XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 31 di Giovedì 14 marzo 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 

Audizione del direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3, Francesca Milito:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 
Milito Francesca , direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3 ... 4 
Morrone Jacopo , Presidente ... 11 
Lorefice Pietro  ... 12 
Milito Francesca , direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3 ... 12 
Benevelli Aldo , direttore del dipartimento di prevenzione ASL Roma 3 ... 12 
Lorefice Pietro  ... 13 
Torchia Saul , direttore del servizio igiene e sanità pubblica ASL Roma 3 ... 13 
Milito Francesca , direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3 ... 14 
Petrucci Simona  ... 14 
Milito Francesca , direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3 ... 15 
Petrucci Simona  ... 15 
Milito Francesca , direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3 ... 15 
Torchia Saul , direttore del servizio igiene e sanità pubblica ASL Roma 3 ... 16 
Petrucci Simona  ... 17 
Torchia Saul , direttore del servizio igiene e sanità pubblica ASL Roma 3 ... 17 
Petrucci Simona  ... 17 
Torchia Saul , direttore del servizio igiene e sanità pubblica ASL Roma 3 ... 17 
Benevelli Aldo , direttore del dipartimento di prevenzione ASL Roma 3 ... 17 
Lorefice Pietro  ... 18 
Milito Francesca , direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3 ... 18 
Benevelli Aldo , direttore del dipartimento di prevenzione ASL Roma 3 ... 19 
Spagnolli Luigi  ... 19 
Benevelli Aldo , direttore del dipartimento di prevenzione ASL Roma 3 ... 20 
Morrone Jacopo , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3, Francesca Milito.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore generale dell'azienda ASL Roma 3, Francesca Milito, che ringrazio della presenza. Il direttore generale è accompagnata dal direttore del Dipartimento di prevenzione, Aldo Benevelli, e dal direttore del servizio igiene e sanità pubblica, Saul Torchia.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. Avverto, inoltre, che il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta.
  Segnalo che in tal caso, per la parte sottoposta a regime di segretezza, saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera deputati, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera. Al fine di assicurare il miglior svolgimento dei lavori, invito, inoltre, il nostro ospite a destinare, se è possibile, l'illustrazione di eventuali contenuti riservati alla parte finale della seduta.Pag. 3
  L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento avviato dalla Commissione sul sistema complessivo dei rifiuti della regione Lazio e di Roma Capitale, anche con riferimento alla destinazione dei flussi extraregionali dei rifiuti e la gestione illecita dei rifiuti, incluso il fenomeno dei roghi.
  Ricordo, in particolare, che in relazione ai roghi divampati il 24 e il 31 dicembre scorso rispettivamente presso l'area di Malagrotta e nel quartiere di Mezzocammino la Commissione ha svolto tre sopralluoghi con propria delegazione: a Malagrotta rispettivamente il 29 dicembre 2023 e il 9 gennaio 2024 e a Mezzocammino il 25 gennaio. Inoltre, nella giornata di ieri, 13 marzo 2024, una delegazione della Commissione ha svolto un sopralluogo presso lo stabilimento di AMA di Ponte Malnome nell'area di Malagrotta. Ricordo, inoltre, che la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sulle organizzazioni in esse coinvolte e sulle infiltrazioni della criminalità organizzata. A tal fine, la Commissione acquisisce informazioni sui soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, anche con l'obiettivo di individuare eventuali connessioni tra le attività illecite e altre attività economiche.
  Infine, sulla base della legge istitutiva, è compito specifico della Commissione indagare altresì sulle attività illecite legate al fenomeno degli incendi e su altre condotte illecite riguardanti gli impianti di deposito, trattamento, smaltimento di rifiuti ovvero i siti abusivi di discarica.
  Cedo dunque la parola al direttore generale dell'azienda ASL Roma 3, Francesca Milito, per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

Pag. 4

  FRANCESCA MILITO, direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3. Grazie, presidente.
  Io ho prodotto una piccola relazione, che poi depositerò. Non mi pare, allo stato, che ci siano elementi riservati di cui dobbiamo parlare in un secondo momento. Per cui, riterrei opportuno richiamare l'attenzione di tutti quanti noi sulle competenze della ASL in materia di tutela della salute pubblica che, nel caso di specie, riguarda anche la vicenda di Malagrotta.
  A norma del decreto legislativo del 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modifiche e integrazioni, l'articolo 7-ter, tra le funzioni del Dipartimento di prevenzione, prevede la tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali.
  La normazione regionale, in particolare mi riferisco al decreto del commissario ad acta del 28 maggio 2013, n. U00206, nel disciplinare i compiti del dipartimento di prevenzione delle aziende sanitarie locali, specifica che tale dipartimento è una struttura operativa aziendale che garantisce la tutela della salute collettiva negli ambienti di vita e lavoro, perseguendo obiettivi di promozione di salute e prevenzione delle malattie e delle disabilità attraverso azioni volte a individuare e rimuovere le cause di nocività e di malattie di origine ambientale, umana e animale.
  Nella legge regionale n. 45 del 1998 viene istituita l'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio (ARPA Lazio), e vengono declinate le attribuzioni che sono proprie dell'ARPA Lazio e quelle che sono di competenza delle aziende sanitarie locali.
  Inoltre, il servizio di igiene pubblica, il cui direttore, come diceva il presidente a inizio seduta, è presente qui con me, si occupa della tutela della salute, con particolare riguardo alla prevenzione dei rischi di tipo chimico, fisico, biologico per le Pag. 5popolazioni; della profilassi delle malattie infettive e diffusive, del controllo di eventi epidemici, dell'igiene edilizia e delle strutture ad uso collettivo e cosmetici. Infine, si occupa dell'igiene degli alimenti e della nutrizione, a tutela della salute nell'ambito dell'alimentazione umana, sia per quanto attiene all'igiene degli alimenti e dell'acqua destinati al consumo umano, sia per quanto riguarda gli aspetti di nutrizione. Ulteriori ambiti di competenza del servizio di igiene sanità pubblica sono: quello veterinario e di sicurezza alimentare, che naturalmente ha ad oggetto la sanità animale sia in termini di igiene degli alimenti sia in termini di igiene delle produzioni zootecniche degli allevamenti; e quello di prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori che viene svolto attraverso attività di prevenzione e vigilanza, mediante indagini tecniche e sanitarie, dei rischi in ambiente di lavoro.
  L'Agenzia regionale per la protezione ambientale ha per competenza il controllo delle acque superficiali e sotterranee, emissioni e immissioni atmosferiche, effluenti idrici, suolo e smaltimento rifiuti, fattori fisici di inquinamento, dal rumore alla radioattività, radiazioni ionizzanti e altro.
  Ho fatto questa premessa per spiegare in che modo e con quali correlazioni si sono svolte le attività nell'ambito dei due roghi di Malagrotta che ha citato il presidente: il primo accaduto il 16 giugno del 2022 e il secondo il 24 dicembre 2023. La zona di Mezzocammino non rientra nel territorio della ASL Roma 3. In quell'ambito, quindi, noi non siamo stati coinvolti.
  L'incendio del giugno 2022 è stato caratterizzato, oltre che dalle grandi dimensioni, anche dal momento climatico particolare. Per cui, tutta una serie di accortezze che abbiamo dovuto adottare per evitare ulteriori problematiche, derivavano dalla condizione microclimatica, dal caldo. In assenza di informazioniPag. 6 specifiche, si è fatto riferimento alla letteratura esistente in materia e quindi al più grosso incidente verificatosi in Italia – mi riferisco al caso di Seveso – e nell'unità di crisi – peraltro ero presente anch'io a quell'unità di crisi, che è stata attivata prontamente della protezione civile del comune e che vedeva sedere al tavolo, oltre alla ASL, il comune di Roma, la protezione civile e gli assessorati competenti a livello regionale – sono state prese misure che imponevano restrizioni e limitazioni nel raggio di sei chilometri.
  L'ARPA è intervenuta immediatamente nel sistemare una serie di centraline di rilevazione per verificare che alcune componenti, come la diossina e il PM10, fossero monitorate sin da subito per evitare che potessero occorrere danni alla popolazione. Quindi, sono state stata dettate misure come il divieto di stazionamento all'esterno delle abitazioni e dei luoghi di lavoro, e la chiusura delle finestre; è stato raccomandato non assumere alimenti di origine animale o vegetale ed è stato vietato l'utilizzo di foraggi e cereali raccolti nell'area individuata e il pascolo degli animali di cortile.
  È stata adottata, naturalmente, un'ordinanza del sindaco, perché noi proponiamo le misure di tutela di salute pubblica, ma questa è un'attribuzione propria del sindaco. È stato coinvolto anche il sindaco del comune di Fiumicino, non in sede di unità di crisi, ma successivamente attraverso l'inoltro di tutta la documentazione tecnica, considerato il tema dei venti e il fatto che Malagrotta si trovi in una zona limitrofa al comune di Fiumicino.
  Le attività sono continuate nelle giornate successive, in particolare per quanto riguarda il servizio di igiene e sanità pubblica. Le indicazioni a tutela della salute dei cittadini nel territorio coinvolto, così come il campionamento di vegetali coltivati, sono state costantemente aggiornate dal Servizio Igiene Pag. 7Alimenti e Nutrizione (SIAN), secondo le indicazioni rese dall'Istituto zooprofilattico sperimentale e coerenti con l'individuazione, fatta dall'ARPA nei due giorni successivi all'incendio, delle aree di potenziale massima ricaduta delle emissioni generate.
  Il 16 giugno, su richiesta dell'ARPA Lazio, il servizio SPRESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) ha eseguito immediatamente dei sopralluoghi sull'impianto TMB1 di Malagrotta, per valutare se fosse idoneo alla ripresa dell'attività lavorativa, essendo adiacente a quella che era stata la sede del rogo.
  Nel timore che si potesse creare una situazione di emergenza sanitaria nella raccolta dei rifiuti nel comune di Roma, si è lavorato immediatamente per cercare di mettere in funzione l'altro impianto. Di conseguenza, sono state attuate tutta una serie di misure di protezione che riguardavano naturalmente sempre l'area, i cittadini e la popolazione ubicata in quella zona, ma anche quei lavoratori che eventualmente avessero ripreso le attività nell'impianto. Quindi, le attività lavorative sarebbero potute riprendere solo in seguito al monitoraggio ambientale indoor. Con tale monitoraggio venivano ricercati inquinanti aerodispersi derivanti dalla combustione del vicino TMB2, in particolare diossine, IPA, PCB, cloruro di vinile monomero, in modo che, in base all'esito di tale monitoraggio, fossero adottate le adeguate misure di prevenzione e protezione.
  Successivamente, si è intensificata l'attività dell'unità di crisi e sono state convocate varie riunioni anche in modalità di videoconferenza. Poiché gli esiti del monitoraggio ambientale indoor, effettuato dal Servizio SPRESAL, non sarebbero stati disponibili prima della giornata di giovedì 23 giugno, si doveva Pag. 8cercare di attivare in tempi molto rapidi l'impianto TMB1 per scongiurare, come dicevo, l'emergenza nella raccolta dei rifiuti.
  Il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco aveva evidenziato in una relazione che le aree esterne alla zona definita, compresa anche quella della linea di impianto, potevano essere restituite nella disponibilità. I primi dati del monitoraggio effettuati da ARPA, in particolar modo quelli relativi al campionatore installato proprio nei pressi dell'incendio, risultavano confortanti. Di conseguenza, si è ritenuto di chiedere alla società che gestiva l'impianto di integrare il documento di valutazione dei rischi adottando tutte le misure organizzative di protezione individuale per tutelare i lavoratori ai massimi livelli di esposizione a inquinanti aerodispersi, al fine di poter ripristinare l'impianto.
  Pertanto, la società ha redatto un nuovo documento di valutazione dei rischi, inviato il 19 giugno al Servizio SPRESAL. In esso erano riportate le misure stringenti di prevenzione e protezione per la tutela dei lavoratori e il monitoraggio ambientale all'interno dell'impianto TMB1, la pulizia e il lavaggio degli ambienti prima della ripresa del lavoro, la verifica della funzionalità del sistema meccanico di ventilazione. Venivano inoltre stabiliti turni di lavoro di tre ore, la fornitura ai lavoratori dei dispositivi di protezione individuale, come tute protettive monouso, guanti, occhiali, stivali, semi maschere facciali con formazione e addestramento all'uso, e l'attivazione di un protocollo di sorveglianza sanitaria eccezionale, con esecuzione di esami ematochimici e monitoraggio biologico. Il medico competente della ditta che gestiva l'impianto, ha preventivamente individuato quei lavoratori che, precedentemente sottoposti a visita medica, non presentassero controindicazioni per impiego nelle attività lavorative dell'impianto in questione.Pag. 9
  L'impianto è stato riaperto il 20 giugno 2022 alle ore 6. Successivamente, in seguito agli esiti del monitoraggio, con l'invio dei rapporti di prova al Servizio SPRESAL, le misure prese sono state ridotte e quelle addizionali previste nel DVR sono state allentate.
  Le analisi di giugno evidenziavano un livello leggermente aumentato di diossina all'interno dell'impianto – quindi non nelle aree esterne – ma in considerazione della circostanza che i lavoratori permanevano nell'ambiente per un brevissimo periodo e allo stesso tempo erano muniti di tutti i dispositivi di protezione individuale che ho elencato in precedenza, questo livello di diossina non risultava essere nocivo per il personale.
  Il servizio di igiene degli alimenti e nutrizione, invece, ha attuato il protocollo di monitoraggio per quanto riguardava il campionamento di matrici vegetali. In data 18 giugno il personale tecnico e ispettivo ha eseguito campionamenti sulla base del cosiddetto «protocollo di monitoraggio», ovvero sono state raccolte un chilo di foglie di zucchine in cinque aziende agricole nel raggio di sei chilometri dalla zona interessata, per un totale di cinque chili, e un chilo di foglie di zucchina in un'azienda agricola al di fuori del raggio di sei chilometri dalla zona interessata. I risultati di prova, ricevuti in data 22 giugno, erano particolarmente confortanti e quindi con esito negativo per ricerca di diossina, idrocarburi policiclici aromatici e PCB.
  Il 23 giugno, a seguito di una riunione ulteriore sempre dell'unità di crisi all'uopo istituita, è stato deciso di rimuovere il divieto di consumo degli alimenti di origine vegetale, introdotto in un primo momento nell'area. Il servizio di sanità animale e igiene degli allevamenti, parallelamente – perché ciascuno dei servizi che e ho elencato ha svolto delle attività riguardo all'evento occorso – ha effettuato i campionamenti di foraggi e latte. Anche in questo caso i risultati dei campionamentiPag. 10 sono stati confortanti, tanto da poter arrivare, in un tempo ragionevolmente breve, a rimuovere le limitazioni.
  Per quanto riguarda l'incendio del giugno 2022, una serie di attività, come quelle poste in essere dal Servizio SPRESAL a tutela dei lavoratori, avevano il fine specifico di far riprendere l'attività dell'impianto, cosa che non è accaduta, invece, in occasione dell'incendio del 24 dicembre, dove a tutt'oggi l'impianto non è stato rimesso in uso.
  Nel caso del 24 dicembre eravamo più pronti nella risposta – in un certo senso si può dire che avevamo fatto esperienza dall'incendio di giugno, per il quale abbiamo dovuto fare riferimento a Seveso perché non avevamo precedenti analoghi –, è stata costituita un'unità di crisi, peraltro mista con alcuni soggetti in presenza e altri no, sempre presso il Dipartimento di Protezione Civile del comune di Roma a via di Porta Metronia. I direttori che vedete qui con me erano collegati da remoto, ed è stata inoltre predisposta un'ordinanza sindacale che riproponeva sostanzialmente le misure che erano state adottate in occasione del precedente incendio di Malagrotta, ma con il beneficio del fatto che non ci fosse l'aggravante delle condizioni climatiche estive, che tendono in qualche maniera a esasperare gli effetti di eventuali sostanze disperse nell'aria.
  Anche lì è stato dato, per un raggio di sei chilometri dal luogo dell'incendio, il divieto di attività sportive, il divieto di raccolta e consumo di prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nell'area individuata, il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile, la raccomandazione di limitare le attività all'aperto, con particolare riguardo a quelle di natura ludico ricreativa e la raccomandazione a mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti.
  I primi dati dei campionatori d'aria installati dall'ARPA già il giorno dopo, quindi il 25 il giorno di Natale, hanno evidenziatoPag. 11 concentrazioni di particolato PM10 ampiamente inferiori al limite giornaliero e comunque simili a quelle del giorno precedente, con un'ulteriore diminuzione nella data del 26 dicembre. I valori registrati non erano superiori ai limiti di riferimento delle diossine PCB e IPA rilevati il 24 e il 25.
  In data 26 dicembre, alle ore 15, è stata convocata dal sindaco, Roberto Gualtieri, una nuova riunione, tenuta nella modalità da remoto alla quale ho partecipato anch'io, e si è deciso di limitare le misure restrittive concernenti il divieto di raccolta e consumo di prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nell'area e il divieto di pascolo e razzolamento. Tutte le altre misure sono state rimosse. Il 28 dicembre, perdurando i valori favorevoli dei campioni relativi ai campioni d'aria tanto per PM10 che per diossine, l'ordinanza del sindaco non è stata reiterata.
  Sempre lo stesso giorno, l'Osservatorio epidemiologico dell'Istituto zooprofilattico sperimentale ha inviato alla ASL Roma 3 una mappa di dispersione limitata a un chilometro dall'evento. Con la totale assenza di venti e visti i valori analitici riportati per la concentrazione di inquinanti nell'aria fino a quel momento registrati, la situazione era ritornata alla normalità.
  Per stabilire come effettuare i campionamenti sui vegetali volti a valutare il fallout al suolo dei contaminanti, il 29 dicembre il personale tecnico del Dipartimento di prevenzione ha effettuato due campionamenti di vegetali presso l'unica azienda agricola presente nel raggio di un chilometro, per la determinazione di diossine, PCB e IPA. I valori rilevati dall'Istituto zooprofilattico sono risultati assolutamente normali.
  Queste sono state le attività – concludo – che abbiamo posto in essere in occasione dei due roghi.

  PRESIDENTE. La ringrazio.Pag. 12
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PIETRO LOREFICE. Ringrazio la dottoressa Milito.
  La sua relazione ci ha fornito una serie di dati. Lei ha citato dei raggi rispetto al baricentro dell'incendio. Voi e l'ARPA utilizzate dei modelli statistico-predittivi per seguire la ricaduta dei fumi? Lei mi insegna che, in virtù delle condizioni meteorologiche dei venti, le ricadute possono andare anche a distanze maggiori rispetto a quelle monitorate negli incendi ed esistono modelli predittivi in funzione delle informazioni imputate. Se abbiamo una direttrice del vento ben determinata, con forza definita, monitorare in aree dove non serve è una perdita di tempo. Le chiedo se voi, come ASL, avete una modellistica dedicata o vi appoggiate ad altro. I raggi di ricaduta dei potenziali inquinanti da chi vengono determinati, da voi o vi affidate all' ARPA?

  FRANCESCA MILITO, direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3. All'ARPA.

  ALDO BENEVELLI, direttore del dipartimento di prevenzione ASL Roma 3. Buonasera. L'ARPA ha prodotto il modello relativamente all'incendio del 16 giugno 2022. Dopodiché, invece, per una serie di riorganizzazioni interne, loro non hanno più fatto la gestione dei modelli predittivi, che tengono conto di quello che ha detto lei, quindi delle condizioni climatiche, delle correnti aeree legate ai venti (considerato che in quello del 24 dicembre i venti non c'erano).
  Per l'incendio del 24 dicembre lo ha fatto l'Istituto zooprofilattico al posto dell'ARPA, che ci ha fornito il modello di riferimento su dove effettuare i campionamenti in base ai calcoli che già avevano prodotto gli osservatori epidemiologici Pag. 13dell'Istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana. Quindi, i modelli noi li utilizziamo, ma non li facciamo direttamente noi come ASL, ma nel primo caso l'ARPA e nel secondo caso l'Istituto zooprofilattico.

  PIETRO LOREFICE. Vorrei sapere di più circa l'attività sul campo, fatta anche dalla vostra divisione veterinaria, successivamente agli eventi. La relazione è più che altro dedicata agli incendi dei due TMB. Siccome la nostra indagine è ben più ampia, chiedo se avete fatto anche ulteriori campagne, anche a seguito di segnalazioni di inquinamenti puntuali, non solo da ricadute dovute agli incendi (attorno all'area di Malagrotta, e non solo, ci sono stati una serie di incendi). In merito all'inquinamento da percolato, che ha contaminato le falde adiacenti, come ASL e come servizio veterinario, anche su impulso dei comitati spontanei, di quartiere, di municipio, che hanno portato informazioni alla Commissione, avete fatto altre campagne non attivate dal comune?
  Nella relazione avete fatto riferimento chiaramente a misure prese a seguito di attivazione del COC (Centro Operativo Comunale) di protezione civile. Il Centro operativo comunale, infatti, a seguito dell'incendio, è stato attivato dal responsabile, in questo caso dal sindaco e voi avete posto in essere una serie di attività anche sul campo. In generale, in virtù anche di altre attività svolte di routine, specialmente nelle zone limitrofe a impianti di questo tipo, da decenni si sa che ci sono impatti sull'ambiente circostante e sulle popolazioni vicine. Volevo chiedere se di vostra iniziativa o coordinati con l'Istituto epidemiologico regionale o con l'assessorato regionale alla salute e all'ambiente o con Ministero della salute, avete condotto studi epidemiologici di area vasta?

  SAUL TORCHIA, direttore del servizio igiene e sanità pubblica ASL Roma 3. In merito alla prima domanda, certamente Pag. 14interessante e importante, posso dirvi che si trovano in rete i report dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della regione Lazio, che si impegna a condurre attività di monitoraggio i tal senso. In rete si trova un rapporto aggiornato al 20 giugno 2023. Vengono controllati i pozzi, con percolato, riferiti sempre alla discarica di Malagrotta. È l'ARPA Lazio, dunque, a occuparsi dei controlli.
  Per quanto riguarda ulteriori azioni sull'area di Valle Galeria, in cui rientra Malagrotta, il Municipio XII ha istituito una consulta ambientale per la valutazione degli effetti sulla popolazione, che è stata appena rinnovata.

  FRANCESCA MILITO, direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3. Aggiungerei una cosa. Lei ci ha anche chiesto se ci attiviamo in caso di segnalazioni che dovessero arrivare dai comitati spontanei. Ebbene, in talune occasioni ci sono arrivate segnalazioni. Naturalmente su alcune cose possiamo agire in autonomia, in altri casi manifestiamo alla polizia municipale la disponibilità ad andare a effettuare sopralluoghi in aree che vengono segnalate come potenzialmente a rischio per la presenza di rifiuti. Dopodiché, sulla base del coordinamento, di cui si occupa la polizia locale, partecipiamo a queste attività.

  SIMONA PETRUCCI. Grazie. Vorrei fare una domanda a nome del senatore De Priamo, che non può essere qui presente in quanto è impegnato in un'altra Commissione. Ve la leggo: «Ci sono dati che possono far emergere un certo numero di patologie legate a fattori inquinanti nella zona in esame? Avete mai fatto o farete studi e verifiche in tal senso anche sulla base di quanto dichiarato da cittadini in Commissione? C'è stato un aumento degli esposti subito dopo gli incendi, un aumento di patologie e, soprattutto, di malesseri accusati dai cittadini?»
  Vorrei fare io, adesso, una domanda, che è legata ai monitoraggi. Penso che lei prima si riferisse ai piezometri e, quindi, Pag. 15al problema della falda e delle acque. Ebbene, vorrei capire se c'è un piano di monitoraggio e, se sì, da chi è stato stabilito questo piano di monitoraggio? Ci saranno sicuramente cadenze mensili e, in questo caso, essendo ancora nella prima fase, più che mensili direi settimanali, poi mensili e poi trimestrali o annuali. Vorrei sapere da voi, quindi, quali sono queste cadenze? Quali monitoraggi sono stati scelti da voi come ASL e quali, invece, dall'ARPA? Voi e l'ARPA operate distintamente all'interno del piano di monitoraggio, oppure il piano di monitoraggio riporta una sintesi della collaborazione tra l'ASL e l'ARPA Lazio?
  Grazie.

  FRANCESCA MILITO, direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3. Con riferimento al tema dell'aumento di patologie a seguito degli incendi, noi abbiamo anche allertato, soprattutto in occasione del primo incendio che era quello più significativo, tutti i pronto soccorso di zona, tra cui naturalmente il nostro, e abbiamo chiesto alla rete dei medici di famiglia di segnalarci eventuali incrementi anomali, ma non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione su tematiche di questa natura.
  Mi scusi, non ricordo le domande che ci ha rivolto a nome del senatore De Priamo.

  SIMONA PETRUCCI. Il senatore De Priamo chiede se in quei territori si è registrato un incremento dei casi, ed eventualmente se sono stati condotti degli studi che evidenziano particolari patologie connesse direttamente agli incendi o alle sostanze disperse nell'aria a seguito dei roghi.

  FRANCESCA MILITO, direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3. Mi perdoni, per contestualizzare, stando alla relazione che ho prodotto e che vi ho lasciato, non ci sono mai stati Pag. 16momenti di esposizione a diossine o ad altre sostanze tossiche disperse nell'aria tali da poter mettere a rischio le condizioni generali di salute. Tant'è che, come dicevo, con tutte le precauzioni del caso e sempre nel rispetto delle linee guida e delle indicazioni normative in materia di sicurezza, è stato persino riaperto l'impianto limitrofo a quello coinvolto nel primo incendio. Di conseguenza anche il tema delle patologie che si possono sviluppare nel tempo risulta essere ridimensionato.
  Altra questione riguarda eventuali problematiche di natura allergica, ma quello è un altro tema.

  SAUL TORCHIA, direttore del servizio igiene e sanità pubblica ASL Roma 3. Non ci sono stati aumenti di livelli tali da costituire un rischio per la salute pubblica. Consideri che il valore normale di diossine, stabilito dall'Organizzazione mondiale della sanità, è pari 0,1 picogrammi per metro cubo d'aria. L'ARPA Lazio ha posizionato due campionatori subito dopo l'ultimo evento: un campionatore è stato posto a cinquecento metri a nord e un altro a cento metri a sud. Quello a nord il giorno 25 dicembre 2023, quindi il giorno dopo l'incendio, segnava un valore pari a 0,05 picogrammi per metro cubo d'aria, quindi quattro volte di meno rispetto ai normali valori che si registrano in città. L'OMS dice pure che, quando in fase di registrazione dei dati si evidenzia la presenza di una concentrazione pari a 0,3 picogrammi per metro cubo d'aria, si deve pensare a qualche fonte puntuale, a qualche evento. Il giorno 24 dicembre, il giorno dell'incendio, il campionatore posto a cento metri ha misurato 0,2. Dopodiché, nei giorni successivi si sono registrati valori pari a 0,05 o 0,03, tutti valori bassissimi, tutti al di sotto dei valori normali. Solo il giorno 24 dicembre abbiamo avuto uno 0,2 picogrammi, che è un valore comprensibile.

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  SIMONA PETRUCCI. Mi sta parlando di quelli emissivi, non dei piezometri?

  SAUL TORCHIA, direttore del servizio igiene e sanità pubblica ASL Roma 3. No, sto parlando delle emissioni in atmosfera, proprio per continuare il discorso della dottoressa Milito sul fatto che non c'era un rischio per la popolazione tale da giustificare un aumento di casi.
  Per quanto riguarda la questione del monitoraggio dell'area di Valle Galeria, in cui rientra Malagrotta, questo è competenza dell'ARPA Lazio che, come è già stato spiegato all'inizio, decide quali sono le cadenze in base alle misurazioni rilevate. Se l'ARPA registra livelli che costituiscono pericolo, oltre a comunicarlo all'ASL, aumenta i controlli ed eventualmente propone misure di bonifica al fine di eliminare l'inquinamento.

  SIMONA PETRUCCI. Non c'è stata concertazione tra voi.

  SAUL TORCHIA, direttore del servizio igiene e sanità pubblica ASL Roma 3. Ci sono buoni rapporti a livello istituzionale e anche a livello umano. Siamo ben integrati.

  ALDO BENEVELLI, direttore del dipartimento di prevenzione ASL Roma 3. Vorrei fare un'integrazione relativamente alla domanda posta dal senatore Lorefice sulla parte dei servizi veterinari e sull'esistenza di piani di monitoraggio dedicati. In realtà, esiste il Piano nazionale residui, che viene emanato tutti gli anni dal ministero, che a caduta coinvolge le regioni, le quali, poi, coinvolgono le ASL in base alle attività presenti sul territorio. Nel caso specifico, tra i contaminanti che vengono ricercati tutti gli anni, ci sono le diossine, i policlorobifenili e gli idrocarburi policiclici aromatici. Di conseguenza, i servizi veterinari effettuano ogni anno questo campionamento sulle produzioni animali, per verificare l'eventuale presenza di sostanze Pag. 18nocive che questi assumono da vegetali presenti sul territorio dove può esserci stata una ricaduta. Bisogna tener presente che l'animale è un filtro e una parte di queste sostanze viene metabolizzata a livello epatico e, quindi, trattenuta dall'animale. Queste sostanze così finiscono generalmente nel latte, che è uno degli alimenti più sensibili da questo punto di vista. In particolare, in prossimità di questo impianto, c'è un allevamento di bufale e un'azienda agricola. Quindi, tutti gli anni, almeno una volta all'anno, queste due attività vengono sottoposte a questo tipo di campionamento e fino adesso non abbiamo mai avuto riscontri di nessun tipo.

  PIETRO LOREFICE. Avevo anche chiesto se sono stati fatti degli studi epidemiologici. A livello di percezione – questo ci riferiscono i comitati – rispetto alla popolazione residente nelle aree limitrofe a Malagrotta, ma non solo, si è parlato di un aumento significativo di patologie tumorali, anche con decessi. A voi risulta? Inoltre voi, in autonomia o su impulso di regione, o città metropolitana, o altro soggetto, avete fatto uno studio di coorte? Ci sono dati ufficiali che restituiscono un qualcosa di misurabile e non le percezioni delle popolazioni residenti attorno ai siti in questione?
  Potreste, inoltre, specificare l'ambito di competenza? Poiché la nostra indagine è su tutto il Lazio e voi rappresentate alcuni municipi, vi chiedo di specificare quali, in modo da definire l'area di competenza e permetterci, come Commissione, di chiamare i vostri omologhi che hanno competenze sugli altri territori.
  Un'ultima cosa. Avete un'interazione con l'Istituto superiore di sanità, il ministero e la regione? Esiste un coordinamento o un'azione di confronto sinergico tra questi soggetti?

  FRANCESCA MILITO, direttore generale dell'Azienda ASL Roma 3. Intanto definisco il nostro ambito. Sono di interesse Pag. 19della ASL Roma 3: il X Municipio, l'XI Municipio, il XII Municipio e il comune di Fiumicino. Come aree geografiche, il XII Municipio arriva fino a Monteverde, all'inizio dell'Aurelia. Abbiamo civici che, da un lato, appartengono alla ASL Roma 1 e, dall'altro lato, alla ASL Roma 3. Così anche con l'inizio di viale Trastevere. Tutta la zona di Portuense, Magliana, Marconi e Ponte Galeria, fino ad arrivare al confine con Fiumicino, fondamentalmente è XI Municipio. Il X municipio è tutto quello che riguarda Infernetto, Casal Palocco, fino a Ostia, quindi tutta l'area del litorale. Non è inclusa nella ASL Roma 3 la parte di Vitinia, che invece è di competenza dell'ASL Roma 2, insieme all'EUR.

  ALDO BENEVELLI, direttore del dipartimento di prevenzione ASL Roma 3. Per quanto riguarda l'eventuale incremento di patologie a carico della popolazione, questa attività fa capo all'Osservatorio epidemiologico regionale, che per sua natura raccoglie tutti i dati, a partire dall'IFO (Istituto Fisioterapico Ospitaliero). Sinceramente non conosco i dati che sono stati presentati dalla popolazione, ma nel momento in cui si registrano livelli soglia di allerta, per cui le patologie aumentano, automaticamente l'istituto, eventualmente in accordo con le ASL, organizza campagne specifiche per andare a valutare la situazione. Non lo facciamo noi in autonomia, in quanto esiste un organo preposto alla raccolta del dato, alla sua interpretazione ed eventualmente a operare specifici interventi.

  LUIGI SPAGNOLLI. Volevo sapere questo, ammesso che riusciate a rispondermi. Posto che da qualche parte una discarica sarà necessario averla, che impianti di smaltimento rifiuti sarà necessario averne e che, se non saranno a Malagrotta, saranno altrove, ma qualcosa bisognerà fare. Anche a seguito dei vostri colloqui con gli altri enti competenti, tra cui l'ARPA Pag. 20e il municipio, si è pensato, nel momento in cui si dovessero realizzare questi nuovi impianti, di prevedere, fin dall'inizio, sistemi di monitoraggio del suolo, dell'aria e dell'acqua intorno ai siti dove verranno realizzati, in modo tale da non dover più correre dietro alle situazioni una volta che si verificano? Nel momento in cui si fa un impianto, lo si faccia già dotato degli strumenti per poter dare risposta immediata ai legittimi quesiti che la popolazione pone rispetto alla propria salute.

  ALDO BENEVELLI, direttore del dipartimento di prevenzione ASL Roma 3. Prima di costruire gli impianti deputati al trattamento dei rifiuti deve essere fatto uno studio di fattibilità, che viene presentato all'assessorato all'ambiente e, in questo caso, del comune di Roma. Una parte di questo studio è legata proprio a questo: sia nella normale gestione e sia a seguito di un eventuale incidente, devono essere previsti diversi punti di campionamento nell'area circostante. Questo vale anche nel caso di un termovalorizzatore. Quindi, nello studio di fattibilità, ma ancor più nel momento della realizzazione, è necessario presentare una documentazione che attesti che si sia grado di effettuare questo monitoraggio sulla zona ambientale circostante, prima ancora che lo vada a fare ufficialmente l'ARPA,
  Le dico questo perché so per certo che il termovalorizzatore, che è stato realizzato con una Spa nella provincia di Bolzano, aveva già questo tipo di documentazione al momento della realizzazione.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento da parte dei colleghi, ne approfitto per fare una precisazione. Nelle audizioni precedenti, il comitato di Valle Galeria ci ha riferito di avere dati di presunte rilevazioni che sono differenti da quelli che voi oggi ci avete fornito. Al momento, però, Pag. 21non ho nulla di documentale. Quindi, in questo momento mi faccio semplice portavoce. Cercheremo di recuperare i dati per poi confrontarli con i vostri.
  Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.