![]() |
![]() |
MASSIMO POLLEDRI. Onorevoli colleghi, la risoluzione presentata dalla maggioranza, di cui sono cofirmatario, è stata ampiamente illustrata dal collega Landi di Chiavenna. Ci sono alcuni punti, in particolare, che vorrei sottolineare per spiegare quali siano il ruolo, le opportunità ed i limiti stessi dei negoziati per la liberalizzazione del commercio internazionale.
Noto con piacere che anche nella mozione di Rifondazione comunista è stata finalmente richiamata l'attenzione sul rischio connaturato alla delega ad organismi sovranazionali, in questo caso alla Comunità europea, della gestione delle politiche economiche.
È stata giustamente denunciata una carenza di informazione per quel che riguarda i momenti e le linee guida nella formulazione della posizione europea che sarà espressa a Cancun, a nome dei quindici Stati membri.
La Lega nord da tempo denuncia la necessità di maggiore dialogo con i Parlamenti nazionali e con la società civile, non solo in materia di politica commerciale, da parte della Commissione europea.
Allo stesso modo, il WTO necessità di riforme per andare a sua volta nella direzione della trasparenza e del coinvolgimento nei negoziati delle componenti nazionali anche non istituzionali. Nessun organismo internazionale può sostituirsi alle democrazie e alla volontà popolare legittimamente espressa.
Poste queste premesse, è però riduttivo considerare il WTO solo come l'espressione dei grandi poteri economici occidentali interessati esclusivamente a sottrarre libertà e risorse ai paesi a diverso grado di sviluppo.
Occorre fare chiarezza su cosa realmente si intenda negoziare e a quali condizioni. A Cancun si discuterà di liberalizzazione dei servizi. I negoziati sul terziario sono stati impostati in modo molto diverso da quanto è stato fatto per i beni. Il presupposto su cui si basano questi negoziati, condiviso e sostenuto chiaramente anche dal Governo italiano, è che nessun accordo in seno all'Organizzazione mondiale del commercio potrà pregiudicare la possibilità per i Governi di stabilire i livelli di qualità, le caratteristiche e le modalità con cui i servizi a rilevanza pubblica verranno erogati.
È quindi essenziale che siano i Governi stessi a gestire i negoziati e soprattutto la
fase successiva della loro applicazione con sufficiente maturità e responsabilità verso i propri cittadini.
Non dimentichiamoci che 1'Organizzazione internazionale del commercio svolge, parallelamente ai negoziati, un'importantissima attività di assistenza tecnica ed istituzionale, e la risoluzione presentata oggi impegna il Governo a sostenere in via prioritaria questo tipo di iniziative. Questa è una garanzia nei confronti di una liberalizzazione selvaggia dei mercati; è vero sostegno per lo sviluppo, perché si punta a far emergere capacità di gestione trasparente, istituzioni sane. Si pongono le basi per un negoziato tra paesi su un piano di parità. Non siamo in presenza di privilegi in ragione di una presuntuosa superiorità economica.
Non è un caso che proprio l'Europa sia da sempre alfiere in seno al WTO e alle altre organizzazioni internazionali della necessità imprescindibile che ogni negoziato, di natura politica, commerciale, culturale, sia accompagnato, meglio ancora inglobato, in un dialogo costruttivo sul tema del rispetto dei diritti, della tutela della sicurezza e delle condizioni dei lavoratori, del rispetto dell'ambiente. Per l'Europa queste consapevolezze sono state il risultato di un lungo processo storico e culturale, ma abbiamo oggi l'opportunità di trasformarle in premesse su cui impostare le nostre relazioni internazionali.
L'accezione di diritti che la Lega nord sostiene comprende anche il diritto alla propria identità culturale, alla tutela del proprio modus vivendi e delle proprie tradizioni. Il sistema produttivo delle regioni italiane è in stretta connessione anche con gli stili di vita dei suoi abitanti e necessita di essere tutelato. Apprezzo dunque particolarmente che il Governo, segnatamente attraverso le parole del viceministro Urso, abbia manifestato 1'intenzione di difendere nei consessi internazionali gli aspetti forse più fragili ma sicuramente più distintivi dell'economia italiana, come quelli relativi alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale dalla contraffazione, le denominazioni di origine ed i marchi di qualità soprattutto con riguardo all'agricoltura.
![]() |
![]() |