Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 325 del 18/6/2003
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(Interventi dei rappresentanti dei gruppi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Luca. Ne ha facoltà.

ALBERTO DI LUCA. Vorrei ringraziare molto il sottosegretario Mantovano, per la sua esposizione completa, ma soprattutto perché ci ha ricordato che dobbiamo pensare prioritariamente alla salvaguardia della vita umana. Questo non solo per un rispetto di quei valori minimi, che ogni persona deve avere verso i propri consimili, ma anche per il rispetto di regole internazionali e per il diritto della navigazione.
Peraltro, i dati che lei oggi ci ricorda, sottosegretario, sono dati che leggiamo come confortanti e come molto positivi, perché se è vero, come è vero, che qualche giornale vuol farci notare che il flusso di immigrazione verso il Canale di Sicilia, in particolare verso Lampedusa, è costante e significativamente rilevante, è anche vero, come lei ci ha detto prima, che si è praticamente ridotto allo zero il traffico di scafisti di provenienza dall'Albania. Quindi, se vediamo le cifre totali relative all'immigrazione clandestina nei periodi da lei citati, rispetto ai periodi precedenti nei quali non era in vigore la cosiddetta legge Fini-Bossi, ciò vuol dire che questa legge sta funzionando.
D'altro canto, noi di Forza Italia abbiamo sempre affermato che l'immigrazione è un fenomeno positivo, che per divenire ancora più positivo deve garantire a coloro che entrano nel nostro paese la possibilità di avere un lavoro e di una casa. Ciò non perché - come qualcuno strumentalmente continua a sostenere - vogliamo sfruttare queste persone, ma semplicemente in quanto il lavoro per tali soggetti costituisce l'unica garanzia per rimanere al riparo da organizzazioni criminali che, evidentemente, hanno interesse a reclutare persone in cerca di una qualsiasi sopravvivenza.
Abbiamo visto che la regolarizzazione è stata un avvenimento positivissimo perché, a differenza del passato, non si è trattato di una sanatoria tout court, ma di una vera e propria emersione del lavoro nero. Infatti, 700 mila persone che, nel nostro paese, lavoravano in nero, clandestinamente, entro tempi molto più brevi rispetto alle altre sanatorie - e a tal proposito occorre riconoscerne il merito al Governo -, potranno passare da uno stato di clandestinità ad una situazione di lavoro regolare. Certo, resta il problema della clandestinità.
Rispetto alla vicenda di Lampedusa, il Comitato parlamentare su Schengen, Europol e immigrazione, che ho l'onore di presiedere, è stato proprio nelle scorse settimane in tale territorio per verificare il sistema di sicurezza attuato in maniera coordinata dalla Marina militare, dalla Guardia di finanza e dalla Capitaneria di porto.
La mattina del giorno in cui stavamo per ritornare a Roma alcuni pescatori trovarono in acqua due cadaveri e l'immagine sconcertante fu quella di trovare non dei cadaveri, come ci avevano raccontato, ma solamente delle ossa. Ciò evidenzia che quelle persone, poverette, erano decedute ragionevolmente - così avevano affermato i pescatori - quantomeno un anno prima.
Allora, se penso a quanto accaduto in questi giorni nel canale di Sicilia e ad alcune strumentalizzazioni pronunciate da qualche rappresentante della sinistra e riportate sui giornali, mi viene in mente quell'aforisma orientale secondo il quale: quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Cioè, anziché occuparci del vero problema, quello dei negrieri del XXI secolo - così definiti dal ministro Pisanu -, oggi ci occupiamo del fatto che alcune povere persone siano decedute, cercando di far credere che ciò sia in qualche modo legato ad una legge in vigore.

PRESIDENTE. Onorevole Di Luca, la invito a concludere.


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ALBERTO DI LUCA. Le chiedo un altro minuto, Presidente.
Vorrei solo ricordare che a Natale del 1996, a fine dicembre del 1999 e il venerdì santo del 1997 si verificarono altre tragedie simili e nessuno dell'attuale maggioranza, allora opposizione, si permise di rivolgere attacchi strumentali contro la legge, contro chi governava, rivolgendo il proprio impegno al problema e alla ricerca delle possibili soluzioni.
Inoltre, vorrei sottolineare un fatto estremamente positivo, vale a dire l'accordo - già ricordato dal sottosegretario Mantovano - con l'Albania, che ha costituito la chiave di lettura per chiudere il traffico di immigrazione clandestina verso la Puglia, premiando - tra virgolette - il paese attraverso l'assegnazione di maggiori quote di ingresso di lavoratori regolari.
Entusiasmante è anche il risultato ottenuto a seguito dell'attività congiunta con Egitto e Sri Lanka; infatti, solo in tal modo si può effettivamente bloccare il traffico di cingalesi verso l'Italia. A questo punto occorre raggiungere un accordo con la Libia che, oggi, sembra essere il paese dal quale parte la maggior parte dei clandestini.
Proprio oggi, nell'ufficio di presidenza del Comitato, un rappresentante dell'opposizione mi ha chiesto di convocare qualche rappresentante della Libia o, comunque, di sentire le autorità libiche sul tema. Se la Camera ce ne darà la possibilità, chiederemo l'audizione dell'ambasciatore libico in Italia, al fine di conoscere direttamente quali siano le loro disponibilità per addivenire alla soluzione di questo problema (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, signor sottosegretario, il bollettino della giornata di ieri è stato drammatico, sono drammatici i dati che il sottosegretario Mantovano ci ha fornito ed è drammatica la realtà che viviamo ogni giorno, vedendo che centinaia di immigrati clandestini continuano a raggiungere le nostre coste. Soltanto nel mese di giugno ne sono stati contati circa 4 mila. Molti non arrivano, affondano con i loro sogni, con le misere imbarcazioni che li trasportano, e il mare diventa la loro tomba. Sono sconosciuti, sono stranieri, quel che è certo è che sono esseri umani. E i più sono disperati, sfruttati, malati. Molti sono bambini. Siamo sgomenti per questa grave emergenza umanitaria che ci appare davanti. Siamo sgomenti che tutto questo accada mentre il nostro Governo continua a non riflettere - e nemmeno lei, sottosegretario Mantovano, su questo, oggi, ha dato segnali - sul fallimento della legge Bossi-Fini.
Signor sottosegretario, lei ha detto che quella legge da sola non basta. Noi diciamo che è una legge sbagliata, inapplicabile e inefficace. Ed ora siete impreparati ad affrontare un'emergenza che si poteva prevedere e prevenire. Signor sottosegretario, dall'entrata in vigore della legge Bossi-Fini, più di settecentomila immigrati hanno chiesto la sanatoria e molti attendono ancora di essere chiamati dalle prefetture. Si è interrotto l'ingresso regolare dei lavoratori stranieri, perché non sono state stabilite le quote sui flussi. Mancano i decreti attuativi della legge. Aumenta l'immigrazione clandestina. Si è interrotta la collaborazione con gli Stati di origine. Finora, sono soltanto tre gli accordi di riammissione. Stiamo vedendo cose che non vedevamo da anni. Sono tornate le «roulottopoli» per ospitare gli stranieri per la prima accoglienza. Lo smantellamento dei centri di accoglienza che avete operato e la mancata costruzione di nuove strutture hanno fatto sì che tutta la logistica dell'accoglienza in Sicilia e in Puglia sia drammaticamente inadeguata ad affrontare l'emergenza. Le forze di polizia - le ricordiamo anche noi, con serietà e con rispetto - non riescono, tuttavia, a sostenere il carico di questo disastro; anzi, vorreste attribuire loro competenze che le norme internazionali non ammettono.
Il ministro Bossi ha evocato la Convenzione ONU contro il crimine organizzato transnazionale e i protocolli contro la


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tratta di donne e di bambini e contro il traffico di clandestini, firmati a Palermo nel dicembre 2000. In quei protocolli si dice che il trasporto per mare degli immigrati clandestini è un fatto criminale e, dunque, perseguibile anche in acque internazionali. Ma è reato, quindi, trasportare clandestini, non essere clandestini. Quelle norme hanno lo scopo di proteggere persone che sono vittime di trafficanti senza scrupoli e non servono ad accontentare pulsioni razziste e xenofobe della Lega nord. Non sapete nemmeno dare prova di maturità politica. Il ministro Pisanu è stato attaccato da esponenti della Lega nord che ne hanno chiesto le dimissioni, accusandolo di scarsa determinazione. Vede, signor sottosegretario, nella sua maggioranza c'è una visione barbara, c'è anche una visione barbara, selvaggia, disumana dello straniero.
Noi denunciamo in quest'aula le parole del ministro Bossi che vuole usare i cannoni contro i clandestini. Signor sottosegretario, lei non ne ha parlato, e si tratta di un esponente autorevole, di un ministro del suo Governo, che ha espresso un giudizio calunnioso contro la solidarietà gratuita e generosa di tanti volontari della Chiesa cattolica e della Caritas. Lei li ha qui ricordati. Ma la sua voce è stonata o è stonata quella del ministro Bossi. Diteci cosa pensate. Probabilmente, i senegalesi naufragati lo scorso anno non interessavano tanto al ministro Bossi che non ha ritenuto di dover dare risalto alla notizia, come in questi giorni.

PRESIDENTE. Onorevole Lucidi...

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, mi avvio a concludere. Riteniamo tutto ciò inaccettabile.
Le cifre di una tragedia che interessa migliaia di persone sono il conto della vostra politica, arrogante, egoista e finanche crudele. Solo la banalità del ministro Castelli può leggere gli sbarchi di questi giorni come una pericolosa invasione. Noi ricordiamo, per formazione, che il male può essere banale e, comunque, noi giudichiamo questa banalità indegna di un esponente del Governo di uno Stato che ha una forte tradizione di solidarietà e di civiltà. Sarebbe vostro dovere condannare con fermezza le parole di chi invoca la repressione indiscriminata, isolare chi insulta il lavoro generoso di tanti volontari laici e cristiani che stanno facendo quello che voi non riuscite a fare. Invece, minimizzate, avete paura di mostrarvi fragili e distanti tra voi e distanti con il paese. Sarebbe vostro dovere - e mi avvio a conclusione, per davvero - riflettere di fronte ad un dramma epocale che avete pensato di risolvere alzando i muri. I muri franano dietro la spinta di donne e uomini disperati: il loro dolore è più forte dei vostri muri. Provate a tacere e ad ascoltare quel dolore.
Ora è il tempo di agire e di accogliere i miserabili e colpire i criminali. Sono questi che vanno giudicati ed arrestati, non le loro vittime. Noi stiamo avvertendo che è anche il tempo in cui la coscienza civile del paese resta sempre più allibita per quel che voi dite e fate e trova la forza democratica di giudicarvi e di reagire. Signor sottosegretario, siete scoperti: evitate, smettete di fare danni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, sarebbe forse troppo semplicistico affermare che anche di fronte alla morte, una morte drammatica, non si ferma la speculazione e la strumentalizzazione della politica. Forse, siamo a parti invertite, perché mi aspetto già la risposta anche di altri colleghi che dovessero intervenire, nel senso che potrebbero anche ricordarci quanto fu forte la polemica sul fenomeno dell'immigrazione nella scorsa legislatura. Tuttavia, resta il fatto che, se l'approccio politico e culturale del fenomeno dell'immigrazione, del dramma dell'immigrazione, viene sempre ridotto a gravi affermazioni, come


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quelle che ho sentito anche nell'intervento dell'onorevole Lucidi, credo che difficilmente riusciremo a costruire una convergenza di valutazioni sulla drammaticità dei problemi, che non sono solo quelli di cui ci occupiamo in questa informativa urgente del Governo, ossia la drammatica morte di alcune persone, di molte persone, che non saranno purtroppo neppure le ultime. Tutto questo, di fronte al dramma delle carestie, della fame, degli egoismi mondiali, di fronte al dramma delle sperequazioni tra nord e sud, di fronte alla incapacità anche delle società, cosiddette, industrializzate di affrontare seriamente in modo coerente il grande problema della cooperazione, così come è impreparata anche la classe politica dei paesi poveri e in via di sviluppo ad affrontare in modo serio le politiche di democratizzazione dei loro paesi.
Di fronte a questo scenario, che è complesso, difficile, che coinvolge quindi anche la sensibilità, l'etica e la morale, ma anche le responsabilità politiche di tutti i paesi, evidentemente, dovremmo - e questo sarebbe ed è l'auspicio - affrontare anche il grave dramma della speculazione che avviene sulla carne umana, sui flussi dei clandestini, con un approccio obiettivamente più costruttivo. Credo che il Governo abbia dato una serie di indicazioni e di dati importanti dal punto di vista del sostegno che questa maggioranza deve dare all'azione del Governo, anche perché essi dimostrano che quando c'è la volontà politica e vi è la convinzione dell'azione politica alcuni risultati arrivano. Evidentemente, questi non sono ancora - l'ha detto il sottosegretario Mantovano - i risultati generati nella pienezza dell'applicazione e dell'esecuzione della legge n. 189 del 2002, più nota come legge Fini-Bossi. In questo senso, ha giustamente sottolineato l'urgenza e la necessità di mettere a regime in modo puntuale, preciso e urgente anche i decreti di attuazione, soprattutto quel decreto che servirà ad armonizzare l'attuale legge n. 189 del 2002 con il testo unico del decreto legislativo n. 286 del 1998 per rendere, ovviamente, puntuale, precisa e operativa la legge Fini-Bossi.
In ogni caso, molti risultati si sono ottenuti riguardo alle politiche di contrasto e di prevenzione all'immigrazione clandestina, ma, sicuramente, dobbiamo fare di più.
Evidentemente, l'immigrazione viene dall'estero, ma bisogna riferirsi anche a quella fisiologica ancora presente sul territorio nazionale.
In ordine alle politiche di prevenzione contro l'immigrazione clandestina, a Salonicco, nei prossimi giorni, si discuterà - come primo punto all'ordine del giorno - di politiche migratorie. L'Italia non può essere lasciata sola nel contrasto a questo importante e violento fenomeno anche per le conseguenze che, purtroppo, discendono dallo sfruttamento operato dalle centrali del crimine nazionali e, purtroppo, anche internazionali.
Il Governo e la maggioranza chiedono che l'Unione europea si faccia carico di tutte le responsabilità affinché si crei una task force, una concertazione di iniziative politiche ed economiche che consentano di porre un freno vero a questo imponente fenomeno.

PRESIDENTE. Onorevole Landi di Chiavenna...

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, mi consenta di intervenire ancora per un altro minuto.
Credo saranno messi a disposizione 120 milioni di euro per poter avviare una politica di fermo contrasto al problema dell'immigrazione clandestina perché quest'ultimo non riguarda solamente l'Italia, ma l'intera Unione europea. Infatti, circa un milione di persone, annualmente, entrano a far parte dei flussi migratori che si dirigono verso i paesi della Comunità.
Inoltre, con l'allargamento dell'Unione europea avremo una comunitarizzazione di persone - attualmente considerate extracomunitarie -, un carico di flussi interni ancora più importante.
In chiave di prevenzione credo si debba agire in modo forte nei confronti dell'immigrazione


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clandestina come, d'altronde, ha ricordato il sottosegretario Mantovano quando ha parlato di cooperazione bilaterale, multilaterale e di accordi bilaterali.
In ogni caso, invito anche il Governo ad avere massima attenzione per quanto riguarda l'applicazione della legge, anche in ordine alle politiche di respingimento alle frontiere.
Mi rivolgo con la dovuta attenzione e delicatezza al sottosegretario poiché in questi giorni sono entrate nel nostro paese circa 1.500 persone. Quindi, è giusto, è doveroso che queste persone vengano accolte, assistite, ma voglio ricordare a me stesso che la legge n. 189 del 2002 stabilisce che una volta svolto l'accertamento delle loro generalità e individuato il paese di provenienza, di origine, queste ultime - fatta salva l'esigenza di tutela dei diritti umanitari - debbono essere respinte, ricondotte nei loro paesi di origine.

PRESIDENTE. Onorevole Landi di Chiavenna...

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Alle politiche di solidarietà, di integrazione, di concertazione, di prevenzione bisogna aggiungere l'assunzione, da parte di ognuno, delle proprie responsabilità in ordine al vero contrasto all'immigrazione clandestina sul territorio nazionale. Si deve cioè applicare la legge n. 189 del 2002, che questo Parlamento ha approvato con convinzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, se la nostra invece di essere l'aula del Parlamento fosse l'aula del comportamento, invece di giudicare le nostre parole giudicheremmo le nostre azioni. Credo che, in questo modo, le mistificazioni, le reticenze e, persino, le bugie - dette, ancora una volta, sulla drammatica questione dell'immigrazione - potrebbero lasciare il passo ad un dialogo che ci condurrebbe verso un atteggiamento assai diverso, fatto di civiltà, di dignità e di rispetto del diritto.
In ogni caso, questa non è l'aula del comportamento, ma l'aula del Parlamento, per cui spiace dover registrare che il ricordo dei due finanzieri morti nelle acque di Castro nel 2000 per lottare - come ha fatto abilmente la Guardia di finanza in questi anni - contro l'immigrazione clandestina, ma soprattutto contro i trafficanti di schiavi e contro gli sfruttatori, venga utilizzato per cercar moderazione.
Nello stesso anno del 2000, però, dinanzi a quelle vicende non solo non vi fu alcuna moderazione ma, anche con riferimento ad altre che sono state citate, il Governo dell'epoca venne chiamato complice ed assassino, rinunciando ad assolvere i doveri di fair play politico e, soprattutto, ad aprire oggi un dialogo serio e sereno su una questione così drammatica.
Ciò rende incredibile l'atteggiamento di prudenza che oggi si invoca; rende incredibili alcune dichiarazioni di rispetto per la dignità e la tutela della vita che si pronunciano quando, invece, normative sbagliate (come la legge Bossi-Fini) o politiche sbagliate (come quella europea e internazionale) di questo Governo stanno annunciando quelle morti (queste ultime sono state denunciate come possibili per effetto di una politica sbagliata).
Noi non ci siamo spinti a chiamarvi complici ed assassini come voi avete chiamato noi, ma abbiamo lanciato un monito severo in quest'aula: vi abbiamo detto di stare attenti a quello che state facendo, perché fermare i clandestini in alto mare significa ucciderli. Nonostante ciò, avete approvato una legge che ha il suo fulcro e il suo cardine nell'impiego di quelle che addirittura in un primo momento avevate chiamato le navi da guerra e che oggi inducono il ministro Bossi ad invocare le cannonate.
Questi sono i comportamenti, non le parole che stiamo discutendo in quest'aula! I dati, signor rappresentante del Governo, sono assai diversi da quelli forniti


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dallo stesso ministro Giovanardi che, ancora una volta, sottendono qualche reticenza perché dimenticano una cosa fondamentale: nel solo mese di luglio del 1998 furono duemila i clandestini nel canale di Sicilia e quasi nessuno nel mese di agosto. Non fu un caso: un accordo importante, infatti, venne siglato con la Tunisia, paese strategico nel canale di Sicilia; esso non è stato onorato né per sostenere con i mezzi la loro azione di polizia per prevenire le partenze, né per concedere quei flussi privilegiati che noi avevamo concordato e che sono stati negati per tutto l'anno scorso fino a novembre quando ormai quei flussi non erano più utilizzabili.
I dati che parlano di una quadruplicazione dei clandestini dal 1999 al 2003 dimenticano la guerra del Kossovo del 1999 (fu un risultato enorme che si conseguì subito dopo).
Concludo, signor Presidente, esprimendo una considerazione sulla questione internazionale. Non si può venire in aula ed invocare l'Europa e citare Siviglia insieme a Tampere. Tampere è stata una grande conquista sotto il profilo del coinvolgimento europeo, Siviglia un grande arretramento. A Siviglia avete invocato la non collaborazione internazionale con i paesi che non collaborano e quella proposta è stata bocciata dall'Europa.
Con riferimento alla dichiarazione europea sul razzismo, l'Italia ha posto una riserva perché per questo Governo il razzismo in Italia oggi è possibile purché sia soltanto a parole. Questa è la verità, l'Europa che è stata scelta. Altro che Europa per condividere la politica di contrasto all'immigrazione! Non invocate la Convenzione di Palermo voluta da Giovanni Falcone! Chiedete al Parlamento di ratificarla perché ancora oggi non è stato fatto.
Questi sono i comportamenti, signor Presidente, onorevoli colleghi. Questo è il Parlamento e, purtroppo, non è l'aula del comportamento, ma se si vorrà ancora una volta chiudere gli occhi di fronte a questi comportamenti, senza risponderne, sappiate che vi sono due giudici: il popolo italiano e Dio, il primo con il voto, il secondo per la coscienza (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Giuseppe Drago, che aveva chiesto di parlare: si intende che vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, vorrei, in primo luogo, ricordare all'onorevole Lucidi che i veri razzisti sono quelli che hanno illuso centinaia di migliaia di extracomunitari, inducendoli ad arrivare nel nostro paese senza regole, senza certezze, attraverso una legge che non disponeva alcun controllo e alcune sanatorie che hanno concesso permessi a persone fuggite dalle carceri (avevano quindi i peggiori requisiti). Conseguentemente, nel nostro paese vi sono alcune ricadute: sei reati su dieci commessi nelle nostre città sono imputabili agli extracomunitari, entrati nel paese grazie a certe normative.
Allora noi diciamo che per scoraggiare l'arrivo di altri clandestini occorre attuare compiutamente la legge Bossi-Fini. Bisogna però stare attenti alle nuove esigenze perché l'altro ieri Unindustria, in provincia di Treviso, ha tenuto una buona relazione annuale e, guarda caso, visto che ora si sta delocalizzando la produzione all'estero e si creano disoccupati nel territorio, nessuno ha parlato del bisogno «invadente» di avere manodopera extracomunitaria, come invece succedeva negli anni scorsi. Neanche una parola nell'intera relazione! Bisogna quindi attuare le leggi esistenti, guardando anche in prospettiva futura.
La legge Bossi-Fini sta dando buoni risultati ed in questo concordo con l'analisi del sottosegretario: raddoppiano le espulsioni e soprattutto cominciamo ad identificare con certezza chi risiede nel nostro territorio, attraverso le impronte digitali, le fotografie, in modo da evitare che qualcuno arrestato 40 volte, per altrettante volte fornisca identità falsa e


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quindi per 40 volte non vada in galera perché sfrutta i benefici di legge. Almeno adesso cominciamo a capire chi è entrato e se ha intenzione di rimanere qui e di accettare le misure per la regolarizzazione, o se è meglio allontanarlo e spedirlo da dove è arrivato! E bisogna fare un'altra cosa: occorre attuare le potenzialità che sono già insite nella legge.
È impossibile che in tutto il nordest non vi sia un centro di permanenza per identificare i clandestini, perché altrimenti le nostre questure dovrebbero «caricarsi» i clandestini in macchina ed arrivare sino a Bari o andare a Milano e Bologna, dove non c'è posto. I finanziamenti sono previsti da due anni nella legge, quasi 600 miliardi di vecchie lire, per aprire due o tre centri e, in questo caso, - per fortuna - dopo forti sollecitazioni, sta arrivando una risposta.
È proprio di questi giorni l'intenzione di aprire un centro nel Veneto, uno in Liguria, ed uno nelle Marche: bisogna farle queste cose! In caso contrario, alimentiamo illusioni e non controlliamo assolutamente nulla.
I nostri ospiti devono capire che non esiste un diritto di immigrazione senza regole nel nostro paese, ma vi sono altresì regole da rispettare: il lavoro, la casa e, soprattutto, un'identità certa. Esiste già una legge che è in vigore e che, testualmente, prevede che «chi trae arricchimento sfruttando minori o donne ha un aggravio di pena da cinque a quindici anni».
Questo è un fenomeno che riguarda soprattutto l'immigrazione. Ebbene, alcuni giudici la applicano, ma vi sono molti giudici, probabilmente vicini alle linee politiche dell'onorevole Lucidi che dimenticano questa norma. Noi adesso ne stiamo varando un'altra per cui chi schiavizza gli esseri umani rischia 20 anni di galera e purtroppo accadrà la stessa cosa: certi giudici la applicheranno, altri se ne fregheranno, come stanno facendo purtroppo con le norme vigenti in tal materia (legge Bossi-Fini).
Se avremo queste certezze, diminuiranno i delinquenti che «sbarcano» carne umana nel nostro territorio e direttamente, concludo, daremo anche la possibilità di evitare tragedie come quelle accadute pochi giorni fa. Ogni tanto noi, è vero, alziamo i toni, ma è per ricordare alla Casa delle Libertà che occorre rispettare il programma. Siamo qui per governare il paese soprattutto grazie ad una promessa di maggior sicurezza nelle città e nel paese.
La legge sull'immigrazione è un caposaldo per mirare a nuove forme di sicurezza, però - e ho terminato - il fatto che, durante i lavori parlamentari, nei passaggi che ci hanno visto coinvolti relativamente a indulti, indultini e quant'altro, tre quarti della Casa delle libertà fosse allineata con l'indulto della sinistra è una cosa che deve lasciare un segno ed è giusto che la Lega qualche volta alzi anche i toni, per non disattendere le aspettative dei cittadini elettori che ci hanno dato questo compito, che è soprattutto quello di garantire la sicurezza nelle loro città e nelle loro abitazioni (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Titti De Simone. Ne ha facoltà.

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, la tragedia che si è consumata ieri nel canale di Sicilia suscita in noi per primi profondo cordoglio per le vittime. Lo vogliamo dire immediatamente, seppure in un'aula vuota, oggi tristemente molto vuota.
Si tratta di una tragedia che è l'effetto di un ennesimo naufragio, sottosegretario Mantovano, l'ennesimo, il terzo nell'ultimo anno: una lunga catena di vittime e di morti innocenti. Ma noi, con altrettanto profondo sdegno e indignazione, vogliamo stigmatizzare certi toni, le pulsioni xenofobe e razziste che sono venute da esponenti istituzionali, di Governo, della maggioranza, invocazioni di cannonate contro le carrette, deliranti appelli ad ammazzare tutti i clandestini che sbarcano a Lampedusa. Sono le parole di tanti esponenti della Lega, che si sono espressi in queste


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ore, e da cui noi ci aspettiamo - oggi non è avvenuto in modo inequivocabile - che il Governo prenda in modo netto le distanze.
Sono parole violente, che non si udivano da tempo da parte di cariche istituzionali. Dice bene oggi L'Osservatore romano riportando il commento degli esponenti del Vaticano, i quali dicono di essere allibiti. Noi con loro siamo allibiti di fronte alla violenza delle dichiarazioni del ministro Bossi e di tanti esponenti della maggioranza di Governo. Ogni atteggiamento violento, strumentale come questo, è inaccettabile di fronte a quello che si sta compiendo sotto i nostri occhi: un dramma epocale di chi ha fame di pane e di casa.
Siamo di fronte ad una emergenza politica serissima ed anche umanitaria, frutto del perseverante slittamento delle politiche dell'immigrazione sul terreno della repressione, della sospensione del diritto e della sicurezza, dell'esclusione, della discriminazione, anziché della cittadinanza e dell'accoglienza. Questa politica di chiusura adottata negli anni dai Governi europei e oggi dal nostro, inaspritasi dopo l'11 settembre, non ha influito, onorevole sottosegretario, sulle principali cause delle migrazioni, cioè le guerre, la miseria, la povertà; anzi, ne ha aumentato gli effetti. Sono oltre 3 mila le persone morte all'interno dei confini dell'Unione europea dal 1993, sono 600 le persone morte mentre tentavano di raggiungere l'Italia.
Credo che questa ennesima tragedia, che si è consumata ieri, debba essere analizzata anche nelle sue parti più oscure, in particolare per quanto riguarda il fatto che l'imbarcazione affondata potrebbe essere la stessa respinta il 10 giugno scorso dalle autorità italiane al largo di Lampedusa. Sarebbe opportuno - e ci adopereremo in questo senso - che il Parlamento aprisse un'inchiesta per accertare la verità dei fatti.
Non vi è dubbio che siamo di fronte al fallimento delle vostre politiche, delle politiche neoliberiste in Europa e in Italia, di cui la Bossi-Fini è l'estrema, violenta realizzazione. Al prossimo vertice dell'Unione europea di Salonicco si valuteranno proposte sul diritto d'asilo impraticabili ed illegali che, di fatto, consegnerebbero nelle mani degli sfruttatori del traffico di clandestini donne e uomini che possono rivendicare diritti come quelli all'asilo politico, diritti riconosciuti a livello internazionale tranne che in Italia, dove non esiste ancora una legge organica su questo (e ringraziamo l'ostruzionismo ennesimo della Lega ieri in Commissione).
Le stime dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, invece, confermano che una percentuale tra il 20 e il 40 per cento delle 500 mila persone che ogni anno tentano di entrare in Europa riguarda i richiedenti asilo, ossia uomini e donne che hanno diritto ad entrare legalmente perché vittime di guerra, perseguitati nei paesi di origine.
Vi chiediamo un'altra politica, un'inversione di tendenza. Non ci ha detto nulla, onorevole sottosegretario. Quali regole di ingaggio il Governo ha previsto per la marina militare, per la Guardia di finanza, per l'aeronautica militare per quanto riguarda il salvataggio dei naufraghi, in applicazione delle normative nazionali ed internazionali? Siamo di fronte ad un'emergenza sul piano dell'accoglienza, degli aiuti! Quali interventi di reale accoglienza questo Governo intende attivare, in considerazione delle condizioni disastrose - lo ripeto - disastrose in cui versano le strutture preposte, soprattutto nell'isola di Lampedusa, in Sicilia, come nel resto d'Italia?
Su questi temi, continuiamo a sollecitare il Governo. Chiederemo al ministro Pisanu, nelle prossime ore, di fornirci risposte precise.
Ci adopereremo, continuiamo ad adoperarsi, per costruire un forte movimento in questo paese contro la legge Bossi-Fini.
Onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi della Lega: specchiatevi, guardate dentro quello specchio di mare tra Lampedusa e Agrigento, guardatevi dentro (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maura Cossutta, alla quale ricordo che ha quattro minuti di tempo a sua disposizione. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, si è verificata un'altra tragedia, consumata, purtroppo, come la solita notizia di cronaca nera, con qualche disattenta considerazione, anche in quest'aula, con un po' di pietà.
Nessuna indignazione, intendo quell'indignazione profonda che dovrebbe scuotere le coscienze ed imporre soluzioni coraggiose, chiare, di politiche serie per tutto il sud del mondo.
Mentre questi disgraziati morivano, un ministro della Repubblica - lo ripeto - un ministro della Repubblica, Bossi, chiedeva le cannonate contro gli immigrati. Avete un barbaro in Parlamento, a palazzo Chigi. Ma il Governo e voi della maggioranza lo coccolate, lo difendete. Non avete persino fatto il Consiglio dei ministri per non avere problemi con la Lega dopo le infamanti dichiarazioni di questo ministro barbaro a palazzo Chigi (Commenti del deputato Rizzi).
Chiedete le cannonate dopo aver votato una legge, la Bossi-Fini, una vergogna per il nostro paese; in essa, di fatto, avete scritto che l'immigrato è uguale ad un criminale, che l'immigrato è soltanto merce...

ALBERTO DI LUCA. Leggila!

MAURA COSSUTTA. ...senza neanche la possibilità dei ricongiungimenti familiari.
Evocate le paure più squallide, il razzismo; anche qui, ancora in quest'aula, questi deteriori e squallidi sentimenti vengono evocati.
Anche lei, onorevole Mantovano, afferma che serve l'Europa, che servono gli accordi, ma perché non li avete fatti? Lei sostiene che serve la cooperazione, ma voi avete tagliato i fondi alla cooperazione! State persino mandando i militari in Iraq con i soldi della cooperazione, togliendo i soldi alla cooperazione!

LUCA VOLONTÈ. Non è vero! Non è vera questa cosa!

MAURA COSSUTTA. Siete un Governo incapace. Siete un Governo incivile! Offendete la cultura e i sentimenti più profondi del nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pappaterra, al quale ricordo che ha tre minuti di tempo a sua disposizione. Ne ha facoltà.

DOMENICO PAPPATERRA. Signor Presidente, mi consenta di esprimere, a nome del mio gruppo, sentimenti di profondo cordoglio e solidarietà per l'ennesima tragedia che si è consumata nel mare di Sicilia, un episodio che ci auguriamo non si ripeta più, soprattutto se saranno affrontate le questioni con l'impostazione, con il taglio che, poc'anzi, è stato annunciato da molti colleghi.
Dal sottosegretario Mantovano, che ha reso un'informativa sull'episodio abbastanza esauriente, allargando - come è doveroso - l'area del suo intervento, avremmo gradito una presa di distanza più netta e più chiara rispetto ad alcune posizioni espresse da forze di questa maggioranza di Governo per affrontare questo problema solo in termini di prove di forza.
Eppure, sottosegretario Mantovano, nei giorni scorsi, sia il ministro dell'interno Pisanu sia lo stesso ministro della difesa, con dichiarazioni molto forti e con forte determinazione, hanno assunto posizioni molto diverse e molte lontane da quelle che, purtroppo, abbiamo ascoltato qui in aula qualche minuto fa.
Rilevato ciò, noi concordiamo - lei lo diceva - sul fatto che il problema non può essere affrontato solo in termini di ordine pubblico perché richiede decisioni diverse, anche a livelli sovranazionali. Sono state richiamate le responsabilità dell'Unione europea e dell'intera comunità internazionale. Pure noi Socialisti diciamo che i paesi più forti, così come hanno mostrato, in altri casi, grande determinazione, ad esempio, nell'andare ad arginare o a colpire


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regimi autoritari presenti in molte parti del mondo, con la stessa determinazione dovrebbero affrontare problemi atavici, come quello della povertà, della fame nel mondo, del lavoro che manca, che portano anche a queste forme disperate di ricerca, in altri paesi, di situazioni di benessere.
Sappiamo che ad essere colpite sono soprattutto persone alle quali manca il lavoro, persone che fuggono dalla fame, persone alle quali, nei loro paesi, è negata, forse, persino la libertà. Ecco perché noi Socialisti, che da sempre abbiamo ispirato le nostre politiche ad una forte radice di solidarietà, non potremo certamente assumere posizioni drammaticamente forti in tale direzione.
Da ultimo...

PRESIDENTE. Onorevole Pappaterra...

DOMENICO PAPPATERRA. ...ci auguriamo - lo diciamo al sottosegretario Mantovano - che i prossimi decreti attuativi che dovrebbero essere varati dal Ministero dell'interno affrontino il fenomeno nella giusta dimensione, dando soprattutto risalto a politiche che esaltino forme di integrazione sociale.
È questa l'unica via possibile, diciamoci la verità! Con tutto il rispetto o, meglio, con tutto il disprezzo per alcune posizioni razziste che sono venute fuori, noi diciamo che non c'è alternativa alla sola politica possibile, quella dell'accoglienza. Dobbiamo adoperarci, e lo dico perché lei, signor sottosegretario, ha richiamato anche il lavoro del volontariato, affinché, per esempio, i campi di accoglienza - vada a vedere quelli di Crotone, della Sicilia o di Foggia! - non solo sono sovraffollati, ma le persone che vi arrivano e gli stessi operatori versano, purtroppo, in condizioni di gravissima difficoltà e, lo si può ben dire, di inciviltà. Quindi, bisogna rafforzare ed irrobustire i centri di accoglienza presenti sul nostro territorio.
Per queste ragioni, esprimiamo una posizione che vuole essere anche di attesa rispetto ai decreti che saranno emanati per l'attuazione della legge Bossi-Fini. Poi, naturalmente, tireremo le somme (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani)!

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Cusumano, che aveva chiesto di parlare: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cento, al quale ricordo che dispone di tre minuti. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, ascoltando l'intervento del sottosegretario Mantovano e le parole del deputato della Lega, mi sembrava di cogliere due posizioni, due linguaggi, due contenuti diversi in una maggioranza che, proprio sul tema cruciale dell'immigrazione, sta andando in pezzi.
La cosa grave è che, dopo aver urlato, durante la campagna elettorale del 2001 ed in quelle successive - tutto il centrodestra - sulla possibilità di affrontare l'emergenza immigrazione con provvedimenti demagogici, pieni di contenuti razzisti ed estremisti, oggi, ci si rende conto di come tutto quello che è stato sostenuto è improponibile se si vuole seriamente affrontare la questione immigrazione.
Certo, la legge Bossi-Fini produce già danni devastanti nelle coscienze e nella pratica di questo paese. Anche la tragedia da cui prende spunto la discussione di oggi, consumatasi davanti alle coste di Lampedusa, è la conseguenza non dell'articolato di quella legge, ma, questo sì, certamente, di un clima che ha suggerito, nel nostro paese, una facile scorciatoia: che, di fronte alla drammatica emergenza dell'immigrazione, si potesse dare una risposta di chiusura delle frontiere, di aumento della sua clandestinità di uomini che, espulsi dalle loro terre, anche a causa delle guerre che spesso l'occidente scatena in quei paesi, arrivano sulle nostre coste e, anziché trovare una risposta di accoglienza, trovano una risposta drammatica: quella, appunto, della clandestinità o, quando la situazione è ancora peggiore, della perdita della proprietà vita.
Noi siamo fortemente contrari al clima che la Lega nord Padania, in maniera


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scellerata, sta tentando di introdurre nel paese; d'altra parte, basta leggere titoli come quello de la Padania di oggi (come quelli dei giorni scorsi) - 128 milioni di africani puntano sull'Europa - tesi solo a fomentare l'opinione pubblica, scatenando una emotività sconsiderata e priva di riferimenti reali, non considerando il concreto problema dell'immigrazione e la necessità di una sua soluzione.
Noi siamo convinti che non si debba andare a prendere i gommoni, che non li si debba respingere nei loro paesi, perché il compito primario - lo ricordava il sottosegretario Mantovano parlando un linguaggio diverso da quello della Lega nord Padania (da quello che leggiamo su la Padania) -, non solo secondo il diritto scritto della navigazione, ma secondo quelli che sono semplici comportamenti di civiltà umana, di fronte a queste zattere che trasportano uomini e donne, è quello di portare soccorso, di portare aiuti umanitari, è quello di utilizzare la capacità di un paese democratico e civile per offrire accoglienza a queste persone.
Allora - e concludo - credo che chi ha pensato che la legge Bossi-Fini potesse essere la facile scorciatoia oggi deve ammettere in Parlamento e nel paese che essa è stata un fallimento, perché ha peggiorato le condizioni di civiltà nel rapporto tra l'Italia e l'immigrazione, perché ha reso i centri per immigrati delle vere e proprie carceri, dove non vi è neanche lo statuto dei diritti delle persone che vi sono rinchiuse, perché ha reso questo paese una frontiera chiusa di fronte a chi scappa dal sud del pianeta per sfuggire il problema della fame e dell'impoverimento di quelle terre.
Bisogna cambiare radicalmente pagina, bisogna prendere spunto anche dalle tragedie come quella accaduta l'altro giorno sulle coste di Lampedusa per compiere una svolta radicale nelle politiche sull'immigrazione. Questa maggioranza, con questa Lega nord Padania, non è in condizione di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo sul naufragio verificatosi nei pressi dell'isola di Lampedusa.
Sospendo la seduta che riprenderà alle 16,15.

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