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E)
risorse materiali dell'amministrazione, sul corretto uso delle quali dovrebbe applicarsi la tutela e la vigilanza ministeriale;
hanno portato l'associazione ad una deriva presidenzialistica nella persona del generale di corpo d'armata;
l'Associazione nazionale finanzieri d'Italia (A.n.f.i.) è un ente morale senza fini di lucro. È posta sotto la tutela e la vigilanza del Ministro interrogato, che le attua per mezzo del comandante generale del corpo della guardia di finanza;
essa è iscritta all'albo delle associazioni combattentistiche e d'arma tenuto dal ministero della difesa, ai sensi del decreto del Ministro della difesa 5 agosto 1982;
l'Associazione nazionale finanzieri d'Italia conta 260 sezioni dislocate su tutto il territorio nazionale, con oltre 30.000 iscritti tra soci ordinari, onorari, benemeriti e simpatizzanti;
la presidenza nazionale, nella persona dell'ottantaquattrenne generale t.o. (titolo onorifico), Pietro Di Marco, nel corso dell'anno 2001, mediante procedure discutibili ed irrituali, ad avviso dell'interrogante, ha provveduto ad «abolire» del tutto il regolamento interno per l'esecuzione della normativa statutaria, approvata il 24 aprile 1997 con decreto dell'allora Ministro delle finanze, nonché a modificare in parte, il vigente statuto dell'associazione, con il chiaro intento teso, al di là dell'asserita necessità di rivedere la struttura organizzativa, a perseguire un duplice obiettivo: favorire l'elezione dei candidati della presidenza nazionale in occasione delle consultazioni elettorali ordinarie per il rinnovo delle cariche sociali centrali relative al quinquennio 2002/2007 e neutralizzare di fatto, nel contempo, i poteri di verifica e controllo della gestione dell'Associazione nazionale finanzieri d'Italia da parte del comandante generale del Corpo, quale autorità di vigilanza;
le entrate dell'associazione sono costituite dalle rendite patrimoniali, dalle quote associative dei soci, dalle oblazioni volontarie del personale in servizio e dal finanziamento pubblico, con una disponibilità complessiva, che non dovrebbe essere risultata negli ultimi anni inferiore ai 700 mila euro comprensivi degli oneri per la stampa di un periodico mensile dell'associazione;
le consultazioni referendarie del marzo 2001 e quelle elettorali del maggio 2002, rispettivamente per le modifiche delle norme statutarie e per il rinnovo delle cariche sociali centrali, nonché i criteri adottati dalla presidenza nazionale, in ordine agli adempimenti prescritti per la stesura dei bilanci consuntivi e preventivi, sono stati oggetto presso le competenti autorità tutorie e di vigilanza di ricorsi, esposti e richieste di intervento da parte di numerosi associati, con specifico riferimento alle violazioni dei principi di trasparenza e di democraticità;
il Ministro interrogato ed il comandante generale della guardia di finanza hanno ritenuto, fino ad ora, di non intervenire nei contenziosi in atto, nella discutibile considerazione che l'ordinamento giuridico generale e lo statuto dell'associazione, in particolare, riconoscono alle persone giuridiche private, qual è appunto l'Associazione nazionale finanzieri d'Italia, la più completa autonomia organizzativa e gestionale, non tenendo conto del fatto che l'associazione impiega e dispone di significative
risulta all'interrogante che la presidenza nazionale dell'Associazione nazionale finanzieri d'Italia ha promosso l'applicazione di urgenti sanzioni disciplinari nei confronti di soci, che hanno inteso tutelare i loro interessi semplicemente avvalendosi della facoltà di presentare ricorsi in sede giurisdizionale;
al riguardo, si segnalano i seguenti più significativi provvedimenti adottati dalla presidenza nazionale: la sospensione disciplinare sine die dalla qualità di socio del generale di corpo d'armata Paolo Pasini, presidente della sezione di Roma I e del maresciallo maggiore aiutante Michele Costantini, presidente della sezione di Cosenza, la decadenza dall'incarico di consigliere nazionale dell'appuntato Gianfranco Crespi e, infine, il deferimento in stato di accusa davanti al Consiglio nazionale dei due vicepresidenti nazionali vicari uscenti, generale di divisione, medaglia d'oro al valor militare, Amedeo De Janni e generale di divisione Santi Spena -:
quali elementi siano stati forniti a suo tempo alle autorità preposte, a giustificazione delle proposte tese a modificare la normativa statutaria e, ad avviso dell'interrogante, a vanificare le regole concernenti il controllo della gestione dell'associazione;
se risulti al Ministro interrogato che il presidente nazionale uscente, nel maggio del 2002, avrebbe inviato a tutte le sezioni territoriali dell'associazione una lettera di propaganda elettorale con l'indicazione nominativa dei candidati da votare e, in caso affermativo, se questa discutibile campagna elettorale epistolare sia stata sostenuta impegnando risorse, finanziarie, umane e materiali dell'amministrazione o dell'associazione;
se e quali iniziative, eventualmente anche volte ad una modifica statutaria, si intendano assumere per ristabilire il corretto equilibrio tra le esigenze di autonomia organizzativa dell'Associazione nazionale finanzieri d'Italia e quelle di vigilanza del Ministro interrogato;
se le autorità tutorie non ritengano utile un loro diretto e tempestivo intervento, per ristabilire un clima di concordia tra tutti gli associati.(3-02083)
(18 marzo 2003)
l'Associazione nazionale finanzieri d'Italia è un ente morale senza fine di lucro. Essa è posta sotto la tutela e la vigilanza del ministero dell'economia e delle finanze, che le attua per mezzo del comandante generale del corpo della guardia di finanza;
fa parte delle associazioni combattentistiche e d'arma e conta 256 sezioni, con oltre 30.000 iscritti, dislocate su tutto il territorio nazionale;
la vita dell'associazione è attualmente segnata da forti contrapposizioni interne e da notevoli contrasti al vertice, tali da rendere la gestione associativa problematica e malsicura. Oltremodo eloquente in proposito è la lettera inviata a tutte le sezioni dell'Associazione nazionale finanzieri d'Italia dal vicepresidente nazionale vicario, generale D. Santi Spena, in occasione delle elezioni del 5 maggio 2002, relative al rinnovo delle cariche sociali centrali per il quinquennio 2002/2007;
il suddetto ufficiale generale rileva come l'associazione sia finita nelle mani di un gruppo di potere, che, da tanti anni, la gestisce per il proprio interesse personale, con il più colpevole retrivo immobilismo;
le modifiche statutarie sono state messe a segno con procedure, che, ad avviso dell'interrogante, sono discutibili ed
la precaria situazione in cui versa l'associazione è stata messa in bella evidenza dalle notizie di stampa apparse sul quotidiano Libero del 2 aprile 2002;
il generale di corpo d'armata Paolo Pasini, già presidente del Cocer guardia di finanza e forze armate e attualmente presidente della sezione dell'Associazione nazionale finanzieri d'Italia di Roma, forte del seguito goduto, tara le fila dell'associazione e si è fatto carico di rivolgersi rispettivamente:
a) al tribunale amministrativo regionale del Lazio per richiedere, tra l'altro, l'annullamento o la declaratoria di inefficacia di tutti gli atti presupposti, prodromici e consequenziali in ordine alle modifiche statutarie di cui al precedente punto 2, non essendo stati rispettati, nell'emanazione dei relativi provvedimenti amministrativi, i principi di legalità, buon andamento ed imparzialità. Detto giudizio è attualmente pendente in attesa della fissazione dell'udienza di merito;
b) in via di urgenza al tribunale civile di Roma, con ricorso ex articolo 700 del codice di procedura civile, in quanto il deducente, a seguito di una deliberazione della presidenza nazionale dell'Associazione nazionale finanzieri d'Italia riconducibile a discutibilissimi ed ingiusti criteri, tesi a penalizzare alcune categorie di soci a favore di altri, è stato escluso dal partecipare alla selezione per la carica di presidente nazionale, con evidente violazione dei principi di trasparenza e democraticità. Il giudice designato, pur ravvisando nella situazione giuridica soggettiva prospettata un interesse legittimo in diritto privato, ha ritenuto che detta situazione (diversamente da quanto accade per il diritto soggettivo) non debba essere comunque suscettibile di una tutela giudiziale «reale». Ad ogni buon conto è stato proposto reclamo allo stesso tribunale in composizione collegiale;
c) in data 5 marzo 2002 al Ministro interrogato ed al comandante generale della guardia di finanza, generale di corpo d'armata Alberto Zignani, per gli interventi di competenza, quali autorità tutorie e di vigilanza. A tutt'oggi, le predette autorità non hanno assunto iniziative di sorta, nella considerazione (per quanto informalmente è detto sapere) che non vi sono poteri che consentano al Ministro interrogato di ingerirsi in scelte che attengono esclusivamente l'aspetto privatistico dell'associazione. Al riguardo, atteso che l'Associazione nazionale finanzieri d'Italia è persona giuridica che persegue, soprattutto, lo scopo di assicurare la solidarietà tra gli associati, nonché la tutela dei valori etici e patriottici dello «status militare» tra finanzieri in servizio e quelli in congedo, -:
quali verifiche di propria competenza ritengano di dover espletare nell'ambito del procedimento di emanazione del decreto ministeriale di approvazione dello statuto dell'associazione.(3-02485)
(7 luglio 2003)
(ex 5-00983 del 4 giugno 2002)