XIX Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Mercoledì 31 gennaio 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE: OPPORTUNITÀ E RISCHI PER IL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Istituto italiano per la privacy .
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 
Bolognini Luca , presidente dell'Istituto italiano per la privacy (intervento in videoconferenza) ... 3 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 4 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di DELL Technologies:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 4 
Moroni Maria Cristina  ... 5 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 6 
Lorenzin Frediano , country field CTO di DELL Technologies (intervento in videoconferenza) ... 6 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 7 
Pavanelli Emma (M5S)  ... 7 
Moroni Maria Cristina  ... 7 
Lorenzin Frediano , country field CTO di DELL Technologies (intervento in videoconferenza) ... 7 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 7 

Audizione di rappresentanti di 4eCom:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 8 
Macari Marco , vicepresidente di 4eCom ... 8 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 10 
Pavanelli Emma (M5S)  ... 10 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 10 

Audizione, in videoconferenza, di Maria Savona, ordinaria di economia dell'innovazione presso l'Università del Sussex e la Luiss di Roma:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 11 
Savona Maria , ordinaria di economia dell'innovazione presso l'Università del Sussex e la Luiss di Roma (in videoconferenza) ... 11 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 13 
Savona Maria , ordinaria di economia dell'innovazione presso l'Università del Sussex e la Luiss di Roma (intervento in videoconferenza) ... 13 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 13 

Audizione di Gianluigi Greco, Presidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale (AIxIA):
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 13 
Greco Gianluigi , presidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale (AIxIA) ... 13 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 15 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 15 
Miragliotta Giovanni , co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza) ... 15 
Gatti Nicola , co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza) ... 16 
Piva Alessandro , co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza) ... 16 
Miragliotta Giovanni , co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza) ... 16 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 16 
Miragliotta Giovanni , co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza) ... 16 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 16 
Miragliotta Giovanni , co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza) ... 16 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 17 

Allegato 1: Documentazione depositata dai rappresentanti di DELL Technologies ... 18 

Allegato 2: Documentazione depositata dai rappresentanti di 4eCom ... 22 

Allegato 3: Documentazione depositata dai rappresentanti dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano ... 26

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI

  La seduta comincia alle 14.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Istituto italiano per la privacy .

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti dell'Istituto italiano per la privacy nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale: opportunità e rischi per il sistema produttivo.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto, che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine come definito dal programma.
  Do la parola a Luca Bolognini, presidente dell'Istituto italiano per la privacy, ricordando che il tempo complessivo a disposizione è di circa otto minuti.

  LUCA BOLOGNINI, presidente dell'Istituto italiano per la privacy (intervento in videoconferenza). Grazie presidente. Grazie agli onorevoli componenti della Commissione.
  Io vi porto il punto di vista giuridico. L'istituto che presiedo si occupa di diritto dei dati dal 2008 quindi evidentemente siamo stati molto attenti a esplorare anche quelle che sono le implicazioni per i diritti – e in termini comunque legali – derivanti dall'avvento dell'intelligenza artificiale.
  Visti i pochi minuti a disposizione e il focus di questa audizione, fermo restando che come noto molta parte di regolazione deriverà da atti, da strumenti, internazionali, il regolamento europeo sull'intelligenza artificiale sicuramente comprenderà tutta una serie di salvaguardie e anche di accorgimenti rilevanti per le imprese e che faranno lavorare molto anche il legislatore e i regolatori a livello di singoli Stati membri, ecco fermo restando che quindi non ha senso dilungarsi nel ripercorrere un quadro che comunque risentirà di norme che non dipenderanno dal legislatore italiano né dai regolatori nazionali, credo che meriti di essere sollevato, tra i tanti, il punto della disponibilità dei dati. Non solo dati personali, per inteso, ma in generale della disponibilità dei dati perché è una premessa che non si può non considerare.
  La disponibilità dei dati è la premessa, costituisce l'ingrediente affinché si sviluppino sistemi di intelligenza artificiale che poi siano utilizzabili anche dalle imprese, anche nel tessuto economico, dati che siano utilizzabili, raccoglibili dalle imprese ma anche evidentemente producibili e trasformabili dalle imprese che utilizzeranno l'intelligenza artificiale come strumento di produzione.
  Allora la disponibilità dei dati c'entra innanzitutto con la piena attuazione di regolamenti europei che sono arrivati e stanno arrivando (menziono, tra i tanti, Data Governance Act e Data Act visto che sono già in vigore, con Data Governance ActPag. 4addirittura già formalmente applicato dallo scorso autunno del 2023) insieme ad altri atti e regolamenti che comunque fanno parte della strategia europea dei dati.
  Ecco, la piena attuazione di questi strumenti, Data Governance Act in primis, costituisce una urgenza assoluta e questa piena attuazione deve passare attraverso l'attività, la proattività mi viene da dire, anche del legislatore nazionale e dei regolatori a livello di singolo Stato membro. Pensiamo a come attuare, nell'interesse delle imprese e anche per la piena disponibilità dei dati, per esempio nel settore pubblico, gli articoli 5, 6 e 7, e ne potrei citare altri però mi fa piacere essere puntuale, proprio del Data Governance Act. Questo è un compito che senz'altro spetta al legislatore nazionale. Così anche per il Data Act, per il regolamento sui dati, vi sarà necessità di indicare autorità, di stabilire sanzioni, quindi ci sarà da lavorare per questo. Naturalmente come menzionavo all'inizio, anche l'AI Act (il regolamento europeo sull'intelligenza artificiale) darà molto da fare al legislatore e ai regolatori a livello di singolo Stato membro. Ma guardando all'oggi, guardando all'obiettivo di ampliare la disponibilità di dati, rendere possibile per le imprese la raccolta e l'utilizzo, anche per intelligenza artificiale, di dati provenienti dal settore pubblico è una priorità massima per l'attuazione del Data Governance Act.
  Poi vorrei aggiungere, in questi ultimi minuti, un'ulteriore indicazione. Noi abbiamo un difficile coordinamento in Italia, in particolare per determinati settori, tra disciplina privacy, protezione dei dati personali e disciplina del riutilizzo dei dati o dell'utilizzo secondario dei dati quando questi dati sono anche dati personali.
  Anche qui un'indicazione puntuale, ma spero utile e concreta. È senz'altro opportuno a nostro avviso intervenire con una innovazione, un emendamento degli articoli 110 e 110-bis del codice in materia di protezione dei dati personali. In particolare il 110-bis prevede una possibilità di riutilizzo, di utilizzo ulteriore, da parte di soggetti terzi diversi rispetto ai titolari del trattamento originali di dati personali per fini di ricerca scientifica o per fini statistici. Potrebbe essere migliorato questo articolo, potrebbe essere esteso anche a categorie di soggetti che non facciano solo ricerca scientifica ma comunque utilizzino dati per finalità di ricerca e sviluppo (magari all'interno di programmi di sviluppo economico riconosciuti ufficialmente) e si potrebbe anche snellire tutta quella procedura che richiederebbe sempre l'intervento autorizzatorio da parte del Garante per la protezione dei dati personali.
  Allo stesso modo, in maniera chirurgica, si potrebbe intervenire sull'articolo 110 del codice in materia di protezione dei dati personali, questo è un tema su cui l'istituto che presiedo ha anche ipotizzato, pubblicato e reso accessibili documenti per una possibile riforma. Ecco: ipotizzare un emendamento del 110 che è un articolo che sta limitando fortemente l'utilizzo dei dati nella ricerca scientifica in ambito medico biomedico ed epidemiologico. Questo non significa limitare solo ambiti di rilievo per la ricerca scientifica o per la sanità, ma evidentemente ha un impatto più in generale sulle imprese che operano in questi ambiti e anche questi aspetti potrebbero essere migliorati fortemente.
  Quindi, riepilogando: un intervento chirurgico di modifica, di innovazione degli articoli 110 e 110-bis del codice in materia di protezione dei dati personali; una urgente attuazione del Data Governance Act per sbloccare il potenziale dei dati, l'utilizzabilità dei dati in Italia. Premesse, queste, per poter pensare allo sviluppo dell'intelligenza artificiale e alla trasformazione dei dati con strumenti di intelligenza artificiale, che è un tema che poi, dopo tutto, c'entra anche con la sostenibilità e, in particolare, con la sostenibilità delle attività economiche. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuto e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di DELL Technologies.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Pag. 5Regolamento, l'audizione di rappresentanti di DELL Technologies nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale: opportunità e rischi per il sistema produttivo.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto, che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine come definito dal programma.
  Do la parola a Maria Cristina Moroni e Frediano Lorenzin di DELL Technologies, ricordando che il tempo complessivo a disposizione è di circa otto minuti.

  MARIA CRISTINA MORONI, senior advisor, government relations di DELL Technologies (intervento in videoconferenza) Grazie. Egregio presidente, egregi onorevoli consentitemi di ringraziarvi innanzitutto per l'opportunità data a DELL Technologies di essere audito oggi sul tema dell'intelligenza artificiale. È un onore per noi, oltre che un piacere, condividere con voi il nostro posizionamento su un tema così importante e strategico qual è quello dell'intelligenza artificiale.
  Prima di entrare nel merito della questione consentitemi di condividere una sintetica fotografia di DELL Technologies. DELL è tra le aziende leader a livello mondiale nel settore ICT, supportiamo clienti di ogni dimensione in 180 Paesi in tutto il mondo, tra cui l'Italia, offrendo un portafoglio ampio e innovativo di prodotti, soluzioni, servizi e tecnologie. Ci rivolgiamo sia al settore privato che alla Pubblica amministrazione, sia a livello centrale che a livello locale.
  La missione di DELL Technologies è proprio quella di riuscire a creare tecnologie che favoriscano il progresso umano, per questo motivo crediamo nel potere dell'intelligenza artificiale e di tutte quelle tecnologie che possono realmente contribuire a migliorare il mondo. Ma riteniamo allo stesso tempo che queste tecnologie debbano essere sviluppate ed utilizzate eticamente e responsabilmente. A tal fine abbiamo quindi stabilito alcuni principi che ci guidano nello sviluppo e nell'utilizzo proprio delle tecnologie di intelligenza artificiale. Riteniamo infatti che le applicazioni di intelligenza artificiale dovrebbero apportare benefici alla società e alle persone e che l'intelligenza artificiale dovrebbe essere equa e dovrebbe riflettere un impegno trasparente per l'uguaglianza e l'accessibilità per tutti.
  Riteniamo inoltre come DELL che l'AI dovrebbe essere il più possibile trasparente, gli utenti cioè dovrebbero essere sempre consapevoli di interagire con un sistema di intelligenza artificiale ed essere in grado di comprenderne capacità, limiti e anche come i loro dati sono e possono essere utilizzati.
  Da ultimo riteniamo che l'intelligenza artificiale dovrebbe soddisfare anche le aspettative degli utenti in materia di privacy e di sicurezza, e che l'utilizzo dell'AI dovrebbero essere conforme alle normative applicabili a livello globale, allineandosi poi ai principi sull'etica nell'AI costantemente in evoluzione. Nel cercare di individuare la governance dell'AI a nostro avviso si dovrebbe adottare un approccio che noi abbiamo definito come approccio basato sulle tre «S», cioè un approccio Shared, Secure and Sustainable, un approccio condiviso, sicuro e sostenibile. Questo approccio, a nostro avviso, potrà condurre ad una regolamentazione dell'intelligenza artificiale che ci permetterà realmente di massimizzare il suo potenziale per il miglioramento poi di tutto l'ecosistema.
  Entrando più nel dettaglio, quando parliamo di condivisione riteniamo proprio che le norme in materia di AI dovrebbero cercare di integrarsi con gli strumenti legislativi già esistenti per ridurre poi al minimo la frammentazione normativa. Applicando questo approccio in modo efficace potremmo evitare che l'AI operi isolata da altri importanti ambiti tecnologici come quello del cloud, della sicurezza informatica e della privacy.
  Quando parliamo invece di sicurezza intendiamo focalizzarci sulla fiducia a tutti i livelli, quindi dall'infrastruttura all'output dei modelli di machine learning. DELL sostiene da tempo l'importanza proprio di solidi standard di sicurezza per aiutare a Pag. 6prevenire, rilevare e rimediare agli attacchi informatici e siamo infatti costantemente impegnati a proteggere i sistemi e gli utenti dai rischi fin dalla progettazione dei nostri prodotti e delle nostre soluzioni.
  Da ultimo riteniamo molto importante anche proteggere l'ambiente. Cerchiamo infatti di ridurre al minimo le emissioni e diamo priorità all'utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Dobbiamo infatti tenere presente che con una maggiore elaborazione dei dati, basata proprio sull'intelligenza artificiale, aumentano i requisiti di consumo energetico e le prestazioni dei data center.
  Perché si riesca a massimizzare la leva economica e sociale che viene attivata dall'intelligenza artificiale riteniamo sia necessario che le istituzioni stesse possano riuscire a favorire anche lo sviluppo di competenze specifiche, non sono nelle imprese ma anche nella pubblica amministrazione. La velocità con la quale questa tecnologia sta evolvendo porterà infatti ben presto ad un mutamento della domanda di lavoro. Come DELL Technologies, tra agosto e settembre del 2023, abbiamo condotto anche un'indagine su 500 decisori IT nel settore privato con responsabilità di implementazione e proprio di tecnologie di intelligenza artificiale. Nello specifico ci siamo focalizzati su Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia. Questo studio ha rilevato un crescente interesse da parte del mondo delle aziende per questa tecnologia con la maggioranza degli intervistati che si è dichiarata entusiasta del potenziale che l'AI può avere sulla propria azienda. Tant'è che addirittura tre quarti degli intervistati prevedono di aumentare gli investimenti nel prossimo anno per portare avanti i propri progetti di intelligenza artificiale.
  Le principali aree di impatto, che suscitano quindi maggiore interesse, includono l'aumento della produttività, la semplificazione dei processi e l'ottimizzazione dei costi. Se invece guardiamo agli aspetti principali che hanno suscitato maggiori dubbi proprio nei confronti di questa tecnologia troviamo soprattutto la sicurezza, la governance dei dati e proprio la complessità tecnica di questa materia, quindi la complessità nell'affrontare la tecnologia dell'intelligenza artificiale.
  Riteniamo quindi essenziale investire in formazione e prevedere, ad esempio, dei programmi di upskilling e reskilling nel mondo del lavoro (con particolare attenzione soprattutto alle PMI) e riteniamo di vitale importanza fare in modo che l'AI non generi poi un divario tra coloro che utilizzeranno questa tecnologia e coloro che non riusciranno, purtroppo, a coglierne le opportunità. Siamo infatti convinti che riuscire a cogliere le opportunità dell'AI sarà necessario, poi, per dare slancio al nostro sistema produttivo ed indispensabile, al contempo, per mantenere alta la competitività del nostro Paese a livello internazionale.
  Lascerei ora la parola al mio collega Frediano Lorenzin.

  PRESIDENTE. Prego.

  FREDIANO LORENZIN, country field CTO di DELL Technologies (intervento in videoconferenza). Grazie per l'attenzione. Io vi parlerò della quarta «S» che è la semplificazione. DELL è un'azienda di tecnologia ma soprattutto di innovazione tecnologica e qualsiasi azienda che voglia innovare, sia che faccia innovazione di prodotto, di canale o semplicemente di processo, ha bisogno ormai del supporto tecnologico adeguato e l'intelligenza artificiale assolutamente non fa differenza.
  Però abbiamo visto come ci sia una certa difficoltà all'accesso dell'intelligenza artificiale perché le aziende hanno paura dell'impatto tecnologico. Ci sono le difficoltà legate alla nuova tecnologia (quindi ad avere competenze legate alla nuova tecnologia), ci sono delle difficoltà nell'inserimento di una nuova tecnologia in una vecchia architettura (e quindi come si possa questa integrare), e ci sono poi tutte le perplessità legate alla sicurezza, legate principalmente all'utilizzo e all'accesso dei dati. Tutto questo rallenta l'adozione dell'intelligenza artificiale. Per questo DELL ha deciso di integrare una quarta «S» che è quella della semplificazione. Lavoriamo fortemente per la semplificazione della tecnologiaPag. 7 fornendo di base soluzioni complete che consentono alle aziende che vogliono utilizzarla di preoccuparsi dei loro casi d'uso e non più della tecnologia. Sono soluzioni flessibili perché si adattano a qualsiasi architettura già presente dal cliente e sono soluzioni sicure perché le forniamo on-premises, quindi a casa dei clienti, in maniera da poter controllare completamente gli accessi e il grado di sicurezza che il cliente vuole.
  In questo modo noi possiamo portare l'intelligenza artificiale non solo su tutti i possibili mercati e su tutte le possibili industrie italiane, ma su tutti i livelli aziendali, dall'azienda più grande a quella più piccola, in maniera di abbattere la barriera di accesso all'intelligenza artificiale. Grazie.

  PRESIDENTE. Bene. Ha chiesto di intervenire la deputata Pavanelli.

  EMMA PAVANELLI. Grazie presidente. Vi ringrazio molto per l'illustrazione. I dettagli che ci avete raccontato sono molto interessanti e spero che, se non lo avete già fatto, ci potrete inviare una relazione.
  Mi stavo domandando se ritenete che sia necessario aumentare gli investimenti nella pubblica amministrazione per aumentare l'utilizzo di queste nuove tecnologie soprattutto per le piccole e le piccole-medie imprese che magari sono coloro che hanno più difficoltà o sono un pochino più lontane da queste innovazioni tecnologiche.
  La seconda domanda riguarda la formazione. Sappiamo bene che serve formazione in questo ambito. Con riguardo alla ricerca che ci avete menzionato, cosa si può prevedere in generale per il futuro dei lavoratori o di chi oggi fa un certo tipo di lavoro per cui non basterà una formazione blanda per avere, appunto, un'opportunità lavorativa? Si sentono e si leggono molti articoli su quello che potrebbe essere il futuro dei cittadini riguardo questa nuova tecnologia, che sappiamo avanza in maniera molto rapida.
  Pertanto la domanda da una parte riguarda ovviamente le imprese e cosa fare per non lasciarle indietro. Un'altra parte riguarda invece la formazione sia per chi ha già ha la fortuna di lavorare, ma anche per coloro che già oggi hanno difficoltà a potersi formare perché non hanno ricevuto la giusta educazione formativa, o piuttosto persone più avanti con l'età. Grazie.

  MARIA CRISTINA MORONI, senior advisor, government relations di DELL Technologies (intervento in videoconferenza) Grazie mille per le domande. Parto dalla sua domanda sugli investimenti di pubbliche amministrazioni e imprese.
  Assolutamente sì, riteniamo sia fondamentale aumentare gli investimenti in tal senso. Ma rispondendo di seguito alla domanda successiva, riteniamo che alla base di questi investimenti stessi e la capacità poi di utilizzare questa stessa tecnologia ci debba essere la formazione e quindi la capacità poi di trarre il più alto beneficio possibile dall'utilizzo di questa tecnologia.
  Per questo motivo siamo fermamente convinti che ci debba essere una solida formazione, un solido piano che consenta sia ad imprese ma anche poi, nel momento in cui parliamo del sistema scolastico, di insegnare a rapportarsi, ad affrontare questa tecnologia per fare in modo che si possa coglierne appieno i benefici. Non so se Frediano Lorenzin vuole aggiungere qualcosa.

  FREDIANO LORENZIN, country field CTO di DELL Technologies (intervento in videoconferenza). Sì, soprattutto sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale in quelle che sono le piccole e medie imprese che sono la spina dorsale del tessuto produttivo italiano. Bisogna facilitare l'accesso all'intelligenza artificiale a queste aziende che non hanno gli investimenti delle grandi aziende che sono già partite. Quindi in qualche maniera bisogna facilitarle altrimenti la divisione, la separazione fra grandi aziende e piccole rischia di diventare incolmabile con questo tipo di tecnologia.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio gli ospiti intervenuti. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della sedutaPag. 8 odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti di DELL Technologies (vedi allegato 1) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di 4eCom.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti di 4eCom nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale: opportunità e rischi per il sistema produttivo.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto, che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine come definito dal programma.
  Do la parola a Marco Macari, vicepresidente di 4eCom, ricordando che il tempo complessivo a disposizione è di circa otto minuti.

  MARCO MACARI, vicepresidente di 4eCom. Buonasera sono Marco Macari vicepresidente dell'Associazione 4eCom. 4eCom, ci presentiamo un attimo, è l'associazione dei produttori di soluzioni per il digital commerce. L'associazione conta oggi 115 aziende associate con un fatturato aggregato di 460 milioni di euro e oltre 2.800 dipendenti impiegati nel territorio italiano.
  Consentitemi un attimo un focus sul ruolo dell'e-commerce in Italia, ricordando qualche dato di scenario. L'ecosistema dell'e-commerce coinvolge ad oggi 723 mila imprese, suddiviso in 120 codici Ateco, contando 380 mila occupati e un fatturato aggregato di circa 70 miliardi di euro. Inoltre nel settore B2B (Business to Business), che conta circa 2.100 miliardi di euro, il comparto e-commerce rappresenta una quota pari a 333 miliardi, quindi circa il 16,8 per cento. Tra B2B e B2C (Business to Consumer) siamo a 400 miliardi di volume di fatturato del mercato. Quindi l'e-commerce non è una scelta tattica bensì di carattere strategico.
  In merito ai trend tecnologici secondo le previsioni di Gartner, una società multinazionale di consulenza in strategia, ricerche di mercato e analisi del mondo IT, nei prossimi tre anni l'innovazione e gli investimenti avranno una principale forza motrice: l'intelligenza artificiale. In particolare l'AI generativa modificherà in modo significativo il 70 per cento degli sforzi di progettazione e sviluppo di nuove applicazioni nel mondo web. Considerando quindi il crescente ruolo dell'e-commerce nell'economia italiana, in particolare, è importante che l'Italia sviluppi una legislazione nazionale chiara e adeguata in materia di AI nell'e-commerce. Una possibile legge italiana potrebbe prendere spunto dalla proposta europea e adattarla alle specifiche esigenze del nostro mercato.
  Come associazione abbiamo immaginato alcune possibili linee guida per una legge italiana sull'AI nell'e-commerce sintetizzate in quattro macro punti.
  Il primo, trasparenza e responsabilità. Le aziende che utilizzano le l'AI nell'e-commerce devono essere trasparenti riguardo all'uso di queste tecnologie, devono essere in grado di spiegare in modo chiaro come funzionano gli algoritmi e come vengono presi i processi decisionali.
  Secondo punto, protezione della privacy. La legge dovrebbe garantire che i dati personali dei clienti siano adeguatamente protetti, che le aziende rispettino le leggi sulla privacy esistenti, in primis il GDPA.
  Punto tre, non discriminazione e valutazione etica. Le decisioni prese dall'AI nell'e-commerce non devono discriminare i clienti in base a razza, genere, etnia e altre categorie protette. Le aziende quindi devono condurre valutazioni etiche nelle loro applicazioni di AI nell'e-commerce per prevenire bias algoritmici e decisioni ingiuste. Ho preso ad esempio tre casi che sono successi negli ultimi 14 anni e riguardano tre Big Tech americane. Nel 2020 su Twitter l'algoritmo di crop, quindi di ritaglio delle immagini, funzionava solamente su volti di persone bianche non funzionava su volti di persone di colore. Nel 2015 Google foto, un software di foto ritocco di Google, aveva la caratteristica, tramite AI, di capire i soggettiPag. 9 che si trovano all'interno delle immagini: peccato che di fronte alla foto di un ragazzo o una ragazza di colore l'algoritmo decise che erano dei gorilla. Nel 2014 Amazon (quindi circa dieci anni fa) cominciò ad utilizzare l'AI per velocizzare il processo di screening dei curriculum vitae e quindi di recruiting: peccato che appena attivarono l'algoritmo si accorsero che scartava sistematicamente i CV di tutte le donne. Perché? Perché l'algoritmo venne «trainato», quindi addestrato, con i CV dei dieci anni precedenti e i CV dei dieci anni precedenti erano sostanzialmente, per l'80 per cento, CV di maschi. Di conseguenza l'algoritmo decise che i CV delle donne andavano scartati d'ufficio.
  Quarto punto infine, sorveglianza e conformità. Dovrebbero essere istituite delle autorità di sorveglianza e previste sanzioni specifiche per garantire la conformità alla legge sull'AI nell'e-commerce.
  Infine, in termini di opportunità e rischi, per sostenere la crescita il Paese deve intervenire a nostro parere strutturalmente in ambiti ben precisi. Il primo: innovazione e identificazione tecnologica. Occorre destinare parte dei finanziamenti del PNRR alle aziende che investono in soluzioni di AI, in particolare le aziende che investiranno sull'efficientamento dei processi. Ad esempio la logistica, che rappresenta nell'e-commerce il 37 per cento di fatturato di tutto il comparto e il 52 per cento della forza lavoro dell'intero ecosistema. È necessario quindi intervenire sfruttando il più possibile l'innovazione grazie a soluzioni AI finalizzate alla creazione, ad esempio, di una logistica smart e green. Gli ambiti di intervento sono tanti: home & delivery, automazione dei magazzini, riduzione dell'impatto ambientale, edifici, magazzini e tanto altro. Infine sarebbe opportuno certificare le aziende che utilizzano soluzioni AI etiche, sicure e sostenibili, una sorta di bollino di garanzia.
  Secondo punto, in termini di opportunità e rischi, le competenze della forza lavoro. Nell'attuale contesto occupazionale sono presenti professioni che andranno a sparire in pochi mesi, allo stesso tempo nuove professioni nate nel 2023 e altre ancora destinate ad emergere. In sostanza a livello mondiale si pensa che nei prossimi tre anni quasi il 50 per cento delle professioni moriranno e altrettante professioni nasceranno. Per affrontare questo quadro professionale è indispensabile, a nostro parere, l'adozione di un sistema formativo sostenuto e finalizzato dallo Stato capace di promuovere la collaborazione olistica fra scuole tradizionali, quindi l'università, enti formativi specializzati, privati certificati, imprese, start-up.
  Terzo punto opportunità e rischi, mancanza di cultura digitale delle imprese. Quindi in concerto con la ricerca di nuove competenze della forza lavoro si dovrebbe anche favorire la formazione delle imprese in quanto l'Italia si colloca tra gli ultimi posti in termini di formazione digitale e, lasciatemelo dire, anche di cultura digitale. È essenziale incentivare gli imprenditori, ed in particolare tutto il management e i C-level dell'azienda, affinché partecipino a workshop formativi e fiere di settore, affiancando un sistema basato su certificazione e crediti formativi come spesso avviene in altre associazioni di categoria. Ricordo che non esiste ad oggi un contratto nazionale nel mondo digital, noi come associazione ci stiamo lavorando.
  Quarto punto in termini di opportunità e rischi, nuovi modelli di rete d'impresa. In un contesto globale le PMI italiane avranno sempre più difficoltà a competere, pertanto occorre incentivare economie di scala con nuovi distretti digitali e nuovi modelli di reti di imprese, ovvero piccole aziende con competenze molto verticali che, consorziate opportunamente, possono competere a livello globale. La missione della nostra associazione è proprio orientata in questa direzione, mettere a sistema piccole imprese con esperienze verticali per «scaricarle» a sistema.
  Quinto punto, sistema normativo. L'intelligenza artificiale se opportunamente normata è e deve essere un'opportunità. L'AI Act si pone esattamente in questo senso.
  Infine il sesto punto, lasciatemelo dire, la leadership a livello globale nell'intelligenza artificiale. L'intelligenza artificiale rappresenta indubbiamente il futuro di tutti i Pag. 10processi decisionali a livello globale. Gli Stati Uniti in questo momento sono leader di mercato e hanno investito 5 miliardi in ricerca e sviluppo negli ultimi cinque anni. Ciò nonostante, la Cina mira a diventare la più grande potenza mondiale in questo campo entro i prossimi dieci anni destando, consentitemelo, indignazione per l'uso della tecnologia a scopo di sorveglianza (in Cina si usano algoritmi non controllati già da era pre-pandemica) nonché preoccupazione per gli sviluppi in ambito militare.
  Infine gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto passi da gigante nello spazio tecnologico e tutti i segnali indicano che Dubai sarà la superpotenza dell'AI. All'inizio di quest'anno il Gabinetto degli Emirati Arabi Uniti ha adottato una nuova strategia nazionale per l'intelligenza artificiale aprendo la strada agli Emirati Arabi Uniti per diventare leader mondiale dell'AI entro il 2031.
  Il piano non solo definisce l'ambizione degli Emirati Arabi Uniti di diventare l'hub globale dell'AI, ma suggerisce anche cambiamenti pratici al fine di mettere in moto questo processo, tra cui la necessità di attrarre talenti e supportare la ricerca. A tal fine sarà istituito un Ministero specializzato nell'AI per garantire che la strategia, appunto dell'AI a lungo termine, sia al centro del futuro degli Emirati Arabi Uniti.
  In questo contesto l'Europa resta indietro a causa dell'assenza di una cultura condivisa di sviluppo ed applicazione delle norme tra tutti i Paesi membri. È necessario quindi trovare un minimo comune denominatore con i Paesi trainanti del mercato definendo responsabilità e rischi, senza frenare il processo di innovazione tecnologica e sociale in corso. Grazie.

  PRESIDENTE. Bene. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Pavanelli.

  EMMA PAVANELLI. Grazie presidente. Io la ringrazio, ci ha fornito informazioni molto puntuali e interessanti. Spero che ci invierete una scheda, magari ancora più approfondita, da poter studiare con calma.
  È molto interessante il punto sulla non discriminazione. Pochi giorni fa mi sono imbattuta appunto in un una notizia. Una nota azienda cinese nel campo del tessile ha lanciato un prodotto – secondo me molto interessante – che cambierà veramente il futuro dell'e-commerce, soprattutto nel settore tessile. Di fatto io potrei caricare un'immagine di me stessa e provare virtualmente i vestiti nei vari colori per poter decidere in un attimo cosa acquistare, in quale colore e in quale taglia. Ovviamente ci si augura che, da una parte, non ci sia nessuna discriminazione (come ha descritto precedentemente). Ma tutto ciò dovrebbe far capire alle nostre piccole e medie imprese (perché sappiamo siamo i maggiori manifatturieri del settore tessile) come, appunto, quel mondo cambierà molto velocemente e come, parlando poi di e-commerce, ci sarà una trasformazione enorme. Ovviamente con vantaggi e svantaggi. Vantaggi sicuramente di non avere capi restituiti, che sappiamo producono tra l'altro quasi sempre un rifiuto. Abbiamo anche però il problema che le piccole imprese con l'avvento di questo tipo di nuove tecnologie potrebbero non riuscire a stare al passo e abbiano poi enormi difficoltà nella vendita rispetto all'e-commerce.
  Pertanto intanto la ringrazio. È sicuramente importante poter approfondire ulteriormente l'impatto che ci sarà sull'e-commerce perché, come ho appena descritto, già ci sono piattaforme che sono talmente avanti e nemmeno ce ne stiamo rendendo conto, ma quando arriveranno saranno purtroppo anche devastanti per le nostre imprese. Lo vediamo nel campo del tessile, figuriamoci anche in tanti altri campi dove il nostro Paese è magari tra i maggiori produttori. Poi rischiano appunto di perdere in competitività. Grazie.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio gli ospiti intervenuti. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti dell'Associazione 4eCom (vedi allegato 2) e dichiaro conclusa l'audizione.

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Audizione, in videoconferenza, di Maria Savona, ordinaria di economia dell'innovazione presso l'Università del Sussex e la Luiss di Roma.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di Maria Savona, ordinaria di economia dell'innovazione presso l'Università del Sussex e la Luiss di Roma nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale: opportunità e rischi per il sistema produttivo.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto, che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine come definito dal programma.
  Do la parola a Maria Savona, ordinaria di economia dell'innovazione presso l'Università del Sussex e la Luiss di Roma, ricordando che il tempo complessivo a disposizione è di circa otto minuti.

  MARIA SAVONA, ordinaria di economia dell'innovazione presso l'Università del Sussex e la Luiss di Roma (in videoconferenza) Grazie. Allora vi ringrazio per questa opportunità di condividere appunto le mie considerazioni sull'intelligenza artificiale.
  Io partirei col delineare un pochino quali sono le condizioni di contesto, cioè valutare l'impatto dell'intelligenza artificiale sul sistema produttivo considerando anche le politiche di gestione, la direzione e lo sviluppo di queste tecnologie. Parlo dell'intelligenza artificiale ma anche in generale di tutte le tecnologie di automazione digitale che sono a disposizione del sistema produttivo. Ogni riflessione andrebbe collocata in un contesto un po' più ampio anche di direzione europea. Sappiamo bene che l'Italia è all'interno delle politiche europee e dovrà riflettere sulle nuove tendenze a gestire la duplice transizione verde e digitale. Nell'ambito di questa gestione dovrà comunque allinearsi o meno a delle nuove tendenze europee all'autonomia strategica aperta, specialmente per quanto riguarda le catene globali del valore di prodotti che rientrano nella transizione digitale di cui stiamo parlando.
  Quindi in generale, secondo me, una riflessione sull'impatto dell'intelligenza artificiale sul sistema produttivo va inserita in questo contesto. Ed in questo contesto, cioè un contesto più ampio europeo di autonomia strategica cosiddetta aperta e di transizione duplice (verde e digitale), vorrei appunto condividere con voi tre spunti di riflessione.
  Il primo, in generale, che considero cruciale per l'economia italiana e quindi su cui secondo me si può articolare un'azione propositiva generale. I primi due sono relativamente non controversi per quanto mi concerne e per quanto i miei studi e le mie ricerche hanno dimostrato. Il terzo è un pochino più generale se mi date l'opportunità di terminare.
  Il primo punto è relativamente ovvio. Si è molto riflettuto di autonomia strategica concernente, per esempio, minerali critici e materiali critici del global value chains digitali. Tuttavia, a mio avviso, non sono stati egualmente gestiti gli aspetti che riguardano la dipendenza strategica da gestori privati e multinazionali di infrastrutture pubbliche, di infrastrutture digitali, di piattaforme digitali.
  Quindi secondo me una riflessione va fatta in questa direzione. Più in generale per le imprese italiane e per le imprese delle dimensioni medie italiane e di cui stiamo parlando (oggetto di questa indagine conoscitiva) credo che la cosa più importante sia distinguere tra adozione o importazione di tecnologie digitali e quindi di intelligenza artificiale, vis-à-vis ricerca in tecnologie di frontiera.
  Mi spiego meglio, investire in ricerca di frontiera su determinate tecnologie digitali che sono specifiche ai bisogni delle imprese italiane (e parlo di piccole e medie imprese per esempio in settori come meccatronica, meccanica strumentale, chimica oltre ai servizi, ovviamente, finanziari, eccetera) è importante. Secondo me il beneficio maggiore deriverebbe dal finanziare ricerca in tecnologia di frontiera. Quindi non basta adottare tecnologie digitali, per esempio, da Pag. 12attori esteri ma secondo me è necessario finanziare la ricerca. Questo significa che la ricerca privata, e questo è stato ampiamente dimostrato anche in letteratura, gli investimenti privati in ricerca e sviluppo su tecnologia da frontiera sono tendenzialmente complementari a quelle che fa il settore pubblico. Questa è una mia prima considerazione. Parlo ad esempio di utilizzare i fondi del PNRR, parlo ad esempio dell'IPCEI, cioè dei progetti di interesse comune europeo che sono a mio parere uno degli strumenti primi da potenziare e che hanno stimolato investimenti privati in settori come i semiconduttori, le batterie, l'idrogeno e il cloud di cui parlavo prima, che sono settori cruciali nelle filiere, nelle catene globali del valore che rappresentano e che sono appunto cruciali per la transizione digitale.
  Parlo ad esempio delle risorse aggiuntive provenienti da REPowerEU. Quindi in generale io direi che c'è un potenziale di ricerca pubblica in queste linee di frontiera che possono, che sicuramente faranno da volano agli investimenti privati in ricerca e sviluppo. Credo anche che per le caratteristiche fondamentali di questo paradigma tecnologico, quindi delle tecnologie digitali emergenti, sia fondamentale comunque mantenere alto il livello di ricerca alla frontiera, proprio perché queste tecnologie sono molto veloci.
  Il secondo punto, che per me è importante considerare, è tutto ciò che è sul lato della regolamentazione. Non mi soffermo per il momento sugli effetti sul mercato del lavoro, che sono stati già ampiamente considerati sia in letteratura che in dibattiti più di policy. Mi soffermo invece, ad esempio, sull'elemento fondamentale della governance dei dati. Cioè qualunque riflessione sull'intelligenza artificiale deve comunque tener conto della gestione, non solo gestione in termini appunto del dato, ma con considerazioni più ampie di governance dei dati.
  E qui il conundrum di politica, secondo me, di politica e di regolamentazione, si delinea secondo queste caratteristiche. Cioè noi abbiamo un bisogno di dati su scala enorme per scopi di interesse pubblico come la salute o la ricerca (e la pandemia ci ha dato un esempio traumatico di come la raccolta dei dati sia cruciale per scopi di interesse pubblico) e quindi abbiamo necessità di favorire la condivisione del dato. Tuttavia questo ha dei costi opportunità per quanto riguarda, per esempio, la tutela non solo di privacy ma anche di altri diritti del digitale. Quindi questo è un trade-off che andrebbe risolto mediante la regolamentazione.
  Molto è anche recentissimamente venuto fuori con l'AI Act della Commissione europea, quindi ci sarà da adeguare alcune di queste regolamentazioni, ma in generale credo che la riflessione più centrale da fare è quella di gestire questa condivisione del dato per scopi di interesse pubblico in modo da preservare indipendenza e autonomia strategica dalle piattaforme private e, al tempo stesso, quello di monitorare ad esempio il ruolo degli intermediari dei dati personali o di vari intermediari di governance dei dati, che possono sorgere nel frattempo.
  Quindi in generale la gestione e la governance del dato sia personale che di gestione, cioè l'ingrediente principale dell'intelligenza artificiale, è comunque un elemento di gestione appunto di politiche del digitale che andrebbero incorporate.
  Se mi permettete col tempo, io accennerei soltanto al terzo punto che volevo sottolineare, più in generale come dicevo all'inizio. L'importanza del gestire in maniera sostenibile e inclusiva la transizione digitale implica anche che si debba riflettere sul posizionamento dell'Italia nelle catene globali del valore che sono relative a beni, appunto, primari come i critical materials, i materiali critici e beni intermedi, perciò tutto ciò che processa minerali come il cobalto, il litio, il silicio, il rame che sono alla base delle infrastrutture fisiche digitali. Questa gestione deve tener conto, appunto, di come si posiziona l'Italia nelle catene globali del valore all'estero.
  Sappiamo per esempio che, sempre a livello europeo, e quindi se ragioniamo in un contesto un po' più ampio, l'Unione europea ha dato il via al Critical Raw Materials Act, che appunto si pone la tendenzaPag. 13 ad aumentare l'autonomia strategica da Paesi fornitori di questi materiali critici. Tuttavia appunto, bisognerà anche capire come si pone l'Italia rispetto a queste tendenze. Per concludere io ritengo che qualsiasi riflessione o l'articolare l'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale debba tener conto sia di tutto ciò che sottende all'adozione di intelligenza artificiale nelle imprese, sia alla gestione della fornitura di materiali critici e quindi dell'inserimento dell'Italia nelle catene globali del valore dei minerali critici e, a latere, anche il declinare questa autonomia strategica nei confronti di...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARIA SAVONA, ordinaria di economia dell'innovazione presso l'Università del Sussex e la Luiss di Roma (intervento in videoconferenza). ... proprietari di piattaforme private, delle infrastrutture digitali private appunto, che hanno un impatto su come riusciremo a governare il dato, che ripeto è un ingrediente essenziale dell'intelligenza artificiale. Questo è quanto volevo condividere. Sono riflessioni ampie ma secondo me è importante comunque sostenere un dibattito che ne tenga conto. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuta e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di Gianluigi Greco, presidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale (AIxIA).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di Gianluigi Greco, presidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale (AIxIA) nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale: opportunità e rischi per il sistema produttivo.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto, che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine come definito dal programma.
  Do la parola a Gianluigi Greco, presidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale (AIxIA), ricordando che il tempo complessivo a disposizione è di circa otto minuti.

  GIANLUIGI GRECO, presidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale (AIxIA). Ringrazio intanto per la possibilità di questa audizione e fra l'altro voglio anche complimentarmi per il tema e la particolare declinazione che è stata definita all'indagine circa l'utilizzo dell'intelligenza artificiale.
  Io credo che per comprendere veramente appieno i rischi e le opportunità del sistema produttivo bisogna inquadrare il contesto italiano all'interno del contesto internazionale. Noi abbiamo uno scenario attuale in cui ci sono molti investimenti corporate all'interno del settore (che sono addirittura moltiplicati di un fattore 30 negli ultimi dieci anni) e sappiamo che all'interno di questo contesto è entrata l'intelligenza artificiale generativa che sta portando a un incremento veramente esponenziale, parliamo di tassi di crescita del 27 per cento annuo.
  Ma ciò che è veramente importante non è tanto il mercato dell'AI generativa in sé, ma è quanto questa sia in grado di abilitare, quanto possa agire da volano di sviluppo: si parla di stime di circa il 18 per cento del PIL italiano annuo all'interno del nostro territorio. Il livello internazionale per le imprese, per il settore produttivo, parla ormai di un livello di adozione che è di circa il 50 per cento delle aziende ed è stabile. Questa è una nota importante, è stabile negli anni e con alcuni elementi importanti, ad esempio la parte di automazione industriale basata sul robot e la parte di computer vision sono ormai consolidati e sono presenti nel tessuto produttivo.
  In generale a livello internazionale solo il 27 per cento delle aziende può essere considerata starter, cioè che ancora non ha avviato progetti di AI.Pag. 14
  Allora come si pone il nostro tessuto produttivo all'interno di questo contesto? La situazione è un po' complicata. In Italia l'AI è presente di fatto dagli anni ottanta. La mia associazione nasce addirittura nel 1988 raccogliendo la comunità dei professori e dei ricercatori in Italia e quindi c'è un settore universitario sicuramente molto stabile. Pensate, addirittura abbiamo oltre 160 curricula in Italia di università che parlano di intelligenza artificiale, oltre 53 atenei distribuiti uniformemente un po' su tutto il territorio nazionale. Eppure, a fronte di questo l'indice di competenze digitali è molto basso, cioè noi sappiamo che ancora abbiamo dei grossi ritardi. E questo è un punto, è uno dei rischi che voglio sottolineare, partire intanto dalla questione delle problematiche della formazione all'interno del tessuto produttivo e imprenditoriale.
  La diffusione degli skill di AI ci vede nei fanalini di coda a livello europeo, eppure poi vediamo un altro lato positivo: la ricerca in Italia è fiorente, molto all'avanguardia, l'Italia è tra i top ten internazionali. Noi competiamo assolutamente con Francia e con Germania, siamo presenti in tutte le più importanti conferenze internazionali e questa ricerca però, di nuovo, non riesce a penetrare nel territorio. Quindi di nuovo abbiamo un'eccellenza ma l'indice di densità di start up in AI in Italia è l'ultimo tra quello dei Paesi europei, siamo tre volte indietro la Francia e la Germania e, rispetto quelle cifre di cui vi parlavo del 50 per cento a livello internazionale, in Italia solo il 15 per cento delle PMI ha iniziato ad avviarsi in un processo di utilizzo dell'intelligenza artificiale.
  Allora dove stanno i problemi? Io ritengo molto interessante ragionare su ciò che già hanno detto le piccole e medie imprese, ciò che ha detto il tessuto produttivo ed imprenditoriale. Ci sono tre problemi, tre rischi importanti, tre momenti di riflessione.
  Il primo la mancanza di skill e quindi ribadisco l'assoluta importanza, la necessità di puntare su momenti di formazione, riqualificazione upskilling e reskilling, perché noi siamo troppo distanti da quello che succede nel resto d'Europa. Parliamo tanto di intelligenza artificiale ma in realtà stiamo facendo veramente molto poco. Esiste certamente la necessità di grandi investimenti, ma io voglio anche aggiungere che c'è un grande problema, il problema di individuare i casi d'uso veramente specifici per l'intelligenza artificiale.
  Cioè le aziende italiane lamentano il fatto di sapere che esiste una certa disciplina, che esiste un certo ambito, ma poi si chiedono concretamente a che cosa serve questo ambito. Ecco, il vero rischio a mio avviso che sta in questo momento correndo il sistema italiano è quello di perdere un treno, di continuare a parlare e a discutere su livelli veramente troppo alti e non dare degli esempi concreti e pratici, applicativi alle aziende per capire come innovare, come beneficiare di queste tecnologie. È molto significativo, ad esempio, che nel contesto della ricerca universitaria la Fondazione FAIR, che è uno dei grandi attori dell'ecosistema italiano, abbia lanciato dei bandi per le aziende specifici per l'identificazione di use case, cioè questo oggettivamente sta diventando un problema.
  Il nostro sistema produttivo ha necessità di conoscere veramente quali siano le possibilità concrete dell'utilizzo all'interno di questo settore. Leggiamo troppi documenti su cosa si potrebbe fare dell'intelligenza artificiale, è necessario veramente scrivere un documento di cosa si è fatto con l'intelligenza artificiale, perché le buone pratiche hanno la possibilità di propagarsi e hanno la possibilità di trasferirsi. In questo senso a me piace sempre ricordare attività concrete che sviluppo proprio io di prima mano. Non saranno esaustive, non saranno comprensive di tutto quello che si può fare oggi con l'intelligenza artificiale, ma sono esempi concreti. L'intelligenza artificiale applicata alla produzione di energia: oggi possiamo fare tantissimo per l'ottimizzazione dei sistemi energetici e per l'integrazione delle rinnovabili all'interno di contesti produttivi tradizionali. Si fa tantissimo sul riciclo delle batterie o di componentistica elettronica, per identificare la capacità di poter rigenerare dei dispositivi. Verifica di compliance in contesti manifatturieri: si può fare veramente tanto, oggi con Pag. 15una foto riusciamo a capire se un circuito è assemblato bene o è assemblato male. Manutenzioni predittive, già assolutamente realtà. E poi c'è tutto l'IP (proprietà intellettuale) dell'AI generativa. Sì l'AI generativa ha chiaramente un impatto notevole nella creazione di contenuti, ma non dimentichiamo che con l'AI generativa noi siamo in grado anche di aiutare la produzione di prototipi a livello manifatturiero.
  Allora mettendo assieme queste brevi riflessioni cosa possiamo articolare? Beh, possiamo articolare un quadro italiano in cui c'è veramente necessità di formazione, il vero rischio è rimanere separati e lontani da queste tecnologie, c'è necessità di conoscere dei buoni casi, dei casi d'uso, delle buone pratiche, delle situazioni in cui noi riteniamo che l'intelligenza artificiale possa portare delle innovazioni e, a mio avviso, c'è anche bisogno di un coinvolgimento all'interno delle pratiche di adozione dell'intelligenza artificiale. Oggi è troppa la ritrosia, è troppa la distanza, la percezione errata che c'è rispetto a queste tecnologie ed è necessaria quindi un'opera attenta di sensibilizzazione.
  Complessivamente quindi è un'opportunità, complessivamente è un rischio? È una grandissima opportunità l'intelligenza artificiale, si sta vedendo sempre di più. Proprio recentemente il MIT ha rilasciato una survey molto interessante in cui si evidenzia come queste previsioni catastrofistiche circa la perdita di posti di lavoro iniziano a diventare veramente obsolete.
  Non sta succedendo quello che da qualche anno si stava predicando, l'intelligenza artificiale si posiziona in degli elementi, in dei livelli all'interno di contesti aziendali che in questo momento non sono occupati dagli uomini. Porta valore aggiunto, è necessario però sapersi approcciare in una maniera concreta, in una maniera molto convincente e con dei percorsi che portino anche le persone a saper adottare questa tecnologia.
  Ecco, l'errore più grave che si può fare in questo senso, il rischio in cui si può veramente incorrere è quello del non fare. La Commissione chiedeva in maniera esplicita quali sono i rischi, io credo che il primo rischio sia il rischio del non fare – cioè rimanere in attesa di qualcosa che verrà da fuori, dal venire – e il rischio del fare non coinvolgendo tutti gli attori che all'interno di questo ecosistema devono lavorare. Se si va nelle attività produttive ricordiamoci che quelle tecnologie devono essere usate da persone e in questo momento quelle persone hanno bisogno di formazione. Grazie.

  PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuto e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale: opportunità e rischi per il sistema produttivo.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto, che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine come definito dal programma.
  Do la parola a Giovanni Miragliotta, Nicola Gatti e Alessandro Piva, co-direttori dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano, ricordando che il tempo complessivo a disposizione è di circa otto minuti.

  GIOVANNI MIRAGLIOTTA, co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza). Grazie per questo invito. Vi presentiamo in anteprima i risultati della settima edizione della nostra ricerca dedicata all'intelligenza artificiale dandovi prospettive che raccolgono i dati che abbiamo raccolto dall'Italia e, ovviamente, tutto quello Pag. 16che vediamo sul mercato internazionale, sullo scenario internazionale.
  Nicola Gatti e Alessandro Piva vi daranno tutte queste prospettive. Cedo subito la parola a Nicola Gatti.

  NICOLA GATTI, co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza). Buongiorno. Sono professore al Politecnico di Milano e inizio rapidamente con alcuni riferimenti sull'impatto economico atteso a livello mondiale.
  I diversi report internazionali, incluso un report della Comunità europea, va a stimare che l'impatto dell'intelligenza artificiale sul PIL mondiale al 2030 (parlo di PIL all'anno) sarà del 15 per cento per quello che riguarda l'AI non generativa e del 10 per cento per quella generativa. All'interno dei report ci sono dei range e questo è un range ritenuto tra i più probabili. Quindi il complessivo impatto dal punto di vista dell'IA sul PIL mondiale sarà di circa il 25 per cento.
  Un'altra osservazione che ci tengo a riportare è che esistono degli studi che mostrano che tale plus sul PIL mondiale non sarà agganciato in modo uniforme da parte di tutte le nazioni del mondo, ma dipenderà molto dalla loro capacità di sviluppo e di adozione dell'intelligenza artificiale.
  Su questo ci sono alcuni studi che mostrano alcuni deficit per quello che riguarda la nazione italiana rispetto ad altre nazioni. Lascio la parola ad Alessandro Piva.

  ALESSANDRO PIVA, co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza). Buongiorno sono Alessandro Piva, sono direttore di observatories digital innovation e in particolare co-dirigo questo con i colleghi.
  Vi do alcune anticipazioni rispetto ai dati che presenteremo domani sul 2023, che confermano il mercato dell'intelligenza artificiale in Italia in forte espansione. Parliamo di una crescita anno su anno del 52 per cento che porta il valore di mercato stimato per il 2023 a 760 milioni.
  Questo evidenzia una situazione di forte differenza però all'interno delle tipologie di imprese. Abbiamo le grandi imprese che confermano sostanzialmente un 60 per cento di adozione, in linea con gli anni passati con anche molte aziende che fanno diversi progetti. Abbiamo il 26 per cento che ha cinque o più progetti attivi, a confronto invece delle piccole e medie imprese che si fermano soltanto a un 18 per cento di adozione, che in realtà è ancora meno nel senso che abbiamo soltanto un'azienda su venti fra le PMI (quindi un 5 per cento) che ha effettivamente un progetto.
  L'ultima informazione che vi pongo all'attenzione è relativa alla rilevazione sulla AI generativa da cui emerge un potenziale rischio di aumento del gap fra grandi imprese e piccole e medie imprese, perché dai nostri dati emerge che effettivamente chi riesce ad avvantaggiarsi di queste tecnologie sono quelli che già avevano competenze al proprio interno.
  Quindi dal nostro punto di vista questo può essere un elemento di rischio ulteriore di polarizzazione di capacità di innovare con queste tecnologie.

  GIOVANNI MIRAGLIOTTA, co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza). Aggiungo io qualche prospettiva sul mercato del lavoro. Da sempre l'Osservatorio guarda quello che sarà l'impatto dell'intelligenza artificiale nell'equilibrio del mercato del lavoro. L'Osservatorio considera la prospettiva dell'equilibrio tra domanda e offerta di lavoro...

  PRESIDENTE. Non si riesce a sentire bene...

  GIOVANNI MIRAGLIOTTA, co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (intervento in videoconferenza). Provo a togliere il microfono. Confermatemi se ora si capisce meglio.

  PRESIDENTE. Ora si sente meglio.

  GIOVANNI MIRAGLIOTTA, co-direttore dell'Osservatorio artificial intelligence del PolitecnicoPag. 17 di Milano (intervento in videoconferenza). Benissimo. Quindi dicevo, la prospettiva con cui l'Osservatorio guarda l'impatto sul mondo del lavoro è sempre quella di indagare l'equilibrio tra domanda e offerta. Nell'ultimo studio abbiamo proiettato quella che sarà la situazione della disponibilità demografica di persone in età lavorativa a dieci anni da oggi, al 2033, arrivando a stimare un calo di 2,8 milioni di persone in età lavorativa nel 2033 a fronte di un aumento atteso di 2,4 milioni di persone in pensione a dieci anni da oggi.
  Significa che, orientativamente, per mantenere in equilibrio il sistema previdenziale noi dovremmo essere in grado di generare un contributo di PIL nazionale pari a 5,6 milioni di extra lavoratori in più rispetto a quelli che saranno effettivamente sul mercato fra dieci anni. L'intelligenza artificiale secondo le nostre stime, da qui a dieci anni se correttamente supportata, potrà dare un contributo per recuperare una produttività pari a circa 3,8 milioni di lavoratori equivalenti, lasciando comunque al sistema economico italiano la necessità di recuperare ancora l'equivalente di valore aggiunto pari a 1,8 milioni di lavoratori grazie a ulteriore extra produttività, accelerazione nell'adozione della tecnologia (come sottolineava Nicola Gatti) e nuova imprenditorialità.
  Rispetto a quanto oggi l'Italia sia in grado di fare in queste prospettive, nella nostra ricerca vediamo che c'è una produzione molto buona di talenti, ricercatori e laureati nelle discipline delle AI Engineering e della Data Science, ma le imprese italiane lamentano difficoltà a trattenere questi nostri studenti e professionisti. Il 70 per cento delle 200 e più imprese che abbiamo intervistato si dichiara svantaggiata rispetto alle imprese estere, incapace di trattenere gli studenti italiani rispetto alle offerte che arrivano dalle imprese estere.
  Anche le start-up che noi generiamo, che sono numericamente interessanti, rimangono piccole, hanno un valore di fatturato e di finanziamento piccoli e quindi non sembrano essere in grado nel lungo termine di competere rispetto a quelli che saranno i grandi giganti di questa materia.
  È necessario quindi prevedere anche degli investimenti a supporto della capacità di assumere le persone che noi stessi formiamo e sensibilizzare ulteriormente le imprese all'utilizzo di queste tecnologie.
  Questa sintesi che vi abbiamo reso è estesa in un documento in arrivo.

  PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento, ringrazio gli ospiti intervenuti. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti dell'Osservatorio artificial intelligence del Politecnico di Milano (vedi allegato 3) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.55.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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ALLEGATO 3

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