XIX Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 11 gennaio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Deidda Salvatore , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro delle imprese e del made in Italy , sen. Adolfo Urso, sulle linee programmatiche in materia di comunicazioni (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Deidda Salvatore , Presidente ... 3 
Urso Adolfo , Ministro delle imprese e del made in Italy ... 3 
Deidda Salvatore , Presidente ... 9 
Pastorella Giulia (A-IV-RE)  ... 9 
Deidda Salvatore , Presidente ... 10 
Iaria Antonino (M5S)  ... 10 
Deidda Salvatore , Presidente ... 11 
Morassut Roberto (PD-IDP)  ... 11 
Deidda Salvatore , Presidente ... 12 
Maccanti Elena (LEGA)  ... 12 
Deidda Salvatore , Presidente ... 13 
Longi Eliana (FDI)  ... 13 
Deidda Salvatore , Presidente ... 14 
Furgiuele Domenico (LEGA)  ... 14 
Deidda Salvatore , Presidente ... 15 
Cangiano Gerolamo (FDI)  ... 15 
Deidda Salvatore , Presidente ... 16 
Caroppo Andrea (FI-PPE)  ... 16 
Deidda Salvatore , Presidente ... 16 
Casu Andrea (PD-IDP)  ... 16 
Deidda Salvatore , Presidente ... 17 
Ghirra Francesca (AVS)  ... 17 
Deidda Salvatore , Presidente ... 18 
Pastorino Luca (Misto-+Europa)  ... 18 
Deidda Salvatore , Presidente ... 18 
Urso Adolfo , Ministro delle imprese e del made in Italy ... 18 
Deidda Salvatore , Presidente ... 26 
Urso Adolfo , Ministro delle imprese e del made in Italy ... 26 
Deidda Salvatore , Presidente ... 26

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
SALVATORE DEIDDA

  La seduta comincia alle 9.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione la trasmissione diretta sulla web tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro delle imprese e del made in Italy , sen. Adolfo Urso, sulle linee programmatiche in materia di comunicazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro delle imprese e del made in Italy, senatore Adolfo Urso, a cui do il benvenuto e che ringrazio per la disponibilità, sulle linee programmatiche in materia di comunicazioni.
  Avverto che dopo la relazione del Ministro si svolgeranno gli interventi dei deputati, secondo i tempi che sono stati già comunicati ai gruppi, per procedere poi allo svolgimento della replica. Invito pertanto i rappresentanti dei gruppi a comunicare alla Presidenza gli iscritti a parlare.
  Cedo dunque la parola al Ministro Urso per lo svolgimento della relazione.

  ADOLFO URSO, Ministro delle imprese e del made in Italy. Grazie, onorevoli colleghi, per l'invito che avete fatto, a cui abbiamo risposto in tempi congrui. Scusate se abbiamo dovuto modificare l'orario di questa convocazione alla luce di una missione internazionale che devo necessariamente affrontare nella giornata di oggi. Ringrazio voi di essere qui, in un ambiente che vide la mia prima esperienza parlamentare, che fu proprio nel 1994 come componente e presidente di gruppo dell'allora Alleanza Nazionale nella Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera: attività che svolsi per due legislature appunto in questa Commissione, che conosco e che quindi apprezzo per il lavoro che ha sempre svolto di controllo e di indirizzo sull'operato del Governo in un tema così rilevante, già rilevante allora e tanto più oggi, come quello delle telecomunicazioni. Mi auguro quindi che questo sia il primo di una serie di incontri in cui insieme potremo disegnare la rotta di un settore tanto dinamico quanto indispensabile alla crescita, anche in considerazione della fase di transizione digitale che stiamo vivendo; un settore che quando io feci i miei primi passi in questa Commissione era un orgoglio dell'impresa italiana nel mondo.
  Devo innanzitutto evidenziare il contesto in cui noi siamo. I ricavi del mercato europeo delle telecomunicazioni sono in flessione da diversi anni. L'Italia, a causa della corsa al ribasso dei prezzi, risulta il Paese che ha più sofferto rispetto ai principali nostri competitor continentali il fenomeno della contrazione dei ricavi. Negli ultimi undici anni i ricavi sono scesi di 14 miliardi di euro, pari a circa il 33 per cento del loro valore iniziale, sul totale mercato delle telecomunicazioni. Per capirci, la Francia ha perso anch'essa il 15 per cento, la Germania il 7 per cento, il Regno Unito l'8 per cento; l'Italia ha visto invece una perdita di ben il 33 per cento. Mentre i ricavi scendono in tutta Europa, soprattutto in Italia, e in Italia ininterrottamente dal 2010, i volumi di traffico crescono a ritmo sostenuto,Pag. 4 come dimostra il fatto che negli ultimi due anni il traffico dati mobile ha registrato un più 117 per cento, mentre quello fisso è cresciuto del 75 per cento. Ripeto, cresce in maniera significativa, imponente il traffico, sia mobile sia anche fisso, mentre i ricavi delle imprese del settore scendono in maniera significativa.
  Negli ultimi undici anni gli OTT hanno avuto un aumento dei ricavi di poco meno del 17 per cento. Se a questo si aggiunge l'estrema frammentazione del mercato europeo rispetto ad esempio al mercato americano, dove insistono tre soli grossi player tradizionali, notiamo come vi sia un differenziale competitivo tra l'Europa e gli Stati Uniti. Ripeto, negli Stati Uniti tre soli player internazionali, in Europa se ne contano qualche decina, più di un centinaio.
  Siamo in presenza di una situazione che apparentemente è a vantaggio netto dei consumatori, ma non dei cittadini e delle loro attività; e i consumatori sono anche cittadini, operano con le proprie attività nei mercati e hanno bisogno di un sistema infrastrutturale che sia adeguato ai tempi e che abbia investimenti significativi da consentire al sistema Paese, e in generale al sistema Europa, di competere con quello di altri continenti con cui noi dobbiamo raffrontarci.
  In Italia ci sono cinque operatori di settore: cinque operatori di settore mentre negli Stati Uniti ce ne sono tre. Tutto questo evidenzia la necessità di un cambio di passo nella politica industriale delle telecomunicazioni in Europa e quindi in Italia, per consentire effettivamente uno sviluppo significativo del sistema a supporto della transizione digitale.
  In Italia abbiamo assistito negli ultimi anni a una forte crescita della copertura della banda larga e ultralarga, che prevede che gli operatori di telecomunicazioni, i cosiddetti «infrastrutturatari», riescano a coprire, secondo queste previsioni, entro il 2026 il 92 per cento dei civici con una velocità superiore a 100 megabit per un secondo e il 74 per cento con una velocità superiore a 300 megabit per secondo. In tal modo la diffusione della copertura in fibra in tutte le aree del Paese, sia essa a fallimento di mercato totale o parziale, viaggia però ancora a una velocità troppo bassa; soprattutto non riesce ancora a recuperare i ritardi, i gravi ritardi che si sono accumulati negli anni per effetto anche dell'insipienza della politica.
  In questo contesto dobbiamo evidenziare anche il fatto che in merito al cosiddetto piano aree bianche il nostro Governo, come voi ben sapete, ha ereditato un fatto che è abbastanza noto a tutti gli operatori e tanto più alla Commissione: quello del grave ritardo nell'attuazione del progetto da parte del concessionario Open Fiber.
  L'originale piano prevedeva la chiusura dei lavori delle tre gare tra giugno 2020 e aprile 2022; tra il 2019 e il 2022, in quattro anni quindi, Open Fiber ha presentato quattro diversi piani di avanzamento, di cui l'ultimo prevede il completamento di 12 regioni entro il 2023 e delle rimanenti entro la metà del 2024. A causa di una iniziale sottovalutazione del tema dei permessi (cosa che nel nostro Paese come voi sapete non riguarda soltanto questo settore), di errate politiche industriali nella quantificazione delle offerte e nel relativo avvio dei lavori, e anche per responsabilità politiche, il tema dello sviluppo veloce e sostenibile della rete in banda ultralarga in Italia è divenuto via via più complesso, accumulando ritardi rispetto ad altre nazioni europee.
  È un ritardo che ovviamente ci preoccupa e sul quale il Ministero e il Governo sono pienamente coinvolti, attraverso diverse azioni che mettano nelle migliori condizioni possibili il concessionario per realizzare quanto dovuto: da un lato attuando una continua azione di stimolo verso il concessionario Open Fiber a rispettare finalmente il cronoprogramma dei lavori; dall'altro lavorando a stretto contatto con le regioni e la Conferenza delle regioni per consentire alle stesse di spendere i fondi comunitari impiegati nel cofinanziamento del progetto entro i termini previsti dalla Commissione europea. Non possiamo fallire. Non dobbiamo fallire, stavolta non lo si può fare.
  Per assicurare appunto il rigoroso rispetto del cronoprogramma, è stato inoltre Pag. 5attivato un monitoraggio rafforzato delle attività per rilevare gli avanzamenti e gestire nei giusti tempi le anomalie e i ritardi di attuazione, nonché definire le azioni correttive da intraprendere. A tal fine Infratel ha costituito una sorta di war room congiunta per singole regioni, all'interno della quale si analizzano in dettaglio i dati di avanzamento di tutti i comuni e si affrontano eventuali criticità che dovessero rilevarsi su tutti gli elementi necessari per considerare un comune completato.
  Grazie alle azioni di stimolo in atto, si ritiene possa essere realistica una data presumibile di fine lavori a giugno 2023 relativamente ai comuni cofinanziati dalle regioni con fondi FESR in modo da assicurare la certificazione della spesa comunitaria prevista dai piani regionali; e, progressivamente, fra dicembre 2023 e settembre 2024 la conclusione dei lavori nei comuni finanziati con altri fondi.
  Tenuto conto di queste premesse, vengo quindi a illustrare gli argomenti che oggi ci permetteranno di spaziare lungo tutto l'arco delle comunicazioni elettroniche, chiarendo cosa il Ministero delle imprese e del made in Italy sta già facendo e cosa intende fare per sostenere una piena e completa digitalizzazione, sempre più indispensabile a mettere a segno gli obiettivi della twin transition che stiamo attraversando: transizione digitale e, connessa ad essa, la transizione ecologica.
  Il Ministero delle imprese e del made in Italy promuove il processo di digitalizzazione e supporta la formazione delle competenze digitali, la crescita del tessuto imprenditoriale attraverso la propria attività strategico-normativa, nonché attraverso la gestione e il supporto ai progetti in grado di incidere sul lato sia delle infrastrutture che dei servizi digitali, fino alla vera e propria diffusione della capacità di accesso ai servizi stessi. È un percorso che include la necessità di intervenire quindi sia sulla domanda di servizi che sulla relativa offerta di infrastrutture idonee fisse e mobili da parte del mercato.
  Questa attività non si esaurisce nel solo confronto con il mercato direttamente coinvolto nella regolazione dei servizi o nella creazione delle infrastrutture di rete, ma con tutta la filiera produttiva. Basti pensare alle implicazioni che la realizzazione delle infrastrutture a banda ultralarga ha sulla capacità produttiva delle imprese coinvolte, aspetto di particolare rilevanza al momento attuale in cui si sovrappongono esigenze realizzative del Piano banda ultralarga per le aree bianche e quelle delle infrastrutture finanziate dal PNRR.
  Nel quadro delle azioni volte al supporto e all'allargamento della fruibilità delle infrastrutture di rete a banda ultralarga, il MIMIT – questa è la nuova denominazione del Ministero – sostiene importanti azioni sul versante della domanda, in particolare attraverso l'erogazione dei cosiddetti voucher per la connettività. È attualmente in corso la misura denominata «voucher imprese», avviata il 1° marzo 2022 a seguito dell'approvazione del regime di aiuto da parte della Commissione europea del 15 dicembre 2021 con un totale di risorse pari a 608 milioni di euro. Con tale misura è possibile ad oggi supportare in funzione della tipologia di voucher richiesti, da un minimo di 300 euro a un massimo di 2.500 euro, un numero compreso tra 850 mila e 1 milione 400 mila imprese di dimensioni micro, piccola e media e di professionisti. Abbiamo concertato con la Commissione europea la proroga di un altro anno, fino al 31 dicembre 2023, proprio nella consapevolezza di quanto importante sia questa misura, soprattutto in un sistema come quello italiano caratterizzato da piccole e da microimprese.
  Il MIMIT poi sul fronte dell'offerta, oltre a seguire l'andamento del piano di sviluppo della rete nelle aree a fallimento di mercato, ha supportato il Dipartimento per la trasformazione digitale nella definizione dei bandi di infrastrutturazione digitale incardinati nel PNRR. In particolare ricordo il piano «Italia a 1 Giga», del valore di quasi 3,4 miliardi di euro, chiuso lo scorso 31 marzo e che coinvolgerà quasi 7 milioni di civici; il piano «Italia 5G» con due bandi, con i quali si intende accelerare il processo di adozione della tecnologia 5G al fine di consentire una crescita decisiva nell'utilizzo della sensoristica avanzata Pag. 6estendendo nuove tipologie di servizi in ambiti applicativi relativi alla sicurezza, alla mobilità, alla sanità e alla logistica. Il piano «Sanità connessa», che intende assicurare connettività performante con velocità simmetrica di almeno 1 Gbps fino a 10; inoltre, 12 mila punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale. Il piano «Isole minori», volto ad assicurare la copertura con connettività a banda ultralarga nelle numerose isole minori coinvolte nel progetto.
  Una veloce infrastrutturazione del Paese è prodromica a qualsiasi altra azione, visti i nuovi paradigmi delle telecomunicazioni, ormai non solamente mero vettore trasmissivo ma condizione sine qua non per offrire tutti quei servizi specializzati che richiedono capacità di banda sempre più elevata, tempi di latenza ridotti e capacità di connettere un numero sempre più elevato di dispositivi. Una capacità sempre più basata sulla diffusione capillare della fibra ottica, unico vero abilitatore per la diffusione di servizi di nuova generazione, siano essi fruiti attraverso la rete fissa o mobile, che deve rispondere a inderogabili criteri di altissima qualità; e sulla quale stiamo provvedendo a intervenire con delle misure ad hoc, che non avevano trovato consenso nel precedente Governo, per rilanciare le imprese del settore nazionale, cosa che faremo a breve con una norma legislativa. Questo per aiutare la produzione nazionale così come hanno fatto altri competitori internazionali, non soltanto gli Stati Uniti ma anche Paesi a noi molto vicini, a cominciare dalla Francia.
  Fermandomi per un istante sul tema delle imprese di settore non posso non evidenziare il tema della rete, sul quale ho avuto modo di esprimermi più volte, e in questa sede intendo confermare quanto già da me, e soprattutto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in sede programmatica nelle aule del Parlamento, è stato espresso. Il Governo intende sostenere la realizzazione di una rete di telecomunicazione a copertura nazionale, che consenta al Paese di realizzare al più presto gli obiettivi che si è prefisso, e un sistema ad alta competitività internazionale, salvaguardando i livelli occupazionali.
  Nel corso dell'ultimo mese si sono svolte presso il Ministero delle imprese e del made in Italy proficue riunioni con tutti gli attori coinvolti, ovviamente innanzitutto con i Ministeri e i Dipartimenti interessati, quindi gli attori istituzionali, così come quelli di mercato, per avere una fotografia chiara della situazione (cosa che prima, evidenzio, non era) e per approfondire insieme tutti gli strumenti che il Governo può mettere in campo per sostenere il comparto, oggi fortemente sotto pressione, delle telecomunicazioni.
  Il confronto prosegue in modo franco e cordiale con tutti gli attori, come confermato positivamente dai mercati che nell'ultimo mese hanno premiato il titolo di Telecom Italia con un aumento del 18 per cento; come riportato anche da alcuni quotidiani, che hanno correttamente evidenziato nelle sole due ultime settimane un aumento di capitalizzazione pari a circa 1 miliardo. Con la piena coscienza da parte di tutti che è arrivato il momento di lavorare insieme per il bene comune: un clima – lo ripeto – positivo che credo abbia delle conseguenze significative.
  Il Ministero quindi è da sempre in prima linea sul tema delle infrastrutture: ricordo ad esempio l'avvio del Piano banda ultralarga, la partecipazione alla Strategia italiana per la banda ultralarga per la riduzione del divario digitale infrastrutturale, al fine di consentire lo sviluppo di aree soprattutto a fallimento di mercato; ma ricordo anche l'avvio e il successivo rollout del 5G.
  L'Italia può pregiarsi infatti di essere stata tra i primi Paesi dell'Unione europea a dare seguito al 5G Action Plan, con una strategia strutturata e declinata attraverso una serie di iniziative che hanno favorito la costruzione delle nuove reti di telecomunicazioni. L'impegno tangibile dell'Italia si è concretizzato anche nell'immediata adesione all'avvio delle sperimentazioni sulla tecnologia 5G con l'uso della banda 3.600-3.800 megahertz e nell'assegnazione dello spettro con la cosiddetta gara 5G, che ha visto oltre 6,5 miliardi di introiti. (Per alcuniPag. 7 questo è stato anche un problema, si è puntato a fare cassa, forse ci voleva più lungimiranza industriale).
  Mi preme qui sottolineare, in tema di connettività a banda ultralarga di tipo mobile, un aspetto oltremodo importante e allo stesso tempo critico sul quale il Ministero è pienamente e consapevolmente coinvolto. Le reti di comunicazioni e tecnologie 5G costituiscono la base su cui poggeranno gran parte delle nostre attività socio-economiche. Agli indubbi benefici che l'evoluzione verso le reti di quinta generazione porterà per il sistema Paese, si affiancano tuttavia problematiche connesse alla complessità e pervasività di tali sistemi, particolarmente vulnerabili agli attacchi di natura cibernetica; a tali rischi si aggiungono anche quelli legati al crescente ricorso a tecnologie provenienti da aziende non europee.
  Come sapete, io vengo dall'esperienza parlamentare di presidente e prima ancora di vicepresidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che nella scorsa legislatura è più volte intervenuto, sin dall'inizio di essa... Ricordo a me stesso quanto fece l'allora presidente Guerini, di cui io ero allora il vicepresidente, nella prima relazione al Parlamento che fu appunto in merito al sistema di telecomunicazione e alla protezione informatica, relazione al Parlamento in cui allora si invitò il Parlamento e il Governo a provvedere per garantire la sicurezza nazionale nel campo della rete 5G. Da questo è nata poi anche la normativa introdotta nel 2019, con l'articolo 1-bis nella normativa golden power, in applicazione della quale sono stati svolti nel corso di questi anni numerosi interventi, che hanno portato all'imposizione di specifiche prescrizioni in campo agli operatori in relazione alle singole operazioni di acquisto poste in essere con fornitori extraeuropei. Per chi ha seguito la vicenda dell'evoluzione del golden power e dei suoi strumenti, è stato un cantiere continuo per innovare appunto in tempo congruo a fronte di questioni geopolitiche sempre più impellenti di cui ormai tutti siamo consapevoli; anche alla luce di quello che è accaduto con la guerra della Russia in Ucraina, coi pericoli di attacchi cibernetici, in generale col confronto che sta avvenendo tra i sistemi di democrazia occidentale e altri sistemi istituzionali, anche per quanto riguarda lo sviluppo del settore e della sua competitività, che è connesso ovviamente anche alla protezione dei dati che su esso passano.
  Lo scorso marzo, il 21 marzo 2022, è stata introdotta un'ulteriore modifica all'articolo 1-bis, che prevede l'elaborazione di piani annuali per le imprese che operano nella realizzazione delle reti in tecnologia 5G, al fine di avere un quadro completo dello sviluppo delle reti di comunicazioni elettroniche e dei fornitori di tecnologia che contribuiscono alla loro realizzazione, così da perseguire una strategia di diversificazione come hanno fatto anche altri Paesi.
  Nell'ambito delle attività sin qui evidenziate, giova anche ricordare la Strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026 e l'annesso Piano di implementazione approvato lo scorso 18 maggio per rafforzare la resilienza nella transizione digitale del Paese. Gli obiettivi che la Strategia si pone sono la protezione degli asset strategici nazionali, la risposta alle minacce, agli incidenti e alle crisi cyber, assicurando uno sviluppo consapevole e sicuro delle tecnologie digitali, della ricerca e della competitività industriale.
  Vorrei concludere questo passaggio evidenziando, consapevole della mia lunga esperienza nel settore, come sia opportuna una riflessione del Governo affinché ci siano indirizzi sui temi della sicurezza legati allo sviluppo delle tecnologie mobili di nuova generazione, verso una linea politica netta, similmente a quanto hanno già fatto altri Paesi europei e occidentali, riflessione che ovviamente il Parlamento a mio avviso può giustamente sviluppare.
  Oltre allo sviluppo della domanda e dell'offerta nel settore reti, il MIMIT continua a presidiare la progettualità in grado di espandere un ecosistema digitale completo attraverso il sostegno alla diffusione delle cosiddette tecnologie emergenti. Mi riferisco con questo termine alle tecnologie di frontiera quali l'intelligenza artificiale, Pag. 8l'Internet delle cose, la blockchain e le tecnologie quantistiche e alla diffusione delle reti di nuova generazione 5G e 6G, che costituiscono un acceleratore multisettoriale per lo sviluppo dei territori, del mercato e delle smart community in quanto abilitatrici di nuovi prodotti, processi, servizi e di nuovi modelli di business e organizzativi.
  Proprio in questi giorni si è svolto anche un interessante meeting in Italia, a Roma, e non a caso a Roma, delle Chiese, su quello che ciò comporta anche per la centralità dell'uomo nel processo di modernizzazione, per quello che rapporta l'etica nell'intelligenza artificiale; cosa che mi ha evidentemente colpito, come colpirebbe chiunque viva nel nostro Paese, dove credo che più che in altri si potrebbe affermare che oggi è necessario... Oggi in Italia si può ben affermare, come fanno altri Paesi forse senza la nostra tradizione, quello che necessita, cioè un nuovo Rinascimento digitale in cui l'uomo sia al centro di quest'opera particolarmente significativa. Noi possiamo utilizzarlo, questo termine del Rinascimento digitale.
  Al fine di rafforzare l'ecosistema dell'innovazione per il trasferimento tecnologico, di recente abbiamo stanziato 80 milioni di euro per le «case delle tecnologie emergenti», tassello indispensabile nella più vasta architettura di cui fanno parte anche i Competence Center, i Digital Innovation Hub, i punti impresa digitale, gli European Digital Innovation Hub.
  Infine, per quanto attiene lo sviluppo tecnologico dello spettro radioelettrico, all'interno del quale viaggiano i servizi di banda ultralarga e l'intero settore radiotelevisivo, giova qui evidenziare che, terminata la liberazione della banda a 700 megahertz, emanati e assegnati i bandi PNRR per le reti ad alta capacità, approvato il PNRF (Piano nazionale di ripartizione delle frequenze), il Ministero è chiamato ora a lavorare sullo sviluppo delle tecnologie digitali per radio e TV, sul rollout del 5G, sulla diffusione delle ultime release del wi-fi, sullo sviluppo del 6G attraverso una più ampia politica dello spettro sia a livello nazionale che internazionale, affinché l'Italia possa trarre vantaggio dalle decisioni della prossima World Radiocommunication Conference che partirà a fine 2023.
  Avviare una nuova politica dello spettro per massimizzare le potenzialità delle reti di telecomunicazione a servizio delle imprese e dei cittadini e la crescita del Paese è una tappa obbligata, per offrire al tessuto industriale italiano una rete affidabile a banda larga e a basso ritardo che permetta di aumentare l'efficienza dei servizi tradizionali e crearne di nuovi. Per cui si rende necessario avviare un tavolo con il Ministero della difesa per la liberazione di ulteriori porzioni di spettro, anche in ragione della crescente domanda di reti satellitari.
  L'integrazione fra reti terrestri e reti satellitari, sia geostazionari che costellazioni di nanosatelliti a bassa orbita, sarà infatti fondamentale per consentire la copertura di tutte le porzioni di territorio, anche di quelle più remote, e per sostenere l'emergere di servizi innovativi basati sull'integrazione dello spazio con altre tecnologie innovative per applicazioni nel settore dell'energia, delle infrastrutture, dei trasporti e di altri settori a cui le tecnologie digitali e spaziali possono apportare valore aggiunto nei servizi e nell'applicazione.
  Noi italiani possiamo fare di più e di meglio anche rispetto ad altri nostri partner europei, perché abbiamo sullo spazio una nostra particolare capacità di intervenire; siamo una delle grandi potenze spaziali. Anche per questo nell'ultimo vertice ministeriale dell'ESA, in cui siamo stati impegnati nella ripartizione dei fondi per i prossimi tre anni, ci siamo impegnati anche per la realizzazione della costellazione europea di satelliti. Un primo passo nella direzione giusta rispetto a quello che altri Paesi, mi riferisco in modo specifico agli Stati Uniti ma non solo, hanno fatto più velocemente e più significativamente di noi europei.
  Come avete avuto modo di ascoltare, i temi che vedono coinvolti il Ministero delle imprese e del made in Italy sul fronte della rivoluzione digitale sono molteplici e complessi. Intendo qui fin da subito avviare un tavolo nazionale di confronto sulle comunicazioni elettroniche che affronti con tutti Pag. 9i portatori di interesse, sia locali che nazionali, le sfide che l'Italia si trova di fronte oggi dal punto di vista tecnologico.
  Nell'ambito di questo tavolo, che si riunirà in modo cadenzato nel corso dell'anno, saranno affrontati di volta in volta i temi più importanti in ciascun settore produttivo: a cominciare dallo sviluppo del DAB, ossia della diffusione audio digitale, dal rilancio della radio analogica e dalla progressiva adozione dello standard televisivo digitale terrestre di ultima generazione, dall'accelerazione dello sviluppo della rete in banda ultralarga, siano i dispositivi fissi o mobili, a cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese, fino al sostegno delle imprese stesse che lavorano sulle e con le cosiddette tecnologie di frontiera. Tutti questi modelli rappresentano grandi opportunità per la crescita, ma esistono aspetti sensibili in capo alla responsabilità del policy maker titolare che ha il compito di governare certi fenomeni, soprattutto quando si tratta di nuovi media con evidenti ricadute sugli utenti finali, specialmente se nuovi o minori.
  L'attenzione è massima per questo settore, che è ricco di opportunità ma che dev'essere indubbiamente presidiato in modo particolare affinché la digitalizzazione sia sempre più un mezzo di democrazia e inclusività in grado di offrire mezzi di crescita per le imprese e i cittadini. Si tratta di agire in questo campo, io credo, perché ovviamente bisogna tutelare soprattutto, lo evidenziavo prima, i minori e tutelare le informazioni e i dati che passano sulla rete, anche dalle campagne di disinformazione e di manipolazione che comunque esistono e sono sempre più significative come conseguenza dei contesti di competitività globale, cioè degli effetti anche geopolitici.
  Io mi limiterei a questa prima introduzione. Aspetto ovviamente gli interventi, i suggerimenti, le critiche e soprattutto le domande dei colleghi parlamentari.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Passiamo la parola ai colleghi. Ha diritto a intervenire la collega Pastorella, Italia Viva.

  GIULIA PASTORELLA. Grazie mille. Azione-Italia Viva, però va bene uguale.
  Ringrazio moltissimo il Ministro per essere venuto e per aver fatto una carrellata così ampia, quindi cercherò di seguire un po' il filo cronologico dei temi che ha toccato per fare domande, più che necessariamente critiche.
  All'inizio ha giustamente menzionato la discesa dei ricavi delle telco e invece l'aumento dei ricavi degli OTT. Siccome a livello europeo si sta svolgendo proprio in questi mesi una battaglia ideologica, che poi sfocerà in una consultazione che dovrebbe essere aperta a breve, ed eventualmente in un provvedimento normativo, mi domando se il Governo italiano già abbia una posizione definita sulla necessità per le telecomunicazioni di ricevere parte dei benefìci degli OTT a compenso per lo sviluppo della rete che hanno effettuato, la cosiddetta fair share. Credo sappiate bene di che cosa si parla; siccome il Governo precedente aveva in parte preso una posizione, mi domando se questo Governo ne abbia una simile o differente su questo tema, di chi debba pagare chi e chi debba contribuire per lo sviluppo della rete.
  Sulla questione 5G si è parlato ovviamente di sviluppo, dei bandi che sono stati emanati forse per fare cassa, e lì sono abbastanza d'accordo. La domanda è se si pensi di toccare i limiti di emissività, che come sappiamo sono tra i più bassi d'Europa e l'innalzamento dei quali potrebbe aiutare anche in questo senso la diffusione; quindi se questo sia qualcosa che il Governo intende toccare.
  Sulla questione del mercato delle telecomunicazioni si è detto di aiutare gli attori locali, gli attori italiani. La mia domanda è se il Governo, oltre a questo aiuto ad hoc, pensi anche a una spinta in un senso di consolidamento del numero degli operatori, visto che si è menzionato che ne abbiamo molti. Certo il mercato degli Stati Uniti secondo me è molto diverso, quindi il paragone non so se sia corretto; però persino la Commissione europea aveva dato delle aperture sul fatto che forse un consolidamento, nonostante fosse stata la stessa Commissione ad aver spinto per la moltiplicazionePag. 10 degli operatori... Ecco, se questo sia tra le priorità del Governo.
  Per quanto riguarda invece la parte legata alle industrie, che cosa si intende fare sulla parte di Industria 4.0? Avete menzionato ovviamente che la connettività è fondamentale, il voucher connettività e quant'altro, però c'è tutto un piano industriale molto più ampio di cui Calenda è un po' il padre fondatore e che è stato cambiato nel corso degli anni. Ecco, la domanda è che cosa si intenda fare su quel fronte lì. Noi durante la manovra avevamo suggerito di riprendere lo schema iniziale e di aggiungere anche beni per la transizione ecologica oltre ai beni digitali; mi domando se questo suggerimento possa essere preso in considerazione.
  Ultimi due punti rapidi. Sulla questione della cybersecurity legata al golden power, nella relazione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale si menzionava che il Nucleo per la sicurezza si è riunito molto più spesso recentemente, ovviamente a causa del conflitto in Ucraina. La mia domanda, visto che stiamo parlando di telecomunicazioni, è se si sia rilevata (se è qualcosa che potete condividere perché ovviamente sono questioni anche di sicurezza nazionale) una particolare attenzione, da parte degli hacker o degli attori statali che si occupano di attacchi cibernetici, sul settore telecomunicazioni italiano, quindi se questo sia stato oggetto particolare di attenzione rispetto al conflitto.
  Il golden power è una norma sicuramente molto importante. Io farei attenzione a non nascondere dietro al golden power un protezionismo eccessivo: quindi benissimo usarlo laddove sia necessario proteggere, ma proteggere la sicurezza nazionale e non necessariamente una forma di protezionismo economico. Quindi anche qui la domanda è: lo toccherete, toccherete questa norma, chiederete alla Commissione europea di poter espandere ulteriormente oltre già quello che è il perimetro di questa prerogativa?
  Forse un ultimo punto positivo. Benissimo l'attenzione allo spazio, perché credo che sia un settore per l'Italia molto importante che viene spesso sottostimato, comunque troppo poco raccontato; mentre... Non finiamo sul positivo, finiamo sul negativo: mi fa sempre paura quando si parla di azioni nazionali per contrastare la disinformazione in rete, i contenuti illegali, eccetera. L'Unione europea se ne sta già occupando, ha emesso il DSA, adesso si occupa del CSAM, quindi dei materiali pedopornografici in rete; io credo sia molto miope cercare di affrontare questo genere di problemi a livello nazionale, quando la rete è come minimo europea e come massimo globale. Tentativi di normare, quindi, questo genere di comportamento a livello nazionale forse sono un po' velleitari; se ci sono azioni in questo senso sarei curiosa di sapere quali. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Grazie alla collega di Azione-Italia Viva. La parola al collega Iaria del Movimento 5 Stelle.

  ANTONINO IARIA. Grazie, Presidente. Buongiorno, Ministro, e buon lavoro.
  Oggi ho ascoltato molto attentamente la sua relazione, che in particolare è un po' un riprendere delle attività già in corso, chiaramente anche visto il fatto – non voglio scusarla – che siete da poco al Governo; però io mi soffermerei su un punto fondamentale. Come ho detto prima, avete raccontato tutte le cose già in atto, riprendendo le cose che potevamo trovare anche tranquillamente attraverso altri dossier, però l'aspetto più importante che avete toccato in maniera un po' labile è il discorso sulla rete unica. Non si è parlato in maniera approfondita della rete unica, io vorrei pungolarla un po' su questo tema.
  Il percorso della rete unica – che comincia dal 2018 con una prima proposta, un primo accordo, che ha avuto anche uno sviluppo interessante nel 2020 con operatori statali come la CDP che aveva presentato anche tra l'altro un piano che aveva un certo interesse – poteva veramente creare un'infrastruttura pubblica o parapubblica importantissima per il nostro Paese, questo sì che è un asset di impresa importante; sta invece diventando un chiacchiericcio che crea solo confusione. Io ho visto l'ultimo articolo di novembre, dove appunto tutto Pag. 11questo percorso che CDP stava facendo nell'avanzare una proposta di acquisizione di TIM si è fermato, si è fermato anche un po' su indicazioni del vostro Governo.
  Io vorrei che voi foste chiari su questo discorso della rete unica, perché secondo me state facendo confusione e state anche portando la TIM verso quello spezzatino che tra l'altro è anche contrastato dal suo collega di Governo Salvini. Quindi, quando lei dice che la TIM ha avuto un'ottima performance di borsa nell'ultimo mese, secondo me l'ottima performance di borsa è legata al fatto che si è ripresa in considerazione, nel suo piano industriale, la possibilità di spacchettare l'azienda. Non è proprio una buona notizia, perché spacchettare l'azienda tutti sanno che ha delle conseguenze per i lavoratori, sicuramente si creeranno bad company, eccetera; sono percorsi che abbiamo già visto.
  Il percorso difficile della proposta CDP, Open Fiber, TIM era veramente un percorso da continuare, a prescindere da chi l'ha iniziato. Lei ha parlato di competitività europea: creare un asset così importante, a gestione pubblica, italiano, quello sì che sarebbe stato un fiore all'occhiello per il nostro Paese.
  Io le pongo delle domande dirette, per chiudere. Vorrei che lei chiarisse la posizione sulla rete unica e quale direzione intendete prendere, appunto quale sarà l'impresa che gestisce questa rete: sarà prioritariamente pubblica, non sarà pubblica, avrà un'altra configurazione, e il rapporto con Cassa depositi e prestiti come si evolverà.
  Io penso che voi chiaramente adesso state prendendo una direzione che vedo anche in altre vostre decisioni, che è quella di andare verso una privatizzazione, però fatta in maniera veramente sbagliata, un ritorno a una privatizzazione d'altri tempi, e si possono notare le prove dell'insuccesso di questo tipo di percorso. Penso sinceramente quindi che dovreste cominciare a dare delle risposte chiare e a non fare slogan, perché oggi ho sentito soltanto dire che la rete unica si è risolta perché TIM ha avuto un successo in borsa. Questo secondo me è veramente uno slogan facile e anche una notizia che alla Commissione non interessa, più che altro non interessa a chi veramente vuole creare un'infrastruttura importante per il Paese. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega. Adesso parola al presidente Morassut, Partito Democratico.

  ROBERTO MORASSUT. Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per questa comunicazione molto ampia. Noi sentiamo per la verità il bisogno di un ancora ulteriore approfondimento e di una maggiore chiarezza delle intenzioni del Governo, nel rapporto soprattutto tra le diverse competenze, del suo Ministero e della struttura diretta dal sottosegretario Butti, sul punto strategico di fondo che è anche oggetto di questo nostro incontro. Cioè qual è il profilo strategico, comprensibile e reale che appoggiandosi sulle risorse disponibili del PNRR possa portare alla definizione di un sistema che consenta di risolvere, nei tempi dati e più rapidi possibile, ai fini anche di una crescita del sistema imprenditoriale e dello sviluppo del Paese, il grave digital divide che ancora oggi caratterizza la nostra penisola, il nostro Paese. Su questo noi non avvertiamo ancora una chiarezza, seppure c'è uno sforzo; il Governo si è insediato da poche settimane, quindi comprendiamo la situazione, però su questo dalle prime linee, dalle prime indicazioni che vengono dalle comunicazioni del Governo noi avvertiamo ancora una mancanza di chiarezza e perfino una dissintonia tra le espressioni che sono state qui riportate.
  Addirittura sui giornali (poi è scomparso dalle dichiarazioni, almeno in questa sede) si è parlato di un fantomatico Progetto Minerva, ma il punto di fondo è il seguente, sul quale voglio concentrare la mia domanda. Noi abbiamo avuto sostanzialmente un intreccio tra situazioni di mercato, tra diversi operatori e tra diversi soggetti che sono entrati nella gestione delle varie azioni di mercato per la realizzazione dell'infrastruttura tecnologica, che poi teoricamente, o più praticamente, dovrebbero ricomporsi, se non in una rete unica, in una forma di collaborazione e di concordePag. 12 azione finalizzata appunto a dare un disegno unitario a questa azione di vari soggetti di mercato. Il primo punto quindi non chiarito mai di fondo, ma non da adesso, anche precedentemente, è qual è la posizione dell'Europa rispetto a questa situazione un po' ibrida di concorso tra azione di mercato e ricomposizione unitaria dei soggetti in una collaborazione in Italia. Questo è il primo punto, capire un po' qual è in realtà la posizione dell'Europa, se è stata espressa formalmente e se c'è una possibilità di percorrere questa strada.
  La seconda questione che voglio sollevare, sempre all'interno di questo ragionamento che riguarda la situazione dei vari operatori, è quella che è stata sollevata dal collega che mi ha preceduto. Lei ha parlato di un dato positivo, che è quello di una crescita del titolo di TIM: in sé è sicuramente è un dato positivo, però sappiamo anche che dietro quel dato positivo c'è l'effetto di mercato di una divisionalizzazione dell'azienda, peraltro abbastanza inevitabile probabilmente, che mette sul mercato alcuni settori, alcuni servizi, ma li mette anche probabilmente in virtù di una riduzione dell'occupazione nei settori strategici. Quindi si pone anche per il Governo il problema di un'intesa, di un'azione che possa affrontare il tema di un probabile calo dell'occupazione e di una difficoltà anche appunto occupazionale relativa a questo nuovo disegno strategico che riguarderà TIM.
  Il discorso è molto importante anche in relazione alla complessità del sistema, perché la centralità e il ruolo di CDP tra Open Fiber e TIM sono un tema molto delicato e molto complesso per la costruzione di questa rete unitaria se non unica, ma sicuramente di soggetti e di azione unitaria ai fini dell'azione che possa condurre all'obiettivo fecondo di un superamento del digital divide.
  L'ultima questione che voglio porre è quella del 5G. Il 5G naturalmente rappresenta in questo sistema, soprattutto per le caratteristiche del territorio italiano, un elemento fondamentale per quanto riguarda anche l'intervento nelle zone più difficili, nelle zone più impervie come completamento del sistema di rete. Però noi qui abbiamo un problema, che è quello che lei ha ricordato, che sono i limiti di emissione rispetto ad altri Paesi europei. Su questo si sta recuperando, ma la mia domanda è antecedente a questo: per raggiungere e per aumentare i limiti di emissione e quindi portare la tecnologia del 5G a un maggiore livello di efficienza c'è bisogno di un'espressione unitaria e di una relazione concorde del Consiglio superiore di sanità e dell'ISPRA, che possano dare le condizioni e gli indirizzi fondamentali affinché si possa procedere a un aumento di quelle emissioni e a un avvicinamento ai livelli europei.
  La mia domanda è: c'è stato in questo percorso, in questo progetto di crescita un retroterra scientifico, tecnico e di carattere sanitario che consenta di guardare tranquillamente a questo percorso? Perché altrimenti il nostro progetto, l'idea di un aumento dei limiti di emissibilità, diventa abbastanza utopico e probabilmente non fondato sulle basi che servono per gli investimenti necessari.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola alla collega Maccanti, Lega-Salvini Premier.

  ELENA MACCANTI. Grazie, Presidente. Buongiorno signor Ministro, benvenuto, anzi bentornato in Commissione. Da parte del gruppo della Lega naturalmente gli auguri di buon lavoro. Gli auguri di buon lavoro anche perché – lo abbiamo sentito ma lo abbiamo sentito anche la scorsa legislatura in Commissione – trova un'eredità pesantissima purtroppo, gravissimi ritardi nello sviluppo della banda larga.
  Da questo punto di vista non posso che raccomandarle e continuare a raccomandarle grandissima attenzione. Io arrivo da una regione, il Piemonte, dove abbiamo grandissimi problemi di connettività, anche per le peculiarità del nostro territorio. Molto è stato fatto, molto però occorre ancora fare. Da questo punto di vista noi le garantiamo ovviamente tutto il nostro sostegno, e credo anche il sostegno della Commissione, perché ricordo che fu proprio grazie a una risoluzione nella precedente Pag. 13legislatura della Commissione, una risoluzione che venne proposta dal gruppo della Lega, se furono sbloccati gli 1,3 miliardi di euro sotto forma di voucher di cui lei oggi ci ha annunciato la proroga della seconda fase. Noi quindi accogliamo con grande favore tale proroga della seconda fase, quella destinata alle imprese; anche perché, non lo devo ricordare io, chiaramente queste inefficienze e questi ritardi nello sviluppo della banda larga sono estremamente penalizzanti per la competitività delle nostre imprese e anche naturalmente per i servizi dei nostri cittadini. Pensiamo nel periodo del lockdown a quanti problemi ha creato la mancanza di connettività, per esempio anche per la didattica a distanza.
  Il gruppo della Lega da sempre propone, lo abbiamo fatto in tutti gli emendamenti, credo che torneremo a farlo, ma vorremmo capire cosa lei ne pensi... Abbiamo apprezzato peraltro il fatto che lei abbia annunciato il coinvolgimento delle regioni. Noi da tempo chiediamo quella che forse è una provocazione ma su cui secondo me occorre ragionare, e cioè che siano i presidenti di regione i commissari per la connettività. Noi questo glielo riproponiamo, è stata una nostra grandissima battaglia nella precedente legislatura; crediamo possa essere una soluzione o comunque una provocazione comunque per andare avanti e davvero supplire a ritardi che per il nostro Paese sono molto penalizzanti.
  Abbiamo apprezzato anche la tempestività rispetto al suo intervento su alcune questioni. Ieri ha affrontato la questione DAZN, portando anche a casa qualche risultato, anzi importanti risultati, o perlomeno un segnale importante nei confronti degli utenti. Anche su questo noi però le chiediamo se il suo Ministero abbia anche valutato le ragioni di queste problematiche, che nel nostro modo di vedere non stanno solo e soltanto... Si tratta, lo sappiamo, di una situazione complessa, ma non stanno solo e soltanto in questa società, evidentemente.
  Io mi fermo qui perché lascio anche spazio al collega Furgiuele. Sostegno. Ovviamente le raccomandiamo la particolare attenzione appunto sulla diffusione della banda larga; e in chiusura anche qui una suggestione riguardo le emittenti locali. Le emittenti locali sotto il profilo dell'informazione (e ripeto, anche provenendo da una regione come il Piemonte) rivestono una particolare importanza: le chiediamo se non soltanto in riferimento alla recente sentenza del Consiglio di Stato, ma per una serie di problematiche che ci sono state evidenziate, è intenzione del suo Ministero rivedere le modalità di erogazione e di distribuzione dei contributi previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 146 del 2017.
  Da parte del gruppo della Lega ancora apprezzamento, gli auguri di buon lavoro e il nostro sostegno. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Maccanti. La parola alla collega Longi, Fratelli d'Italia.

  ELIANA LONGI. Buongiorno signor Ministro, Presidente e colleghi tutti.
  A nome dei deputati di Fratelli d'Italia che compongono la IX Commissione prima di tutto la ringrazio e le rivolgo i nostri migliori auguri per il suo mandato ministeriale. Abbiamo accolto con grandissimo favore e soddisfazione la sua nomina a Ministro delle imprese e del made in Italy, e confidiamo e siamo sicuri che grazie al suo impegno riusciremo a raggiungere tutti i risultati e gli obiettivi che ci siamo posti durante la campagna elettorale con la quale abbiamo affrontato con successo il giudizio degli elettori.
  Vorrei formularle il mio personale ringraziamento da siciliana e a nome di tutti i siciliani e a nome delle famiglie dei 10 mila lavoratori dell'indotto Lukoil per l'immediato impegno che lei ha profuso all'indomani del suo insediamento. Esso ha scongiurato la chiusura di questo importantissimo polo industriale garantendo la continuità sulla produzione, che rappresenta – non ci dimentichiamo – circa il 20 per cento degli idrocarburi consumati in Italia, ma soprattutto il mantenimento di un indotto economico fondamentale non solo per Siracusa e la provincia ma per tutta la nostra regione. Quindi questa è stata la Pag. 14prima occasione di incontro e a lei va tutto il nostro ringraziamento.
  Oggi sicuramente il Ministero che lei dirige si trova ad affrontare dei grandi temi ad alto impatto economico, ma dall'altro lato questo Ministero si trova ad affrontare anche dei temi, anche se non di grande rilievo economico, di grande rilievo per ogni singolo cittadino che vede in questo caso la violazione della privacy. Mi riferisco a un tema che tocca ogni giorno tutti noi, perché credo sia purtroppo diffuso lo squillare dai nostri cellulari da parte di numeri provenienti da società che effettuano il telemarketing.
  Sappiamo bene che il Registro delle opposizioni con lo scorso Governo, a decorrere dal 27 luglio 2002, è stato esteso a tutti i numeri di telefono nazionali inclusi i cellulari, ma purtroppo con scarsissimi risultati. Oggi il Registro delle opposizioni non riesce a bloccare tutte le chiamate provenienti dai call center perché queste provengono da Stati collocati fuori dall'Unione europea, e quindi utilizzano dei filtri particolari che non consentono al Registro di bloccarle, e di conseguenza neanche di imporre le sanzioni previste dal nostro ordinamento. A questo proposito la nostra prima domanda è volta a capire cosa il Governo intenda fare per risolvere tale questione.
  Un altro problema, che oggi potrebbe apparire anacronistico rispetto a una società e a un Paese digitalizzati, è però un problema sulle aree interne, che non riguarda la digitalizzazione, bensì addirittura il segnale televisivo. Oggi abbiamo in Italia tantissime zone montane in cui i cittadini vengono privati del diritto dell'accesso all'informazione, cosa che si va a sommare a tutti gli altri disagi che queste zone montane si trovano a dover affrontare: mi riferisco proprio alla difficoltà di ricezione del segnale televisivo nei piccoli comuni montani, che devono comunque, nonostante anche questa grande problematicità, sopportare l'onere economico di adattare i loro ricevitori standard alla nuova tecnologia. Recentemente la situazione si è ulteriormente aggravata assumendo un carattere di criticità estrema in conseguenza anche dello spegnimento dei ripetitori che trasmettono i canali Mediaset. A questo proposito vorremmo conoscere quelle che sono le eventuali azioni che il Governo sta mettendo in campo per cercare di garantire a tutti i cittadini, dagli Appennini alle Alpi, il diritto all'informazione.
  Legato a questo aspetto, come già accennavo precedentemente, vi è il problema dell'adeguamento del nuovo DVB-T2 che riguarda oggi tutta la popolazione, non solo la popolazione montana ma ognuno di noi nelle nostre case: tra poco ci troveremo, qualche regione prima, qualche regione dopo, a dover cambiare i nostri apparati per ricevere il segnale televisivo. Vorremmo capire quelle che sono le tempistiche e le azioni del Governo rispetto a questo momento di transizione.
  Fratelli d'Italia le offre questi spunti di riflessione. La ringraziamo per aver dedicato attenzione a questo intervento e passo la parola al collega Cangiano per... al Presidente. Scusate, con la prima legislatura ci sta qualche errore. Passo la parola al Presidente, ringraziandola e augurandomi un nuovo e continuo confronto, perché le tematiche sono numerose e importanti e necessitano di approfondimenti e grande studio.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Longi, che mi dà la parola. Passo la parola al collega Furgiuele della Lega.

  DOMENICO FURGIUELE. Grazie, Presidente. Ne approfitto anch'io per associarmi agli auguri di buon lavoro, signor Ministro: ho apprezzato senz'ombra di dubbio la sua relazione. Una relazione dalla quale si evince la necessità, evidentemente per il pregresso, di porre in essere delle riflessioni, lo hanno detto anche alcuni colleghi che mi hanno preceduto; ma è una relazione che ha una prospettiva di legislatura, evidentemente. Bisogna dare il tempo di affrontare gli argomenti per quello che saranno i prossimi mesi e per quello che saranno le circostanze, lo ha detto il signor Ministro nella sua relazione, relative alle condizioni anche di geopolitica che ci coinvolgono in questo contesto di globalizzazione.Pag. 15 Io vorrei aggiungere le mie riflessioni relativamente a quanto è stato già detto, relativamente alle domande che hanno preceduto il mio intervento.
  Esiste, signor Ministro, una direttiva europea, la n. 542 del 5 aprile 2022, che suggerisce l'inserimento della connessione Internet tra i beni essenziali: essa consentirebbe ai Paesi dell'Unione europea di ridurre l'IVA rispetto all'emissione di questo servizio, portandola dal 22 per cento al 5 per cento.
  Noi sappiamo quanto la sua diffusione – lo ha ripetuto il signor Ministro, ma l'ha ripetuto anche nelle sue linee guida il sottosegretario Butti – sia fondamentale per rilanciare il nostro Paese; e quanto però la visione miope di una politica che ci ha preceduto negli ultimi anni abbia relegato il nostro Paese ancora ai livelli più bassi rispetto al contesto europeo (ce lo dice anche l'indice DESI). Chiedo quindi al signor Ministro se in prospettiva ci sarà la possibilità di valutare la capacità di reperire delle risorse capaci di rendere il nostro Paese, rispetto alle altre nazioni europee, competitivo riducendo l'impatto dell'IVA sull'emissione dei servizi.
  Altra riflessione, questa di carattere fiscale ma anche di carattere soprattutto burocratico, relativa alla semplificazione. La scorsa legislatura sono state inserite delle semplificazioni importanti nel settore delle telecomunicazioni, ma questo settore necessita evidentemente di una sburocratizzazione ancora importante. Chi mi ha preceduto ha parlato addirittura... E la ringrazio per il contributo che ha dato, perché è relativo a tante zone dell'entroterra penso nazionale: ci sono delle zone d'Italia dove ancora non è che non arrivi la rete, non arriva proprio il segnale della televisione, radiotelevisivo; quindi è importante sburocratizzare, è importante prevedere delle iniziative, signor Ministro, che vadano nella direzione di velocizzare i processi autorizzativi relativi alla realizzazione delle reti fisse e delle reti mobili. Chiedo cosa intenda fare il Governo, quale prospettiva abbia in merito anche a questo.
  Poi ci sono altri quesiti che potrebbero essere relativi ai limiti delle emissioni, sono stati già toccati dagli altri colleghi; io mi limito a questi pochi quesiti per dare un contributo alla discussione che, come ripeto, credo sarà di legislatura ed è questo l'augurio che formula la Lega. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega. La parola al collega Cangiano, Fratelli d'Italia. Si prepari poi il collega Caroppo.

  GEROLAMO CANGIANO. Grazie, Presidente. Anch'io formulo gli auguri al signor Ministro per l'incarico e per il lavoro che sta svolgendo. Mi associo ai complimenti rispetto alla tempestività e alla risolutezza (lo dico da appassionato di calcio e da tifoso) rispetto alla questione di DAZN.
  Io ho tre domande da porre al Ministro; tra l'altro due chiarimenti rispetto a quello che ha detto e poi una domanda su un altro tema.
  Il Ministro ha parlato di voucher connettività legato alle imprese. Apprezziamo il lavoro svolto per il recupero dei 608 milioni di euro per destinare appunto queste risorse alle imprese, alle piccole imprese, ai professionisti, ma non si è parlato di voucher famiglia rispetto alla connettività. Vorrei capire se in queste risorse ci sono anche fondi destinati al voucher famiglia oppure no: progetto o misura del 2020, concluso nel 2021, riannunciato per una seconda fase nel 2021 stesso e poi se ne sono perse le tracce. Vorrei capire rispetto al voucher connettività per le famiglie cosa intenda fare il Governo.
  Altro punto: rispetto all'annunciata chiusura delle radio FM in analogico, se questo Governo intenda o meno spegnere le radio in Italia oppure no. A vantaggio, è chiaro, delle DAB, le radio digitali, che sicuramente stanno crescendo in modo esponenziale, ma vorrei capire quali intenzioni ha il Governo rispetto alla chiusura o meno delle radio FM in analogico.
  Ultimo punto, che anche il Ministro ha affrontato e su cui credo vada fatta una riflessione seria: rispetto al 5G. Il Ministro ha detto che ci sono una serie di preoccupazioni anche legate a questioni di cybersicurezza; quello che vogliamo chiedergli è se le numerose disposizioni normative vigentiPag. 16 in questo momento sono efficaci per tutelare la rete 5G in Italia. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola al collega Caroppo, Forza Italia. Poi si prepari il collega Casu.

  ANDREA CAROPPO. Grazie, Presidente. Mi scuso per la voce, ma un malanno di stagione me l'ha portata via; proverò a essere rapido per non tediarvi troppo.
  Anch'io mi associo agli auguri formulati: soprattutto agli auguri di buon lavoro formulati al signor Ministro per un compito importante in un settore strategico, quello delle imprese ma anche quello delle comunicazioni che oggi qui stiamo dibattendo.
  La sua storia personale, Ministro, e il suo percorso tanto professionale quanto politico ci dà una rassicurazione massima sul fatto di non essere più ingenui e di non ricommettere gli stessi errori che in tanti anni sono stati commessi, anche nel settore delle comunicazioni nei vari tipi.
  L'Unione europea da qualche anno si è svegliata da un torpore e da un'ingenuità che hanno portato a chiudere gli occhi per tanti anni e a consentire un trend, tanto sulle concentrazioni quanto sulla moderazione nei contenuti, ma anche in generale sull'offerta di un prodotto che andava tendenzialmente ad omologarsi, che non credo abbia fatto gli interessi di tanti cittadini europei. Da questo punto di vista da qualche anno a questa parte, grazie a una serie di atti, di regolamenti e di direttive, il trend è invertito.
  Concordo, è evidente che tante azioni siamo in condizione di farle con le nostre competenze; su altre, lo diceva anche prima la collega Longi, vale per il Registro delle opposizioni ma varrà anche su altre cose, è necessario un coordinamento in sede europea con gli altri Stati.
  In particolare le chiedo delucidazioni su una cosa su cui come sistema Italia stiamo provando a muoverci ma è necessario immagino anche un coordinamento più ampio: relativamente proprio al sistema del digitale terrestre, con un grande lavoro che è stato fatto nel passaggio progressivo prima dall'analogico e quindi adesso con la trasmissione digitale e lo switch off. Vi è un rischio, e su questo dovremmo aprire da subito gli occhi, che legittimamente alcuni produttori, ma anche gli OTT provino ad avere un canale privilegiato sull'accesso. Mi riferisco anche al cosiddetto concetto della prominence, cioè al risalto che deve essere dato invece ai servizi di media audio ordinari, quelli di interesse generale; e potremmo immaginare quindi, in un quadro che possa valere tanto per i cittadini italiani quanto a livello europeo in base all'azione che lei potrà portare avanti, un sistema che possa garantire sui telecomandi di avere un accesso a quello che è un servizio di interesse generale. Si parlava di tanti cittadini che ancora hanno difficoltà a vedere la TV ordinaria, e ci sono tantissimi cittadini il cui primo canale di informazione rimane quello dell'offerta pubblica e privata che il nostro sistema offre. Chiedo quindi se da questo punto di vista, Ministro, siete al lavoro e che cosa può esser fatto tanto a livello nazionale che in sede europea. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Caroppo. La parola al collega Casu; subito dopo la collega Ghirra.

  ANDREA CASU. Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, grazie a tutte e a tutti.
  Per noi è importante questo passaggio, anche perché era un tema che avevamo sollecitato quando abbiamo avuto l'audizione del sottosegretario Butti. Da un punto di vista politico per noi è molto grave che questo Governo non abbia identificato, come tutti i principali Governi europei, un ministro chiaramente dedicato alla transizione digitale; però il fatto che ci sia oggi qui un Ministro che ha la Direzione comunicazione e che affronta con questo approccio questo tema è un fatto positivo. Chiaramente per il lavoro che ci occuperà come opposizione è fondamentale avere una risposta propedeutica a tutto, e tra l'altro nelle relazioni del sottosegretario Butti e del Ministro Urso molti sono i temi che sono stati affrontati ed elencati in modo identico.Pag. 17
  Noi abbiamo bisogno di capire chi fa che cosa, perché comprendendo chi fa che cosa saremo in grado poi di capire con chi ci dovremo relazionare dall'opposizione. Partendo da un presupposto molto chiaro, l'abbiamo detto al sottosegretario Brutti, lo ripetiamo al Ministro Urso: siete arrivati da pochi mesi, stiamo parlando di temi su cui si lavora da molti anni, quindi vostri non sono i meriti di tutte le cose che sono state elencate, vostre non sono le responsabilità di tutte le cose che mancano. È chiaro che è l'inizio di un percorso, è una nuova direzione politica; noi siamo all'opposizione, però abbiamo bisogno di capire con chi ci dobbiamo relazionare rispetto a cosa. Questo sarà utile anche per i lavori di Commissione, per come ci dovremo approcciare per esempio alla richiesta che reiteriamo di ritorno del sottosegretario Butti per avere le risposte alle domande che abbiamo formulato, che non è stato possibile ascoltare in quell'occasione.
  Chiarito questo (però è un punto per noi molto importante), non ritorno sulle questioni benissimo esposte dal presidente Morassut circa la necessità di intervenire per la sburocratizzazione e la semplificazione, l'omogeneizzazione anche a livello comunitario che ci consenta di garantire al tempo stesso la sicurezza dei cittadini e la competitività del sistema; però lasciamoci anche con un messaggio positivo. In questo momento dall'altra parte dell'Oceano si è svolta la più grande fiera dell'innovazione mondiale, il CES, Consumer Electronics Show, e 49 start-up italiane hanno presentato idee molto innovative. C'è un mondo in continua trasformazione anche rispetto alla relazione che abbiamo ascoltato. In questo un punto per noi come Partito Democratico molto importante nel programma era il tema di avere una task force dedicata allo sviluppo del Metaverso e di come il Metaverso potrà rappresentare un'opportunità anche per le imprese che stiamo mettendo in campo. Su questo preliminarmente è importante per noi sapere quale Ministero se ne occuperà, e poi dal ministro competente capire che idea si ha di futuro.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Casu. La parola alla collega Ghirra.

  FRANCESCA GHIRRA. Grazie, Presidente. Anch'io ringrazio il Ministro Urso per essere qui questa mattina; temo che, così come il sottosegretario Butti, dovrà tornare per dare risposte ai numerosi quesiti che abbiamo posto, visto che a breve dovremo andare in Aula. Peraltro, come il collega Casu, anch'io sottolineo il fatto che molte delle questioni che sono state illustrate stamattina chiaramente le abbiamo già affrontate durante la precedente audizione, e anche io riflettevo nuovamente sulla scelta che il Governo ha fatto di sopprimere il Ministero dell'innovazione tecnologica e della transizione digitale con uno spacchettamento delle competenze che non consente soprattutto a noi dell'opposizione di comprendere chi dovrà fare cosa.
  Il Ministro mi è sembrato molto ottimista rispetto al superamento del divario digitale nel nostro Paese. Sappiamo bene, come hanno sottolineato anche i colleghi, che l'Italia viaggia a velocità molto diverse soprattutto tra le zone urbane e quelle meno centrali, e quindi abbiamo un enorme problema di connettività e di copertura di rete che appunto non riguarda solo Internet ma proprio anche la rete telefonica. Se è vero che il Covid ha agevolato un'accelerazione nei processi di digitalizzazione, abbiamo ancora enormi problemi. Si è visto in particolare con la DAD, come sottolineava anche la collega Maccanti: tanti bambini non hanno potuto seguire le lezioni perché magari disponevano di un tablet ma non potevano connettersi alla rete.
  Io faccio mie le questioni che sono state poste dai colleghi Morassut e Iaria in particolare sulla rete unica. Mi chiedo appunto come si intenda dare risposta alla domanda di servizi e infrastrutturazione di rete di cui il Ministro parlava e con quali risorse, ovvero se siano previsti ulteriori piani e progetti rispetto a quelli già finanziati attraverso il PNRR.
  Chiederei poi magari al Presidente se fosse possibile avere delle schede con lo stato di attuazione dei vari piani e progetti, e anche di capire quale sia il nuovo cronoprogramma di Open Fiber, ovvero se sia previsto il completamento nel 2026 come già definito.Pag. 18
  Chiudo con alcune questioni che appunto non so se siano di competenza del Ministro o meno, rispetto al problema dell'incrocio delle banche dati, ad esempio. Tra i piani del PNRR ci sono «Scuole connesse» e «Sanità connessa», che creeranno la necessità di interoperabilità tra le piattaforme e di gestione della sicurezza dei dati. Inoltre, abbiamo parlato anche col sottosegretario della necessità di garantire un'alfabetizzazione della popolazione italiana rispetto alle nuove strumentazioni che verranno messe in campo: mi chiedo se anche in questo senso ci siano delle novità. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Collega Pastorino.

  LUCA PASTORINO. Grazie, Presidente. Molto velocemente, anch'io ringrazio il Ministro per essere qui. Condivido molti passaggi che sono stati fatti dal collega Morassut e dal collega Iaria, sui quali non ritorno.
  Vorrei solo fare un'osservazione anche da amministratore locale, perché comunque il Ministro ha toccato il tema dell'inadeguatezza delle nostre infrastrutture e di quello che si potrà fare. Qui ne abbiamo discusso e ne discuteremo, al di là della questione di trovare l'interlocutore giusto.
  Il problema occupazionale in questo settore a mio avviso è un problema da non sottovalutare, nelle dinamiche che comunque il Ministero vorrà intraprendere dal punto di vista legislativo, cosa che è stata annunciata anche oggi. Lo dico perché è evidente che le società che comunque lavorano in questo settore hanno delle difficoltà oggettive nel portare avanti le infrastrutture: questo lo dice la realtà dei fatti, nel momento in cui comunque le aziende che lavorano e che si occupano banalmente di posare la fibra (dico una cosa ovvia) molto spesso non hanno personale.
  È un fenomeno collegato evidentemente ai numeri di fatturato che si sono persi e che lei ha citato, ed è comunque legato a una dinamica che a mio modo di vedere impone da parte del Ministero anche un attimo di attenzione dal punto di vista della regolamentazione del sistema generale. Nel momento in cui i colleghi hanno parlato di aree interne dove non arriva nemmeno la televisione, insomma, il tema è quello: Open Fiber che è in ritardo e avrebbe dovuto raggiungere certi posti e non lo fa. È giusto chiedere contezza dei tempi di realizzazione degli obiettivi, ma è anche giusto porsi il tema di come raggiungerli, perché questa è una realtà che tocca le amministrazioni locali. Io ho la fortuna di essere in un comune non troppo sfortunato perché è un comune rivierasco, ma il mio interlocutore, che è TIM, per portare la fibra in una frazione mi fa presente che comunque questo è un problema oggettivo, per cui iniziato un lavoro dovrà essere interrotto, per spostare quella poca manodopera, che viene da Bologna peraltro, su un altro lavoro.
  Ecco, nell'economia generale della nostra discussione, che poi abbraccia tematiche di livello nazionale e di interesse nazionale e internazionale, la mia riflessione vuole essere anche rivolta a un problema di realizzazione vera e propria, perché se no facciamo dei discorsi anche molto interessanti e discutiamo su chi lo fa e come lo fa, ma poi alla fine non c'è chi lo fa.
  Questo è solo il mio punto. Le chiedo se da questo punto di vista il Ministero è in possesso di dati occupazionali, che come già mi pare d'aver capito dalla relazione sono dati con un segno negativo negli ultimi anni, e se questo non può essere un campanello d'allarme anche per tutte le belle cose che vorremmo fare. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio i commissari per gli interventi e per il rispetto dei tempi. Passo la parola allora al Ministro Urso.

  ADOLFO URSO, Ministro delle imprese e del made in Italy. Voglio anch'io ringraziarvi per i numerosi interventi e le altrettante e ancor più numerose domande. Cercherò di dare qualche risposta in questa sede per quanto di mia competenza e anche di mia conoscenza, e poi eventualmente integrarle anche ove necessario per iscritto. Sul mio tavolo ci sono tanti appunti e quindi non avrò un'organicità nella Pag. 19risposta, ma spero di essere comunque puntuale per quanto possibile.
  Partirei da alcune risposte molto specifiche per poi concludere con quella più generale, che riguarda sostanzialmente quello che stiamo facendo per lo sviluppo della rete e per recuperare il divario digitale che sicuramente esiste nel nostro Paese.
  Per quanto riguarda la risposta anche all'onorevole Casu sul Metaverso, noi in questi mesi abbiamo lavorato a una bozza di strategia nazionale su cui ci confronteremo in una task force ad hoc con le imprese e con gli utenti. La bozza è pronta (sono passati pochi mesi dall'insediamento) e a giorni parte la convocazione per confrontarci con le imprese e gli utenti.
  Questo metodo del confronto noi lo abbiamo instaurato per ogni competenza del nostro Dicastero, come già noto per alcuni dossier che abbiamo affrontato e anche citato in questa sede: da quelli che riguardano la politica industriale, il tema Lukoil piuttosto che Ilva, a quelli che hanno riguardato l'ambiente e le telecomunicazioni ad altri casi più recenti, come quello delle trasmissioni in streaming sportive, su cui ieri ci siamo confrontati con l'azienda anche insieme al Ministro per lo sport e i giovani Abodi. In questo caso (do la risposta a qualcun altro) non soltanto abbiamo ottenuto che l'azienda indennizzasse tutti gli utenti, non soltanto coloro che contrattualmente doveva indennizzare ma tutti gli utenti, e peraltro in maniera automatica, a differenza di come era stato fatto nel passato, cioè senza bisogno che gli utenti facciano la domanda ma in maniera automatica saranno rimborsati tutti gli utenti, nessuno escluso, di coloro che quest'anno hanno dovuto affrontare questa problematica, o meglio questo disservizio; ma soprattutto abbiamo ottenuto un fatto più di risposta sistemica, il trasferimento da Londra a Roma della centrale di controllo dei rischi per accertare meglio e in maniera più tempestiva ove accadessero altri episodi di questo tipo, insieme a un'accelerazione sugli investimenti tecnologici che l'azienda aveva già in programma di realizzare.
  Il merito del confronto riguarderà anche altre risposte che vi darò e comunque riguarda la metodologia del nostro Governo, certamente di questo Dicastero, perché riteniamo che ovviamente tematiche così complesse debbano essere affrontate anche con la partecipazione degli attori: cioè di soggetti che poi abbiamo davanti essendo noi il Ministero delle imprese. E non a caso ridenominato «Ministero delle imprese», perché pone al centro della propria attenzione non il contesto, lo sviluppo economico, ma il soggetto, cioè l'impresa, e comunque il cittadino e nel nostro caso spesso anche il consumatore, come nel caso di DAZN, e non soltanto di DAZN, com'è il caso ovviamente dei sistemi televisivi.
  A tal proposito una risposta attinente è quella che devo dare all'onorevole Caroppo in merito a come l'utente possa poi usufruire anche dei normali servizi televisivi a cui era abituato. È un tema molto importante, su cui il Ministero è impegnato per tutelare l'industria televisiva italiana che è un'industria significativa, anche perché poi è un'industria spesso che produce prodotti culturali italiani. L'Autorità di garanzia Agcom sta lavorando alacremente sul tema dal punto di vista tecnico per renderlo possibile; nel rispetto delle rispettive competenze (ovviamente l'Agcom è un'autorità terza), è certo che il MIMIT sarà presente su un tema che è fondamentale per l'industria televisiva e radiofonica. È fondamentale perché se spariscono dal telecomando le TV poi sinceramente non le vede più nessuno: dobbiamo saperlo, esserne consapevoli e quindi agire di conseguenza.
  L'onorevole Furgiuele evidenzia come sia necessaria la semplificazione dei processi autorizzativi. Questa tematica riguarda in generale l'attività del Ministero come tale. Ne siamo talmente consapevoli che la prima norma di legge che abbiamo inserito in questa legislatura è quella che ha reso possibile l'attuazione di un ufficio presso il Ministero, che non riguarda questa tematica ma riguarda l'accelerazione dei processi autorizzativi che le aziende spesso debbono affrontare anche in altri Ministeri nelle loro attività. Quell'ufficio ci permette, come difensore civico delle imprese,Pag. 20 di avocare a noi i processi autorizzativi non compiuti in maniera congrua dalle imprese che realizzano investimenti nel nostro Paese superiori a 50 milioni di euro e con significativi livelli occupazionali. Ovviamente non si tratta di questo argomento, ma per capire come la semplificazione dei processi autorizzativi e l'accelerazione di essi sia una priorità del nostro Dicastero.
  Il Dicastero crede quindi che sia necessario apportare modifiche normative che vadano in direzione della semplificazione dei processi autorizzativi anche in questo campo. A tal fine abbiamo già approfondito le richieste e le preoccupazioni manifestate dall'industria e contiamo di prevedere al più presto alcune misure ad hoc: lo faremo nel correttivo al codice comunicazione a cui stiamo lavorando.
  Alcune risposte all'onorevole Longi, che ha posto tre domande specifiche. Una riguarda il passaggio al DVB-T. Come peraltro evidenziato nella relazione, intendo convocare a breve un tavolo con tutti gli stakeholder di settore per discutere un percorso, mi auguro consensuale, per consentire il passaggio alla nuova tecnologia, valutando anche i livelli di diffusione degli apparecchi televisivi dotati di nuovi sintonizzatori tra i cittadini.
  L'onorevole Cangiano invece parlava della radio analogica. Non è nostra intenzione chiudere la radio analogica, assolutamente, crediamo sia importante affiancare la tecnologia più innovativa appunto alla radio analogica. Noi vogliamo innovare: innovare significa non cancellare quello che c'è, significa proseguire, anzi accelerare sulla strada dell'innovazione, tenendo conto di quello che è il contesto sociale, tecnico del nostro Paese.
  L'onorevole Longi parla del Registro delle opposizioni: sì, non ha funzionato appieno, dobbiamo metterci mano. Il sistema funziona per quanto riguarda il mercato regolare della raccolta dei consensi e dei controlli, bilanciando il diritto dei cittadini a non essere disturbati col diritto delle aziende a intraprendere la propria attività commerciale. Dall'inizio del servizio, dal 2011, sono circa 5 miliardi di volte – 5 miliardi di volte – che gli operatori di telemarketing sono venuti a fare delle verifiche sulle numerazioni presso il Registro pubblico delle opposizioni. A fianco di questo mercato regolare ne esiste però uno irregolare, in cui le numerazioni vengono carpite in modo illegittimo e i chiamanti nascondono o modificano i propri numeri di telefono per non essere richiamati. Bisogna quindi rafforzare il raccordo con le istituzioni preposte alle ispezioni e alle sanzioni (mi riferisco ancora una volta ad Agcom e al Garante della privacy), e sotto questo aspetto mi preme sottolineare che l'attenzione del Ministero è massima.
  L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, cui spetta il compito di monitorare e di sanzionare i call center e di regolamentare gli operatori di rete, ha riavviato un tavolo tecnico con gli operatori di telecomunicazioni per cercare di trovare una soluzione tecnica al fenomeno dello spoofing. Il Garante della privacy, cui spetta il compito ispettivo e sanzionatorio dei soggetti che violano le disposizioni del Registro pubblico delle opposizioni, ha da poco reso disponibile un nuovo format per i cittadini al fine di migliorare la segnalazione di diritto di opposizione, e a breve renderà pubblico un codice di condotta che dovranno sottoscrivere i committenti delle campagne dei call center per dare ulteriori regole al mercato: tra le quali la registrazione dei call center al Registro degli operatori di comunicazione di Agcom, il cosiddetto ROC. Il Ministero, dal canto suo, ha creato a tutela dei cittadini il Registro, che vede iscritti al momento circa 3 milioni 700 mila numerazioni, lo sta gestendo e ulteriormente implementando ad esempio con il servizio per l'iscrizione automatica dei numeri fissi non presenti negli elenchi telefonici pubblici.
  Il Ministero quindi deve, e giustamente, vigilare sul tema ed è in continuo contatto con le altre istituzioni preposte ai controlli con l'obiettivo di trovare ulteriori strumenti per migliorare questo importante servizio, cercando comunque sempre un giusto bilanciamento tra gli interessi dei cittadini e quelli delle imprese che lavorano in maniera legittima per offrire i propri Pag. 21prodotti e i propri servizi. Bilanciamento che dobbiamo sempre tenere presente nella nostra attività.
  Qualcheduno aveva rilevato, non ricordo chi, le questioni inerenti i comuni montani, e negli ultimi mesi in diversi territori lo spegnimento dei vecchi ripetitori non adeguati da parte di RAI e Mediaset ha impedito effettivamente la visione a una quota di popolazione. Noi stiamo operando perché questo venga recuperato al più presto.
  Altre domande che venivano poste dall'onorevole Pastorella, Italia Viva, che riguardano sostanzialmente... Vediamo se ritrovo gli appunti. Non li trovo più. Vado avanti con le altre, poi vediamo quando li troviamo, onorevole Pastorella.
  Sui limiti del campo elettromagnetico, l'onorevole Morassut. Per quanto riguarda l'innalzamento dei limiti, che è un problema che l'Italia da tempo dovrebbe affrontare, nel senso che c'è un divario chiaramente evidente tra l'Italia e gli altri Paesi, stiamo anche valutando; non è una nostra diretta competenza, ovviamente riguarda anche problemi di impatto ambientale e sanitario. Si può trovare un bilanciamento, almeno crediamo che si possa trovare un bilanciamento tra le preoccupazioni dei cittadini e lo sviluppo del mercato, considerando che siamo ben al di sotto dei limiti europei (6 V/m rispetto ai 60 V/m in Europa), e tutto in armonia con le altre misure sulle telecomunicazioni che stiamo studiando.
  Negli anni '94-95, quando iniziai in questa Commissione, c'era già una problematica che riguardava credo le emittenti del Vaticano. Sono passati dal '94-95 ad oggi ormai qualche decennio, e anche allora l'Italia affrontava con maggiore severità di altri Paesi questa materia e soprattutto c'era maggiore allarme che in altri Paesi rispetto a questa tematica. Dobbiamo affrontarla con piena consapevolezza e dare le risposte giuste ai nostri cittadini, rassicurandoli, ma anche renderci conto di quali siano lo sviluppo tecnologico e le necessità che esso impone. Noi abbiamo svolto, non noi, chi ci ha preceduto, il ruolo del Ministero anche al tavolo del Ministero della salute sul tema, dove sono costantemente presenti gli utenti; se ci sono delle particolari richieste le approfondiremo insieme al Ministero competente.
  Per quanto riguarda il tema dell'IVA che ha posto l'onorevole Furgiuele, stiamo verificando insieme in questo caso a un altro Ministero... Il tema delle competenze è stato richiamato credo dall'onorevole Casu, in riferimento alle competenze TLC e alle competenze della Presidenza del Consiglio, ma nell'architettura del nostro Governo molto spesso trovate competenze che sono di più Dicasteri perché affrontano ovviamente tematiche diverse: se c'è la tematica della salute insieme a quella delle telecomunicazioni vanno affrontate insieme, così come le tematiche dell'IVA ovviamente non possiamo non affrontarle che con il Ministero dell'economia e delle finanze. Con esso stiamo valutando, sulla base delle loro stime (non possono essere nostre), il passaggio dal 22 per cento al 10 per cento, cioè la riduzione: questo costerebbe circa, secondo le stime fatte dal MEF, 553 milioni di euro, che arriverebbero a 784 milioni di euro se dovessimo invece scendere al 5 per cento.
  Gli effetti positivi sul sistema delle telecomunicazioni sono noti ovviamente, così come è nota la necessità di trovare di concerto con il MEF le necessarie coperture. Parliamo di coperture significative in un contesto di vacche magre: le vacche grasse erano quelle che sono state vissute nell'ultimo periodo del Governo precedente, qui siamo in un periodo di vacche magre e dobbiamo fare i conti con quello che c'è e con una situazione italiana, europea e internazionale che sta affrontando delle sfide titaniche che hanno conseguenze anche sulla nostra economia.
  In merito all'emittenza locale, che era la domanda dell'onorevole Maccanti, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato il Ministero ha prontamente provveduto all'esecuzione modificando le graduatorie relative agli anni 2016 e 2017 già nei quindici giorni successivi alla pubblicazione della sentenza. Per il futuro riteniamo molto importante ovviamente l'emittenza locale, e vorremmo ragionare su cosa sia possibile Pag. 22realizzare da un lato per individuare migliori misure e per consentire alle emittenti locali di competere su un mercato che è in continua e rapida evoluzione, e dall'altro lato per individuare gli strumenti per sostenere l'emittenza locale di qualità: quella che investe, crea ricchezza e posti di lavoro. Siamo consapevoli, come chiunque viva nel nostro territorio, di quanto questo sia stato importante, anche per quanto riguarda l'espressione della realtà locale e quello che io ritengo essere un valore, la coesione sociale del nostro Paese, con rispetto anche delle proprie identità. Per questo abbiamo previsto anche un tavolo delle telecomunicazioni che sarà convocato ai primi di febbraio, cioè tra qualche settimana.
  Dopo aver affrontato alcuni dossier strategici (non tutti sono a soluzione ma io credo sia significativamente avviata la loro soluzione), in questi giorni abbiamo programmato una serie di tavoli con le forze sindacali, produttive, con gli operatori, che riguardano le competenze del nostro Dicastero, proprio per rimettere mano a un concetto e a un principio qual è quello del confronto con le parti sociali e produttive e con gli enti locali sulle tematiche di nostro prioritario interesse, che si svolgerà appunto tra gennaio e febbraio e poi diventerà un modo, un modello, un format che si riproporrà in maniera continuativa.
  L'onorevole Maccanti ha parlato anche del ruolo del presidente della regione: anch'io sono convinto che sia un ruolo importante, il rapporto con le regioni è estremamente significativo e noi lo vogliamo sviluppare e io mi confronto continuamente con i presidenti di regione, con chiunque sia stato designato dai nostri cittadini a governare tale ente.
  Qualcheduno ha chiesto del voucher famiglie. Avevamo preparato una scheda perché lo volevo inserire nella mia relazione, ma poi si stava facendo troppo lunga.
  Sui voucher famiglie: una prima fase di intervento, avviato a partire dal mese di novembre 2020, si è concretizzata nella misura di natura sociale che ha riguardato le famiglie meno abbienti, cioè quelle con reddito fino a 20 mila euro, del tutto prive di servizi di connettività, ovvero con servizi di connettività con velocità inferiore a 30 megabyte. Lo strumento, da perseguire in via prioritaria, ha la finalità di garantire servizi di connessione idonea a dare continuità alle attività scolastiche e lavorative durante l'emergenza sanitaria pandemica da Covid-19.
  Questo è un problema che ha evidenziato non ricordo quale altro collega dell'opposizione, forse l'onorevole Ghirra. Noi come sistema-Paese... Io mi considero ovviamente un esponente della classe dirigente di questo Paese, sia quando sto all'opposizione che quando sto in maggioranza. Abbiamo affrontato tutto questo, avendo un ritardo tecnologico anche per quanto riguarda la realizzazione della banda larga, e quindi per quanto riguarda l'attività a distanza, con il fenomeno della pandemia che è stata un'accelerazione della storia, un'accelerazione che ha costretto a fare in pochi mesi – io me ne rendo conto e me ne sono reso conto nel ruolo che avevo da presidente del Copasir, particolarmente significativo, un ruolo di opposizione – un salto nella storia, perché ci ha costretti per esempio al lavoro a distanza, che si sarebbe realizzato comunque nell'arco di qualche anno, forse in alcune professioni di qualche decennio, invece è stato fatto come necessità emergenziale in poche settimane. Per cui chiaramente alcuni interventi sono stati effettuati sotto la spinta dell'urgenza e dobbiamo metterli più a sistema, ben sapendo che questo salto della storia è ormai avvenuto e dobbiamo recuperare i nostri divari.
  Con la misura realizzata in quell'epoca, durante l'emergenza sanitaria da Covid-19, sono stati attivati voucher pari a un totale di 103.287 euro. Una nuova fase della misura è stata oggetto negli scorsi mesi di numerose interlocuzioni con i servizi della Commissione europea ed è ormai prossima la notifica per l'approvazione del relativo schema di aiuto di Stato.
  Noi siamo ben consapevoli di essere in una casa comune, la casa europea, quindi vogliamo ovviamente innovarla, è importantissimo farlo anche in questo campo, che poi riguarda un campo che è significativoPag. 23 per la sopravvivenza del modello sociale europeo; ma lo vogliamo fare in un'interlocuzione che deve sempre rispettare le regole che abbiamo sottoscritto insieme agli altri partner, e quindi in questo caso l'approvazione passa dal relativo schema di aiuto di Stato. Riguarderà sempre l'erogazione di voucher destinati alle famiglie prive di servizio di connettività, a prescindere dal reddito, così da riuscire ad ampliare il numero di famiglie in grado di usufruire di servizi digitali utilizzando reti ad alta velocità.
  È tuttavia intenzione del nostro Ministero affrontare la questione dei voucher in modo armonico rispetto alle esigenze complessive del settore delle telecomunicazioni, avviando dei confronti ad hoc anche con la filiera produttiva. Questo riguarda anche tutto quello che sarà poi la nostra riforma degli incentivi.
  Voi sapete che nella manovra finanziaria abbiamo previsto due collegati: uno che riguarda il made in Italy, cioè la produzione di eccellenza italiana e quindi il contrasto alla contraffazione, la concorrenza sleale e quant'altro ancora; e anche la produzione culturale, che è un altro aspetto significativo su cui dobbiamo lavorare, così come fanno al meglio altri colleghi europei: mi raffronto ancora con una nazione come la Francia con cui spesso siamo in contrasto ma che talvolta dobbiamo anche prendere ad esempio. Ieri mi sono confrontato a tal proposito con tutti gli operatori del settore, e con l'ANICA presieduta dal collega Rutelli. Ma riguarda in generale anche la riforma degli incentivi che vogliamo realizzare appunto con un collegato alla manovra, con un confronto che riguarderà anche ovviamente le Commissioni competenti.
  L'onorevole Pastorella evidenziava il problema dell'Industria 4.0, o meglio di Transizione 4.0 come è stata poi riformata dai precedenti colleghi ministri di questo Dicastero. Dobbiamo da una parte, come dicevo, realizzare la riforma degli incentivi, cosa che vogliamo fare con il Parlamento, con il collegato, e in quella riforma degli incentivi vedere cosa è andato, cosa può andare meglio. Noi siamo una forza politica non ideologica, che ha come unico faro l'interesse nazionale, e quindi estremamente concreta sulle misure da realizzare nel contesto dato, che ci è dato: possiamo cambiare la realtà ma non possiamo agire contro la realtà.
  Per quanto riguarda Transizione 4.0 faremo ovviamente questo confronto con le associazioni di impresa e con gli operatori del settore, e poi decideremo su come meglio realizzare questo strumento. Per quanto riguarda le risorse è in atto un confronto con la Commissione europea per poter utilizzare le risorse del Piano Transizione 4.0 che non sono state utilizzate sino al 31 dicembre dello scorso anno. Siamo ancora nella fase di stima, ma per quanto riguarda le risorse del PNRR, perché le risorse nazionali sono mantenute ma sono insufficienti al livello di aspettative e di necessità delle nostre imprese; per quanto riguarda l'utilizzo di queste risorse che sono rimaste, e che dovrebbero ammontare all'incirca (ma le stime non sono ancora state completate) a 3 miliardi di euro, vi è un confronto con la Commissione europea. Noi ci auguriamo, come è avvenuto per il voucher (ma parliamo di altre tematiche), di essere autorizzati a utilizzare le risorse che non sono state utilizzate alla fine dello scorso anno anche nel corso di quest'anno, in modo da ripristinare il livello di contributo di credito d'imposta al livello precedente, che era particolarmente significativo e appetibile. D'altra parte che fosse uno strumento molto appetibile lo dimostra anche il numero di imprese che lo hanno utilizzato: non ho i dati finali, ma credo siano oltre 120 mila le imprese, in gran parte piccole e micro, che hanno utilizzato gli strumenti del credito d'imposta del Transizione 4.0 e dei diversi strumenti che erano stati messi in campo, e questo dimostra che è stato uno strumento che rispondeva alle esigenze e alla tipologia, alla dimensione delle imprese italiane.
  Perché non sono state utilizzate tutte le risorse, malgrado gli obiettivi che riguardavano il numero delle imprese? Credo fosse di 117 mila; è stato superato. Perché evidentemente si pensava che quelle imprese avessero una maggiore capacità di Pag. 24utilizzo dello strumento, e quindi questa stima non appropriata iniziale ci ha portato al fatto che l'obiettivo del numero di imprese è stato superato, ma le risorse impiegate sono state meno di quelle che erano state stimate. Speriamo che la Commissione comprenda, come noi riteniamo, le necessità che il nostro sistema Paese ha e che ci autorizzi a utilizzare le risorse non utilizzate anche per l'arco di quest'anno, e quindi a consentirci di riprodurre quel livello di credito di imposta che noi riteniamo importante.
  Sempre l'onorevole Pastorella ha sottolineato come si intenda... E anche questo è un rapporto con la Commissione europea, o meglio è un rapporto con l'Europa, sulla tassazione degli Over-The-Top. Il tema ovviamente non è soltanto dell'oggi ma è un tema che risale nel tempo ed è estremamente significativo; però è un tema delicato e di una portata tale che non può che essere affrontato a livello europeo, di concerto con la Commissione e con gli Stati membri. Bisogna trovare i giusti strumenti che spingano sullo sviluppo delle reti fisse e mobili, senza pregiudicare gli investimenti dei campioni nazionali presenti in ciascuno Stato membro. Io credo quindi che la soluzione vada realizzata insieme agli altri Stati e alla Commissione in sede europea, e mi confronterò anche su questo tema nel prossimo Consiglio che credo sia il 25 di questo mese.
  Così come quello che riguarda, ma questa è una tematica più vasta, la frammentazione degli operatori, che in Italia è più accentuata che in altri Paesi europei. Io credo che quando si guarda alla politica in questo campo, come a qualunque altro campo economico e sociale, occorre sempre tenere conto anche delle esigenze che riguardano poi lo sviluppo del settore, e quindi della politica industriale che debba consentire alle imprese di investire per innovare, e nel nostro caso anche completare gli strumenti tecnologici necessari poi ai cittadini e alle imprese.
  Il tema del golden power è un tema che ho affrontato sotto altra veste, è un tema estremamente importante tanto più nel settore del 5G, del 6G, delle telecomunicazioni, e comunque in tutto quello che riguarda lo sviluppo e la protezione della risorsa principale che abbiamo, che sono i nostri dati. Bisogna bilanciare sempre le esigenze: per questo nel decreto che è stato chiamato «decreto Lukoil» in realtà vi è un articolo 2 che affronta proprio la tematica del golden power; non per estendere quanto già fatto dal precedente Governo in piena sintonia con quelle che sono state le indicazioni dell'Unione europea (perché a quelle ci siamo adeguati, anzi recuperando degli svantaggi rispetto ad altri Paesi europei, anche in questo caso sotto l'emergenza della pandemia che ha aperto gli occhi a molti), ma proprio per tenere conto di quelle che sono le esigenze poi dei soggetti su cui il golden power impatta.
  Infatti all'articolo 2 del decreto è previsto che là dove il Governo ritiene necessario porre un divieto di qualche natura, per esempio su un intervento finanziario straniero su una nostra azienda, deve nel contempo consentire a quell'azienda di sviluppare i progetti che aveva messo in cantiere. Nel momento stesso in cui un Governo pone un semaforo rosso affinché quell'azienda non sia acquisita o non abbia una partecipazione finanziaria di un soggetto che il Governo ritiene ostile rispetto all'interesse nazionale, come è accaduto anche recentemente nel campo delle telecomunicazioni o in altri campi dei settori ad alta tecnologia, noi abbiamo previsto in quella norma che il Governo debba mettere anche un semaforo verde: cioè debba consentire all'impresa di avvalersi in via prioritaria degli strumenti che la Cassa depositi e prestiti, Invitalia e lo stesso Dicastero mettono in campo, per poter comunque avere le risorse per sviluppare i propri progetti.
  D'altra parte se il Governo vuole proteggere una tecnologia o un'impresa ritenendola essenziale alla sicurezza nazionale, ovviamente è un'impresa che deve sviluppare poi il suo potenziale, altrimenti la misura sarebbe controproducente. Quindi lo abbiamo previsto in quel decreto-legge che oggi è all'attenzione del Parlamento e che è migliorabile, perché noi siamo consapevoli di quanto importante sia per lo Pag. 25sviluppo tecnologico del Paese la sua competitività e non abbiamo nessuna fobia nei confronti del capitale straniero. Lo dimostra anche il modo come abbiamo affrontato tutti i dossier strategici che i precedenti Governi non hanno realizzato nell'arco di alcuni anni: mi riferisco sia alla questione ITA con la nuova gara che alla questione Lukoil, che è stata avviata a soluzione. Come voi potete notare, a differenza di altri Governi non abbiamo espropriato l'impresa, cioè non abbiamo agito contro la proprietà dell'impresa: abbiamo emanato un decreto che ci ha consentito di creare una cornice sanitaria a protezione del sito produttivo ove avesse bloccato la produzione, ma salvaguardando sempre l'asset proprietario, ancorché fosse un asse proprietario di una multinazionale che addirittura faceva riferimento a una società russa. Poi l'impresa ha deciso di vendere, o almeno così è stato comunicato, a un altro asset internazionale, anch'esso a capitale straniero, e noi abbiamo detto che utilizzeremo lo strumento prescrittivo del golden power per mettere i vincoli che necessariamente la legge ci consente di mettere a salvaguardia dell'occupazione, della produzione, a salvaguardia dell'ambiente, e anzi per imporre una riconversione industriale green. Anche in questo caso, come potete notare, non c'è stato alcun atteggiamento ostativo nei confronti del capitale straniero, qualunque fosse la nazionalità, ma un atteggiamento giustamente di garanzia che lo Stato può e deve esercitare essendo uno Stato stratega e uno Stato che tutela l'interesse nazionale.
  Questo è accaduto e sta accadendo anche per quanto riguarda le tematiche inerenti la siderurgia italiana, l'Ilva. Lo Stato ha ripreso il suo ruolo con autorevolezza, e il decreto sull'Ilva e sugli altri asset del Paese, se lo leggete bene in tutti i dieci articoli, lo dimostra in ogni articolo: autorevolezza, compostezza, serietà nell'intervento, ma rispettando ovviamente chi è l'investitore straniero. Questo vale anche per la rete di telecomunicazioni, al punto tale che l'operatore straniero ha detto: ci troviamo talmente bene nel confrontarci in maniera positiva, franca, aperta nei tavoli che il Governo ha istituito (istituito per trovare una soluzione che sia la migliore rispetto agli obiettivi che ci siamo posti come Governo nel nostro programma), che intendiamo fare ulteriori investimenti in Italia.
  Il che vuol dire che il Governo, pur ribadendo, e necessariamente, gli obiettivi che si è posto in questo caso per la realizzazione non di una rete unica ma di una rete nazionale, che copra al più presto tutti gli ambiti del nostro territorio, soprattutto ovviamente quelli svantaggiati, come deve fare una rete nazionale e non una rete unica, a controllo pubblico... Rete nazionale a controllo pubblico, è sempre stata questa la nostra formulazione: rete nazionale a controllo pubblico che a mio avviso deve interconnettersi con la rete internazionale.
  Noi abbiamo una possibilità strategica significativa, perché la geografia in questo caso, ma anche la storia, la cultura e l'economia, ci consentono di essere al centro di quell'interconnessione globale dei cavi marittimi e terrestri che sta interconnettendo, e non a caso, il continente europeo e quello nordamericano con i continenti a più alto sviluppo. Perché l'interconnessione prima era ovviamente nel mondo occidentale, Nord America ed Europa, poi si è aperta verso Oriente con la caduta del muro di Berlino, ora si sta sviluppando soprattutto nei confronti delle economie del futuro, quella predominante asiatica e quella, a mio avviso da seguire con maggiore attenzione come sistema Paese, dell'Africa, che è il vero continente del futuro anche per quanto riguarda lo sviluppo demografico e le potenzialità. Mi riferisco, e non soltanto, alle materie prime che in essa vi sono, necessarie alla transizione ecologica digitale del continente europeo, per mantenere un'autonomia geostrategica rispetto all'Asia e rispetto anche semmai al continente americano.
  Ebbene, l'Italia è al centro di questa interconnessione e ha aziende di primissimo livello sia nella realizzazione delle fibre ottiche, che dobbiamo preservare, aziende che hanno una quota di mercato elevatissima a livello globale, sia per quanto Pag. 26riguarda gli operatori che poi queste fibre ottiche utilizzano e soprattutto le interconnessioni marittime. E per questo, in una logica di rete nazionale, noi dobbiamo anche associare i collegamenti marittimi che passano, e io mi auguro sempre più passino, attraverso la nostra penisola tra il continente occidentale e gli altri continenti in via di sviluppo. Questo riguarda la nostra economia, riguarda la nostra società, riguarda anche la nostra, e non soltanto la nostra, sicurezza, e su questo campo noi ci muoveremo.
  Penso di avere risposto a gran parte delle domande, non so se ne avete...

  PRESIDENTE. Ministro, scusi se la interrompo, dobbiamo andare a conclusione perché c'è l'Aula e abbiamo già «sforato». Se i colleghi non trovano magari delle risposte ce lo segnalano.

  ADOLFO URSO, Ministro delle imprese e del made in Italy. Sì, se c'è qualche altra risposta più significativa.
  Concludo con un ricordo. Quando iniziai l'attività in questa Commissione si parlava del «progetto Pascale»: il grande progetto per fare dell'Italia la prima potenza nell'interconnessione e nella trasmissione, che allora sembrava lontanissima. Quel progetto non fu realizzato, poi è stata privatizzata la Telecom nel modo che voi tutti sapete. L'errore è stato commesso allora, perché allora si ritenne che l'energia fosse un interesse nazionale e quindi l'operazione fatta sulle imprese energetiche fu quella di mantenerle comunque imprese a partecipazione pubblica, ENEL, ENI, ed oggi questo è un elemento di forza del nostro sistema; si ritenne invece che le telecomunicazioni non fossero un argomento di interesse nazionale e si è proceduto a una privatizzazione, che se voi la leggete è una privatizzazione che poi ha portato a un depauperamento delle risorse del nostro Paese.
  La storia purtroppo non si riavvolge, bisogna affrontare la realtà per quella che è. Si può fare, certo si può fare di più e di meglio: è quello che è nostra intenzione realizzare nella realtà in cui oggi ci troviamo per dare al nostro Paese un servizio oggi ancor più necessario, recuperando il divario digitale che ancora esiste tra noi e altri Paesi, all'interno del nostro Paese tra le aree del nostro Paese, aree ricche e aree meno ricche, e tra Nord e Sud, e certamente anche tra chi può e chi non può.
  Il recupero del divario è assolutamente importante in ogni campo: in questo campo sicuramente è strategico per consentire all'Italia di svolgere un ruolo (io ritengo che lo possa svolgere appieno anche in questo campo), un ruolo di prim'ordine all'interno della nostra Europa e dello scacchiere in cui noi operiamo. Consapevoli tra l'altro che questo argomento, e non a caso, è un argomento decisivo anche per quanto riguarda il confronto geopolitico con altri sistemi. Per questo io sto sempre attento, in ogni campo e in ogni ruolo, poi all'oggetto, o meglio al soggetto dell'azione che noi abbiamo di fronte che sono le persone, cioè i nostri cittadini, con la loro attività, cioè con le imprese.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Se i colleghi lo vogliono, possono poi far avere alla Presidenza dubbi o comunque domande a cui il Ministro non ha fatto in tempo a dare risposta.
  Vi ringrazio, commissari. Ringrazio il Ministro e lo staff del Ministro, ma anche la nostra segreteria di Commissione per l'organizzazione dei lavori.
  Dichiaro quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.50.