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B) Interpellanza
nel quadro dello stillicidio cui è sottoposto il Cenmat delle poste di Scanzano di Foligno, viene annunciata la messa in mobilità per ben 48 dipendenti;
in contrasto con ogni promessa e rassicurazione, Poste italiane spa non sta individuando né stabilendo alcun ruolo positivo per il centro di Scanzano, cui è stato commesso soltanto negli ultimi tempi lo stoccaggio delle monete euro, peraltro su un progetto presentato nel 1998 dall'allora direttrice, poi esautorata;
da quando la Sda, nell'ottobre 1999, ha assunto la direzione del centro, vi è stato un peggioramento progressivo della gestione e dei risultati, se è vero che:
a) benché la struttura sia idonea di per sé a dare lavoro a più di 400 dipendenti, attualmente ne occupa appena 92, senza alcuna reintegrazione dei pensionati e con nuovi assunti che sono soltanto dipendenti della Sda, come il direttore, il vice-direttore, un esperto di informatica;
b) sono stati affrontati, senza alcun apparente ritorno, costi di ingentissima proporzione;
c) è messa completamente in discussione l'economicità e la convenienza dell'esternalizzazione del servizio di distribuzione della modulistica;
d) la Sda in più di due anni non ha voluto o saputo trovare idonee commesse esterne, limitandosi ad attività minori, come la distribuzione dei pochi materiali per l'«accorciafila» negli uffici postali (con ditta di trasporti e spesa stupefacente), il ritiro e la raccolta delle scatole da pacchi con criteri assolutamente non intellegibili, una modesta attività di supporto al call center di Roma, peraltro estrinsecantesi nell'invio a Roma della masterizzazione dei reclami mediante corriere Sda (che così finisce per guadagnare anche sui reclami cagionati dai suoi stessi disservizi), ed altre marginali;
frattanto, è stato lasciato cadere anche qualche progetto che avrebbe potuto invertire la tendenza;
in questo momento ed a risultato di questa situazione, le 48 unità colpite da mobilità rischiano di finire fuori regione o, se non accettano, di essere licenziate, con l'alternativa di restarsene a casa per quanti hanno almeno 30 anni di servizio e rientrino nella graduatoria nazionale del cosiddetto fondo di solidarietà, tenendo presente che per il progetto di distribuzione dell'euro sono state distaccate 15 unità dal centro postale operativo di Perugia;
sono diffusi, tra i residui dipendenti, un marcato malcontento per la gestione del personale, con esplicite proteste su denunciate disparità di trattamento, e il sospetto che nelle applicazioni non siano privilegiati criteri di oggettività -:
se non sia giunto il momento, attraverso una fase di confronto trasparente e collegiale tra tutti i soggetti interessati e coinvolgibili del territorio, di chiarire tutti gli aspetti delle scelte, della conduzione, delle economicità, relativamente alla gestione Sda del Cenmat di Scanzano di Foligno, affinché la fisionomia privatistica aziendale, concepita per conquistare maggiore efficienza e trasparenza, non faccia schermo né realizzi contraddizioni rispetto ad interessi che sono pur sempre di interesse generale pubblico ed imperniati su una struttura che è costata miliardi e miliardi ai cittadini e ai lavoratori;
se a tal fine il Governo, nell'ambito dei suoi poteri di controllo, di tutela e di indirizzo, non intenda promuovere iniziative e sedi opportune di chiarificazione e di responsabile interlocuzione documentata;
se non ritenga il Governo di intervenire autorevolmente su Poste italiane spa, affinché vengano poste in chiaro le concrete intenzioni e prospettive per il futuro del centro di Scanzano e vengano assunti impegni stringenti per la corretta utilizzazione del personale dipendente, per il mantenimento in servizio locale dei lavoratori preesistenti e minacciati di mobilità, per la reintegrazione di idonei livelli occupazionali, correlati alla missione che Scanzano può e deve assolvere nel contesto riorganizzativo del servizio nazionale.
(2-00224) «Benedetti Valentini».
(28 gennaio 2002)