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D)
stupisce, in particolare, l'inerzia del ministero dell'interno, che ha, in pratica, scarsamente contrastato ciò che è accaduto solo in Italia, e cioè la creazione di un altro ufficio centrale del falso monetario, con l'accettazione di due uffici di tale tipo: uno, quello che esiste in quasi tutti i Paesi del mondo, e cioè quello, «ai sensi della Convenzione di Ginevra» presso il ministero dell'interno con compiti e funzioni ben definite sin dal 1929, l'altro, l'Ucamp (esistente solo in Italia ed in nessun altro Paese europeo), che di centrale ha solo il nome, non avendo alcuna funzione di coordinamento e tantomeno operativa, ma solo quella, peraltro già prevista per l'ufficio costituito ai sensi della Convenzione di Ginevra, di raccogliere dati statistici, che non possono essere né di carattere operativo, né di polizia;
in data 15 maggio 2001, l'allora ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica emanò un decreto per la costituzione di un «Ufficio centrale analisi e monitoraggio della falsificazione monetaria ed altri mezzi di pagamento», con compiti di «gestire le informazioni ai fini della valutazione dell'impatto economico e finanziario». A capo di questo ufficio venne collocato tale Renzo Antonini, da poco rientrato da Bruxelles, dirigente presso quel dicastero;
la costituzione di questo ufficio, denominato poi «Ucamp», è stata più volte fatta apparire come prevista, dapprima nell'orientamento (prima della definitiva approvazione), poi nello specifico contenuto dell'articolo 2 del regolamento europeo n. 1338 del 2001. Ciò può essere ravvisato anche nella stessa presentazione del decreto-legge n. 350 del 25 settembre 2001, convertito dalla legge n. 409 del 23 novembre 2001, la quale, comunque, non entra nella trattazione della specifica istituzione di questo ufficio, ma su una più generica previsione di dati da comunicare al ministero dell'economia e delle finanze per le valutazioni sull'impatto economicofinanziario e per le cosiddette «finalità di cui al regolamento europeo n. 1338 del 2001»;
ma non risulta così: infatti, l'articolo 2 di tale regolamento prevede in modo chiaro e non equivoco come ufficio centrale per raccogliere ed analizzare i dati sulle falsificazioni dell'euro quello di cui alla convenzione di Ginevra del 1929 (articolo 12): l'ufficio, ai sensi della convenzione di Ginevra del 1929, in Italia già esisteva (dal 1935) e tuttora esiste presso il servizio Interpol del ministero dell'interno (come del resto in tutti gli altri Paesi europei);
quindi, l'Ucamp, che si è contrapposto alle competenze altrui, non doveva essere costituito;
le altre autorità riconosciute per analizzare i dati tecnici e statistici sono da sempre: la Banca d'Italia (Centro nazionale analisi - Cna) per le banconote e la Zecca dello Stato (Centro nazionale analisi per le monete - Cnac) per le monete, mentre, per le forze di polizia, l'Arma dei carabinieri (cui è riconosciuto il consolidato interesse nel settore), la polizia di Stato e la guardia di finanza;
non è stata, poi, persa alcuna occasione per imporre all'attenzione degli organismi europei e nazionali questo nuovo ufficio;
inoltre, ai sensi dell'articolo 10 del regolamento europeo n. 1338 del 2001, «gli Stati membri (non i ministeri dell'economia) dovevano comunicare alla Banca centrale europea ed alla Commissione europea l'elenco delle autorità nazionali competenti di cui all'articolo 2, lettera b)»;
la lettera è stata così inviata da parte del solo dicastero dell'economia e delle finanze (si veda lettera n. 704419 del 14 dicembre 2001), ma senza l'intervento, almeno apparentemente, «indispensabile» né del ministero dell'interno, né della Presidenza del Consiglio dei ministri (quest'ultima avrebbe dovuto indicare le «autorità» preposte, anche per il coinvolgimento, predominante nella lotta alla falsificazione monetaria, di organismi che non fanno capo al solo ministero dell'economia e delle finanze);
i responsabili dell'Ucamp, quasi a giustificare l'importanza che si sono autoattribuiti, hanno cominciato a realizzare i cosiddetti «rapporti sul falso», che fanno sorgere notevoli perplessità: basti pensare che le cosiddette «segnalazioni», prese come elementi fondamentali dal citato ufficio, non tengono presente, come principale elemento di valutazione (fornendo, quindi, dati provvisori e parziali), la consistenza dei sequestri effettuati, per cui, se una forza di polizia sequestra un milione di banconote sicuramente false, ciò è considerato un caso e lo stesso vale se un commerciante versa in banca una banconota sospetta (poi risultata vera);
circa lo studio dell'impatto economico e finanziario delle falsificazioni euro (obiettivo principale dell'Ucamp, che svolge attività prevalentemente statistica sui dati già raccolti dalla Banca d'Italia e da altri enti - ex articolo 7, del decretolegge n. 350 del 2001), c'è da constatare che l'ammontare globale del valore nominale di tutte le banconote euro false sequestrate nel 2002 è una somma che non riesce a coprire la sola retribuzione annua degli effettivi dell'Ucamp (escluse, cioè, le altre ingenti spese per database, frequenti missioni all'estero di elevato numero di persone, attività promozionali, cene di rappresentanza, pagamento corsi, impiego di locali e personale, guardia di finanza compresa, per le quali è riuscito ad ottenere appositi capitoli nel bilancio del ministero dell'economia e delle finanze). Un po' troppo per un ufficio non previsto da alcuna disposizione europea, che svolge l'unica funzione di assemblare dati già elaborati e riepilogati da altri -:
se i Ministri interrogati possano fa saper le valutazioni realistiche e concrete sulle notevoli spese per la creazione ed il mantenimento dell'Ucamp rispetto alla contenuta resa;
a quanto ammontino gli stipendi annuali di tutto il personale dell'Ucamp;
quanto sia costata e quanto stia costando la invero appariscente e completa banca dati (ce ne sono già altre esistenti o in corso di installazione, come quella della Banca d'Italia, quella della Banca centrale europea - Counterfeit monitoring system - quelle di Europol e di Interpol);
quanto costino le frequenti missioni all'estero di appartenenti all'Ucamp ed alla guardia di finanza e se sia vero che alle riunioni estere si presentano quattro o cinque persone, quando la consistenza media delle altre delegazioni è di una ogni unità;
a quanto ammontino i fitti figurativi di locali e ambienti;
a quanto ammonti la spesa sostenuta dal ministero dell'economia e delle finanze per l'intera struttura e se corrisponda al vero che il 5 dicembre 2002 siano state invitate a cena, presso Villa Miani in Roma, centinaia di persone in occasione di un seminario Pericles tenutosi nei locali dell'Hotel Excelsior;
se non ritenga di dover sopprimere questo ufficio e lasciar lavorare chi, da sempre, si è occupato di lotta alla falsificazione monetaria, evitando così sovrapposizioni e burocratizzazione eccessiva (con richiesta di dati e formulari minuziosi).
(3-01955)
(17 febbraio 2003).