XIX Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Martedì 26 marzo 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO

Audizione degli avvocati Andrea Tuninetti Ferrari e Simonetta Candela, dello studio Clifford Chance.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Tuninetti Ferrari Andrea , avvocato dello studio Clifford Chance ... 3 
Rizzetto Walter , Presidente ... 4 
Candela Simonetta , avvocato dello studio Clifford Chance ... 4 
Rizzetto Walter , Presidente ... 5 
Candela Simonetta , avvocato dello studio Clifford Chance ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 
Tuninetti Ferrari Andrea , avvocato dello studio Clifford Chance ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 

Audizione di audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale consulenti finanziari (ANASF):
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 
Conte Luigi , presidente di ANASF ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 8 
Conte Luigi , presidente di ANASF ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 
Coppo Marcello (FDI)  ... 9 
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 
Conte Luigi , presidente di ANASF ... 9 
Rizzetto Walter , Presidente ... 10 

Audizione di rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO):
Rizzetto Walter , Presidente ... 10 
Anelli Filippo , presidente di FNOMCeO (intervento in videoconferenza) ... 10 
Rizzetto Walter , Presidente ... 11 
Schifone Marta (FDI)  ... 12 
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 
Anelli Filippo , presidente di FNOMCeO (intervento in videoconferenza) ... 12 
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 

Audizione di Stefano Quintarelli, cofondatore e general partner di Rialto Ventures e già membro del gruppo di esperti di alto livello sull'intelligenza artificiale della Commissione europea:
Rizzetto Walter , Presidente ... 13 
Quintarelli Stefano , cofondatore e general partner di Rialto Ventures e già membro del gruppo di esperti di alto livello sull'intelligenza artificiale della Commissione europea (intervento in videoconferenza) ... 13 
Rizzetto Walter , Presidente ... 15 
Quintarelli Stefano , cofondatore e general partner di Rialto Ventures e già membro del gruppo di esperti di alto livello sull'intelligenza artificiale della Commissione europea (intervento in videoconferenza) ... 15 
Rizzetto Walter , Presidente ... 15 

Audizione di rappresentanti di Farmindustria:
Rizzetto Walter , Presidente ... 15 
Cattani Marcello , presidente di Farmindustria (intervento in videoconferenza) ... 16 
Rizzetto Walter , Presidente ... 18 
Schifone Marta (FDI)  ... 18 
Rizzetto Walter , Presidente ... 18 
Cattani Marcello , presidente di Farmindustria (intervento in videoconferenza) ... 18 
Rizzetto Walter , Presidente ... 19 

Allegato 1: Documentazione presentata dai rappresentanti dell'Associazione nazionale consulenti finanziari (ANASF) ... 20 

Allegato 2: Documentazione presentata dai rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO) ... 25

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 13.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione degli avvocati Andrea Tuninetti Ferrari e Simonetta Candela, dello studio Clifford Chance.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione degli avvocati Andrea Tuninetti Ferrari e Simonetta Candela, dello studio Clifford Chance.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione di deputati e auditi in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  Sono presenti gli avvocati Andrea Tuninetti Ferrari e Simonetta Candela, che ringrazio per la loro partecipazione.
  Cedo immediatamente la parola all'avvocato Ferrari, ricordando che la relazione dovrebbe avere una durata complessiva di circa cinque minuti.

  ANDREA TUNINETTI FERRARI, avvocato dello studio Clifford Chance. Buongiorno. Grazie innanzitutto per avermi invitato e soprattutto grazie per aver messo l'intervento di Stefano Quintarelli dopo, perché non so se avrei avuto il coraggio di presentarmi prima.
  Quando ho saputo della possibilità di partecipare a questa sessione sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro la mente è immediatamente corsa alla recente notizia di stampa di una start up, Klarna, che, come forse avrete letto, ha sostituito 700 dipendenti con un software di intelligenza artificiale.
  Depurata dal clamore mediatico, secondo me, la notizia conferma un fatto, cioè che l'intelligenza artificiale è in grado di svolgere mansioni. Questo perché, volendo banalizzare, questa tecnologia funziona molto bene con l'analisi e la creazione di testi.
  Viene credo spontaneo chiedersi, nell'ottica di un intervento legislativo, se sia auspicabile intervenire per proteggere i lavoratori dal rischio di essere sostituiti dalle macchine. A mio avviso, la risposta deve essere in senso negativo. Sulla base della mia esperienza, infatti, il mercato non va in questa direzione. Le aziende che investono nell'intelligenza artificiale lo fanno con la finalità principale di sostenere, facilitare i propri dipendenti, i propri lavoratori, non per sostituirli.
  Quello che posso portare in questa sede è la mia esperienza di avvocato. Il nostro studio legale, che è uno studio internazionale, recentemente ha investito per darci una piattaforma di intelligenza artificiale che ci aiuti in un numero di task, di attività. Si va dalla semplice stesura di un testo di una mail all'organizzazione della posta elettronica, a vere e proprie iniziative di inclusion. Penso anche qui molto banalmente al software di videoconferenza che è in grado di eliminare il sottofondo sonoro per il partecipante affetto da autismo, in maniera tale che il partecipante si possa concentrare sulla conversazione ed essere più coinvolto.Pag. 4
  Del resto, lo stesso regolamento europeo sull'intelligenza artificiale, a mio avviso – Stefano Quintarelli saprà sicuramente spiegarlo molto meglio di me – non vieta, se non in casi limite, l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, tra cui quella generativa, per lo svolgimento di attività produttive.
  Quello che il regolamento prevede, a mio modo di vedere, è responsabilizzare le società, le aziende che sviluppano e utilizzano l'intelligenza artificiale. A noi professionisti, a noi avvocati, viene richiesto di aiutare queste società nel tradurre il concetto giuridico, il precetto del regolamento in procedure e documenti. Anche in questo caso faccio un esempio. Ci viene chiesto di scrivere delle policy che spieghino ai lavoratori dell'azienda per cosa usare e per cosa non usare l'intelligenza artificiale generativa, oppure per dargli delle linee guida su come acquistare esternamente queste soluzioni.
  Ad oggi devo dire, però, che questo approccio chiamiamolo strutturato non mi sembra diffuso nel nostro Paese. Questo, secondo me, evidenzia due rischi dei quali sommessamente suggerisco di tenere conto in un'ottica legislativa.
  Il primo è il rischio che le aziende integrino l'intelligenza artificiale nei propri sistemi in una maniera che è un po' inconsapevole, non strutturata, e quindi si espongano al rischio che i loro dipendenti, per facilitare le proprie operazioni, utilizzino l'intelligenza artificiale senza, però, stare all'interno di un perimetro definito dall'azienda, esponendo così l'azienda a un rischio di cyber security o di dispersione di proprietà intellettuale.
  Collegato e forse conseguente a questo rischio, vedo quello che le aziende, in particolare le piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto produttivo del nostro Paese, proprio per evitare il rischio che ho appena detto, cioè di un utilizzo inconsapevole dell'intelligenza artificiale, preferiscano starne al di fuori, non innovare. Questo comporta l'ulteriore pericolo che queste aziende scivolino fuori dal mercato, siano rapidamente soggette a obsolescenza con evidenti ricadute occupazionali, non fosse altro perché i dipendenti, i lavoratori che esse formano non hanno quelle skills, quelle capacità che si sarebbero formate se l'azienda si fosse digitalizzata.
  Mi fermo qui e lascio la parola all'avvocato Candela.

  PRESIDENTE. Prego dottoressa Candela.

  SIMONETTA CANDELA, avvocato dello studio Clifford Chance. Analizzo un altro aspetto. Io sono avvocato giuslavorista. L'aspetto che volevo mettere in evidenza è quello relativo all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nelle varie fasi della vita lavorativa. Penso, in particolare, all'assunzione, alla valutazione della performance, ma anche a tutte quelle decisioni legate alla cessazione del rapporto.
  L'utilizzo da parte dell'imprenditore in questo contesto dell'intelligenza artificiale pone indubbiamente dei rischi, perché questi modelli sono in grado di perpetuare delle discriminazioni storiche nei confronti delle donne, appartenenti a determinate fasce di età, appartenenti a gruppi con determinate origini razziali, etniche, orientamento sessuale. Infatti, per questo aspetto si parla in generale di rischi di discriminazione algoritmica.
  Volevo riportare all'attenzione della Commissione un recentissimo studio dell'Unesco del 2024, molto interessante, perché ha messo in evidenza come alcuni dei più noti sistemi di intelligenza artificiale nel 20 per cento dei casi mettono in correlazione i nomi di donna con ruoli tradizionalmente associati al genere femminile, quindi casa, famiglia, bambini e nomi di uomo, invece, a parole come business, dirigente, carriera, salario.
  È importante, quindi, che l'attenzione sia molto alta su questi bias cognitivi della macchina, che possono presentarsi in tutte le fasi di vita dell'algoritmo, dalla selezione dei dati, alla loro elaborazione, al processo stesso di apprendimento della macchina e comunque incidere in modo significativo sull'output cosiddetto finale inficiandone congruità e imparzialità.
  Da un punto di vista di chi opera nel mercato del lavoro, sicuramente è di fondamentale importanza che siano adottate sin dall'inizio delle misure adeguate per prevenire bias cognitivi e soprattutto tutelare i lavoratoriPag. 5 da qualsiasi possibile discriminazione algoritmica.
  Il regolamento europeo ha fatto molta attenzione a questi aspetti, li ha già in parte normati, con un cosiddetto «approccio legato al rischio». Quindi, maggiori sono i rischi, maggiori sono poi le responsabilità per utilizzatori e sviluppatori, ovviamente rispetto a determinati modelli.
  Alcuni modelli sono assolutamente vietati, nel contesto lavorativo, quelli che sono in grado di inserire le emozioni di una persona sul luogo di lavoro, tranne alcune eccezioni specifiche legate, ovviamente, a motivi medici o di sicurezza. Poi sono classificati ad alto rischio tutti quei sistemi che possono essere utilizzati nell'assunzione, nella fase di selezione, nell'analisi delle candidature, nella valutazione dei candidati. Lo stesso dicasi per i modelli che possono essere utilizzati nelle decisioni riguardanti le condizioni del rapporto di lavoro.
  L'intelligenza artificiale, come normata nel regolamento comunitario, prevede già una serie di obblighi di informativa a carico sia dei rappresentanti dei lavoratori che dei lavoratori stessi soggetti a questi sistemi ad alto rischio.
  Per quanto riguarda le tutele, e questo è l'aspetto importante perché ovviamente riguarda poi anche l'attuazione nel nostro contesto normativo, nel nostro Paese, il regolamento lascia liberi gli Stati membri di mantenere o introdurre misure per proteggere dalla cosiddetta «discriminazione algoritmica».
  Abbiamo un diritto antidiscriminatorio molto robusto, che si compone di norme sia europee che nazionali, ma sicuramente l'aspetto legato all'utilizzo nel contesto lavorativo, nel processo di vita del rapporto di lavoro è uno degli aspetti più significativi su cui possiamo obiettivamente intervenire con delle misure.
  In questo momento tra le misure, oltre a queste, fondamentale è l'upskilling, il reskilling, la formazione e l'informazione. Un sistema di intelligenza artificiale è accettabile, equo e sostenibile nella misura in cui gli utilizzatori e i fruitori siano informati adeguatamente dell'utilizzo e dello sviluppo. Sono queste le direttrici: l'informazione nei confronti di aziende, di fruitori, di utilizzatori e la formazione dei lavoratori perché possano, come diceva anche il collega, fare un salto qualitativo nello svolgimento delle loro mansioni, utilizzando, in modo quanto più diffuso, l'intelligenza artificiale per migliorare le loro prestazioni lavorative, non soltanto in termini di produttività ed efficienza, ma anche in termini di migliore qualità del rapporto tra vita lavorativa e vita personale.

  PRESIDENTE. È stato molto interessante. Due riflessioni brevissime, se mi posso permettere.
  Lei, avvocato, giustamente, nell'ultimo intervento ha ricordato come, ad esempio, ad oggi, rispetto a ecosistemi di questo tipo è fondamentalmente vietato trasmettere delle emozioni e utilizzarle. Io sono perfettamente d'accordo, laddove le regole vengono seguite, nel senso che molto probabilmente ci troveremo di fronte nei prossimi tempi, o forse già oggi, a una concorrenza spietata sotto questo punto di vista, con dei sistemi che invece utilizzeranno anche le emozioni.
  È probabile che qualche Stato da qualche parte nel mondo cerchi di normare questo tipo di percorso, non seguendo esso stesso le norme che partorisce. L'abbiamo già provata questa esperienza. Nel periodo pandemico ci sono stati dei casi in cui evidentemente abbiamo un po' travalicato quello che fondamentalmente poteva essere considerato un limite.
  Su tutto il tema delle emozioni, che poi ai sistemi vengono di fatto trasferite, io sono perfettamente d'accordo con lei, anche se, in realtà, non sempre, qualche volta l'emozione viene partorita anche dalle nostre abitudini. Se io banalmente e quotidianamente faccio delle ricerche online rispetto ad una mia passione – ad esempio – i quadri – fra qualche tempo probabilmente qualcuno cercherà e troverà qualcosa in quel senso rispetto a questa emozione che mi proviene dalla visione di un quadro. Quindi, è vero, però – mi permetta, è una riflessione del tutto personale – trovo oggi paradossale che noi siamo molto attenti alla privacy e all'utilizzo delle emozioni, quando invece ci sono dei sistemi che sanno esattamente a che ora ci svegliamo, che cosa guardiamo, che cosa mangiamo, dove andiamo, chi frequentiamo, che tipo di Pag. 6sport pratichiamo, quali sono i nostri divertimenti.
  È molto interessante, tra l'altro, il tema della discriminazione algoritmica che, secondo me, però, abbastanza naturalmente andrà ad essere sempre più intuibile. Penso che vada verso un décalage Penso che questo tipo di sistemi si interfacci istantaneamente con quello che trovano in termini di dati. Sotto questo punto di vista i dati su quel tema probabilmente sino a qualche anno fa non avrebbero potuto dire che una donna era associata a un lavoro manageriale o a qualcosa del genere. Questa cosa sta un po' cambiando.

  SIMONETTA CANDELA, avvocato dello studio Clifford Chance. Sta cambiando, ma il tema è anche da dove acquisisco le banche dati.

  PRESIDENTE. Infatti arrivo anche lì, sui rischi. È soltanto una riflessione. Giustamente i rischi sono due, come prima abbiamo cercato di capire. Il primo è che le PMI stanno fuori perché non sono pronte ad affrontare qualcosa del genere. Il secondo è un'integrazione inconsapevole. Però, anche qui, rispetto al lavoro che voi oggi svolgete, secondo me, sarà molto importante cercare di capire quanto un dato può essere certificato o non certificato, soprattutto in alcuni ambiti. Nell'ambito legale penso che sia di fondamentale importanza capire la filiera, la blockchain del dato.

  ANDREA TUNINETTI FERRARI, avvocato dello studio Clifford Chance. Su questo aspetto, se posso portare la mia esperienza, a noi capita proprio di essere coinvolti in operazioni di cessione di dati. Sono varie le attività che vengono svolte, proprio per quello che stava dicendo lei, presidente, cioè per cercare di capire questi dati come sono stati raccolti, quanto sono trasparenti, che qualità hanno. Questo va ad avere un impatto anche sul prezzo dell'operazione o sulla sua fattibilità. È un qualcosa che, ripeto, chi si struttura già fa da tempo, perché, come giustamente ricordava lei, il GDPR ha già sdoganato questo approccio di autoresponsabilità e quindi ha fondamentalmente aperto il campo a una serie di operazioni sui dati che, tra l'altro, sempre a livello europeo, il Data Act ora si propone di ristrutturare, ma anche normalizzare.
  L'intelligenza artificiale, secondo me, è proprio l'ultimo step in questa filiera del dato, perché una volta che il dato viene raccolto – e su questo c'è il GDPR – una volta che viene acquistato, secondo quanto previsto dal Data Act, poi viene utilizzato dall'intelligenza artificiale e solo il dato certificato, solo il dato qualitativo, sul mercato sarà ambito.

  PRESIDENTE. Resta sempre un mercato. Secondo me, si potrebbero potenzialmente bypassare anche un certo tipo di filiere di controlli.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale consulenti finanziari (ANASF).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale consulenti finanziari (ANASF).
  È con noi il dottor Conte, che ci viene a trovare dopo il bell'evento della scorsa settimana svoltosi a Roma che ringraziamo per la sua partecipazione. Le cedo immediatamente la parola, ricordando che la relazione dovrebbe avere una durata complessiva di circa cinque minuti.

  LUIGI CONTE, presidente di ANASF. Grazie, presidente. Buon pomeriggio a tutti. Abbiamo anche trasmesso una documentazione alla Commissione.
  Io vi intratterrò per il tempo dovuto per dare qualche indicazione. Penso che l'ANASF la conosciate, per cui non aggiungo altro, se non che rappresentiamo oltre 12.500 consulenti finanziari in Italia, consulenti finanziari che in sé seguono circa cinque milioni di primi intestatari, il che sta a significare che abbiamo il polso della dimensione economico-finanziaria ma anche emotiva dei Pag. 7cittadini italiani. Ciò ci induce a trattare i vari temi che si pongono alla nostra attenzione con grande delicatezza e una certa sensibilità e spesso dal fronte ritroviamo una sorta di stimoli, per arrivare poi a determinare dei pareri, che tante volte sono stati utili alla normazione o, quantomeno, al confronto di idee in queste sedi negli anni passati.
  Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, ritengo si tratti di un tema estremamente delicato, dal momento che ha una velocità operativa estremamente forte, estremamente veemente, il che porterebbe a un approccio di un certo tipo, che possa prevedere un'azione di controllo costante, ma complessivamente anche fatti concreti, affinché il confronto con l'intelligenza artificiale non sia passivo.
  Abbiamo parlato di «alterità» in occasione dell'evento ConsulenTia e mai come in questo caso credo che il concetto di alterità, ovvero di due cose che si compongono positivamente per produrre valore, sia un concetto utile.
  Riteniamo che questo sia stato già ben compiuto a livello normativo. L'AI Act è sicuramente un'ottima partenza, perché normare su un tema così delicato – l'Europa l'ha fatto per primo, quindi credo che in questo possiamo vantare un credito verso il resto del mercato – significa dare una direzione, dare una linea. Ritengo che sia stato fatto bene, in quanto alla nostra attenzione la norma appare definita in maniera importante.
  Ci sono, ovviamente, alcune questioni che vanno analizzate. Innanzitutto, che cosa accadrà all'occupazione? Ci sarà una sostituzione della macchina all'umano oppure ci sarà eventualmente un'attività complementare? In quali settori l'impatto sarà più o meno cogente? Nel nostro caso, già da tempo stiamo vivendo un'interazione tra l'uomo e la macchina, perché la macchina a noi fino ad ora è servita, servirà e servirà sempre di più per ridurre l'impatto della dimensione burocratica, della dimensione funzionale, addirittura liberando tempo per le relazioni. Quindi, noi stiamo trovando un vantaggio importante nel poter incanalare quei processi burocratici che un tempo toglievano tempo, toglievano attenzione, perché distraevano dalla comunicazione relativa, che era fondamentale, e lo è tuttora, per determinare quella traccia unica ma rivedibile costantemente che risiede nel patto di fiducia con i nostri interlocutori, al fine di fondare quel processo evolutivo di pianificazione patrimoniale che tanto utile risulta essere per chi oggi si deve orientare nella complessità del mercato finanziario, e non solo. Conosciamo bene, infatti, l'impatto sul mercato finanziario delle dinamiche fiscali e delle questioni legate alla quotidianità, non solo a quella strettamente detta, ma anche a quella che non si pensa. Basti considerare a quanto, in un contesto di pianificazione patrimoniale, possa impattare la decisione sulla scuola dei figli in termini economici, finanziari, organizzativi, logistici. Ebbene, tutto questo noi cerchiamo di aiutare a farlo bene, utilizzando un metodo concreto, e l'intelligenza artificiale in questo senso ci sta dando una grossa mano.
  Noi, quindi, portiamo una testimonianza positiva, perché stiamo addirittura migliorando le prestazioni, stiamo aumentando fortemente il numero dei clienti investitori e risparmiatori seguiti, in quanto abbiamo più tempo a disposizione per poterlo fare e abbiamo mezzi più sofisticati che ci consentono di farlo, probabilmente anche con un entusiasmo e con una vivacità certamente superiori al passato.
  Se questa è una testimonianza positiva, probabilmente in altri settori potrebbe esserci un effetto sostituzione. Noi siamo attenti alle dinamiche sociali, lo siamo in quanto affiancatori di tanti cittadini che hanno a vario titolo rappresentanza in Italia, quindi copriamo anche questo aspetto della verifica di ciò che accade in vari settori; nostro malgrado ci rendiamo conto che in alcuni ambiti l'effetto sostituzione potrebbe essere effettivamente una preoccupazione. Allora, in quel caso credo che questi aspetti vadano presidiati con grandissima attenzione.
  Riteniamo che una delle proposte che si potrebbero fare è quella di costituire a livello istituzionale una sorta di gruppo di lavoro, una sorta di think tank che possa verificare la determinazione evolutiva di questi Pag. 8processi. Del resto, a noi non preoccupa lo stato attuale, non preoccupa ancor più se è normato correttamente, come sembra stia accadendo, semmai ci preoccupano le cosiddette «derivate non prevedibili», perché effettivamente la stratificazione di elementi complessi può generare ulteriore complessità, ulteriore complessità che potrebbe, a sua volta, produrre effetti indesiderati che, se non posti all'attenzione al momento giusto, potrebbero, a loro volta, determinare situazioni difficilmente risolvibili.
  Ribadisco, quindi, ciò che ho detto ultimamente a questa pregiatissima Commissione: noi abbiamo un punto di vista privilegiato, vantiamo questo credito in quanto tocchiamo con mano varie realtà e sentiamo il senso di chi quotidianamente si confronta con queste problematiche, ragion per cui da questo punto di vista riteniamo di poterci rendere utili a decodificare eventuali trasformazioni che potessero essere critiche. Quindi, se fosse possibile, diamo la nostra disponibilità ad altri ulteriori contributi, ma addirittura eventualmente a partecipare, quando lo riteneste necessario, a attività organizzate, finalizzate al controllo e al presidio di queste dinamiche.
  Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Conte. Il documento è stato consegnato e lei è stato molto chiaro.
  Anch'io ritengo che, per quanto riguarda certi ambiti, nello specifico anche il vostro, sia molto probabile che non arriveremo mai a una sostituzione, perché alcune sensibilità probabilmente appartengono soltanto al nostro genere e non tanto a quello di una macchina. Lei mi insegna che, per il lavoro che voi quotidianamente svolgete per il cliente, occorrono anche intuizione e sensibilità.
  Le faccio solo una domanda. Voi vi occupate di formazione. L'abbiamo visto, l'abbiamo notato e ce ne compiacciamo, sicuramente. Ebbene, lei ritiene che con una formazione sempre più adeguata e profonda – non a trecentosessanta gradi, ma specifica – sull'utilizzo degli strumenti che può offrire l'intelligenza artificiale, ci potranno essere performance di risultato più importanti rispetto a quelle conseguite da coloro che non hanno questo tipo di formazione e non utilizzano questo tipo di strumenti? Magari la domanda è banale e uno risponde «sì», però è esattamente questo che voglio capire: legare strumenti di intelligenza artificiale alla formazione e all'intuizione a cui facevo prima cenno potrà portare a performance in termini di risultato? Per risultato intendo che mi aspetto «x», ma magari entro la fine dell'anno con il mio consulente finanziario ho raggiunto «x più 5 per cento».

  LUIGI CONTE, presidente di ANASF. Mi permetto di rispondere non banalmente «sì», perché in realtà lei ha toccato due punti importanti. Il primo è certamente il concetto di consapevolezza. Il vero risultato che si può ottenere a valle di un processo virtuoso in termini culturali nel merito può essere, finalmente, il sovradimensionamento del concetto di consapevolezza, ovverosia essere consapevoli di ciò che si realizza e non subire le scelte o i cambiamenti. Quindi, una maggiore cultura, attraverso strumenti più sofisticati e più efficienti, significa avere maggiore robustezza nella determinazione della scelta compiuta.
  Il secondo punto importante è legato agli obiettivi. Gli obiettivi sono qualitativi e quantitativi. È chiaro che un processo ancor più virtuoso e, quindi, ancor più robusto da quel punto di vista può determinare, a fronte di quella consapevolezza acquisita, una maggiore consistenza rispetto agli obiettivi raggiunti o da raggiungersi.
  Noi, quando ci confrontiamo con i cittadini, spesso dobbiamo fare un grandissimo sforzo preventivo nel classificare se sono raggiungibili o meno determinati obiettivi. D'altronde, non è scontato che comprare casa sia necessariamente la soluzione migliore in quel caso specifico. Quindi, il primo ostacolo potrebbe e dovrebbe essere quello di interagire con il nostro interlocutore per razionalizzare quell'atto da compiersi – non compiuto, da compiersi – e, quindi, per determinare se intraprendere una strada o un'altra.
  L'intelligenza artificiale in questo potrebbe aiutare, perché determinerebbe una scelta corretta in via preventiva, lavorando in termini preventivi sul lato qualitativo, migliorando l'aspetto quantitativo, perché vuol dire che, se non ho intrapreso quella strada avendone una ragione specifica, ne avrò intrapresaPag. 9 un'altra, dove anche il risultato quantitativo sarà migliore. Poi, vi è un aspetto secondario a questo, che è l'aspetto strettamente quantitativo.
  Allora, se lei mi chiede se esistono sistemi digitali sempre più sofisticati per ridurre il rapporto rischio/rendimento aumentando il livello di rendimento, la risposta è «sì», però rientrando il tutto in attività non speculative. Qui il presidio culturale della relazione tra investitore-cittadino in generale o impresa e consulente è fondamentale.
  Bisogna sempre mantenere tutto all'interno di un perimetro di sostenibilità finanziaria, che è un altro degli elementi importanti che può essere irrobustito dall'utilizzo di tecnologie avanzate in grado di ridurre l'impatto del rapporto rischio/rendimento, sempreché questo impatto sia finalizzato a una chiara aspettativa attendibile e non a un'aspettativa speculativa. Un altro dei problemi rispetto ai quali l'intelligenza artificiale secondo noi può dare un grande valore è creare una netta separazione tra le attività produttive vere e proprie, quelle che generano ricchezza sostenibile, e le attività speculative, che possono, invece, ingenerare caos all'interno dei mercati, entropia (per chi tratta la materia in termini di fisica, che però esiste anche nei mercati finanziari), ovvero situazioni che, a loro volta, possono degenerare aumentando fortemente la complessità e rendendola, talvolta, ingestibile.

  PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARCELLO COPPO. Spero di porre una domanda in linea con l'audizione. Il vostro lavoro si svolge grazie a informazioni, ragion per cui queste informazioni più sono precise, documentate, puntuali, aggiornate e attuali e meglio è, ovviamente al fine di dare i migliori consigli ai vostri clienti.
  Si sta sviluppando una tecnologia – prima ci ha parlato di blockchain – che permette una certificazione, da un lato, e una velocità di registrazione delle informazioni, dall'altro. Pare che vi sia anche una tecnologia che permette la tokenizzazione di queste informazioni e, quindi, la possibilità di rendere queste informazioni presenti in tempo reale.
  È ovvio che l'intelligenza artificiale, se viene utilizzata nell'esame di queste informazioni, può dare anche informazioni giorno per giorno, step by step, con l'utilità, da una parte, dal punto di vista dell'informazione attuale, giorno per giorno, ma con la preoccupazione, dall'altra, che potrebbe portare timori eccessivi o innamoramenti eccessivi.
  Voi avete già fatto un ragionamento su queste situazioni?

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

  LUIGI CONTE, presidente di ANASF. La domanda è assolutamente pertinente, perché rientra nel novero di quell'effetto sostituzione potenziale, che potrebbe essere, se erroneamente composto, anche fallace. Era questo uno dei motivi per cui nella prima parte del mio intervento rappresentavo la necessità di un presidio attento dell'evoluzione.
  Allo stato attuale abbiamo verificato che queste dinamiche afferiscono a un momento molto delicato. Lei ha colto benissimo qual è il vero atto distintivo della consulenza, ossia la profilazione del nostro interlocutore e, in generale, della famiglia o dell'impresa. Ebbene, la fase di profilazione è talmente delicata che addirittura è molto migliorata con l'intervento di presìdi digitali afferenti all'intelligenza artificiale, ed è molto migliorata perché ci ha consentito di classificare in maniera più corretta e succedanea le informazioni, che tendenzialmente non è scontato che arrivino, a prescindere dalla capacità del consulente di poterle estrudere. Del resto, è una questione effettivamente complessa entrare nella dimensione relazionale, emotiva, confidenziale, fiduciaria dell'interlocutore.
  Tutta la fase del processo di assemblaggio delle informazioni è assolutamente migliorata da questi sistemi. Vediamo e constatiamo che un rapporto uomo-macchina in questo senso è un rapporto fortemente critico, perché paradossalmente è più semplice nella relazione umana, utilizzando strumenti digitali, aumentare la qualità e la quantità delle informazioni di quanto non lo sia nella relazione cliente-macchina, dove si crea tendenzialmente una frattura. Questo accade – Pag. 10ne parlavamo anche a Roma nell'evento prima richiamato – per un motivo semplice: in quel caso viene evidenziato il concetto di «ego e alter», due soggetti che sono soggetti, non soggetto e oggetto, che interagiscono e provano a trovare dinamiche comunicative condivise. Dall'altro lato, viene evidenziato il concetto di diversità.
  Paradossalmente abbiamo riscontrato – il nostro centro studi e ricerche ha fatto diverse verifiche in questo senso – che ci sono addirittura dei problemi di verticalità relazionale, vale a dire che il cittadino rispetto alla macchina si sente in subordine, quasi in soggezione, perché diventa invasivo il processo di mera domanda e risposta, che in realtà tante volte andrebbe argomentata.
  Se questo restasse in questi ambiti, quindi in queste aree, sicuramente sarebbe un fatto molto positivo e l'evoluzione sarebbe positiva.
  Naturalmente la sua attenzione posta al tema rileva un punto, quello che richiamavo poc'anzi: è fondamentale presidiare, se ci fosse un'evoluzione, sarebbe un'evoluzione in termini di efficientamento e non di sostituzione.
  Spero di essere stato chiaro.

  PRESIDENTE. Ringrazio il nostro ospite. Avverto che l'audito ha messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 1).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO).
  L'audizione sarà trasmessa in videoconferenza, con la partecipazione da remoto di deputati e auditi.
  È collegato in videoconferenza il presidente di FNOMCeO, dottor Filippo Anelli, che ringrazio per la partecipazione e al quale cedo immediatamente la parola, ricordando che la relazione dovrebbe avere una durata di cinque minuti.

  FILIPPO ANELLI, presidente di FNOMCeO (intervento in videoconferenza). Grazie, presidente.
  Illustri componenti della Commissione, l'impatto dell'intelligenza artificiale nella professione medica è profondo e multiforme, trasformando molti aspetti della fornitura di cure mediche della ricerca e dell'amministrazione. Rimane comunque evidente che il ruolo del medico rimarrà centrale nella gestione del paziente, soprattutto per quanto riguarda l'approccio empatico e la capacità di sintesi per operare scelte che possono essere difformi da quanto un'analisi computazionale statistica o basata sul riconoscimento di pattern possono raccomandare.
  In sintesi, in futuro la competizione non sarà tra medico e macchina, ma tra medici che possono usare le nuove tecnologie e medici che non saranno in grado di farlo. L'intelligenza artificiale sta cambiando anche il modo in cui vengono formati i professionisti medici, offrendo strumenti di simulazione avanzati e intuizioni basate sui dati, sulle malattie e strategie di trattamento.
  Le piattaforme basate sull'intelligenza artificiale stanno migliorando il coinvolgimento dei pazienti attraverso promemoria personalizzati, consigli sulla salute e servizi di telemedicina, che consentono diagnosi e consultazione a distanza.
  L'intelligenza artificiale sta svolgendo un ruolo cruciale nell'affrontare le sfide della salute globale, migliorando la sorveglianza delle malattie e contribuendo alla previsione delle epidemie e potenziando la fornitura di assistenza sanitaria.
  In sintesi, l'intelligenza artificiale nella professione medica non solo sta migliorando l'efficienza e l'accuratezza dei servizi sanitari, ma sta anche aprendo la strada a soluzioni sanitarie più innovative, personalizzate e accessibili in tutto il mondo. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide etiche, legali e formative che accompagnano questi sviluppi.Pag. 11
  La privacy dei dati, la sicurezza informatica, la responsabilità medica e l'interpretazione corretta per informazioni generate dall'intelligenza artificiale sono tutti aspetti critici che devono essere gestiti attentamente. Dunque, si ritiene che in una prospettiva di sviluppo dell'intelligenza artificiale in sanità la digitalizzazione e la produzione di dati possano giocare un ruolo fondamentale nel rendere le prestazioni sanitarie più efficienti, veloci e sostenibili.
  In tale contesto è evidente la necessità di una regolamentazione che riesca a favorirne la gestione senza violare la riservatezza dei dati personali. Sosteniamo, quindi, come FNOMCeO, l'utilizzo di tecniche di intelligenza artificiale affinché la digitalizzazione e la produzione di dati possano giocare un ruolo fondamentale nel rendere le prestazioni sanitarie più efficienti, veloci e sostenibili al precipuo fine di concretizzare quella tutela dei diritti alla salute e all'uguaglianza che, come Ordine, siamo chiamati a garantire.
  Occorrono, tuttavia, regole chiare ed etiche. Infatti, l'utilizzo dell'intelligenza artificiale è una delle direttrici che orientano l'aggiornamento in corso del codice di deontologia medica e quelle anche normative.
  L'intelligenza artificiale diventerà un ausilio fondamentale per essere sempre più precisi nella diagnosi, per essere più efficaci nella terapia, ma non potrà mai essere un surrogato, un sostituto del medico, come si è tentato di fare, con esiti non felicissimi nel Regno Unito, dove ai cittadini è stato chiesto di scegliere tra un medico e un computer.
  Pertanto, in considerazione della rilevanza della materia oggetto di esame, la FNOMCeO ribadisce la disponibilità al confronto al fine di riconoscere il ruolo e il contributo dei professionisti medici all'interno di un percorso assistenziale innovativo basato sull'intelligenza artificiale e quindi sulla digitalizzazione dei dati sanitari, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi posti dal PNRR con un'implementazione della sanità digitale in termini di innovazione e sviluppo.
  Si ritiene di concludere questa audizione leggendo un documento approvato dal Comitato centrale della FNOMCeO del 4 marzo 2024.
  L'intelligenza artificiale è utilizzata esclusivamente a supporto dell'attività del medico per ottimizzare la qualità, la sicurezza e l'efficacia delle cure. L'intelligenza artificiale, per il suo utilizzo, deve garantire al medico un livello ragionevole di esplicabilità e di trasparenza e la migliore qualità possibile dei dati, dei risultati e dei processi di sviluppo per evitare distorsioni ed errori, nonché disuguaglianze.
  Nell'uso dei sistemi di intelligenza artificiale all'interno del suo processo decisionale il medico è tenuto a informare il paziente spiegando i motivi di tale uso e assicurandosi che il paziente sia consapevole sia delle potenzialità che dei limiti e rischi connessi all'utilizzo di tale tecnologia.
  L'impiego di sistemi di intelligenza artificiale è orientato al bene della persona e della salute pubblica rispettando e promuovendo i principi di sostenibilità, universalità, equità e solidarietà, evitando ogni discriminazione o pregiudizio basato su genere, etnia, religione, orientamento sessuale o altri fattori che possono portare a un trattamento ingiusto o diseguale. Non possono essere utilizzati sistemi di intelligenza artificiale non certificati. Il medico, sulla base delle proprie competenze e conoscenze scientifiche, è responsabile delle attività di diagnosi, prognosi, terapie e delle correlate attività informative.

  PRESIDENTE. Troviamo tutto nel documento che ci ha inviato.
  Le pongo io una domanda, molto brevemente, se posso. Io sono perfettamente d'accordo con lei, in antitesi con il modello anglosassone, che è quello di scegliere ad un certo punto tra la macchina e un uomo, un professionista. Nel nostro Paese ci sono già ad esempio dei protocolli medici che sono stati scritti per poi essere applicati da una persona, da un professionista, da sistemi di intelligenza artificiale?
  Seconda domanda. Applicando l'intelligenza artificiale al vostro lavoro, oggi lei rappresenta i medici chirurghi e odontoiatri, qual è il primo vantaggio che le viene in mente? La velocità, le performance? Cos'è la prima cosa a cui voi tendete l'orecchio?
  Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

Pag. 12

  MARTA SCHIFONE. Saluto il presidente Anelli e lo ringrazio per questa interlocuzione.
  Delle interlocuzioni già c'erano state con il Dipartimento. Ampiamente avevamo approfondito dei temi, avevamo anche raccontato al Consiglio nazionale che anche il Governo stava ragionando su un provvedimento sul tema dell'intelligenza artificiale.
  Del resto, il Presidente Meloni lo ha detto a chiare lettere. Tutti i contributi delle professioni vengono a maggior ragione accolti perché sono quel pezzo del mercato del lavoro che forse sarà maggiormente impattato da queste nuove tecnologie. Noi speriamo che garantiranno delle nuove opportunità, ma ci possono essere anche dei rischi. Quindi, ben vengano le indicazioni da parte delle categorie su quali possono essere i temi di legislazione rispetto a quello che può avvenire a valle del processo che è inevitabilmente iniziato, in relazione al quale ci dobbiamo poter approcciare.
  Il tema delle professioni e della proprietà intellettuale è un tema particolarmente vivo. Il presidente ha detto bene e ha specificato una serie di punti che sono sicura il Governo prenderà in considerazione. Del resto, ce lo eravamo anche detti, presidente. Non credo di dire niente di privato.
  Quando si parla di professioni e di proprietà intellettuale, a maggior ragione per la delicatezza del tema quando parliamo di sanità, è evidente che i due aspetti che devono essere tenuti in considerazione sono la responsabilità e la volontarietà. Entrambi, guardandoli dal punto di vista della sensibilità e dell'aspetto sanitario, è evidente che devono essere presi in grande considerazione.
  Sono contenta, presidente, che lei abbia lasciato anche qui un documento, così che abbiamo anche agli atti qualcosa a cui riferirci. Naturalmente lo approfondiremo e sono sicura che coinciderà con quanto ci eravamo già detti.
  Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

  FILIPPO ANELLI, presidente di FNOMCeO (intervento in videoconferenza). L'intelligenza artificiale è già entrata nella pratica medica, perché abbiamo oggi sistemi, per quanto riguarda l'imaging, la diagnostica, che riescono oggi a formulare ipotesi di diagnosi precoce, che in passato era difficile da ipotizzare, non solo sulla base dell'elaborazione quello che l'occhio umano riesce a vedere, ma grazie proprio alla velocità del processo dei dati e, pensi anche all'interno delle sale operatorie, sono sempre di più i robot che vengono utilizzati oggi, con algoritmi che consentono il controllo da parte sicuramente dell'uomo per una maggiore precisione nell'esecuzione di alcune manovre, con una riduzione di quelli che possono essere gli effetti indesiderati o gli eventi avversi, che rendono oggi ancora più efficace l'attività di cura dei cittadini.
  La cosa che mi viene in mente sicuramente è la velocità e la mole di dati che gli algoritmi legati all'intelligenza artificiale riescono a gestire, nonché all'utilizzo di macchine che utilizzano la fisica quantistica come supporto. Per noi è riuscire ad arrivare a un momento in cui finalmente riusciremo a dare terapie personalizzate ai nostri cittadini, a tutte le persone che si affidano alle nostre cure, rappresenterebbe un obiettivo straordinario.
  È ovvio che il medico oggi chiede soprattutto l'esplicabilità delle procedure, in modo tale da avere la consapevolezza dei processi di intelligenza artificiale che portano poi a una serie di risultati. L'altro dato è quello della certificabilità di questi strumenti, perché questo consente ovviamente che non ci siano poi errori o quantomeno dei bias molto evidenti, perché costruiti senza aver fatto riferimento a protocolli e regolamenti precisi.
  Saluto l'onorevole Marta Schifone e la ringrazio sempre per l'attenzione nei confronti delle professioni sanitarie, in maniera particolare nei confronti dei medici. Abbiamo interloquito a lungo anche su questo tema. Questa nostra posizione è anche il frutto di ragionamenti che insieme abbiamo svolto. La ringrazio anche per aver consentito una interlocuzione diretta con il Governo.

  PRESIDENTE. Ringrazio e avverto che l'audito ha messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto Pag. 13stenografico della seduta odierna (vedi allegato 2). Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di Stefano Quintarelli, cofondatore e general partner di Rialto Ventures e già membro del gruppo di esperti di alto livello sull'intelligenza artificiale della Commissione europea.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di Stefano Quintarelli, cofondatore e general partner di Rialto Ventures e già membro del gruppo di esperti di alto livello sull'intelligenza artificiale della Commissione europea.
  Stefano Quintarelli non è in presenza. Evidentemente ha frequentato troppo queste aule, quindi preferisce farlo in collegamento.
  Professor Quintarelli, come sa, siamo in videoconferenza. Ci sono dei deputati collegati e dei deputati in presenza. Le cedo immediatamente la parola, affinché in cinque minuti circa ci spieghi tutto il suo sapere nel merito.

  STEFANO QUINTARELLI, cofondatore e general partner di Rialto Ventures e già membro del gruppo di esperti di alto livello sull'intelligenza artificiale della Commissione europea (intervento in videoconferenza). Grazie, presidente. Un saluto a tutti gli ex colleghi. È un piacere essere riconvocato qui ed è un onore.
  Con l'intelligenza artificiale spostiamo tante attività dal campo materiale al campo immateriale. La dimensione materiale del mondo presenta delle frizioni e dei limiti per cui le cose accadono con una certa lentezza. Nel momento in cui digitalizziamo un'attività questa attività può aumentare di scala e di velocità a livelli sovraumani. Questo accade per l'intelligenza artificiale, ma accade anche con Excel che è decisamente più bravo di noi a fare i conti o della mera calcolatrice che riesce a fare le radici quadrate a una velocità e con una precisione infinitamente superiore a quella umana.
  L'intelligenza artificiale consente di automatizzare alcune funzioni che prima erano caratteristiche delle attività umane. Anche fare le radici quadrate prima era caratteristico delle attività dell'intelligenza umana. Oggi con l'intelligenza artificiale ci spingiamo oltre e interveniamo su categorie di problemi che prima non erano affrontati con approcci procedurali algoritmici, tra cui, in senso lato, attività di percezione, classificazione, predizione e generazione; quindi tutte quelle cose che erano attività che erano caratteristiche degli umani (percepire, classificare e predire).
  Ormai ci sono due grandi categorie di intelligenza artificiale. Una è l'intelligenza artificiale noiosa, quella che non appare nei telegiornali e non fa notizia, che però è ovunque, dalla selezione delle sementi, all'ingegneria genetica per fare le sementi, a calcolare e gestire l'irrigazione di un campo, a gestire la raccolta con sistemi automatici, a gestire la logistica, a definire il prezzo, la posizione degli scaffali, la ricerca nella ricetta per cucinare i pomodori.
  L'intelligenza artificiale entra in tutte queste fasi e ci entra da tempo; mi riferisco, ad esempio, alla coltivazione dei pomodori, a quella che viene chiamata la banks analytics, alla capacità di fare predizioni prevedendo ad esempio se un generatore si romperà tra un po' di tempo sulla base delle vibrazioni rilevate da un sensore, alla rilevazione dei difetti, alla classificazione, per la raccolta differenziata, allo stabilire se una determinata transazione con carta di credito può essere una frode oppure no e via dicendo.
  L'intelligenza artificiale noiosa è con noi da anni e lo è sempre di più.
  Poi c'è questa intelligenza artificiale nuova, l'intelligenza artificiale sexy, quella generativa, che interviene sulla generazione dei contenuti. In qualche modo, quindi, ci stimola moltissimo la fantasia.
  Abbiamo due tipi di applicazioni possibili. Il primo lo chiamo lo stagista digitale, cioè il collega che lavora con noi, ma di cui noi siamo responsabili (perché l'intelligenza artificiale non è responsabile di per sé), che Pag. 14ci aiuta a scrivere testi, a fare i riassunti, produrre immagini.
  Un altro utilizzo dell'intelligenza artificiale generativa è quello che io inquadro come il prossimo passo evolutivo nel paradigma di interazione tra uomini e macchine.
  Siamo passati attraverso diverse fasi di paradigmi, dal mouse con il point and click al fatto di vedere quello che c'è con il what you see is what you get; il prossimo passo è il you do what I need (tu fai quello che ti dico). Tutti noi conosciamo Photoshop e sappiamo che Photoshop è perfettamente in grado di togliere una persona dallo sfondo di una fotografia, solo che noi non sappiamo farlo. Ecco che questa interfaccia utente ci consente di dire a Photoshop: togli quella persona che sta dietro, aggiungi un'onda del mare. Tutte cose che sono fattibili con gli strumenti. Piuttosto che dire a un di software di elaborare un'operazione si utilizza un'interfaccia utente.
  Voglio tornare rapidamente sulla questione delle allucinazioni. Il termine è stato coniato da OpenAI, il produttore di ChatGPT. Nel technical report su ChatGPT4 OpenAI scriveva, in una nota a piè di pagina, che è un po' un'ammissione di colpevolezza: «Usiamo il termine allucinazioni anche se riconosciamo come questo inquadramento possa suggerire una antropomorfizzazione, che a sua volta può portare a danni o a modelli mentali errati di come il modello apprende». In altri termini, OpenAI dice: usiamo questa parola, anche se sappiamo che non è corretta, anche se sappiamo che può produrre danni e può produrre distorsioni nel modo in cui interpretiamo i modelli. Il termine «intelligenza artificiale» è una metafora, ma è una metafora di cui non ci sono chiari i limiti. Se io dico «una montagna di libri» è chiaro che non è un ambiente adatto alla riproduzione degli stambecchi. Se io dico «intelligenza artificiale» capire i limiti della metafora è più difficile, specie se continuiamo a usare parole improprie o a definirla, per stessa ammissione di OpenAI, come allucinazione.
  Le allucinazioni non sono altro che un sottoprodotto della plasticità dei modelli. I modelli si possono adattare a tante situazioni nuove e quel fatto che li rende adattabili a tante situazioni nuove fa generare degli errori. Qui ci sono gli impatti sul mondo del lavoro. D'altronde, alla fine chi li prende in produzione, chi utilizza questi strumenti dovrà tener conto del fatto che questi strumenti sbagliano. Quindi, alla fine si tratta di fare un'analisi della bottom-line e capire fino a che livello di automazione mi posso spingere per avere poi quello che viene chiamato lo human in the loop, la persona che ha un senso, che capisce (perché la macchina non capisce).
  Oggi c'è grande eccitazione. Dal mio punto di vista anche di investitore, siamo in una bolla. Però, c'è una linea che cresce, l'intelligenza artificiale cresce, ha una metodica di fare software e, quindi, continuerà a crescere, su questa crescita c'è una bolla, che è quella dell'intelligenza artificiale generativa, che avrà un grande impatto.
  Di certo, diventa uno stagista digitale che collabora con noi, ci porta ad aumentare la nostra produttività e genererà nuove professionalità in varie attività, che oggi non sappiamo ancora, che oggi non possiamo immaginare. È tutto un divenire. Però, una cosa è certa: dobbiamo pensare che la parcellizzazione del tempo «adesso studio, poi lavoro» non ci sarà più, perché il lavoro cambia grazie all'introduzione di strumenti di modifica del lavoro, per cui modificando il lavoro dobbiamo continuare a imparare.
  Voglio sottolineare che tutti gli strumenti automatizzano funzioni, non lavori. In realtà, un lavoro è composto da tante funzioni; alcune di queste particolarmente ripetitive saranno automatizzate. Quindi, ci sarà un aumento di produttività e la necessità di fare lifelong learning (apprendimento continuo).
  Dall'altra parte, questo statista digitale ci aiuta a dire cosa dobbiamo fare e come lo dobbiamo fare. Questo in qualche modo trasferisce una parte delle nostre competenze al di fuori di noi; li codifica nella macchina. Questo rende la persona più intercambiabile. Sta già succedendo. Adesso potrei farvi mille esempi, però sta già succedendo. Il fatto di avere una persona intercambiabile vuol dire che è più facile sostituirla; in definitiva vuol dire mettere pressione sui salari.
  Inoltre, l'intelligenza artificiale, unitamente ad altri strumenti digitali, tende a renderePag. 15 molto più porosi i confini aziendali, il che comporta un aumento dell'instabilità dei rapporti. Potrei parlare di precarietà. La possibilità di fare analisi, predizioni, si porta dietro delle tematiche di controllo dei lavoratori e di possibile sfruttamento. Queste sono cose che sono dettate dall'evoluzione della digitalizzazione e accelerate dall'intelligenza artificiale.
  Quindi, avremo nuove professioni, pressione salariale, instabilità dei rapporti e possibilità di sfruttamento, ma anche una inevitabile compressione dei diritti. La compressione dei diritti deriva dal monitoraggio potenziale dei comportamenti che vengono assunti, che può avvenire in modi difficilmente percettibili e rilevabili, fino all'applicazione di quella che io chiamo la fisiognomica digitale. Noi sappiamo che la fisiognomica di Cesare Lombroso era una pseudoscienza: l'idea di poter classificare le persone sulla base delle caratteristiche o delle dimensioni del naso e delle orecchie.
  Adesso siamo in un'epoca in cui c'è un soluzionismo digitale, per cui si pensa che con l'intelligenza artificiale si riesca a capire se una persona sta mentendo. Durante il periodo del Covid c'era chi diceva che dalle telecamere era possibile capire chi aveva il Covid grazie ai movimenti che faceva in ragione della tosse. Questa è tutta fisiognomica digitale. Sono tutte pseudoscienze. Però, queste cose trovano applicazione, in attesa che venga fuori una scienza ufficiale che maturi la consapevolezza, comprimendo i diritti dei lavoratori.
  L'ultimo grande rischio che vedo è quello della sovrattribuzione, nel senso che si tende a collegare all'intelligenza artificiale tante conseguenze, ma l'intelligenza artificiale è solo un ingrediente e neanche il più rilevante.
  Spero di essere rimasto nei cinque minuti e sono a disposizione per domande o approfondimenti.

  PRESIDENTE. Grazie, professor Quintarelli.
  Purtroppo dobbiamo correre, perché abbiamo poco tempo a disposizione. Le faccio un'unica domanda. Mi basterebbe un «sì» o un «no», anche se immagino che sia molto difficile da sintetizzare in questo modo. L'intelligenza artificiale generale resterà un hype?
  Do la parola al nostro ospite per la replica.

  STEFANO QUINTARELLI, cofondatore e general partner di Rialto Ventures e già membro del gruppo di esperti di alto livello sull'intelligenza artificiale della Commissione europea (intervento in videoconferenza). Sì, lo resterà. Io sono convinto che resterà un hype.
  Ricordo che in un gruppo ristretto della Commissione europea avevamo scritto tre pagine su questo aspetto. Noi abbiamo lavorato sulle linee guida etiche e sulle raccomandazioni di policy che poi hanno informato il lavoro dell'AI Act. Eravamo cinquanta persone e il presidente a un certo punto chiese: ma noi ci crediamo a questa cosa? Perché se scriviamo tre pagine e lo mettiamo in un rapporto nobilitiamo il tema, se invece non ne parliamo sembra che lo stiamo trascurando, quindi possiamo essere tacciati di incompletezza. Di queste cinquanta persone soltanto tre erano a favore di affrontare la questione e due di queste tre persone dicevano: io non ci credo, ma se per caso succede? Alla fine, è rimasta una nota a piè di pagina che dice sostanzialmente che alcuni sostengono certe argomentazioni, ma queste sono generalmente intese come irrealistiche.
  Un'ultimissima chiosa. Federico Faggin ha detto una cosa molto saggia: noi siamo inferiori alle macchine solo se noi ci consideriamo delle macchine. Se io mi confronto alla mia calcolatrice sul saper fare le radici quadrate vince lei. Ma noi siamo molto di più. Non siamo una funzione, siamo tante attività.

  PRESIDENTE. Nel rinnovare il nostro ringraziamento al professor Quintarelli, dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Farmindustria.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa Pag. 16può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Farmindustria.
  L'audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza di deputati e auditi.
  Sono collegati in videoconferenza il presidente di Farmindustria, dottor Marcello Cattani, accompagnato dal dottor Nicola D'Erario, area relazioni lavoro e professionalità, e dalla dottoressa Nadia Ruozzi, direttore relazioni istituzionali.
  Cedo la parola al presidente Cattani.

  MARCELLO CATTANI, presidente di Farmindustria (intervento in videoconferenza). Buon pomeriggio. Grazie, gentile presidente e gentili onorevoli. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento per questa audizione, quale opportunità per far conoscere il ruolo dell'intelligenza artificiale nel settore delle scienze della vita e i suoi impatti sul lavoro.
  In tutto il mondo i sistemi di intelligenza artificiale sono già una realtà applicata in tutta la catena del valore delle aziende farmaceutiche, dalla scoperta delle molecole agli studi preclinici, dalle sperimentazioni cliniche alla produzione, dalla supply chain alla disponibilità di cure e servizi di farmacovigilanza.
  L'industria farmaceutica è in una grandissima trasformazione per la convergenza tra i progressi della scienza, che generano maggiori conoscenze sulle caratteristiche genetiche degli individui, e gli avanzamenti della tecnologia, che consentono di elaborare un'enorme massa di dati per prevenire malattie, migliorare la diagnosi, trovare terapie più efficaci.
  Grazie a questi trend assistiamo a un rinascimento dell'innovazione farmaceutica, con più di 20.000 farmaci e vaccini in fase di sviluppo, ad oggi. Un'accelerazione che non ha eguali nella storia e che cambia radicalmente tutta l'organizzazione delle imprese, a partire dalla ricerca, che viene condotta seguendo il modello della network innovation, che vede protagonisti team di ricerca multidisciplinari, caratterizzati dalla collaborazione tra medici, scienziati, matematici, biologici, bioinformatici, specialisti di nanomateriali, big data e information technology.
  In questo contesto l'intelligenza artificiale renderebbe la scoperta di farmaci più veloce, sicura ed economica. Infatti, seguendo un iter tradizionale, una nuova molecola impiega mediamente circa tredici anni per raggiungere l'approvazione regolatoria, con un investimento totale in ricerca e sviluppo di circa 2,6 miliardi di dollari. Simulando il comportamento dei potenziali farmaci nell'organismo e selezionando in anticipo i composti che hanno la maggior probabilità di successo, si riducono le fasi di laboratorio sino al 40 per cento rispetto all'iter tradizionale e diminuisce il rischio di fallimento della fase clinica successiva.
  Su questo versante, però, siamo ancora agli inizi di una rivoluzione tecnologica e digitale e gli sviluppi in termini di realizzazione di nuovi farmaci sono ancora tutti da esplorare, anche perché molti sono ancora gli ostacoli, in particolare la complessità nel secondary use dei dati raccolti per fini di assistenza e di ricerca, le difficoltà relative alla protezione della proprietà intellettuale, le preoccupazioni sulla protezione dei pazienti da attacchi hacker.
  In ambito produttivo, invece, l'intelligenza artificiale sta diventando un'opportunità sempre più presente, su cui si sta puntando, in particolar modo riguardo alla digitalizzazione e automazione della supply chain, alla manutenzione preventiva degli impianti, alla robotica di fabbrica. Gli obiettivi sono quelli di anticipare e risolvere per tempo eventuali interruzioni nella catena di distribuzione e nella produzione dei farmaci, monitorare le anomalie produttive e, quindi, aumentare la qualità e la sicurezza dei processi produttivi.
  Nel mondo l'industria farmaceutica rappresenta il più grande investimento in ricerca e sviluppo dei prossimi anni: oltre 2 trilioni di dollari a livello mondiale da qui sino al 2029. Il nostro settore è leader tra i comparti manifatturieri che utilizzano e implementano l'intelligenza artificiale, vedendo una crescita dell'occupazione del 9 per cento negli ultimi cinque anni, e si attesta al primo posto per produttività, retribuzione e valore aggiunto per addetto. Il 40 per cento dei suoi 70.000 occupati è altamente qualificato (laureati e diplomati) e per questo il capitale umano per il settore rappresenta il primo fattore di forza, competitività, attrazione degliPag. 17 investimenti e consolidamento del settore come prospettive.
  L'utilizzo dell'intelligenza artificiale e dell'innovazione tecnologica sta imponendo un ripensamento di tutta l'organizzazione del lavoro, quindi il tema delle competenze è centrale e fondamentale. Secondo quanto già analizzato nei recenti report sugli impatti dell'intelligenza artificiale sul lavoro, redatti da McKinsey, nel nostro comparto le nuove competenze non necessariamente distruggono lavoro ma possono, anzi, creare nuove figure professionali. Il farmaceutico risulta essere il settore dove gli effetti dell'intelligenza artificiale sono associati maggiormente a guadagni di produttività più che a sostituzioni di figure esistenti.
  L'intelligenza artificiale, quindi, non comporta solo innovazioni di prodotto, ma anche di processo, innescate da capacità di coordinare scienza, tecnologia, comprensione dei dati in tutte le fasi delle attività.
  Abbiamo mappato alcune tendenze che possono richiedere nuove competenze nelle imprese del farmaco, in particolare rispetto ai ruoli di medici e ricercatori, che dovranno saper utilizzare i database per conoscere migliaia di testi scientifici, casi patologici, dati sui brevetti, per valutare le molecole prodotte dalla ricerca di base e prevedere quali possano essere le complementazioni con successo rispetto al percorso di ricerca o di cura dei pazienti.
  Le tradizionali nozioni di medicina dovranno integrarsi e arricchirsi con maggiori conoscenze di bioinformatica, statistica, elementi di matematica e bioingegneria. Inoltre, sarà fondamentale combinare e compendiare le competenze e le tecniche per promuovere miglioramenti nella prevenzione, nella diagnosi e nei percorsi di cura, un'attività cosiddetta di «medicina traslazionale», che richiede figure specifiche, quali physician-scientist e specialisti di big data analytics.
  Avere successo e accesso alla gestione dei dati significa capacità di comprenderli, interpretarli e gestirli. Questo è un asset cruciale per il mondo del farmaco.
  Come imprese stiamo diventando sempre più data-centric e data-driven, ovvero imprese che si stanno dotando, quindi, di figure professionali specializzate. Le imprese si immaginano come solution companies per offrire prodotti e servizi di e-health, a supporto dell'assistenza e della cura del cittadino. Saranno, anche qui, necessari specialisti in utilizzo di software e soluzioni tecnologiche innovative, quindi volumi crescenti di dati e informazioni da analizzare e nuovi modelli di interazione con i clienti-consumatori e nuovi modelli logistici e di distribuzione.
  Il progresso e l'innovazione nascono dalla sommatoria di conoscenze diverse. Questo deve portare a un approccio diverso e integrato degli studi, che dovranno essere impostati con un percorso multidisciplinare e contraddistinto da contaminazioni tra diverse discipline. Sarà fondamentale lavorare in parallelo su diversi segmenti formativi, come ad esempio le scuole secondarie superiori, con gli ITS Academy, con le università e i politecnici, ai quali l'industria potrebbe dare un supporto per un'alleanza formativa con l'accademia, seguendo modelli che altri Paesi hanno già adottato. Un esempio virtuoso di collaborazione tra Farmindustria e Fondazione ITS è stata l'inaugurazione del Campus Pharma Academy a Roma, un esempio concreto, dove gli studenti sono già formati su teoria e pratica, con metodi e tecnologie che utilizzano l'intelligenza artificiale, allo scopo di ridurre il mismatch e fornire le adeguate competenze, utili al settore, ma strategiche per i giovani per la loro formazione e per essere protagonisti nel mercato del lavoro del futuro.
  Un'alleanza per gestire gli impatti non può che passare da relazioni industriali mature, che in questo senso, nell'ultimo rinnovo del contratto collettivo chimico-farmaceutico, hanno visto la definizione di linee guida per agevolare gli investimenti in tema di innovazioni digitali e accompagnare, quindi, i cambiamenti in essere e la formazione necessaria. È un approccio che riteniamo fondamentale, in quanto predilige la condivisione in maniera trasparente di ogni aspetto che riguarda l'organizzazione del lavoro, la formazione delle competenze e tutte le misure necessarie per la presente e futura occupabilità, poiché le trasformazioni in atto sono inevitabili per la competitività delle imprese nel nostro Paese e nello scenario globale.Pag. 18
  Vi ringrazio per la gentile attenzione, presidente e onorevoli deputati.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, presidente Cattani. È stato molto interessante. Se lei volesse inviarci un documento, lo leggeremmo con grande attenzione.
  Durante il suo intervento, presidente, mi sono venuti in mente un paio di aspetti. Il primo è che leggendo qualche documento mi sono accorto che qualche tempo fa grandi aziende a livello internazionale avrebbero sviluppato delle piattaforme per cercare di profetizzare le caratteristiche ad esempio delle molecole e il modo di interagire delle stesse rispetto all'organismo, attraverso sistemi di intelligenza artificiale, oltre al fatto che leggevo qualche settimana fa la notizia che un'azienda di Hong Kong per quanto riguarda, ad esempio, l'utilizzo massivo dell'intelligenza artificiale, ha iniziato a scrivere un protocollo sulla fibrosi polmonare proprio da un ecosistema di intelligenza artificiale.
  Sotto questo punto di vista, mi confermerà, presidente, che anche per quanto vi riguarda servirà nell'applicazione della stessa e rispetto alla vostra illustre professione, comunque un aspetto formativo sempre più incisivo anche e soprattutto rispetto alla scuola e quindi dall'università in poi.
  Questa è semplicemente una considerazione che faccio perché abbiamo capito che, fondamentalmente, alla base di tutto questo, serve in tutte le professioni una formazione molto più approfondita di quello che evidentemente c'è stato sino a qualche tempo fa.
  Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARTA SCHIFONE. Mi sia consentito di ringraziare il presidente Cattani che svolge una grande opera di rappresentanza da sempre. Farmindustria è sempre a disposizione per le interlocuzioni istituzionali. Mi sento anche di ringraziare per questi vostri continui contributi.
  Per il contributo di oggi, anch'io mi associo a quanto chiesto dal presidente, se fosse possibile ricevere le osservazioni che leggeremo con particolare attenzione.
  Il comparto dell'industria farmaceutica in Italia, non da ora, è sempre stato all'avanguardia. A me piace ricordare che il Governo Meloni insieme alla sua maggioranza prestano particolare attenzione a questo comparto che noi riteniamo a tutti gli effetti essere un componente del made in Italy, perché oltre al design, oltre alla moda, oltre all'artigianato, alle eccellenze agroalimentari, noi abbiamo delle altissime competenze e delle aziende, che sono fiori all'occhiello italiano e che esportano italianità nel mondo.
  Per questo, naturalmente, anche a nome del mio partito e dei gruppi di maggioranza, ringrazio le aziende farmaceutiche italiane.
  La domanda verte su questo, presidente. Si parla di gestione di compensazione fra lavoro creato e lavoro distrutto, in sostanza, cioè quanto rischio e opportunità poi andranno, a ricaduta, sul comparto del lavoro.
  Le volevo chiedere, proprio in virtù del fatto che il comparto della farmaceutica è all'avanguardia molto spesso in tanti processi nel nostro Paese, secondo lei, nel mondo del mercato del lavoro, aggiungeremo competenze, aggiungeremo posti di lavoro o li andremo a perdere?

  PRESIDENTE Do la parola al nostro ospite per la replica.

  MARCELLO CATTANI, presidente di Farmindustria (intervento in videoconferenza). Molte grazie. Buon pomeriggio, onorevole Schifone e grazie per l'introduzione e per la sua gentile domanda.
  In estrema sintesi, non dobbiamo avere timore di questa nuova tecnologia disponibile. Dobbiamo gestirla in modo da proteggere il dato del singolo cittadino, del singolo utente, ma dobbiamo avere il coraggio di implementare quelle riforme, ad esempio, nell'area salute sull'impiego del dato secondario, che consentiranno ancora di più, per finalità assistenziali e in questo caso di ricerca clinica, alle industrie farmaceutiche operanti nel nostro settore di essere ancor più competitive nella capacità di attrarre investimenti e quindi nuove competenze per sviluppare proprio ricerca clinica nel nostro Paese.
  L'Italia ha – ahinoi! – perso una posizione. Dal terzo posto è scesa al quarto. La Spagna ci ha superato con una strategia life science di Paese che impiega anche una strategiaPag. 19 di utilizzo del dato per finalità di ricerca. Se faremo questo passaggio credo che avremo di fronte a noi un'epoca di grande prospettiva di crescita di occupazione, grazie proprio a queste nuove competenze che si stanno sviluppando, di cui abbiamo un bisogno enorme nel nostro settore.
  Chiudo citando solo l'esperienza dell'ITS Academy che ho citato nella mia relazione. I ragazzi che vengono formati, tutti vengono assunti prima che terminino il percorso di studi. È la prova provata e concreta che si apre un mondo di nuove possibilità che può dare più salute al Paese, più economia, più sviluppo sociale e più competitività al nostro settore, che è abituato a vincere negli scenari internazionali che sono estremamente competitivi, perché hanno una strategia molto definita, solida, che poggia su norme altrettanto solide, consentendo l'impiego secondario del dato di salute per finalità di assistenza e di ricerca.
  Spero di essere stato esaustivo.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Ruozzi, il dottor D'Erario e ovviamente il presidente Cattani. Attendiamo il documento che leggeremo con cura. Buon lavoro.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.15.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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