XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Mercoledì 28 febbraio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 
Calderone Marina Elvira , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 2 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 15 
Ruffino Daniela (AZ-PER-RE)  ... 16 
De Palma Vito (FI-PPE)  ... 17 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 18 
Calderone Marina Elvira , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 18 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 22

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BATTILOCCHIO

  La seduta inizia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone.
  Rivolgo un ringraziamento di cuore al Ministro Calderone, perché sono giornate molto impegnative, però ci tenevamo a questo incontro, anche perché il suo Ministero sta portando avanti un'azione importante sui temi che riguardano la nostra Commissione.
  La ringrazio per la presenza e le do la parola.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, presidente. Buonasera a lei, ai signori commissari e agli onorevoli presenti.
  Come diceva lei, poter intervenire di fronte a questa Commissione nell'ambito dei lavori che voi siete chiamati a fare per me, oltre che un piacere, è un dovere per dare conto anche di quelle che sono le attività che svolge il Ministero del lavoro e delle politiche sociali nelle materie oggetto dei vostri lavori e soprattutto dei vostri approfondimenti.Pag. 3
  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha un campo di attività così ampio, con le sue dieci direzioni generali, che potremmo veramente spaziare su una moltitudine di temi. Io mi concentrerò su alcuni aspetti specifici, che sono quelli legati alle politiche sociali. Però, poi, ovviamente vi do immediatamente la mia disponibilità non solo a tornare per approfondire eventualmente anche altre tematiche che attengono di più all'anima lavoristica del ministero, però poi anche per dare risposte a quesiti che dovessero porgere i commissari anche con un approfondimento da parte delle nostre direzioni generali.
  I temi che voi affrontate sono di grande attualità. Mi permetterò, quindi, di fare il punto con questa relazione che vuole anche porre l'accento su quello che è lo stato di degrado, di disagio delle città, delle periferie, con un'attenzione specifica a quelle che possono essere anche le implicazioni sociali ed economiche. In questo modo abbiamo la possibilità di avere un quadro completo e aggiornato delle realtà produttive presenti nelle periferie urbane, però anche guardare alle forme di povertà, di marginalità, di esclusione sociale e anche, ovviamente, alle modalità con cui facciamo fronte a questi temi e a queste emergenze con il sistema dei servizi e delle azioni che mettiamo in campo.
  Cercherò di soffermarmi, quindi, sugli interventi che il Ministero del lavoro promuove a favore delle famiglie in condizioni di vulnerabilità, con particolare riguardo alle azioni di sostegno alla domiciliarità, di rafforzamento del servizio sociale e professionale, di contrasto alla povertà estrema, anche nell'ambito dell'implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e delle iniziative che sono connesse ai fenomeni migratori che hanno una loro specificità in questo senso.
  In assenza di forme concrete di sostegno, anche a causa ovviamente dei riflessi della crisi pandemica che ha aggravato Pag. 4le condizioni economiche di molte famiglie, le situazioni di degrado sociale e familiari si sono amplificate nel tempo e hanno richiesto e richiedono delle attenzioni particolari in tema anche di soluzioni.
  In questo contesto consentitemi di dire che la nostra attenzione e anche la focalizzazione di questo intervento è soprattutto a favore di chi, poi, nell'ambito delle famiglie, è maggiormente in difficoltà, e sono certamente i minori che rischiano di pagare le conseguenze peggiori.
  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali promuove e finanzia misure e interventi per sostenere le famiglie in condizioni di vulnerabilità, per aumentare la sicurezza dei bambini, migliorare il loro percorso di sviluppo, in linea, ovviamente, con le normative e le convenzioni internazionali, europee e nazionali, in materia di tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti.
  C'è un apposito fondo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che finanzia il programma di intervento per la prevenzione dell'istituzionalizzazione destinato a raccogliere e a rafforzare gli accompagnamenti a favore delle famiglie in condizione di vulnerabilità, famiglie indigenti, proprio per ridurre i rischi di maltrattamento e conseguentemente ridurre l'allontanamento dei bambini dal nucleo familiare di origine.
  Il metodo del programma di intervento per la prevenzione dell'istituzionalizzazione è riconosciuto oggi come un Livello essenziale delle prestazioni, i famosi LEP, quindi si inserisce all'interno di quelle linee che sono state sviluppate dalla strategia Europa 2020 in materia di innovazione e di sperimentazione sociale come mezzo per rispondere ai bisogni della cittadinanza e spezzare il circolo dello svantaggio sociale.
  Questo programma prevede delle linee di azioni innovative nel campo del sostegno alla genitorialità vulnerabile. Questo lo Pag. 5fa attraverso una contaminazione fra l'ambito della tutela dei minori e quello del sostegno alla genitorialità, un tema che noi seguiamo molto, in modo da comprendere e dare valore alla prospettiva dei genitori e dei bambini e soprattutto dare una risposta alle necessità.
  Nel mese di maggio del 2023, con il decreto-legge n. 48 del 2023, abbiamo introdotto l'assegno di inclusione, che è una misura nazionale a contrasto della povertà, che ha come obiettivo quello di contrastare la fragilità e l'esclusione sociale delle fasce deboli e prevede dei percorsi, però, di inserimento sociale e di formazione e lavoro. Il decreto-legge n. 48 del 2023 ha proprio questa finalità, da un lato quella dell'inclusione sociale e dall'altro quella dell'inclusione lavorativa. Però, pur individuando due strumenti, il supporto alla formazione e il lavoro e l'assegno di inclusione, comunque non individua due percorsi che non si parlano tra di loro e che non sono in connessione. Anzi, l'obiettivo è proprio quello di intervenire con una serie di strumenti che si parlino tra di loro e che possano dare una risposta complessiva a un contesto di vulnerabilità che può essere certamente declinata in termini di vulnerabilità sociale, ma anche di vulnerabilità lavorativa. Da un lato parliamo di politiche attive del lavoro e dall'altro di sostegno alle famiglie in condizione di fragilità.
  È proprio questo il punto di osservazione e anche il punto di partenza di tutte le attività e soprattutto le azioni che si fanno con l'assegno di inclusione, che viene riconosciuto a garanzia della necessità di inclusione di nuclei familiari che, come dicevo, hanno delle condizioni di fragilità al loro interno che poi abbiamo identificato nella condizione di disabilità, nella presenza nel nucleo familiare di minorenni o di soggetti che hanno, invece, un'età superiore ai sessanta anni d'età. Su questo molto si è discusso, perché definire anziano una persona che ha Pag. 6più di sessant'anni magari è improprio, però questo è un contesto nell'ambito del quale si riconosce una fragilità ulteriore soprattutto in quelle che possono essere le azioni, i sostegni e soprattutto le misure di accompagnamento al lavoro, che per una persona con più di sessant'anni, ovviamente, hanno un significato e anche un peso diverso. Tuttavia, nel percorso di conversione in legge del decreto-legge n. 48 abbiamo aperto a un'analisi molto più ampia e approfondita rispetto alla declinazione iniziale dell'intervento di altre situazioni di fragilità legate, per esempio, ai percorsi di tutela delle persone affette da diversi tipi di dipendenze, oppure – e lo sapete – riconosciamo l'assegno di inclusione alle donne vittime di violenza, facendone anche un percorso in cui riconosciamo questa come una misura che possa sostenere le donne in un percorso di reinserimento anche lavorativo, di reinserimento nella società e soprattutto di tutela da condizioni familiari molto particolari.
  Certamente l'obiettivo è quello di individuare misure che non siano misure spot, che non siano percorsi che hanno un inizio e una fine, ma invece individuare – ed è quello che stiamo facendo – strumenti che effettivamente parlino di inclusione o di reinclusione nella società e nel lavoro. Infatti, il fine per cui abbiamo pensato e strutturato l'ADI è quello di garantire ai soggetti più vulnerabili tutti i mezzi necessari non solo al sostentamento ma, come dicevo prima, anche al miglioramento della situazione sociale ed economica. In altri termini, riteniamo che sia giusto sostenere e accompagnare le persone e le famiglie in condizione di difficoltà, ma non fare di quella condizione di difficoltà una condizione senza via di uscita. Quindi, lo sforzo deve essere proprio quello di mettere insieme tutta una serie di misure e di azioni concertate proprio al fine di definire un percorso di reinserimento effettivo nel mondo del lavoro.Pag. 7
  Noi, ovviamente, in tutte le azioni che svolgiamo nel percorso di tutela e di lotta all'esclusione sociale utilizziamo le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, questo perché nell'ambito del PNRR è presente tutta una serie di misure nate per rispondere a bisogni specifici.
  La linea di sub-investimento per il sostegno alle capacità genitoriali e la prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini offre l'opportunità di sostenere gli interventi finalizzati all'attuazione del metodo del Programma PIPPI, quello che prima vi definivo come il programma di intervento per la prevenzione dell'istituzionalizzazione. Sono coinvolti più di 400 ambiti territoriali, lo saranno per il periodo che va dal 2022 al 2026, quindi il periodo di vigenza degli interventi del Piano nazionale di ripresa e residenza, e il totale dei progetti ammissibili a finanziamento è pari a circa 84 milioni di euro, che si aggiungono, però, alle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali.
  La linea di sub-investimento per il rafforzamento dei servizi sociali domiciliari, al fine di garantire la dimissione anticipata assistita e prevenire l'ospedalizzazione, prevede il finanziamento di azioni volte a costituire équipe professionali, con iniziative di formazione specifica, al fine di migliorare la diffusione dei servizi sociali su tutto il territorio, favorire la deistituzionalizzazione e il rientro al domicilio dagli ospedali, che è il tema legato anche all'attuazione della legge delega anziani e soprattutto, ovviamente, a tutte quelle azioni che servono a sostegno della popolazione anziana non autosufficiente, che poi saranno oggetto anche degli interventi e del percorso di sperimentazione che prenderà il via nel 2025.
  La linea di sub-investimento per il rafforzamento dei servizi sociali e prevenzione del fenomeno del burnout tra gli operatori sociali permette di concentrarci anche su quegli strumenti che Pag. 8sono necessari per sostenere anche il percorso degli operatori dei servizi sociali.
  Ci sono, ancora, due linee di sub-investimento che sono finalizzate a realizzare interventi e servizi in favore di persone in condizioni di marginalità estrema o senza dimora, tema strettamente legato a ciò di cui vi occupate voi soprattutto nell'ambito delle azioni per le periferie.
  Abbiamo una linea, la cosiddetta «Housing First», che è riferita all'assistenza alloggiativa temporanea, fino a ventiquattro mesi, destinata a singoli, o a piccoli gruppi di individui, o a nuclei familiari in difficoltà estrema, che non possono accedere immediatamente all'edilizia residenziale pubblica, e necessita, invece, di una presa in carico continuativa. Poi, a queste persone, a questi nuclei familiari cerchiamo di garantire la fruizione dei servizi essenziali a bassa soglia, come la ristorazione, la distribuzione di beni essenziali, i servizi per l'igiene personale, in questo tenendo conto delle azioni che poi devono andare a sostenere quei soggetti che sono in condizioni di povertà estrema attraverso il Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
  In più, gestiamo anche gli interventi a valere sul Piano nazionale delle dipendenze, approvato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha come obiettivo quello di ampliare o potenziare le funzioni dei punti unici di accesso, anche attraverso la sinergia tra vari attori istituzionali.
  Il tema delle dipendenze e dell'attenzione alle persone con problematiche legate a dipendenze di varia natura è un tema che sviluppiamo in coerenza con le previsioni del Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali.
  Per quanto riguarda gli interventi a favore dei minori e degli adolescenti, la raccomandazione del Consiglio europeo del 14 giugno 2021 ha istituito, come voi sapete bene, la Garanzia Pag. 9europea per l'infanzia (European Child Guarantee) che ha l'obiettivo di prevenire e combattere l'esclusione sociale, garantendo a bambini e adolescenti a rischio di povertà o di esclusione sociale l'accesso effettivo a un'alimentazione sana, a un alloggio adeguato, all'educazione e alla cura della prima infanzia, all'istruzione e soprattutto a una corretta alimentazione e all'assistenza sanitaria. In tale raccomandazione è previsto che gli Stati membri il cui tasso di povertà minorile sia al di sopra della media europea, compresa l'Italia, possano utilizzare il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) nella misura di almeno il 5 per cento dell'allocazione totale da destinarsi a interventi specifici.
  Nell'ambito del Piano di attuazione nazionale della garanzia infanzia è stato istituito il gruppo di lavoro sui servizi per l'inclusione sociale, che ha il compito di elaborare le linee guida per la promozione del benessere sociale e dell'inclusione sociale di preadolescenti e adolescenti e per la diffusione di spazi di aggregazione e di prossimità per i minorenni tra i dieci e i diciassette anni. Questo è un tema importantissimo, perché vuol dire anche creare le condizioni, soprattutto in ambiti periferici o in quartieri in cui mancano i servizi, per poter individuare degli spazi di aggregazione dove fare comunità e soprattutto dove consentire a questi ragazzi di poter essere assistiti e soprattutto di essere accompagnati a vivere un percorso di integrazione scolastica.
  Questi sono una serie di servizi che noi mettiamo a disposizione, che sono presenti nel territorio e che si coordinano con gli interventi che vi ho indicato. Per esempio, in questo caso abbiamo anche un servizio consulenziale psicologico che consente di poter avere un quadro generale dei bisogni.
  Il modello di intervento proposto dalle linee guida è un modello positivo, che si concretizza in uno spazio, come dicevo Pag. 10prima, multifunzionale di esperienza per preadolescenti e adolescenti, un polo di servizi integrati nel quale ragazzi e ragazze sono accompagnati in percorsi che servono a facilitare il loro processo di maturazione, lo sviluppo di competenze personali e sociali che siano utili alla crescita individuale, in una prospettiva certamente complessa, però promuovendo la loro autonomia e la capacità di agire nei contesti della vita, la partecipazione e l'inclusione sociale.
  Lo spazio si avvale del metodo del progetto GET UP e lo valorizza, perché è un'area di potenziamento nell'ambito della European child guarantee. Vi ricordo che la child guarantee rientra fra le cinque principali finalità del Programma nazionale inclusione e lotta alla povertà 2021-2027 (Piano nazionale inclusione) che ha come obiettivo la promozione dell'inclusione sociale e il contrasto alla povertà attraverso l'approccio integrato che risolva anche cause profonde di disagio. In coerenza con quanto definito dal Piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali, recepisce i princìpi del vivere dignitosamente, promuovere la salute, garantire l'assistenza e adeguare la protezione sociale.
  Il programma finanzia interventi che sono volti all'accesso ai servizi da parte dei giovani di minore età e alla partecipazione a contesti di apprendimento scolastico e formativo. D'altronde, il nostro impegno è di completare l'attività, di far vivere l'esperienza scolastica, di formare i giovani, di formarli anche al lavoro, attraverso anche iniziative importanti, come i percorsi di formazione professionale e l'attività svolta dagli enti che si occupano della formazione professionale, che nel caso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali va sotto la dicitura di «IFP» (istituti di formazione professionale) di derivazione regionale, ma che hanno nel Ministero del lavoro e delle Pag. 11politiche sociali un'importante partnership e anche un importante supporto.
  Per noi questo percorso è molto importante, perché vuol dire non qualificare un livello di istruzione di serie C. Tutti noi siamo stati abituati, forse anche da quella che era la memoria e la coscienza familiare, a definire i percorsi sulla base anche di una caratterizzazione e la formazione professionale probabilmente ha stentato nel tempo a diffondersi per effetto anche di quelle che potevano essere le perplessità delle famiglie sui percorsi di formazione, che invece come percorsi di formazione e lavoro stanno dando risultati particolarmente importanti e interessanti in termini di transiti dalla scuola al lavoro e di percentuali di giovani che trovano lavoro. Infatti, solo per quanto riguarda i percorsi di istruzione e formazione professionale oggi il 75 per cento dei giovani che frequenta questi percorsi trova un lavoro alla fine del suo percorso e il 25 per cento prosegue gli studi. Ma credo che sia una condizione assolutamente normale. Se guardiamo, invece, alla formazione tecnica superiore (gli ITS, come siamo abituati a chiamarli) lì il percorso di transito dalla formazione al lavoro è per il 98 per cento dei ragazzi che concludono il percorso di formazione.
  Guardare a questi temi, quindi, vuol dire anche guardare alla formazione e al lavoro come strumenti di integrazione sociale.
  Il programma – per tornare a quello di cui parlavamo e al Piano nazionale inclusione 2021-2027 – prevede una serie di azioni per l'integrazione sociale di minorenni poveri e indigenti, con interventi mirati di tipo socioeducativo rivolti a persone in condizione di difficoltà economica come le famiglie con bisogni complessi e i bambini nei primi mille giorni di vita, nonché interventi per prevenire e combattere l'esclusione sociale, garantendo l'accesso dei minori bisognosi a una serie di servizi Pag. 12fondamentali. Dicevo che è importante sostenere il percorso educativo di bambini e ragazzi in situazioni di vulnerabilità attraverso, però, l'individuazione di obiettivi personalizzati, che tengano conto anche di quelli che sono i bisogni specifici.
  Per rispondere alle sollecitazioni di aggiornamento delle norme e delle linee di indirizzo nazionale sull'affidamento familiare, anche alla luce degli sviluppi che discendono dall'implementazione in Italia della Child Guarantee europea e dagli esiti delle Commissioni parlamentari, si è concluso l'iter di aggiornamento delle linee di indirizzo sull'affidamento familiare e di quelle per l'accoglienza nei servizi residenziali per i minorenni.
  È stato importantissimo il lavoro istruttorio e il confronto che è avvenuto in seno a un tavolo congiunto di confronto che, ovviamente, è composto dal Ministero del lavoro, dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma anche ovviamente dai livelli del territorio e da chi sul territorio ha delle competenze specifiche, quindi le regioni, l'ANCI con i comuni, i rappresentanti delle associazioni del terzo settore. È importante mettere a sistema e mettere in relazione le competenze specifiche dei singoli per poi avere un'analisi multidimensionale e anche assolutamente completa di quelli che sono i bisogni.
  Il Piano nazionale inclusione 2021-2027 prevede la pubblicazione di un avviso pubblico per la costituzione di spazi multifunzionali di esperienza per adolescenti sul territorio nazionale, per l'erogazione di servizi integrati volti a promuovere nelle ragazze e nei ragazzi l'autonomia, la capacità di agire nei contesti di vita, la partecipazione e l'inclusione sociale.
  Il finanziamento è destinato alla sperimentazione di servizi integrati come quelli che vi descrivevo ed è importante dire che negli spazi multifunzionali è prevista l'attivazione di interventi Pag. 13e progettualità specifiche che garantiscano una connessione con il territorio attraverso interventi promozionali del benessere e dell'autonomia, lavoro di comunità educativa di strada, alleanza scuola-territorio, e cura di patti educativi e di inclusione sociale.
  Poi abbiamo una linea di intervento in coerenza con gli obiettivi della garanzia europea per l'infanzia e il suo piano attuativo che è sempre a valere sul programma nazionale di inclusione per la quale abbiamo pubblicato un avviso pubblico per la presentazione di progetti per l'inclusione e l'integrazione di bambine, bambini, adolescenti, rom, sinti e caminanti. Anche queste sono iniziative volte a creare degli strumenti e delle azioni di inclusione sociale.
  Credo che il tema dei temi sia proprio quello legato alla creazione di reti e a rendere le reti più efficienti, soprattutto in ambito territoriale, dando la dimensione di un approccio sistemico in cui le relazioni e soprattutto le competenze siano ben distribuite, perché da un lato abbiamo interventi per sostenere anche lo sviluppo e l'integrazione sociale delle persone, e soprattutto degli adolescenti, dei minori, dall'altro abbiamo la necessità anche di dare risposte in termini abitativi e in termini, ovviamente, di housing sociale e di attenzione a un tema delicato come quello della casa.
  Come sapete, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, gestisce un intervento, che ha come importo assegnato 200 milioni di euro, mirato alla bonifica dei siti su cui insistono degli insediamenti abusivi, soprattutto legati ai contesti della stagionalità, degli insediamenti in agricoltura e in altri contesti in cui c'è una forte mobilità delle presenze sul territorio.
  Su quello stiamo portando avanti un'azione anche coordinata, ovviamente, con la Presidenza del Consiglio, con il MinisteroPag. 14 delle politiche comunitarie. Sarà presto individuata una forma di sinergia tra Ministeri che hanno diverse competenze, con l'obiettivo di dare attuazione anche a questa parte importante del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Molte altre azioni sono in corso. Molta della nostra attenzione è legata a tutto quello che poi, accanto al tema delle politiche sociali, incontra anche il mondo del lavoro e soprattutto l'integrazione lavorativa delle persone.
  Non è un caso che io sia venuta da voi a parlare di politiche sociali, a parlare di fragilità e soprattutto di interventi di inclusione sociale e lavorativa, perché credo che il tema di cui vi occupate sia talmente vasto, talmente ampio e soprattutto anche talmente importante, come quello di indagare sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle periferie, che sia importante anche rassicurarvi sul fatto che perlomeno, per quanto ci compete, noi abbiamo in campo una serie di azioni sinergiche che sono legate, come dicevo prima, alla valorizzazione del ruolo dei soggetti sul territorio, ma anche all'ascolto delle categorie professionali. Nella maggior parte dei nostri progetti, ovviamente, sono coinvolti i professionisti che hanno competenze specifiche nelle materie così come l'ordine degli assistenti sociali, anche per tutte quelle che sono poi le loro competenze legate al tema dell'inclusione sociale e lavorativa.
  Io mi fermerei qui. Ho parlato tanto, forse ho preso anche troppo tempo, ma ribadisco che considero questo mio intervento, qualora lei, presidente, e i commissari fossero d'accordo, anche come l'inizio di un percorso in cui magari ci possiamo riallineare su temi specifici su cui la vostra Commissione possa avere particolare interesse a un nostro approfondimento, così come, qualora aveste delle domande, se riusciamo, rispondo Pag. 15volentieri. Altrimenti prometto che poi le risposte saranno puntuali su tutti i temi.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. È stata una relazione completa, che tra l'altro ci dà una serie di spunti di lavoro e fornisce un prezioso contributo al nostro percorso.
  Noi stiamo facendo un percorso di analisi e di approfondimento su quello che è lo stato delle periferie italiane. Stiamo interagendo in primis con il Governo, con gli enti locali, con le Forze dell'ordine di polizia, con ISTAT, con l'Ordine degli architetti e degli ingegneri, con le università, per fare una fotografia su quello che è lo stato delle periferie italiane oggi.
  Al tempo stesso, un secondo aspetto altrettanto importante è quello legato alla proposta, perché siamo ancora nella prima fase della legislatura. Questa Commissione – tra l'altro lavoriamo in maniera molto sinergica tra maggioranza e opposizione, perché si parla di temi specifici – si pone l'obiettivo di fare delle proposte concrete. Abbiamo già iniziato anche su questo aspetto.
  La terza punta di questo schema è la presenza sul territorio. Noi stiamo portando avanti un'azione su tutto il territorio nazionale. Oltre alla Capitale, abbiamo visitato Napoli, abbiamo visitato Bari, e ieri e l'altro ieri eravamo a Catania, per toccare con mano queste realtà e anche per testimoniare una presenza dello Stato, in aree che vedono oggettivamente un'azione molto forte e che vedono il fatto che le periferie - scusi il gioco di parole - sono al centro dell'agenda politica del Paese. Il suo intervento si inserisce in pieno in questo contesto.
  Tra l'altro, mi ha colpito molto un suo passaggio, quando lei ha parlato della necessità di creare reti e di renderle sempre più efficienti. Questo, secondo noi, è uno dei punti ricorrenti nelle nostre valutazioni sul territorio.Pag. 16
  Io ho una domanda specifica - se lei ci lascia la relazione, avremo modo anche di trasmetterla a tutti gli altri colleghi - alla quale, magari, può rispondere anche in seguito, con i dati. Faccio riferimento a questo avviso pubblico sul Piano nazionale inclusione 2021-2027. Lei ci ha parlato di un'imminente uscita. Ci interessa molto capire le modalità, anche per farci promotori di una diffusione di questa opportunità e di questo strumento.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  DANIELA RUFFINO. Grazie, presidente.
  Buon pomeriggio, signora Ministra. Sono grata della relazione che ho avuto il piacere di ascoltare e anche per l'attenzione con cui ha esposto il presente e, se vogliamo, anche il futuro.
  Faccio una considerazione. Intanto, sicuramente l'attività esterna ci ha permesso di vedere alcune situazioni difficili. Credo che ogni parlamentare che vive il territorio si renda conto quotidianamente di quanto sia complesso vivere in periferia e anche quante siano le necessità per i giovani, per gli anziani, per le famiglie.
  In particolare, io mi soffermo sui giovani. L'aspetto che mi preme è legato al personale specializzato, che è fondamentale che intervenga nei nostri territori. Se parliamo di scuole di periferia e, ovviamente, di particolari scuole di periferia, pensiamo non sia sufficiente l'insegnante che abbia fatto un percorso di studi e che non abbia una particolare formazione. Credo ci debba essere una formazione rafforzata. Abbiamo sentito che gli abbandoni scolastici sono altissimi. Penso che per ogni giovane, per ogni ragazzo o bambino che viva l'abbandono questa sia una sconfitta dello Stato, di noi tutti, perché non siamo in grado di garantire l'essenziale. Così pure per gli Pag. 17educatori, così pure per gli assistenti sociali. Questa formazione sicuramente ci aiuterebbe a essere maggiormente incisivi.
  L'altro aspetto - lo ricordo spesso, forse anche per la mia provenienza - è che noi abbiamo le grandi periferie, ma abbiamo anche le piccole periferie, che sono quelle dei territori più distanti, che stanno vivendo una forte desertificazione e sono pressoché prive di servizio, con chiusure di scuole, attività, centri di incontro giovanile. Ricordo che spesso gli unici centri di incontro giovanile che hanno i nostri giovani nelle grandi e nelle piccole periferie sono gli oratori. Quindi, è proprio ai parroci che oggi noi dobbiamo dire «grazie», perché quella è la loro unica opera.
  Chiedo di riflettere su questi temi. Penso si possa dare una risposta importante, proprio per quanto ha detto in apertura il nostro presidente. La nostra è una Commissione che lavora con un alto senso del dovere e, devo dire, anche con una sintonia importante. Quando si lavora così, pensando al «bene comune», ritengo si possano raggiungere risultati importanti.

  VITO DE PALMA. Signor Ministro, faccio riferimento alla sua relazione e la allaccio alla nostra visita in quel di Catania, dove, tra le emergenze maggiori rispetto al tema delle periferie, vi era quella della dispersione scolastica. Abbiamo avuto un confronto a scuola con gli insegnanti e, in particolar modo, con i ragazzi di terza media. La dispersione scolastica, purtroppo, ha punte di criticità notevoli nell'assenza di un inizio di percorso scolastico da parte dei ragazzi nelle scuole superiori. Nel segmento superiore, quindi, i ragazzi si perdono e non proseguono.
  Quale considerazione abbiamo tratto da questa valutazione? La considerazione che spesso non c'è un problema di assenza dei ragazzi dai banchi di scuola perché non vogliono studiare, ma vi è un'assenza di collegamenti tra le periferie e gli stessi Pag. 18istituti scolastici. Per cui, paradossalmente, soprattutto in un contesto particolare, dove all'interno delle periferie c'è una situazione anche di degrado sociale, quindi assenza di auto, assenza di trasporti scolastici, questi ragazzi, che già vivono una situazione di criticità all'interno di famiglie con delle difficoltà, non possono materialmente accedere al percorso scolastico formativo perché devono recarsi, magari, al centro della città, dove, invece, sono presenti gli istituti. Questo è un problema gravissimo. Lo abbiamo constatato in quel di Catania. Non posso dire che sia diffuso sulla totalità della nazione.
  Qual è il quesito che pongo al Ministro del lavoro? Immagino che questi ragazzi abbiano bisogno di entrare nel mondo del lavoro. Perché non pensare, magari anche di concerto con il Ministro dell'istruzione, a percorsi che possano accompagnare i ragazzi a essere desiderosi, anche superando le difficoltà del trasporto scolastico, di iniziare un percorso formativo? Questi sono ragazzi che guardano alla concretezza. Purtroppo la concretezza a loro spesso viene offerta da un mondo differente, da un mondo malavitoso. Noi dobbiamo offrire la concretezza che dietro il percorso formativo ci sia un'opportunità di lavoro. Perché quindi non pensare a un discorso del genere tra Ministero dell'istruzione e Ministero del lavoro?

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro per le risposte.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per quanto riguarda l'avviso pubblico di prossima pubblicazione, sarà mia cura perlomeno farvi avere quelli che sono i punti principali e le linee principali, ma siamo veramente in dirittura d'arrivo per la pubblicazione. Anche perché sono, ovviamente, delle linee legate al Piano nazionale di inclusione, quindi abbiamo delle tempistiche. Credo sia un tema molto importante. L'avviso, in quanto tale, più gira, più riusciamo anche a coinvolgere gli ambiti territoriali.Pag. 19
  Il tema della specializzazione del personale, quindi anche dell'approccio formativo a temi come quello della scuola di periferia credo sia assolutamente un tema importante, e ha fatto bene a sottolinearlo l'onorevole Ruffino. Abbiamo visto che molto di ciò che è collegato anche all'approccio del ragazzo e della ragazza con la scuola viene anche dalla capacità dei maestri e degli insegnanti di saper cogliere i tanti segnali deboli che, di fatto, possono portare, invece, a delle condizioni in cui, a un certo punto, si abbandona la scuola oppure non si identifica più la scuola come un progetto di vita.
  Penso sia assolutamente corretto e coerente porre l'attenzione anche sulla necessità di accompagnare gli insegnanti con dei percorsi di formazione specifica, anche integrando con delle professionalità specifiche collaterali a quelle che possono avere anche gli insegnanti dei percorsi scolastici dell'obbligo. Il tema dell'abbandono scolastico è un tema assolutamente importante.
  In questo momento abbiamo un numero impressionante di giovani che non studiano, non si formano e non cercano un lavoro. Quindi, di fatto, è come se fossero sospesi in un limbo in cui, in termini calcistici, si potrebbe dire che non giocano la partita, non scendono in campo. Questo, però, per noi assolutamente, come Paese, non è un dato su cui possiamo soffermarci e non agire. Anche perché porta con sé tutta una serie di altre analisi e di altre ripercussioni, che sono anche amplificate da altri temi, come quello dell'invecchiamento della popolazione, quindi della necessità, invece, di avere giovani che abbiano un ruolo attivo sia nei confronti della formazione, ma soprattutto nei confronti del lavoro.
  Sul tema legato alle periferie e alla difficoltà di formarsi, magari, se ci fate un appunto, vediamo anche di comprendere in che modo i nostri progetti, anche sulle periferie di Catania, possano in qualche modo trovare un link con l'AmministrazionePag. 20 comunale, con la Regione, per andare a intensificare anche un sistema di trasporti che consenta perlomeno di raggiungere le scuole. Credo possa essere utile anche questa interazione tra di noi. Magari un appunto, anche breve, per capire come possiamo utilizzare, anche attraverso gli strumenti che abbiamo già sul campo a disposizione e attraverso anche, ovviamente, le attività che possiamo finanziare, dei servizi di accompagnamento scolastico credo sia importante.
  Come è certamente importante il tema del percorso di formazione, che deve, poi, dare immediatamente l'idea di uno sbocco lavorativo. Certamente, se a un ragazzo, che già ha difficoltà a recarsi a scuola e che vive in un contesto anche di profondo degrado sociale, viene posto un obiettivo legato a un percorso di studi lunghissimo, di cui magari non riesce neanche a vedere la fine o non riesce a finalizzare a un qualcosa di concreto, ovviamente non fai venire il desiderio di attivarsi. Ecco perché stiamo investendo molto sulla formazione professionale. Stiamo investendo molto sull'IeFP, soprattutto su quei percorsi di formazione che hanno anche, se vogliamo, un collegamento con quelli che sono i mestieri tradizionali. Non che non ci sia attenzione alla transizione digitale, quindi a tutto ciò che è innovazione nel mondo del lavoro, però le aziende ci dicono che mancano anche delle professionalità specifiche, nel settore dell'industria, per esempio, che oggi non sono più così facili da trovare nel nostro contesto territoriale.
  Non a caso, abbiamo un aumento esponenziale delle richieste di permessi di soggiorno e di autorizzazione a stipulare contratti con lavoratori extracomunitari. Abbiamo 1 milione 400 mila posti di lavoro disponibili entro marzo, quindi nel primo trimestre del 2024, ma abbiamo una difficoltà di reperimento delle figure professionali pari al 50 per cento. Non stiamo cercando soltanto astronauti. Questo per dire che non Pag. 21stiamo guardando solo alle alte professionalità, ma stiamo guardando anche a tutte le professionalità indispensabili per far andare avanti le nostre industrie manifatturiere, le metalmeccaniche, le siderurgiche, le aziende elettriche. In questo credo sia molto importante favorire e non penalizzare il link tra scuola e lavoro.
  Nel disegno di legge di riforma della formazione professionale e dei percorsi scolastici c'è una proposizione di una valorizzazione di questo principio. Per quanto riguarda la formazione professionale gestita dal Ministero del lavoro, alla fine del percorso di quattro anni i ragazzi possono accedere all'università oppure, ovviamente, accedere direttamente agli ITS. Quindi, non devono fare l'anno aggiuntivo. Credo sia un modo per accompagnarli a percorsi di specializzazione, che hanno, ovviamente, un ritorno e una ricaduta in termini occupazionali.
  Dobbiamo coinvolgere di più anche il mondo delle aziende, il mondo delle associazioni di rappresentanza delle aziende nel dare una disponibilità a promuovere anche tutte queste attività formative che sono collegate alla scuola. Soprattutto, dobbiamo promuovere le filiere. Dobbiamo promuovere anche le buone prassi sui territori. Noi abbiamo distretti produttivi molto importanti. Abbiamo il distretto della meccatronica, in provincia di Reggio Emilia, dove gli ITS che in questo momento abbiamo non sono sufficienti alle richieste delle aziende che sono insediate in quel territorio. Quindi, il livello di atterraggio sul mondo del lavoro dei ragazzi che si formano negli ITS di quel distretto è del 100 per cento.
  Guardare anche ai nostri distretti produttivi e valorizzare anche le professionalità, i percorsi di formazione specifica necessari a valorizzare quei distretti (il distretto della sedia, il Pag. 22distretto dell'abbigliamento, il distretto della scarpa) vuol dire anche poter contrastare la delocalizzazione in altri contesti.
  Credo di dovervi dire che a volte è difficile anche nelle piccole periferie avere dei punti di aggregazione, momenti in cui i giovani possano trovarsi. Noi abbiamo tutta una serie di progetti. Poi, magari, vi mando anche l'elencazione dei comuni dove abbiamo gli spazi multidimensionali che sono attivati. Ancora di più, abbiamo un accordo con Sport e Salute per un progetto finanziato dal Ministero del lavoro, per individuare, attraverso lo sport, dei momenti di aggregazione sociale, che sono importanti, soprattutto se contestualizzati all'interno di territori in cui ci sono forme di degrado, di deprivazione sociale. Anche questo è un progetto interessante.
  Io mi fermerei qui, scusandomi con voi anche per il poco tempo.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. La liberiamo, anche perché sono giornate - come dicevamo - molto impegnative. Sicuramente, il Ministro sta anche lavorando per una serie di situazioni che stanno molto a cuore alla nostra Commissione.
  Come è stato detto, è l'inizio di un percorso. I temi che questa Commissione tratta con i temi del suo Ministero sono strettamente connessi. Quindi, proseguiremo questo tipo di interazione. Noi le manderemo un appunto su questo specifico aspetto di Catania, perché sarebbe una bella risposta di fondo.
  La ringraziamo anche se ci manderà poi questo elenco dei comuni con gli spazi multidimensionali, perché sono per noi elementi di grande interesse.
  Ministro, le auguriamo buon lavoro. Conti sulla nostra collaborazione e sulla nostra interazione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.35.