UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 20 marzo 2024.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.10.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 20 marzo 2024. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il Viceministro della giustizia Francesco Paolo Sisto.
La seduta comincia alle 15.10.
Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali.
C. 30 Brambilla, C. 468 Dori, C. 842 Rizzetto, C. 1109 Bruzzone e C. 1393 Zanella.
(Rinvio del seguito dell'esame).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 marzo 2024.
Ciro MASCHIO, presidente, fa presente che nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, appena concluso si è preso atto che non vi sono le condizioni per concludere l'iter del provvedimento in tempo utile rispetto alla previsione di avviare l'esame in Assemblea entro lunedì 25 marzo, come attualmente previsto e pertanto si è sarà sua cura rappresentare alla Presidenza della Camera la necessità di rinviare l'avvio dell'esame da parte dell'Assemblea. Resta fermo che, ove la relatrice e il Governo siano in grado di formulare i pareri sulle proposte emendative, sarà confermata la seduta già prevista per domani.
Il Viceministro Francesco Paolo SISTO precisa che il suo dicastero non ha ancora potuto acquisire i pareri da parte del Ministero dell'economia e delle finanze sulle Pag. 24proposte emendative in discussione, elemento essenziale per concludere l'istruttoria tecnica che, comunque è prossima al completamento.
Ciro MASCHIO, presidente, preso atto di tale precisazione, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare.
C. 1718 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 marzo 2024.
Ciro MASCHIO, presidente, ricorda che ieri è scaduto il termine definito in Ufficio di presidenza per la formulazione di richieste di audizione.
Carla GIULIANO (M5S) sottolinea come più volte il suo gruppo abbia fatto presente di ritenere che il provvedimento in discussione determinerà effetti disastrosi perché introduce nuovi spazi di impunità e indebolisce i presidi contro la corruzione.
Ritiene, infatti, che con l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio e con la riparametrazione di quello di traffico di influenze illecite, il Governo abbia dimostrato di non essere interessato al principio della legalità e a quello del corretto e buon andamento della Pubblica amministrazione e che il provvedimento indebolisca l'attività della magistratura e dei funzionari pubblici che svolgono il proprio lavoro correttamente nel tentativo di contrastare il malaffare.
Rileva, altresì, come, anche nel corso delle audizioni svolte dal Senato sul provvedimento, numerosi auditi si siano espressi contro l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio e come tale decisione contrasti con gli obblighi internazionali.
Ritiene, inoltre, che né lo squilibrio tra le iscrizioni delle notizie di reato e le sentenze di condanna, né la «paura della firma» possano essere considerate – come sostenuto dalla maggioranza – motivi accettabili per giustificare tale abrogazione.
In particolare, sottolinea come anche l'Associazione nazionale magistrati abbia precisato che il parallelismo tra numero di sentenze di condanna e inutilità del reato di abuso d'ufficio sia fallace, in quanto spesso, indagando per questo tipo di reato, emerge una ben più grave rete di corruzione. Eliminare dall'ordinamento la previsione dell'abuso d'ufficio quindi priva i cittadini di una forma di difesa che invece lo Stato dovrebbe loro garantire.
Osserva, infatti, che l'abuso d'ufficio spesso si manifesta anche con comportamenti materiali, richiamando, in proposito, l'indagine in corso per quanto riguarda le violenze che presuntivamente si sono verificate nel carcere di Foggia per le quali si è configurato, tra gli altri, anche questo capo di imputazione.
D'altra parte nonostante dal 2004 ad oggi vi siano state soltanto dodici condanne per delitti ambientali, nessuno metterebbe in dubbio l'importanza di prevedere tali reati.
Con riferimento alla cosiddetta «paura della firma», a suo avviso, si tratta di un falso problema e ricorda che già nel 2020 il legislatore è intervenuto per circoscrivere il reato di abuso d'ufficio, rendendo non penalmente rilevanti tutte quelle condotte caratterizzate da ampi margini di discrezionalità. Sottolinea in proposito come l'ANCI e i sindaci dei comuni italiani hanno più volte sostenuto come invece sia necessario rafforzare, sia in termini quantitativi che di competenze, gli organici delle Pubbliche amministrazioni, anche reinserendo e garantendo in tutti i comuni la presenza dei segretari comunali che sono i garanti della legittimità dell'azione amministrativa all'interno delle amministrazioni comunali.
Segnala inoltre che l'ambito di azione del reato di abuso d'ufficio non si limita all'operato degli amministratori locali ma investe anche, ad esempio, quello dei medici ospedalieri, che grazie al provvedimento in discussione, si riterranno liberi di reindirizzare verso i loro studi privati i pazienti.Pag. 25
Sottolinea quindi come l'Italia, con il provvedimento in discussione, si ponga al di fuori degli obblighi internazionali già assunti, diventando di fatto l'unico Paese dell'Unione europea a non prevedere tale tipo di reato ed esponendosi al rischio di una procedura d'infrazione.
Ritiene che l'abrogazione di tale fattispecie di reato pregiudichi anche la volontà sbandierata da questa maggioranza di far prevalere il merito perché elimina la deterrenza penale rispetto al comportamento del pubblico funzionario che privilegi il proprio interesse. Tale comportamento è coerente con la scelta delle forze di maggioranza di non voler approvare una seria legge sul conflitto d'interesse per conservare le aree di impunità delle lobby.
Teme inoltre gli effetti della nuova disciplina che limita la pubblicazione delle risultanze delle intercettazioni ritenendo che questo finirà per essere lesivo degli interessi della stessa difesa degli imputati che non potranno disporre dell'intero materiale acquisito nel corso dell'indagine.
Quanto alla nuova disciplina sull'interrogatorio preventivo rispetto all'applicazione di una misura cautelare preventiva, si chiede se tale procedura non contraddica la ragione giustificativa della medesima misura cautelare e non sia, in definitiva, pregiudizievole del buon esito delle indagini in quanto costringe l'autorità inquirente a svelare le proprie strategie. Quello che è certo è che aggrava una situazione già ampiamente compromessa dalla carenza di magistrati e si accavalla alle competenze del tribunale del riesame.
Quanto alla nuova disciplina sui limiti di appello del pubblico ministero, si limita a richiamare le censure già espresse dalla Corte costituzionale con riguardo all'analoga norma contenuta nella cosiddetta «legge Pecorella» e sottolinea come essa produrrà un grave vulnus anche con riguardo alle vittime dei reati.
Ciro MASCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
Modifica dell'articolo 2407 del codice civile, in materia di responsabilità dei componenti del collegio sindacale.
C. 1276 Schifone.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 febbraio 2024.
Ciro MASCHIO, presidente, ricorda che lo scorso 12 marzo si è concluso il ciclo di audizioni e che nello scorso Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è convenuto che nella seduta odierna sarebbe stato concluso l'esame preliminare.
Nessuno chiedendo di intervenire, fissa il termine per la presentazione di eventuali proposte emendative alle ore 17 di mercoledì 27 marzo e rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.30.