Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 461 del 4/5/2004
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(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Naro. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE NARO. Signor Presidente, il collega Landi di Chiavenna, con molta


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sensibilità, ha opportunamente proposto una mozione, firmata anche da me e da molti colleghi di tutti i gruppi politici qui presenti, che riprende la risoluzione n. 124 del luglio del 2002, approvata in Commissione all'unanimità, con cui si chiede ancora una volta al Governo l'impegno a sostenere nelle sedi opportune e in coordinamento con gli altri paesi dell'Unione europea la domanda di Taiwan di partecipare all'OMS con lo status di osservatore in qualità di entità sanitaria. Funzione giuridica che, facendo i dovuti raffronti, già esercita pienamente nelle organizzazioni internazionali di cui è parte. Dunque, anche nell'OMS, lo stato di osservatore non può avere riflesso nei rapporti tra Pechino e Taipei. Del resto, un paese che occupa, di fatto, la quattordicesima posizione nel mondo per interscambio non può non essere presente in tutte le organizzazioni multilaterali! Il voto unanime in Commissione due anni fa e la numerosa sottoscrizione di parlamentari appartenenti a tutti i gruppi politici oggi dimostrano l'amplissimo consenso di cui godono in Parlamento e, conseguentemente, nel paese le richieste di Taiwan.
Concludo sottolineando, come evidenzia il collega Landi di Chiavenna nella premessa della mozione, i vantaggi che comporta la partecipazione di Taiwan su scala mondiale ed il coinvolgimento diretto e senza ostacoli ai forum e ai programmi internazionali di cooperazione sanitaria, specialmente se si considerano i rischi di diffusione transfrontaliera di diverse malattie infettive (come il virus da HIV, la tubercolosi, la malaria, la Sars ed altre epidemie che derivano anche da contaminazione animale). Con la riformulazione suggerita dal Governo, preannuncio il voto favorevole del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro alla mozione in esame (Applausi dei deputati del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calzolaio. Ne ha facoltà.

VALERIO CALZOLAIO. Signor Presidente, prima di svolgere la mia breve dichiarazione di voto, intendo richiamare l'attenzione della Presidenza e del rappresentate del Governo sulla necessità che il primo firmatario di questa mozione, che sta entrando ora in aula, si pronunci sulla proposta di riformulazione avanzata dal Governo. Non ho problemi ad intervenire prima dell'onorevole Landi di Chiavenna, ma, anche per una forma di correttezza nel lavoro parlamentare, visto che questa mozione è stata da lui promossa e dato che il Governo, nell'esprimere il suo parere, ha proposto una riformulazione del dispositivo della stessa, forse sarebbe utile - attendendo che il collega Landi di Chiavenna veda la riformulazione - conoscere, anche semplicemente per un minuto, la sua opinione, così da rendere più concreto ed efficace l'intervento per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Calzolaio, ritengo corretto quello che lei sta sostenendo. Onorevole Landi di Chiavenna, accetta la riformulazione della sua mozione proposta dal Governo?

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, sono al corrente di questa riformulazione. Mi riservo in dichiarazione di voto di esprimere alcune osservazioni, ma annuncio che aderisco, seppur con qualche difficoltà, alla riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prego, onorevole Calzolaio, ora può svolgere la sua dichiarazione di voto.

VALERIO CALZOLAIO. Grazie, Presidente. Numerosi deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo hanno sottoscritto la mozione presentata dall'onorevole Landi di Chiavenna. Il gruppo stesso, che si accingeva a votare a favore di quel testo, ritiene che la riformulazione proposta dal Governo sia accettabile sulla base delle motivazioni addotte dallo stesso; anzi, la nuova formulazione sembra anche più utile per raggiungere i due obiettivi


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della mozione, che noi condividiamo. Il primo obiettivo è quello di coinvolgere Taiwan nelle sedi internazionali, nelle forme più sicure, più corrette e più rispettose della storia specifica di quella nazione, evitando nel contempo alla comunità internazionale di considerare fuori dai luoghi di indirizzo e di scelta una nazione che ha 23 milioni di abitanti ed un sistema istituzionale ricco e complesso. Come è noto, si è votato nello scorso marzo per l'elezione del Presidente e a dicembre si rinnoverà il Parlamento bicamerale. Taiwan ha un sistema semipresidenziale con coalizioni alternative, sul modello francese. È una nazione molto industrializzata, con una ricchissima rete di scambi internazionali: una nazione della quale non si può fare a meno, se si vuole garantire un'attività di sicurezza internazionale in quell'area del pianeta. Essa ha una geografia molto interessante e molto ricca di risorse ed anche una storia già degna di rispetto, per quanto recente.
Dal 1971 Taiwan non fa più parte del sistema delle Nazioni Unite. Ha un riconoscimento diplomatico ufficiale soltanto presso 27 nazioni, perché è considerata dalla Cina, sulla base di una storia della quale bisogna prendere atto, una sorta di provincia ribelle.
Il problema è: per il resto delle nazioni del pianeta tale provincia ribelle come può essere associata alle decisioni che riguardano la lotta alla fame, la riduzione dell'inquinamento, la garanzia del diritto alla salute? Non possiamo prescindere da essa.
Il senso della mozione in discussione - come degli altri atti d'indirizzo già votati, in questa e nelle precedenti legislature, in genere in modo unitario, dal Parlamento italiano - mira a coinvolgere tale nazione nella rete di relazioni internazionali, senza alterare il rapporto (e la ricostruzione della storia di quella stessa nazione) con la Cina, ma anche senza chiudere gli occhi di fronte ad una realtà di fatto che non può essere negata o taciuta. Sotto questo punto di vista, quindi, l'obiettivo della mozione è già stato raggiunto tramite la sua presentazione. Ripeto che il gruppo dei Democratici di sinistra avrebbe votato anche il testo originariamente predisposto.
Il secondo obiettivo della mozione - che condividiamo - è più specifico: consentire a Taiwan di partecipare alle attività di prevenzione sanitaria e di garanzia del diritto alla salute, in particolare rispetto ad alcune emergenze sanitarie che in quell'area, com'è noto, sono particolarmente drammatiche da alcuni anni. Bisogna altresì tenere conto che Taiwan ha saputo garantire il diritto alla salute per i suoi 23 milioni di abitanti, la qualità dei servizi e la cooperazione internazionale in materia sanitaria ed in altre materie. Tutto ciò testimonia un'attività positiva ed utile per la comunità internazionale nel suo complesso. L'utilità consiste nel poter considerare, nell'ambito delle iniziative per garantire il diritto alla salute, le esperienze, i servizi, le competenze e le qualità espresse nella vita civile della comunità di Taiwan.
Sotto questo punto di vista, la riformulazione proposta dal Governo ci sembra garantisca, seppure al minimo, anche questo secondo obiettivo. Il Governo si impegna a fare tutto il possibile per coinvolgere Taiwan nelle sedi internazionali e ci ha riferito in merito alle difficoltà del riconoscimento in senso stretto dello status di osservatore in seno all'OMS, facendo riferimento ad un pronunciamento della stessa Organizzazione mondiale della sanità e alla dinamica delle relazioni internazionali.
Sappiamo che il primo ministro cinese sta per arrivare in Italia, dopo esser stato recentemente in Germania ed in Francia. Ci rendiamo anche conto dell'utilità di un atteggiamento unitario da parte della nuova Unione europea a 25 Stati. Si tratta di un'esigenza che rispettiamo. In tal senso, avevamo già annunciato una disponibilità nei confronti della riformulazione proposta dal Governo.
Tuttavia, vorremmo che il Governo cogliesse l'occasione per sottolineare alla Cina che continuare a ripetere che Taiwan è una provincia ribelle non facilita l'instaurarsi di relazioni internazionali


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pacifiche e tantomeno un processo di sicurezza in un'area del pianeta che si trova attorno all'oceano Pacifico. Anche in nome dell'ecosistema di riferimento è dunque utile fare di tutto per contrastare le centinaia di missili cinesi puntati contro Taiwan.
Credo che, coerentemente con il nostro spirito internazionale unitario, volto a prevenire le guerre e a ridurre i rischi, anche nell'ambito dei rapporti di amicizia, collaborazione e cooperazione attuali e futuri con la Cina, si debba segnalare il fatto che quella dimensione di tensione, di conflitto latente e di mancato riconoscimento non si possa protrarre oltre.
Ovviamente, siamo d'accordo sul fatto che il tema non riguardi l'indipendenza di quella che, pure, è una nazione e ce ne rendiamo conto. Tuttavia, non è nemmeno possibile che contro quella provincia ribelle continuino ad essere puntati centinaia e centinaia di missili. Ci sembra che, al riguardo, vada intessuto un dialogo costruttivo, positivo e non reticente con i nostri amici che governano la Cina.
In questo senso, è importante che oggi il Parlamento si pronunci. Credo che i vari gruppi, compreso il nostro, abbiano fatto bene a prevedere che la prima votazione di questo martedì riguardi la mozione e che abbia luogo alla vigilia dell'arrivo in Italia del primo ministro cinese. Chiederemo al Governo, al di là del testo formale della mozione che sarà approvato, rispettoso di tutti i canoni diplomatici, di cogliere l'occasione di questa visita per porre di nuovo l'attenzione sull'esigenza di coinvolgere quei 23 milioni di abitanti e le loro istituzioni (peraltro, a marzo si terranno le elezioni presidenziali e a dicembre quelle per le assemblee legislative, essendovi un sistema bicamerale) in una dimensione pacifica e sostenibile delle relazioni internazionali (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, vorrei pronunciare poche parole, a corollario di quanto affermato ieri in un'ampia discussione, per sostenere l'importanza di questa mozione e, quindi, la necessità che il Parlamento possa esprimere - e lo farà di qui a pochi minuti - una convinta adesione a tale atto di indirizzo, che riveste un alto valore simbolico. Ciò tenendo conto dello sforzo che il Governo ha voluto compiere nell'accettare, ancorché con una richiesta di riformulazione, il senso e la finalità di questa mozione.
Preliminarmente, vorrei portare a conoscenza dei rappresentanti del Governo e di tutta l'Assemblea il caldo messaggio di ringraziamento che, attraverso il neoministro degli esteri, il gruppo parlamentare Italia-Taiwan ha ricevuto da parte del Presidente Chen e del Vicepresidente della Repubblica di Cina in Taiwan Annette Lu, i quali ringraziano il Governo ed il Parlamento per l'attenzione che hanno voluto rivolgere, con questa mozione e con un consenso quasi unanime, al grave e importante problema di Taiwan e della sua partecipazione all'Organizzazione mondiale della sanità.
È importante che Taiwan entri a fare parte dell'Organizzazione mondiale sanità, se non come osservatore (o, comunque, in futuro come osservatore), come organismo sanitario, perché 23 milioni di persone non possono sentirsi esclusi dal circuito della partecipazione alle sorti di questo bene primario che è la salute pubblica mondiale.
Molte considerazioni sono state svolte ieri; oggi, il collega Calzolaio - e lo ringrazio vivamente - ha voluto rimarcare l'importanza di questo passaggio. Credo che tutto risieda nei principi su cui si regge la Costituzione dell'Organizzazione mondiale della sanità, in cui si legge che il godimento del miglior stato di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, senza alcuna distinzione di razza, di religione, di opinione politica, di condizioni economiche e sociali.
Si dice inoltre che la salute di tutti i popoli è fondamentale per il conseguimento della pace e della sicurezza; essa


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dipende dalla piena collaborazione fra individui e Stati. Si dice anche che il raggiungimento da parte di ogni Stato della protezione e della promozione della salute rappresenti un valore per tutti. Ancora: un diseguale sviluppo, in paesi differenti, nella promozione della salute e nel controllo delle malattie, specialmente in relazione a malattie trasmissibili, rappresenta un pericolo comune.
Il diritto alla salute non vive di sterili enunciazioni di principio, ma deve essere reso fattuale, e quindi esigibile, attraverso l'attuazione di politiche mirate.
Lo abbiamo già ricordato ieri, e vorrei ancora ricordarlo: come a Cancun e nelle altre sedi dell'Organizzazione mondiale del commercio, anche l'Italia sta facendo la sua parte per dare un contributo per fornire garanzie ai paesi poveri, alle centinaia di milioni di uomini, donne e bambini che muoiono ancora per l'assenza di una seria ed ampia diffusione di medicinali salvavita.
Si tratta di battaglie di alto valore etico e morale, nelle quali l'Italia è impegnata coerentemente, con l'intera comunità internazionale, per far sì che epidemie drammatiche, come quelle causate dal virus dell'HIV, possano in qualche modo essere, se non debellate, almeno ridotte, così che centinaia di migliaia di persone possano, nella salvaguardia dei principi del libero mercato e quindi in coerenza con un sano concetto di profitto delle aziende che impegnano denari in ricerche ed in alta tecnologia, essere curate.
L'Italia è fortemente impegnata, nel concerto europeo, per fare in modo che vi sia una più ampia e significativa diffusione dei medicinali salvavita: questo è un segnale di alto valore, che la politica deve saper cogliere, se non vuole rimanere sempre legata a quelle logiche del cinismo spesso proprie dell'economia e della politica. È allora opportuno valorizzare il ruolo di Taiwan e di 23 milioni di cinesi della Repubblica libera di Taiwan, i quali possono concorrere attivamente alla vita e all'azione della Organizzazione mondiale della sanità; è una battaglia di principio e di valori, che qualifica sul piano etico il ruolo di questo Parlamento e di questo Governo e di ogni Governo che dovesse, in futuro, affrontare tali problemi.
Concludendo, vorrei ringraziare sentitamente non soltanto i colleghi di tutte le rappresentanze politiche che hanno inteso sottoscrivere questa mozione, ma anche tutti coloro che voteranno, spero l'unanimità dei colleghi, questo impegno.
Un impegno che deve essere realmente confermato dal Governo nelle sedi proprie: il 17 maggio, nell'ambito della concertazione europea, l'Organizzazione mondiale della sanità dovrà assumere un indirizzo, al fine di prendere una decisione in merito.
Sappiamo che molti paesi si sono già espressi in favore di una partecipazione della Repubblica di Taiwan come osservatore in qualità di entità sanitaria nell'ambito dell'Organizzazione mondiale della sanità; in tal senso, ricordo gli Stati Uniti d'America, il Giappone e l'Inghilterra.
Vorrei inoltre ricordare che in proposito esiste un documento sottoscritto da importanti esponenti dei paesi nordici quali, l'Islanda, la Finlandia, la Norvegia, la Danimarca e l'Olanda.
L'Italia deve quindi fare la sua parte: in tal senso, la riformulazione che impegna il Governo a sostenere, nell'ambito di tutte le sedi opportune ed in coordinamento con gli altri paesi dell'Unione europea, la ricerca di ogni possibile e più opportuna forma di coinvolgimento che consenta a Taiwan di concorrere - avrei preferito che si dicesse «partecipare» - all'azione dell'Organizzazione mondiale della sanità, rappresenta un passo significativo, qualcosa di cui siamo riconoscenti anche al Governo, un Governo che rappresenta la Casa delle libertà.
Quale espressione più bella della libertà è consentire a tutto il mondo e conseguentemente alla gente del pianeta, di godere di un'assistenza sanitaria e della tutela della salute pubblica! È un riconoscimento alla Repubblica di Taiwan, l'unica al mondo che ha inteso riconoscere al nostro connazionale Carlo Urbani il


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merito di aver per primo individuato l'epidemia della Sars, contribuendo quantomeno a contenerla.
Per questa ragione, Taiwan ha costituito una fondazione intitolata a Carlo Urbani, dotandola di quasi 9 milioni di dollari da spendere per la ricerca.
È importante che Taiwan possa sentirsi aiutata dalla comunità internazionale perché - come ricordava l'amico e collega Valerio Calzolaio - sono ancora 600 i missili puntati contro questo libero Stato da parte di un'importante realtà economica, politica ed istituzionale verso la quale dobbiamo guardare con altrettanto senso di amicizia e collaborazione.
Non possiamo dimenticarci che in questo Parlamento dobbiamo non solo difendere gli interessi economici e le mere logiche del profitto, ma anche avere il coraggio di esprimere una politica di solidarietà, di valori, di alta moralità. La mozione in esame ha proprio tale significato: aiutare a far capire al mondo che 23 milioni di persone hanno pieno titolo e piena appartenenza alla comunità internazionale.
Confido che il Governo italiano veramente, e non per mere petizioni di principio, possa dare disposizioni a chi lo rappresenterà nelle sedi internazionali dell'Organizzazione mondiale della sanità per condurre una battaglia di valori e di principi. Sono la Casa delle libertà e l'Ulivo che lo chiedono al Governo, è il Parlamento che, per una volta, dimostra compattezza, unità, senso del valore, serietà, equilibrio, equità sociale e morale (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia è favorevole alla mozione presentata dall'onorevole Landi di Chiavenna, come riformulata poco fa dal Governo. Tale posizione discende da rapide osservazioni.
La risoluzione approvata il 23 luglio 2002 dalla Commissione affari esteri della Camera aveva già impegnato il Governo a sostenere, nell'ambito di tutte le sedi opportune, il coinvolgimento di Taiwan nell'organismo internazionale deputato al settore della salute. Lo stesso Parlamento europeo, nel maggio 2002, aveva approvato all'unanimità una risoluzione che invitava espressamente i Governi degli Stati membri dell'Unione europea a consentire, ad esempio, le visite private delle autorità di Taiwan nei paesi dell'Unione.
La Costituzione dell'Organizzazione mondiale della sanità, all'articolo 3 del capitolo 3, afferma esplicitamente che l'ingresso come membro dell'Organizzazione è aperto a tutti gli Stati anche per assolvere ad uno dei principi cardine della stessa, quello di cercare di prevenire la diffusione di gravi malattie che oggi non conoscono barriere. Tale scopo, certo, può essere raggiunto in modo migliore soltanto potenziando la rete informativa mondiale, con il coinvolgimento, quindi, di tutti i paesi che possano essere interessati direttamente o indirettamente. Come dimenticare l'epidemia di SARS, che non è ancora terminata?
È inoltre da considerare che Taiwan - come ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto - riveste un ruolo economico rilevante, essendo il quattordicesimo paese al mondo per interscambio commerciale, ed è già parte attiva in alcuni importanti organismi internazionali. Negli ultimi anni Taiwan ha manifestato la volontà di fornire assistenza finanziaria e tecnica ai programmi di aiuti internazionali ed alle attività sanitarie sostenute proprio dall'OMS. Molti progetti sostenuti da Taiwan sono operativi in aree povere del pianeta afflitte da malattie contagiose, diffusive ed infettive.
È altresì vero che tale paese ha rivolto una grande attenzione allo studio ed alla ricerca della profilassi contro le malattie infettive. Poco fa l'onorevole Landi di Chiavenna ricordava il ruolo di un nostro compianto eroe, Carlo Urbani, nel combattere una nuova malattia. Inoltre, l'impegno di Taiwan in campo sanitario ha migliorato l'aspettativa di vita, che in quel paese risulta tra le più elevate in Asia; ha


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diminuito il tasso di mortalità materna ed infantile portandolo ai livelli dei paesi occidentali; ha eliminato molte malattie infettive quali il colera, il vaiolo e la peste. Occorre ricordare, inoltre, che Taiwan è stato il primo paese della regione ad avere debellato la poliomielite e somministrato ai bambini il vaccino contro l'epatite B.
Dunque, ci sembra che il coinvolgimento di Taiwan ai forum ed ai programmi internazionali di cooperazione sanitaria non possa essere ulteriormente ritardato, perché ciò determinerebbe degli svantaggi, in particolare se si considerano i rischi attualmente più elevati di diffusione transfrontaliera di moltissime malattie infettive.
Per tutto quanto premesso, il gruppo di Forza Italia annuncia il voto favorevole sulla mozione in discussione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, signor rappresentante del Governo, già ieri abbiamo avuto modo di scrivere una pagina importante sull'argomento in esame: basta leggere gli atti parlamentari per rendersi conto della coralità con la quale si è affrontata la discussione di questa mozione, che ci dà soddisfazione in quanto ha introdotto all'interno del dibattito parlamentare anche il tema delle disuguaglianze, tema che ci sta a cuore e rispetto al quale abbiamo speso in quest'aula tante parole ed anche tante azioni.
Lo spirito unitario di questa mozione è stato evidenziato con convinzione anche dagli interventi appena svolti, che interpretano (soprattutto quello del collega primo firmatario), i sentimenti con i quali il nostro gruppo si è avvicinato a tale atto di indirizzo e l'ha sostenuto. Ci sono tante buone ragioni che richiedono da parte nostra un impegno forte ed unitario per sostenere la partecipazione di Taiwan all'Organizzazione mondiale della sanità in qualità di osservatore, ma la ragione principale, che tante volte abbiamo ricordato in quest'aula, risiede nel fatto che è un dovere morale - che investe soprattutto i paesi che, come il nostro, hanno un profilo scientifico ed economico elevato - creare le condizioni per garantire un buono stato di salute a tutti i cittadini del mondo, affinché nessuno muoia per malattie ampiamente curabili, rispetto alle quali la scienza è ormai in grado di fornire risposte immediate.
È quindi con particolare orgoglio che noi ci apprestiamo ad esprimere il nostro voto favorevole sulla mozione in discussione. La ricerca medica ha permesso di sconfiggere epidemie e malattie endemiche, ma non c'è dubbio che vi sono ancora tante zone franche che richiedono un'intervento per risolvere il problema. Vi sono tassi di mortalità che «gridano vendetta»; vi sono situazioni, in alcune zone del mondo, che non ci possono lasciare tranquilli e di fronte alle quali rimanere fermi è eticamente insostenibile.
Ecco perché con tale mozione, al di là del dato specifico, rispetto al quale mi sembra tutti conveniamo (ossìa il fatto che Taiwan abbia le carte in regola per entrare nell'Organizzazione mondiale della sanità), vogliamo che siano posti in luce i tanti interventi da mettere in campo, rispetto ai quali tutti, ed ognuno di noi nel particolare, siamo chiamati a dare delle risposte.
Votiamo a favore di questa mozione, sottoscritta da esponenti di tutti i gruppi parlamentari, che parte da una premessa chiara, della quale ormai credo che anche i colleghi più distratti abbiano colto l'essenza: i vantaggi che verranno dalla più ampia partecipazione e dal coinvolgimento diretto e senza ostacoli di tutti i paesi del mondo ai forum e ai programmi internazionali di cooperazione sanitaria sono indiscutibili (e ne ricaviamo anche noi, immediatamente, un vantaggio diretto). Ciò è vero soprattutto di fronte alla consapevolezza che proprio la globalizzazione, favorendo in positivo la mobilità delle persone tra paesi e continenti, aumenta i rischi di diffusione transfrontaliera delle malattie infettive. Ne abbiamo avuto esempi recenti ed ancora oggi temiamo,


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rispetto alla SARS, possibili effetti e conseguenze anche a casa nostra. Non c'è dunque salvezza se tutti i focolai del mondo non vengono messi sotto controllo.
La mozione in esame, che il gruppo della Margherita è favorevole ad approvare e rispetto alla quale ha profuso anche un impegno tangibile (alcuni nostri parlamentari sono stati in missione a Taiwan ed hanno potuto constatare i progressi ivi compiuti in campo sanitario), impegna il Governo a sostenere in tutte le sedi opportune quanto in essa contenuto. Tale atto di indirizzo rappresenta l'inizio di un lavoro forte ed incisivo; quindi, approvarlo all'unanimità significa dare al Governo la forza e le «gambe» necessarie perché possa portare avanti, insieme agli altri paesi dell'Unione europea, la richiesta di partecipazione di Taiwan ad un organismo tanto importante, che sarà tanto più efficace quanto più sarà completo.
La nostra delegazione si è resa conto dei considerevoli progressi già realizzati nella Repubblica di Cina in Taiwan in campo sanitario, tra cui figurano un'aspettativa di vita tra le più elevate in Asia, tassi di mortalità materna ed infantile paragonabili a quelli dei paesi occidentali (anzi, per certi versi, migliori), l'eliminazione di malattie infettive, quali il colera, il vaiolo e la peste. Inoltre, Taiwan è stato il primo paese della regione ad aver debellato la poliomielite e ad aver somministrato ai bambini il vaccino contro l'epatite B (tutto ciò, rispetto alla storia del nostro paese, ci fa riflettere perché testimonia l'inizio di un progresso tangibile e vero).
Taiwan offre da molti anni assistenza concreta a numerose nazioni in via di sviluppo ed esporta solidarietà in Africa, in America latina ed in Asia-Pacifico, con efficaci programmi di cooperazione nei campi sanitario, sociale, educativo ed anche economico-produttivo (ha, quindi, manifestato una volontà reale e concreta di impegnarsi in tal senso). Infine, Taiwan fornisce aiuto finanziario a molti paesi colpiti da terremoti e da altre catastrofi naturali. Pertanto, ci troviamo di fronte ad una realtà che ha le carte in regola per far parte, con pari dignità, di un meccanismo di prevenzione di carattere planetario.
Carlo Urbani è stato ricordato da tutti nel corso di vari interventi: al riguardo, vorrei evidenziare che proprio a Taiwan è stata costituita una fondazione, dotata di 8,8 milioni di dollari, per lo studio e la ricerca di profilassi contro le malattie infettive, in memoria di questo straordinario ricercatore.
Taiwan ha manifestato più volte, negli ultimi anni, la volontà di fornire assistenza finanziaria e tecnica a programmi di aiuti internazionali ed alle attività sanitarie sostenute dall'Organizzazione mondiale della sanità; ciò torva riscontro nei numerosi progetti sostenuti da Taiwan, che sono operativi in aree povere del pianeta afflitte da malattie infettive.
Con la risoluzione di cui abbiamo parlato ci auguriamo che questo processo venga avviato non solo per consentire la partecipazione di Taiwan all'Organizzazione mondiale della sanità, ma anche per aprire gli occhi ad assemblee come la nostra, dando forza ai governi di fronte a tematiche di cui questa mozione si è ampiamente occupata (nel corso del dibattito sono state messe in evidenza in modo franco, sincero e veramente soddisfacente, e ne do atto al primo firmatario).
Approvando la mozione in discussione, intendiamo richiamare il Governo all'impegno sottolineato nella stessa, consapevoli che la sicurezza, la cooperazione ed una reale sinergia di intenti sono strumenti essenziali per assicurare la pace e lo sviluppo nel mondo intero.
Nel preannunciare, a nome del gruppo della Margherita, un voto favorevole sulla mozione in esame, esprimo la nostra piena soddisfazione riguardo al merito della stessa (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ercole. Ne ha facoltà.

CESARE ERCOLE. Signor Presidente, il problema della partecipazione di Taiwan


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all'Organizzazione mondiale della sanità è già stato oggetto di un approfondito dibattito in sede di III Commissione nel luglio 2002 e adesso viene sottoposto all'attenzione di quest'Assemblea attraverso l'esame di una mozione con cui si intende impegnare il Governo a sostenere il coinvolgimento di Taiwan nell'Organizzazione mondiale della sanità nelle opportune sedi ed in coordinamento con gli altri Stati dell'Unione europea.
L'atto in esame - è già stato rilevato in sede di III Commissione e nella discussione sulle linee generali svolta ieri in quest'aula - solleva alcuni problemi sotto il profilo delle relazioni internazionali, sia a causa del mancato riconoscimento dello Stato di Taiwan da parte dell'ONU sia per le opposizioni sollevate in tal senso dalla Cina.
Per quanto i problemi affrontati siano assolutamente non trascurabili, in quanto forieri di conseguenze rilevanti anche per il futuro delle relazioni internazionali tra il nostro paese e la Cina, ritengo che nel dibattito sia stato trascurato il motivo principale che induce ad un'apertura dell'Organizzazione mondiale della sanità nei riguardi di Taiwan.
Mi riferisco a quello relativo al perseguimento di più elevati standard di salute a livello internazionale.
Al riguardo, si potrebbe infatti obiettare che l'Organizzazione mondiale della sanità già vanta 192 Stati membri distribuiti sull'intero pianeta e che il territorio di Taiwan non è certo determinante in termini di estensione geografica.
Tuttavia, non si può negare l'importanza che il paese ha assunto nei confronti del mondo occidentale, soprattutto quale partner commerciale. Le relazioni di affari, sempre più strette, che intercorrono tra Taiwan e le aziende europee ed americane non consentono, infatti, di considerare il territorio di Taipei come un paese minoritario negli equilibri produttivi internazionali. Pertanto, si impone una presa in considerazione di tale territorio nelle sedi più significative di concertazione internazionale.
A tal proposito, non si può dimenticare che già Taiwan fa parte sia dell'Organizzazione mondiale del commercio sia di altre organizzazioni internazionali specializzate in singoli settori intervento, tra cui l'ADB, finalizzata a contrastare la povertà nei territori dell'Asia e del Pacifico e l'APEC, che opera al fine di promuovere la crescita economica, la cooperazione, il commercio e gli investimenti nelle regioni asiatiche.
Fatte queste considerazioni, si può iniziare a comprendere l'importanza di una partecipazione di Taiwan all'Organizzazione mondiale della sanità, soprattutto considerando che, sostenendo tale causa, non solo si promuove un'aspirazione legittima di Taiwan, ma si contribuisce anche al miglioramento del complessivo livello di protezione del bene salute a livello planetario.
Per comprendere tale affermazione è necessario considerare che, dal punto di vista sanitario, la possibilità di fornire una definitiva soluzione al problema potrebbe rappresentare un significativo passo in avanti sul cammino non solo della cooperazione sanitaria internazionale, ma anche della promozione del diritto alla salute, quale diritto fondamentale dell'umanità.
Partendo da questa considerazione, è possibile affermare che i motivi che inducono a sostenere la causa dell'ingresso di Taiwan nell'Organizzazione mondiale della sanità sono almeno di due categorie: la prima attinente ai diritti fondamentali dell'uomo e la seconda è relativa alla cooperazione sanitaria a carattere internazionale.
Sotto il primo profilo, occorre rilevare che la promozione di più elevati standard di salute rappresenta una delle finalità costitutive dell'Organizzazione mondiale della sanità che, fin dalla sua istituzione, ha perseguito una concezione del diritto alla salute come vero e proprio obbligo legale internazionale degli Stati, atto a promuovere e proteggere la salute delle loro popolazioni.
Tale visione del diritto alla salute è rinvenibile nello stesso atto costitutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità, nel


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quale si legge che il godimento del miglior stato di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, senza distinzione di razza, religione, opinioni politiche e condizioni economiche e sociali.
In questa direzione, il livello di protezione perseguito dall'Organizzazione mondiale della sanità sembra essere ancora più forte e definito di quello contenuto nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che, all'articolo 25, proclama che ogni individuo ha diritto ad un livello di vita sufficiente a garantire la sua salute, il suo benessere e quello della sua famiglia, principalmente per l'alimentazione, il vestiario, l'abitazione, le cure mediche nonché i servizi sociali necessari. La Dichiarazione universale, pertanto, non garantisce un diritto alla salute per sé, ma un diritto alla salute connesso al diritto ad un adeguato standard di vita.
Per questi motivi, sotto il profilo dei diritti dell'uomo, è pacifico che sostenere la partecipazione di Taiwan all'Organizzazione mondiale della sanità significa contribuire a garantire livelli di protezione della salute più elevati di quelli ordinariamente riconosciuti.
Sotto il secondo profilo, quello attinente alla cooperazione internazionale in ambito sanitario, non si può ignorare che la recente tendenza ad un incremento delle emergenze sanitarie di rilievo mondiale causate dal terrorismo internazionale o dalla rapida trasmissione di nuove e sconosciute malattie infettive e diffusive rende ormai irrinunciabile una cooperazione tra tutti i paesi del globo.
La recente esperienza del virus SARS sembra confermare come la tempestività delle informazioni e la condivisione di protocolli di screening e prevenzioni di massa siano irrinunciabili al fine di evitare che il sorgere di nuovi virus infettivi possa reiterare nel mondo contemporaneo quelle pestilenze ricorrenti tanto note al mondo antico.
A favore dell'ingresso di Taiwan nell'OMS gioca poi, come evidenziato nella stessa mozione in esame, anche l'elevato grado di tutela sanitaria presente nel paese, che ha consentito di portare le aspettative di vita ed il tasso di mortalità materno-infantile dei taiwanesi a livelli paragonabili a quelli dei paesi occidentali, nonché l'intento del Governo nazionale di impegnare risorse finanziarie a favore degli Stati del terzo mondo.
Per tutti questi motivi, riteniamo che, dal punto di vista della tutela della salute a livello internazionale, l'ingresso di Taiwan nell'OMS possa rappresentare un importante passaggio nel cammino verso la promozione di più elevati standard di salute dell'intero pianeta. Il gruppo della Lega Nord Federazione Padana voterà, quindi, a favore della mozione Landi Di Chiavenna 1-00353, così come riformulata dal Governo (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana e di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo di Rifondazione comunista sul dispositivo della mozione, mentre nutriamo qualche perplessità in merito alla parte motiva. Sul dispositivo, ripeto, concordiamo anche relativamente alla sua versione originale, quella della mozione Landi di Chiavenna 1-00353, firmata da moltissimi altri colleghi.
Detto questo, è bene da parte mia chiarire una posizione. La Repubblica di Cina, allora governata dalla dittatura del Kuomintang, fu esclusa dalle Nazioni Unite quando vi fu ammessa la Repubblica popolare cinese, che entrò anche in Consiglio di sicurezza con lo status di paese dotato del potere di veto. Allora il regime del Kuomintang sosteneva di essere l'unico legittimo governo per 800 milioni di cinesi, pretendendo che la comunità internazionale disconoscesse la Repubblica popolare. Forse fu proprio questa impostazione assunta da Taiwan a far ottenere un risultato diametralmente opposto, con la conseguenza che il governo allora in carica per 800 milioni di abitanti venne riconosciuto come unico e legittimo. Sotto tale


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governo fu ricompresa anche quella parte di popolazione che per motivi politici, differenti quindi da questioni di nazionalità o di lingua, si era rifugiata sull'isola di Taiwan successivamente alla fine della seconda guerra mondiale, alla lotta contro l'invasione giapponese e, infine, alla rivoluzione cinese, quella che portò al potere il partito comunista nel 1949.
Occorre chiarire tali premesse perché non siamo in presenza di un problema improvviso, un bubbone scoppiato solo di recente. Come noto, questa controversia ormai decennale continua tuttora; la Repubblica popolare cinese sostiene di non voler toccare il sistema politico - e quindi neanche quello sanitario - di Taiwan, parlando di un unico Stato ma di due sistemi, mentre nel dibattito politico in corso a Taiwan esistono diverse posizioni in merito a questo aspetto. Da quando nella Repubblica di Cina esiste il pluralismo - da pochissimo tempo e in maniera comunque limitata -, esiste una controversia interna in merito alle prospettive da indicare per il futuro.
Non starò a dilungarmi su questi elementi, ma ho inteso precisarli perché i colleghi che sono intervenuti, a nome del gruppo di Forza Italia, della Margherita, DL-L'Ulivo e della Lega Nord Federazione Padana, hanno riportato sotto questo punto di vista alcune imprecisioni.
Come è stato ricordato dall'onorevole Calzolaio, lo Stato di Taiwan è riconosciuto da 23 paesi. Ciò non determina automaticamente l'ingresso in alcuna delle organizzazioni che appartengono al sistema delle Nazioni Unite. Quando si richiama la partecipazione di Taiwan al WTO, occorre ricordare - ma probabilmente molti colleghi non lo sanno o fingono di non saperlo - che il WTO non è un'organizzazione del sistema delle Nazioni Unite: anzi, essa è avversa alle Nazioni Unite, ed espropria le competenze dell'UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo).
Chiedo inoltre una precisazione all'onorevole Landi di Chiavenna: quando egli cita il gruppo di amicizia parlamentare italo-taiwanese quale veicolo di ringraziamenti e di auguri di autorità istituzionali della Repubblica cinese di Taiwan, si riferisce a un gruppo di amicizia assolutamente informale e privato, che non ha nulla a che vedere con la Commissione affari esteri della Camera dei deputati, con la Camera dei deputati o con il Senato della Repubblica. Analogamente, quando il collega della Margherita cita una missione parlamentare, ritengo si riferisca a un viaggio privato che non può essere definito una missione: infatti, come è noto, la Repubblica italiana non riconosce la Repubblica di Taiwan.
Ciò premesso, ribadisco il nostro voto favorevole, anche perché ritengo che si possa concludere la controversia relativa a Taiwan ed addivenire ad un accordo nell'ambito di un negoziato o di una conferenza internazionale. Non mi piacciono i revanscismi nazionalistici, che stanno purtroppo prendendo piede nella Repubblica popolare cinese e che vanno di pari passo con l'introduzione in quel paese del liberismo più sfrenato; così come non mi piacerebbe che qualcuno volesse sfruttare l'ingresso come osservatore, o con le forme possibili (secondo la riformulazione suggerita dal Governo), di Taiwan nell'Organizzazione mondiale della sanità per accendere una controversia più grave di quella esistente.
Auspichiamo dunque una soluzione politica, e siamo favorevoli all'approvazione da parte del Parlamento di atti come la mozione in esame, sia per ragioni di merito sia per il contesto nel quale essa viene adottata. Siamo tuttavia contrari alle forzature, in un senso e nell'altro, e non condividiamo pertanto alcuni aspetti delle motivazioni né alcune affermazioni inesatte formulate nel corso del dibattito.
Preannuncio dunque il nostro voto favorevole, con l'auspicio che la questione trovi una soluzione politica e non venga affrontata con un'escalation o con una confrontation, di cui il mondo non ha assolutamente bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.


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LAURA CIMA. Signor Presidente, in primo luogo chiedo di sottoscrivere la mozione in esame. Essa ribadisce l'impegno a sostenere la richiesta di Taiwan di partecipare all'Organizzazione mondiale della sanità con lo status di osservatore, già contenuto in una risoluzione approvata all'unanimità dalla Commissione affari esteri nel luglio 2002.
Noi ovviamente voteremo a favore di questa mozione, avendola anche sottoscritta, così come abbiamo sostenuto la risoluzione in Commissione. Approfitto però, visto che il Governo sta seguendo il dibattito, per ricordare che vi sono altri casi come quello di Taiwan che ancora non sono stati risolti per quanto riguarda i rapporti con la Cina, come quello del Tibet. A tal proposito esiste una risoluzione approvata anch'essa all'unanimità in Parlamento, ma non mi sembra di aver assistito a passi in avanti significativi, nonostante abbiano avuto luogo numerosi autorevoli interventi, oltre alla visita del Dalai Lama nel nostro paese.
Chiedo pertanto che, insieme a questo impegno specifico, il Governo affronti con la Cina, anche in modo più serrato, le questioni politiche aperte con Taiwan e il Tibet, perché credo che in questo momento sia assolutamente necessario compiere dei passi in avanti. Ciò gioverebbe anche all'organizzazione di un paese, come la Cina, di cui siamo amici e che teniamo in grande considerazione anche nei nostri rapporti politici e industriali, ma che purtroppo ancora è molto carente rispetto al problema dei diritti umani, come anche la costituzione di una speciale commissione in ambito europeo dimostra.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

ROBERTO ANTONIONE, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ANTONIONE, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, anche alla luce di uno scambio di opinioni con il presentatore della mozione, l'onorevole Landi di Chiavenna, vorrei proporre un'ulteriore riformulazione della parte che avevamo chiesto di modificare, nel senso di sopprimere le parole: «e più opportuna». Mi accingo pertanto a leggere la formulazione definitiva del dispositivo proposta dal Governo: «a sostenere, nell'ambito di tutte le sedi opportune ed in coordinamento con gli altri paesi dell'Unione europea, la ricerca di ogni possibile forma di coinvolgimento che consenta a Taiwan di concorrere attivamente all'azione dell'Organizzazione mondiale della sanità». Questa è la riformulazione che il Governo si sente di proporre, ripeto, alla luce di uno scambio di opinioni con l'onorevole Landi di Chiavenna, primo firmatario della mozione.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Landi di Chiavenna accetta l'ulteriore riformulazione della sua mozione proposta dal rappresentante del Governo.

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