CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 maggio 2024
308.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 15 maggio 2024. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Andrea Ostellari.

  La seduta comincia alle 15.15.

Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali.
C. 30 Brambilla, C. 468 Dori, C. 842 Rizzetto, C. 1109 Bruzzone e C. 1393 Zanella.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 maggio 2024.

  Ciro MASCHIO, presidente, ricorda preliminarmente che il provvedimento figura nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 20 maggio.
  Avverte che prima della seduta è stato ritirato l'emendamento 3.2 Nevi.
  Comunica che in data 16 aprile la relatrice, onorevole Brambilla, ha depositato gli articoli aggiuntivi 10.014, 10.015 e 10.016, ai quali sono stati presentati alcuni subemendamenti (vedi allegato).
  Ricorda altresì che nella seduta di giovedì 14 marzo sono stati esaminati gli emendamenti riferiti all'articolo 7. In particolare, sono stati approvati gli identici emendamenti Varchi 7.1 e Bruzzone 7.2, ed è stato accantonato l'articolo aggiuntivo Dori 7.01.
  Risulta alla presidenza che non vi sono ancora le condizioni per formulare i pareri sulle proposte emendative, in quanto non è ancora terminata l'istruttoria del Ministero dell'economia e delle finanze sulle stesse.

  Il Sottosegretario Andrea OSTELLARI conferma quanto anticipato dal presidente, ribadendo la disponibilità del Governo a esprimersi per quanto di sua competenza, una volta acquisite le valutazioniPag. 59 sui profili finanziari riguardanti le proposte emendative.

  Ciro MASCHIO, presidente, preso atto di quanto dichiarato dal rappresentante del Governo, fa presente che nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, saranno definite le modalità per il prosieguo dei lavori.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare.
C. 1718 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 maggio 2024.

  Ciro MASCHIO, presidente, ricorda che il provvedimento risulta iscritto nel programma dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 27 maggio e che nella seduta di ieri, previo esaurimento della discussione sul complesso degli emendamenti, sono stati resi i pareri dei relatori e del rappresentante del Governo.

  Valentina D'ORSO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede di sospendere la seduta per consentire ai parlamentari di partecipare alla seduta di interrogazioni a risposta immediata in Assemblea delle ore 15 alla quale interverrà il Ministro della giustizia. Ritiene che sarebbe opportuno che la presidenza programmasse i lavori della Commissione in modo da evitare la concomitanza degli stessi con la presenza del Ministro Nordio in Assemblea.

  Ciro MASCHIO, presidente, rammenta preliminarmente come le Commissioni abbiano la facoltà di riunirsi in concomitanza con le sedute di interrogazioni a risposta immediata dell'Assemblea.
  Sottolinea, quindi, che i lavori della Commissione della giornata odierna sono stati condizionati dal protrarsi di quelli dell'Assemblea, impegnata nell'approvazione finale del disegno di legge in materia di cybersicurezza e sul progetto di legge in materia di bullismo.
  Come già anticipato nella seduta di ieri, ritiene che sia a vantaggio di tutti avviare con i tempi che risulteranno necessari l'esame delle proposte emendative riferite al disegno di legge del Governo C. 1718.
  Invita dunque i gruppi, considerato pertanto il limitato spazio a disposizione della Commissione e al fine di non pregiudicare la possibilità dei gruppi che intendono iniziare l'esame delle citate proposte emendative, ad organizzarsi in maniera da assicurare la loro presenza in entrambe le sedi.

  Federico CAFIERO DE RAHO (M5S), intervenendo sull'emendamento D'Orso 1.1, del quale è cofirmatario, fa presente che tale proposta mira a sopprimere l'articolo 1 del provvedimento, che abroga il delitto di abuso d'ufficio e modifica la disciplina del reato di traffico di influenze illecite. Sottolinea infatti come, con il citato articolo 1, il Governo incida in maniera peggiorativa sul sistema penale per modificare istituti penali necessari alla difesa dei diritti dei cittadini.
  Ritiene che tale abolitio criminis costituisca un grave arretramento della difesa dei cittadini nei confronti di taluni comportamenti illeciti e prevaricatori della pubblica amministrazione il cui disvalore, con il provvedimento in discussione, viene spostato dal piano della rilevanza penale a quello etico-morale e dimostri un atteggiamento verso tale fattispecie di reato, da parte dell'Esecutivo, che alimenta un senso di impunità e che implementa l'adozione di comportamenti prevaricatori da parte di funzionari pubblici.
  Sottolinea, ad esempio, che – con l'abrogazione del delitto di abuso d'ufficio – il cittadino non avrà più a disposizione un valido rimedio per contrastare eventuali favoritismi nell'ambito dei concorsi pubblici e che potrà quindi soltanto far Pag. 60valere i propri diritti mediante ricorso al Tar, ma i costi per sostenere tale ricorso però spesso fanno desistere i candidati.
  Rammenta, inoltre, come forme di abuso d'ufficio siano presenti anche nel settore della sanità, dove si assiste al dirottamento di malati da liste di attesa a studi medici privati e sottolinea come anche tali gravissimi fenomeni non saranno più perseguibili una volta approvato il provvedimento in esame.
  Constata che il Governo, escludendo che la giustizia penale si possa occupare di questi gravi fatti, priva il cittadino violato nei propri diritti di validi strumenti.
  Rileva come l'abrogazione del delitto di abuso d'ufficio, inoltre, si aggiunge alla mancanza di norme adeguate in tema di conflitto di interessi e alla totale assenza di una legge di regolamentazione dell'attività delle lobby.
  Evidenzia inoltre che con il provvedimento in esame non vi è più tutela penale per i principi di buona amministrazione e imparzialità della pubblica amministrazione affermati dall'articolo 97 della Carta costituzionale e sottolinea come l'introduzione del delitto di abuso d'ufficio nel nostro ordinamento aveva tra le sue finalità quella di supportare tali principi.
  Tale abrogazione impatterà anche sulle attività della Procura europea dilatando la discrezionalità della pubblica amministrazione nell'affidamento di appalti pubblici, per di più in un momento come quello attuale nel quale l'Unione europea – in ragione dell'attuazione del PNRR – è particolarmente interessata all'andamento degli appalti.
  Rileva, inoltre, che, con il disegno di legge in esame l'Italia, che era stato tra i primi Stati europei ad introdurre il delitto di abuso d'ufficio, compie un arretramento, proprio mentre l'Unione europea, con la direttiva sulla lotta alla corruzione, ha invitato tutti gli Stati membri ad introdurre tale reato nei propri ordinamenti e rammenta come ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione lo Stato debba rispettare i vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.

  Ciro MASCHIO, presidente, nel far presente al collega Cafiero de Raho che il suo intervento si sta protraendo da oltre 10 minuti, lo invita a concludere, al fine di consentire anche ad altri colleghi di intervenire.

  Federico CAFIERO DE RAHO (M5S) con riferimento alla disciplina del reato di traffico di influenze illecite rammenta come l'Italia si fosse adeguata ad una disposizione della Convenzione penale sulla corruzione fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999, nella quale si faceva riferimento a «il fatto di sollecitare o di ricevere, direttamente o indirettamente, qualsiasi vantaggio indebito, per sé o per terzi, o di accettarne l'offerta o la promessa, allo scopo di compiere o astenersi dal compiere un atto nell'esercizio delle proprie funzioni».
  Rileva come la nuova norma prevista dal disegno di legge stravolga il contenuto della citata convenzione restringendo fortemente il campo applicativo della norma che viene limitato alla sola promessa di denaro. Osserva invece che anche le recenti notizie di cronaca evidenziano come spesso il vantaggio promesso non sia soltanto una mera consegna di denaro ma anche, ad esempio, soggiorni in hotel di lusso o avanzamenti di carriera.

  Federico GIANASSI (PD-IDP), nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta emendativa D'Orso 1.1, ne condivide la finalità soppressiva dell'articolo 1 ed evidenzia come il Governo abbia adottato un atteggiamento ideologico rispetto all'abrogazione dell'articolo 323 del codice penale, recante la disciplina dell'abuso d'ufficio.
  Richiamando sul punto la modifica apportata a tale disposizione nel 2020, ricorda che, a seguito di tale novella, rientrano nell'ambito dell'abuso d'ufficio esclusivamente le condotte tenute «in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da Pag. 61atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità», escludendo quelle commesse in violazione di una norma di legge che non vincoli il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio a tenere una determinata condotta nello svolgimento delle proprie funzioni o del proprio servizio.
  Rammenta, inoltre, che con il medesimo intervento normativo del 2020, si era previsto di limitare la responsabilità penale dell'abuso d'ufficio soltanto alla violazione di legge e non più a quella di regolamento, come precedentemente previsto.
  Osserva, altresì, come, tramite il provvedimento in esame, si sarebbe potuto operare un intervento chirurgico anche sulla base degli orientamenti della giurisprudenza a partire dall'entrata in vigore della disciplina del 2020.
  Sottolinea come perfino la Senatrice Bongiorno, Presidente della Commissione II giustizia del Senato, abbia evidenziato come sia un errore abolire il reato di abuso d'ufficio e ribadisce che il dibattito interno alla maggioranza dimostri come tale abolizione sia meramente ideologica, non tenendo in debita considerazione la citata novella del 2020, che già riduce la portata applicativa dell'abuso d'ufficio.
  Esprime perplessità sulle dichiarazioni del Ministro della giustizia Nordio, secondo il quale tramite il provvedimento in esame si riducono i rischi per gli amministratori locali connessi al proprio ruolo. Da un lato, si dimentica che il reato di abuso d'ufficio può essere commesso anche da altri funzionari pubblici, come ad esempio i magistrati e i dirigenti della Pubblica Amministrazione.
  Dall'altro lato, come rilevato ancora dal Ministro della giustizia, alcuni comportamenti che attualmente sono oggetto di indagine con riguardo alla fattispecie di reato dell'abuso d'ufficio saranno oggetto di indagine per altre fattispecie di reato, magari con sanzioni più gravi. Tale circostanza non sembra certamente idonea a rasserenare gli amministratori locali.
  Rammenta come nella giurisprudenza di merito si rinvengano procedimenti penali aventi ad oggetto le condotte di alcuni magistrati che consegnano in anticipo la traccia della prova scritta del concorso in magistratura ad alcuni concorrenti e come tali fatti siano attualmente ricompresi nell'alveo della disciplina dell'abuso d'ufficio. Osserva come, abrogando tale disciplina, tali condotte non sarebbero altrimenti punibili ed evidenzia la gravità di tale circostanza, che renderebbe i cittadini privi di tutela penale di fronte ad un comportamento illegittimo commesso con dolo.
  Si rivolge, quindi, ai colleghi di orientamento liberale, chiedendosi come possano ritenere ragionevole che un funzionario pubblico non sia penalmente responsabile in tali casi.
  Rammenta che il suo gruppo aveva chiesto di analizzare gli orientamenti della giurisprudenza con riguardo all'interpretazione della disciplina entrata in vigore nel 2020, ma che ciò non è stato possibile e auspica che nel corso dell'esame maggioranza e Governo si mostrino più disponibili ad apportare modifiche al testo rispetto a quanto finora avvenuto.

  Devis DORI (AVS), nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta emendativa D'Orso 1.1, evidenzia come l'abolitio criminis operata dall'articolo 1 del provvedimento in esame sia pericolosa e particolarmente grave, anche considerando il fatto che, nelle sue prime dichiarazioni, poi evidentemente smentite, il Ministro della giustizia Nordio era più orientato a modificare l'articolo 323 del codice penale piuttosto che abrogarlo.
  Si associa ai colleghi già intervenuti in merito all'inopportunità di intervenire sulla disciplina penale a fini ideologici e chiede alla maggioranza se veramente ritenga che il reato di cui si propone l'abrogazione non punisca condotte gravi.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), sottolinea come vi sia un'incongruenza nella scelta di abolire il reato di abuso d'ufficio, che punisce l'uso del potere, mantenendo allo stesso tempo vigente la norma che rende punibile il non uso del potere.

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  Valentina D'ORSO (M5S), nel richiamarsi al suo precedente intervento sull'ordine dei lavori, evidenzia come il Ministro della giustizia Nordio, nel corso dell'odierno question time in Assemblea, avrebbe addirittura affermato che il provvedimento in discussione è già stato approvato dalla Commissione, dando, quindi, ai cittadini una notizia evidentemente falsa.

  La Commissione respinge l'emendamento D'Orso 1.1.

  Ciro MASCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 15 maggio 2024.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.