Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 245 del 23/12/2002
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(Esame dell'articolo 26 - A.C. 3200-bis-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3200-bis-B sezione 20).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELINO ALFANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente il parere è contrario su tutti gli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradiotto 26.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 333
Maggioranza 167
Hanno votato
102
Hanno votato
no 231).

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, lo dico a lei, ma mi rivolgo ai colleghi della maggioranza e, in particolare, ai presidenti di gruppo. All'inizio delle votazioni e fino a questo momento il mantenimento del numero legale in aula è garantito dalla presenza dell'opposizione.
Non si tratta di un provvedimento qualsiasi, è un provvedimento vergognoso i cui contenuti negativi sono stati sottolineati dall'opposizione in mille modi in questi giorni. Noi facciamo un'opposizione secondo i regolamenti parlamentari nei modi democratici che ci sono consentiti: un'opposizione molto dura, perché riteniamo i contenuti del provvedimento negativi per la popolazione italiana. Però, non si può certo continuare ad andare avanti grazie alla nostra presenza.
Signor Presidente, è pertanto il caso che i colleghi della maggioranza si organizzino al fine di far cessare questa situazione, altrimenti noi dovremmo prendere delle dolorose decisioni che però ci consentono di esercitare il nostro ruolo di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, lei sottolinea un dato politico; io naturalmente conto i presenti sullo schermo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 26.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 349
Maggioranza 175
Hanno votato
110
Hanno votato
no 239).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 26.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 348
Maggioranza 175
Hanno votato
109
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che l'onorevole Brusco non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Magnolfi 26.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magnolfi. Ne ha facoltà.

BEATRICE MARIA MAGNOLFI. Signor Presidente, in questi giorni abbiamo letto un paio di interviste del ministro Stanca nelle quali riconosceva, con un po' di malinconia, la sua impotenza di fronte alla scarsa attenzione che il Governo presta all'innovazione tecnologica. In effetti, questo Governo, per il secondo anno consecutivo, non investe risorse in questo settore di vitale importanza per il paese. Come già nel 2002, anche nel 2003 l'investimento sarà meramente simbolico: 100 milioni di euro, di cui la maggior parte proveniente dai tagli alle spese ordinarie per l'informatica, in altre parole la somma


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di ciò che si taglia con ciò che si investe sarà praticamente nulla. Zero per l'alfabetizzazione dei cittadini e dei lavoratori, zero per la scuola, zero per le imprese, zero per la pubblica amministrazione, zero per l'applicazione della firma digitale, zero per eliminare la carta nei rapporti con il fisco - ricordo che su questo punto c'è un rimpallo incomprensibile di responsabilità fra il Ministero delle finanze e il Ministero dell'innovazione che ritarda la validità legale del documento contabile -; zero, infine, per la carta d'identità elettronica che è oggetto di questo comma.
Ho calcolato che un comune medio, intorno ai cinquantamila abitanti, dovrà spendere circa un miliardo all'anno per consentire la diffusione della carta d'identità elettronica nel proprio territorio e le cifre non sono molto inferiori per i piccoli comuni, perché, ad esempio, le spese di investimento, di installazione della stazione di rilascio, sono molto elevate. Allora, il Governo sollecita i comuni a farsi sponsorizzare oppure a vendere gli immobili con le cartolarizzazioni e non dice nemmeno se i comuni sono liberi di scegliere in piena autonomia, gli istituti di credito che preferiscono (questo è l'argomento del nostro emendamento); insomma, una situazione che ha fatto sì che nelle pagelle distribuite dall'Unione europea a dicembre il nostro paese sia ulteriormente retrocesso nell'ambito dei 15 paesi membri relativamente a tutti gli indicatori che hanno una qualche importanza ai fini della valutazione sull'innovazione tecnologica. Del resto è normale. Non è vero che chi non investe in questo settore rimane fermo, chi non investe retrocede in misura esponenziale.
Il ministro Stanca in alcune interviste rilasciate distribuisce le colpe in varie direzioni; in particolare, accusa i piccoli partiti che, con il 2 per cento, dice lui, condizionano la politica di bilancio, e sembra invocare maggiori poteri per il Governo rispetto al Parlamento; non solo, il ministro esprime anche un altro rammarico: che le lobby dell'innovazione - così dice lui - non siano abbastanza potenti da condizionare le scelte anche perché, aggiunge, le grandi imprese tecnologiche sono quasi tutte straniere. Ora, che il Governo delle tre «I» abbia bisogno di essere spinto dalle lobby per investire in tecnologia la dice lunga sulla distanza siderale che c'è fra le parole e i fatti, nel centrodestra. I fatti dicono che questo Governo ha investito meno dell'1 per cento rispetto agli investimenti dei governi dell'Ulivo negli anni precedenti. Ma di questo passo - vorrei chiederlo al ministro Stanca che, lo ricordo a noi tutti, è un ex top manager di IBM - quanto dovremo aspettare perché si rafforzi e si consolidi un sistema di imprese italiane senza nessun investimento da parte del Governo e dello Stato in questo settore? Si tratta di oltre settantamila imprese nel settore ICT, complessivamente, che, sicuramente, andranno indietro. Non rimane altro che augurarsi che non abbiano pagato le tasse e quindi, magari, anche loro avranno, da questa finanziaria, qualche vantaggio, che sarà l'unico.
Ora il ministro Stanca, che, certamente, è consapevole di questa inadeguatezza, sarà stanco anche lui (mi si consenta il bisticcio di parole) di presentare come novità tutti i vecchi progetti dell'Ulivo, uno dei quali si ritrova nell'articolo successivo, come il PC per gli studenti (così si chiamava) a cui è stato cambiato nome ma è lo stesso progetto, per fortuna riesumato dal Senato, nientemeno con i finanziamenti ereditati dall'Ulivo. Allora, quanto può durare il gioco di bloccare per un periodo i progetti ereditati per poi presentarli alla stampa come una grande novità? Può durare molto poco perché poi subentra la delusione da parte di chi subisce e la delusione, evidentemente, anche di chi questi giochi li fa. Ma se uno davvero è molto stanco - in questo caso nomina sunt consequentia rerum - e vede messa a rischio la sua dignità e credibilità, ci sono sempre le dimissioni. Per fare questa politica dell'innovazione questo Governo, davvero, non ha bisogno di un ministro apposito (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Magnolfi 26.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 368
Votanti 366
Astenuti 2
Maggioranza 184
Hanno votato
124
Hanno votato
no 242).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 26.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 370
Maggioranza 186
Hanno votato
123
Hanno votato
no 247).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Folena 26.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 374
Maggioranza 188
Hanno votato
126
Hanno votato
no 248).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bimbi 26.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 379
Maggioranza 190
Hanno votato
126
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bimbi 26.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 375
Maggioranza 188
Hanno votato
125
Hanno votato
no 250).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Folena 26.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Folena. Ne ha facoltà.

PIETRO FOLENA. Signor Presidente, con questo emendamento poniamo in evidenza un tema di enorme rilevanza, già proposto durante l'esame in prima lettura del disegno di legge finanziaria alla Camera e che è oggetto di un progetto di legge presentato da colleghi dell'opposizione e della maggioranza anche nell'altro ramo del Parlamento. Mi riferisco al fatto di vincolare le amministrazioni pubbliche, nella realizzazione di programmi informatici, all'utilizzo di free software (software libero) o di programmi comunque open source (software a sorgente aperta).
Vorrei far notare, anche in relazione alle giuste osservazioni svolte poc'anzi dall'onorevole Magnolfi, lo sconcerto che in noi ha suscitato l'intervista di ieri del ministro Stanca, che, come sappiamo, se l'è presa con il Parlamento; sinceramente, abbiamo interpretato il fatto di prendersela


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con il Parlamento come un modo di prendersela con la maggioranza, in quanto l'opposizione, proprio in Parlamento, aveva avanzato proposte molto precise sia per rafforzare le risorse finanziarie sia per potenziare gli strumenti destinati all'innovazione tecnologica.
Ebbene, la maggioranza ha ora la possibilità di accogliere una modifica che non produce costi e che permetterebbe di realizzare un fondamentale principio di libertà e di democrazia; il free software, infatti, è sicuramente un sistema che permette, in modo assai più ampio, un accesso libero alla conoscenza, perché dà ad ognuno la possibilità di conoscere il proprio codice sorgente e di trasformare, di lavorare sui programmi; esso, cioè, permette che, anche in questo campo, il patrimonio culturale, scientifico e tecnologico non venga disperso.
Per la pubblica amministrazione questa è un'autentica questione di diritto, sulla quale inviterei tutti a riflettere; se un comune, una provincia o una regione, nell'informatizzare le proprie attività, non possiedono, infatti, la chiave dei propri programmi, in quanto la stessa è posseduta a Seattle dalla Microsoft, monopolista mondiale del settore, si capisce come ogni ente territoriale sarà, nel campo dell'informazione e della comunicazione, espropriato della propria autonomia, cioè della possibilità di conoscere le fonti dalle quali derivano le proprie informazioni. Quelle fonti saranno invece conosciute da una grande multinazionale del settore.
Colleghi, il ministro Stanca ha lavorato, prima di entrare a far parte della compagine governativa, in un colosso dell'informatica quale è l'IBM, azienda che si è resa conto della necessità di aprire a queste esigenze; sapete, infatti, dell'incontro tra l'IBM e la metodologia Linux, ossia con l'esperienza avanzata in Europa ed in tutto il mondo soprattutto dai giovani che operano con i sistemi Linux.
Tuttavia, il Governo (il ministro Gasparri è entrato in aula un attimo fa) proprio in questi giorni fa alla Microsoft un gigantesco regalo, offrendo in sostanza le teche, le mediateche, il patrimonio dell'azienda radiotelevisiva pubblica in esclusiva a tale società. Allora, vi è una battaglia di libertà e di democrazia che tutti insieme dovremmo condurre attorno alla bandiera del free software. Questa è l'occasione: una piccola modifica all'articolo 26 non costa nulla, ma permette ai comuni di conoscere la proprietà e la chiave dei programmi che utilizzano (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillini. Ne ha facoltà.
Ricordo all'onorevole Grillini che ha un minuto a disposizione, non solo perché ha già parlato l'onorevole Folena, ma perché il gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo ha terminato in questo momento i sui tempi. Prego, onorevole Grillini.

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per associarmi agli interventi degli onorevoli Folena e Magnolfi, che condivido, e per dire ai colleghi che sarebbe bene conoscere meglio le questioni relative alla tecnologia. Il free software, oltre ad essere gratuito, funziona meglio dei programmi della Microsoft: infatti, Linux non si blocca. I colleghi sanno benissimo, lavorando anche sui computer che la Camera mette a disposizione, che purtroppo i programmi Microsoft spesso e volentieri non funzionano, si bloccano ed il computer non si apre o non si chiude: alle volte sono un calvario. Ciò dipende dal fatto che il monopolista, proprio in quanto tale, non è incentivato a migliorare i suoi programmi, cosa che, invece, avviene liberamente e democraticamente con il codice a sorgente a disposizione di tutti e i programmi gratuiti che, proprio in quanto tali, le amministrazioni locali dovrebbero utilizzare, anche perché - lo ripeto - funzionano molto meglio dei programmi del monopolista (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alfonso Gianni. Ne ha facoltà.


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ALFONSO GIANNI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per dire che voterò con convinzione a favore dell'emendamento Folena 26.9. Non uso la retorica di chiedere di aggiungere la mia firma, perché è del tutto inutile: è sufficiente il mio voto favorevole. Se avessimo un Parlamento attento, tale questione rivestirebbe enorme rilevanza non solo per la nostra vita ma anche per quella dei nostri figli e dei nostri nipoti. Ne va del sapere a livello mondiale, della scienza, del flusso delle informazioni, del meglio che l'umanità ha prodotto in questi millenni di vita. Ci vorrebbe più attenzione; torneremo su questi argomenti. Il software libero, la rottura del monopolio del sapere e della comunicazione sono essenziali per la libertà umana. Mi rivolgo - se ve ne sono - ai veri liberali (ossia, non ai liberisti presenti in quest'aula), che potrebbero essere sensibili, se fossero attenti, a questo tema (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Folena 26.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Colleghi, il doppio voto è sempre illegale ed in questa occasione, naturalmente, è particolarmente imprudente.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 382
Astenuti 3
Maggioranza 192
Hanno votato
132
Hanno votato
no 250).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato
259
Hanno votato
no 138).

Prendo atto che l'onorevole Santulli non è riuscito ad esprimere il proprio voto.

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