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PIERLUIGI CASTAGNETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, abbiamo preso atto della sua decisione di passare ad altro argomento. Peraltro, noi le chiediamo formalmente di tornare a sospendere i lavori dell'Assemblea perché quello che è accaduto oggi pomeriggio non è un fatto di poco conto. Noi ci attendiamo da parte del Governo un comportamento e un'assunzione di responsabilità conseguente: in un paese normale un Governo che viene battuto sul «cuore» della legge finanziaria prende atto della situazione e si dimette (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani). Non possiamo procedere a discutere e ad approvare un provvedimento di un Governo che, a nostro avviso, è dimissionario; le chiediamo pertanto di sospendere i lavori e di chiedere al Governo di riferire quale intenzioni abbia e quali conseguenze intenda trarre da quanto è avvenuto oggi pomeriggio. Le chiedo di non contribuire a sottovalutare il fatto politico intervenuto. Non possiamo procedere come se nulla fosse accaduto (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).
Le rivolgo una richiesta formale di sospensione dei lavori, in attesa che il Governo venga in aula a dirci quali conseguenze intenda trarre.
FRANCESCO GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, intervengo molto rapidamente per dire che anche noi vogliamo sollevare la stessa questione proposta dal collega Castagnetti: non si può continuare a lavorare senza fare valutazioni di ordine politico perché quanto accaduto è clamoroso. Sull'articolo fondamentale che stabilisce i saldi della legge finanziaria la maggioranza è andata sotto, fino al punto che non si sa che fine farà la legge finanziaria medesima nelle forme in cui è stata pensata dal Governo.
Per questa ragione ed anche in virtù del fatto che la maggioranza aveva addirittura annunciato che ci sarebbe stato un taglio delle tasse, quando oggi c'è un saldo che viene modificato per un importo di 4 mila miliardi di lire, noi le chiediamo di sollecitare il Governo a voler chiarire il proprio orientamento, dal momento che riteniamo che si debba dimettere, non essendo più nelle condizioni di reggere il confronto con il paese e nel Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-L'Ulivo).
I parlamentari della maggioranza non sono assenti per caso, vi sono delle percentuali di assenza...
CESARE CAMPA. Esagerato!
FRANCESCO GIORDANO. Non dobbiamo spiegargli noi l'importanza della legge finanziaria! Sono andati sotto su un punto decisivo: il Governo si dimetta (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. L'onorevole Boato interviene per il gruppo misto. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Non credo sia necessario alzare la voce per sottolineare quanto avvenuto. Mi rivolgo a tutti i colleghi dell'opposizione, ma anche a quelli della maggioranza (oltretutto i deputati presenti in aula sono coloro che hanno svolto, per senso di responsabilità, il ruolo di membri della maggioranza, e quindi le assenze, ovviamente, non vanno imputate ai colleghi presenti). Ebbene, tutti i colleghi si renderanno conto che quanto avvenuto meno di due ore fa è di una gravità senza precedenti.
Signor Presidente, la pregherei, se lo riterrà opportuno, di valutare una mia richiesta. Le chiedo di verificare se nella storia repubblicana, da quando esiste la legge finanziaria, cioè dal 1978 (quindi da 26 anni), si sia mai verificato che il primo articolo, quello fondamentale sul saldo netto da finanziare, con il quale si dà l'impronta a tutta la manovra finanziaria per l'anno successivo, sia stato bocciato o, come in questo caso, radicalmente modificato, con tutte le conseguenze che si ripercuoteranno sulla tabella B, che sostanzialmente viene azzerata.
So bene che tutto ciò non dipende da lei, signor Presidente. Mi rivolgo a lei perché il regolamento prescrive che ogni deputato, quando parla, si debba rivolgere al Presidente della Camera. Ma nel rivolgermi a lei, signor Presidente, mi rivolgo, con rispetto ma anche con coerenza e rigore, agli stessi colleghi della maggioranza e ai rappresentati del Governo (vedo alcuni suoi sparuti componenti seduti nei banchi dell'esecutivo, tra i quali anche un rappresentante del Ministero per i rapporti con il Parlamento). Per molto meno, nella storia repubblicana, quando un Governo è stato battuto si è dimesso e il Presidente del Consiglio si è recato al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni; il caso attuale non ha riguardato un emendamento marginale o un provvedimento non rilevante, ma una questione fondamentale come la legge finanziaria.
In quest'aula siede ancora qualcuno che ha memoria del Governo Cossiga del 1980: su un decreto-legge, l'esecutivo ottenne la fiducia con voto palese ma venne battuto per un solo voto di scarto in una votazione a scrutinio segreto. Allora il Presidente Cossiga si dimise, si recò al Quirinale e rassegnò il mandato; tutto ciò, lo ricordo, avendo ottenuto la fiducia circa cinque minuti prima della votazione in cui, invece, venne battuto. Si dice che l'onorevole Garavaglia fosse in bagno e che l'onorevole Zamberletti, di ritorno da Hong Kong, stesse entrando alla Camera.
Ciò è quanto dovrebbe fare chi abbia la decenza e la consapevolezza del proprio ruolo istituzionale (lo dico senza alzare la voce). È chiaro che il centrodestra ed il Presidente del Consiglio Berlusconi, potenzialmente, hanno la maggioranza in Parlamento. Ho rifatto i calcoli e sono 80, e non più 100, i deputati in più a favore del centrodestra. È quindi chiaro, signor Presidente, che il Presidente del Consiglio deve trarre le conseguenze da quanto avvenuto e recarsi al Quirinale per rassegnare dimissioni. Poi, se lo riterrà opportuno, potrà formare un governo Berlusconi-ter e ripresentarsi al Parlamento per ottenere la fiducia da una maggioranza che è tale sulla carta, ma che non lo è stata in quest'aula su una legge fondamentale come la legge finanziaria per il 2005.
Ho affermato ciò con il massimo di pacatezza cui sono riuscito a ricorrere in una situazione che è tutt'altro che pacata ma che, anzi, è istituzionalmente drammatica. Noi, ma forse anche qualche collega della maggioranza, non possiamo accettare che, dal punto di vista della decenza istituzionale, si faccia finta che non sia successo nulla e si passi, come si usa dire nel gergo parlamentare, al successivo punto all'ordine del giorno. Questo, signor Presidente, credo che non possa e non debba accadere (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi sappiamo che i documenti di bilancio per il triennio successivo sono lo strumento principe attraverso il quale si sostanzia un rapporto di fiducia tra il Governo e il Parlamento. Non è solo una norma regolamentare quella secondo la quale le attività ordinarie del Parlamento, nel ramo nel quale si discute e si approva la legge finanziaria, si sospendono, perché a questa viene finalizzata la politica economica e le scelte del Governo, e quindi è su questo che si crea il rapporto di fiducia tra il Governo e la maggioranza ed il rapporto tra il Governo e l'intero Parlamento.
Oggi, con il voto, questo ramo del Parlamento ha tolto la fiducia al Governo, perché con l'approvazione dell'emendamento Boccia 1.1 non sono cambiati solamente i saldi, come qualcuno dice, ma è stato completamente spostato l'asse delle scelte che il Governo voleva portare avanti con la legge finanziaria.
Pertanto, signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo di fronte ad un problema politico di rilevante qualità, che è proprio il rapporto di fiducia. Oggi siamo in presenza, quindi, di un Governo che non ha una maggioranza in questo ramo del Parlamento. Ciò non può essere un elemento da collocare, come altre volte è successo, nella serie - infinita, devo dire, in questo ramo del Parlamento (è accaduto altre 52 volte) - di incidenti di percorso. Né si può dire, come è stato affermato, che le opposizioni erano presenti in aula in un momento particolare nel quale «noi eravamo distratti»: distratti da cosa, onorevoli colleghi?
Distratti forse dal valzer delle poltrone, che da altre parti si sta facendo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)? Erano questi gli elementi che forse occupavano in altra direzione molti parlamentari della maggioranza in questa giornata? Non ci crede più nessuno ormai alla reiterata promessa della riduzione delle tasse! Questo non è altro che uno dei tanti slogan che continuerete forse a ripetere anche nelle prossime ore. Noi vi diciamo: cercate di fare una cosa diversa. Forse, l'agenda stasera sarà un po' più completa, alla luce anche del risultato che si è registrato in questa Camera stasera. Allora, cari colleghi, questo non può essere un elemento di valutazione politica solo per quanto riguarda il rapporto con la maggioranza ed il Governo.
PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, la prego di concludere!
RENZO INNOCENTI. Credo che anche noi abbiamo la necessità di capire e valutare fino in fondo quali possano essere gli elementi per proseguire nell'esame della legge finanziaria; non possiamo quindi entrare nel merito di altri argomenti.
Per tale motivo, alla luce di tali considerazioni, le chiedo, signor Presidente, associandomi alla richiesta dei colleghi dell'opposizione che hanno parlato prima di me, di sospendere per stasera i lavori di questo ramo del Parlamento e di aggiornarli a domani. La discussione di un decreto-legge, infatti, è un atto riguardante un Governo cui oggi, in quest'aula, è stata negata la fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, vorrei subito tranquillizzare i colleghi dell'opposizione, nel senso che non ho alcuna difficoltà a riconoscere che quanto è accaduto stasera rappresenta un fatto grave e che le assenze verificatesi tra i banchi della maggioranza e del Governo sono ingiustificate ed ingiustificabili.
Detto questo, che mi pare però sia molto, credo, Presidente, che lei abbia fatto bene a proporre all'Assemblea di passare al successivo punto all'ordine del giorno, riguardante il decreto-legge in materia di immigrazione.
Perché colleghi, anche dell'opposizione? Perché siamo in un Parlamento, luogo in cui ogni voto produce un effetto, una conseguenza. Molto responsabilmente, il relatore Crosetto ed il sottosegretario Vegas avevano anche illustrato gli effetti che avrebbe avuto l'eventuale, malaugurata approvazione dell'emendamento Boccia 1.1.
Ora, ci si può anche divertire (al riguardo ho letto dichiarazioni dei colleghi dell'opposizione) a fare «giochini» dietro le colonne, ad entrare e ad uscire dall'aula, ma noi qui non stiamo giocando (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani): stiamo votando la manovra di finanza
pubblica (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!
ELIO VITO. Allora, è bene che si sappia che non c'entra nulla la mancanza di fiducia nei confronti del Governo perché, come sarà dimostrato, quella c'è. Piuttosto, non vorrei che il gioco dell'opposizione fosse proprio questo (Commenti). Ricordo che lo scorso anno approvammo la legge finanziaria grazie a tre voti di fiducia e tutti insorsero. Perché lo facemmo? Perché ci trovammo di fronte a 2 mila emendamenti. Quest'anno, sono stati presentati 1.993 emendamenti e finché, signor Presidente ...
MAURA COSSUTTA. Sei fuori tema!
PRESIDENTE. Onorevole Maura Cossutta...
ELIO VITO. Voi avete parlato! Dovreste essere contenti e dovreste stare un po' buoni per consentire anche a noi di farlo!
PRESIDENTE. Francamente, onorevoli colleghi, questo non è un comportamento lodevole!
Mi dispiace, onorevole Vito, prosegua pure.
ELIO VITO. Fino a quando non faremo una riflessione seria sulle modalità di approvazione del disegno di legge finanziaria, sul suo significato, su come il Parlamento possa responsabilmente, ma significativamente dire la propria parola o se, invece, la legge finanziaria non debba essere lasciata, in quanto tale, alla responsabilità del Governo, è evidente, signor Presidente, che episodi come questo potranno ancora verificarsi.
Allora, credo che sia opportuna la decisione del Presidente di passare all'esame del disegno di legge di conversione iscritto al successivo punto dell'ordine del giorno. Nel rispetto del voto espresso dalla Camera, che, da un certo punto di vista, è stato virtuoso, perché ha abbassato i saldi, ma da un altro punto di vista, come l'onorevole Boccia sa, ha tagliato una serie di spese per investimenti che a noi stavano a cuore perché, onorevole Boccia, andavano incontro alle richieste degli enti locali (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)...
MAURA COSSUTTA. Ma va'!
ELIO VITO. Certo! Cercavamo di risolvere una serie di problemi posti da alcuni comuni, come quello di Napoli, onorevole Boccia (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)! Questo è successo (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia!
ELIO VITO. Voi giocate con la finanza pubblica! Fate gli «scherzetti», giocate a nascondino con la finanza pubblica! Noi, che riconosciamo che è stato espresso un voto grave e che le assenze sono state gravi (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi!
GIOVANNI CARBONELLA. Siete voi la maggioranza!
PRESIDENTE. Onorevole Carbonella, per cortesia, la richiamo all'ordine! Per cortesia!
ELIO VITO. Dovremo cercare di capire come, nel rispetto del voto che è stato
espresso, si possano mantenere alcuni impegni che era ed è intenzione del Governo e della maggioranza mantenere.
Io mi auguro che, a questo punto, tutti i colleghi, della maggioranza e dell'opposizione, dimostrino senso di responsabilità. Chi ha votato a favore dell'emendamento Boccia 1.1 dovrebbe conseguentemente ritirare centinaia e centinaia di emendamenti che propongono di aumentare proprio quelle cifre che l'onorevole Boccia ha voluto diminuire (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale). Questo dovreste fare!
PIERO RUZZANTE. Voi andate a casa!
ELIO VITO. Con la finanza pubblica e con la politica non si scherza! Se quell'emendamento - ho visto che è venuto anche l'onorevole Rutelli a votarlo - è la vostra linea di finanza pubblica, sappiate che da esso derivano i peggiori tagli agli enti locali, alle esigenze dei cittadini e della sanità, settore in cui avete tagliato 50 milioni di euro (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani - Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale), che il nostro paese abbia mai visto!
MAURA COSSUTTA. Ma piantala!
KATIA BELLILLO. A casa!
ELIO VITO. Allora, per coerenza, ritirate tutti gli altri emendamenti con cui chiedete di aumentare le spese (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
PIERO RUZZANTE. Ma cosa applaudite! Vergogna!
KATIA BELLILLO. Buffoni! Dimissioni, Vito!
ELIO VITO. Ecco perché, signor Presidente, credo che la sospensione dell'esame del disegno di legge finanziaria ed il passaggio al successivo punto all'ordine del giorno siano opportuni.
Noi cercheremo di porre rimedio a quanto si è verificato. Naturalmente, invito alla massima responsabilità i colleghi della maggioranza e, se posso permettermi, anche i membri del Governo. È evidente che, se non vogliamo ripetere l'esperienza dell'anno scorso, quando abbiamo approvato il disegno di legge finanziaria con tre voti di fiducia (tutti abbiamo criticato quanto avvenne), bisognerà respingere emendamenti dell'opposizione che, da una parte, sono virtuosi e tagliano la spesa pubblica e, dall'altra, propongono di fare cose che, in parte, anche a noi sta a cuore fare. Ora, dovremo trovare il modo di conciliare le nostre intenzioni con il voto che è stato espresso.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Elio Vito.
ELIO VITO. Quindi, signor Presidente, credo che dovremmo proseguire i nostri lavori passando al seguito dell'esame del disegno di legge di conversione n. 5369 (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi chiedo la cortesia di prestare attenzione perché vorrei fare un po' di chiarezza. Ovviamente, le opinioni politiche dei gruppi riflettono le diverse posizioni ed ognuno è libero di fare i commenti politici che ritiene. Vorrei fare tre considerazioni oggettive.
In primo luogo, il rischio, che qualcuno ha paventato, che si faccia finta di niente dopo questo voto non sussiste, perché il Presidente si è ripresentato in aula, ed ha deciso di sospendere l'esame del disegno di legge finanziaria per la giornata di oggi proprio per l'importanza (il termine «importanza» non vuole esprimere un giudizio positivo o negativo, ma è un dato oggettivo) del voto dell'Assemblea. Dunque, l'esame del disegno di legge finanziaria per il 2005 è rinviato alla seduta di domani.
In secondo luogo, l'ordine del giorno di oggi reca il seguito della discussione del disegno di legge di conversione di un decreto-legge molto importante, che decade questa settimana. Come possono insegnarmi tutti, in particolare l'onorevole Violante, che mi ha preceduto come Presidente della Camera, vi è un dovere costituzionale del Presidente della Camera, che è quello di garantire, non l'approvazione dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge, perché ciò è un diritto insindacabile della Camera, quindi vostro, ma l'esame dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge prima della loro decadenza. Questo è talmente vero che, proprio perché i decreti-legge sono considerati atti dovuti, anche in presenza di crisi di governo, l'Assemblea si trova ad esaminare questi provvedimenti. Ho citato questo esempio per sottolineare che anche nei momenti di maggiore difficoltà, non si sospende l'esame dei decreti-legge.
In terzo luogo, l'onorevole Castagnetti ha formulato una proposta di sospensione dei lavori per la giornata di oggi, proposta che, in base all'articolo 41 del regolamento, è indirizzata, non al Presidente, ma all'Assemblea. Non avrei la possibilità, nemmeno se lo volessi, di impedire al presidente Castagnetti se intende farlo di formalizzare questa proposta e di chiedere che sia messa ai voti, perché di ciò devo essere garante. Chiedo pertanto all'onorevole Castagnetti se intenda formalizzare la sua proposta.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, a nome di tutti i gruppi di opposizione, formalizzo la richiesta. Fin da adesso, le anticipo che dall'esito del voto trarremo le dovute conseguenze (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)...
GIACOMO STUCCHI. Ricattatori!
PIERLUIGI CASTAGNETTI. ...per non dover intervenire ancora. Giustamente, lei ha ricordato che i decreti-legge si convertono in legge anche durante le crisi di Governo. Vogliamo semplicemente sapere se il Governo è in crisi (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani), e siamo disposti a partecipare ai lavori per la conversione in legge del decreto-legge in questione. Ma finché non sappiamo gli intendimenti del Governo per trarre le conseguenze da quello che è accaduto, non possiamo collaborare con lei, Presidente.
PRESIDENTE. Naturalmente, lei sa che il problema riguarda il Governo. Io non posso rispondere per conto dell'esecutivo. In aula è presente il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, onorevole Ventucci, il quale, se vuole, può intervenire.
Onorevoli colleghi, ho ricordato il dovere costituzionale di garantire l'esame da parte del Parlamento dei decreti-legge in qualsiasi situazione. Altro non devo dire e non spetta a me dirlo.
MAURA COSSUTTA. Presidente, voleva intervenire il Governo!
PRESIDENTE. Onorevole Ventucci, vuole parlare?
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Invito i colleghi a prendere posto e a votare ognuno per sé.
Porrò in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta dell'onorevole Castagnetti di rinviare a domani la trattazione dei punti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna. Nel caso in cui la proposta dell'onorevole Castagnetti sia approvata, il seguito del dibattito sarebbe rinviato alla seduta di domani; nel caso in cui tale proposta sia respinta, la seduta odierna continuerebbe con gli interventi sul complesso delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge n. 241 (e darò la parola all'onorevole Coluccini, che ne ha fatto richiesta).
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta, avanzata dall'onorevole Castagnetti.
(È respinta).
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