SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 12 giugno 2024. — Presidenza del presidente Marco OSNATO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Sandra Savino.
La seduta comincia alle 14.40.
Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
C. 1660 Governo.
(Parere alle Commissioni I e II).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'11 giugno 2024.
Stefano Giovanni MAULLU (FDI), relatore, rinviando ai contenuti della relazione depositata agli atti, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.
Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) ricorda che, nello stesso momento in cui la Commissione Finanze è chiamata a esprimere il proprio parere sul provvedimento, esso si trova all'esame delle competenti Commissioni per l'esame in sede referente. Ricorda che sono state presentate circa 100 proposte emendative al testo originario, molte delle quali dalla maggioranza stessa. Evidenzia quindi che la Commissione Finanze rischia di esprimersi su un testo profondamente diverso da quello su cui verrà conferito il mandato a riferire in Assemblea; ritiene dunque necessario attendere che le Commissioni di merito terminino il proprio esame.
Marco OSNATO, presidente, evidenzia che la Commissione Finanze esprime in questa sede un parere sul testo originario del provvedimento e per gli aspetti di sua stretta competenza. In considerazione dei tempi di esame del disegno di legge in sede referente, ritiene che la richiesta di rinvio avanzata dall'onorevole Stefanazzi non possa essere accolta.
Pag. 64Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) sottolinea nuovamente che, nel caso di specie, il provvedimento rischia di essere profondamente modificato a seguito dell'esame in sede referente. Considerato che la discussione del provvedimento in Assemblea potrebbe essere oggetto di un rinvio, non ravvisa la necessità di accelerare i tempi.
Marco OSNATO, presidente, rileva come, al momento, la discussione del provvedimento in Assemblea sia prevista a partire da lunedì 17 giugno e come appaia a suo avviso verosimile che le Commissioni di merito, come sovente avviene in caso di provvedimenti di particolare complessità, si trovino nella necessità di conferire il mandato al relatore a ridosso della conclusione della votazione delle proposte emendative, senza possibilità di trasmettere il testo del provvedimento emendato alle Commissioni competenti in sede consultiva. In tal caso, la Commissione Finanze rischierebbe di non potersi esprimere affatto.
In considerazione dei contenuti che investono le competenze della Commissione Finanze, sussistono a suo avviso le condizioni per potersi esprimere sin d'ora in modo consapevole ed esaustivo. Evidenzia, peraltro, che nessuno degli interventi sinora svolti ha riguardato il merito del provvedimento.
Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) ribatte che il provvedimento è particolarmente complesso e reca norme eterogenee. La presenza di molte proposte emendative di maggioranza riflette giustappunto, a suo parere, la volontà delle forze di Governo di intervenire nel merito delle materie trattate; alla luce di tale circostanza, la difficoltà di affrontare un dibattito nel merito dipende dall'incertezza relativa al testo su cui le Commissioni riunite conferiranno il mandato al relatore.
Marco OSNATO, presidente, ritiene che la competenza della Commissione Finanze sul provvedimento in esame sia circoscritta, e reputa poco probabile che le relative tematiche subiscano modifiche sostanziali. Ribadisce in conclusione che la Commissione è certamente nelle condizioni di esprimersi nella seduta odierna.
Virginio MEROLA (PD-IDP) prende atto dell'accelerazione dei tempi di esame del provvedimento imposta dalla maggioranza. Con riferimento alle questioni di merito, evidenzia che i principali profili problematici del disegno di legge attengono all'assoluta mancanza di risorse e, in particolare, alla carenza di adeguati stanziamenti per le retribuzioni delle Forze di polizia, aspetti di interesse per la Commissione Finanze.
Conclude affermando che l'insufficienza delle risorse induce a dubitare della serietà del provvedimento, il quale rischia di tradursi in un generalizzato aumento delle pene non accompagnato da adeguate misure di prevenzione.
Preannuncia pertanto il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Marco OSNATO, presidente, precisa che la copertura finanziaria dei provvedimenti è un profilo che non investe direttamente le competenze della Commissione Finanze, ma piuttosto quelle della Commissione Bilancio. Pone dunque in votazione la proposta di parere formulata dal relatore.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore (vedi allegato 1).
Disposizioni per il sostegno finanziario del Servizio sanitario nazionale in attuazione dei princìpi di universalità, eguaglianza ed equità.
C. 1741 Schlein e abb.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria, e conclusione – Parere contrario).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.
Pag. 65 Guerino TESTA (FDI), relatore, nel ripercorrere i contenuti del provvedimento, evidenzia che lo stesso consta di 4 articoli ed è volto, all'articolo 1, ad incrementare il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, nella misura dello 0,21 per cento del PIL nominale nazionale, per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, fino a raggiungere una percentuale di finanziamento annuale non inferiore al 7,5 per cento del PIL nominale tendenziale dell'anno di riferimento.
L'articolo 2, poi, prevede che dall'anno 2024 le regioni concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica assicurando il governo della spesa del personale delle aziende e degli enti del sistema sanitario regionale in funzione dell'esigenza di garantire l'equilibrio economico.
L'articolo 3, inoltre, prevede specifiche misure per l'abbattimento delle liste d'attesa.
L'articolo 4, infine, dispone che agli oneri derivanti dall'attuazione del provvedimento – quantificati in 4 miliardi di euro per il 2024, 8 miliardi di euro per il 2025, 12 miliardi di euro per il 2026, 16 miliardi di euro per il 2027 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2028 – si provveda a valere sulle maggiori risorse derivanti dalla crescita economica prevista dai documenti di programmazione economica e finanziaria.
Qualora la crescita programmatica non garantisca le risorse necessarie alla copertura dei predetti oneri, si prevede che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, debbano essere individuati e resi operativi meccanismi e misure aggiuntive di contrasto dell'evasione ed elusione fiscale e contributiva.
In proposito, rileva che gli ambiti di competenza della Commissione Finanze appaiono limitati al richiamato articolo 4, laddove fa riferimento a meccanismi e misure aggiuntive di contrasto dell'evasione fiscale.
Al riguardo, evidenzia preliminarmente che tali misure appaiono del tutto indefinite, e non consentono alla Commissione di valutarne adeguatamente l'impatto sul sistema tributario.
Segnala, inoltre, che esse sono suscettibili di tradursi in prestazioni patrimoniali per le quali, come noto, l'articolo 23 della Costituzione prevede una riserva di legge, laddove invece l'articolo 4 del provvedimento demanda a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la loro integrale selezione ed individuazione.
Da ultimo, evidenzia che le misure in questione, che potrebbero ben tradursi in azioni di controllo e accertamento, richiederebbero la contestuale previsione di adeguati presidi a tutela del diritto di difesa e di contraddittorio dei contribuenti.
La formulazione dell'articolo 4 non appare dunque coerente con i principi fondamentali dell'ordinamento tributario, in quanto non indica il contenuto minimo delle misure di contrasto all'evasione fiscale che si intendono adottare.
Formula, pertanto, in considerazione degli argomenti sviluppati, una proposta di parere contrario sul provvedimento (vedi allegato 2).
Toni RICCIARDI (PD-IDP), nel ringraziare l'onorevole Testa per la relazione svolta, ne apprezza da un lato l'adeguatezza tecnica, ne sottolinea dall'altro l'inadeguatezza politica.
Rammenta che il tema della sanità pubblica è particolarmente sensibile, ancor di più nell'attuale momento storico in cui, sulla scorta di una spinta regionalizzazione della sanità – da ritenersi uno degli errori compiuti nel 2001 anche dal suo gruppo politico –, si va verso l'attuazione dell'autonomia differenziata, che avrà effetti dirompenti anche sul sistema sanitario.
Pur comprendendo le difficoltà tecniche sollevate dal provvedimento, ritiene che rispetto al tema in esame non possa essere formulato un parere contrario. Al contrario, bisognerebbe tendere verso l'obiettivo di assicurare le prestazioni sanitarie in modo uguale – e non solo essenziale – sull'intero territorio nazionale.
Considera, inoltre, che il provvedimento si trova ancora nella fase di discussione in Commissione. Pertanto, le forze di maggioranza, tramite specifiche proposte emendative,Pag. 66 potranno senz'altro intervenire sul testo della proposta di legge per meglio dettagliarla, ove ritenuto necessario.
Guerino TESTA (FDI), relatore, nel replicare, evidenzia che – ferma restando la sensibilità politica del tema – si pone all'attenzione della Commissione la valutazione delle specifiche disposizioni di propria competenza.
Virginio MEROLA (PD-IDP) rileva la necessità che la maggioranza assuma le proprie responsabilità politiche di fronte ad un simile tema, di importanza centrale per il Paese e per i cittadini, ed eviti di nascondersi dietro a argomentazioni di carattere tecnico, che andrebbero discusse esclusivamente nella prospettiva di una loro risoluzione.
Rammenta, quindi, la difficile condizione del Sistema sanitario nazionale, evidenziando che il raggiungimento del proposto stanziamento annuale del 7,5 per cento del PIL consentirebbe di rispondere alla domanda, in crescita, di servizi sanitari e socio-sanitari, evitando nel contempo le lunghissime liste di attesa.
Ricorda, quindi, che i vantaggi per i cittadini attesi dalla riduzione del cuneo fiscale sono ben inferiori ai costi che questi ultimi debbono affrontare per le perduranti inefficienze della sanità pubblica, che inevitabilmente li obbligano a ricorrere, in misura sempre maggiore, a strutture sanitarie private.
Ribadisce, dunque, l'importanza di affrontare in termini politici il tema della riforma del Servizio sanitario nazionale, questione che la maggioranza sembra invece affrontare con un approccio che non esita a definire deludente, arroccandosi dietro a tecnicismi.
Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), ricollegandosi all'intervento del relatore Testa, accoglie i rilievi espressi sul necessario rispetto della riserva di legge prevista dall'articolo 23 della Costituzione, insistendo tuttavia sul carattere strutturale della proposta di legge in esame, la quale dunque non può essere trattata al pari di qualsiasi altro progetto di legge.
All'articolo 4 del provvedimento in esame, recante la copertura finanziaria, si fa riferimento alle maggiori risorse derivanti dalla crescita economica prevista dai documenti di programmazione economico-finanziaria, grazie alle quali sarebbe quindi possibile raggiungere gli obiettivi perseguiti dallo stesso.
Reputa necessario effettuare una scelta di campo in relazione alla necessità di aumentare la spesa sanitaria in rapporto al PIL. Infatti, se anche la maggioranza ritenesse di voler procedere in questo senso, vi sarebbero i presupposti per iniziare un percorso normativo condiviso.
A tal proposito, ricorda che un Servizio sanitario nazionale con più risorse consentirebbe di migliorare la qualità di vita degli italiani, la cui domanda in termini di servizi sanitari cresce a fronte di una decrescita dell'offerta sanitaria. Sottolinea, inoltre, le rilevanti differenze sul piano territoriale esistenti in tale ambito.
Conclude evidenziando che i rilievi tecnici espressi dal relatore sono, quindi, riconducibili più che ad un reale impedimento tecnico, ad un preciso intento politico.
Saverio CONGEDO (FDI), nel ringraziare l'onorevole Testa per la relazione svolta – correttamente volta ad evidenziare le criticità attinenti ai profili tecnici del provvedimento –, rammenta che con il Governo Meloni lo stanziamento delle risorse per il Servizio sanitario nazionale è aumentato rispetto ai governi precedenti. In particolare, con la legge di bilancio del 2021 lo stanziamento era pari a 128,06 miliardi di spesa sanitaria per il 2024 con una parziale correzione che portò la somma a 128,87 miliardi per il 2024 e 129,52 per il 2025. Il Governo Meloni, al contrario di quelli che l'hanno preceduto, ha invece stanziato 134,02 miliardi per il 2024 e 135,39 per il 2025.
Evidenzia, infine, che se gli stanziamenti delle risorse per il sistema sanitario sono decisi a livello centrale, l'organizzazione degli stessi spetta, invece, alle Regioni. Pertanto, le cause della differente efficienza Pag. 67dei sistemi sanitari locali devono essere rinvenute proprio sul piano organizzativo.
Francesco Emilio BORRELLI (AVS), ricollegandosi a quanto detto dall'onorevole Congedo, ritiene non accettabili le distinzioni svolte, dovendosi valutare quanto stanziato per il Servizio sanitario nazionale non in termini assoluti, ma proporzionali; sulla base di tale criterio l'attuale Governo ha disposto minori risorse.
Rammenta che la distribuzione dei fondi non è avvenuta in base al numero dei cittadini, ma a quello delle persone anziane, sulla base di modalità vergognose, che hanno portato taluni, in modo indegno, ad arricchirsi a danno di altri. Osserva che la sanità si configura come un problema anzitutto territoriale, frutto di una precedente scelta che adesso si rivela del tutto inadeguata. Tuttavia, il dato territoriale non può avallare ragionamenti volti ad addossare al meridione d'Italia le responsabilità di una cattiva gestione, da individuarsi come unica ragione dei disservizi in campo sanitario. Procedendo in tal senso, infatti, si arrecherebbe un danno non ad una parte politica, bensì all'intero Paese.
Toni RICCIARDI (PD-IDP), riferendosi all'intervento del collega Congedo, stigmatizza la riconduzione del problema della sanità al colore politico dei presidenti di Regione, dovendosi individuare le criticità dell'attuale sistema non tanto sotto il profilo organizzativo, ma in termini di risorse economiche stanziate.
Riportandosi nuovamente alla relazione dell'onorevole Testa, evidenzia che la sanità, assieme a quello delle pensioni, fa parte dei grandi temi con cui oggi i paesi occidentali devono confrontarsi.
Ricorda che in Italia, pur vigendo il principio costituzionale dell'universalità del sistema sanitario, non vi è una effettiva garanzia dello stesso. Ponendo in disparte gli aspetti strettamente tecnici del provvedimento in esame, rileva come oggi ci si trovi di fronte ad un bivio, dovendo scegliere tra il mantenimento del richiamato principio e l'introduzione di un sistema sanitario e di welfare diverso.
Sottolinea, pertanto, che l'oggetto della valutazione richiesta alla Commissione è principalmente politico, mentre la maggioranza, con un approccio che giudica deludente, ha voluto soffermarsi unicamente sui profili di carattere tecnico. Ritiene peraltro responsabilità della maggioranza reperire le risorse utili al perseguimento della riforma, e che l'atteggiamento di chiusura manifestato dimostri piuttosto l'assenza della reale volontà politica di conseguire gli obiettivi di fondo del provvedimento.
Marco OSNATO, presidente, sottolinea come la Commissione Finanze sia tenuta a esprimere un parere limitandosi agli aspetti di propria competenza, che nel caso di specie appaiono di natura prevalentemente tecnica.
Riconosce certamente l'importanza del dibattito sulle problematiche riguardanti il servizio sanitario, sia sotto il profilo giuridico che economico, che chiama in causa i rapporti tra pubblico e privato, con riferimento, in particolare a quanto richiamato dal collega Stefanazzi in merito alla scelta di affidare o meno l'erogazione delle prestazioni a soggetti pubblici o a incaricati di pubblico servizio. Reputa tuttavia che la sede opportuna per lo svolgimento di siffatto dibattito sia la Commissione Affari sociali, competente nel merito.
Ricollegandosi agli interventi dell'onorevole Congedo e del relatore Testa, ritiene che l'approccio della maggioranza non possa essere qualificato come deludente, ribadendo il dovere della Commissione di attenersi ai propri ambiti di competenza, nel caso specifico recati dalle richiamate disposizioni di cui all'articolo 4, comma 2, del provvedimento.
Rammenta peraltro che l'articolo 4 fa riferimento alle «maggiori risorse derivanti dalla crescita economica prevista dai documenti di programmazione economica e finanziaria»; anche tralasciando momentaneamente la posizione politica di coloro che, dopo aver contestato la capacità dell'attuale Governo di produrre crescita economica, proprio con tale crescita intendono finanziare interventi di riforma, ricorda che, ove i documenti di finanza pubblica abbiano previsto maggiori risorse a Pag. 68disposizione, tali risorse sono già state destinate dal Governo a specifici capitoli di spesa.
Conclude evidenziando che il parere del relatore appare chiaramente attinente ai profili tecnici di competenza della Commissione. In luogo di porre l'accento sulle presunte responsabilità della maggioranza, ritiene infatti necessario che il dibattito in Commissione Finanze evidenzi le criticità tecniche delle norme di competenza, delle quali sottolinea, in questo caso, il carattere del tutto indefinito.
Virginio MEROLA (PD-IDP) ribadisce che le disposizioni dell'articolo 4 mirano a destinare al Servizio sanitario nazionale le maggiori risorse quantificate dai documenti di finanza pubblica – nel caso di specie, dalla Nota di aggiornamento al DEF da pubblicare a settembre – e appostate attraverso la legge di bilancio. Di conseguenza, a suo parere, la proposta prospetta di fatto una riduzione lineare delle spese fiscali, recando un preciso impegno politico ed economico.
Evidenzia che il proprio gruppo parlamentare si attendeva una maggiore attenzione della maggioranza sul tema del finanziamento del servizio sanitario. Il collega Congedo ha fornito dati sugli stanziamenti ma questi, in ogni caso, risultano insufficienti rispetto alle esigenze dei cittadini. Ritiene che il problema del finanziamento del Servizio sanitario nazionale sia una questione ineludibile nel dibattito parlamentare, e che la responsabilità di rinvenire soluzioni non debba essere rimpallata tra le Commissioni.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere contrario formulata dal relatore (vedi allegato 2).
La seduta termina alle 15.25.