XIX Legislatura

Commissioni Riunite (V e XIV)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Mercoledì 29 novembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, nell'ambito dell'esame congiunto della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Un pacchetto adeguato per la prossima generazione di risorse proprie (COM(2023)330 final ), della proposta modificata di decisione del Consiglio recante modifica della decisione (UE, Euratom) 2020/2053 relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea (COM(2023)331 final ), della proposta modificata di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE, Euratom) 2021/768 del Consiglio, del 30 aprile 2021, per quanto riguarda le misure di esecuzione relative a nuove risorse proprie dell'Unione europea (COM(2023)332 final ), della proposta modificata di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie basate sul sistema per lo scambio di quote di emissioni, sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e sugli utili riassegnati e sulla risorsa propria basata su dati statistici relativi agli utili delle imprese, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria (COM(2023)333 final ), della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (COM(2023)336 final ), e della proposta di Regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 (COM(2023)337 final e Allegato) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 3 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ... 4 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 5 
Scerra Filippo (M5S)  ... 5 
Dell'Olio Gianmauro (M5S)  ... 6 
De Luca Piero (PD-IDP)  ... 6 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ... 7 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 9 
Pagano Ubaldo (PD-IDP)  ... 9 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ... 9 
Dell'Olio Gianmauro (M5S)  ... 9 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ... 9 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XIV COMMISSIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI ALESSANDRO GIGLIO VIGNA

  La seduta comincia alle 14.15

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, nell'ambito dell'esame congiunto della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Un pacchetto adeguato per la prossima generazione di risorse proprie (COM(2023)330 final ), della proposta modificata di decisione del Consiglio recante modifica della decisione (UE, Euratom) 2020/2053 relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea (COM(2023)331 final ), della proposta modificata di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE, Euratom) 2021/768 del Consiglio, del 30 aprile 2021, per quanto riguarda le misure di esecuzione relative a nuove risorse proprie dell'Unione europea (COM(2023)332 final ), della proposta modificata di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie basate sul sistema per lo scambio di quote di emissioni, sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e sugli utili riassegnati e sulla risorsa propria basata su dati statistici relativi agli utili delle imprese, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria (COM(2023)333 final ), della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (COM(2023)336 final ), e della proposta di Regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 (COM(2023)337 final e Allegato)

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, nell'ambito dell'esame congiunto della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Un pacchetto adeguato per la prossima generazione di risorse proprie (COM(2023)330 final), della proposta modificata di decisione del Consiglio recante modifica della decisione (UE, Euratom) 2020/2053 relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea (COM(2023)331 final), della proposta modificata di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE, Euratom) 2021/768 del Consiglio, del 30 aprile 2021, per quanto riguarda le misure di esecuzione relative a nuove risorse proprie dell'Unione europea (COM(2023)332 final), della proposta modificata di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la Pag. 4procedura di messa a disposizione delle risorse proprie basate sul sistema per lo scambio di quote di emissioni, sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e sugli utili riassegnati e sulla risorsa propria basata su dati statistici relativi agli utili delle imprese, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria (COM(2023)333 final), della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (COM(2023)336 final), e della proposta di Regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 (COM(2023)337 final e Allegato).
  Prego i parlamentari di prendere posto così procediamo celermente all'audizione del Ministro Fitto, che purtroppo iniziamo in ritardo a causa del prolungamento dei lavori dell'Assemblea.

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie per questa occasione di importante confronto su un tema di grande rilevanza e anche di stretta attualità qual è il Quadro finanziario pluriennale, che peraltro proprio in questi giorni è centrale nel dibattito a livello europeo e di conseguenza anche in ambito nazionale. Mi concentro sui punti fondamentali della revisione del Quadro finanziario pluriennale, che sarà oggetto del dibattito e del confronto in corso a livello europeo e che sicuramente sarà centrale anche alla luce della posizione della Presidenza spagnola, che ha l'obiettivo di definire e chiudere l'accordo possibilmente entro dicembre e quindi nel prossimo Consiglio europeo.
  È un tema centrale che, come previsto dallo stesso Quadro finanziario pluriennale in merito alla revisione, si fonda sulla necessità di adeguare le voci di bilancio a livello europeo rispetto ad un nuovo quadro esigenziale che emerge a livello generale, sulla base anche degli accadimenti in corso. Non è un caso, infatti, che questa revisione del Quadro finanziario pluriennale poggi sostanzialmente su tre grandi temi. Il primo è il finanziamento dell'Ucraina, quindi non solamente degli interventi relativi al sostegno dell'Ucraina ma anche di quelli relativi alla ricostruzione in Ucraina.
  Il secondo tema è l'immigrazione, quindi una dimensione esterna.
  Il terzo tema è stato già introdotto dalla Commissione europea nella sua proposta STEP (Strategic Technologies for Europe Platform) e rappresenta l'occasione di un importante quadro di finanziamento degli interventi sul fronte delle imprese.
  Il nostro Governo si è mosso con la seguente modalità: non appena si è aperto il confronto e il dibattito sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale, abbiamo avviato una fase di sostegno e rafforzamento della cosiddetta fase ascendente, abbiamo cioè individuato un confronto con tutte le amministrazioni interessate e abbiamo costruito la nostra proposta.
  Dopo aver condiviso con tutti i Ministri competenti la nostra proposta, che affronta in modo particolare le tre questioni, l'ho presentata nell'incontro con il commissario Hahn, che segue direttamente il dossier, con il quale abbiamo avuto la possibilità di confrontarci e spiegare le nostre ragioni.
  Come dicevo, esistono i tre temi di riferimento che ho sopra ricordato. Sul primo, il sostegno all'Ucraina, mi sembra che ci sia una sostanziale valutazione unitaria.
  Sul secondo tema esiste la necessità di insistere poiché per noi chiaramente è fondamentale: il rafforzamento finanziario sul fronte dell'immigrazione, fino a 15 miliardi di euro, attiene al tema centrale di intervento sulla dimensione esterna. Voi sapete che l'azione che il Governo ha messo in campo da subito, cioè da quando nei primi Consigli europei è stata iniziata la discussione, si è sviluppata in seguito, nelle conclusioni del Consiglio di febbraio e di marzo, con l'individuazione di questi temi come centrali. È per questo che abbiamo incardinato anche il tema dell'immigrazione come un punto centrale della nostra proposta, che rappresenta per noi un altro elemento fondamentale.Pag. 5
  La terza questione è collegata, come dicevo, all'adeguamento STEP e ad una valutazione un po' più complessa che non incontra una grande condivisione da parte degli Stati membri, con posizioni differenti: si nota un evidente posizionamento dei Paesi cosiddetti frugali su posizioni un po' più critiche e più rigide, fondate sull'idea che sia sufficiente esclusivamente la prima parte della modifica del Quadro finanziario pluriennale, cioè la parte relativa all'Ucraina, come elemento di sintesi della modifica.
  Si è aperto il confronto. C'è un altro aspetto procedurale molto importante relativo alla flessibilità, che è un tema per noi molto rilevante. Com'è noto, anche in riferimento al tema dell'allentamento delle regole riguardanti il regime degli aiuti di Stato, per un Paese come il nostro, che non ha una grande capacità fiscale, a differenza di altri Paesi, il tema della flessibilità e dei programmi esistenti già finanziati rappresenta una grande opportunità in relazione sia alle politiche di coesione sia al tema del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  In questo contesto, abbiamo rappresentato la nostra proposta alla Commissione europea e nei prossimi giorni lavoreremo nella direzione di una definizione di questi aspetti.
  Se, come dicevo, sul punto del sostegno all'Ucraina esiste una sostanziale convergenza da parte di quasi tutti i Paesi europei, sugli altri due punti invece è necessario ancora lavorare. Sul tema dell'immigrazione, che, per quanto ci riguarda, vuol dire dimensione esterna, quindi la finalizzazione delle risorse nell'ambito degli interventi sul fronte meridionale dell'Europa e quindi sul tema del Mediterraneo, esiste una maggiore complessità di posizioni relativa agli interventi sul fronte degli investimenti, perché su questo si registra una minore disponibilità.
  La composizione di questo puzzle avverrà nei prossimi giorni. Ritengo sia molto importante lavorare con gli Stati membri e con la Commissione europea. È una decisione ed è una sintesi che, com'è naturale, avverrà automaticamente, presumo, all'interno del prossimo Consiglio europeo di dicembre e, quindi, sarà oggetto anche del dibattito che terremo in Assemblea sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, quando appunto affronteremo l'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo.
  Questi, in estrema sintesi, sono i temi in discussione. Quindi recupero anche io il tempo a disposizione per dare la possibilità ai colleghi di intervenire. In seguito, in fase di replica, potrò eventualmente essere anche più esaustivo su alcuni punti, laddove si ritenesse necessario affrontarli.

  PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o per formulare osservazioni.
  Colleghi, considerato che siamo deputati della XIV Commissione e che anche i colleghi della V Commissione sono chiamati a parlare di tempi europei, proviamo a fare un virtuosismo e, quindi, prevediamo tempi di durata degli interventi di tipo europeo: do un minuto a testa.

  FILIPPO SCERRA. Velocemente, Ministro, la proposta di revisione della Commissione europea si concentra su alcuni temi che lei ha elencato. Tuttavia, in questa proposta di revisione vediamo alcune lacune o, quantomeno, alcune mancanze. Per esempio, non è previsto nulla riguardo al pilastro europeo dei diritti sociali, in particolare alla garanzia di una retribuzione dignitosa e adeguata per tutti i lavoratori. In questo contesto, in cui il continente europeo presenta problematiche che affliggono i ceti più deboli e meno abbienti e, in particolare, i lavoratori, considerato che c'è una revisione, a nostro modo di vedere, il Governo doveva o dovrebbe insistere proprio su questo campo, sul questo pilastro europeo, in modo che il mercato del lavoro diventi più inclusivo, più equo e più paritario. Sotto questo punto di vista il Governo ha intenzione di fare qualcosa, di fare delle proposte o no?
  Altro aspetto riguarda il clima e i princìpi orizzontali in materia di clima e biodiversità. Anche su questo la proposta della Commissione europea che lei ha enunciato e che conosciamo non verte su questo tipo di problematiche: noi invece siamo convinti Pag. 6che sia necessario dare una spinta ancora maggiore in questa fase.
  Altro punto riguarda le migrazioni. Va bene stanziare 15 miliardi di euro. Però, Ministro, la verità è che i 15 miliardi di euro verranno spalmati, aiuteranno soprattutto per la questione dei confini esterni, ma alla fine la nostra perplessità riguarda ciò che l'Italia sta facendo. Infatti possiamo ottenere anche risorse dall'Europa, però, Ministro, se non abbiamo il coraggio di andare in Europa per chiedere una redistribuzione obbligatoria dei migranti; se affermiamo che un trattato come quello con l'Albania ha quasi risolto i problemi; se diciamo che siamo nelle condizioni di rincorrere i migranti o i trafficanti in tutto il globo terracqueo e poi non riusciamo a risolvere il problema, possono arrivare tutti i soldi che vogliamo ma il problema non si risolve. Non si tratta, infatti, soltanto dei confini esterni, sui quali possiamo essere d'accordo, anche se molto parzialmente. In Europa non ci sono le condizioni politiche per andare a chiedere la redistribuzione obbligatoria dei migranti, perché Giorgia Meloni vuole garantire delle alleanze con alcuni Paesi, i quali ovviamente pensano soltanto ai loro confini e non ai confini italiani. Un'ultima domanda: vorrei capire se è previsto un elenco di priorità che l'Italia porterà al tavolo, perché lei non l'ha elencato. Oltre alla migrazione, quali sono le priorità che l'Italia ha intenzione di portare al tavolo?

  GIANMAURO DELL'OLIO. Signor Ministro, grazie per l'introduzione. Le rivolgo rapidamente due domande. Come sa ci sono pochi avanzamenti nei negoziati sul numero di risorse proprie per quanto riguarda gli ETS (Emission Trading System) e i CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) e la questione della quota degli utili residui.
  Il problema è che il negoziato per noi, come Italia, era utile per cercare di abbattere l'impatto sul reddito nazionale lordo. Non sappiamo come proseguiranno questi negoziati, perché, se si sono bloccati, alla fine ci sarà un impatto anche su quella che dovrà essere la nostra posizione per quanto riguarda la sostenibilità del rimborso del Next Generation EU. Quindi vorremmo capire qual è la posizione del Governo sul tema, se perdurerà questo stallo e, quindi, capire che cosa pensate di fare, perché rappresenta un aspetto importante.
  La seconda questione, su cui siamo un po' più preoccupati, è dovuta al fatto che la Commissione europea ha richiesto di estendere alle grandi imprese la parte più rilevante dei fondi di coesione.
  Su questo siamo seriamente preoccupati, signor Ministro, perché ho visto più o meno cosa lei pensa sulla possibilità di utilizzare i fondi per le grandi imprese. Nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 124 del 2023 sulla questione, infatti, personalmente avevo presentato un emendamento volto a lasciare una quota del 30-40 per cento di quelli che sarebbero stati i fondi per la ZES unica – che poi in legge di bilancio ammontano a 1 miliardo e 800 milioni – per le piccole e medie imprese. Lei sa che il 95 per cento delle imprese in Italia sono sotto i 9 dipendenti. Credo che lei e il suo Ministero abbiano espresso su tale emendamento parere contrario. Noi lo abbiamo presentato di nuovo durante l'esame del disegno di legge di bilancio e ci auguriamo che, invece, in legge di bilancio si possa modificare, perché altrimenti le piccole e medie imprese non prenderanno assolutamente fondi per quanto riguarda le ZES. Nutro il timore che, come quel parere è stato contrario, allo stesso modo anche in questo caso sia espresso parere contrario da parte sua e del Governo italiano: vi chiedo quindi di dichiararne l'ammissibilità e di esprimere parere favorevole.
  Vorremmo capire qual era la posizione del Governo, perché se utilizziamo il Fondo sviluppo e coesione in maniera preponderante per le grandi imprese, tenuto conto che l'Italia è fatta di piccole e medie imprese, va a finire che le piccole e medie imprese che ne hanno bisogno non riusciranno a svilupparsi.

  PIERO DE LUCA. Giusto qualche breve richiesta e considerazione un po' più politica.
  Come Partito Democratico riteniamo importante e fondamentale che l'Italia, il nostroPag. 7 Paese e quindi il Governo, lavori per un bilancio dell'Unione europea che sia sempre più forte, sempre più strutturato e consenta di individuare nel medio e nel lungo periodo gli strumenti che a livello europeo, mediante risorse e fondi europei, consentano di intervenire in alcuni settori strategici quali la transizione ambientale, la transizione digitale e il sostegno alle aziende.
  Vorremmo chiedere, ad esempio, a che punto è il negoziato sul fondo STEP, se voi lo condividete, se lo state sostenendo, con quale sistema di alleanze state lavorando. Quali sono le altre risorse proprie sulle quali voi ritenete utile ragionare per rafforzare il bilancio dell'Unione senza gravare su ulteriori risorse proprie che gli Stati devono eventualmente, invece, mettere a disposizione del bilancio consolidato europeo.
  Domandiamo se, nell'ambito di questa revisione, avete fatto una stima dell'impatto delle varie ipotesi sul saldo netto italiano, ivi compreso un eventuale rischio di riduzione dei fondi strutturali a disposizione del nostro Paese, rischio che sarebbe da evitare e in relazione al quale vi chiediamo se state lavorando quindi in quella direzione e, sotto questo aspetto, a che punto è il negoziato.
  Chiediamo, inoltre, – e concludo – se il suddetto negoziato è legato anche al negoziato più ampio e parallelo della riforma del Patto di stabilità. Non crediamo sia così, però vorremmo capire da voi qual è il lavoro che si sta compiendo a Bruxelles e con quale sistema di alleanze voi ritenete di portare a casa, se ci riuscirete, risultati utili per il nostro Paese. Vi domandiamo, soprattutto, quali sono i risultati che ritenete utile perseguire per aiutare il nostro Paese, le nostre famiglie e le nostre aziende.

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Darò qualche risposta di merito, anche se alcune questioni non hanno un impatto sul tema di cui ci stiamo occupando, nel senso che sono questioni che, parlando del bilancio europeo, possono rientrare nell'argomento, ma in questo momento ci stiamo concentrando sul Quadro finanziario pluriennale e soprattutto sulla sua revisione, che è il tema sul quale si focalizza il lavoro di questi giorni.
  È stata fatta una domanda sulla nostra posizione. Noi abbiamo predisposto – l'ho detto prima e voglio sottolinearlo – un documento di posizionamento del nostro Governo, che ritengo sia stato anche inviato in Parlamento alle Commissioni, che, sulle questioni principali alle quali abbiamo fatto riferimento, prevede i punti indicati, dei quali il primo è quello riguardante il sostegno all'Ucraina, in linea con quanto la stessa Commissione europea aveva proposto anche precedentemente nelle diverse fasi.
  Il secondo punto, ripeto, è il tema dell'immigrazione e il terzo è il regolamento STEP.
  Come ho detto prima, è chiaro che esistono diverse sfumature nella posizione e nella sensibilità sui tre temi, perché se, da un lato, i Paesi condividono la posizione sull'Ucraina, dall'altro il sostegno si affievolisce un po' sul tema dell'immigrazione e si perde, per alcuni Paesi quasi completamente, sul regolamento STEP e sulla possibilità di aggiungere risorse in questa direzione.
  Ora, è chiaro che noi in questa direzione abbiamo instaurato un confronto costante con ogni singolo Stato membro, ne abbiamo discusso nei diversi Consigli europei e abbiamo anche avviato un confronto con la Commissione europea, anche se, come ho ricordato prima, sarà il Consiglio di dicembre a fare una sintesi delle posizioni.
  I temi collegati al mercato del lavoro, sollevati, se non sbaglio, dal collega Scerra, e collegati ad altri punti considerati come priorità, sono temi che possono riguardare una discussione più generale, così come anche sulla questione dell'immigrazione possiamo entrare nel merito delle modalità di utilizzo delle risorse.
  Ora noi ci stiamo concentrando – questo è il tema – sul fatto che, nell'ambito della revisione del bilancio, è incrementata la dotazione per l'immigrazione e, al suo interno, sono individuate le risorse destinate alla dimensione esterna. Questa è la battaglia e l'impegnoPag. 8 che il nostro Governo sta portando avanti. Devo dire che tale impegno è stato strutturato: anche le dichiarazioni di ieri della Presidente della Commissione europea, proprio sul tema dell'immigrazione, danno un'idea chiara del livello di collaborazione e di quanto le posizioni italiane trovino un riscontro e un supporto nell'ambito delle istituzioni europee.
  Il nodo, oggi, è capire come guadagnare, sul fronte dell'ampliamento della dimensione e della revisione del Quadro finanziario pluriennale, un sostegno da parte dei Paesi che, invece, ritengono che la revisione debba essere minima e contenuta esclusivamente, come dicevo, al punto relativo all'Ucraina. Su questo si incentra la discussione che abbiamo avviato.
  Ho sentito spesso richiamare il tema delle alleanze. Il tema non è tanto cercare alleanze, perché vi sono sensibilità diverse da parte di una serie di Paesi che, ad esempio, sul punto STEP, sull'idea di allargare il bilancio, hanno una loro rigidità. Penso a tutti i Paesi frugali, per fare un esempio, che chiaramente hanno un approccio certamente non aperto e non disponibile su questo tema e, quindi, sostengono la tesi di procedere ad una revisione del bilancio quanto più limitata possibile.
  Allo stesso modo, è abbastanza complesso affrontare il tema dell'utilizzo delle risorse proprie, dell'individuazione di tali risorse e delle scelte che vengono poste all'interno della revisione del bilancio. È in corso, infatti, una discussione tra chi immagina di poter ampliare la dimensione della revisione e chi ritiene, invece, che sulla base delle stesse risorse, almeno per alcune voci, sia opportuno operare scelte di ridimensionamento della spesa su alcuni capitoli per utilizzare le risorse su altri e, quindi, condiziona la possibilità di un sostegno sullo STEP, ad esempio, a tagli interni al bilancio dell'Unione europea soprattutto sul tema del funzionamento. Si tratta di un tema che ha creato anche non poche occasioni di dibattito e di discussione all'interno della Commissione europea, così come all'interno del Parlamento europeo.
  È chiaro che entriamo nella fase finale, perché se non rivediamo il Quadro finanziario pluriennale nei prossimi giorni, quindi entro il prossimo Consiglio europeo, non siamo in grado di produrre nemmeno gli interventi collegati e conseguenti. È chiaro che, riguardo a molte questioni sollevate, anche rispetto ai temi della coesione o all'idea di mettere in campo scelte che siano più forti, il nostro Paese è schierato su alcuni elementi fondamentali: ad esempio, il tema della coesione rappresenta una priorità, sia dal punto di vista della tenuta della voce di bilancio sulla coesione – essendo l'Italia tra i maggiori beneficiari della coesione – sia perché, in prospettiva, il tema dell'allargamento dell'Unione europea apre la riflessione esattamente su alcune voci e questa è una di quelle. È chiaro, infatti, che allargando l'Unione europea, obiettivo che viene perseguito con convinzione da parte degli Stati membri, sicuramente è necessario chiarire le regole d'ingaggio su alcune voci – e questa è una di quelle – perché dall'allargamento dell'Unione europea discende una rimodulazione dei numeri e delle dimensioni dei Paesi che possono ambire alla politica di coesione.
  Quindi, fatta cento la disponibilità di risorse, se questa disponibilità viene spalmata su più ambiti, inevitabilmente rischia di ridursi. Quindi su tale questione c'è la necessità di costruire un confronto serio che non riguarderà questa revisione, che ritengo sia concentrata sui punti ai quali ho fatto riferimento, ma che sarà sicuramente il tema della prossima legislatura e quindi dell'azione della prossima Commissione europea, perché non è un tema che verrà inserito in questa dimensione attuale.
  Quindi noi ci approcciamo alla discussione con il documento che abbiamo predisposto come Governo, che abbiamo già presentato nei mesi scorsi al commissario europeo e quindi alla Commissione. Nei prossimi giorni, da domani, sarò a Bruxelles per una serie di incontri e penso di incontrare anche il commissario europeo Hahn. Gli argomenti che ho richiamato costituiscono il tema oggetto dell'incontro di domani, che è finalizzato a comprendere qual è l'approccio della Commissione europea, qual è il livello di avanzamento della revisione, al fine di ribadire e rafforzare le posizioni alle quali ho fatto riferimento, Pag. 9che sono puntualmente inserite all'interno del documento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pagano.

  UBALDO PAGANO. Grazie, presidente. Vorrei rivolgere al Ministro Fitto soltanto una domanda. Nel corso dell'ultima riunione annuale della Commissione REGI (Commissione per lo sviluppo regionale) a Bruxelles, a cui ho partecipato in rappresentanza della Commissione bilancio, la presidenza della Commissione parlava della possibilità, peraltro anche contenuta all'interno di una risoluzione approvata dal Parlamento europeo, di prorogare di un'ulteriore annualità la possibilità di utilizzo della programmazione 2014-2020 dei fondi di coesione e che questa ipotesi sarebbe stata comunque oggetto di riflessione nel Consiglio europeo.
  La posizione del Governo italiano su questa proposta che emerge dal Parlamento europeo eventualmente quale sarebbe?

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.
  È un tema di cui stiamo discutendo, chiaramente non vedo alcun tipo di contrarietà, anzi, perché questa è un'occasione per accompagnare a completamento i piani attualmente in corso. Com'è noto, si corre anche su quel fronte, ma è chiaro che se dovesse esserci una proroga ulteriore, chiesta peraltro anche da diversi altri Stati membri, il Governo italiano chiaramente non avrebbe motivo per non sostenere questo tipo di richiesta.

  GIANMAURO DELL'OLIO. Chiedo scusa, presidente. Ministro, avevo fatto una domanda ma non ho percepito una risposta. Sulla questione della richiesta alla Commissione europea di aperture nell'erogazione delle risorse della coesione alle grandi imprese, vorrei capire la nostra posizione e il nostro pensiero. Lei sa perfettamente, infatti, che le grandi imprese sono molto più diffuse all'estero, nel momento di apertura all'ingresso in Italia avremmo una seria preoccupazione. Quindi vorremmo capire la posizione sua e del Governo sul punto. Forse l'ha detta ma io non l'ho percepita, le chiedo scusa.

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Forse non l'ho detta, però non ho difficoltà a risponderle. È chiaro che la discussione va molto oltre i contenuti dell'audizione, ma va bene. Mi fa piacere rispondere, anzi può essere l'occasione buona per fare un ulteriore dibattito e approfondimento sul tema della zona economica speciale (ZES), a cui ho fatto riferimento, nella fase di attuazione. Anzi, già preannunzio che chiederò alle Commissioni parlamentari di poter avere un'occasione di confronto e di discussione nei prossimi mesi e giorni e vedremo quando sarà possibile, su questo tema come su altri.
  Il tema delle grandi imprese è centrale all'interno della questione della capacità di attrazione dei grandi investimenti. Non vedo alcun tipo di contrasto tra le grandi imprese e le piccole imprese, anzi il contrario, nel senso che la capacità di attrarre grossi investimenti rappresenta un punto centrale dell'azione, tant'è che all'interno della ZES è previsto, non a caso, l'aumento dell'investimento massimo da 50 milioni a 100 milioni. Contemporaneamente, ritengo che sia utile e necessario costruire e determinare una serie di strumenti di innovazione a sostegno delle piccole imprese che possono essere immaginati e ipotizzati all'interno dei diversi strumenti finanziari ai quali abbiamo fatto riferimento.
  Detto questo, preciso che mi era sfuggita la risposta perché non c'era un'attinenza diretta con il tema della discussione del Quadro finanziario pluriennale. Spero di essere stato chiaro.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.40.