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PRESIDENTE. L'onorevole Sasso ha facoltà di
ALBA SASSO. Signor Presidente, vorrei illustrare i fatti e le motivazioni che ci hanno portato a presentare questa interpellanza rivolta al ministro dell'interno. Inizio da un fatto che è sicuramente noto a tutti, in quanto le agenzie di stampa hanno dato ampia informazione sullo stesso: nei mesi passati è stato annunciato lo svolgimento, a Bari, del terzo Gay pride 2003, promosso dall'arcigay su un tema che credo sia di interesse sociale molto ampio, quello delle discriminazioni sul lavoro. La manifestazione ha avuto il patrocinio del presidente della regione Puglia, Raffaele Fitto, della provincia di Bari,
del comune di Bari ed ha visto l'adesione di moltissime associazioni, di partiti, di sindacati, come si è potuto constatare dalla conferenza stampa di lancio dell'iniziativa.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, onorevole Balocchi, ha facoltà di
MAURIZIO BALOCCHI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente,
onorevoli deputati, come già manifestato dal ministro dell'interno in occasione di un recente dibattito presso questa stessa aula, desidero esprimere, a nome del Governo, la più ferma condanna dei gravi episodi di intimidazione verificatisi nei confronti del presidente dell'Arcigay di Bari e richiamati dagli onorevoli interpellanti, così come di tutti gli atti di violenza, intimidazione o semplice vandalismo che turbano la coscienza civile.
sono comunque espressione di metodi violenti che puntano a condizionare la normale dialettica democratica e, conseguentemente, a degradare i rapporti civili.
PRESIDENTE. L'onorevole Caldarola, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di
GIUSEPPE CALDAROLA. Signor Presidente, innanzitutto mi compiaccio del fatto che il sottosegretario, a nome del ministro degli interni, esprima una condanna dei suddetti atti e rinnovi l'impegno per lo svolgimento sereno del Gay pride. Devo dichiarare, però, al tempo stesso, una certa insoddisfazione nell'analisi del fenomeno. Se esaminiamo i fenomeni estremistici di destra, o comunque eversivi, dell'ultimo periodo (non vi è bisogno di essere esperti, basta essere attenti lettori dei giornali), sappiamo che tali fenomeni hanno una doppia fase. In una prima fase, viene propagandata la contrapposizione alla violenza; in una seconda fase, la violenza serve essa stessa come forma di propaganda e di proselitismo. Per quanto riguarda Forza nuova, abbiamo l'incrocio delle due fasi. Forza nuova è un'organizzazione eversiva neonazista che propaganda la violenza e la pratica.
continui a sottovalutare il carattere di pericolosità per la democrazia di queste organizzazioni, in particolare di questa organizzazione.
Contemporaneamente a questo annuncio, a differenza di quanto avvenuto in altre città che hanno ospitato negli anni passati il Gay pride, si è avviata una campagna denigratoria a danno dell'iniziativa medesima e dei soggetti promotori. Ciò che mi sembra più grave è che questa campagna di denigrazione è stata avviata da autorevoli esponenti politici di Alleanza nazionale, sia baresi sia nazionali. Tale campagna di denigrazione metteva in discussione la legittimità di questa iniziativa, metteva cioè in discussione che potesse aver luogo nella città di Bari un'iniziativa promossa dall'Arcigay sul tema delle discriminazioni sul lavoro.
Questa campagna denigratoria, con insulti sui giornali rivolti non solo al presidente dell'Arcigay di Bari Michele Bellomo ma all'arcigay tutta ed agli omosessuali in genere, ha aizzato nella città di Bari una situazione che abbiamo considerato molto preoccupante. Si è avviata, infatti, una campagna di intimidazione nei confronti degli organizzatori dell'iniziativa e, soprattutto, nei confronti dei giovani che frequentano il circolo Arcigay di Bari, ospitato in una sezione dei Democratici di sinistra. Ci sono stati insulti, minacce, inseguimenti, tutti episodi regolarmente denunciati alla questura di Bari, alla quale dobbiamo tra l'altro dare atto di aver tempestivamente recepito queste denunce senza sottovalutare la situazione.
Questa campagna di intimidazione ha preso di mira soprattutto il presidente dell'arcigay di Bari, Michele Bellomo: sotto la sua abitazione sono state scritte frasi ingiuriose; il 23 dicembre esponenti del gruppo estremista neofascista di Forza nuova hanno inscenato una manifestazione con striscioni ed insulti di fronte al portone di una radio locale presso la quale Bellomo rilasciava un'intervista; ancora, nella notte tra il 26 ed il 27 dicembre, in piene vacanze di Natale e quindi con meno attenzione, meno presenze nella città, sono stati lasciati messaggi minacciosi dietro la porta della sua abitazione.
La campagna di denigrazione ha quindi messo in moto, ha attivato anche questa campagna di intimidazione; ciò che più ci preoccupa è che questo gruppo neofascista, Forza nuova, continua con le sue attività.
Recentemente, la scorsa settimana, ha inscenato una nuova manifestazione in una piazza poco distante dalla sezione dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, dove è ospitata l'associazione Arcigay e continua nella sua propaganda e nella sua attività di violenza nei confronti dei soggetti promotori dell'iniziativa e nei confronti dell'iniziativa stessa.
La nostra preoccupazione è che queste manifestazioni, delle quali - lo ripeto - si sta occupando con attenzione la questione di Bari e sulle quali sono in corso indagini, non solo mettono a rischio la sicurezza e l'incolumità delle persone, ma rischiano di invelenire il clima e di provocare ulteriori incidenti.
Allora, proprio rispetto a ciò che potrà succedere, vorremmo rivolgere una domanda al ministro dell'interno. Vorremmo sapere quali misure ella intenda mettere in atto per garantire la sicurezza delle persone, riportare un clima di serenità e fare in modo che si svolga in un clima di serenità una manifestazione legittima, una manifestazione per i diritti civili, per le libertà individuali e contro ogni tipo di discriminazione sul lavoro. Si tratta di una manifestazione assolutamente legittima e pacifica rispetto alla quale credo che il mondo politico e il ministro debbano vigilare, affinché la stessa si possa svolgere. Infine, vorremmo sapere quali misure intenda adottare nei confronti di una forza organizzata che fa della violenza e dell'intimidazione la sua ragione di essere.
Veniamo ai fatti. Il 15 luglio 2002 il presidente dell'Arcigay, che ricopre anche l'incarico di portavoce della manifestazione del Bari Gay pride in programma in quella città dal 6 all'8 giugno prossimo, ha denunciato la comparsa su alcuni muri cittadini di scritte inneggianti alla violenza contro gli omosessuali, nonché alcune minacce telematiche e telefoniche nei suoi confronti.
Successivamente, il 13 dicembre scorso, su un muro adiacente all'ingresso della sua abitazione, è stata rinvenuta una scritta di carattere intimidatorio seguita dal simbolo della croce celtica allo stesso indirizzata. Sempre il presidente dell'Arcigay aveva rappresentato che alcune settimane prima, mentre era a bordo della propria autovettura, veniva tamponato intenzionalmente da un altro automezzo condotto da alcuni giovani non identificati.
Dopo questi episodi, nella serata del 23 dicembre scorso, presso la sede dell'emittente privata Controradio di Bari, otto aderenti al movimento politico Forza nuova, in concomitanza di una diretta radiofonica cui partecipava il presidente dell'Arcigay, hanno esposto uno striscione contro l'iniziativa e, con l'uso di un megafono, hanno rivolto frasi oltraggiose di minaccia nei confronti dello stesso e delle persone che erano con lui. Prontamente intervenute, le forze dell'ordine hanno allontanato i dimostranti e li hanno deferiti all'autorità giudiziaria.
Il 26 dicembre successivo, lo stesso presidente ha denunciato di aver ricevuto una busta contenente un ritaglio di un giornale locale ed una copia di un volantino di chiaro significato minatorio.
A seguito dei menzionati episodi di dicembre, la questura di Bari ha intensificato i servizi di vigilanza già in atto presso la sede barese dell'Arcigay e presso l'abitazione del suo presidente nei confronti del quale è in atto anche la misura di tutela in tutti gli spostamenti in aggiunta alla vigilanza generica radiocollegata.
È sempre costante, inoltre, l'impegno da parte delle forze dell'ordine della provincia di Bari sia sul piano della prevenzione, sia nella ricerca e nell'individuazione dei responsabili degli episodi citati sui quali sono in corso le indagini da parte dell'autorità giudiziaria.
Per quanto concerne la situazione a livello nazionale sono state sensibilizzate le questure ad intensificare l'attività investigativa ed informativa ed a sviluppare una mirata attività preventiva in ordine a tutte le attività ed iniziative di movimenti politici estremisti che possano sfociare in episodi di violenza. Resta alta, in particolare, l'attenzione delle forze dell'ordine sulle attività del movimento politico Forza nuova e assicuro che ogni qual volta le iniziative di tale organizzazione hanno assunto carattere illegale ne è stata tempestivamente informata l'autorità giudiziaria competente e sono stati eseguiti dagli operatori di polizia i provvedimenti consentiti dalla legge.
Per quanto concerne il programmato Bari Gay pride assicuro l'impegno da parte dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza per l'adozione di tutte quelle iniziative e quei provvedimenti necessari per diffondere un clima di maggiore serenità e per garantire il regolare e pacifico svolgimento della manifestazione. Particolare attenzione è stata e sarà dedicata alla sicurezza delle sedi degli organizzatori anch'esse incluse negli itinerari dei servizi di vigilanza delle forze dell'ordine.
In conclusione, ribadisco che il Governo non sottovaluta in alcun modo il significato degli episodi di intimidazione ai danni di singole persone nonché di associazioni. Questi atti, anche quando hanno carattere solamente dimostrativo e non producono danni fisici o materiali rilevanti,
Penso non sia sfuggita al sottosegretario che ci ha appena illustrato la posizione del Governo l'analogia tra l'episodio che ha raccontato riguardante la città di Bari e l'episodio di qualche settimana fa riguardante l'ingresso violento di esponenti di Forza nuova in una televisione del nord per picchiare un signore le cui posizioni considero aberranti, ma non comunque tali da giustificare la violenza! La modalità di intervento degli esponenti di tale organizzazione è identica. Essa prevede non solo la propaganda della discriminazione e della violenza, ma anche l'esercizio di questa con modalità analoghe.
Dunque, siamo di fronte non già ad un'organizzazione da considerare labilmente pericolosa, ma ad un'organizzazione che, per il modo di comportarsi in rapporto alla vicenda politica, potrebbe ricadere tranquillamente nella normativa che prevede lo scioglimento di organizzazioni che tendono alla formazione del partito fascista.
Vorrei dare una notizia al Governo, anche se potrebbe averla tranquillamente dalla questura di Roma. Lei ha raccontato, onorevole sottosegretario, che il signor Bellomo è stato minacciato fisicamente attraverso un'attività che si svolge prevalentemente sotto casa sua, e l'odiosità di tale attività viene già dal racconto di essa: la sua macchina è stata tamponata. Qualche settimana fa, come risulta alla Digos di Roma, un'attività dello stesso genere - non si è arrivati al tamponamento, ma l'attività era diretta alla minaccia fisica - è stata svolta ai danni della casa di Michele Santoro.
Mi chiedo allora quando il Governo deciderà di classificare l'organizzazione eversiva Forza nuova come un'organizzazione pericolosa per le istituzioni democratiche e repubblicane. Lo dico perché il presidente di Forza nuova ha rilasciato al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno una dichiarazione - che non è una dichiarazione di intenti di un soggetto qualsiasi -, nella quale l'espressione della volontà politica era netta. In tale dichiarazione si diceva infatti: impediremo ad ogni costo lo svolgimento del Gay pride. Dunque siamo di fronte ad una minaccia non astratta ma concreta, esercitata da una formazione politica che traduce in pratica le minacce astratte che formula ai danni dell'interlocutore politico ritenuto avversario. Non a caso nella modalità di tipo fascistico e squadristico di queste iniziative, questi attacchi vengono generalmente rivolti verso persone singole, in modo da intimorire tali persone e le loro famiglie (e quindi con una modalità che tende a impedire lo svolgimento di un'attività ritenuta costituzionalmente rilevante nel nostro ordinamento giuridico).
Come diceva la collega Sasso non abbiamo nessuna recriminazione da rivolgere verso gli apparati di forza che esercitano la loro attività nella città di Bari; la questura di Bari svolge infatti bene il suo lavoro. Tuttavia temo che il Governo, che pure meritoriamente condanna queste iniziative,
Se lei, signor sottosegretario, ha memoria di quel che accadeva venti o trent'anni fa con riferimento all'itinerario di queste organizzazioni di destra - perché oggi ci stiamo occupando di queste -, vedrà che l'itinerario è identico: il passaggio dalla propaganda della violenza come prima forma alla violenza come esercizio di propaganda e di proselitismo, fino agli atti puramente violenti.
Pertanto, le chiedo, signor sottosegretario - e attraverso la sua persona lo chiedo direttamente al ministro - che l'attività da porre in essere non sia solo un'attività dissuasiva affidata alla questura di Bari (attività che peraltro siamo convinti continuerà), ma sia anche un'attività nazionale volta a mettere in condizione di non nuocere l'organizzazione neonazista denominata Forza nuova. Ciò anche al fine di consentire che il Gay pride, così come si è svolto tranquillamente in altre città, si svolga tranquillamente anche nella città di Bari.
Colgo l'occasione per dire che il Gay pride è una manifestazione che riguarda certamente una parte dei cittadini che hanno una propria riconoscibilità, ma al tempo stesso riguarda anche un modo di intendere la tolleranza nel nostro paese. Si tratta, quindi, di una manifestazione che riguarda non solo i suoi promotori e partecipanti, ma anche un modo di esprimere una cittadinanza più complessiva. Vi è quindi un interesse di carattere generale a consentire il rispetto di tutte quelle condizioni che possono garantire la libertà ai cittadini della mia città di provenienza di partecipare e di guardare a questa manifestazione senza temere di ricadere sotto il ricatto violento non di un gruppo di teppisti, bensì di un'organizzazione che può intimidire cittadini di vario tipo.
In conclusione, mi considero - credo anche a nome degli altri colleghi - soddisfatto per la parte in cui il Governo esprime condanna e racconta l'attività posta in essere dalla questura di Bari; mi considero invece del tutto insoddisfatto per la percezione, che credo non abbiate a fondo, del problema, sia in sede attuale sia nella sua prospettiva storica.