SEDE REFERENTE
Mercoledì 19 giugno 2024. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Andrea Ostellari.
La seduta comincia alle 14.
Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare.
C. 1718 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 giugno 2024.
Ciro MASCHIO, presidente, preliminarmente ricorda che il provvedimento risulta iscritto nel programma dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 24 giugno e che nella scorsa seduta si sono concluse le votazioni sulle proposte emendative.
Avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni I, IV, V e chiede se vi sono interventi in sede di dichiarazione di voto sul mandato ai relatori.
Valentina D'ORSO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, informa, in primo luogo, presidenza e colleghi dell'invio di una lettera al Presidente al fine di stigmatizzare l'andamento dei lavori relativi al disegno di legge in esame.
Ritiene, infatti, che il dibattito su tale provvedimento sia stato inutilmente compresso, soffocando e mortificando il confronto parlamentare, circostanza ancora più grave in quanto non poteva certo considerarsi un provvedimento connotato da urgenza. Infatti, il suo iter è stato a dir poco intermittente per mesi fino ad arrivare alla seduta notturna tra lunedì e martedì scorso, in cui si è avuta un'improvvisa e non giustificata accelerazione dei lavori. Evidenzia come tale modo di procedere non abbia garantito serenità e il giusto approfondimento nell'analisi di merito degli emendamenti presentati.
Si domanda se ciò non sia stato determinato dalla necessità di approvare un disegno di legge «bandiera» per il gruppo di Forza Italia a fronte di altri provvedimenti «bandiera» delle altre forze di maggioranzaPag. 22 che sono in discussione in Parlamento in questi giorni.
Conclusivamente deve constatare per la prima volta in questa legislatura una non adeguata gestione dei lavori da parte della presidenza della Commissione.
In secondo luogo, in merito all'odierna convocazione della Commissione, non comprende per quale ragione si sia anticipato l'avvio dei lavori odierni della Commissione, per di più comunicando tale modifica oraria con scarso anticipo.
Ritiene che tale inopportuna e tardiva anticipazione della seduta potrebbe essere stata la causa dell'assenza di alcuni colleghi. Chiede, quindi, che la seduta venga sospesa fino alle 14.15 ovvero che la presidenza si accerti che vi sia stata una conoscenza effettiva da parte di tutti i commissari della nuova convocazione.
Federico GIANASSI (PD-IDP), associandosi alla collega D'Orso, critica fortemente le modalità con cui si è deciso di procedere nell'esame del provvedimento, denunciando un atteggiamento della maggioranza poco rispettoso del dibattito parlamentare e delle istanze sollevate dalle opposizioni, costringendo tutti i commissari ad esaminare il provvedimento nel corso di una estenuante seduta notturna, la cui convocazione, tra l'altro, non era stata nemmeno prevista nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, all'esito del quale si era semplicemente deciso di convocare la Commissione per il pomeriggio di lunedì scorso.
Rileva che anche la seduta dell'Assemblea di ieri si è protratta fino alle 8 di questa mattina per terminare l'esame di un provvedimento rispetto al quale non vi erano profili di urgenza ed evidenzia che sarebbe stato certamente più rispettoso inviare la nuova comunicazione nella giornata di ieri.
Devis DORI (AVS), associandosi ai colleghi precedentemente intervenuti, auspica che la presidenza non intenda gestire allo stesso modo l'esame del disegno di legge C. 1660 in tema di sicurezza pubblica, il cui esame proseguirà, in sede riunita con la Commissione Affari Costituzionali, al termine dell'attuale seduta della Commissione Giustizia.
Non potendo ritenere che tali modalità di lavoro frettolose e insensate siano dovute alla mera volontà di comprimere le prerogative dei gruppi di opposizione, sottolinea che, a suo parere, evidentemente essi dipendano da alcune frizioni interne alla maggioranza, e quindi si tratta di ragioni eminentemente politiche.
Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), associandosi all'intervento del collega Gianassi, informa la presidenza che anche il suo gruppo intende promuovere una iniziativa presso il Presidente della Camera per evidenziare l'anomalo andamento dei lavori in relazione al disegno di legge C. 1718 Nordio.
Ciò premesso, rileva come sia chiaro l'intento della maggioranza di voler svolgere la discussione generale in Assemblea del disegno di legge Nordio entro il mese di giugno così da renderlo contingentabile per il successivo calendario. Suggerisce di organizzare più ragionevolmente i lavori della Camera, consentendo, per quanto di competenza, di coniugare la discussione in Assemblea del disegno di legge Nordio, con l'esame della proposta di legge C. 552 in materia di liberazione anticipata e del disegno di legge in materia di sicurezza pubblica, riservando a quest'ultimo la discussione nella prima settimana di luglio unitamente all'esame della proposta di legge C. 552 Giachetti, in relazione alla quale dichiara di aver particolarmente apprezzato l'intervento in Assemblea dell'onorevole Pittalis nel corso della seduta in merito alla dichiarazione di urgenza della proposta di legge. Così facendo, si eviterebbero ulteriori forzature e si potrebbe procedere ad un approfondito ed adeguato esame di ciascun provvedimento.
Ancora, evidenzia come nel corso dell'esame del provvedimento in discussione si fosse più volte evidenziata la volontà di evitare di tenere sedute nella giornata di domani. Aveva inteso che non vi sarebbero stati lavori di Commissione, mentre deve constatare che domani sono convocate le Commissioni riunite I e II per proseguire Pag. 23l'esame del disegno di legge in materia di sicurezza pubblica.
In proposito, sottolinea altresì come vi siano in contemporanea anche le sedute di alcune Commissioni bicamerali e d'inchiesta e ricorda che, nel corso della seduta notturna di lunedì scorso, i colleghi della maggioranza avevano sostenuto di voler evitare la concomitanza dei lavori delle Commissioni permanenti con quelli delle Commissioni bicamerali e d'inchiesta, al fine di garantire la partecipazione dei commissari alle sedute di tutti questi organi.
Infine, sottolinea che solo alle ore 14 di lunedì prossimo si chiuderanno le elezioni del turno di ballottaggio per le elezioni amministrative e, in ragione di ciò, si chiede come sia possibile prevedere sedute di Commissione con votazione nella medesima giornata.
All'esito della prospettazione di tale quadro delle prossime settimane, afferma che se la presidenza e la maggioranza intendono comunque proseguire nel forzare l'andamento dei lavori parlamentari, il suo gruppo dovrà trarre le dovute conseguenza. Sottolinea, tuttavia, come, operando in tal modo, non si favorisce un esame sereno e con cognizione di causa dei provvedimenti.
Maria Carolina VARCHI (FDI), replicando alla collega D'Orso, con riferimento alla organizzazione dei lavori della Commissione, rileva che non vi siano anomalie a proseguire l'esame dei lavori in una seduta notturna, qualora necessario.
Afferma, inoltre, che, così come è legittimo che i membri dell'opposizione intervengano nel merito su ogni emendamento, prolungando la durata dei lavori della Commissione, è parimenti legittimo che la maggioranza sia determinata ad approvare tempestivamente provvedimenti rientranti nel proprio programma elettorale, che ha ricevuto l'approvazione della maggioranza dei cittadini. Sottolinea, quindi, come la gestione dell'andamento dei lavori non sia volto a inviare alcun tipo di segnale o messaggio internamente alla maggioranza. Desidera comunque sottolineare come il presidente Maschio, nel dar seguito alla richiesta di contingentamento dei tempi formulata dalla maggioranza, abbia sempre utilizzato criteri molto flessibili per consentire a ciascun deputato di poter articolare compiutamente il proprio pensiero, concedendo anche tempi di intervento maggiori rispetto a quelli stabiliti.
In secondo luogo, in relazione agli interventi dei colleghi di opposizione, ricorda come non sia compito della Commissione organizzare i lavori dell'Assemblea, essendo tale attività riservata alla Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Ciro MASCHIO, presidente, non intende in questa sede replicare sul pian politico essendo a suo avviso preminente ribadire come l'andamento dei lavori degli ultimi giorni – pur particolarmente intenso e gravoso – sia ascrivibile alla legittima volontà della maggioranza di rispettare, per quanto possibile, i tempi previsti per l'avvio dell'esame in Assemblea dei provvedimenti di suo interesse. Afferma, inoltre, come la presidenza abbia sempre orientato le proprie decisioni al rispetto del Regolamento, avendo altresì la massima attenzione a garantire la corretta dialettica tra maggioranza e opposizione. Comunica di aver già avuto interlocuzioni con il presidente Fontana, a cui legittimamente si appellano le opposizioni e al quale renderà ogni chiarimento gli sia richiesto sulle scelte di sua competenza.
Precisa, inoltre, che l'andamento dei lavori dell'Assemblea della giornata di ieri conferma che se non si fosse proceduto con la seduta notturna di lunedì scorso, non si sarebbe potuto consentire la tempestiva conclusione dell'esame del provvedimento in discussione, che – ricorda – è stato oggetto di rinvio anche a causa della sospensione dei lavori parlamentari per le elezioni europee.
Per quanto attiene, invece, all'odierna convocazione della Commissione, ricorda che essa era già stata preannunciata nella scorsa riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, e semplicemente si è ritenuto di formalizzarla solo dopo il termine dei lavori dell'Assemblea di questa mattina.
Con riferimento ai profili sollevati dall'onorevole Serracchiani in relazione all'esame del disegno di legge C. 1660, precisa Pag. 24che tali decisioni sono di competenza degli Uffici di Presidenza delle Commissioni riunite I e II, integrati dai rappresentati dei gruppi, così come non attiene alla competenza di questa Commissione stabilire il calendario dei lavori dell'Assemblea del mese di luglio.
Valentina D'ORSO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori in replica all'onorevole Varchi, contesta che la legittimazione popolare derivante dalle elezioni politiche possa consentire alla maggioranza di calpestare i diritti dell'opposizione, che comunque rappresenta una parte significativa di cittadini.
Ciro MASCHIO, presidente, precisa che, nel corso dei lavori in relazione al provvedimento in esame, pur nella loro intensità non sono stati sacrificati i diritti dell'opposizione.
Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), intervenendo in dichiarazione di voto, sottolinea preliminarmente ancora una volta come le forzature effettuate nella modalità di esame del provvedimento erano evitabili e come esse abbiano violato le regole del rispetto reciproco tra forze parlamentari. Per tale ragione il suo gruppo si è rivolto alla Presidenza della Camera. Auspica che tali modalità non si ripetano anche nell'esame del disegno di legge in materia di sicurezza che la Commissione Giustizia è chiamata ad esaminare congiuntamente alla Commissione Affari costituzionali.
Rammenta quindi come il suo gruppo avesse presentato in maniera responsabile una serie di emendamenti che si concentravano, in primo luogo, sull'abolizione del reato di abuso d'ufficio. Ribadisce che la contrarietà del Partito democratico a tale abolizione discende dal fatto che essa si pone in contrasto con la normativa internazionale e che determinerà una lacuna nella tutela di beni meritevoli di protezione penale.
Osserva, inoltre, che l'abolizione del reato d'abuso d'ufficio non raggiunge neanche l'obiettivo dichiarato di eliminare la cosiddetta «paura della firma» da parte degli amministratori locali. In proposito sottolinea come, tra i funzionari pubblici denunciati per tale reato, gli amministratori locali sono percentualmente una parte residuale.
Fa notare, inoltre, soprattutto a quei colleghi della maggioranza «giustizialisti», che, a seguito dell'approvazione del provvedimento, circa tremila sentenze sull'abuso d'ufficio non saranno eseguibili in base al principio del favor rei.
Ricorda altresì che nel corso delle audizioni è stato sottolineato chiaramente che l'abuso d'ufficio costituisce un «reato sentinella» per altre fattispecie di reato particolarmente gravi e che pertanto la sua abolizione appare assolutamente dannosa.
Sottolinea, inoltre, che oltre ad essere sbagliata, tale abolizione è riprovevole in quanto alcuni comportamenti moralmente rilevanti non saranno più punibili. In proposito, rammenta come il ministro Nordio, per giustificare tale abolizione, abbia sostenuto che nel nostro ordinamento sono presenti almeno 17 fattispecie simili all'abuso d'ufficio. Precisa, quindi, che nel corso dell'esame in Assemblea, il suo gruppo chiederà puntualmente di chiarire, per ciascuno dei comportamenti che oggi erano oggetto di sentenze di condanna per l'abuso d'ufficio, in quale di tali fattispecie rientrano.
Con riferimento all'interrogatorio anticipato di garanzia, sottolinea come esso, per talune fattispecie di reato per le quali è necessari che vi sia un effetto sorpresa, pregiudica l'incisività dell'attività d'indagine che gli emendamenti del suo gruppo mirava ad evitare.
Relativamente alla composizione collegiale del soggetto che deve decidere le misure cautelari che prevedono il carcere, sottolinea come il suo gruppo abbia presentato una proposta emendativa volta a portare da 250 a 500 il numero delle assunzioni di nuovi magistrati. Osserva infatti che la previsione di sole 250 nuove assunzioni non sia sufficiente a coprire la vacanza di magistrati e che pertanto, nei tribunali di piccole e medie dimensioni non sarà possibile formare tale composizione. A suo avviso, pertanto, tale previsione, non Pag. 25supportata da un adeguato numero di assunzioni e in considerazione del meccanismo delle incompatibilità, determinerà la paralisi dei tribunali.
Rammenta come su nessuna delle proposte emendative presentate responsabilmente dal suo gruppo sia stato possibile svolgere un dibattito che chiarisse le ragioni della loro contrarietà da parte del Governo e dei relatori mentre ritiene che i delicati temi contenuti del provvedimento meritassero un'attenzione differente da parte della maggioranza.
Per tale ragione, dichiara il voto contrario del suo gruppo sul conferimento del mandato ai relatori.
Federico CAFIERO DE RAHO (M5S) desidera preliminarmente contestare le modalità con le quali si è svolto l'esame di un provvedimento particolarmente delicato, i cui contenuti impattano sul codice penale e sul codice di rito con conseguenze estremamente rilevanti e sul quale erano state presentate dalle forze di opposizione ben 111 proposte emendative.
Evidenzia come la discussione su tali proposte sia stata soffocata, riducendola in una seduta notturna durata ben undici ore al solo fine di stancare i commissari che intendevano intervenire. Ritiene che tale andamento dei lavori abbia costituito una pagina nera della storia della democrazia e auspica che non si ripeta in futuro.
Per quanto attiene al merito del provvedimento, sottolinea come il suo gruppo ritenga che non era assolutamente necessario intervenire sull'abuso d'ufficio prevedendo l'abrogazione in quanto la portata dell'applicazione di tale fattispecie era già stata enormemente limitata dalla legge del 2020 che era stata introdotta a tutela dei cittadini. Osserva, invece, come a seguito dell'approvazione del provvedimento in esame, i cittadini perderanno un importante strumento di tutela dei loro diritti contro le odiose prevaricazioni perpetrate dal potere pubblico, in spregio al principio costituzionale di buona amministrazione.
Relativamente al traffico di influenze illecite, sottolinea come la nuova disposizione prevista dal provvedimento violi l'articolo 117 della Costituzione che ci impone il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali, limitando l'ambito del vantaggio al solo interesse economico e quindi riducendo enormemente la portata della disposizione. Ciò significa non poter applicare il traffico illecito di influenza nel caso in cui il corrispettivo è determinato da vantaggi di natura diversa.
Per quanto attiene alla previsione del giudice collegiale per le misure cautelari, sottolinea non soltanto che il numero dei magistrati che saranno costretti a intervenire per esercitare tale funzione appare eccessivo ma anche che le incompatibilità che ne deriveranno comporteranno la paralisi dei lavori dei tribunali, in particolare di quelli di piccole dimensioni.
Peraltro, già sono previsti una serie di controlli da parte di organi collegiali, ad esempio, il tribunale del riesame.
Rileva, inoltre, che un aumento di soli 250 magistrati non appare sufficiente per far fronte ai nuovi compiti che ad essi vengono assegnati.
Per tali ragioni, dichiara il voto contrario del suo gruppo sul conferimento del mandato ai relatori.
Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), intervenendo sull'ordine dei lavori, rammenta come per le ore 14.15 fosse convocata la seduta in sede referente delle Commissioni riunite I e II per proseguire l'esame del disegno di legge Governo C. 1660 in materia di sicurezza. Sottolinea come invece siano già le 14.45 e la Commissione Giustizia non ha ancora concluso i propri lavori. Ritiene che tale modalità di organizzazione delle attività di Commissione non sia adeguata.
Ciro MASCHIO, presidente, fa presente che i lavori in sede referente della Commissione Giustizia si sono protratti a seguito di alcuni interventi sull'ordine dei lavori. Si riserva, qualora le richieste di intervento in dichiarazione di voto dovessero essere ancora numerose, di concordare con il presidente della I Commissione un rinvio della seduta congiunta.
Devis DORI (AVS) si riserva di intervenire puntualmente sul provvedimento nel Pag. 26corso dell'esame in Assemblea evidenziando in questa sede che la criticità principale che il suo gruppo riscontra nel disegno di legge è relativa all'abolizione del reato di abuso d'ufficio che, a suo avviso, costituisce un errore politico e giuridico e che è in contrasto con i principi di cui all'articolo 97 della Costituzione. A suo avviso, sarebbe stato invece più opportuno prevedere una riforma di tale disciplina.
Ciò premesso, dichiara il voto contrario sul conferimento del mandato ai relatori.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire ai relatori, onorevoli Varchi e Pittalis, il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.
Ciro MASCHIO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.
Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di concessione della liberazione anticipata, e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione.
C. 552 Giachetti.
(Seguito dell'esame e conclusione).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 12 marzo 2024.
Ciro MASCHIO, presidente, avverte che sono pervenute 39 proposte emendative (vedi allegato).
Ricorda che il provvedimento figura nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 24 giugno.
Come già anticipato nella riunione di ieri dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, fa presente di aver invitato i gruppi a verificare se – nel limitato tempo a disposizione della Commissione – fosse possibile giungere alla rapida conclusione dell'esame in sede referente o ad una richiesta di rinvio ad altra data dell'esame in Assemblea con il consenso del gruppo interessato.
Poiché nessuna delle due condizioni si è verificata, avverte che riferirà nel corso della discussione sulle linee generali – che si svolgerà lunedì 24 giugno – sull'esito dei lavori della Commissione e, quindi, sulle ragioni per le quali non si è potuto procedere all'esame degli emendamenti né al conferimento del mandato ai relatori.
Ciò premesso, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.
La seduta termina alle 14.50.