione commerciale solo nell'ambito di apposite convenzioni stipulate tra gli operatori e l'Agenzia del Territorio e fermo restando il principio che per ciascun riutilizzo siano comunque dovuti i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie previste per la prima acquisizione.
l'attività di raccolta e di riutilizzo di tali informazioni è svolta dagli operatori del settore secondo quanto previsto dalla normativa vigente;
la limitazione allo svolgimento di tale attività nonché l'eccessivo aggravio di imposta comporterebbe una forte contrazione nell'attività economica del comparto con una possibile significativa riduzione degli occupati;
la direttiva europea 96/9/CE relativa alla tutela giuridica della banche dati tutela il titolare di banche dati ed incoraggia l'attività di riutilizzazione e sfruttamento economico dei dati stessi;
il nostro Paese sta recependo la direttiva 2003198/CE che impegna gli Stati membri ad adottare una normativa che disciplini l'impiego commerciale delle informazioni provenienti dallo Stato e dagli Enti pubblici;
fino alla stipula delle convenzioni di cui al comma 374 appare legittima la prosecuzione delle attività in atto;
a dare direttive affinché si tenga conto nella predisposizione delle Convenzioni di cui al comma 374 del disegno di legge finanziaria dei principi previsti dalla Direttiva 2003/98/CE in materia di riutilizzo delle informazioni del settore pubblico.
9/5310-bis-C-R/53. D'Agrò, Patria.
La Camera,
premesso che:
in Italia sono numerosi i casi di soggetti con danni irreversibili a seguito di complicazioni derivanti dalla somministrazione di vaccini obbligatori e che pertanto sono costretti a condurre una esistenza in tutto limitata, rinunciando al lavoro, alla realizzazione professionale e ad avere una famiglia propria;
il riconoscimento, in sede legislativa, dei diritti umani ed economici delle persone che hanno visto sacrificare o comunque compromettere la loro vita in nome dell'interesse collettivo, sta subendo notevoli ritardi;
ad individuare, in tempi rapidi, le modalità che riterrà più opportune al fine di corrispondere l'ulteriore equo indennizzo richiesto dai predetti soggetti a compensazione del danno ricevuto a seguito di vaccinazione obbligatoria.
9/5310-bis-C-R/54. Maninetti.
La Camera,
premesso che:
presso l'Amministrazione della giustizia sussistono forti carenze di personale con profilo professionale di ufficiale giudiziario che rendono difficoltoso il proseguimento delle relative attività presso i Tribunali e le Corti d'appello;
per fronte a tali carenze sono stati autorizzati ed espletati concorsi pubblici per il reclutamento di tale personale;
a causa del blocco delle assunzioni previsto dalla Finanziaria 2004 non è stato possibile procedere alle assunzioni di tutti i vincitori;
questo fatto ha creato un grave e legittimo senso di frustrazione nei vincitori di concorso non assunti ed una legittima
contestazione da parte loro e delle loro famiglie, per cui tale situazione di fatto non è ulteriormente accettabile;
a dare priorità, nell'ambito delle deroghe per le assunzioni previste dal disegno di legge finanziaria per il 2005, al reclutamento degli ufficiali giudiziari vincitori del concorso del Ministero di Grazia e Giustizia e copertura delle rimanenti vacanze di organico.
9/5310-bis-C-R/55. D'Alia, Mazzoni.
La Camera,
premesso che:
l'Organizzazione Mondiale della Sanità, equipara la sordità profonda e la cecità: disabilità egualmente gravissime;
da decenni, in violazione ad ogni legittimità, i sordi subiscono una sperequazione economica ed una gravissima lesione dei diritti costituzionali;
a sanare in tempi rapidi il divario dell'indennità di comunicazione in maniera tale da porre termine ad una evidente non equanime situazione di trattamento tra distinte ma egualmente gravi disabilità.
9/5310-bis-C-R/56. Filippo Drago.
La Camera,
premesso che:
il comma 113 dell'articolo 1 prevede lo stanziamento di 10 milioni di euro per la costituzione di un fondo per il sostegno finanziario all'acquisto di unità immobiliari ad abitazione principale da parte delle giovani coppie;
le esperienze di questi anni hanno dimostrato come analoghe risorse siano state destinate dalle regioni con ottimi risultati rispetto alla tempistica e al numero di soggetti che hanno usufruito di tale agevolazione;
a valutare l'opportunità di indirizzare le risorse finanziarie stanziate verso gli strumenti già posti in essere dalle regioni, per l'accesso ai benefici di cui in premessa.
9/5310-bis-C-R/57. Peretti.
La Camera,
premesso che:
i commi 268, 269, 270 e 271 dell'articolo 1, recanti estensione della legge del 15 maggio 1989, n. 181, escludono il territorio della Marsica dalle zone che necessitano di interventi di reindustrializzazione e di promozione industriale;
la Marsica attualmente versa in una situazione di grande difficoltà. Essa è alle prese con una congiuntura industriale molto difficile: ne sono testimonianza gli stati di crisi delle aziende Oliit, Kidco Service, Fiamm, Brenta che hanno prodotto pesanti conseguenze occupazionali con oltre mille posti di lavoro a rischio che si aggiungono a quelli già persi;
tutto questo è dunque una manifestazione tangibile della criticità del sistema imprenditoriale marsicano che assume dei risvolti drammatici anche dal punto di vista sociale;
a questo si aggiunge che l'uscita dell'Abruzzo dal novero delle regioni dall'Obiettivo 1 ha prodotto anche la perdita dei fondi strutturali che sta facendo registrare negli ultimi anni preoccupanti segni di arretramento;
sono necessari investimenti, progetti, opere, così da invertire la tendenza al ridimensionamento e al disinvestimento,
che è costata alla Marsica consistenti perdite tecnologiche, occupazionali e professionali;
ad adottare iniziative normative volte a prevedere l'inserimento dell'Area di Avezzano tra le zone che necessitano di interventi di reidustrializzazione e di promozione industriale di cui ai commi in premessa, per rendere possibile una ripresa economica della zona Marsicana.
9/5310-bis-C-R/58. De Laurentiis.
La Camera,
premesso che:
le Camere di commercio si finanziano quasi esclusivamente con il diritto pagato Annualmente dallei imprese iscritte al registro delle imprese;
l'unica voce del bilancio statale a favore delle Camere di commercio è quella relativa alle funzioni esercitate dagli uffici metrici provinciali (trasferite con il decreto legislativo n. 112/1998) e che tale trasferimento ammonta a circa 5,2 milioni di euro, ovvero valore pari allo 0,8 per cento delle entrate camerali da diritto annuale;
il finanziamento di tali funzioni può essere garantito con il rimborso dei costi a tenuti dalle Camere di commercio attraverso il meccanismo previsto dalla lettera e), comma 1 dell'articolo 18 della legge n. 580 del 1993, che prevede per le Camere di commercio la possibilità di finanziarsi tramite i proventi derivanti dalla gestione di attività e dalla prestazione di servizi;
l'eliminazione del trasferimento alle CCIAA per gli Uffici metrici comporterebbe una riduzione dei contributi statali di quasi 5,21 milioni di Euro per il 2005, e un risparmio cumulato di circa 26 milioni di curo per l'intero periodo 2005-2009;
l'abolizione del trasferimento annuale per le funzioni svolte dagli uffici metrici consentirebbe una fuoriuscita graduale delle Camere di commercio dal sistema della tesoreria unica in quanto verrebbe meno la motivazione di fondo per cui le Camere di commercio sono soggette al tale sistema;
tale soluzione farebbe registrare un risparmio complessivo sul bilancio dello Stato, considerata l'eliminazione degli interessi da riconoscere alle Camere di commercio oltre che trasferimenti allo Camere di commercio per le funzioni trasferite con il decreto legislativo n.112 del 1998;
a porre in essere tutti i provvedimenti necessari per la fuoriuscita graduale delle Camere dì commercio dal Sistema di tesoreria unica, assicurando la copertura finanziaria attraverso la soppressione dei trasferimenti di risorse a carico dello Stato per le funzioni degli uffici metrici trasferite alle Camere di commercio con il decreto legislativo n. 112 del 1998, e ad attivarsi modificare il sistema di finanziamento di tali attività.
9/5310-bis-C-R/59. Mereu, D'Agrò.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 97, del disegno di legge rinnova, per gli anni 2005, 2006 e 2007, il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, già previsto nelle precedenti manovre finanziarie, anche per gli enti di ricerca;
il protrarsi di tale situazione può determinare significative difficoltà per un comparto da tutti ritenuto di rilevanza strategica per il rilancio dello sviluppo del Paese e va sottolineato come in questo comparto, stante la peculiare natura dell'attività svolta, appare particolarmente necessario assicurare l'apporto di nuovo personale;
si auspica che l'andamento della finanza pubblica nel corso del 2005 consenta di rivedere tale disciplina, superando il blocco delle assunzioni negli anni 2006 e 2007;
gli enti di ricerca potranno comunque avvalersi delle disposizioni derogatorie di cui ai commi 98 e 99 del medesimo articolo 1, e ritenuto che la situazione degli enti di ricerca configuri di per sé quelle «indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza e urgenza» che costituiscono requisito per accedere a tale deroga;
ad assicurare che una quota adeguatamente ampia delle assunzioni a tempo determinato che saranno autorizzate in attuazione delle disposizioni di cui ai citati commi 98 e 99 dell'articolo 1 sia riservata agli enti di ricerca.
9/5310-bis-C-R/60. Palumbo, Crimi.
La Camera,
premesso che:
il regime di continuità territoriale per il trasporto aereo con la Sardegna ha termine il 31 dicembre 2004;
è in corso la procedura prevista dall'articolo 36 della legge n. 144 del 1999, per l'esercizio della continuità territoriale dal 1o gennaio 2005, con l'imposizione degli oneri di servizio pubblico e senza oneri per lo Stato;
la procedura è stata bloccata da un ricorso della società Alitalia accolto dal TAR del Lazio, che ha fissato al 13 gennaio 2005 la discussione della richiesta di sospensiva presentata dall'Alitalia, con la conseguente prospettiva che dal 1o gennaio 2005 non sia più in vigore il regime di continuità territoriale;
si profila di dover ricorrere alla procedura di gara per l'assegnazione delle rotte in regime di continuità territoriale, anch'essa prevista dall'articolo 36 della legge n. 144 del 1999, che contempla oneri per lo Stato;
a porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché il regime attuale di continuità territoriale sia prorogato dal 1o gennaio 2005 fino all'espletamento della nuova procedura;
ad assicurare, ove necessaria, la disponibilità delle risorse per la continuità territoriale della Sardegna, previste dalla legge n. 144 del 1999 e successive modificazioni.
9/5310-bis-C-R/61. Maurandi, Cabras, Carboni, Ladu, Tonino Loddo, Soro.
La Camera,
premesso che:
le province di Brindisi e Taranto sono collocate, nelle statistiche sulla «vivibilità» annualmente redatte da Il Sole 24 Ore tra le peggiori 20 d'Italia, essendo contemporaneamente le aree con la maggior incidenza di tumori dovuti a fattori ambientali e con i tassi di disoccupazione più elevati;
per la provincia di Taranto il tasso di disoccupazione (anno 2000) era pari al 21,4 per cento a fronte del 17,3 per cento della regione Puglia ed al 10,3 per cento nazionale. A Brindisi invece il tasso di disoccupazione si attesta attorno alla media pugliese. Le statistiche epidemiologiche indicano un'incidenza di tumori a fronte di un dato nazionale del 2,7 per mille abitanti, superiore di tre o quattro volte; il declino dell'industria di Stato e le trasformazioni dell'economia mondiale hanno posto in crisi un modello che aveva consentito alla Puglia di primeggiare nei decenni scorsi tra le regioni meridionali; a ciò è seguito un declino della società civile ed un rapido svilupparsi della criminalità organizzata;
taluni segnali positivi, che il Governo regionale di centro-destra ha provveduto ad esaltare, consentono di portare avanti un progetto di rilancio economico e civile:
l'incremento dei traffici portuali e aeroportuali, la buona tenuta del comparto agricolo, la vitalità delle piccole e medie imprese e della cantieristica, l'accordo con l'ILVA, i recentissimi accordi per il rilancio del tessile-abbigliamento-calzaturiero e del legno-arredo;
si ritiene necessario sviluppare le potenzialità economiche della Puglia ed in particolare delle province di Brindisi e Taranto secondo linee coordinate tra Stato e Regione;
ad attivarsi perché siano estese estendere per quanto possibile, nelle province suddette, il modello della concertazione istituzionale mediante il metodo degli accordi di programma e l'applicazione degli strumenti di promozione industriale previsti dall'articolo 73 della legge n. 289 del 2002 (Legge Finanziaria per il 2003);
ad esaminare l'opportunità di creare punti franchi nelle aree portuali di Taranto e Brindisi, in particolare tenendo conto che Brindisi è snodo fondamentale del «corridoio n. 8» che collega le regioni adriatico-ioniche con l'area balcanica ed i Paesi del Mar Nero;
ad estendere le agevolazioni tariffarie previste dalle norme sulla «continuità territoriale», volte a ridurre il gap economico della distanza fisica dai mercati di sbocco, anche allo scalo aeroportuale di Brindisi;
ad individuare ulteriori risorse volte a potenziare l'attività di terminal (container, idrocarburi e passeggeri), sulla base di progetti già sviluppati, nei porti di Brindisi e Taranto.
9/5310-bis-C-R/62. Vitali, Tucci.
La Camera,
premesso che:
il decreto legislativo n. 146 del 2000 ha provveduto all'adeguamento delle strutture e degli organici dell'Amministrazione penitenziaria istituendo i ruoli direttivi ordinario e speciale del Corpo di polizia penitenziaria e sostanzialmente equiparandolo agli altri Corpi militarizzati, ancorché ad ordinamento civile, dello Stato;
in tale riforma, diversamente dagli altri Corpi, ivi compreso il Corpo forestale, il personale appartenente al ruolo direttivo speciale in servizio non ha potuto usufruire del riallineamento di carriera con il passaggio da commissario capo a commissario coordinatore penitenziario o da vice commissario a commissario capo;
tale sperequazione si riflette negativamente sulla funzionalità del Corpo e sull'ottimale gestione dei compiti e colpisce ingiustamente personale altamente qualificato in servizio da lungo tempo, il disegno di legge finanziaria prevede un incremento di risorse per il personale statale ed in particolare per quello appartenente alle forze armate;
ad adottare iniziative normative al fine di equiparare il riallineamento delle carriere del personale appartenente al ruolo direttivo speciale del Corpo di polizia penitenziaria a quello degli altri Corpi militarizzati.
9/5310-bis-C-R/63. Marras.
La Camera,
premesso che:
con il decreto 5 ottobre 2004, n. 249, convertito in legge il 1o dicembre 2004 si applica la cigs per il personale Alitalia a seguito dell'accordo sindacale stipulato in data 6 ottobre 2004 tra Governo, azienda e sindacati di categoria; considerato che con il protocollo di intesa si prevede la collocazione in cassa integrazione
e/o in mobilità di personale considerato in esubero a partire da gennaio 2005;
la previsione della durata dei trattamenti individuali di integrazione salariale straordinaria e di mobilità è di 60 mesi decorrenti dalla data di accesso alle prestazioni;
con questo protocollo si indica quale criterio par la individuazione del personale da collocare in mobilità, l'avvenuta maturazione, o la maturazione nel corso di periodo di fruizione del trattamento di mobilità, dei requisiti di età e/o contribuzioni utili per l'accesso ai trattamenti pensionistici di anzianità;
così procedendo è previsto che un certo numero di lavoratori e/o lavoratrice potrebbe usufruire del trattamento combinato del cigs e mobilità per una durata massima di 60 mesi e maturare i requisiti per la pensione di anzianità nell'arco di utilizzo di questi ammortizzatori sociali, se fossero applicate le regole pensionistiche previste dalla legge Dini del 1995;
con l'entrata in vigore dal 1o gennaio 2008 della riforma delle pensioni saranno penalizzati tutti quei dipendenti che, secondo le attuali regole matureranno i requisiti della pensione di anzianità dal 2008 in poi escludendoli da tale condizione favorevole;
a modificare l'attuale legge di riforma delle pensioni per consentire a molti lavoratori e lavoratrici in cigs o in mobilità (come nel caso dei dipendenti Alitalia) di usufruire della precedente normativa e quindi di vedere applicato quanto previsto dal protocollo di intesa.
9/5310-bis-C-R/64. Bellini, Luigi Martini, Guerzoni, Battaglia, Sciacca, Amici, Duca, Pistone.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 289/2002 (articolo 9, comma 17) relativa al condono del 90 per cento dei tributi per gli anni 1991 e 1992 successivi al sisma del 13 dicembre 1990, è stata emanata per assicurare un sostegno economico alle aziende di tutti i comparti produttivi che avevano subito un danno economico in conseguenza del sisma, di contro i lavoratori dipendenti delle imprese ovviamente non hanno subito alcun danno. Pertanto, ad evitare ogni possibile contestazione in merito al versamento delle quote IRPEF a carico dei dipendenti, non versate al fisco dalle imprese nella qualità di sostituto di imposta, si rende necessario un chiarimento amministrativo volto a precisare che le aziende non devono corrispondere ai dipendenti la quota IRPEF di loro spettanza che l'Erario ha condonato nella misura del 90 per cento;
se le aziende dovessero corrispondere le quote IRPEF di spettanza dei dipendenti questi ultimi otterrebbero un ingiusto profitto a seguito dell'evento calamitoso. Pertanto, per evitare una serie di contenziosi, già avviati da alcuni;
a precisare, attraverso una circolare esplicativa che «con riferimento ai soggetti colpiti dal sisma del 13 e 16 dicembre 1990, di cui alla legge n. 289/2002, articolo 9 comma 17, con la finalità primaria di assicurare un sostegno economico alle imprese delle province di Catania, Ragusa e Siracusa, le stesse non sono tenute a corrispondere ai dipendenti la quota IRPEF del 90 per cento, non versata all'Erario in qualità di sostituto di imposte».
9/5310-bis-C-R/65. Paolone.
La Camera,
premesso:
il tradizionale impegno a favore dell'economia giuliana;
le difficoltà derivanti dal recente ingresso della Slovenia nell'Unione europea, che determina la delocalizzazione di
imprese e condizioni di sfavore per l'economia giuliana, anche perché tale Stato, analogamente agli altri appena entrati nell'Unione europea, beneficerà di fondi strutturali comunitari particolarmente cospicui;
le ulteriori penalizzazioni per l'economia giuliana che derivano dai più favorevoli regimi fiscali in vigore negli Stati confinanti con la regione Friuli Venezia Giulia;
ad adottare iniziative volte a reintegrare, con adeguati e congrui finanziamenti, per gli anni 2006 e seguenti, lo stanziamento triennale previsto per il «Fondo Gorizia» ed il «Fondo Trieste» di cui alla legge istitutiva del fondo stesso.
9/5310-bis-C-R/66. Romoli, Menia, Rosato.
La Camera,
premesso che:
il comparto dei tessile abbigliamento calzaturiero (TAC) pugliese, che comprende 10 mila aziende e 51 mila addetti, è interessato da una grave e profonda crisi strutturale;
la regione Puglia ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali un accordo di programma quadro che prevede
a) azioni a supporto delle attività di commercializzazione e marketing tese alla creazione e/o rafforzamento dei marchi aziendali allo scopo di incrementare il valore aggiunto dei prodotti, che ora viene trasferito in gran parte agli intermediari di filiera;
b) azioni di sostegno del miglioramento qualitativo dei prodotti;
c) azioni e interventi di formazione, ricerca e sviluppo con attività di formazione continua, riqualificazione e formazione di figure professionali altamente qualificate;
d) creazione delle condizioni di attrazione di nuove iniziative da parte di imprese esterne al territorio che si pongano l'obiettivo di dar vita a progetti, auspicabilmente insieme ad imprenditori pugliesi, al fine di fornire prodotti e servizi avanzati rivolti, in particolar modo, al completamento e/o rafforzamento della filiera;
in relazione a quanto sopra la Regione Puglia ha già richiesto il relativo finanziamento al Governo;
ad attivarsi per assicurare, con la massima urgenza, Ì intervento finanziario richiesto a copertura del summenzionato accordo di programma quadro al fine di consentire il riposizionamento competitivo del comparto del TAC e la tutela dei livelli occupazionali.
9/5310-bis-C-R/67. Rotundo, Ria, Agostini, Nicola Rossi, Rossiello, Folena, Sasso, Piglionica, Bonito, Calderola, Luigi Pepe, Carbonella, Sinisi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 34, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 dispone che il regime speciale IVA in agricoltura si applica alle imprese con volume d'affari non superiore a 20.658,28 euro;
il comma 10 dello stesso articolo 34 vieta, solo per le imprese agricole, la separazione contabile delle diverse attività esercitate;
la normativa IVA di carattere generale consente, invece, a tutte le imprese la facoltà di separazione delle attività;
anche per l'anno 2005 il disegno di legge finanziaria ha prorogato il regime
speciale IVA per le imprese agricole, indipendentemente dal volume d'affari realizzato, reiterando analoghe disposizioni adottate fin dal 1998; nelle precedenti occasioni, unitamente alla proroga del regime speciale IVA, è stata rinviata l'entrata in vigore della norma che vieta la separazione delle attività esercitate nell'ambito delle imprese agricole; il disegno di legge Finanziaria, nel testo originario, prevedeva ambedue le citate disposizioni; nel corso dell'esame al Senato è stata soppressa quella relativa alla separazione delle attività, con il risultato di una ingiustificata discriminazione nei confronti delle imprese agricole;
ad adottare iniziative normative volte a prevedere in materia di imposta sul valore aggiunto, la facoltà per i produttori agricoli di separare le attività esercitate nella medesima impresa, tenendo conto che si tratta di trattamenti tributari speciali in attesa di razionalizzazione, così come espressamente disposto dalla legge n. 80 del 2003 sulla riforma del sistema fiscale statale.
9/5310-bis-C-R/68. Rava, Rossiello, Borrelli, Sedioli, Preda, Oliverio, Sandi, Stramaccioni, Franci, Lumia.
La Camera,
premesso che:
al comma 206, viene autorizzata la spesa per varie opere di ricostruzione in numerosi territori italiani colpiti nel corso degli anni da eventi sismici e calamitosi; tra gli altri vengono considerate le regioni Basilicata e Campania, terribilmente colpite dal terremoto del 1980, dimenticandosi al contempo la regione Calabria che subì analoghi disastri;
tale situazione crea discriminazione tra le varie regioni italiane, tenuto conto che anche in Calabria sono ancora in corso opere di ricostruzione sia pubbliche che private;
ad attivarsi al fine di stanziare i fondi necessari atti a proseguire e terminare gli interventi e le opere di ricostruzione nei territori della regione Calabria colpiti dagli eventi sismici del 1980.
9/5310-bis-C-R/69. Pappaterra.
La Camera,
premesso che:
con la legge 24 dicembre 2004, n. 350, è stata autorizzata l'assunzione in via definitiva degli agenti ausiliari del corpo di polizia penitenziaria reclutati ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 356 e dell'articolo 50, comma 12 della legge 23 dicembre 2000, n. 388;
dalla graduatoria conseguente, di cui al decreto ministeriale del 26 maggio 2004, sono rimasti esclusi circa 100 unità, peraltro non potranno essere incorporati gli ausiliari dei successivi quattro contingenti dell'anno 2004 (circa 500 unità), che, qualora non intervenga una norma successiva dovranno essere congedati nell'anno 2005;
tale eventualità determinerà un decremento dell'organico del corpo di polizia penitenziaria che non potrà più usufruire dell'apporto dei 2000 unità di ausiliari del servizio di leva, perché lo stesso viene a cessare dal 1o gennaio 2005;
questa situazione, in una realtà difficile come quella carceraria, rischierebbe di rendere poco «controllati» molti istituti di pena, con le conseguenze da tutti facilmente immaginabili;
a verificare la possibilità di adottare iniziative normative volte a consentire un'ulteriore deroga al blocco delle assunzioni per gli agenti ausiliari, onde consentire il recupero di ulteriori 600 unità di polizia penitenziaria.
9/5310-bis-C-R/70.Buemi.
La Camera,
premesso che:
ai commi 309 e 310, negli interventi in materia di giustizia, per la prima volta è applicato un balzello sulle pratiche di valore minimo del giudice di pace che, per antica tradizione risalente al giudice conciliatore, non erano mai state assoggettate a tributi; Oltre a ciò, viene violato il principio della proporzionalità della tassa, infatti per i giudizi da Euro 1,00 a Euro 1.110,00 il contributo è, in proporzione, di circa 500 volte più elevato, rispetto alle cause di Euro 520.000,00;
a rivedere tale decisione che colpisce indistintamente tutti i cittadini, in particolare quelli che si rivolgono per piccole pratiche ai giudici di pace, affinché il tanto pubblicizzato «abbassamento delle tasse» non debba frantumarsi in tanti e nuovi balzelli e tributi imposti attraverso questa legge finanziaria.
9/5310-bis-C-R/71. Intini, Buemi.
La Camera,
premesso che:
i Giochi del Mediterraneo 2009, assegnati alla città italiana di Pescara, rappresentano, dopo le Olimpiadi invernali di Torino 2006, il più grande evento sportivo previsto nel nostro paese nei prossimi anni e costituiscono un'occasione per il rilancio economico e infrastrutturale anche in considerazione dell'anno del libero scambio tra i paesi del Mediterraneo fissato per il 2010;
ad adottare iniziative normative volte a prevedere interventi finanziari finalizzati all'ottima riuscita dell'evento sportivo, utili anche a creare le condizioni di appetibilità imprenditoriale, di sviluppo territoriale e di valorizzazione dell'immagine del paese, e a valutare la possibilità di dichiarare, ai sensi del comma 5 dell'articolo 5-bis del decreto legge n. 343 del 2001 convertito nella legge n. 401 del 2001, i Giochi di Pescara 2009 «Grande Evento».
9/5310-bis-C-R/72. Aracu.
La Camera,
premesso che:
si rende necessario sanare situazioni pregresse relative a dirigenti scolastici che hanno avuto modo di maturare esperienze e professionalità adeguate e sui quali lo Stato italiano ha inteso investire attraverso un corso-concorso di formazione;
a prevedere soluzioni per gli aspiranti che nell'anno scolastico 2002/2003 erano al terzo anno di incarico di presidenza,-ammessi con riserva pur in mancanza del requisito di servizio prescritto, che abbiano superato il colloquio di ammissione, frequentato il corso-concorso di formazione e superato l'esame finale di cui al decreto dirigenziale del 17 dicembre 2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Quarta Serie Speciale - n. 100 del 30 dicembre 2002 e a prevedere percorsi privilegiati, nell'ambito di futuri concorsi, per coloro i quali abbiano ricoperto per almeno un triennio le funzioni di preside incaricato.
9/5310-bis-C-R/73. Santulli.
La Camera,
premesso che:
con la risoluzione del 16 dicembre 2002 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha eletto il 2004 «Anno internazionale del riso» e la Fao, deputata a promuoverne le celebrazioni in collaborazione con i governi nazionali e altre istituzioni, ha invitato l'Italia, primo produttore europeo del cereale, ad assumere un ruolo
guida all'interno della Comunità europea per garantire il successo dell'iniziativa e un impatto duraturo;
il motto «Il riso è vita», scelto dalla Fao, mira a sottolineare l'importanza del riso come fonte alimentare primaria e coltura sostenibile, risorsa preziosa e fondamentale nella lotta contro la fame e la povertà, ma anche per la conservazione dell'ambiente, la sicurezza alimentare e una migliore qualità della vita delle generazioni odierne e future di ogni parte del mondo;
a reperire risorse aggiuntive oltre a quelle già previste nei progetti annuali, al fine di provvedere all'invio di aiuti straordinari in riso verso quelle popolazioni che hanno come alimento base questo cereale e che a causa di calamità naturali o di eventi bellici non hanno cibo sufficiente per pro edere al proprio sostentamento.
9/5310-bis-C-R/74. de Ghislanzoni Cardoli.
La Camera,
premesso che:
è necessario determinare le condizioni per lo sviluppo economico e delle attività produttive della parte di area metropolitana di Roma compresa tra i Castelli Romani ed il litorale attraverso l'ammodernamento della rete dei trasporti e della mobilità, la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico, archeologico, culturale del territorio;
ad adottare le opportune iniziative volte ad attuare i seguenti interventi previsti dalla delibera CIPE 121 del 2001 e dai PRUSST di Ciampino e Lanuvio:
a) sistema plurimodale di trasporto dei Castelli Romani;
b) collegamento dell'Aeroporto di Ciampino con la stazione ferroviaria; attraverso metro leggera a guida automatica;
c) copertura delle trincee ferroviarie nel centro urbano di Ciampino;
d) ampliamento e messa in sicurezza della via Nettunense, creazione nuova rotatoria al Km. 15, bivio di Campoleone;
e) valorizzazione del Litorale a sud della provincia di Roma con la riqualificazione del sistema portuale, la realizzazione di opere di contrasto all'erosione della costa e all'inquinamento delle acque marine;
f) salvaguardia dei bacini idrici dei laghi di Castelgandolfo e di Nemi e del patrimonio boschivo del Parco dei Castelli Romani.
9/5310-bis-C-R/75. Rugghia.
La Camera,
premesso che:
il comma 165 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame prevede la proroga, per l'anno 2005, dei contratti solidarietà per i lavoratori delle imprese con meno di 16 dipendenti, prorogati per l'anno 2004 ai sensi del comma 136 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge Finanziaria 2004);
non viene invece prevista la proroga per il 2005 della possibilità di iscrizione alle liste di mobilità per i lavoratori delle imprese sotto i 15 dipendenti, licenziati per riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro, di cui al decreto legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 2003, n. 236, e prorogati per l'anno 2004 con il comma 135 dell'articolo 3 della medesima legge 350/2003;
la possibilità di iscrizione alle liste di mobilità per i lavoratori delle imprese sotto i 15 dipendenti rappresenta un importante
strumento per favorire la rioccupazione dei lavoratori delle piccole imprese e delle imprese artigiane che non possono accedere a nessun altro aiuto;
a predisporre una iniziativa legislativa urgente al fine di prorogare per l'anno 2005 la possibilità di iscrizione alle liste di mobilità per i lavoratori delle imprese sotto i 15 dipendendenti.
9/5310-bis-C-R/76. Gasperoni, Guerzoni, Cordoni, Motta, Innocenti, Bellini, Trupia, Diana, Sciacca.
La Camera
premesso che:
con il maxiemendamento approvato dal Senato attraverso il voto di fiducia si è introdotta una nonna, al comma 161, che modifica il sistema di elezione dei rappresentanti dei lavoratori parasubordinati nel Fondo dell'INPS;
questa disposizione, introdotta con una decisione improvvisa e senza che si sia proceduto alla consultazione delle parti sociali, riduce il numero dei rappresentanti, elimina le procedure elettive e le sostituisce con la designazione da parte delle organizzazioni sindacali e attribuisce la presidenza del Fondo al Presidente dell'INPS, togliendola ai rappresentanti dei lavoratori;
tale norma viene inoltre inserita a poche settimane dallo svolgimento di regolari elezioni, alle quali hanno partecipato più di 20.000 lavoratori, che hanno democraticamente eletto i loro rappresentanti nel comitato di gestione del «Fondo parasubordinati»;
a porre in essere ogni utile iniziativa al fine di salvaguardare la nomina del Comitato amministratore per la gestione del Fondo per la gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335 eletto liberamente e democraticamente dai lavoratori durante la consultazione elettorale svoltasi tra il 15 e il 19 novembre 2004.
9/5310-bis-C-R/77. Guerzoni, Delbono, Innocenti, Sgobio, Gianni Alfonso, Ceremigna, Montecuollo, Widmann, Zanella, Cordoni, Gasperoni, Lusetti, Marini, Motta, Bellini, Trupia, Camo Diana, Sciacca, Bottino.
La Camera
premesso che:
il comma 158, introdotto al Senato, prevede, al primo periodo, la possibilità di proroga per il 2005 dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale in scadenza al 31 dicembre 2004, concessi o prorogati ai sensi dell'articolo 3 comma 137, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, mentre al secondo e terzo periodo, stabilisce dei criteri restrittivi per la concessione della proroga dei suddetti trattamenti, ovvero la riduzione di almeno il 10 per cento dei destinatari del trattamento e la riduzione dell'importo del trattamento pari al 10 per cento in caso di prima proroga e del 30 per cento nel caso di proroghe successive;
il decreto legge 5 ottobre 2004, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2004, n. 291, recante «Interventi urgenti in materia di politiche del lavoro e sociali», all'articolo 1, comma 2, ha già parzialmente modificato il comma 137 dell'articolo 3 della legge 350/2003, differendo il termine finale per gli accordi al Ministero dal 31 dicembre 2004 al 30 aprile 2005;
il comma 137 dell'articolo 3 della legge 350 del 2003 (Legge Finanziaria 2004) prevedeva la possibilità di proroga dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria di integrazione salariale straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale in scadenza al 31 dicembre
2003, con una riduzione del 20 per cento del trattamento, tranne in caso di nuova concessione o di prima proroga;
il comma 158 del testo in esame appare poco chiaro e presenta dei problemi di interpretazione relativamente a quanto previsto dall'articolo 137 dell'articolo 3 della legge n. 350 del 2003, come modificato dal decreto legge 5 ottobre 2004, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2004, n. 291;
un primo punto critico è determinato da quanto previsto al secondo periodo del comma 158, secondo periodo, che sembrerebbe non sostituivo bensì integrativo del suddetto comma 137: dovrebbe conseguentemente restare valida la possibilità di proroga, nei limiti delle risorse previste dalla legge 350/2003 (360 milioni di euro) entro il 30 aprile 2005, dei trattamenti ivi previsti, senza i criteri restrittivi previsti dal comma 158 (riduzione del numero dei destinatari e diminuzione dell'importo del trattamento);
un secondo punto riguarda la riduzione dei trattamenti prevista dal secondo periodo del comma 158 del testo in esame: se tale riduzione dovesse sommarsi a quella già prevista dal 5o e 6o periodo del comma 137 dell'articolo 3 della legge 350/2003 (20 per cento dopo la prima proroga), si potrebbe arrivare fino ad un «taglio» del 50 per cento del trattamento;
ad adottare un'iniziativa normativa volta a chiarire la portata della norma prevista dal comma 158 del testo in esame nel senso di confermare la condizione di miglior favore per i lavoratori, sia per quanto riguarda l'importo del trattamento che per la riduzione dei destinatari del trattamento stesso.
9/5310-bis-C-R/78. Motta, Cordoni, Guerzoni, Gasperoni, Innocenti, Bellini, Trupia, Diana, Sciacca.
La Camera,
premesso che:
appare oramai chiaro il disimpegno della Fiat Auto S.p.A. rispetto alle sorti dello stabilimento Alfa-Romeo di Arese, che ha portato nel corso degli ultimi anni alla progressiva chiusura di tutti i reparti produttivi e alla stessa alienazione del sito;
la recente sospensione anche della produzione delle «Meccaniche-Powertrain» sancisce di fatto la chiusura dello stabilimento;
in sede regionale un accordo prevede l'insediamento di attività industriali che si starebbero concretizzando con l'assorbimento degli esuberi Fiat;
115 operai dell'Alfa Romeo sarebbero già stati assunti dalla casa automobilistica inglese TVR, se fossero già state sbloccate le procedure di affitto dei capannoni;
un ordine del giorno recante il medesimo impegno è stato accettato da Governo in Aula il 25 novembre 2004, in sede di esame del decreto legge 5 ottobre 2004, n. 249, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2004, n. 291-:
a garantire la proroga della Cassa integrazione guadagni straordinaria che scade il 31 dicembre 2004, in attesa del collocamento del personale in esubero nel sito di Arese, come auspicato anche dal Consiglio regionale della Lombardia nella mozione approvata il 9 novembre scorso.
9/5310-bis-C-R/79. Alfonso Gianni, Guerzoni, Del Bono, Innocenti, Duilio, Cordoni, Bulgarelli, Sgobio, Buemi, Provera, Russo Spena.
La Camera
attualmente operano in Italia quattro Case da Gioco rispettivamente a Sanremo, Saint Vincent, Campione d'Italia e Venezia mentre da anni non vengono più concesse
le autorizzazioni per l'apertura di altre case da gioco nonostante numerosi comuni ne abbiano fatto richiesta;
all'estero - e soprattutto in prossimità delle frontiere terrestri italiane (oltre che a Malta) - si sono intanto moltiplicate case da gioco che intercettano numerosa clientela italiana e di fatto costituiscono una forte concorrenza di offerta turistica a tutte le zone di frontiera;
si è largamente diffuso negli esercizi pubblici la presenza di macchine da gioco e che, nonostante l'aumento della sorveglianza, giornalmente si verificano abusi nella loro gestione oltreché la pratica impossibilità di controllarne e limitarne l'uso ai soli maggiorenni e tenuto conto che - nella pratica - viene eluso l'obbligo di legge di non permettere il pagamento di vincite in denaro e quindi l'incontrollata presenza di questi apparecchi costituisce un problema di indubbia rilevanza sociale;
si impone una nuova normativa complessiva che regoli il gioco d'azzardo;
sono state presentate numerose proposte di legge richiedenti l'apertura ed la regolamentazione di nuove case da gioco appare corretta ed equilibrata la proposta di concedere l'apertura ad una sola casa da gioco per regione, fatto salvo la tutela di quelle esistenti evitando l'apertura di altri casinò nelle regioni dove già oggi vi sono case da gioco autorizzate;
appare superato il rischio che ad aperture di case da gioco si accompagni una diffusione della criminalità o di attività al limite del lecito, tenuto conto delle normative esistenti, delle cautele che andrebbero intraprese e del fatto che, concretamente, non ha più senso oggi procedere ad operazioni di riciclaggio del denaro attraverso il gioco d'azzardo essendovi purtroppo altre forme più semplici per il riciclaggio del denaro «sporco»;
invece prosperano in tutte Italia case da gioco clandestine dove invece forte è il controllo della malavita, come sottolineato dai numerosi interventi delle Forze dell'Ordine;
appare utile che l'autorizzazione alla apertura di nuove case da gioco preveda piuttosto che la loro gestione sia anche affidata agli Enti pubblici territoriali affinché i profitti dei Casinò vengano impegnati sul territorio al fine della promozione economica e turistiche, oltre che a costituire una preziosa fonte di introito per l'Erario, realtà utilissima nella attuale situazione di difficoltà delle finanze pubbliche;
per la scelta delle nuove località ove potranno avere sede i casinò si debba tener conto delle caratteristiche turistiche delle singole città che ne faranno richiesta e dei rispettivi bacini e comparti turistici, nonché delle disponibilità di sedi adeguate e che altro elemento qualificante potrà essere considerato il fatto che in passato siano già state aperte case da gioco pubbliche in queste località;
comunque è utile predisporre case da gioco nelle prossimità dei confini, soprattutto là dove più sensibile è la concorrenza estera, il tutto in collaborazione e con il parere determinante delle singole regioni;
a presentare celermente al Parlamento un disegno di legge coordinato concedente 1'apertura di una nuova casa da gioco per regione, ove non già esistenti, con capitale pubblico e privato e conseguentemente ripartizione dei profitti tra Erario, regioni, province e comuni interessati
9/5310-bis-C-R/80. Zacchera.
La Camera,
premesso che:
l'Area Science Park di Trieste rappresenta uno dei parchi scientifici più importanti d'Europa, con la sua vivissima attività di ricerca e sviluppo, trasferimento tecnologico, formazione, anche nel campo della collaborazione con moltissimi Paesi in via di sviluppo;
il Parco ospita al suo interno il Laboratorio di Sincrotrone, la macchina di Luce che dal 1994 ha portato al raggiungimento di conoscenze diffuse in campo internazionale, utilizzata ogni anno da oltre 1000 ricercatori di oltre 25 Paesi diversi, con progetti e contratti acquisiti competitivamente a livello internazionale e nazionale, i cui risultati tecnologici e scientifici vengono esportati in tutto il mondo, gestito dalla Società consortile per azioni Sincrotrone Trieste, a capitale interamente pubblico;
dopo aver assunto la gestione dell'accesso e dello sviluppo della rete europea di Laboratori Laser e di Sincrotrone, il centro è stato selezionato per l'avvio del progetto Fermi\@Elettra, all'avanguardia a livello mondiale, sviluppato con Enti e Imprese italiani e stranieri, grazie al quale verrà dotato di una seconda sorgente laser a elettroni liberi, consolidando la sua leadership internazionale; il consorzio sta attraversando una grave crisi finanziaria, iniziata già nel 2002, dovuta alla riduzione dei finanziamenti dello Stato che dagli iniziali 27 milioni di euro sono stati ridotti a 13 milioni, comportando nel 2003 una perdita di bilancio di oltre 17 milioni di euro, crisi che mette a rischio la continuazione dell'attività del Laboratorio, il mantenimento degli impegni con l'Unione Europea e la realizzazione del progetto Fermi\@Elettra;
a sostegno dell'attività di ricerca, formazione e sviluppo dell'innovazione, il 21 novembre 2003 è stato firmato un protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e la Regione Friuli Venezia Giulia, che al suo interno prevedeva il supporto, «attraverso iniziative dirette ovvero specifici accordi, del potenziamento e della qualificazione delle attività del Laboratorio di luce di Sincrotrone Elettra quale centro di eccellenza internazionale nelle tecnologie e ricerche»;
il progetto Fermi\@Elettra è stato inserito da parte della Commissione Europea al primo posto tra i progetti prioritari per il rilancio della competitività della ricerca europea e alla Sincrotrone Spa è stato quindi concessa la sottoscrizione di un prestito con la Banca Europea degli Investimenti del valore di 60 milioni di euro, previa sottoscrizione della relativa garanzia da parte dello Stato;
ad adottare iniziative volte al reperimento dei fondi ordinari nella misura almeno di 14 milioni annui per il 2005 e all'autorizzazione alla sottoscrizione della garanzia statale sul prestito BEI, a favore dei progetti di ricerca della società indicata in premessa.
9/5310-bis-C-R/81. (Testo modificato nel corso della seduta).Rosato, Romoli, Menia, Saro, Damiani, Maran.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 34, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica, n. 633 del 1972 dispone che il regime speciale IVA in agricoltura si applica alle imprese con volume d'affari non superiore a 20.658,28 euro;
il comma 10 dello stesso articolo 34 vieta, solo per le imprese agricole, la separazione contabile delle diverse attività esercitate; la normativa IVA di carattere generale consente, invece, a tutte le imprese la facoltà di separazione delle attività;
anche per l'anno 2005 il disegno di legge finanziaria ha prorogato il regime speciale IVA per le imprese agricole, indipendentemente dal volume d'affari realizzato, reiterando analoghe disposizioni adottate fin dal 1998; nelle precedenti occasioni, unitamente alla proroga del regime speciale IVA, è stata rinviata l'entrata in vigore della norma che vieta la separazione delle attività esercitate nell'ambito delle imprese agricole;
il disegno di legge Finanziaria, nel testo originario, prevedeva ambedue le citate disposizioni; nel corso dell'esame al Senato è stata soppressa quella relativa alla separazione delle attività, con il risultato di una ingiustificata discriminazione nei confronti delle imprese agricole;
ad adottare iniziative normative volte a prevedere, nell'ambito della normativa in materia di imposta sul valore aggiunto, la facoltà per i produttori agricoli di separare le attività esercitate nella medesima impresa, tenendo conto che si tratta di trattamenti tributari speciali in attesa di razionalizzazione, così come espressamente disposto dalla legge n. 80 del 2003 sulla riforma del sistema fiscale statale.
9/5310-bis-C-R/82. Franci, Rava, Rossiello, Borrelli, Sedioli, Preda, Oliverio, Sandi Stramaccioni.
La Camera,
premesso che:
per il contratto del comparto scuola, sono state previste risorse irrisorie molto al di sotto delle necessità ai soli fini della pura difesa del potere di acquisto degli stipendi;
confermare i tagli già programmati e non stanziare risorse per fare i contratti sulla base delle regole previste dagli accordi del luglio 1993 significa di fatto continuare a togliere risorse alla scuola;
a compiere un'ulteriore riflessione sul reperimento delle necessarie risorse al fine di consentire un regolare svolgimento delle relazioni sindacali.
9/5310-bis-C-R/83. Capitelli.
La Camera,
premesso che:
sarebbe opportuno individuare una norma specifica che consenta la perequazione del trattamento pensionistico dei lavoratori postelegrafonici cessati dal servizio dal 1o ottobre 1994 al 1o ottobre 1995, aventi diritto al trattamento di quiescenza;
ad individuare in tempi brevi un percorso normativo che consenta la perequazione dei trattamenti pensionistici dei lavoratomi postelegrafonici cessati dal servizio dal 1o ottobre 1994 al 1o ottobre 1995.
9/5310-bis-C-R/84. Fumagalli, Pistone.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria ha introdotto il secondo modulo della riforma fiscale;
nessuna misura è prevista in finanziaria per quei contribuenti con redditi così bassi da non poter godere dei benefici riconosciuti nella forma di detrazioni di imposta. Questi rappresentano una quota significativa delle famiglie italiane e restano per ora esclusi da qualsiasi agevolazione fiscale;
ad adottare opportune iniziative volte a consentire il recupero delle detrazioni non godute per incapienza del debito di imposta.
9/5310-bis-C-R/85. Crucianelli.
La Camera,
premesso che:
il lavoro sommerso rappresenta nel Mezzogiorno il 30 per cento del pil;
questo comporta un impoverimento dell'economia e una marginalità sociale con decine di migliaia di lavoratori senza diritti e senza tutele;
si tratta di milioni di euro in termini di contributi previdenziali evasi;
è una emergenza sociale anche sotto l'aspetto infortunistico con persone rese invalide senza alcuna forma di copertura,
il fallimento dei provvedimenti di emersione varati dal Governo Berlusconi;
entro 30 giorni dalla entrata in vigore della presente legge a varare un piano d'azione straordinario di contrasto al lavoro nero nel Mezzogiorno con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali territoriali delle organizzazioni di categoria e degli enti istituzionali regionali e territoriali al fine di ridurre l'incidenza del fenomeno.
9/5310-bis-C-R/86. Bettini.
La Camera,
premesso che:
al fine di favorire lo sviluppo di idee innovative per la realizzazione di nuovi prodotti e servizi;
ad adottare iniziative volte a prevedere una detrazione dall'imponibile relativo alle imposte sul reddito per le erogazioni in denaro, e il costo specifico o, in mancanza, il valore stimato dei beni ceduti gratuitamente, a favore di soggetti proponenti progetti innovativi, sostenute da ciascuna delle piccole o medie imprese potenziali utilizzatrici del frutto della ricerca, costituite in forma associata.
9/5310-bis-C-R/87. Ottone.
La Camera,
premesso che:
sia fondamentale ed indispensabile conoscere la reale consistenza del patrimonio bovino nel nostro paese, anche in considerazione del monitoraggio e controllo della produzione e delle certificazioni di filiera a garanzia dei consumatori;
entro il 30 marzo 2005, a riferire in Parlamento rispetto alla funzionalità dell'anagrafe zootecnica e rispetto al riconoscimento della stessa da parte delle Comunità europea.
9/5310-bis-C-R/88. Borrelli.
La Camera,
premesso che:
la rendita INAIL è un'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni, per la quale vengono pagati i relativi contributi distinti e diversi da quelli pagati per la pensione;
la normativa prevista dall'articolo 1, comma 43 della legge 8 agosto 1995, n. 335, prevede il divieto di cumulo tra l'assegno di invalidità o la pensione di inabilità liquidata dall'INPS in conseguenza di infortunio sul lavoro o malattia professionale, e la rendita vitalizia dell'INAIL liquidata per il medesimo evento invalidante;
il divieto di cumulo non vale per coloro che avessero stipulato un'assicurazione privata contro gli infortuni;
ad adottare iniziative normative volte all'eliminazione del divieto di cumulo tra l'assegno di invalidità o la pensione di inabilità liquidata dall'INPS in conseguenza di infortunio sul lavoro o malattia professionale, e la rendita vitalizia dell'INAIL liquidata per il medesimo evento invalidante, così come è già stato fatto per le pensioni di reversibilità.
9/5310-bis-C-R/89. Di Serio D'Antona.
La Camera,
ad attivarsi affinché a decorrere dall'anno 2005 siano stanziate idonee somme per l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 145, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, volta a incentivare mediante agevolazioni fiscali la trasformazione o l'acquisto di autoveicoli elettrici, a metano o gas di petrolio liquefatto, motocicli e ciclomotori elettrici e biciclette a pedalata assistita.
9/5310-bis-C-R/90. Paola Mariani.
La Camera,
premesso che:
nel contesto di grave crisi dell'apparato produttivo nazionale si rendono necessarie moderne politiche intese a supportare il piano di ristrutturazione delle aziende in crisi mediante la raccolta diretta di risparmio sui mercati dei capitali;
in luogo di risorse rivenienti dal bilancio dello Stato che rischiano di violare la disciplina comunitaria in tema di aiuti di Stato, o di finanziamenti bancari che richiedono il «pluriaffidamento» dell'imprenditore in crisi, è indispensabile individuare un incentivo alla sottoscrizione di fondi specializzati nell'acquisizione di azioni o quote di imprese quotate o non quotate, dichiarate in crisi;
sono molte le ragioni per cui è preferibile favorire, mediante strumenti di mercato, l'afflusso di capitali verso le imprese in crisi in luogo di finanziamenti pubblici o derivanti dall'accensione di prestiti bancari;
storicamente l'intervento diretto dello Stato nelle imprese in crisi non ha determinato i risultati attesi perché l'intervento finanziario non è stato affiancato da una procedura di governance adeguata, da un qualificato supporto manageriale e dalla definizione di tempi e di limiti quantitativi;
a prevedere strumenti di agevolazione già presenti e diffusi nei maggiori paesi europei, la cui introduzione in Italia può risultare particolarmente importante, per modernizzare le modalità di intervento nelle crisi industriali, in relazione alla peculiare struttura proprietaria del capitalismo italiano, tramite un incentivo alla sottoscrizione di fondi specializzati nell'acquisizione di azioni o quote di imprese quotate o non quotate, dichiarate in crisi, mediante la tassazione agevolata del capital gain che si determina, alla fine del periodo di crisi, sulla base della differenza fra valore dell'investimento alla fine della crisi e prezzo di realizzo.
9/5310-bis-C-R/91. Filippeschi.
La Camera,
premesso che:
la direttiva europea 77/388/CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977 autorizzava gli Stati membri a sperimentare per il triennio 2000-2003 l'applicazione di un'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto (NA) ridotta per fino a due settori di servizio ad alta intensità di lavoro;
l'Italia ha utilizzato tale norma, poi prorogata, in particolare per il settore della manutenzione nell'edilizia;
altri paesi, in particolare l'Olanda, il Belgio, il Lussemburgo e l'Irlanda hanno applicato la citata direttiva anche al settore del commercio e della riparazione delle biciclette e accessori;
ritenuto che in questo modo si possa contribuire ad incentivare l'acquisto e l'uso delle biciclette come positiva azione per una migliore organizzazione della mobilità,
particolarmente nelle aree urbane, e per una più efficace lotta al traffico e all'inquinamento;
ad attivarsi perché sia sperimentale l'applicazione dell'aliquota IVA ridotta nel settore del commercio e riparazione delle biciclette e accessori nel caso si preveda una ulteriore proroga della direttiva europea o a proporre, in sede di Consiglio dei ministri finanziari dell'Unione europea (ECOFIN), che nella definitiva armonizzazione dell'IVA venga considerata l'applicazione di una aliquota IVA ridotta per tale settore.
9/5310-bis-C-R/92. Mancini.
La Camera,
premesso che:
in Italia ci sono circa un milione di famiglie che vivono con una persona anziana non autosufficiente e circa 500 mila con una persona con grave disabilità;
queste famiglie sono provate da un pesante e quotidiano carico di lavoro assistenziale;
l'intensità dei bisogni della non autosufficienza delle persone anziane è talmente rilevante che è necessario, al fine anche di non rischiare l'impoverimento di quelle famiglie che si fanno carico di una persona non autosufficiente i cui costi di assistenza oscillano tra i 1000 e i 2000 euro al mese, incrementare le politiche socio sanitarie in grado di fornire una assistenza adeguata, efficace ed uniforme su tutto il territorio nazionale;
la domanda crescente e qualitativamente diversa di servizi per gli anziani non autosufficienti impone una revisione complessiva sia delle forme di sostegno economico, sia di quelle di erogazione dell'assistenza per una rete di servizi dotata di strumenti, professionalità, strutture in grado di fornire risposte flessibili a bisogni individuali differenziati e forme di supporto alle esigenze delle famiglie che possono richiedere, nei diversi momenti e nelle diverse situazioni, forme di affrancamento nei compiti di assistenza e servizi di sollievo domiciliari, semiresidenziali o residenziali;
a fronte dei bisogni crescenti che richiedono un urgente e consistente aumento delle risorse finanziarie da mettere a disposizione, vi è nel paese ormai una diffusa consapevolezza nel ritenere necessaria qualche forma di condivisione del rischio di non autosufficienza,
la finanziaria 2003-2006 ha purtroppo decentrato i finanziamenti sia della legge 71, per le aree metropolitane, ed ha traslato al 2006 l'utilizzo dei fondi ex articolo 20 legge n. 67 del 1988 impedendo di fatto la programmazione e l'uso di risorse per la ristrutturazione, innovazione impiantistica e tecnologica sia dei presidi ospedalieri che delle RSA;
a sviluppare azioni finalizzate a:
a) dare piena attuazione all'atto di integrazione socio-sanitaria approvato nell'ambito della conferenza Stato-Regioni;
b) incrementare politiche socio-sanitarie rivolte alle persone anziane non autosufficienti e alle loro famiglie, offrendo una più ampia, innovata e riqualificata risposta assistenziale;
c) individuare i meccanismi finanziari necessari ad un consistente ampliamento delle risorse per far fronte ai bisogni terapeutici assistenziali, con particolare riguardo all'assistenza sociosanitaria domiciliare.
9/5310-bis-C-R/93. Bova.
La Camera,
premesso che:
per favorire le attività di ricerca;
ad adottare opportune iniziative, eventualmente di carattere normativo, volte a rimettere
alle norme emanate dalle università nell'esercizio della propria autonomia la determinazione dell'appartenenza dei risultati dell'attività di ricerca tecnologica realizzata all'interno delle università, sia essa svolta nell'ambito dell'attività accademica o realizzata nell'ambito dei contratti di ricerca, di consulenza ovvero di convenzioni di cui all'articolo 66 del decreto del Presidente della repubblica n. 382 del 1980, o di altri strumenti normativi italiani o comunitaria.
9/5310-bis-C-R/94. Alberta De Simone.
La Camera,
premesso che:
le nostre città sono segnate da congestione e inquinamento derivanti dal traffico caotico e pericoloso;
tale situazione produce costi economici, ambientali e umani ormai in continua crescita e rischia nei prossimi anni di diventare insostenibile;
il trasporto pubblico locale è un comparto decisivo per poter affrontare la mobilità sostenibile dei cittadini;
è stata avviata con la legge n. 422 del 1997 una importante riforma del trasporto pubblico locale per fornire servizi accessibili, confortevoli e ben organizzati così da ridurre l'utilizzo del veicolo privato nelle città;
tale riforma è regolata da leggi nazionali e regionali di settore;
tale comparto ha bisogno di consistenti e durature risorse pena la crisi del comparto;
ad incentivare l'utilizzo del trasporto pubblico attraverso la defiscalizzazione delle spese sostenute dai cittadini per l'acquisto degli abbonamenti annuali ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, nonché ferroviario.
9/5310-bis-C-R/95. Tedeschi.
La Camera,
premesso che:
ai fini della modernizzazione e dello sviluppo della rete ferroviaria nazionale, visto l'articolo 26, comma 10 del decreto legge 30 settembre 2003 n. 269 con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003 n. 326;
a far sì che tutto il ricavato dalla vendita del patrimonio di RFI e di eventuale altro patrimonio delle società del gruppo FS sia interamente ed esclusivamente finalizzato al potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria, alla sicurezza e alla riqualificazione del materiale rotabile;
qualora tra i beni venduti vi siano strutture abitative, a far salvi i diritti di tutela e di opzione previsti dalla legge per gli affittuari a vario titolo.
9/5310-bis-C-R/96. Panattoni.
La Camera,
premesso che:
è stata istituita una forma pensionistica obbligatoria, facente capo ad una apposita gestione INPS, per i lavoratori che, nell'ambito di una associazione in partecipazione di cui agli articoli 2549 e seguenti del codice civile, conferiscano esclusivamente prestazioni lavorative;
il contributo da versare alla gestione previdenziale per gli associati in partecipazione è stato assimilato al contributo pensionistico versato dai lavoratori iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26 della legge 8 agosto 1995, n. 335, secondo una ripartizione che
vede il 55 per cento della quota a carico dell'associante e il 45 per cento a carico dell'associato;
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte ad uniformare la ripartizione delle quote di contributo previste dalla nuova normativa previdenziale sugli associati in partecipazione a quella di tutti i lavoratori autonomi, dipendenti e collaboratori coordinati e coordinativi ovvero pari a due terzi a carico dell'associante e un terzo a carico dell'associato.
9/5310-bis-C-R/97. Boiardi.
La Camera,
premesso che:
l'Italia è il Paese che conta meno residenti universitari in Europa;
è grave il disagio di tanti studenti, costretti a frequentare facoltà operanti in province diverse e distanti dalla propria, con costi spesso spropositati;
ciò viola l'eguale diritto allo studio sancito della Costituzione;
a verificare la possibilità:
a) di prevedere, attraverso l'adozione di opportune iniziative normative, l'ipotesi di rimborso delle spese di locazione abitativa in favore degli studenti universitari fuori sede;
b) a ricercare fondi da destinare alla realizzazione di strutture residenziali universitarie.
9/5310-bis-C-R/98. Raffaella Mariani.
La Camera,
premesso che:
tutte le forze parlamentari si sono pronunciate a favore dell'istituzione di un Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti al fine di realizzare una rete di servizi per le persone disabili e per il sostegno domiciliare per le persone anziane non autosufficienti, di erogare titoli per la fruizione di prestazioni sociali ed assegni di cura, e di erogare le risorse necessarie al pagamento della quota sociale a carico dell'utente in caso di ricovero in una residenza sanitaria assistita;
tale innovazione richiede adeguate risorse finanziarie;
ad individuare le risorse necessarie per realizzare le finalità indicate in premessa.
9/5310-bis-C-R/99. Zanotti.
La Camera,
premesso che:
le spese annue sostenute dalle Università per la corresponsione al personale docente, ricercatore e tecnico-amministrativo dei miglioramenti economici conseguenti all'applicazione di norme di legge o di contratti collettivi nazionali di lavoro rimangono da tempo a totale carico del loro bilancio;
il carico finanziario sui bilanci universitari, che così si è accumulato e si incrementa anno dopo anno, ha posto e porrà sempre più gli atenei in gravi difficoltà finanziarie;
a valutare l'opportunità di varare norme per rimborsare alle Università, anche parzialmente ma stabilmente, i costi derivanti dagli incrementi stipendiali del personale in servizio dovuti a leggi o contratti nazionali indipendenti dalle decisioni gestionali degli atenei, purché nei limiti percentuali massimi stabiliti dall'articolo 51, comma 4, della legge n. 449 del 1997.
9/5310-bis-C-R/100. Lolli.
La Camera,
premesso che:
ai fini di riconoscere agli anziani con redditi bassi ed incapienti nei confronti del fisco almeno parzialmente ibenefici accordati ad altri cittadini mediante il meccanismo del credito d'imposta;
a prevedere a favore dei soggetti che siano titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell'assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, nonché delle forme pensionistiche obbligatorie gestite dagli enti di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e successive modificazioni, il cui importo complessivo annuo, al netto degli assegni al nucleo familiare, non superi il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti, l'erogazione di un bonus una tantum da erogarsi con la prima mensilità dell'anno 2005.
9/5310-bis-C-R/101. Rognoni.
La Camera,
premesso che:
al fine di favorire lo sviluppo delle PMI;
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, per le piccole e medie imprese, così come definite dall'Unione europea, una tassazione differenziata: ai fini delle imposte sul reddito, con una tassazione ad aliquota ridotta, in misura pari alla prima aliquota dell'Irpef, per una quota di reddito e la restante quota ad aliquota ordinaria; ai fini dell'imposta regionale sulle attività produttive, con l'ampliamento della deduzione dalla base imponibile.
9/5310-bis-C-R/102. Susini.
La Camera,
premessa la necessità di adottare un'efficace politica di contenimento del costo della vita;
rilevato che il costo delle polizze RC auto dovrebbe essere adeguato alla diminuzione degli incidenti stradali determinatasi con l'introduzione della patente a punti;
ad adottare ogni iniziativa utile volta a contenere il costo della vita, ivi comprese quelle finalizzate ad ottenere una riduzione delle tariffe RC auto.
9/5310-bis-C-R/103. Raffaldini.
La Camera,
premesso che:
per valorizzare i prodotti nazionali;
ad istituire il marchio del «prodotto italiano di qualità» per designare i prodotti progettati e realizzati nelle filiere produttive dei distretti industriali, nel rispetto dei principi di cui al Regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio del 12 ottobre 1992 in materia di codice doganale comunitario.
9/5310-bis-C-R/104. De Luca.
La Camera,
premesso che:
per favorire la collaborazione tra Università ed impresa;
ad adottare le opportune iniziative per riconoscere un credito d'imposta alla società o ente controllante di gruppi di piccole e medie imprese o alla Società di servizi e alle società partecipanti al capitale delle stesse che effettuano investimenti
in attività di ricerca e sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico in collaborazione con le Università, all'interno di convenzioni di durata quantomeno quinquennale.
9/5310-bis-C-R/105. Giulietti.
La Camera,
premesso che:
per favorire i sistemi produttivi locali;
ad esentare dall'imposta sul reddito delle persone giuridiche e dall'imposta regionale sulle attività produttive, per un periodo transitorio dalla data della loro costituzione, le Società di servizi aventi come oggetto sociale esclusivo la gestione dei servizi di interesse comune delle imprese operanti nell'ambito del sistema produttivo locale, e costituite dalle imprese operanti nei sistemi produttivi locali, ovvero i contesti produttivi omogenei caratterizzati da una elevata concentrazione di imprese, prevalentemente di piccole e medie dimensioni e da una peculiare organizzazione interna individuati con legge regionale ai sensi dell'articolo 36 della legge 5 ottobre 1991, n. 317, come modificato dalla legge 11 maggio 1999, n. 140
9/5310-bis-C-R/106. Nicola Rossi.
La Camera,
premesso che:
per favorire il sostegno degli investimenti in ricerca e sviluppo nelle imprese industriali;
ad aumentare le risorse relative al credito d'imposta di cui all'articolo 108, comma 7, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, ed al Fondo per l'innovazione. previsto dalla legge 17 febbraio 1982, n. 46.
9/5310-bis-C-R/107. Magnolfi.
La Camera,
ad attivarsi affinché a decorrere dall'anno 2005 siano stanziate idonee somme per l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 145, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, volta a incentivare mediante agevolazioni fiscali la trasformazione o l'acquisto di autoveicoli elettrici, a metano o gas di petrolio liquefatto, motocicli e ciclomotori elettrici e biciclette a pedalata assistita.
9/5310-bis-C-R/108. Vianello.
La Camera,
nell'ambito di un necessario potenziamento della politica per la famiglia ai fini di favorire i i ricongiungimenti familiari;
ad adottare le opportune iniziative normative volte a destinare risorse alla concessione di un assegno per i ricongiungimenti degli immigrati con i propri familiari.
9/5310-bis-B/109.Martella.
La Camera,
premesso che:
ai fini della proroga e dell'estensione dell'istituto del reddito minimo d'inserimento;
ad adottare le opportune iniziative normative volte ad autorizzare i comuni individuati ai sensi dell'articolo 4 di cui al decreto legislativo 18 giugno 1998, n. 237, e dell'articolo 80 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, nell'ambito della disciplina di cui al citato decreto n. 237/98, a proseguire
gli interventi previsti in attuazione dell'istituto del reddito minimo d'inserimento fino al 31 dicembre 2006;
ad adottare iniziative normative volte ad estendere volte a estendere la disciplina dell'istituto del reddito minimo d'inserimento di cui al citato decreto legislativo 18 giugno 1998, n. 237, ai comuni compresi nelle aree di cui all'obiettivo 1 del regolamento (CE) n. 1260/99 del Consiglio del 21 giugno 1999 e ad altre aree con indicatori di disagio sociale omogenei a quelli delle aree dell'obiettivo 1.
9/5310-bis-C-R/110. Sciacca.
La Camera,
premesso che:
ai fini della promozione del'occupatibilità dei residenti nelle aree di cui all'Obiettivo 1 del regolamento comunitario iscritti presso i servizi pubblici per l'impiego;
ad adottare le opportune iniziative normative volte ad istituire un Fondo speciale per il sostegno a programmi per l'occupabilità e l'inserimento lavorativo che finanzi un bonus, erogato quale indennità di sostegno alla partecipazione a programmi territoriali per l'orientamento, la formazione e l'inserimento lavorativo.
9/5310-bis-C-R/111. Buffo.
La Camera,
premesso che:
per dare maggiore trasparenza a promuovere una migliore e paritaria partecipazione nella ripartizione triennale dei fondi di cui al comma 30;
gli enti che hanno già presentato progetti preliminari in data antecedente all'entrata in vigore della legge finanziaria 2005 potranno rinnovare la domanda nei termini del comma 31, dell'articolo unico della legge finanziaria;
in coerenza con apposito atto di indirizzo parlamentare, il Ministro dell'economia e delle finanze provvede all'erogazione dei contributi in favore degli enti interessati:
ad individuare gli interventi e gli enti destinatari solo sulla base dei progetti preliminari presentati dopo l'entrata in vigore della legge finanziaria 2005 ed entro i 90 giorni del comma 31.
9/5310-bis-C-R/112. Nannicini, Lulli, Motta, Guerzoni.
La Camera,
premesso che:
al fine di promuovere la capacità competitiva e di rafforzare la struttura patrimoniale e finanziaria delle PMI;
ad adottare le opportune iniziative normative volte a destinare, a valere sulle disponibilità di cui al Fondo Unico previsto dalla legge 289/2003, articolo 61, risorse per il cofinanziamento della costituzione o dell'incremento di Fondi Chiusi per l'investimento nel capitale di rischio delle piccole e medie imprese ubicate nelle aree svantaggiate di cui all'obiettivo 1 e 2.
9/5310-bis-C-R/113. Cennamo.
La Camera,
premesso che:
al fine di promuovere le attività di prevenzione dei fenomeni di contraffazione nonché gli investimenti in tecnologie intese a consentire la identificazione dei
prodotti, effettuati dalle società o enti controllanti di gruppi di piccole e medie imprese o dalle Società di servizi;
ad adottare iniziative, anche normative, volte a riconoscere un credito d'imposta per tali attività alle società o enti controllanti dei gruppi di piccole e medie imprese ed alle predette Società di servizi.
9/5310-bis-C-R/114. Tolotti.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito delle poche misure finalizzate al finanziamento degli investimenti non si prevedono adeguati interventi a favore dell'industria dell'automobile che rappresenta il comparto più significativo dell'industria manufatturiera nazionale e che fornisce un contributo di estrema importanza per quanto riguarda l'attività di ricerca e sviluppo, l'introduzione di nuove tecnologie e la creazione di occupazione;
come ha rilevato l'indagine conoscitiva sull'industria dell'automobile svolta dalla Commissione attività produttive della Camera dei deputati, il settore automobilistico rappresenta tra il 4,5 ed il 5 per cento del valore aggiunto dell'industria manifatturiera e occupa, direttamente e indirettamente, circa un milione e mezzo di addetti (il 7 per cento degli occupati), genera una massa di consumi pari a 200 miliardi di euro e spende annualmente, per investimenti fissi lordi, un miliardo di euro;
gli investimenti annuali del solo gruppo FIAT in ricerca e sviluppo (pari a circa 18.000 milioni di euro) rappresentano il 15 per cento del totale degli investimenti in ricerca e sviluppo del sistema Italia ed il 25 per cento se si considerano gli analoghi investimenti effettuati dall'industria privata; l'industria dell'auto nel suo complesso assicura inoltre il 22 per cento delle entrate tributarie dello Stato (134.000 miliardi nel 2001);
nel settore si è andata affermando una fortissima industria della componentistica, costituita essenzialmente da piccole e medie imprese, che ha espresso nel 2001 un fatturato di oltre 24 miliardi di euro, con un export di 10 miliardi di euro e con un saldo positivo della bilancia dei pagamenti pari a 3 miliardi e 600 milioni di euro;
la riduzione della domanda ha gravi conseguenze sui livelli occupazionali del settore e la lentezza con la quale il Governo sta affrontando la crisi del settore, comporta il rischio di un drastico ridimensionamento dell'industria automobilistica nazionale;
nel quadro delle politiche in favore del mercato dell'automobile, occorre attribuire un rilievo prioritario agli interventi in materia di ricerca scientifica e tecnologica, al fine di sostenere la competizione internazionale promuovendo in questo campo investimenti e risultati elevati;
in tale ambito infatti l'industria automobilistica nazionale, come l'intero sistema Paese, presenta un divario fortemente negativo rispetto agli altri paesi europei (in Europa la spesa per la ricerca è pari in media al 2 per cento del PIL e in Italia all'1 per cento);
il mercato automobilistico è inoltre soggetto ad una forte pressione fiscale che rappresenta circa il 6 per cento del prodotto interno lordo a fronte di una media europea di circa il 3 per cento, mentre è ormai chiaro che in periodi di crescita economica debole, l'elevata pressione fiscale influenza negativamente la propensione all'acquisto;
particolarmente elevato è l'ammontare dell'imposta di trascrizione sui trasferimenti di proprietà delle auto usate, che non ha eguali a livello europeo ed internazionale: in Italia tale imposta ammonta a 400-500 euro mentre in Spagna si attesta sui 50 euro, in Germania e Francia
sui 15-20 euro, mentre in Gran Bretagna il trasferimento di proprietà non è soggetto ad imposizioni fiscali;
l'abbattimento di tale imposta rappresenterebbe un significativo stimolo per il mercato dell'usato, incentivando la sostituzione dei circa nove milioni di vetture non catalizzate ancora circolanti su un totale di trentadue milioni di vetture che costituiscono l'attuale parco circolante;
il settore automobilistico è ricco di opportunità per quanto riguarda la definizione di politiche ambientali volte a ridurre le emissioni inquinanti in linea con gli impegni assunti dall'Italia sulla base del protocollo di Kyoto, a partire dalla riduzione del parco di vetture altamente inquinanti ancora in circolazione;
per altri 10-15 anni sarà prematuro parlare di auto ad idrogeno e quindi, al fine di promuovere la sostituzione dei veicoli non catalizzati con vetture nuove, sarà utile procedere all'introduzione di ecoincentivi volti a favorire la diffusione di autoveicoli alimentati da combustibili con un minore impatto ambientale, sulla linea dell'accordo di programma per il sostegno del trasporto pubblico alimentato a gas metano;
debbono essere superati i limiti che si frappongono allo sviluppo delle vendite nel settore delle vetture alimentate a Metano e a GPL, essenzialmente riconducibili alla inadeguatezza dell'attuale sistema distributivo, che limita la domanda di questo tipo di veicoli;
a definire un quadro coordinato e coerente di interventi a favore dell'industria automobilistica, individuando le risorse da mettere in campo nell'arco della legislatura, con l'obiettivo di produrre effetti anche nel medio e lungo termine;
a intensificare gli interventi di sostegno all'attività di ricerca e sviluppo per favorire la ristrutturazione ed il rinnovamento delle imprese ponendole nelle condizioni di sostenere la concorrenza internazionale ed il trasferimento di tecnologie dalle grandi alle piccole e medie imprese secondo una logica volta a rafforzare la competitività dell'intero sistema;
a ridurre gli esborsi fiscali e contributivi per le piccole e medie imprese il cui fatturato sia determinato per una quota superiore al 50 per cento da forniture o subforniture di beni e di servizi all'industria automobilistica italiana;
a introdurre misure volte ad incrementare la domanda di autoveicoli alimentati con combustibili a ridotto impatto ambientale, agevolando l'acquisto di vetture alimentate a metano, a GPL, a trazione elettrica, ovvero a doppia alimentazione, mediante l'introduzione di incentivi più consistenti rispetto a quelli attualmente previsti, condizionati alla rottamazione di un veicolo usato inquinante, e a potenziare le reti di distribuzione dei predetti combustibili;
a uniformare il mercato italiano dell'auto alle condizioni esistenti nei principali Paesi europei, mediante la semplificazione degli adempimenti burocratici e la riduzione degli oneri tributari a partire dalla soppressione dell'imposta provincia e di trascrizione per gli autoveicoli usati.
9/5310-bis-C-R/115. Buglio.
La Camera,
premesso che:
sono gravemente carenti le misure di sostegno e le risorse dedicate ad una delle fasce più deboli della popolazione, quella costituita dalle persone che versano in condizione di non autosufficienza permanente a causa di patologie acute e croniche, e alle loro famiglie che si fanno carico di pesanti oneri assistenziali;
ad adottare iniziative volte a destinare adeguate risorse alle finalità in premessa, in particolare:
a) erogando l'indennità di accompagnamento e di comunicazione di cui alle
leggi 11 febbraio 1980, n. 18, 26 maggio 1970, n. 381, 27 maggio 1970, n. 382, e successive modificazioni, e al decreto legislativo 23 novembre 1988, n. 509, come diritto soggettivo a titolo della minorazione;
b) potenziando la rete dei servizi ed erogando le prestazioni assistenziali attraverso la realizzazione di progetti individuali per le persone non autosufficienti, di cui agli articoli 14 e 15 della legge 8 novembre 2000, n. 328;
c) erogando titoli per la fruizione di prestazioni sociali ed assegni di cura commisurati alla gravità del bisogno, nell'ambito di quanto stabilito nel programma di assistenza definito in sede distrettuale, allo scopo di garantire assistenza e sostegno ai soggetti non autosufficienti e migliorare la vita di relazione e la comunicazione;
d) erogando i fondi necessari al pagamento della quota sociale a carico dell'utente in caso di ricovero in una residenza sanitaria assistita o in strutture similari anche a carattere diurno;
e) sviluppando iniziative di solidarietà anche con l'intervento delle organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266 e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, a favoredelle famiglie nel cui ambito sono presenti disabili, finalizzate ad agevolare il loro mantenimento nell'ambito familiare.
9/5310-bis-C-R/116. Roberto Barbieri.
La Camera,
ad adottare le opportune iniziative normative per estendere la pensione minima elevata a 535,95 euro al mese per tredici mensilità, ai soggetti che, indipendentemente dall'età anagrafica, risultino invalidi civili totali o sordomuti o ciechi civili assoluti titolari di pensione o che siano titolari di pensione di inabilità di cui all'articolo 2 della legge 12 giugno 1984, n. 222.
9/5310-bis-C-R/117. Adduce.
La Camera,
premesso che:
in relazione all'articolo 50 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 il garante per la protezione dei dati personali ha richiamato particolarmente l'attenzione sui contenuti di tale norma che prevede modalità nuove per il trattamento dei dati relativi alle prescrizioni farmaceutiche e ad alle prestazioni specialistiche;
l'articolo 50 prevede disposizioni per l'accelerazione della liquidazione dei rimborsi ai soggetti erogatori dei servizi sanitari nonché per il monitoraggio e controllo della spesa sanitaria;
tali finalità sicuramente apprezzabili per l'obiettivo di un più razionale controllo della spesa sanitaria, sono tuttavia perseguite attraverso una strumentazione che rischia di violare il diritto dei cittadini alla protezione dei dati personali giustamente considerati dal legislatore come particolarmente «sensibili» e quindi assistiti da particolari e forti garanzie;
la costituzione di banche dati centralizzate, su cui confluirebbero tutti i dati i riguardanti le prescrizioni di farmaci e di prestazioni specialistiche appare in contrasto con il principio di proporzionalità, che impone, una valutazione del rapporto tra finalità perseguite e mezzi adoperati;
simili banche dati non esistono in alcun altro paese;
la legislazione vigente già prevede procedure per il monitoraggio della spesa sanitaria ma che non possono tradursi in una compressione del diritto alla protezione dei dati personali;
una scelta del genere contrasta con l'orientamento assunto da Governo e Parlamento attraverso il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e con quanto disposto
dall'articolo 8 della convenzione europea dei diritti dell'uomo e della direttiva europea 95/46;
nella norma in questione, in particolare, viene prevista la costituzione di una separata banca dati contenente il codice fiscale di tutti gli assistiti;
della pericolosità di tale banca dati sembra consapevole il legislatore tanto che al comma 10 del predeto articolo 50 si dispone che al Ministero dell'economia e delle finanze non è consentito trattare i dati rilevati dalla tessera del cittadino;
questa garanzia appare tuttavia del tutto insufficiente dal momento che la semplice esistenza di tale archivio conserva nel sistema la possibilità di risalire all'identità dell'assistito e quindi all'intera sua storia sanitaria documentata da ricette mediche e prescrizioni specialistiche;
ad adottare le opportune iniziative per mettere a punto un sistema di controllo conforme a quanto disposto dalla normativa sulla protezione dei dati personali attraverso soluzioni che escludano il trattamento di qualsiasi dato identificativo degli assistiti costituendo eventualmente un archivio di soli dati anonimi;
a concordare con le regioni la strumentazione necessaria al fine di evitare il disordine e la confusione esistenti nel settore delle tessere o carte elettroniche identificative, visto che una quarta tessera si aggiungerebbe a quelle già annunciate o in via di sperimentazione (carta di identità elettronica, carta dei servizi, carte sanitarie) con possibili rischi di indebolimento della protezione dei dati personali a causa della loro proliferazione.
9/5310-bis-C-R/118. Sereni.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 48, comma 29 della legge 24 novembre 2003, n. 326 disciplina il conferimento delle sedi farmaceutiche paganti o di nuova istituzione che risultino disponibili per l'esercizio privato;
gli insediamenti abitativi si sviluppano con celerità tale da porre ai comuni interventi, nelle more dell'esperimento del concorso per assicurarne la presenza sul territorio;
l'intervento nell'ambito farmaceutico dei comuni è teso a mantenere il principio di sussidiarietà confermato a livello costituzionale dei servizi pubblici come confermato dallo stesso decreto legge 269 citato;
la gestione delle farmacie dei comuni consente nei locali oltre alla possibilità di entrate extra tributarie, di gestire servizi di assistenza alla persona essenziali anche per i piccoli enti;
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, per favorire l'esercizio di prelazione da parte dei comuni ed affinché si possa eventualmente nominare, a livello regionale, un commissario per l'apertura sul territorio delle farmacie comunali da gestirsi secondo le procedure dei servizi non economici.
9/5310-bis-C-R/119. Calzolaio.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 21 della legge 24 novembre 2003, n. 326 prevede l'erogazione di un assegno pari a 1000 euro per ogni secondo figlio nato od adottato da donne residenti italiane o comunitarie;
è compito delle politiche sociali valorizzare tutte le famiglie indipendentemente dal fatto che i genitori siano italiani, comunitari o extracomunitari, residenti o in attesa di regolarizzazione, in quanto contesti ove si costruiscono forti legami sociali, assunzioni di responsabilità tra generazioni, riconoscimento di libertà di diritti;
la dimensione dei costi, soprattutto nei nuclei familiari con più di un figlio riguarda la stragrande maggioranza di famiglie il cui reddito e medio o basso, in funzione del bisogno di accudire in maniera equilibrata i figli nell'ambito familiare;
ad adottare le opportune iniziative per estendere il bonus di cui all'articolo 21 della legge 24 novembre 2003, n. 326 a tutte le famiglie indipendentemente dal fatto che la madre sia italiana, comunitaria o extracomunitaria, anche in attesa di regolarizzazione ai sensi del decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286 e successive modificazioni;
a destinare, nell'ambito della gestione speciale del Fondo, una quota pari al 10 per cento della dotazione finanziaria complessiva alla concessione di un assegno pari a 1000 euro per i ricongiungimenti familiari delle madri e dei padri extracomunitari con i figli minori residenti nel Paese d'origine.
9/5310-bis-C-R/120. Turco.
La Camera,
premesso che:
a fronte di un allarmante andamento dell'indice dei prezzi al consumo che prosegue da anni, le risorse previste per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, risultano insufficienti per adeguare le retribuzioni all'inflazione reale;
ad individuare le opportune risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, al fine di consentire l'adeguamento delle retribuzioni al crescente costo della vita.
9/5310-bis-C-R/121. Grillini.
La Camera,
ad emanare direttive perché il personale incaricato di funzioni dirigenziali nelle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ai sensi dell'articolo 19 comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, in qualità di estraneo, sia soggetto, come titolare di un rapporto di lavoro subordinato, alla medesima disciplina dei soggetti a tempo indeterminato ivi comprese le disposizioni in materia di cessazione dal servizio e che tale criterio venga applicato anche nei confronti di analoghi rapporti lavorativi dirigenziali previsti dagli ordinamenti delle pubbliche amministrazioni non statali, ai sensi dell'articolo 27 del decreto legislativo n. 165 del 2001, nonché da disposizioni speciali che consentono l'attribuzione di incarichi dirigenziali ad estranei.
9/5310-bis-C-R/122. Marone.
La Camera,
premesso che:
un aspetto non secondario della ristrutturazione del nostro strumento militare consiste nel realizzare un programma straordinario di riqualificazione del personale civile della Difesa per consentire al personale militare dell'area amministrativa centrale impieghi più direttamente operativi;
l'esigenza è stata più volte riconosciuta dall'amministrazione della Difesa come non più rinviabile e i conseguenti programmi sono stati anche oggetto di accordi tra l'autorità ministeriale e le organizzazioni sindacali;
nella formazione del bilancio della Difesa non si è però riusciti, fino ad ora, a finanziare i programmi concordati e riconosciuti come necessari;
la riqualificazione è funzionale anche ad una riorganizzazione ordinativa già in parte messa in atto in relazione a nuovi compiti assunti dal personale civile della Difesa, al quale è quindi necessario riconoscere anche sul piano economico il maggior impegno prestato;
a reperire, nell'ambito degli stanziamenti ordinari, le risorse necessarie a finanziare i piani di riqualificazione e ad incrementare il fondo unico di amministrazione del Ministero della Difesa dotandolo con l'adozione di un provvedimento specifico di risorse ulteriori fino ad un limite del 10 per cento in più della dotazione prevista.
9/5310-bis-C-R/123. Angioni.
La Camera,
premesso che:
è stato approvato un provvedimento che prevede la sospensione anticipata del servizio di leva obbligatorio, per effetto del quale il 2004 sarà l'ultimo anno in cui i giovani saranno assoggettati alla chiamata di leva;
a tale obbligo si sono assoggettati nel tempo milioni di cittadini italiani e che i più sfortunati di loro durante l'adempimento di tale dovere hanno addirittura perduto la vita o sono rimasti gravemente e per sempre menomati a causa di incidenti ed alcuni di loro non hanno ancora ricevuto nessun risarcimento;
una proposta di legge per riconoscere dignità ai drammi che ciò ha comportato per i genitori e i familiari di questi giovani , è ferma per mancanza di copertura Finanziaria, mentre proprio in concomitanza con la sospensione del servizio obbligatorio di leva appare ancor più necessario rivolgere un gesto di attenzione e di solidarietà verso quanti si sono sacrificati in passato;
a reperire con la massima tempestività le necessarie risorse finanziarie per garantire un indennizzo ai familiari dei militari di leva e di carriera infortunati o caduti durante il periodo di servizio.
9/5310-bis-C-R/124. Pinotti.
La Camera,
premesso che:
un aspetto non secondario della ristrutturazione del nostro strumento militare consiste nel realizzare un programma straordinario di riqualificazione del personale civile della Difesa per consentire al personale militare dell'area amministrativa centrale impieghi più direttamente operativi;
l'esigenza è stata più volte riconosciuta dall'amministrazione della Difesa come non più rinviabile e i conseguenti programmi sono stati anche oggetto di accordi tra l'autorità ministeriale e le organizzazioni sindacali;
tenuto conto che nella formazione del bilancio della Difesa non si è però riusciti, fino ad ora, a finanziare i programmi concordati e riconosciuti come necessari;
la riqualificazione è funzionale anche ad una riorganizzazione ordinativa già in parte messa in atto in relazione a nuovi compiti assunti dal personale civile della Difesa, al quale è quindi necessario riconoscere anche sul piano economico il maggior impegno prestato;
a reperire nell'ambito degli stanziamenti ordinari le risorse necessarie a finanziare i piani di riqualificazione e ad incrementare il fondo unico di amministrazione del Ministero della Difesa in misura non inferiore al 10 per cento.
9/5310-bis-C-R/125. Luongo, Pinotti.
La Camera,
premesso che:
sono state approvate norme che consentiranno di dare corso all'alienazione di parte degli alloggi di servizio della Difesa con le procedure di cartolarizzazione;
tali alloggi hanno svolto il duplice compito di bene strumentale ai fini dello svolgimento dei compiti di istituto e di strumento di protezione sociale soprattutto nei confronti delle famiglie di militari a reddito meno elevato;
le esigenze di protezione sociale tendono ad accrescersi con il passaggio al sistema professionale che vedrà su una forza complessiva di 190 mila unità, 110 mila di esse appartenere ai ruoli della truppa con stipendi più bassi di quelli mediamente percepiti dal rimanente personale, al momento esclusi dalla possibilità di ottenere la concessione di un alloggio di servizio;
il fabbisogno di unità abitative da mettere a disposizione del personale cresce per tutti questi motivi;
a dare attuazione al procedimento di cartolarizzazione indicato in premessa evitando alle famiglie dei conduttori , soprattutto a quelli in età avanzata, le gravi conseguenze derivanti da eventuali sfratti successivi alla impossibilità di esercitare il diritto di opzione, privilegiando invece l'alienazione delle unità abitative condotte da utenti favorevoli all'acquisto.
9/5310-bis-C-R/126. Pisa.
La Camera,
premesso che:
la situazione dell'ordine pubblico nella città di Padova e nel territorio provinciale è preoccupante; in particolare, la sicurezza è diventato un elemento portante per lo stesso sviluppo economico in tutto il territorio regionale;
i dati del 2002 rilevano un incremento notevole dei reati che destano maggiore allarme sociale;
lo scorso anno sono stati denunciati 35.000 reati: le rapine sono aumentate del 69 per cento rispetto al 2001, lo sfruttamento della prostituzione è aumentato del 50 per cento, i tentati omicidi del 37 per cento, le violenze sessuali del 29 per cento; secondo quanto riportato dal rapporto annuale sulla criminalità presentato in Parlamento dal ministro dell'interno;
dai dati del 2002 si evince che sul territorio della provincia di Padova, sono commessi circa 100 reati al giorno, 4 ogni ora;
si verificano sempre più spesso, almeno ogni settimana, rapine a mano armata in esercizi commerciali e supermercati durante gli orari di apertura al pubblico, con gravissimi pericoli per i lavoratori e i clienti, spesso costretti pancia a terra sotto la minaccia delle armi e derubati dei propri averi;
gli organici delle forze dell'ordine sono assolutamente inadeguati a controllare con efficacia il territorio, come hanno denunciato anche alcuni rappresentanti delle istituzioni locali nonostante il grande lavoro degli agenti e della magistratura;
lo stesso Comando regionale dei carabinieri ha spiegato l'assoluta necessità dell'aumento degli organici e della costruzione di nuove caserme nelle località della regione che ne sono sfornite;
ad adottare le opportune iniziative per adeguare gli organici delle forze dell'ordine a disposizione della questura di Padova e dei comandi provinciali dei carabinieri e della Guardia di finanza;
a reperire, i fondi necessari a contribuire con la Regione e gli enti locali
interessati alla costruzione delle nuove Caserme in base alle priorità decise dalle prefetture.
9/5310-bis-C-R/127. Lucidi, Ruzzante.
La Camera,
premesso che:
considerato il notevole impegno richiesto alle Forze Armate presenti con decine di reparti e migliaia di uomini e donne in missioni fuori del territorio nazionale;
tenuto conto della delicatezza della fase che sta attraversando l'istituzione militare, impegnata in un complesso processo di ristrutturazione dell'area centrale e periferica e contestualmente nella definitiva sostituzione del reclutamento basato sulla leva obbligatoria con quello totalmente professionale;
valutato l'impegno crescente che da tutto ciò deriva per i reparti operativi, per le strutture logistiche e di supporto e per tutto il personale militare e civile in termini di qualità e quantità del servizio prestato;
ad adottare le opportune iniziative per corrispondere alle richieste del personale militare e civile in sede di definizione dei contenuti del rapporto di impiego attraverso lo strumento contrattuale o in sede di concertazione dando luogo ad un confronto serio ed approfondito che riconosca la dignità e il valore del servizio e del lavoro prestato, con particolare riguardo alle retribuzioni meno elevate.
9/5310-bis-C-R/128. Minniti.
La Camera,
premesso che:
le esigenze gravissime collegate allo sviluppo dell'Università agli Studi Bicocca di Milano,
a destinare allo sviluppo dell'Università Bicocca una parte dei finanziamenti di cui alla legge n. 127 del 1997, articolo 17, comma 95, riguardante il completamento della riforma ordinamenti didattici e gli interventi di decongestionamento degli atenei (Università e ricerca - 25.2.3.3 - cap 8960/p).
9/5310-bis-C-R/129. Pollastrini.
La Camera,
premesso che:
il patrimonio culturale italiano presenta una varietà, una ricchezza ed una diffusione territoriale uniche al mondo;
nell'ambito di tale patrimonio, i beni culturali ebraici rappresentano un elemento con caratteristiche peculiari e testimoniano una presenza minoritaria ma profondamente radicata nella storia italiana. Ne è un esempio per tutti la sinagoga di Roma;
in particolare, le sinagoghe sono nello stesso tempo luoghi di culto, straordinari tesori culturali e vive testimonianze di una presenza ebraica che in Italia si perpetua da 2.200 anni;
diverse sinagoghe sono aperte regolarmente al pubblico e tutte costituiscono una sede ideale di incontro con la cultura ebraica, che ha dato un apporto fondamentale al progredire del sapere;
la Giornata europea della cultura ebraica e la Giornata della memoria rappresentano appuntamenti fissi per una riscoperta della cultura ebraica, durante le quali le sinagoghe di tutta Italia si aprono a ricevere moltitudini di partecipi visitatori;
gli edifici sinagogali, essendo in genere molto risalenti nel tempo, necessitano di cure e restauri particolari;
nell'ambito delle risorse stanziate dalla legge finanziaria non dovrebbe comunque risultare troppo difficile individuare
le somme sufficienti per venire incontro alle esigenze sopra segnalate;
a reperire, nell'ambito delle risorse stanziate nelle tabelle del disegno di legge finanziaria, una somma idonea a finanziare, nel triennio di riferimento 2005-2007, la tutela ed il restauro delle sinagoghe delle città italiane.
9/5310-bis-C-R/130. Montecchi.
La Camera,
premesso che:
con le modifiche alla legge n. 257 del 1992, intervenute con l'articolo 47 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 relative ai benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto, viene stabilito l'abbassamento del coefficiente dall'1,5 per cento all'1,25 per cento, che non sarà più utile per il raggiungimento della pensione di anzianità ma viene finalizzato esclusivamente all'incremento del trattamento pensionistico, snaturando le finalità della legge 257/1992 e penalizzando tutti i lavoratori aventi diritto al beneficio previdenziale, ed in particolar modo gli appartenenti alle categorie appena ammesse, quali quelli del settore pubblico;
con la medesima norma, seppure parzialmente corretta dalla legge finanziaria per l'anno 2004, sono stati introdotti limiti e criteri restrittivi per il riconoscimento del diritto al beneficio, quali la determinazione delle otto ore al giorno quale parametro per determinare l'avvenuta esposizione;
ad adottare iniziative normative volte a rivedere e rimodulare i criteri per l'accesso al beneficio previdenziale per i lavoratori esposti all'amianto.
9/5310-bis-C-R/131. Innocenti, Pistone.
La Camera,
premesso che:
la condizione dei lavoratori che sono impegnati per periodi prolungati in attività produttive classificate a rischio di «incidente rilevante» merita una particolare considerazione;
con il decreto del Presidente della Repubblica n.175 del 17 maggio 1988 si è data attuazione alla direttiva CEE n.82/51 relativa ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali ai sensi della legge n.183 del 16 aprile 1987;
con il decreto legislativo n.334 del 17 agosto 1999 è stata recepita la direttiva n. 96/82 relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose;
i dipendenti di dette aziende lavorano o hanno lavorato in condizioni critiche, sia sul fronte della sicurezza che su quello dell'igiene del lavoro;
in analogia con quanto disposto per i lavoratori dell'area di SEVESO sembra appropriata la predisposizione di idonei provvedimenti di tutela specifica per tali maestranze;
ad adottare iniziative anche normative recanti idonee misure di tutela per tutte le maestranze che si trovino nelle medesime situazioni, con una attività lavorativa esercitata in condizioni critiche e di particolare disagio e pericolosità per la salute e l'incolumità dei lavoratori.
9/5310-bis-C-R/132. (Testo modificato nel corso della seduta).Maran.
La Camera,
premesso che:
con il disegno di legge finanziaria il Governo ha provveduto a prorogare alcuni trattamenti tributari per il settore agricolo;
ciascuno di questi trattamenti risponde alla esigenza fondamentale di contenere i costi di produzione delle imprese agricole e di assicurare condizioni di competitività in un mercato sempre più globalizzato;
le ripetute proroghe ed un regime fiscale «a termine» non consentono alle imprese una efficace programmazione della gestione aziendale e soprattutto dei necessari investimenti;
ad adottare iniziative per rendere stabile il rapporto tra imprenditori agricoli ed amministrazione finanziaria, fissando a regime le misure predette in modo da assicurare l'esercizio dell'attività aziendale in un quadro di effettive certezze.
9/5310-bis-C-R/133. Sedioli.
La Camera,
premesso che:
l'ENAC (ente nazionale aviazione civile), in ottemperanza alle leggi 139/92, 135/97 e 194/98, ha stipulato le convenzioni e acceso mutui con gli Istituti bancari per finanziare i lavori di potenziamento e ristrutturazione di 24 aeroporti nazionali;
inoltre per attuare il piano di security negli aeroporti nazionali a seguito dei gravissimi attentati terroristici dell'11 settembre che hanno colpito gli Stati Uniti d'America, la BEI ha concesso un prestito di 150 milioni di euro i cui interessi bancari vanno a gravare sull'ENAC;
il complesso dei mutui accesi comporta un onere complessivo di circa 44 milioni di euro annui che 1'ENAC deve versare agli istituti bancari;
nella finanziaria non è stato previsto uno stanziamento adeguato;
si tratta di un grossolano errore al quale è indispensabile porre rimedio con tutta l'urgenza possibile in quanto vi sono concreti rischi di insolvenza da parte dell'ENAC, di blocco dei lavori in 23 aeroporti nazionali e del blocco del programma sicurezza negli aeroporti nazionali;
ad attivare tutti i possibili strumenti normativi affinché vengano finanziate le rate annuali di mutui per l'intera somma stabilita dalle leggi 139 del 1992, 135 del 1997 e 194 del 1998, nonché il programma security degli aeroporti nazionali e per evitare una paralisi dei lavori in 23 aeroporti nazionali.
9/5310-bis-C-R/134. De Brasi, Duca.
La Camera,
premesso che:
le nostre città sono segnate da congestione e inquinamento derivanti dal traffico caotico e pericoloso;
tale situazione produce costi economici, ambientali e umani ormai in continua crescita e rischia nei prossimi anni di diventare insostenibile;
il trasporto pubblico locale è un comparto decisivo per poter affrontare la mobilità sostenibile dei cittadini;
è stata avviata con la legge n. 422/97 una importante riforma del trasporto pubblico locale per fornire servizi accessibili, confortevoli e ben organizzati così da ridurre l'utilizzo del veicolo privato nelle città;
tale riforma è regolata da leggi nazionali e regionali di settore;
tale comparto ha bisogno di consistenti e durature risorse pena la crisi del comparto; è in corso una vertenza sindacale nel comparto;
ad individuare nuove durature risorse da destinare alle regioni per l'indicizzazione dei contratti di servizio, di quelli inerenti
i servizi ferroviari, per il rinnovo del parco autobus vetusto e per il trasporto rapido di massa e agli enti locali per lo viluppo del trasporto pubblico locale, della mobilità sostenibile e per l'indicizzazione dei corrispettivi per i servizi aggiuntivi dagli stessi erogati, così da rilanciare il settore e permettere la conclusione della vertenza contrattuale.
9/5310-bis-C-R/135. Albonetti.
La Camera,
premesso che:
nell'ultimo decennio, partendo dalla legge 233 del 1990, la previdenza in agricoltura ha subito modifiche con svariati interventi legislativi tesi a recuperare risorse finanziarie, introducendo, però, un insopportabile fardello di adempimenti burocratici;
l'inasprimento delle norme e l'aumento della pressione contributiva di fatto hanno prodotto la costante diminuzione del numero delle aziende agricole e l'aumento dell'esposizione debitoria delle stesse verso l'INPS;
valutati i settori produttivi non sono omogenei nell'impiego di giornate lavorative e che quelli maggiormente esposti rischiano un oggettivo collassamento anche a seguito della conclusa operatività dei benefici del riallineamento e della fiscalizzazione del 40 per cento degli oneri sociali;
negli ultimi cinque anni il costo dei contributi è raddoppiato;
ad adottare iniziative anche normative volte ad individuare criteri e modalità per determinare le aliquote contributive dei lavoratori agricoli che tengano conto della media europea e che per le regioni dell'obiettivo 1 le stesse siano determinate in una misura non superiore al 50 per cento.
9/5310-bis-C-R/136. Oliverio.
La Camera,
premesso che:
il traffico stradale è responsabile del 62 per cento delle emissioni di ossido di carbonio, del 50 per cento di quelle di monossido di azoto, del 33 per cento di quelle di idrocarburi e del 17 per cento di quelle di anidride carbonica nei paesi dell'Unione europea; il 20 per cento dei cittadini europei deve sopportare livelli di rumorosità inaccettabili dovuti al traffico stradale;
in Italia la mobilità su mezzi privati è raddoppiata in generale ed è aumentata di quattro volte nelle aree urbane; la mobilità su mezzi individuali, in assoluta prevalenza in auto, misurata in passeggeri/km è arrivata a concentrare il 94 per cento degli spostamenti (rispetto all'88,3 per cento del 1970);
in Italia oltre il 70 per cento degli incidenti stradali avvengono in area urbana ed i decessi da incidenti stradali in area urbana sono circa 3000 ogni anno (8,2 al giorno) mentre il numero dei feriti aumento a oltre 150mila all'anno (410 al giorno); il CIPE valuta il danno economico da congestione da traffico nelle tredici maggiori aree urbane del Paese in 6 miliardi euro annui;
la mobilità nelle aree urbane costituisce una priorità politica ed economica: è necessario riequilibrare il trasporto a favore di sistemi integrati di trasporto collettivo e favorire gli spostamenti in bicicletta ed a piedi attraverso azioni integrate di politica urbanistica, sociale ed infrastrutturale;
il trasporto motorizzato privato è evidentemente inadeguato alla conformazione delle città e alle esigenze di chi si sposta e il suo incremento non fa che aggravare una situazione ormai al limite del collasso;
gli spostamenti in bicicletta sono molto diffusi negli altri paesi europei e costituiscono una quota percentuale significativa della mobilità urbana, con indubbi
vantaggi sia per quanto riguarda la congestione nelle aree urbane sia sul piano dell'inquinamento atmosferico e acustico;
l'Italia, nonostante le condizioni climatiche favorevoli, è in forte ritardo rispetto alle altre nazioni europee a causa, oltre che di un diverso approccio «culturale», di una strutturale carenza di percorsi ciclabili che permettano di spostarsi con la bicicletta in condizioni di sicurezza;
l'approvazione della legge 19 ottobre 1998, n. 366, ha consentito un importante adeguamento normativo ed è stata accolta con entusiasmo da comuni ed enti locali, che hanno presentato centinaia di progetti per la realizzazione di piste ed itinerari ciclabili;
l'ultima manovra finanziaria che ha stanziato risorse dignitose a favore della legge 366 del 1998 è quella relativa al 2001, mentre negli ultimi quattro esercizi finanziari non sono state stanziate ulteriori risorse, facendo sì che la dotazione della legge 366 del 1998 risulti del tutto inadeguata sia rispetto agli obiettivi di adeguamento agli standard europei, sia rispetto alle numerose proposte di intervento elaborate in ambito locale;
ad attivarsi affinché sia aumentata l'insufficiente dotazione finanziaria della legge sulla mobilità ciclistica, in funzione delle reali esigenze infrastrutturali in tema di mobilità alternativa;
a verificare lo stato di attuazione della legge 366 del 1998, attraverso l'elaborazione di un accurato studio che contenga la quantificazione delle risorse stanziate, la loro assegnazione e l'effettivo trasferimento alle singole regioni, il numero e lo sviluppo lineare dei progetti presentati, il numero e lo sviluppo lineare dei progetti ammessi a finanziamento, nonché il relativo stato di realizzazione.
9/5310-bis-C-R/137. Leoni.
La Camera,
premesso che:
la situazione nelle zone del Molise e della Provincia di Foggia colpite dagli eventi sismici del 31 ottobre 2002 continua a destare, in tutta la popolazione coinvolta, gravi preoccupazioni sui tempi e sui finanziamenti previsti per la ricostruzione; tale stato d'animo è stato esplicitato dallo stesso responsabile della protezione civile, nonché da tutti gli amministratori locali, che hanno denunciato la scarsità ed i ritardi nell'arrivo dei fondi necessari alle opere di ricostruzione;
dopo oltre due anni da tali eventi sismici si pone con forza la necessità di un impegno programmatico e non casuale per restituire dignità e voglia di vivere a popolazioni che così duramente sono state colpite;
non va dimenticato, oltretutto, che per quanto riguarda la provincia di Foggia molti territori sono stati successivamente colpiti da eventi alluvionali tali da determinare la dichiarazione di stato di emergenza;
a verificare la possibilità, stante la necessità di ricostruire in maniera compiuta il tessuto sociale, economico, ambientale e storico artistico delle aree colpite dagli eventi sismici del 31 ottobre 2002, di adottare iniziative normative volte a istituire un fondo presso il Ministero del Tesoro con gli stanziamenti necessari alla definitiva ricostruzione di tutte le zone colpite dai suddetti eventi sismici;
ad adottare le opportune iniziative volte ad inserire tra i soggetti che possono usufruire di agevolazioni, nella presente legge finanziaria, in seguito a calamità naturali anche quelli di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 e 31 ottobre 2002, pubblicati nella Gazzetta ufficiale n. 258 del 4 novembre 2002, 8 novembre 2002, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 267 del 14 novembre 2002, nonché 31 gennaio 2003, pubblicato
nella Gazzetta ufficiale n. 31 del 7 febbraio 2003 e conseguentemente, a reperire, di conseguenza, le necessarie risorse finanziarie per l'attuazione degli impegni sopra indicati per gli anni 2006 e 2007.
9/5310-bis-C-R/138. Caldarola.
La Camera,
premesso che:
la grave situazione dell'intero sistema di infrastrutture della Provincia di Foggia necessita di interventi urgenti;
a verificare la possibilità di reperire le risorse necessarie a finanziare le seguenti opere:
a) la valorizzazione e il potenziamento della tratta ferroviaria Foggia-Rocchetta-AvellinoBenevento-Campobasso;
b) il prolungamento della pista di atterraggio e alla messa in sicurezza dello scalo aereo «Gino Lisa» di Foggia;
c) la realizzazione del raccordo stradale tra la SS 17 e la SS 16 passando attraverso Lucera, San Severo e Termoli;
d) il raddoppio della tratta ferroviaria Foggia-Potenza;
e) il raddoppio della tratta ferroviaria S. Severo-Termoli-Vasto; fi il raddoppio della tratta ferroviaria Foggia-Pescara.
9/5310-bis-C-R/139. Folena.
La Camera,
premesso che:
al fine di garantire sicurezza e trasparenza nei confronti dei consumatori è necessario assicurare la possibilità di verificare l'origine, le qualità e il percorso produttivo dei prodotti alimentari; per poter garantire il necessario percorso di tracciabilità dei prodotti gli imprenditori agricoli devono sostenere notevoli investimenti con conseguenti aumenti dei costi di produzione;
risulta quindi opportuno sostenere i processi di innovazione delle imprese agricole al fine di consentire la concreta realizzazione di un sistema di tracciabilità nell'interesse dei consumatori;
a destinare, nell'ambito degli stanziamenti per la qualità facenti capo al Ministro delle politiche agricole e forestali, le necessarie risorse per sostenere le innovazioni di processo delle imprese agricole finalizzate a garantire la tracciabilità dei prodotti alimentari.
9/5310-bis-C-R/140. Rossiello, Lumia.
La Camera,
premesso che:
nella provincia di Palermo esistono alcune zone in cui bisogna investire in legalità e sviluppo per far crescere i livelli produttivi e nel contempo attrezzare il territorio in una lotta sociale «efficace e condivisa» contro la penetrazione mafiosa;
nella zona del corleonese è in atto un inedito e positivo processo di cambiamento culturale, sociale, politico che va seriamente incoraggiato per affermare e radicare la cultura della legalità ed il ruolo democratico delle istituzioni; è indispensabile bloccare tutti i tentativi da parte della mafia di ripristinare il vecchio e consolidato controllo del territorio; nel corleonese è in atto uno sforzo straordinario di valorizzazione delle piccole e medie imprese attraverso la realizzazione del patto territoriale Alto Belice-Corleonese (fra i pochi selezionati come «patto pilota» dall'Unione europea) che per potersi sviluppare appieno necessita di un parallelo intervento del sistema viario;
la città di Corleone è punto di riferimento per tutta la zona per via dei
servizi che offre per cui potrebbe, se collegata bene con gli assi viari Palermo-Trapani, Palermo-Sciacca, PalermoAgrigento e Palermo-Messina, facilitare il decollo di un consolidato e fecondo autosviluppo del territorio;
per quanto riguarda la realtà territoriale di Termini Imerese ci troviamo di fronte ad una zona dalle enormi potenzialità, per molta parte inespresse o impossibilitate ad emergere a causa di una disattenzione istituzionale, ai vari livelli che ne ha bloccato uno sviluppo produttivo sano ed ecocompatibile. Per questa realtà è necessario potenziare due strutture strategiche: il porto e la zona industriale. Per quanto riguarda il porto è necessario intervenire con un progetto mirato a ristrutturarne l'area in tre direzioni: diporto per sviluppare il turismo; peschereccio per la marineria locale affinché possa mantenere e migliorare i livelli produttivi ed occupazionali della pesca; commerciale per creare un centro intermodale di smistamento merci per tutta l'area della provincia di Palermo e delle altre zone della Sicilia occidentale visto che su Termini Imerese insistono importanti nodi autostradali e ferroviari. Per quanto riguarda la zona industriale va completata la i nfrastruttu razione dei vari servizi: depuratori, acqua, luce, metano, capannoni, area verde... per sperimentare una zona franca di «nuova generazione» in cui siano garantiti alti livelli di convivenza per lo sviluppo economico e alti livelli di legalità per impedire le infiltrazioni mafiose;
ad adempiere a tutti gli atti previsti dalle normative nazionali e comunitarie e ad adottare iniziative normative volte a inserire nella prossima legge obiettivo, norme che rechino:
a) la previsione, in accordo all'iniziativa della regione siciliana e della provincia di Palermo, di interventi per il miglioramento della rete viaria di tutto il corleonese;
b) il completamento del porto di Termini Imerese in chiave integrata rispetto alla sua vocazione turistica, ittica e commerciale;
c) il completamento dell'area industriale e costruire una sperimentale zona franca.
9/5310-bis-C-R/141. Lumia.
La Camera,
premesso che:
negli ultimi due anni è aumentata l'evasione fiscale nel nostro Paese;
per il perseguimento del potenziamento delle attività di contrasto all'evasione, ad autorizzare l'Agenzia delle entrate ad assumere i vincitori del concorso tirocinio per funzionari di categoria C 1 bandito nell'ottobre 2002 dall' Agenzia, che abbiamo superato l'esame finale svoltosi nel mese di luglio 2004.
9/5310-bis-C-R/142. Fluvi.
La Camera,
premesso che:
le pensioni, sia pubbliche che private, debbono considerarsi, come ha più volte ribadito la Corte costituzionale, retribuzioni differite nel tempo e che, pertanto, debbono mantenere un potere d'acquisto che non si discosti eccessivamente da quello degli stipendi e salari correnti;
essendo le pensioni escluse dalle trattative per i rinnovi (sia aziendali che nazionali) dei contratti di lavoro, vengono a perdere ogni anno qualcosa come il 4 - 5 per cento del loro potere d'acquisto e, pertanto, a dieci anni dall'andata in quiescenza, il trattamento economico dei pensionati si riduce di circa il 50 per cento;
tale fenomeno viola principi morali e costituzionali e richiede pertanto un immediato intervento dell'Esecutivo;
ad assumere periodicamente i provvedimenti e le iniziative necessari per impedire che le pensioni perdano il loro potere d'acquisto e finiscano per assumere un valore puramente assistenziale.
9/5310-bis-C-R/143. Bielli.
La Camera,
premesso che:
le misure per garantire la continuità territoriale per la Sardegna relative al trasporto delle merci, previste dalla legge 17 maggio 1999 n. 144 sono rimaste finora inattuate;
la piena realizzazione della continuità territoriale rappresenta un elemento cruciale per garantire alle imprese dislocate in Sardegna parità di condizioni rispetto a quelle dislocate nel resto del paese;
a garantire la piena attuazione, con le opportune intese con la regione, della continuità territoriale per la Sardegna per quanto riguarda il trasporto delle merci e a reperire le risorse necessarie a decorrere dall'anno 2005.
9/5310-bis-C-R/144. Carboni.
La Camera,
premesso che:
la Sardegna è l'unica regione d'Italia che non è dotata delle infrastrutture e degli impianti necessari per l'utilizzazione del gas metano;
la metanizzazione della Sardegna è prevista dall'intesa di programma tra Stato e regione del 21 aprile 1999;
nelle more della definizione del progetto relativo al trasporto del metano verso l'isola, è opportuno allestire la relativa rete di distribuzione interna, che potrà essere utilizzata una volta risolto il problema del trasporto o anche utilizzando temporaneamente gas diversi dal metano;
ad assumere, con le opportune intese con la regione, le iniziative e gli atti necessari per la progettazione e l'esecuzione della rete di distribuzione del gas metano in Sardegna e a reperire le risorse necessarie.
9/5310-bis-C-R/145. Cabras.
La Camera,
premesso che:
in molti casi le amministrazioni locali e le regioni investono cifre cospicue su immobili di interesse artistico o storico appartenenti al demanio dello Stato, spesso degradati e fatiscenti, al fine di restaurare e recuperare tali beni e poterli utilizzare per lo svolgimento di attività culturali utili alla collettività;
le amministrazioni locali e le regioni sono spesso interessati ad acquistare tali beni ma incontrano intralci e divieti nell'iter di alienazione, nonostante il parere favorevole delle sovrintendenze;
gli investimenti e gli interventi degli enti locali e delle regioni sui beni demaniali statali, di interesse storico e artistico, sono spesso vitali ai fini della riqualificazione e valorizzazione di tali beni che altrimenti graverebbero sul bilancio dello Stato;
ad adottare le opportune iniziative normative affinché i beni immobili appartenenti al demanio dello Stato, di interesse artistico o storico e privi di reddito, siano trasferiti gratuitamente al demanio delle Regioni, delle province o dei comuni, su
specifica richiesta dell'amministrazione interessata, da presentare all'Agenzia del Demanio, e previo parere favorevole della soprintendenza competente, nei casi in cui l'amministrazione medesima abbia investito o dimostri con appositi progetti di voler svestire risorse del proprio bilancio per la salvaguardia, la riqualificazione e la valorizzazione dei beni.
9/5310-bis-C-R/146. Amici.
La Camera,
premesso che:
il design italiano da oltre 50 anni svolge uno straordinario ruolo per il Paese sia nell'affermazione nel mondo di una sua immagine moderna e avanzata sia in termini economici per il decisivo apporto alle quote di export italiano, rappresenta la punta innovativa avanzata del made in Italy;
la sua storia più che cinquantennale, iniziata sul finire degli anni quaranta, in stretta connessione con le esigenze della ricostruzione, si è poi sviluppata negli anni del miracolo economico e in quelli successivi durante i quali ha fortemente interagito con l'affermazione della tipica struttura industriale non fordista del nostro paese;
nel corso degli anni '80 e '90 il design italiano, parallelamente alla sua straordinaria affermazione nel mondo, si è radicato in tutto il territorio del Paese, dal nord al sud;
attraverso la connessione tra formidabili apporti progettuali (i «grandi maestri») provenienti dal contesto professionale e le straordinarie capacità manifatturiere congenite al nostro sistema produttivo, nel corso della sua storia il design italiano ha realizzato una molteplicità di prodotti affermatisi in tutto il mondo per le loro caratteristiche di innovazione, di qualità e di eccellenza capace di coniugare, in una sintesi originale universalmente riconosciuta, tecnologia ed estetica;
nell'attuale situazione di forte incremento della competizione tra i sistemi paese che la globalizzazione comporta, l'esperienza e i prodotti del Design Italiano rimangono più che mai, e diffusamente, fondamentali punti di riferimento;
l'ulteriore valorizzazione e la difesa di un tale patrimonio rappresentano perciò istanza di primaria importanza per il Paese, non più procrastinabile nel tempo;
l'esigenza di un museo del design italiano, nonché la realizzazione di centri di esposizioni permanenti delle sue produzioni, deve trovare spazio nella destinazione di risorse che dovranno mirare ad una concentrazione degli investimenti, tale però da non compromettere un'equa distribuzione sul territorio nazionale (Roma, Milano, Napoli, Palermo), coerente con il ruolo nazionale che sostiene il design italiano;
nella destinazione delle risorse non potrà non essere considerato il ruolo di Milano come luogo storico da cui si è inizialmente formato e consolidato il design italiano, e nel cui intorno sono tuttora collocate i contenitori di significative iniziative sviluppatesi nel corso degli anni (Collezione del Compasso 'd'Oro dell'Adi presso il Clac di Cantù; Musei delle imprese - Alessi, AlfaRomeo, Kartell, Prada, ecc; Raccolta di Prodotti presso la Triennale di Milano; Raccolta di prodotti presso il Politecnico di Milano; ecc.); le quattro città menzionate sono sedi delle nuove facoltà per il disegno industriale la cui costituzione, se pure avvenuta in tempi recenti (nel corso del 2004 si compirà il primo decennio per quelle di Milano e di Roma), ha dato vita, proprio per la stretta connessione con il contesto del design italiano, ad esperienze universitarie tra le più avanzate del mondo (tra queste va anche ricordata la Scuola mediterranea del design di Reggio Calabria);in considerazione delle conclusioni cui è giunto il recente primo incontro nazionale con il design, tenutosi a Roma il 7/8 novembre
2004, sotto l'Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, cui hanno partecipato oltre 450 qualificati operatori del settore;
ad utilizzare le risorse a disposizione coinvolgendo le associazioni rappresentative del design italiano (Adi Associazione per il disegno industriale, Cnad Consiglio nazionale delle associazioni del design, Cundi Comitato universitario nazionale disegno industriale), al fine di dare vita al museo del design italiano, che potrà articolarsi su più sedi espositive permanenti, a cominciare dalle città di Milano e di Roma.
9/5310-bis-C-R/147. Grandi.
La Camera,
premesso che:
la proroga prevista dalla finanziaria al 31 dicembre 2005 dei contratti a tempo determinato nella pubblica amministrazione pone il problema di una loro progressiva stabilizzazione al fine di non disperdere un patrimonio di conoscenze essenziale al funzionamento della macchina;
entro il 2005 ad individuare di concerto con gli organismi interessati il percorso e le risorse per una progressiva e totale stabilizzazione dei suddetti lavoratori a partire dal 1o gennaio 2006.
9/5310-bis-C-R/148. Molinari.
La Camera,
premesso che:
il 31 dicembre 2004 scade il termine ultimo per la sperimentazione del reddito minimo di inserimento;
alcuni comuni interessati dalla sperimentazione ai sensi del decreto legislativo n. 268/98 e della legge n. 328/2000 hanno provveduto a porre in essere una serie di meccanismi di controllo sui beneficiari per evitare indebite erogazioni che hanno fatto ritardare l'avvio della sperimentazione;
l'esaurimento delle risorse non consente proroghe e il ministero intende richiamare a se le somme non spese da parte delle amministrazioni sperimentatrici che alla data del 31 dicembre 2004 non hanno utilizzato l'importo stanziato;
alcune amministrazioni comunali, tra cui quella di Pisticci (Matera) hanno ancora a disposizione una parte dei fondi a causa dell'avvio della erogazione dell'RMI solo a seguito degli accertamenti patrimoniali sui beneficiari;
in questo caso è assolutamente giustificato il ritardo delle somme non utilizzate;
a concedere alle amministrazioni che si trovano nelle condizioni richiamate nelle premesse, la possibilità di utilizzare tutte le risorse ancora in loro possesso per lasperimentazione del RMI fino al loro completo esaurimento anche dopo il 31 dicembre 2004.
9/5310-bis-C-R/149. Squeglia, Molinari, Adduce.
La Camera,
premesso che:
in favore dei lavoratori Interklim e Valbasento è stata prorogata al 31 dicembre 2005 l'indennità di mobilità in scadenza il prossimo 31 dicembre 2004; ogni anno questi lavoratori sono costretti ad attendere per una serie di passaggi burocratici sei o sette mesi prima di percepire materialmente l'ammortizzatore sociale con le conseguenti difficoltà determinate dalla impossibilità a poter far fronte alle esigenze del quotidiano;
sarebbe opportuno, soprattutto alla luce dell'ultimo e ulteriore taglio del 10
per cento dell'importo dell'assegno previsto dal comma della finanziaria per il 2005, consentire una maggiore celerità nell'attribuzione della indennità di mobilità proprio perché l'assegno è nettamente al di sotto della soglia di povertà;
ministero del lavoro e delle politiche sociali, Inps, organizzazioni sindacali territoriali sono in grado di poter fornire gli elenchi dei beneficiari in brevissimo tempo -:
ad accelerare i tempi di erogazione dell'ammortizzatore sociale prevedendo un termine massimo di 60 giorni per gli adempimenti burocratici concernenti la proroga per l'anno 2005 e la conseguente emanazione del decreto interministeriale per la erogazione materiale dell'importo spettante ai lavoratori Interklim e Valbasento
9/5310-bis-C-R/150. Burtone, Molinari, Adduce, Potenza.
La Camera,
premesso che:
la previsione della nomina da parte del governo di un commissario per quanto riguarda i lavoratori forestali calabresi così come stabilito dalla legge finanziaria 2005 presenta alcuni elementi non chiari che necessitano di una adeguata specificazione; la nomina di un commissario non può avvenire, ai sensi del nuovo quadro costituzionale del titolo V, senza una previa concertazione con l'autonomia regionale e un coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori;
è necessario stabilire da prima quali sono i compiti e le funzioni dell'organismo commissariale altrimenti si rischia di paralizzare l'attività dei lavoratori in un conflitto istituzionale;
ad evitare che la figura del commissario possa essere ricoperta da un ministro in carica e a bandire una selezione per competenze da concludersi entro 60 giorni dalla approvazione della presente legge.
9/5310-bis-C-R/151. Meduri.
La Camera,
premesso che:
esaminato l'Atto Camera 5310/bis-B, recante «disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005) approvato dalla Camera in prima lettura e modificato dal Senato;
i commi 309, 310 e 311 dell'articolo unico intervengono sulla disciplina del contributo unificato, introducendo modifiche al testo unico delle spese di giustizia;
considerato che, in particolare, il comma 309 sopprime le esenzioni dal contributo unificato che il suddetto testo unico prevedeva per i processi di valore inferiore a 1.100 euro e ai quali ora è invece connesso un prelievo di 30 euro;
il successivo comma 310 provvede ad un aumento generalizzato e ad una revisione degli importi per gli scaglioni di valore dei procedimenti, all'occorrenza modificando il comma 1 dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 115 del 2002 e arrotondando gli importi derivanti dalla conversione in lire, dando luogo ad aumenti che, per i primi tre scaglioni sono del 10 per cento circa, mentre quelli per le cause di valore più elevato possono essere quantificati nell'ordine del 20 per cento;
il comma 311, intervenendo sul comma 1 dell'articolo 46 della legge n. 374 del 1991, fa venir meno l'esenzione da ogni tassa ed imposta per le cause e le attività conciliative di valore inferiore ai 1.033 euro, derivandone di conseguenza che anche in tali ipotesi dovrà essere versato il contributo minimo di 30 euro, stabilito dal nuovo comma 1 dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002;
non sembra essere stata compiuta una sufficiente ed esaustiva istruttoria sulle ricadute dirette di tali incrementi di spesa, con riferimento ai destinatari delle disposizioni, né sembrano essere state valutate con la necessaria attenzione le conseguenze sulla finanza pubblica;
con tali modifiche si introducono pesanti sperequazioni economiche e sensibili difformità di trattamento tra i cittadini;
a valutare l'opportunità previa verifica degli effetti applicativi della disciplina indicato in premessa, di adottare iniziative normative volte ad un riordino generale della materia che sia ispirato al principio della coerenza e della equità.
9/5310-bis-C-R/152. Finocchiaro, Olivieri, Bonito.
La Camera,
premesso che:
il comma 268 della Legge Finanziaria 2005 prevede un intervento straordinario ex legge n. 181/89 da realizzarsi nel comune di Marcianise;
la limitazione dell'intervento al solo comune di Marcianise è sicuramente frutto di un refuso in quanto l'area industriale di Marcianise ricomprende, oltre a Marcianise, altri comuni contigui;
il termine più appropriato per indicare l'area alla quale applicare il citato intervento straordinaria è certamente quello di «distretto di Marcianise», similarmente a quanto all'espressione utilizzata nel medesimo comma 268 per il «distretto di Brindisi»;
ad adottare le opportune ulteriori iniziative volte ad estendere l'intervento straordinario di cui in premessa ai sensi della legge n. 181/89 a tutti i comuni del distretto industriale di Marcianise.
9/5310-bis-C-R/153. Coronella, Cosentino, Landolfi, Santulli.
La Camera,
premesso che:
la continuità territoriale rappresenta l'attuazione concreta del principio per il quale ai sardi, oggettivamente penalizzati dal vivere in un'isola, si riconoscono le medesime opportunità e condizioni di potersi recare nel continente di tutti gli altri cittadini italiani;
oggi questo diritto è messo in discussione dalla mancanza di risorse e dai ritardi nell'espletamento delle relative procedure;
il comma 272 dell'articolo 1, introdotto nel corso dell'esame svolto presso il Senato, prevede l'assegnazione di 10 milioni di euro annui per il triennio 2005-2007, al fine di garantire la prosecuzione degli interventi per la continuità territoriale per Trapani, Pantelleria e Lampedusa,
le previsioni normative e finanziarie volte ad assicurare la continuità territoriale sono state originate dall'articolo 36 della legge n. 144/99 - che ha disciplinato la continuità territoriale per la Sardegna e le isole minori della Sicilia - e, quindi, estese dall'articolo 82 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria 2003) alle città di Trapani, Albenga, Cuneo, Taranto, Crotone, Bolzano e Aosta ed alle isole di Pantelleria e Lampedusa,
evidenziata quindi l'importanza di prevedere urgenti ed adeguate misure, anche di carattere finanziario, per assicurare la prosecuzione degli interventi per la continuità territoriale con le isole e, in particolare, con la Sardegna rispetto alla quale - per la sua particolarità geografica - tali interventi sono da ritenere essenziali,
sono state avviate le procedure per un nuovo regime di continuità territoriale, sul quale tuttavia gravano le perplessità manifestate dall'Unione europea e i ricorsi presentati in sede giurisdizionale da alcune compagnie aeree, circostanze che certamente ritarderanno il riavvio della continuità territoriale per la Sardegna;
il vigente regime, previsto in attuazione della legge n. 144/99, scade il 31 dicembre prossimo, e che una ulteriore proroga sembra ipotizzabile solo mediante un'apposita previsione normativa, in difetto della quale dal 1o gennaio 2005 le tariffe aeree da e per la Sardegna potrebbero tornare agli insostenibili livelli del 2001, con un danno gravissimo per la già depressa economia dell'Isola;
ad adottare tempestivamente adeguate misure, anche di carattere finanziario, volte ad assicurare la prosecuzione degli interventi per assicurare la continuità territoriale con le principali città della Sardegna, analogamente a quanto previsto dall'articolo 1, comma 272, del disegno di legge finanziaria per il 2005 (C. 5310-bis-B) per Trapani, Pantelleria e Lampedusa;
ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti che consentano, nelle more dell'espletamento delle procedure poste in essere dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ed al fine di evitare un'insostenibile situazione di incertezza normativa, il proseguimento per un tempo congruo del presente regime di continuità territoriale.
9/5310-bis-C-R/154. Cossa, Anedda, Marras, Onnis, Porcu, Mereu, Massidda, Pinto.
La Camera,
premesso che:
le leggi finanziarie degli ultimi tre anni hanno permesso l'installazione nei locali aperti al pubblico di nuovi macchinari da divertimento e intrattenimento che sono comunemente detti slot-machine;
tali macchinari, pur legali, creano innegabili problemi di disagio sociale e di devianza;
la criminalità organizzata ha spesso trovato il modo di usare le slot-machine e i videopoker come mezzi di illecito guadagno e per il riciclaggio di denaro di provenienza illegale;
esiste un intreccio perverso tra gioco lecito e illecito, com'è emerso da molte inchieste e da recenti operazioni di polizia contro grandi bande di malfattori, dalle quali è emerso come il gioco sia usato come succedaneo del «pizzo» e come terreno fertile per l'usura e l'estorsione;
la diffusione capillare sul territorio dei nuovi macchinari da divertimento e intrattenimento, espone a nuovi comportamenti i consumatori del gioco abituale, che sono per lo più anziani e ceti a basso reddito;
ancora non è stato messo a regime il sistema di controllo delle giocate per le slot-machine, in collegamento con il Ministero delle finanze, pur previsto sin dalla loro introduzione, che permetterebbe la tassazione ottimale del gioco;
a potenziare e intensificare le operazioni della Polizia dei Giochi;
a massimizzare l'efficacia del sistema di controllo delle giocate, in tempo reale, con apparecchi da divertimento e intrattenimento, ove previsto dalla legge.
9/5310-bis-C-R/155. Buontempo.
La Camera,
premesso che:
tutte le forze parlamentari si sono pronunciate sull'estensione della clausola
di salvaguardia di cui all'articolo 2, comma 3, della legge n. 289 del 2002, anche al trattamento di fine rapporto;
la predetta estensione consente infatti di evitare che l'avvio della riforma dell'Irpef determini un aggravio del trattamento tributario relativo al Tfr, soprattutto a carico dei percettori di redditi bassi;
ad adottare iniziative normative volte ad introdurre la predetta estensione.
9/5310-bis-C-R/156. Spini, Benvenuto, Ruzzante.
La Camera,
premesso che:
più di un quarto dei decessi sul lavoro di tutta l'Europa avvengono in Italia e che il fenomeno ha assunto i connotati di una vera e propria emergenza sociale;
la piaga del lavoro sommerso contribuisce inoltre a mietere vittime invisibili;
il controllo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è una priorità non più rinviabile;
ad assumere ogni iniziativa utile al fine di potenziare l'attività di vigilanza sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e sulla regolarità contributiva e contrattuale dei rapporti di lavoro.
9/5310-bis-C-R/157. Sgobio.
La Camera,
premesso che:
in attuazione dei principi di cui alla legge 8 novembre 2000, n. 328, ed alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, al fine di incrementare il sistema di protezione sociale di cura per le persone non autosufficienti che, per una minorazione singola o plurima abbiano subìto una riduzione dell'autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione;
ad adottare opportune iniziative affinché sia istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un «Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti» e destinato alla erogazione dell'indennità di accompagnamento e di comunicazione di cui alle leggi 11 febbraio 1980, n. 18, 26 maggio 1970, n. 381, 27 maggio 1970, n. 382, e al decreto legislativo 23 novembre 1988, n. 509, come diritto soggettivo a titolo della minorazione, al potenziamento della rete dei servizi, alla erogazione delle prestazioni assistenziali attraverso la realizzazione di progetti individuali per le persone non autosufficienti, di cui agli articoli 14 e 15 della legge 8 novembre 2000 n. 328, alla erogazione dei titoli per la fruizione di prestazioni sociali ed assegni di cura commisurati alla gravità dei bisogno, alla erogazione delle risorse necessarie al pagamento della quota sociale a carico dell'utente in caso di ricovero in una residenza sanitaria assistita o in strutture similari anche a carattere diurno.
9/5310-bis-C-R/158. Cossutta Armando, Cossutta, Maura, Pistone.
La Camera,
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere, ai fini dell'integrazione degli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano, corsi di formazione per il personale docente sugli aspetti sociali, didattici e pedagogici relativi all'inserimento dei predetti alunni, ed ad assicurare inoltre la
presenza nell'organico della scuola di un numero di mediatori culturali rapportato all'entità della presenza di alunni stranieri e comunque non inferiore ad uno per ogni istituto scolastico;
a partire dal periodo d'imposta 2005, fatta salva la completa gratuità dei libri di testo per la scuola elementare, ad assicurare tale gratuità anche per le scuole secondarie di primo e di secondo grado a tutte le famiglie con reddito fino a 36.151,98 euro annui adeguati annualmente sulla base della variazione del costo della vita;
ad adottare le iniziative di propria competenza volte ad assicurare nelle singole istituzioni scolastiche la presenza di un insegnante con le funzioni di mediatore culturale almeno ogni dieci alunni stranieri, nonché un adeguato numero di insegnanti di sostegno in presenza di alunni diversamente abili che non possono essere inseriti in misura maggiore ad una unità in classi che non superino i venti alunni.
9/5310-bis-C-R/159. Vertone.
La Camera,
ad adottare le opportune iniziative volte ad integrare quanto previsto dall'articolo 42, comma 5 Testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, prevedendo il riconoscimento dei benefici per i familiari di persone handicappate in situazioni di gravità anche per coloro che da oltre cinque anni sono stati già riconosciuti invalidi per la stessa patologia valutata come grave ai sensi della Legge 104/92;
a riconoscere, su loro richiesta, a decorrere dal primo gennaio 2005, ai genitori di disabili gravissimi di cui all'articolo 3, comma 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 e che siano contemporaneamente afflitti da almeno due deficit delle seguenti funzioni della vita umana:
a) deficit intellettivo grave che comporti un grave ritardo mentale contestuale a gravi
b) difficoltà di apprendimento
c) impossibilità di deambulazione
d) impossibilità di mantenere il controllo sfinterico
e) impossibilità all'assunzione di cibo
f) impossibilità a lavarsi
g) impossibilità a vestirsi
il beneficio, fino al limite massimo di cinque anni di contribuzione figurativa, di due mesi di contribuzione figurativa utili ai soli fini del diritto alla pensione e dell'anzianità contributiva, per ogni anno di servizio presso le pubbliche amministrazioni o aziende private.
9/5310-bis-C-R/160. Cossutta Maura, Pistone, Sgobio.
La Camera,
premesso che:
il comma 436 all'esame dell'Assemblea disciplina le dismissioni di beni del demanio e del patrimonio dello Stato;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 41 del 2001 (« Regolamento di semplificazione del procedimento relativo alle concessioni e locazioni di beni immobili demaniali e patrimoniali dello Stato a favore di enti o istituti culturali, enti pubblici territoriali, aziende sanitarie locali, ordini religiosi ed enti ecclesiastici.»), all'articolo 7, in tema di concessione e locazione di beni immobili demaniali stabilisce che la durata della concessione di norma, non è superiore a sei anni, ma che qualora l'amministrazione ne ravvisi, con determinazione motivata, l'opportunità, in considerazione di particolari finalità perseguite dal richiedente, la concessione può avere una durata superiore ai sei anni, comunque non eccedente i diciannove anni. Può essere stabilito un termine superiore
a sei anni anche nell'ipotesi in cui si imponga al concessionario l'obbligo di eseguire opere di ripristino, restauro o ristrutturazione particolarmente onerose, con contestuale indicazione del termine entro il quale tali opere devono essere ultimate;
il recupero funzionale ed il restauro conservativo di alcuni edifici di interesse storico oggetti di concessione ex articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 41 del 2001, capaci di valorizzarne gli spazi architettonici e la vocazione storico-monumentale degli stessi, sono il più delle volte finalizzati al loro riuso, pur comportando uno stanziamento molto oneroso di risorse finanziarie che comprende sia la fase progettuale che quella esecutiva dei lavori di manutenzione;
ad adottare iniziative normative volte ad innalzare fino a 60 anni la durata della concessione di cui all'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 41 del 2001 nell'ipotesi in cui si imponga al concessionario l'obbligo di eseguire opere di ripristino, restauro o ristrutturazione particolarmente onerose, al fine di consentire a quest'ultimo di ammortizzare in un lasso di tempo più lungo le spese sostenute per l'esecuzione di tali opere.
9/5310-bis-C-R/161. Diliberto, Pistone.
La Camera,
premesso che:
è esigenza fondamentale per le condizioni di esistenza e per la qualità della vita delle popolazioni del Mugello e della Val di Sieve, nonché per lo sviluppo economico e sociale dell'intero territorio, garantire un'adeguata mobilità;
tale mobilità dev'essere compatibile con l'ambiente e deve pertanto coniugare in maniera virtuosa il trasporto su gomma e quello su rotaia;
il trasporto su rotaia sarebbe caratterizzato dalla straordianaria potenzialità della linea ferroviaria Firenze-Pontassieve-Borgo San Lorenzo e della linea ferroviaria Firenze-Borgo San Lorenzo-Faenza, qualora queste due linee, adeguatamente ammodernate, fossero collegate in un unico anello ferroviario metropolitano;
il trasporto su rotaia è negativamente condizionato dall'incompiuto ammodernamento della strada statale n. 67 che, in larga misura, segue ancora un tracciato tortuoso, che attraversa centri storici di comuni e frazioni, presentando inoltre due corsie assai strette;
ad attribuire idonea priorità ed a stanziare adeguate risorse finanziarie per risolvere con la necessaria urgenza il nodo strutturale della mobilità rappresentato dal nesso tra le due opere sopra citate.
9/5310-bis-C-R/162. Galante, Pistone, Cossutta Maura, Sgobio.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 508 del 1999 ha avviato la riforma delle Accademie di belle arti, definendo i principi generali del processo di riforma e rinviando a successivi regolamenti la definizione delle norme di attuazione;
a cinque anni dalla approvazione della legge di riforma non è stato ancora concluso l'iter previsto per l'approvazione dei regolamenti attuativi, per cui l'intero settore soffre ancora degli elementi di precarietà derivanti dal mancato conseguimento di un assetto istituzionale stabile e definito in tutti i suoi aspetti più importanti;
in particolare, non è stata data attuazione alla previsione di una «graduale statizzazione» delle Accademie delle Belle Arti legalmente riconosciute con
priorità per quelle operanti nei capoluoghi sprovvisti di istituzioni statali e dotate dei requisiti previsti dalla stessa legge;
la legge n. 306 del 27 ottobre del 2000, per favorire l'adeguamento ai nuovi ordinamenti didattici, ha previsto per tre anni un sostegno finanziario alle Accademie di Belle arti non statali, finanziate in misura prevalente dagli Enti Locali;
tale sostegno finanziario, pari a 2 miliardi di lire per l'anno 2000 e a 3 miliardi per ciascuno degli anni 2001 e 2002, ha consentito la sopravvivenza di queste Accademie, favorendone l'adeguamento al nuovo quadro normativo;
i ritardi nel processo previsto di statizzazione , congiuntamente con la cessazione del sostegno finanziario nazionale alla scadenza del triennio previsto dalla citata legge 306 del 2000, stanno determinando una situazione di grave crisi finanziaria delle Accademie di Belle Arti legalmente riconosciute e/o pareggiate e finanziate in misura prevalente dagli Enti Locali;
a completare il processo di riforma sbloccando, in particolare, l'iter per la statizzazione delle Accademie di Belle Arti legalmente riconosciute e/o pareggiate e finanziate in misura prevalente dagli Enti Locali con priorità per quelle operanti neo capoluoghi sprovvisti di Accademie statali;
a rifinanziare la legge n. 306 del 2000, a sostegno di queste Accademie legalmente riconosciute e/o pareggiate e finanziate in misura prevalente dagli Enti Locali, che costituiscono una importante risorsa della vita culturale del paese.
9/5310-bis-C-R/163. Bellillo.
La Camera,
premesso che:
lo spettacolo in quanto espressione del pensiero artistico, della cultura e della identità nazionale e regionale, costituisce un momento strategico di crescita civile e sociale del cittadino e della collettività, e rappresenta un importante segmento economico del nostro Paese, troppo trascurato o ignorato, capace di occupare, nonostante le tormentate difficoltà strutturali e le esigue risorse finanziarie devolute, circa 200.000 addetti;
lo spettacolo con il suo patrimonio di storie, tradizioni, esperienze e professionalità, va tutelato, promosso ed incentivato;
nonostante la mole di produzioni di spettacolo nella società odierna, non esiste in Italia una strategia culturale e di mercato, che si occupi seriamente del settore, che proponga e promuova regole adeguate e leggi moderne, capaci di tutelare i lavoratori che vi operano e, nel contempo, di rilanciare la competitività del settore, sia a livello interno che a livello internazionale, come fanno oramai da anni gli altri Paesi più industrializzati;
a tal fine occorre garantire nell'avvicendamento degli incarichi pubblici di settore trasparenza e professionalità;
negli ultimi anni, invece, con una serie di interventi normativi si è assistito solo alla continua contrazione delle risorse a favore del Fondo Unico per lo Spettacolo;
a rilanciare, con un forte intervento finanziario pubblico in favore dello spettacolo dal vivo e non, un settore fondamentale per la vita culturale di un paese in questi ultimi anni così fortemente sacrificato e mortificato;
a predisporre interventi normativi tesi a promuovere lo spettacolo ed a tutelare i lavoratori che vi operano;
a garantire trasparenza e professionalità nei criteri di nomina e di avvicendamento degli incarichi pubblici del settore.
9/5310-bis-C-R/164. Pistone, Diliberto, Bellillo.
La Camera,
premesso che:
dopo quattro anni per l'ennesima volta non vengono previste risorse da destinare in favore dei contratti dei medici specializzandi;
questo avviene nonostante il Governo avesse già accolto altri ordini del giorno nelle precedenti finanziarie che lo impegnavano in questa direzione;
si tratta di una mancanza grave che lede i diritti di oltre 25 mila medici specializzandi che in tutta Italia assicurano il funzionamento di importanti servizi nell'ambito delle strutture sanitarie del Sistema sanitario nazionale;
in Commissione Affari sociali è stato definito un testo di legge per rispondere alle legittime istanze dei medici specializzandi;
entro 60 giorni dalla approvazione della presente legge ad individuare le risorse finanziarie necessarie a finanziare i contratti in favore dei medici specializzandi.
9/5310-bis-C-R/165. Bindi.
La Camera,
premesso che:
l'Ospedale di San Giovanni Rotondo, denominato Casa Sollievo della Sofferenza, costituisce, oggi, una delle più importanti strutture ospedaliere del Mezzogiorno, quanto per l'eccellenza dei servizi che per l'accoglienza dei malati da ogni parte del mondo;
negli ultimi anni scorsi ha dovuto procedere ad una profonda trasformazione qualitativa per far fronte alle innumerevoli richieste di ricovero che la santità del luogo fa crescere di anno in anno;
detta trasformazione ha determinato una debitoria estinguibile attraverso un severo ripianamento e interventi straordinari della regione Puglia;
nella finanziaria 2004 è stato previsto un primo intervento dello Stato di 15 milioni di euro;
il Ministro Sirchia più volte, anche in sede di Conferenza Stato/regioni si è impegnato a sostenere il piano di risanamento finanziario della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, mediante un interevento straordinario a fondo perduto che, purtroppo, non si rinviene nella legge finanziaria 2005;
ad adottare le opportune iniziative normative volte ad erogare un contributo straordinario di 50 milioni di euro.
9/5310-bis-C-R/166. Spina Diana.
La Camera,
considerato che:
al termine di ciascuna sessione di bilancio si ripropongono stancamente, soprattutto fuori dalle aule parlamentari, argomenti che parlano della finanziaria in modo generico come di un tutto unico indifferenziato e, di conseguenza, proposte semplicistiche di riforma che traggono origine da analisi approssimative e da una scarsa conoscenza delle caratteristiche del tutto particolari che la legge finanziaria assume nel nostro ordinamento anche rispetto alle procedure di bilancio di altri paesi;
l'esperienza di quest'anno conferma e per certi versi accentua i profili di criticità già presenti negli anni precedenti, in quanto, nonostante le intese raggiunte lo scorso anno sulla adozione di criteri più rigorosi, per la prima volta si è registrata una netta divaricazione tra i criteri applicativi delle regole vigenti sul contenuto proprio della legge finanziaria tra i due rami del Parlamento, come si evince dal fatto che numerose disposizioni inserite
nel testo approvato dal Senato corrispondono ad emendamenti dichiarati inammissibili per estraneità di materia alla Camera durante l'esame in prima lettura;
anche il ricorso allo strumento del maxiemendamento si è configurato in termini problematici rispetto alla esperienza degli scorsi anni in quanto, per un verso, la strutturazione del provvedimento in un unico articolo confligge con l'esigenza di un'accettabile ripartizione del testo per grandi aree tematiche e, per altro verso, si è rinunciato alla convenzione per cui nel maxiemendamento non venivano inserite disposizioni vertenti su materie mai prese in considerazione nelle precedenti fasi dell'esame parlamentare;
rilevato che:
l'esperienza di quest'anno, insieme alla approfondita riflessione già svolta lo scorso anno sia dalla Camera che dal Senato, ha definitivamente chiarito che una vera riforma della legge finanziaria può derivare soltanto da una accurata analisi della varietà delle questioni la cui soluzione viene attualmente demandata a tale strumento, da una attenta distinzione dei diversi ed eterogenei contenuti che in essa confluiscono e dalla conseguente necessità di individuare differenti procedure decisionali in relazione ai vari tipi di intervento che si intende porre in essere;
in ogni caso, una riforma della legge finanziaria deve preservare la funzione centrale che essa è chiamata a svolgere nella regolazione dei flussi finanziari e nella definizione del quadro contabile entro il quale devono inserirsi gli interventi legislativi e le misure da adottare per il conseguimento degli obiettivi di politica economica e finanziaria;
tenuto conto che larga parte delle disposizioni ordinamentali o di spesa a carattere microsettoriale o localistico che attualmente finiscono per trovare posto nella legge finanziaria in mancanza di altri strumenti rispondono a esigenze fondate e talora assai urgenti, le quali meritano di trovare un più appropriato e altrettanto rapido strumento di accoglimento;
a collaborare con la Camera e il Senato per riprendere al più presto il lavoro, avviato lo scorso anno, per l'adeguamento della vigente disciplina relativa alla legge finanziaria in modo da valorizzarne il ruolo centrale nella determinazione della cornice finanziaria e dei presupposti, in primo luogo di tipo quantitativo, per l'attività legislativa da porre in essere nel corso dell'esercizio di riferimento;
a tal fine, a considerare l'opportunità di una diversa articolazione della legge finanziaria che privilegi gli aspetti regolativi riconducibili alle tabelle e ai dati numerici, riducendo il peso della parte normativa la quale, per gli interventi di maggiore rilevanza, potrebbe essere incanalata in appositi provvedimenti collegati a «corsia veloce»;
per quanto riguarda i problemi di minore portata, a individuare apposite e più agili procedure amministrative che, sulla base della determinazione, nella legge finanziaria, dell'entità complessiva dei relativi stanziamenti, ne definiscano la ripartizione e ne individuino i soggetti beneficiari, sentite le competenti commissioni parlamentari;
in tale quadro a concorrere ad individuare, nell'ambito dei procedimenti parlamentari, anche possibili soluzioni alternative all'uso della questione di fiducia su maxiemendamenti, che perseguano lo scopo di assicurare la decisione entro i termini e di semplificare le votazioni in Assemblea.
9/5310-bis-C-R/167 Crosetto, Giancarlo Giorgetti, Casero, Alberto Giorgetti, Garnero Santanchè.
La Camera,
premesso che:
con la legge finanziaria 2005 vengono eliminati i 103 milioni di curo che dal 1998 l'articolo 27 della legge n. 448 del 1998 aveva destinato all'acquisto dei libri di testo per gli studenti con redditi bassi nelle scuole medie e superiori;
dopo l'abrogazione della legge sul prolungamento dell'obbligo scolastico (20 gennaio 1999) il governo ha ritenuto di non dover più finanziare la gratuità dei libri di testo per il primo anno della scuola secondaria superiore,superando di fatto la legge 448/1998 rifinanziata peraltro nel 2002, 2003, 2004. Legge che, tra l'altro, riguardava anche gli studenti della scuola media dell'obbligo;
ad individuare, con misure successive, strumenti straordinari atti a sostenere le famiglie e il diritto allo studio degli studenti
9/5310-bis-C-R/168. Sasso, Capitelli, Grignaffini.
La Camera,
premesso che:
il territorio della provincia di Foggia e del subappennino dauno è interessato da frequenti fenomeni di smottamento del terreno e da frane che si producono in maniera maggiore in seguito a fenomeni piovosi e alluvionali;
la prevenzione nella salvaguardia del territorio è fondamentale sia per la sicurezza dei cittadini sia per evitare maggiori spese in seguito a fenomeni emergenziali;
a verificare la possibilità di adottare interventi tesi alla risoluzione del dissesto idrogeologico nell'intera area della provincia di Foggia e del subappennino dauno.
9/5310-bis-C-R/169. Piglionica, Bonito.
La Camera,
premesso che:
i gravi fatti di cronaca correlati al disagio psichico e i dati recentemente acquisiti inerenti la correlazione tra malattia mentale e atti di violenza in ambito familiare;
il bisogno di sostenere e implementare la funzione di prossimità dei servizi territoriali con specifica attenzione rivolta alta prevenzione e all'individuazione precoce di situazioni ad albi rischio di comportamenti auto e/o etero-aggressivi;
la necessità di fornire sul territorio risposte concrete alle pressanti richieste che giungono dalle associazioni dei familiari dei pazienti;
ad adottare iniziative volte a stanziare maggiori risorse destinate alle regioni per la spesa sanitaria, in modo da consentire un potenziamento dei servizi di salute mentale presenti sul territorio nazionale per implementare la loro funzione di prossimità, secondo gli indirizzi approvati nel progetto obiettivo sulla salute mentale e con il piano sanitario nazionale 2003-2005 di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003.
9/5310-bis-C-R/170. Bolognesi, Coluccini.
La Camera,
premesso che:
la strategia di approvvigionamento di proteine vegetali da parte del nostro paese è attualmente basata sulle importazioni dal mercato mondiale di soia o della sua farina di estrazione, essendo tali produzioni deficitarie in Italia;
tale situazione presenta aspetti problematici soprattutto in riferimento agli organismi geneticamente modificati (OGM);
la forte dipendenza di proteine vegetali dai paesi terzi pone una serie di problemi anche legati alla sicurezza alimentare ed al rapporto con i consumatori;
è necessario incentivare soluzioni che permettano non solo di ridurre il deficit proteico del nostro paese e dell'intera Unione europea, ma di aumentare le superficie coltivate, migliorandone la capacità produttiva unitaria in termini di proteine, in coerenza con le linee guida della sviluppo sostenibile e della tutela dell'ambiente e del territorio;
a) a predisporre un piano che verifichi il fabbisogno di proteine vegetali, che valorizzi e recuperi ogni fonte di proteine vegetali, che incentivi le colture, che favorisca la ricerca;
b) ad adottare iniziative presso la Commissione europea perché siano riviste le quote di riferimento, basate sugli anni precedenti;
c) a considerare il problema delle proteine vegetali, essenziale per le linee di intervento su qualità e tracciabilità.
9/5310-bis-C-R/171. Diana, Borrelli, Rava.
La Camera,
premesso che:
l'importanza strategica per il nostro paese dell'intero comparto dell'economia del mare con particolare riferimento ai cantieri di costruzione e riparazione navale, ai porti e alla flotta;
la crescita del settore e il suo contributo all'occupazione e allo sviluppo realizzato negli anni trascorsi;
una tale dinamicità e capacità di competizione internazionale si sono manifestate anche in ragione di una legislazione di sostegno appropriata e di investimenti pubblici significativi;
a predisporre il necessario piano di investimenti nella portualità sia in riferimento alle opere infrastrutturali, sia per ciò che riguarda le misure per la security e a realizzare la completa autonomia finanziaria delle Autorità Portuali;
ad adottare le opportune iniziative volte a definire, per i lavoratori portuali, il pagamento delle giornate di mancato avviamento al lavoro conseguenti al verificarsi dei picchi di manodopera, come previsto dal rinnovo contrattuale del settore.
9/5310-bis-C-R/172. Zunino, Mazzarello.
La Camera,
premesso che:
è fortemente sentita l'esigenza di una remunerazione del periodo «formativo-lavorativo» di tutti gli specializzandi medici degli anni dal 1983 al 1991;
tutte le forze parlamentari si sono pronunciate a favore di una corresponsione per tutta la durata del corso, a titolo forfettario, di una borsa di studio annua pari a 7.000 euro;
ad adottare iniziative volte a reperire adeguate risorse finanziarie che possano consentire di risolvere la questione di cui in premessa.
9/5310-bis-C-R/173. Lucà, Labate.
La Camera,
premesso che:
al fine di promuovere lo sviluppo del sistema produttivo delle aree sotto utilizzate;
ad adottare le opportune iniziative normative volte a destinare alle iniziative imprenditoriali di rilevanza strategica nazionale, la dotazione finanziaria di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002 n. 289, individuata dal CIPE per il finanziamento dei contratti di programma di cui alla legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 2, comma 203, lettera e).
9/5310-bis-C-R/174. Burlando, Nannicini.