XIX Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Mercoledì 20 dicembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO

Audizione di rappresentanti di Associazione Lavoro & Welfare.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Damiano Cesare , presidente dell'Associazione Lavoro & Welfare ... 3 
Rizzetto Walter , Presidente ... 4 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 4 
Rizzetto Walter , Presidente ... 5 
Damiano Cesare , presidente dell'Associazione Lavoro & Welfare ... 5 
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 

Audizione di rappresentanti di Confprofessioni:
Nisini Tiziana , Presidente ... 6 
Girella Carlo , Relazioni istituzionali dell'ufficio studi ... 7 
Nisini Tiziana , Presidente ... 8 
Soumahoro Aboubakar (Misto)  ... 9 
Girella Carlo , relazioni istituzionali dell'ufficio studi ... 9 
Nisini Tiziana , Presidente ... 9 

Audizione di rappresentanti di FLP – Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche:
Nisini Tiziana , Presidente ... 9 
Carlomagno Marco , Segretario generale di FLP ... 9 
Nisini Tiziana , Presidente ... 11 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 11 
Cefalo Roberto , responsabile area politiche contrattuali di FLP ... 11 
Nisini Tiziana , Presidente ... 12 

Audizione di Alberto Lucarelli, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli studi di Napoli Federico II:
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 
Lucarelli Alberto , professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli studi di Napoli Federico II. (intervento da remoto) ... 12 
Rizzetto Walter , Presidente ... 14 
Lucarelli Alberto , professore di diritto costituzionale presso l'università degli studi di Napoli, Federico II ... 14 
Rizzetto Walter , Presidente ... 15 

ALLEGATO: Documentazione presentata dai rappresentanti di Confprofessioni ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 13.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Associazione Lavoro & Welfare.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione Lavoro & Welfare.
  È presente Cesare Damiano, presidente dell'Associazione Lavoro & Welfare, già Presidente di questa Commissione e Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
  Nel ringraziare il nostro ospite per la disponibilità, gli cedo immediatamente la parola. Prego onorevole Damiano.

  CESARE DAMIANO, presidente dell'Associazione Lavoro & Welfare. Grazie presidente. Saluto naturalmente gli onorevoli. Avendo tassativamente cinque minuti a disposizione sarò estremamente sintetico e mi concentrerò su un punto, quello della sicurezza sul lavoro. Voi direte qual è il nesso, cerco di spiegarlo.
  Non abbiamo ancora imparato che cos'è l'intelligenza artificiale e già stiamo parlando di intelligenza artificiale generativa. L'intelligenza artificiale generativa assume degli input elementari e svolge dei lavori complessi, ad esempio componendo una melodia, una canzone, un testo, una poesia, quindi è evidente che occuperà molto spazio lavorativo rispetto alla tradizione.
  Io avendo una certa esperienza e una certa età ed essendo figlio del Sessantotto ricordo che già a quel tempo noi discutevamo circa la neutralità della scienza e della tecnica. Mi sono convinto, nell'arco di 55 anni di lavoro ininterrotto, che non esiste la neutralità della scienza e della tecnica. La scienza può essere usata a favore o contro. Naturalmente io evito di schierarmi fra i positivi e i negativi, chi avversa l'intelligenza artificiale e le tecnologie in generale, gli eredi del luddismo, e chi invece fa un encomio solenne e acritico. Io, come sempre, cerco di approfondire le tematiche ed entrare nel merito dei problemi.
  Io sono molto soddisfatto circa il fatto che l'Unione europea abbia cominciato ad agire su questo terreno, ad esempio, attraverso la regolamentazione dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale che io ritengo la questione fondamentale. Come sempre, se l'uomo utilizza la tecnologia e regola il suo utilizzo e i suoi confini possiamo avere un buon risultato. Se viceversa è la tecnologia che utilizza l'uomo, l'umanità viene piegata alle macchine. Voi avrete visto sicuramente il bellissimo film di Stanley Kubrick «2001 Odissea nello spazio» e quindi non ve lo racconto.
  Detto questo, come si può utilizzare favorevolmente la tecnologia? Noi sappiamo che inevitabilmente il mercato del lavoro avrà una polarizzazione nel prossimo futuro, la polarizzazione fra competenze di altissimo profilo (le stesse che Pag. 4utilizzeranno sapientemente l'intelligenza artificiale, i curatori dell'intelligenza artificiale, i manutentori della digitalizzazione) e all'opposto delle professionalità di basso profilo, una manovalanza diffusa. Pensate alla crescita del settore del commercio, dei servizi, della logistica che di solito, come stipendi, salari, professionalità, carriere, è molto al di sotto degli standard del settore della manifattura.
  Mi ricollego a quanto detto all'inizio, la sicurezza sul lavoro. Perché faccio questo collegamento? Voi sapete che io sono il padre del decreto legislativo n. 81 del 2008 – uno dei padri, c'è anche una madre, che è Livia Turco, con la quale ho collaborato – e quindi il tema della sicurezza per me è un tema molto importante. Io credo molto nei processi di digitalizzazione – mi auguro che naturalmente nella pubblica amministrazione e nel campo privato entrino nuove generazioni digitali – e credo anche nell'utilizzo sapiente dell'intelligenza artificiale. Vi faccio un esempio. Mi sono occupato di recente del tema dell'edilizia, ne abbiamo parlato col Presidente Rizzetto. Il mio sogno è il cantiere digitale. Il cantiere digitale è un cantiere nel quale si varca una porta, un gate, appunto digitale, e questo gate registra il fatto se tu hai un contratto dell'edilizia o il contratto del florovivaista che costa di meno. Se hai il contratto dell'edilizia vuol dire che hai fatto la scuola edile e quindi sei preparato anche all'eventualità di incidenti mortali che possono avvenire in un cantiere, come la caduta dall'alto. Vuol dire utilizzare i microchip dei caschi, nei guanti, nelle scarpe, nelle imbragature, nel modo col quale costruisci le impalcature. Quindi, l'utilizzo della digitalizzazione, fino all'intelligenza artificiale, può anche governare i processi per quanto riguarda, ad esempio, gli appalti, i subappalti e i subappalti dei subappalti.
  Avendo terminato i miei cinque minuti vi faccio l'esempio di Brandizzo. A Brandizzo l'incidente è avvenuto perché si comincia prima a lavorare per finire prima. Se si fosse cominciato in orario col passaggio dell'ultimo treno, non avremmo avuto quei cinque morti. Se l'autorizzazione all'inizio lavoro non fosse dipeso da una telefonata o da un fonogramma, che può essere aggirato, ma da un dispositivo di intelligenze artificiali di digitalizzazione, che fa scattare la paga dopo che è passato l'ultimo treno, forse avremmo avuto salve quelle vite.
  Quindi io pregherei voi, che siete dei parlamentari, uomini e donne della Commissione Lavoro, quindi siete in trincea sulla tutela e la salvaguardia della salute della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, di approfondire questa tematica: l'intelligenza artificiale e l'intelligenza artificiale generativa in relazione all'innovazione di processo e di prodotto per quanto riguarda l'ergonomia e la progettazione dei macchinari, al fine della tutela dell'integrità psicofisica dei lavoratori. Mi sembrerebbe un campo di esplorazione estremamente interessante.

  PRESIDENTE. Grazie al presidente Cesare Damiano. Chiedo se ci sono degli interventi o delle domande sulla base di quanto abbiamo ascoltato.

  VALENTINA BARZOTTI. Io saluto e ringrazio il presidente Damiano per essere qui con noi e per aver dato il suo contributo in un'indagine conoscitiva che reputiamo essenziale. Concordo con molte delle osservazioni che sono state svolte, tra cui il fatto che ci saranno delle peculiarità, delle professionalità di altissimo profilo legate all'utilizzo dell'intelligenza artificiale, ma ci sarà anche una polarizzazione di competenze. Cioè, chi in questo momento non ha delle competenze non verrà aiutato dall'utilizzo dell'intelligenza artificiale, mentre invece chi ha un background conoscitivo e formativo importante sicuramente ne potrà trarre vantaggio.
  Noi riteniamo che ci saranno delle opportunità, non lo neghiamo, ma siamo anche molto spaventati da una possibilità di polarizzazione ed emarginazione dei soggetti che invece sono appunto meno strutturati per poter capire il processo che si sta verificando. Su questo volevo chiederle un'opinione.
  Poi volevo ricollegarmi alla questione della sicurezza sul lavoro. Io ritengo il testo Pag. 5del decreto legislativo n. 81 del 2008 fondamentale per il mondo del lavoro, però allo stesso tempo ho rilevato nella pratica anche uno scollamento tra quello che è la teoria e la forma e la sostanza e le conseguenti violazioni. Quindi, rispetto alla necessità di intervenire nell'ambito della salute e sicurezza sul lavoro, che è sicuramente un tema che noi valutiamo quotidianamente, dato che l'utilizzo dell'intelligenza artificiale di tipo generativo per modulare gli strumenti di sicurezza sul lavoro ha un costo, le chiedo come ritiene possano essere individuare le risorse, ad esempio nell'ambito della legge di bilancio oppure nel tesoretto dell'INAIL, e come possano essere utilizzate.

  PRESIDENTE. Do la parola al presidente Damiano per la replica.

  CESARE DAMIANO, presidente dell'Associazione Lavoro & Welfare. Ringrazio l'onorevole Valentina Barzotti per le domande. Rispondo in modo sintetico perché so che i vostri tempi sono preziosi.
  Indubbiamente, come ho detto, ci sarà un processo di polarizzazione. Nella polarizzazione ci sono vantaggi e svantaggi, chi sta in alto è avvantaggiato chi sta in basso di solito non lo è. Naturalmente si tratta di valutare, oltre al processo di polarizzazione, l'impatto occupazionale dell'utilizzo della intelligenza artificiale.
  Nella mia lunga esperienza, prima di sindacalista e poi di politico, io ho visto l'introduzione di tecnologie buone e cattive. Tecnologie buone: il Digitron, che nelle linee di montaggio della produzione automobilistica sostituiva le mansioni da tre secondi, estremamente alienanti se ripetute per otto ore di lavoro continuativo. Le cabine di verniciatura poi hanno sostituito lo spruzzo a mano. Lo spruzzo a mano avveniva con una mascherina, quelle che noi utilizziamo per ripararci dal Covid o dall'influenza. A quel tempo gli operai, che cominciavano a 15 anni a lavorare perché emigranti del Sud che prendevano la terza media con le 150 ore, andavano in pensione a cinquant'anni; bastavano 35 anni di contributi (né quaranta né quarantuno). Morivano due anni dopo con i polmoni bruciati. Le cabine di verniciatura sono state un grande avanzamento tecnologico. Il LAM, la linea singola di montaggio della meccanica di Mirafiori, ha sostituito le tradizionali linee di montaggio. Anziché mansioni da un minuto mansioni di mezz'ora, con l'operaio che era in grado di montarsi da solo un motore.
  Naturalmente, come ho detto, ci sono anche le tecnologie cattive, quelle che cacciano l'occupazione malamente. Quindi, bisognerà vedere quale sarà l'impatto. Alcune statistiche a livello globale parlano di 300 milioni di posti di lavoro che potrebbero essere persi. Anche qui introduco un argomento non richiesto sul quale sarebbe bene riflettere. È evidente che il salto tecnologico che deriva dalla digitalizzazione, dall'intelligenza artificiale generativa e non generativa, impone un ripensamento del rapporto fra tempi di vita e di lavoro, che non è un ripensamento tradizionale. Io nel Sessantotto ho conquistato la settimana inglese, vale a dire non lavoravo più il sabato (perché avevo già cominciato a lavorare nel Sessantotto) ed era una riduzione quantitativa da 48 a 40 ore, con una giornata libera. Oggi il concetto della riduzione d'orario si sposa con un altro concetto, la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
  Riflettiamo sulle esperienze positive che si stanno sviluppando in alcune imprese virtuose nella contrattazione di secondo livello per quanto riguarda la settimana di quattro giorni. Da Intesa San Paolo a Lamborghini, a Luxottica e così via; ne abbiamo parlato l'altro giorno nel nostro dibattito. Quindi, credo che noi dobbiamo accompagnare la riflessione strategica dell'utilizzo positivo dell'intelligenza artificiale, nella progettazione di macchinari e tecnologie che siano ergonomiche e, nel momento in cui ci può essere un impatto sull'occupazione, rivedere prepotentemente il nesso fra quantità di ore di lavoro, quantità dell'occupazione e utilizzo della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale.
  Per quanto riguarda il decreto legislativo n. 81 del 2008 vi faccio presente che purtroppo alcune deleghe sono inattuate Pag. 6nonostante il fatto che il decreto sia del 2008. Una su tutte, sulla quale io rifletto molto, riguarda il tema della qualificazione delle imprese. Pensate all'edilizia, al 110 per cento (c'è chi lo ama e chi lo odia). Io dico che ha fatto del bene e ha fatto del male. Sicuramente ha dato un contribuito alla crescita dell'economia; la spinta dell'edilizia è sotto i nostri occhi. Poi a me non piaceva vedere gli operai con le scarpe da spiaggia sulle impalcature, perché nel frattempo sono sorte migliaia di imprese dell'edilizia fasulle; un nome, un'etichetta, una porta dietro la quale non c'era nulla (forse un telefono); nessuna tecnologia, nessun macchinario, nessun lavoratore, nessuna esperienza per fare cosa? Intermediazione di manodopera. E quando si fa intermediazione di manodopera dell'edilizia si saltano due questioni: l'applicazione dei giusti contratti, e la previsione di una giusta paga e la garanzia di una tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Quindi, qualificazione delle imprese vuol dire che nei settori a rischio sarebbe opportuno che le imprese avessero la carta di identità che consenta loro di esercitare effettivamente quell'attività con le opportune tutele, non con un semplice accesso alla Camera di commercio.
  Per quanto riguarda la questione dell'INAIL, sapete qual è la mia posizione. Ero nel Consiglio d'amministrazione dell'INAIL e poi il Governo attuale ha deciso di commissariare l'INAIL e l'INPS. Io non discuto di questa decisione, probabilmente mi hanno giudicato incompetente sui temi della salute e della sicurezza; quindi sono fuori dal Consiglio d'amministrazione, né penso di doverci rientrare.
  Che cosa ho sempre sostenuto? Sostengo una tesi molto semplice. L'INAIL risparmia ogni anno un miliardo o un miliardo e mezzo; sono soldi che arrivano dalle imprese. Vengono in parte restituiti con i Bandi ISI e in parte restituiti con il finanziamento dei piani di prevenzione e con la certificazione della mancanza di incidenti, di infortuni, di malattie professionali rispetto all'anno precedente. Sarebbe molto saggio un bonus malus, come l'assicurazione dell'automobile, però si risparmia un miliardo e mezzo. Allora delle due l'una, o c'è una tassa occulta a carico delle imprese e dobbiamo diminuire i premi o c'è purtroppo un modo occulto di diminuire il debito pubblico, perché come sapete quei 37 miliardi presso la Tesoreria vanno a diminuire il debito e quindi raramente si possono intaccare. Credo che questa sia una grande distorsione.
  La sua domanda, onorevole Barzotti, merita una risposta. È chiaro che trovare i soldi di questi tempi è molto difficile, lì i soldi ci sono. Io non sono un estremista, sono un radicale che pratica la moderazione, è un po' un ossimoro. Però direi che se risparmi un miliardo e mezzo all'anno magari potresti risparmiarne soltanto uno facendo tornare alle imprese mezzo miliardo. Ma per farlo tornare alle imprese, onorevole, è necessario che l'INAIL abbia gli organici per poter fare i Bandi ISI, per poter svolgere la sua attività. Perché se la pubblica amministrazione è costantemente sotto organico e le paghe della pubblica amministrazione non sono più appetibili per le nuove generazioni è evidente che il gatto si morde la coda. Però varrebbe la pena anche su questo punto svolgere una battaglia politica che credo interessi tutti – destra, sinistra, centro – perché è una battaglia di civiltà.

  PRESIDENTE. Grazie all'onorevole Cesare Damiano per il prezioso contributo fornito all'indagine conoscitiva. Dichiaro conclusa l'audizione.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
TIZIANA NISINI

Audizione di rappresentanti di Confprofessioni.

  PRESIDENTE. Buongiorno. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Confprofessioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro.Pag. 7
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, in videoconferenza, dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  Sono presenti per Confprofessioni il responsabile dell'Ufficio studi dottor Francesco Monticelli e il dottor Carlo Girella delle Relazioni istituzionali ufficio studi. Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità, cedo la parola al dottor Girella. Prego.

  CARLO GIRELLA, Relazioni istituzionali dell'ufficio studi. Intanto ringraziamo la Commissione anche da parte del Presidente Gaetano Stella e da parte di tutta la Confederazione per questa audizione su un tema di grande interesse come quello appunto dell'intelligenza artificiale, che sta trasformando la società e sta sicuramente avendo un grande impatto sul mondo del lavoro.
  Abbiamo visto come negli ultimi anni sia cresciuto in maniera esponenziale l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, che viene sempre più utilizzata anche da imprese, professionisti e lavoratori. Quindi, questo orienterà sia la formazione, sia appunto le scelte economiche degli operatori. Apprezziamo molto questa iniziativa da parte della Commissione e riteniamo che capire questo mondo sarà molto utile per fare un quadro regolatorio che possa valutare i rischi e le opportunità dell'intelligenza artificiale.
  Riteniamo che l'intelligenza artificiale sia una sfida che anche il comparto libero professionale deve assolutamente raccogliere. La tecnologia è ormai insita nei processi dei liberi professionisti sia come prestazione professionale, sia all'interno degli studi. Però vanno valutati i rischi sui quali la Confederazione si sta interrogando già da molto tempo attraverso dei gruppi interni per trovare soluzioni.
  Quindi accogliamo con grande favore il fatto che veniamo oggi auditi. Nella nostra prospettiva, che è molto pragmatica, l'intelligenza artificiale non può essere vista in una maniera semplicistica come un qualcosa di negativo o positivo. Le trasformazioni tecnologiche ci sono, sono in atto e sono irreversibili; quindi dobbiamo coglierne le opportunità. Anzi crediamo che il compito delle istituzioni e delle parti sociali, come Confprofessioni, sia quello di incanalare e accompagnare queste trasformazioni digitali per sfruttarne al meglio le opportunità di crescita per i professionisti.
  Venendo proprio all'impatto sul mondo libero professionale vogliamo segnalare alcuni aspetti principali alla Commissione. Anzitutto, la prevenzione, quindi i rischi dell'intelligenza artificiale.
  Per quanto riguarda il comparto libero professionale riteniamo che il principale rischio riguarda la personalità della prestazione professionale; questo è un punto molto importante per noi, perché la personalità della prestazione professionale è un po' l'emblema del rapporto tra professionista e cliente. C'è un principio di affidamento del cliente, che è sancito dal codice civile; il cliente si affida al professionista per la gestione delle cose più importanti della sua vita: la casa, la sanità, il patrimonio. Quindi c'è un vincolo anche etico che fa sì che il professionista coordini l'interesse collettivo e l'interesse personale del soggetto.
  In questo senso crediamo che sia sempre necessaria la presenza del professionista e il controllo sulle attività che vengono delegate all'intelligenza artificiale anche nei sistemi di ultima generazione, quelli di deep learning; l'interazione fra uomo e macchina è comunque sempre necessaria.
  Vediamo un po' un rischio, cioè il rischio che la prestazione venga fatta dalla macchina senza il controllo di un professionista qualificato adeguatamente da cui poi deriva sostanzialmente una responsabilità. Quindi, centrale deve rimanere il ruolo del professionista che controlla la macchina.
  Le due possibili soluzioni che abbiamo individuato sono la certificazione della prestazione da parte del professionista – quindi un metodo per certificare che l'attività è stata svolta effettivamente da un professionista e non delegata solo al macchina – e appunto un presidio per le minacce derivanti dall'esercizio abusivo della professione che possono essere implementati tramite il web sostanzialmente.Pag. 8
  Il secondo punto che volevamo segnalare riguarda il ripensamento della formazione. La più grande lacuna che individuiamo è la mancanza di una formazione trasversale delle competenze professionali, che dovrebbe essere svolta già con il mondo delle università. Ci sono alcune professioni, come quelle più tecnologiche e scientifiche, che vengono già accompagnate verso l'IA durante la fase di formazione all'interno dell'università. Però ci sono alcune professioni, per esempio le professioni giuridiche, le professioni di dottore commercialista (che noi rappresentiamo), che sostanzialmente, all'interno del percorso universitario, non si confrontano con l'intelligenza artificiale; non ci sono corsi specifici per l'utilizzo di banche dati intelligenti, per sistemi di software di interscambio, per esempio con l'Agenzia delle entrate. Quindi, crediamo che ci debba essere una formazione più trasversale anche nelle professioni più classiche, che apparentemente non si confronteranno con l'intelligenza artificiale, ma nel futuro lo faranno (lo faremo tutti). In questo senso chiediamo una maggiore collaborazione tra il mondo dell'università e le associazioni professionali per una formazione continua; anche perché l'intelligenza artificiale è sempre in crescita e quindi deve essere svolta in maniera continuativa.
  Vengo adesso all'ultimo punto, che è quello del sostegno che deve essere dato dal mondo delle istituzioni e anche da noi, come parti sociali, in rappresentanza dei liberi professionisti. Noi siamo, come liberi professionisti, naturalmente predisposti ad intercettare le novità tecnologiche. Però, l'intelligenza artificiale fa fare un salto in avanti importante, avrà un impatto forte e quindi ci vogliono competenze, formazione dei professionisti e anche strutture tecnologiche avanzate. Qui ci confrontiamo un po' con un problema degli studi professionali che da sempre segnaliamo, che è relativo al nanismo, al fatto che gli studi professionali sono spesso composti solo da lavoratori autonomi, con poco personale dipendente, non hanno strutture molto grandi e subiscono anche la concorrenza rispetto ai soggetti europei – Francia e Spagna – dove ci sono realtà più strutturate. Invece, per sfruttare al meglio le possibilità dell'intelligenza artificiale riteniamo che ci vogliano studi professionali più strutturati, multidisciplinari, integrati che possano anche fare investimenti congiuntamente più importanti. Su questo noi vogliamo solo segnalare che come Confprofessioni, come parte sociale nel contratto nazionale studi professionali, abbiamo da subito sempre teso l'occhio all'innovazione e anche nel periodo pandemico abbiamo dato spazio alla possibilità di smart working. Anche nei rapporti con le altre associazioni sindacali che fanno parte degli enti bilaterali diamo importanza alla formazione del personale dipendente, in tema di innovazione, sempre nell'ottica di perseverare il livello di occupazione e quindi adeguare le competenze.
  Vengo agli ultimi due punti. Per sopperire a queste problematiche da tempo chiediamo una revisione della normativa sulle società tra professionisti, materia su cui è stata approvata una legge delega, che riteniamo possa aiutare a strutturarci meglio al fine di usufruire dell'opportunità dell'intelligenza artificiale. Poi chiediamo che vi siano opportune linee di investimento per il sostegno delle micro imprese, tra cui rientrano i liberi professionisti.
  L'ultimo punto riguarda proprio la telemedicina, che è una delle novità più importanti. Su questo c'è sicuramente una priorità legata anche al PNRR, che riguarda i medici di base, ad esempio i pediatri di libera scelta, nel prossimo futuro. A giugno 2024 per il PNRR tutti dovranno avere una postazione di telemedicina. Entro il 2025 si chiederà che almeno 300 mila pazienti vengano curati attraverso prestazioni di telemedicina e che tutti i professionisti utilizzino il fascicolo sanitario elettronico. È evidente che questa è una sfida bellissima, però anche molto difficile, che dobbiamo raccogliere insieme (sia come parti sociali, sia come istituzioni) con una visione di investimenti pubblici.

  PRESIDENTE. Grazie. Chiedo se vi sono colleghi che vogliono intervenire o fare delle domande. Onorevole Soumahoro prego.

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  ABOUBAKAR SOUMAHORO. Era più per un ringraziamento per quanto esposto in modo chiaro e limpido. Anche per questo approccio in termini di prospettiva riguardo al futuro.
  Quindi, intendevo solo complimentarmi.

  CARLO GIRELLA, relazioni istituzionali dell'ufficio studi. Grazie mille. Vi abbiamo lasciato ovviamente la memoria e, per qualsiasi cosa, siamo a disposizione anche in futuro.

  PRESIDENTE. Avverto che gli auditi hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
  Grazie nuovamente per il contributo che ci avete dato. Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di FLP – Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di FLP-Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, in videoconferenza, dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. Sono presenti per FLP il dottor Marco Carlomagno, Segretario generale, e il dottor Roberto Cefalo, Responsabile aree politiche contrattuali.
  Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità cedo la parola al dottor Carlomagno. Prego.

  MARCO CARLOMAGNO, Segretario generale di FLP. Grazie dell'invito.
  È un piacere partecipare e dare un contributo a questa indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale. Giova ricordare che il 30 novembre è stata presentata ufficialmente ChatGPT, questa innovazione disruptive utilizzabile da chiunque; ebbene in poco più di un anno abbiamo avuto un'evoluzione e soprattutto una consapevolezza che il vento non si può fermare con le mani e che occorre governare, occorre gestire, occorre prepararsi per far sì che questa cosiddetta intelligenza artificiale non soppianti l'intelligenza umana.
  L'intelligenza umana è l'unica oggi che veramente può definirsi intelligente, ma è chiaro che l'intelligenza artificiale può fare tutto quello che si è sempre fatto. Quindi o noi riusciamo ad abbattere il mantra del «si è sempre fatto così», che impedisce all'Italia – che pure è creativa, un Paese dotato proprio della capacità di innovare nel suo DNA – di creare processi nuovi, di attivare un nuovo sistema anche economico oppure rischiamo di essere soppiantati.
  Per far questo occorre partire dalla scuola, dall'università, dal posto di lavoro, perché oggi ci rendiamo conto – gli ultimi dati l'hanno rilevato in maniera molto plastica – che siamo più tentati a utilizzare l'intelligenza artificiale come fine e non come mezzo che andrebbe piuttosto governato e gestito da persone che conoscono quella materia; ciò ovviamente può aiutare ad arricchire o a snellire. Badiamo bene che l'intelligenza artificiale non è solo nell'ambito del lavoro burocratico finanziario. Noi oggi abbiamo banche che sono totalmente gestite da intelligenza artificiale, ma anche nel settore ingegneristico, perché un piano integrato ad esempio, che richiedeva mediamente due anni di tempo, tra giuristi, ingegneri, tecnici, geologi ed altro, può essere oggi sviluppato in pochi minuti proprio utilizzando i sistemi di intelligenza artificiale. Questo è un discorso fondamentale perché, applicato al mondo del lavoro della realtà italiana, può generare 312 miliardi, il 18 per cento in più di PIL, dato ufficiale della ricerca Microsoft Ambrosetti presentata proprio all'inizio di quest'anno. Nella pubblica amministrazione deve essere un volano per sradicare, per abbattere definitivamente quei sistemi, quelle pastoie, quell'amministrazione creata esclusivamentePag. 10 per i tecnici o per la macchina burocratica, consentendo ai cittadini indipendentemente dall'età, dal livello culturale, dal genere, di accedere ai servizi direttamente con una richiesta. Sapere qual è il mio estratto contributivo, sapere qual è il mio stato o come posso migliorare da un punto di vista fiscale la mia attività lavorativa e non incorrere nei meandri di quei sistemi, di quelle piattaforme, di quei siti internet che molto spesso sono scritti unicamente per i tecnici che li hanno progettati.
  Ebbene, questo è un cambiamento epocale. Il dato, nelle situazioni già applicate, crea in tutta Italia una riduzione a parità di lavoro di 5 miliardi e 700 milioni di ore lavorate. Vuol dire circa 3 milioni e 200 mila dipendenti. Noi abbiamo già avuto dei casi, ad esempio all'INPS lo smistamento delle PEC (sono 6 milioni di PEC che arrivano all'INPS) ha consentito di liberare 40 milioni di ore di lavoro che, ovviamente, in una pubblica amministrazione efficace ed efficiente, devono essere indirizzate immediatamente a favore di altri servizi ai cittadini, trasformando soprattutto una pubblica amministrazione in una amministrazione proattiva. Quindi, non si tratta solo di soddisfare i bisogni (e purtroppo nello stato attuale già sarebbe tanto) ma di essere proattivi, andando incontro ai cittadini, affinché i dati che sono in possesso delle pubbliche amministrazioni non vengano utilizzati esclusivamente per perseguitare i cittadini, magari con l'utilizzo di un'intelligenza artificiale, ma invece per aiutare i cittadini nell'ambito proprio della loro quotidiana attività.
  Qual è il motivo per continuare a richiedere un modello ISEE? Sono dati già in possesso della pubblica amministrazione, sono dati che, in base all'attuale normativa, già non dovrebbero essere richiesti. Ebbene, la pubblica amministrazione potrebbe tranquillamente, risparmiando tanti soldi che vengono pagati ad operatori esterni, dare l'immediato accesso, evitando al cittadino di dover richiedere dati che non servono assolutamente.
  Altro discorso importante nell'ambito della pubblica amministrazione è che potrebbero essere ingegnerizzati i processi. Noi abbiamo una pubblica amministrazione ancora basata su processi obsoleti, processi che ho definito più volte feudali, in cui non viene portata al centro la persona. L'intelligenza artificiale potrebbe essere un'occasione eccellente per riportare le persone al centro dei processi produttivi. Quindi, servizi migliori, qualità dei servizi che vengano erogati nel rispetto dell'articolo 97 della nostra Carta costituzionale che dice che le pubbliche amministrazioni «sono al servizio esclusivo della Nazione», non di sistemi feudali, di caste, di lobby ed altro. Noi dovremmo preoccuparci quotidianamente di quello che serve al cittadino, soprattutto da un punto di vista di una visione integrata. Devo dire che la Commissione lavoro di questo Parlamento è proprio il settore deputato ad avere una visione integrata. Altrimenti, noi per ogni singolo problema – denatalità, problemi dei giovani, scarsità di occupazione o di talenti o di personale – vediamo sempre frammenti. Per cui un giorno la denatalità è colpa delle donne che non vogliono far figli, un altro è dei giovani che non li vogliono fare, un altro è dei genitori che sono irresponsabili. Ebbene, tutto questo va radicalmente cambiato; la Commissione lavoro è quella che ha una visione più completa di tutti i paradigmi, soprattutto quei paradigmi culturali che vanno totalmente stravolti, perché molto spesso noi non capiamo i giovani. La generazione Zeta parla altri linguaggi. La pandemia ha posto la questione del riportare al centro la persona, imponendo di valutare e di ragionare in diverso modo. Il senso della vita è fondamentale se noi perdiamo occupazione, se noi non invertiamo anche le politiche della famiglia immediatamente. È chiaro che questo non si fa con una manovra o con un singolo provvedimento, ma occorreranno 26 anni per creare nuove classi che possano occupare il mondo del lavoro. L'intelligenza artificiale ci potrebbe dare una mano; in un mondo del lavoro in cui convivono cinque generazioni diverse (com'è l'attuale) noi dobbiamo offrire uno sbocco immediato ai giovani.Pag. 11
  Questo lo dico nell'ambito delle pubbliche amministrazioni ma anche nel privato, dove molto spesso non si trovano; i giovani rappresentano la generazione più qualificata e più competente di sempre, ma anche la più sottopagata e sfruttata di sempre. Ce lo dobbiamo porre questo problema; avere persone con competenze sempre maggiori, con studi sempre maggiori, con capacità, anche al di là di essere nativi digitali; dovremmo offrire anche degli sbocchi di lavoro immediati ai vertici. Non si può pensare che sia solo una competenza legata all'informatica o all'intelligenza artificiale. Dal 2017 tutto viene progettato in modalità BIM; ai vertici sia di pubbliche amministrazioni, sia di società private dovrebbero andarci giovani che hanno studiato questa modalità. Non si può continuare a dare tutto in mano a generazioni di sessantenni, sessantacinquenni, che continuano ad avere le leve del potere, con tutta la loro esperienza ovviamente. Questo non fa funzionare, non fa progredire il nostro Paese. Per cui è la Commissione lavoro, continuo a dire, competente a dover valutare ed elaborare soluzioni, superando gli steccati, superando anche le ideologie per offrire un futuro migliore.
  L'intelligenza artificiale, fenomeno che non può essere più arrestato, così come avvenuto con la pandemia, può essere l'occasione per mettersi intorno a un tavolo e ragionare in una visione integrata.

  PRESIDENTE. Grazie dottor Carlomagno. Chiedo se vi siano colleghi che vogliono porre dei quesiti al dottore.

  VALENTINA BARZOTTI (Intervento da remoto). Ringrazio il dottor Carlomagno per il suo contributo, ma volevo chiedere un chiarimento.
  Rispetto a quello che lui ci ha detto sull'intelligenza artificiale emerge che questa intelligenza artificiale sia un'opportunità, portando ovviamente l'esempio di quel che è accaduto con le PEC di INPS e io sono assolutamente d'accordo con lui. Come MoVimento 5 Stelle però abbiamo anche molte perplessità e molte preoccupazioni rispetto alla perdita dei posti di lavoro che queste tecnologie porteranno e soprattutto rispetto alla necessità di formazione per le persone al fine di restare allineati con il mercato del lavoro.
  Rispetto a queste tematiche – e quindi all'enorme rischio di disoccupazione, alla difficoltà di formare persone che hanno basse competenze – secondo lei come sarebbe opportuno intervenire?

  ROBERTO CEFALO, responsabile area politiche contrattuali di FLP. Grazie per la domanda.
  È evidente che noi nella pubblica amministrazione abbiamo due criticità. La prima è che oggettivamente la fase di applicazione dell'intelligenza artificiale deve fare i conti con una fase preventiva che è quella della scarsa digitalizzazione della pubblica amministrazione.
  Noi abbiamo gran parte degli uffici delle amministrazioni centrali e locali che non sono digitalizzati. Quindi, parlare di intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione significa in molti casi riuscire a mettere insieme l'attività propedeutica che è l'integrazione delle banche dati, il colloquio tra le banche dati, il rapporto fra funzioni centrali e funzioni locali, l'apertura dei servizi ai cittadini e alle imprese; subito dopo, ovviamente, sarà possibile mettere in campo un'operazione di intelligenza artificiale, anche predittiva. Noi abbiamo la possibilità di avere un'intelligenza artificiale predittiva che sia in grado di prevenire grandi cataclismi meteorologici, terremoti, e che possa essere impiegata nella sanità rispetto ai follow-up e ai check-up e, nella pubblica amministrazione, nell'ambito della prevenzione e della lotta all'evasione fiscale, nel campo della sicurezza del lavoro. C'è una serie di possibili utilizzi.
  Quanto alle ricadute sul mondo del lavoro, nella pubblica amministrazione mancano circa un milione di posti di lavoro e sappiamo che nei prossimi anni, per effetto del blocco del turn over e dell'anzianità molto elevata, centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori usciranno dagli uffici della pubblica amministrazione.
  Quindi, da un lato dobbiamo mettere in campo una straordinaria operazione di reclutamento, dall'altro canto dobbiamo metterePag. 12 in campo un'operazione che possa sinergizzare le risorse già disponibili e intervenire in due fasi. In primo luogo, occorre reperire finalmente professionalità tecniche specifiche che mancano nella PA. Voi sapete che la Corte dei conti ha registrato in circa 65 mila le unità tecniche professionali mancanti per l'attuazione del PNRR solo negli enti locali. In secondo luogo, è necessario mettere in campo una straordinaria operazione di formazione del personale già esistente, in un segmento così importante, in cui la formazione è stata del tutto assente (voi sapete che la formazione negli uffici della PA è ai minimi termini, a stento supera un'ora, un'ora e mezza per addetto). Quindi, questa è un'opportunità importantissima per modernizzare le pubbliche amministrazioni, formare il personale e rendere servizi maggiori all'utenza, facendo in modo che un'attività più specialistica non abbia effetti negativi sul numero dei posti di lavoro.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare i nostri ospiti per il prezioso contributo, dichiaro conclusa l'audizione.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

Audizione di Alberto Lucarelli, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli studi di Napoli Federico II.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Alberto Lucarelli, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mercato del lavoro con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale può avere sul mondo del lavoro.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, in videoconferenza, dei deputati e degli auditi.
  Nel ringraziare il nostro ospite per la disponibilità, cedo immediatamente la parola al professor Lucarelli. Prego professore.

  ALBERTO LUCARELLI, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli studi di Napoli Federico II. (intervento da remoto). Ringrazio per l'invito il presidente e tutti i componenti della Commissione.
  Il tema sul quale mi avete invitato all'audizione di oggi è quello dell'impatto dell'intelligenza artificiale sulle questioni attinenti al diritto al lavoro. Ora, l'ultimo rapporto dell'OCSE del 2023 dice in maniera molto chiara proprio senza mezzi termini che l'intelligenza artificiale nel mondo del lavoro produce e produrrà cambiamenti senza precedenti sul piano dell'occupazione ed evidentemente anche sul piano dei diritti. L'intelligenza artificiale – continua il rapporto dell'OCSE – evidentemente può aiutare le aziende a migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi e i lavoratori a trarre vantaggio, migliorando la qualità del lavoro, dando più benessere e soddisfazione. Tuttavia, sebbene esistano – si legge nel rapporto OCSE – potenziali benefici esistono anche dei rischi particolarmente significativi, in particolare per quanto riguarda l'occupazione.
  L'Unione europea sta provando a regolare l'intelligenza artificiale al fine di migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano mediante piattaforme digitali, garantire la corretta determinazione della loro situazione occupazionale, promuovere la trasparenza, l'equità, la responsabilità nella gestione algoritmica del lavoro. In particolare, si fa riferimento a due percorsi legislativi in corso di elaborazione nell'Unione europea. Una è la proposta di regolamento che stabilisce regole armonizzate sull'intelligenza artificiale, un'altra è una proposta di direttiva relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro mediante piattaforme digitali.
  È chiaro che questi testi intendono soprattutto affrontare i rischi legati alla sorveglianza, alla discriminazione, alla possibile opacità dei sistemi di intelligenza artificiale, così come impattano proprio sui diritti fondamentali in ambito lavoristico. In particolare, c'è un elenco delle pratiche Pag. 13vietate, all'articolo 5 di quella proposta di regolamento dell'Unione europea, che comprende tutti i sistemi di intelligenza artificiale il cui uso è considerato inaccettabile, in quanto sarebbe in contrasto ai valori dell'Unione. Ora, i parametri per calcolare il rischio, secondo l'articolo 1 (emendato proprio dal Parlamento europeo) di quella proposta, riguardano la protezione della salute, della sicurezza, dei diritti fondamentali, della democrazia, in particolare dello Stato di diritto e dell'ambiente. Per quel che riguarda nello specifico il mondo del lavoro, il legislatore europeo ha riconosciuto che in tale ambito l'intelligenza artificiale va incontro a ipotesi di rischio che sarebbero inaccettabili. Vietati sono quei sistemi di intelligenza artificiale volti proprio a rilevare l'emozione, ad esempio, a partire dalle caratteristiche fisiche o fisiologiche, come le espressioni facciali e la voce, che possono dar vita a grandi rischi d'abuso in particolare quando il sistema viene utilizzato sul luogo di lavoro, ad esempio durante i colloqui per l'assunzione.
  Ancora in ambito lavoristico sono individuati dall'Unione europea come sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio quelli destinati a essere utilizzati per trarre conclusioni sulle caratteristiche personali delle persone fisiche, ad esempio sulla base di dati biometrici o basati su elementi biometrici compresi i sistemi di riconoscimento delle emozioni. Ancora, sono considerati ad alto rischio i sistemi di intelligenza artificiale destinati a essere utilizzati per l'assunzione o la selezione di persone fisiche, in particolare per inserire annunci di lavoro mirati a vagliare o filtrare le candidature, oppure valutare i candidati nel corso di colloqui o prove. Oppure i sistemi di intelligenza artificiale destinati a essere utilizzati per adottare decisioni o influenzare materialmente decisioni riguardanti l'avvio, la promozione e la cessazione dei rapporti contrattuali di lavoro o l'assegnazione dei compiti sulla base dei comportamenti individuali, dei tratti o delle caratteristiche personali, o il monitoraggio della valutazione delle prestazioni e del comportamento delle persone nell'ambito di tali rapporti di lavoro.
  Insomma, si sta disegnando una disciplina dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale in ambito europeo che dovrebbe essere rispettoso non solo della tutela del lavoratore inteso come persona singola, ma anche nell'ambito delle formazioni sociali e dunque del coinvolgimento, tramite il diritto, alla consultazione e all'informazione dei sindacati. Dunque, prima di utilizzare in servizio un sistema di intelligenza artificiale ad alto rischio sul luogo di lavoro, gli operatori consultano i rappresentanti dei lavoratori allo scopo di trovare un accordo a norma della direttiva del 2012 e informano dunque i dipendenti interessati che saranno soggetti al sistema.
  In conclusione, una prima osservazione sull'impatto dell'intelligenza artificiale sul mondo del lavoro, a partire proprio dal processo regolatorio europeo, presenta aspetti di meritevole apprezzamento senza trascurare i profili critici evidenziati, che vanno governati. Rimane dunque una impostazione di fondo, quella dell'intelligenza artificiale, proiettata al mercato e alla protezione dei dati, come testimoniano appunto le fonti giuridiche utilizzate, ma altresì caratterizzata dal rispetto dei valori costituzionalmente riconosciuti e garantiti. Dunque il processo normativo europeo in corso, che tra l'altro è stato particolarmente elogiato perché è il primo reale e vero tentativo di creare una base, un fondamento giuridico doveroso e serio in ordine all'intelligenza artificiale (e per quanto ci riguarda il rapporto che intercorre tra intelligenza artificiale e diritto al lavoro), a mio avviso, più che rappresentare un punto di arrivo (evidentemente non può rappresentare un punto di arrivo) dovrebbe essere considerato come un punto di partenza a partire dal quale poi ciascuno Stato dovrà costituire il proprio sistema di poteri e diritti orientato, come nel nostro caso, a una dimensione di stato sociale fondata sul lavoro, così come ci dice espressamente proprio l'articolo 1 della Costituzione.
  Quindi io credo che si stia avviando un percorso molto interessante. Poi il Parlamento, lo Stato italiano è chiamato a seguirloPag. 14 con particolare attenzione al fine di disciplinare l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, nell'ambito del rispetto dei principi costituzionali, a partire dal diritto al lavoro. Grazie per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei.
  Avrei due brevissime domande da porle. Sono assolutamente d'accordo con la sua analisi. Lei ci insegna che poi gli Stati membri dovranno di fatto armonizzare nei propri ordinamenti quanto previsto dall'Unione europea.
  Ho due dubbi sotto questo punto di vista. Il primo. Una volta che un Parlamento – qualunque esso sia – andrà a cercare di normare qualcosa di inerente all'applicazione dell'intelligenza artificiale (nel nostro caso specifico rispetto al mercato del lavoro) non pensa che queste norme che qualsiasi tipo di Parlamento andrà a partorire possano essere definite già quasi obsolete dopo circa cinque o sei mesi? Considerato che queste tecnologie stanno progredendo in modo molto rapido, mi chiedo se di pari passo anche le norme che un Parlamento andrà a scrivere possano essere altrettanto moderne di mese in mese. Ricordo che mentre parliamo oggi – la ringraziamo nuovamente per l'audizione – questi sistemi vanno ad incamerare in questa mezz'ora, in questi venti minuti, miliardi di dati che vengono processati ed elaborati negli strumenti di definizione (le chat molto semplicemente).
  Quindi la prima provocazione forse è: d'accordo, normiamo, ma quanto potremo essere moderni e al passo con questa innovazione? La norma potrà essere ancora moderna dopo qualche mese?
  La seconda. L'Unione europea – come lei giustamente ha detto e noi lo auspicavamo – ha iniziato questo percorso. Anche altri Paesi nel mondo hanno iniziato questi percorsi. Gli Stati Uniti hanno iniziato a fare qualcosa; la Cina ha iniziato a fare qualcosa ed ha cercato effettivamente di normare. In un mercato così globale però, soprattutto rispetto alle tecnologie, la domanda che mi faccio molto spesso è: laddove effettivamente si sono già utilizzati i sistemi di controllo (che lei ha brevemente citato) – riconoscimento facciale, attività predittiva rispetto ad alcuni ambiti – applicando sia un'intelligenza artificiale generativa (attraverso il Machine Learning) sia un'intelligenza artificiale generativa che può a tratti diventare sempre più emozionale, non si corre il rischio che solo alcuni Stati applichino le stesse norme, creando di fatto una sorta di – mi passi un po' la forzatura – concorrenza sleale rispetto alle nuove tecnologie?

  ALBERTO LUCARELLI, professore di diritto costituzionale presso l'università degli studi di Napoli, Federico II. Ecco, sono due domande particolarmente interessanti che ovviamente mettono in collegamento il diritto con la politica, soprattutto con processi economici e tecnologici.
  La prima domanda che lei fa riguarda il problema a cui noi assistiamo ormai da quasi cento anni, cioè la velocità dell'economia, della finanza, ma soprattutto dei processi tecnologici rispetto alle produzioni giuridiche. Si tratta della difficoltà da parte del diritto. Mentre in una società più statica il diritto poneva delle norme e si riusciva a governare in presenza di una staticità dei comportamenti e delle relazioni, la crisi del diritto e della produzione giuridica deriva ora invece dal suo passo diverso rispetto ad una società globalizzata o post globalizzata. Il tema c'è tutto e da qui deriva anche la grande sensibilità e capacità reattiva da parte delle istituzioni europee, che comunque io vedo come un successo importante. Il che non significa appoggiarsi sugli allori, ma credo che sia un dato importante che l'Europa abbia avuto la forza politica di affrontare tale tema in un momento in cui ha tante difficoltà per una serie di frammentazioni interne. Si tratta di due atti; uno sarebbe direttamente applicabile, il regolamento, l'altro, la direttiva, invece richiederebbe un adeguamento interno.
  Si crea un micro o macro sistema giuridico all'interno dell'Unione europea, e lo si crea, come ho cercato velocemente di evidenziare, nel rispetto del perimetro dei principi dello Stato di diritto europeo, ponendo una grande attenzione non soltanto ai diritti civili ma, nel caso specifico, anche ai diritti sociali.Pag. 15
  Dove c'è una tenuta minore, un'attenzione minore rispetto a questi diritti, è evidente che si creano dei microsistemi giuridici. Lei faceva riferimento a Stati Uniti e Cina, che potrebbero determinare una concorrenza sleale. Certo, la nostra area (dove si sviluppa questo diritto) è l'area più altamente democratica del globo, dove c'è una gamma di diritti non soltanto riconosciuti ma anche garantiti che è molto più alta e vasta rispetto ad altri Paesi, dove, vista la tenuta dei diritti più bassa, si potrebbe determinare una concorrenza sleale, che avrebbe una ricaduta sulla tutela effettiva dei diritti. Oggi abbiamo parlato, ad esempio, di diritto al lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie ancora una volta al nostro ospite per il prezioso contributo che ci ha fornito. Grazie professor Lucarelli.
  Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.

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ALLEGATO

Documentazione presentata dai rappresentanti di Confprofessioni.

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