CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 aprile 2023
100.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 27 aprile 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.50 alle 10.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per l'interno, Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 10.

DL 20/2023: Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.
C. 1112 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

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  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 aprile 2023.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte preliminarmente che, come specificato anche nelle convocazioni, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza, non essendo previste votazioni. Comunica che sono state presentate 901 proposte emendative (vedi allegato 1).
  In proposito, ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera. Tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano affatto estranei all'oggetto del provvedimento. Ricorda, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative ai provvedimenti di urgenza, la materia deve essere valutata con riferimento ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo.
  Pertanto, considerato l'ambito di intervento del decreto-legge in esame che incide sulla materia dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e sulla prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare, afferma che sono da considerarsi inammissibili le seguenti proposte emendative: gli analoghi Bonafè 1.7 e Bonafè 1.8, in quanto, prevedendo che le Commissioni parlamentari, al fine di esprimere il proprio parere, svolgono audizioni con lo scopo di verificare se le quote di ingresso siano adeguate all'effettivo fabbisogno del mercato del lavoro, intervengono in ambiti rimessi all'autonomia delle Camere; Bonafè 4.06, che disciplina l'accesso al Servizio sanitario nazionale dei minori stranieri, fino al compimento del diciottesimo anno di età, anche se in condizione di non regolarità sul territorio nazionale e degli stranieri indigenti; Colucci Alfonso 4-bis.2, che disciplina l'accesso dei minori stranieri al Servizio sanitario nazionale; Bonafè 9.8, il quale prevede una modifica frammentaria ad una fonte di tipo regolamentare in contrasto con il paragrafo 3, lettera e), della circolare sulla formulazione tecnica dei testi legislativi del Presidente della Camera del 20 aprile 2001.
  Comunica che le richieste di riesame della declaratoria di inammissibilità testé pronunciata potranno essere presentate entro le ore 11 della giornata odierna. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.10.

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 27 aprile 2023.

Audizione informale, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 304 Conte, recante disposizioni in materia di conflitti di interessi e delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di governo locali e ai componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione, nonché disposizioni concernenti il divieto di percezione di erogazioni provenienti da stati esteri da parte dei titolari di cariche pubbliche, di Carla Bassu, professoressa di diritto pubblico comparato presso l'Università degli studi di Sassari e Fabio Cintioli, professore di diritto amministrativo presso l'Università degli studi internazionali di Roma.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 10.30. alle 11.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per l'interno, Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 13.05.

Pag. 12

DL 20/2023: Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.
C. 1112 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana odierna.

  Nazario PAGANO, presidente, dà preliminarmente conto delle sostituzioni. Avverte che alcune proposte emendative risultano essere prive di contenuto normativo e pertanto hanno carattere meramente formale: rammenta quindi che, ai sensi del paragrafo 5.5 della lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997, esse non saranno poste in votazione, ma eventualmente prese in considerazione ai soli fini del coordinamento formale del testo. Avverte inoltre che, essendo presenti nel fascicolo degli emendamenti diverse serie di proposte emendative che presentano differenze dovute esclusivamente a variazioni a scalare di cifre o durate temporali, la Presidenza si riserva di procedere, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del Regolamento, ponendo quindi in votazione, per ciascuna delle serie, il primo e l'ultimo emendamento della serie, nonché un emendamento intermedio. Qualora tali emendamenti risultassero respinti, si intenderebbero respinti anche tutti gli emendamenti compresi nella serie. In caso invece di approvazione del primo emendamento sarebbero posti in votazione tutti gli emendamenti compresi nella serie.

  Riccardo DE CORATO (FDI), relatore, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

  Alfonso COLUCCI (M5S), illustrando l'emendamento soppressivo 1.1, a sua prima firma, afferma di ritenere il decreto-legge in conversione inemendabile, in quanto assolutamente non condivisibile l'intero impianto del provvedimento, con particolare riferimento alla parte che elimina l'istituto della protezione speciale. Ritiene che questo intervento rappresenti un vulnus nella gestione dei flussi migratori in Italia, e si ponga in contrasto con l'articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, che tutela il diritto alla famiglia e alla vita privata.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge le proposte emendative Alfonso Colucci 1.1, Alfonso Colucci 1.3 e Alfonso Colucci 1.4.

  Alfonso COLUCCI (M5S) illustra l'emendamento 1.5, a sua prima firma, volto a prevedere un coinvolgimento del Parlamento nell'iter di emanazione del decreto per la programmazione dei flussi di ingresso in Italia.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Alfonso Colucci 1.5 e Bonafè 1.6.

  Alfonso COLUCCI (M5S) illustra l'emendamento 1.9, a sua prima firma, volto a prevedere la pubblicazione del decreto di programmazione dei flussi in Gazzetta Ufficiale. Sottolinea come questa proposta emendativa risponda alla medesima logica dell'emendamento Alfonso Colucci 1.5.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge le proposte emendative Alfonso Colucci 1.9, Bonafè 1.10 e Alfonso Colucci 1.11.

  Filiberto ZARATTI (AVS) illustra l'emendamento 1.12, del quale è primo firmatario, volto a prevedere che le quote stabilite per ciascun anno non possano essere inferiori alla metà del numero totale delle istanze ricevute nell'anno precedente. Ritiene che tale meccanismo consentirebbe di assicurare, anche nell'anno in corso, un flusso congruo rispetto alle domande.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Zaratti 1.12 e Bonafè 1.13.

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  Roberto GIACHETTI (A-IV-RE) illustra il proprio emendamento 1.14, volto a introdurre un criterio di mobilità per quanto riguarda gli ingressi autorizzati, stabilendo che, se le richieste da parte dei datori di lavoro eccedono di oltre il cinquanta per cento le quote di ingresso stabilite, deve essere consentito un numero di ingressi di lavoratori stranieri ulteriore, nella misura minima della metà e massima dei due terzi delle richieste eccedenti. Per chiarire meglio l'impatto dell'emendamento, evidenzia a titolo di esempio che, se sono stabiliti 100.000 ingressi, e le richieste sono invece 150.000, la normativa dovrebbe prevedere di autorizzare un numero di ingressi compreso tra 125 e 133 mila.

  La Commissione respinge l'emendamento Giachetti 1.14.

  Roberto GIACHETTI (A-IV-RE) illustra l'emendamento 1.15, a sua firma, volto a stabilire una quota di ingressi riservata per il settore del lavoro domestico, pari ad almeno il venti per cento degli ingressi complessivamente stabiliti. Evidenzia che in Italia i flussi per i lavoratori domestici sono stati chiusi nel 2011, che nel 2012 sono state regolarizzate 115.000 colf e badanti e che nel 2020 le richieste sono state circa 180 mila (le procedure di esame sono ancora in corso). Ritiene che per far fronte alla domanda potrebbero servire 70.000 nuovi ingressi nel prossimo triennio e che l'emendamento è volto a consentirli.

  La Commissione respinge l'emendamento Giachetti 1.15.

  Filiberto ZARATTI (AVS) illustra l'emendamento 1.16, del quale è il primo firmatario, il cui obiettivo è garantire ai datori di lavoro, la cui domanda non è stata accolta in prima battuta nell'ambito delle quote stabilite, la possibilità di procedere comunque all'assunzione prevedendo, al comma 4 dell'articolo 1, l'inserimento di un termine di dieci giorni per l'adozione di un nuovo decreto, dedicato appunto alle istanze eccedenti.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Zaratti 1.16 e Bonafè 1.17.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) illustra il proprio emendamento 1.19, volto a sopprimere il comma 5 dell'articolo 1 e a sottoporre al Governo l'esigenza di intervenire sul meccanismo determinato dal decreto flussi, voluto dalla legge Bossi Fini, meccanismo che non funziona, risultando le quote annuali insufficienti rispetto al fabbisogno del nostro sistema produttivo. Fa presente che l'impostazione del decreto flussi è statalista, quasi sovietica, presupponendo che ci sia da parte del Governo la capacità di prevedere esattamente qual è il fabbisogno del sistema produttivo; capacità che ritiene invece mancare. Ricorda come pochi giorni fa, in occasione del cosiddetto click day che riservava posti per circa 80.000 lavoratori, le domande siano state tre volte superiori. Sottolinea che, se da una parte il sistema produttivo chiede un numero crescente di ingressi legali per motivi di lavoro e dall'altra tanti cittadini stranieri chiedono di poter entrare nel Paese per lavorare, la normativa non consente l'incontro di questa domanda e offerta di lavoro. In questo contesto, stigmatizza la politica miope del Governo, che, invece di intervenire sul meccanismo del decreto flussi, interviene sulla protezione speciale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Zaratti 1.18, Magi 1.19 e Bonafè 1.20, nonché gli emendamenti Bonafè 1.21, 1.22 e 1.23.

  Ida CARMINA (M5S), nel dichiararsi stupita dal parere contrario del Governo sull'emendamento Alfonso Colucci 1.24, fa presente alla Commissione che la proposta emendativa è volta a prevedere una relazione annuale del Governo al Parlamento sul meccanismo di funzionamento del decreto flussi.

  La Commissione respinge l'emendamento Alfonso Colucci 1.24.

  Filiberto ZARATTI (AVS) illustra l'emendamento 1.25, del quale è primo firmatario,Pag. 14 volto a consentire, oltre contratti a carattere stagionale, anche contratti a tempo indeterminato. Ritiene infatti che sia necessario consentire all'imprenditore che necessiti di manodopera non solo a tempo determinato, di poter concludere un rapporto di lavoro più a lungo termine.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge le proposte emendative Zaratti 1.25 e 1.26.

  Filiberto ZARATTI (AVS) illustra la proposta emendativa 1.27, a sua prima firma, volta a consentire, in relazione alle lavoratrici, la conclusione di una un rapporto di lavoro non a carattere stagionale ma di durata annuale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Zaratti 1.27 e 1.28 nonché gli identici articoli aggiuntivi Magi 1.01, Bonafè 1.02 e Zaratti 1.03, e infine l'articolo aggiuntivo Bonafè 1.04.

  Passando alle proposte emendative relative all'articolo 2, la Commissione respinge, con distinte votazioni, gli identici emendamenti Zaratti 2.1 e Alfonso Colucci 2.2, nonché gli emendamenti Zaratti 2.3, Bonafè 2.4, Bonafè 2.5, 2.6, 2.7, 2.8, 2.9, 2.10 e 2.11, e Magi 2.12.

  Carmela AURIEMMA (M5S) illustra l'emendamento Alfonso Colucci 2.13, volto a introdurre la competenza esclusiva dell'Ispettorato del lavoro, in collaborazione con l'Agenzia delle entrate, per l'asseverazione dei contratti di lavoro degli stranieri, superando l'attuale normativa che attribuisce all'Ispettorato del lavoro competenze solo sul controllo successivo, e a campione, di tali contratti. Ritiene che la proposta emendativa vada nella direzione di offrire una maggiore tutela ai lavoratori stranieri.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Alfonso Colucci 2.13, Zaratti 2.14 e Bonafè 2.15.

  Filiberto ZARATTI (AVS) illustra la proposta emendativa 2.18, a sua prima firma, identica alle proposte emendative Alfonso Colucci 2.16 e Bonafè 2.17, volta a consentire il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione in tutti i casi di mancata instaurazione del rapporto di lavoro per cause imputabili esclusivamente al datore di lavoro.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Alfonso Colucci 2.16, Bonafè 2.17 e Zaratti 2.18, nonché le proposte emendative Bonafè 2.19, 2.20, 2.21, 2.22, 2.23, 2.24 e 2.25.

  Roberto GIACHETTI (A-IV-RE) illustra la proposta emendativa a sua firma 2.28, volta a consentire l'accesso alla procedura di richiesta di assunzione, nell'ambito delle quote stabilite dai decreti flussi, anche a stranieri già presenti sul territorio nazionale; evidenzia come non si tratti di prevedere una sanatoria, ma solo di consentire l'utilizzo del decreto flussi anche per persone che già si trovano nel Paese, come già previsto con disposizione speciale dal decreto flussi del 2022, emanato dal Governo Draghi (articolo 42 del decreto-legge n. 73 del 2022).

  Filiberto ZARATTI (AVS), nell'illustrare il proprio emendamento 2.27, dal contenuto identico all'emendamento Giachetti 2.28, evidenzia come la normativa in vigore non preveda la possibilità di assumere e mettere in regola una persona che si trovi già in Italia ma è senza documenti, nonostante ci sia un datore di lavoro disponibile ad assumerla. Sottolinea come si trovino in questa condizione decine di migliaia di persone impiegate nel settore domestico o di cura e come, in mancanza di un meccanismo di regolarizzazione permanente, il decreto flussi sia l'unico modo per consentire a tali persone di uscire dal lavoro nero, dalla precarietà e dalla ricattabilità. Ricorda anch'egli come una norma analoga a quella della quale propone l'inserimento sia stata prevista nel 2022 dal Governo Draghi e ne auspica l'inserimento nell'ordinamento in relazione a tutti i decreti flussi.

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  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), chiedendo di sottoscrivere gli identici emendamenti Bonafè 2.26, Zaratti 2.27 e Giachetti 2.28, sottolinea l'incapacità del Governo di affrontare il fenomeno migratorio trasformandolo in una grande opportunità di crescita per il Paese. Sottolinea come l'unica variabile in grado di incidere in maniera strategica sul rapporto debito/PIL sia l'aumento dei lavoratori stranieri nel nostro Paese – come peraltro evidenziato anche dal Documento di economia e finanza, presentato dal Governo al Parlamento qualche settimana fa – ma come parallelamente il Governo sia incapace di sfruttare questa grande risorsa. Imputa l'incapacità del Governo alla sua ossessione – ben espressa da una serie di interviste rilasciate anche dal Sottosegretario Molteni – verso la possibilità di consentire la regolarizzazione di quanti sono già presenti nel Paese essendo entrati in maniera irregolare. Stigmatizza come questa grande chiusura del Governo prescinda anche dalla presenza di datori di lavoro disponibili all'assunzione e sia frutto di un approccio esclusivamente ideologico e contrario all'interesse del Paese.

  La Commissione respinge le identiche proposte emendative Bonafè 2.26, Zaratti 2.27 e Giachetti 2.28.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) fa presente che l'articolo aggiuntivo a sua firma 2.01 e gli articoli aggiuntivi successivi presentati da altri colleghi propongono, pur con strumenti diversi, un modo alternativo di governare il fenomeno dell'immigrazione irregolare. Precisa che nel caso specifico il suo articolo aggiuntivo 2.01 introduce una nuova tipologia di permesso, vale a dire il permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di lavoro, che può essere concessa a determinate condizioni, alla luce dell'attività di intermediazione tra lavoratori e datori di lavoro svolta da soggetti puntualmente individuati nel testo. Nel rilevare che tale soluzione dovrebbe a suo avviso superare l'attuale rigido meccanismo dei decreti flussi, riconosce tuttavia che adottare un simile approccio significherebbe per il Governo attuale compiere una rivoluzione copernicana rispetto alla lettura del fenomeno, interpretata come una questione prioritariamente di ordine pubblico. A suo avviso la gestione del fenomeno dovrebbe essere invece di competenza del Ministero del lavoro e non del Ministero dell'interno, trattandosi di una questione da governare prioritariamente con politiche inclusive e lavorative. Rilevato a tale proposito come i problemi per l'ordine pubblico derivino piuttosto dal permanere di situazioni irregolari, che alimentano marginalità e insicurezza, rammenta che il permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di lavoro è stato tratto da una proposta complessiva di iniziativa popolare volta a riscrivere la legge cosiddetta Bossi-Fini. Fa presente che il ricorso a tale tipologia di permesso rappresenta un esempio delle tante misure che si possono adottare per riformare il quadro normativo in materia di immigrazione, ottenendo effetti virtuosi.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Magi 2.01.

  Toni RICCIARDI (PD), nel sottolineare che si sta affrontando il punto nodale, vale a dire quello di decidere se provare a governare il fenomeno o far finta di nulla, rileva che l'articolo aggiuntivo Bonafè 2.02 si prefigge soprattutto di ricordare al Paese che la soluzione individuata ripropone meccanismi di cui hanno usufruito per un secolo e mezzo i cittadini italiani emigrati in cerca di lavoro. Precisa quindi che, sulla base dei contenuti dell'articolo aggiuntivo in esame, il permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di lavoro viene concesso sulla base di specifici requisiti, richiamando in particolare la disponibilità in capo al lavoratore straniero di mezzi economici o di altri mezzi di sussistenza di cui alla lettera a) del comma 3 del nuovo articolo 2-bis. Ritiene dunque che si tratti di una proposta di buon senso che il Governo dovrebbe accogliere favorevolmente, a meno che lo stesso Governo non voglia implicitamente dichiarare di non essere in grado di controllare gli ingressi nel Paese. Nel caso in cui tale ipotesi non sia vera, si Pag. 16domanda per quale motivo persone che godono di una capacità economica e che soddisfano i requisiti richiesti non possano ottenere il permesso di soggiorno.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Bonafè 2.02.

  Matteo MAURI (PD-IDP) ritiene che l'esame dell'articolo aggiuntivo 2.03 della collega Bonafè costituisca un'utile occasione per riflettere sul tema della protezione speciale, che è oggetto del successivo articolo 7 del provvedimento e che, in ragione della ventilata compressione dei tempi del dibattito, preferisce affrontare in questa sede. Si tratta a suo avviso di una questione centrale sia con riguardo al testo originario del decreto sia con riguardo alle modifiche introdotte dal Senato e agli ulteriori tentativi emendativi respinti in quella sede. Fa presente che la scelta del Governo in materia di protezione speciale tradisce la contraddizione di fondo del decreto in esame, che si palesa in maniera macroscopica già nella incongruenza tra il titolo del provvedimento e il suo contenuto. Dichiara che personalmente, dopo la tragedia di Cutro, si sarebbe fatto uno scrupolo maggiore ad adottare un testo come quello in esame proprio nel luogo in cui si è verificato il naufragio. A proposito della richiamata contraddizione, rileva che, rispetto a quanto pubblicamente dichiarato dal Governo in merito alla propria volontà di ridurre l'immigrazione irregolare attraverso l'incremento di quella regolare, in questo provvedimento si va nella direzione opposta. Fa presente infatti che il decreto in tema di incremento della migrazione regolare si limita, da una parte, a introdurre banali modifiche all'ordinamento e timidi tentativi di incrociare offerta e domanda di lavoro. Dall'altra, il Governo contribuisce invece ad aumentare l'immigrazione irregolare, avendo sostanzialmente eliminato la protezione speciale, che, diversamente da quanto dichiarato dalla maggioranza ,non costituisce un unicum italiano dal momento che decine di Paesi hanno nel loro ordinamento strumenti analoghi. Nel rammentare che l'Unione europea riconosce e favorisce la protezione speciale, fa presente che sopprimere tale strumento significa contribuire ad aumentare il numero dei migranti irregolari, come accaduto quando, a seguito dei cosiddetti decreti Salvini, venne soppressa la protezione umanitaria. Ritiene dunque che, nel rispetto delle regole umanitarie oltre che nell'interesse del Paese, sia necessario integrare il più possibile i migranti, trattandosi prevalentemente di stranieri non rimpatriabili, dal momento che nella maggior parte dei casi provengono da Paesi con i quali l'Italia non ha stipulato accordi bilaterali di rimpatrio. A tale proposito ricorda che anche con i Governi di centro destra il numero dei soggetti rimpatriati è stato molto limitato, soprattutto in ragione di difficoltà oggettive di natura procedurale. Nel rigettare il binomio automatico immigrazione-criminalità, rileva che produrre soggetti irregolari, che restano comunque nel Paese e che avrebbero nella maggior parte dei casi titolo ad un permesso di soggiorno per motivi di lavoro, significa favorirne l'ingresso nei circuiti illegali. Nel sottolineare come nell'abolizione della protezione speciale si esprima la volontà politica di una specifica forza di governo, a suo parere, pur essendo stata soppressa con il provvedimento in esame la tipizzazione dei casi in cui essa può essere concessa, rimane comunque il richiamo molto forte agli obblighi del diritto internazionale che si è tentato di eliminare al Senato. Ritenendo quindi che su tali basi la protezione speciale possa essere comunque concessa, pur essendo stata resa più difficoltosa, invita ad essere più cauti con riferimento alle affermazioni contenute nella documentazione disponibile, secondo le quali alla luce delle nuove disposizioni la protezione speciale non potrebbe essere più riconosciuta.

  Igor IEZZI (LEGA) dichiara in primo luogo di non essere d'accordo con le affermazioni del collega Mauri, ribadendo che la protezione speciale è una fattispecie tutta italiana, dal momento che nessun Paese ha introdotto con legge nazionale un meccanismo analogo, con maglie così larghe. Nel rammentare a titolo esemplificativo che in Spagna la concessione della protezione specialePag. 17 passa attraverso i tribunali, fa presente che nel caso italiano si tratta di una vera e propria sanatoria verso tutti coloro che non hanno diritto di restare nel nostro Paese. Aggiunge che in Italia sono garantite le due forme di protezione previste dal diritto internazionale ed europeo, vale a dire lo status di rifugiato previsto dalla Convenzione di Ginevra e la protezione sussidiaria introdotta dalle direttive dell'Unione europea. Nell'evidenziare quindi che l'intento del Partito democratico e delle forze di sinistra è quello di sanare la situazione di chiunque voglia entrare in Italia, concorda con il collega Mauri in merito all'importanza dell'articolo aggiuntivo Bonafè 2.02, richiamando in particolare i contenuti del comma 1, secondo cui «allo straniero comunque presente nel territorio dello Stato a qualsiasi titolo, anche nel caso in cui non gli sia stato riconosciuto il diritto di asilo o di altre forme di protezione internazionale, è rilasciato il permesso di soggiorno per comprovata integrazione, della durata di due anni, rinnovabile». Dichiara pertanto la contrarietà del suo gruppo alla logica della sinistra, secondo cui chiunque arrivi in Italia in qualsiasi modo e sia disponibile al lavoro, potrà ottenere il permesso di soggiorno. Ribadisce quindi che la Lega si opporrà sempre alla logica incredibile del Partito democratico, secondo cui nessuno verrebbe cacciato dal nostro Paese a meno che non abbia commesso un reato, e rifiuterà la sanatoria della protezione speciale, garantendo invece le forme di protezione previste dal diritto internazionale. Ritiene che queste siano le misure da promuovere, evitando al contrario di foraggiare il business dell'accoglienza sul quale prosperano molte associazioni di uno specifico versante politico. Conclude pertanto sottolineando che le disposizioni dell'articolo aggiuntivo Bonafè 2.03 equivalgono a eliminare qualsiasi regola.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), nel sottolineare l'importanza della dialettica politica, in particolare in Commissione, dove dovrebbero essere consentiti tempi più distesi per l'esame dei provvedimenti, ringrazia il collega Iezzi per il suo intervento che a suo parere costituisce la dimostrazione del fatto che le ossessioni delle persone rischiano di perseguitarle tanto nel campo politico quanto nella vita personale. Nel richiamare le affermazioni del collega Iezzi con riguardo alla volontà della sinistra di sanare la situazione di tutti i migranti, ricorda alla Commissione che i Governi che hanno realizzato il maggior numero di sanatorie di stranieri irregolari sono stati proprio quelli di centro-destra. Nel far presente che si tratta della storia del nostro Paese, dichiarando peraltro il proprio favore personale verso tali sanatorie, rileva come nessun sistema democratico possa consentire che centinaia di migliaia di persone siano presenti nel Paese in maniera irregolare, comportando ciò il necessario ed inevitabile ricorso alla valvola di sicurezza della sanatoria. Ritiene quindi che, in luogo del rigido sistema dei decreti flussi introdotto con la legge cosiddetta Bossi Fini, meglio sarebbe introdurre meccanismi permanenti di regolarizzazione sottoposti naturalmente a condizioni determinate. Richiamando l'esperienza di altri Paesi europei che hanno introdotto strumenti ben più incisivi della protezione speciale, sollecita il Governo, nell'interesse pubblico, ad evitare di comprimere il radicamento e l'integrazione dello straniero. Rilevando inoltre che le sanatorie volute dal centro destra presentavano vincoli eccessivi sia dal punto di vista temporale sia da quello del settore lavorativo, ritiene che si tratti di una soluzione ingiusta e disfunzionale, che non risponde peraltro all'obiettivo dichiarato dal DEF di dare una prospettiva di crescita al nostro Paese. Nel richiamare gli elevati costi connessi alle operazioni di rimpatrio dei soggetti stranieri, sottolinea in conclusione che l'ossessione del centro-destra è dispendiosa, oltre che inefficace.

  Filiberto ZARATTI (AVS), preliminarmente, dichiara di concordare con quanto affermato dal collega Mauri circa la dissonanza dei contenuti del decreto-legge in conversione rispetto alla sede nella quale è stato approvato, ovvero a Cutro, nell'immediatezza della tragedia; ritiene infatti che da un provvedimento adottato dopo il naufragio, e significativamente battezzato decreto-Cutro, ci si potessero aspettare soluzioniPag. 18 maggiormente solidali nei confronti dei migranti e volte a realizzare una maggiore integrazione proprio per impedire il ripetersi di quei drammi. Stigmatizza inoltre come, a fronte delle dichiarazioni successive al naufragio rese dal Ministro dell'agricoltura, che sottolineavano la necessità per il nostro sistema produttivo di inserire 500.000 lavoratori migranti, il decreto-legge, invece, non abbia fatto altro che recuperare le proposte emendative già presentate dalla Lega al precedente decreto sui flussi migratori, caratterizzate da una impostazione restrittiva del fenomeno migratorio. Giudica quindi sgradevole e deludente il contenuto del decreto-legge in conversione, che ritiene abbia rovesciato la realtà dei fatti. Passando ad affrontare il tema della protezione speciale, ricorda che questo istituto riguarda circa 10.000 persone l'anno, che arrivano prevalentemente dal Sudamerica, dai Balcani e da rotte che non riguardano il Mediterraneo. Sottolinea come evidentemente i problemi che derivano dalla convivenza con i migranti nel nostro Paese non siano legati ai migranti stessi, che nella maggioranza dei casi chiedono solo di lavorare (in un Paese che ha bisogno di questa manodopera), bensì dalla loro condizione sociale di irregolarità e che dunque su questo il legislatore dovrebbe intervenire. Evidenzia come con l'eliminazione della protezione speciale persone integrate siano destinate a tornare nell'irregolarità e come la condanna all'irregolarità non faccia che aggravare i problemi di marginalità e di contatto con la criminalità. Ritiene ciò sbagliato anzitutto dal punto di vista etico e morale, ma anche contrario all'interesse del Paese. Propone quindi politiche opposte e norme che consentano a queste persone di regolarizzare la loro posizione. In conclusione, si chiede perché un Governo disposto a fare la pace su tutto, a partire dalla regolarizzazione degli evasori, si ostini a non voler regolarizzare coloro che chiedono solo di venire in Italia per lavorare, rispettando le leggi, onestamente.

  Laura RAVETTO (LEGA), nel replicare a quanto affermato dagli onorevoli Magi e Mauri, ricorda come l'ultima sanatoria nel nostro Paese sia stata fatta dal Ministro Bellanova, non dunque un ministro di centro-destra, e come tale iniziativa peraltro non abbia sortito gli effetti sperati. Evidenzia inoltre come le precedenti sanatorie del centro-destra fossero caratterizzate dal punto di vista temporale e rivolte a professioni specifiche – segnatamente i lavoratori domestici – e non genericamente a tutti gli immigrati irregolari. Ritiene infatti che vi sia una grande differenza tra quelle sanatorie e quello che propone la sinistra con gli emendamenti in discussione, ovvero un meccanismo automatico di sanatoria che consenta a chiunque entri nel Paese in modo irregolare di essere regolarizzato, indebolendo i nostri confini che potrebbero così essere violati senza conseguenze. Contesta l'affermazione di quanti sostengono che attraverso la regolarizzazione si aprano agli immigrati le porte del mondo del lavoro, riportando dati che quantificano, a fronte del 20 per cento di immigrati che richiedono la protezione speciale, solo nel 5 per cento coloro che entrano nel mondo del lavoro. Evidenzia che la regolarizzazione non risolve il problema della manodopera, ma porta solo a garantire a queste persone l'accesso a servizi di accoglienza – forniti da cooperative e associazioni – il cui costo dovrà essere sostenuto dai contribuenti italiani. Ribadisce che la maggioranza intende seguire una politica diversa, ben espressa dal decreto-legge in conversione, che prevede canali regolari di ingresso, per consentire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso ingressi regolari in Italia. Sottolinea come non sia vero che il decreto-legge elimina la protezione speciale, perché l'istituto viene mantenuto per coloro che effettivamente hanno i presupposti per accedervi, eliminando però tutta la discrezionalità introdotta dal Ministro Lamorgese, che ha consentito la permanenza in Italia di persone alle quali solo la normativa italiana riconosce protezione, e non anche quella degli altri Paesi dell'Unione europea, a noi vicini. Ciò ha determinato tutti i respingimenti messi in atto, ad esempio, dalla Francia.

  Ida CARMINA (M5S) evidenzia come il legislatore, prima di intervenire, dovrebbe avere ben chiaro anzitutto l'obiettivo del Pag. 19proprio intervento: sottolinea che l'intervento del decreto-legge riguarda persone già perfettamente integrate nel Paese, persone che dovrebbero restare e non essere cacciate. Evidenzia, anche per averne avuto esperienza diretta, che il numero dei rimpatri è risibile e che dunque alla scadenza del termine tutte queste persone si troveranno con in mano un foglio di via, sprovvisti di qualsivoglia assistenza, immigrati irregolari, fantasmi, che resteranno in Italia.

  La Commissione respinge l'emendamento Bonafè 2.03.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP) afferma come la normativa attuale ricordi il caso del paziente bisognoso di plasma e antibiotici al quale il medico somministra aspirina. Illustrando l'emendamento Bonafè 2.04, evidenzia come esso sia volto a istituire una prestazione di garanzia per l'accesso al lavoro, ovvero a prevedere persone che si assumono legalmente la responsabilità di garantire l'inserimento nel mercato del lavoro di stranieri. Fa presente come le modalità di ingresso regolare non siano sufficienti e stigmatizza la politica del Governo che porterà alla creazione di un sistema di schiavi. Alle affermazioni dell'onorevole Ravetto, che ipotizzava un interesse della sinistra verso le cooperative che curano l'accoglienza dei migranti, risponde evidenziando come la gestione dell'immigrazione posta in essere dal Governo, tutta incentrata sull'emergenza, comporti il generalizzato ricorso ad affidamenti diretti, che possono celare interessi affaristici particolari.

  La Commissione respinge la proposta emendativa Bonafè 2.04.

  Passando alle votazioni relative all'articolo 3, la Commissione respinge, con distinte votazioni, gli identici emendamenti Alfonso Colucci 3.1 e Zaratti 3.2, nonché gli emendamenti Magi 3.3, Magi 3.4, Zaratti 3.5, Alfonso Colucci 3.6, gli identici emendamenti Zaratti 3.7 e Bonafè 3.8, gli emendamenti Zaratti 3.9, Bonafè 3.10, Alfonso Colucci 3.11, Bonafè 3.12 e 3.13, Magi 3.14, Zaratti 3.16, Bonafè 3.17, 3.18, 3.19, 3.20 e 3.21, Ascari 3.22, quindi gli articoli aggiuntivi Zaratti 3.01, Bonafè 3.02 e Magi 3.03.

  Passando all'esame delle proposte emendative relative all'articolo 4, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Zaratti 4.1 e Alfonso Colucci 4.2, gli identici emendamenti Alfonso Colucci 4.3 e Bonafè 4.4 e gli articoli aggiuntivi Zaratti 4.01, 4.02, 4.03, 4.04 e 4.05.

  Passando all'esame delle proposte emendative relative all'articolo 4-bis, la Commissione respinge gli emendamenti Alfonso Colucci 4-bis.1 e Zaratti 4-bis.3.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che la serie di emendamenti da 4-bis.4 a 4-bis.9, relativa alla durata del permesso di soggiorno di cui all'articolo 32 del testo unico immigrazione, presenta differenze dovute esclusivamente a variazioni a scalare. Dichiara pertanto, come preannunciato, che saranno posti in votazione il primo e l'ultimo emendamento della serie – Zaratti 4-bis.4 e Zaratti 4-bis.9 – nonché l'emendamento intermedio Zaratti 4-bis.7.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Zaratti 4-bis.4, Zaratti 4-bis.7 e Zaratti 4-bis.9.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che essendo stati respinti gli emendamenti Zaratti 4-bis.4, Zaratti 4-bis.7 e Zaratti 4-bis.9., devono intendersi assorbiti, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, del Regolamento, tutti gli emendamenti compresi nella serie a scalare, ovvero Zaratti 4-bis.5, Zaratti 4-bis.6, Zaratti 4-bis.8.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Alfonso Colucci 5.1 e 5.2, Bonafè 5.3, Alfonso Colucci 5.4.

  Passando all'esame delle proposte emendative riferire all'articolo 5-bis, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Zaratti 5-bis.1, Alfonso Colucci 5-bis.2, e Bonafè 5-bis.3, gli Pag. 20identici emendamenti Zaratti 5-bis.4, Alfonso Colucci 5-bis.5 e Bonafè 5-bis.6, gli emendamenti Bonafè 5-bis.7 e 5-bis.8, Alfonso Colucci 5-bis.9, Bonafè 5-bis.10, gli identici emendamenti Zaratti 5-bis.11 e Bonafè 5-bis.16, gli identici emendamenti Zaratti 5-bis.17 e Bonafè 5-bis.18, gli emendamenti Alfonso Colucci 5-bis.19 e 5-bis.20, Zaratti 5-bis.21, Alfonso Colucci 5-bis.22, Bonafè 5-bis.23, Alfonso Colucci 5-bis.24, Bonafè 5-bis.25, Zaratti 5-bis.26, gli identici emendamenti Zaratti 5-bis.27 e Bonafè 5-bis.28, gli emendamenti Zaratti 5-bis.29, Bonafè 5-bis.30, Zaratti 5-bis.31, 5-bis.32, 5-bis.33, 5-bis.34, 5-bis.35, 5-bis.37, 5-bis.38, 5-bis.39, 5-bis.40, 5-bis.41, 5-bis.42, 5-bis.43 e 5-bis.44, Bonafè 5-bis.45, 5-bis.46, 5-bis.47, 5-bis.48, 5-bis.49, 5-bis.50, 5-bis.51, 5-bis.52 e gli identici Zaratti 5-bis.53, e Bonafè 5-bis.54.

  Matteo MAURI (PD-IDP) approfitta dell'emendamento Bonafè 5-bis.55 per svolgere una riflessione sul sistema di accoglienza e per chiedere un chiarimento al sottosegretario Molteni. Quanto alla riflessione, prendendo spunto dall'intervento del collega Toni Ricciardi, rileva che la riduzione del sistema di accoglienza è figlia di una logica emergenziale, che sfrutta l'occasione per trasformare in straordinario tutto ciò che è ordinario. Fa presente in particolare che con il provvedimento in esame si impedisce ai richiedenti asilo di accedere al sistema di accoglienza diffusa e vengono sottratte molte risorse ai centri di accoglienza che pertanto forniranno necessariamente servizi peggiori. Nel rilevare pertanto che il Governo va nella direzione opposta rispetto ad un sistema di accoglienza diffuso e capillare, più compatibile con le esigenze dei territori che ospitano tali centri, aggiunge che tutti i provvedimenti verranno assunti in deroga, attraverso il ricorso ai poteri commissariali e trasformando il sistema di accoglienza nella logica emergenziale degli hotspot, che potranno essere istituiti ovunque e non soltanto presso le aree di arrivo dei migranti. Rileva, inoltre, che il decreto in esame introduce il principio del trattenimento del richiedente asilo in attesa dell'espletamento delle procedure. Ritiene che tale scelta sia sbagliata, oltre che difficilmente fattibile dal punto di vista concreto, dal momento che gli hotspot sono centri già di per sé in emergenza, mentre al contrario bisognerebbe lavorare sull'integrazione. Chiede quindi al sottosegretario Molteni quale sia il regime cui sono sottoposti gli stranieri trattenuti negli hotspot in attesa del completamento delle procedure.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI rileva in primo luogo che i temi posti dal collega Mauri, il quale è stato il fautore del decreto-legge n. 130 del 2020, siano tanti e riguardino nel complesso la questione dell'accoglienza e dell'integrazione degli stranieri. Si permette in primo luogo di esprimere una convinzione personale, affermando che un pezzo di carta o un titolo giuridico non bastano a fare integrazione e che la protezione speciale è diventata uno strumento distorsivo del sistema di accoglienza, dal momento che dovrebbe essere una soluzione straordinaria e che invece oltre 45 mila sono i permessi concessi in Italia per protezione speciale «allargata». Precisa a tale proposito che tale protezione esiste in altri Paesi come forma complementare rispetto al diritto di asilo garantito a livello internazionale ed europeo. Nel far presente che la protezione speciale «allargata» del collega Mauri è cosa ben diversa, cita a titolo esemplificativo le difficoltà enormi dell'ufficio immigrazione di Milano dove la gran parte dei soggetti, per la maggior parte provenienti dall'Egitto, quindi da uno Stato dove non vi è la guerra, fanno domanda di protezione speciale. Nel ribadire pertanto che la protezione speciale è andata ben oltre le sue funzioni originarie, fa presente che solo il 5 per cento di tale forma di protezione è stata convertita in permesso di lavoro, con ciò dimostrando che tale strumento non ha comportato l'integrazione dei soggetti interessati. Richiama inoltre la procedura di infrazione appena avviata dall'Unione europea nei confronti dell'Italia per violazione della direttiva 2014/36/UE in materia di lavoratori stagionali, rammentando che, nonostante la legge voluta dall'allora ministro Orlando sul caporalato, il Paese non ha ancora risolto il problema e oltre 230 mila sono i lavoratori Pag. 21sfruttati, privati di qualsiasi forma di tutela e di dignità. Nel rilevare quindi che l'integrazione sana è possibile soltanto con numeri limitati, rileva che l'eliminazione della protezione speciale consentirà di avere non un maggior numero di soggetti invisibili ma piuttosto un maggior numero di soggetti da espellere in quanto privi di un permesso di soggiorno che determini un'integrazione reale e fattuale. Ricorda a tale proposito che il Governo ha rafforzato le procedure di rimpatrio, certamente facendo ricorso allo strumento della deroga ma comunque nel rispetto delle direttive dell'Unione europea e del codice antimafia. Rileva quindi l'esigenza di avere un maggior numero di centri di permanenza per i rimpatri, introdotti peraltro dal bravissimo ministro Minniti, auspicabilmente, a suo parere, uno per ciascuna regione. Nel riconoscere l'esigenza di stipulare ulteriori intese con i Paesi terzi, ricorda inoltre che le procedure accelerate alla frontiera non sono una invenzione del Governo ma sono previste dal diritto dell'Unione europea. Aggiunge inoltre che il Governo ha provveduto ad estendere la lista dei Paesi sicuri verso i quali in conformità con le direttive dell'Unione europea è possibile effettuare rimpatri. Quanto al termine delle quattro settimane previsto per la conclusione della procedura di esame delle domande di protezione, fa presente che tale disposizione si prefigge l'obiettivo duplice di velocizzare i tempi per il riconoscimento della domanda di asilo e dell'eventuale rimpatrio del soggetto. Fa presente inoltre che il trattenimento di tali soggetti si realizza in strutture ad hoc o nei centri di permanenza per i rimpatri, dai quali non è possibile uscire, e che ciò avviene in conformità alle convenzioni internazionali e al diritto europeo. Dichiara di non comprendere i motivi per cui la sinistra contrasta specificamente questa parte del provvedimento, rilevando che il decreto n. 130 del 2020 ha ritenuto di non intervenire a modificare le procedure accelerate alla frontiera ritenendole evidentemente legittime e condivise. Sottolineato che il Governo è intervenuto a migliorare tali procedure nell'interesse del migrante e dell'intero sistema, fa presente che la volontà è quella di favorire l'ingresso legale in Italia, constatato che il Governo Meloni ha previsto 82.700 ingressi per anno nell'ambito di un programma triennale più flessibile, a fronte dei 69 mila ingressi previsti dal Governo Draghi. Quanto alla presunta riduzione del sistema di accoglienza diffusa, ricorda che circa 40 mila persone sono ospitate nei centri della rete SAI (sistema accoglienza integrazione) e che oltre mille comuni partecipano al sistema, finanziato con fondi del Ministero dell'interno e dedicato espressamente ai soggetti che fuggono da guerre e persecuzioni. Precisa quindi che il Governo esclude dai centri SAI i richiedenti asilo ma prevede invece che lì possano essere ospitati i soggetti vulnerabili nonché coloro che sono arrivati in Italia per mezzo di corridoi umanitari. Nell'aggiungere che gli altri soggetti saranno ospitati nei CAS, strumenti pensati per l'accoglienza straordinaria e per i quali è prevista una contrazione dei servizi forniti, fa presente che la volontà del Governo è quella di garantire più diritti, più accoglienza e più integrazione a chi è titolare della protezione internazionale. Da ultimo, evidenzia che il ricorso alla deroga deriva dalla presa d'atto di un fenomeno che tutti riconoscono essere strutturale, universale e complesso e che tuttavia vede il nostro Paese in una fase di emergenza, come dimostrato tra l'altro dal rafforzamento dei controlli alla frontiera da parte della Francia. Fa presente che il Governo di centro destra ha messo in campo tutti gli strumenti disponibili e necessari per affrontare un'emergenza globale determinata da fattori geopolitici e dalla instabilità dell'area del Mediterraneo. Nel richiamare le accuse di indifferenza verso le sorti dei migranti rivolte al centro destra, precisa a tale proposito che l'unico atteggiamento di indifferenza si riscontra da parte dell'Unione europea, senza la cui attenzione e sensibilità il fenomeno non potrà essere risolto. Se è vero che difendere le frontiere nazionali significa difendere le frontiere europee e che tutelare l'interesse nazionale equivale a tutelare anche l'interesse europeo, allora si sarebbe aspettato una maggiore attenzione da parte dell'Unione europea sia nei confrontiPag. 22 del nostro Paese sia nei confronti del fenomeno.

  Nazario PAGANO, presidente, prima di dare la parola al collega Magi, avverte che tra pochi minuti è previsto l'inizio dei lavori dell'Assemblea.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), alla luce della ristrettezza dei tempi, in considerazione dell'imminente avvio dei lavori dell'Assemblea, propone di rinviare a domani il dibattito, ritenendosi certo che molti colleghi vorranno replicare all'intervento del Sottosegretario. Si limita a segnalare che a suo parere il Sottosegretario non ha risposto alla domanda del collega Mauri in merito alla natura del regime cui sono sottoposti i soggetti trattenuti negli hotspot in attesa del completamento delle procedure.

  La Commissione respinge l'emendamento Bonafè 5-bis.55.

  Nazario PAGANO, presidente, come convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentati dei gruppi svoltasi nella giornata odierna, rinvia il seguito dell'esame alle ore 9 di domani.

  La seduta termina alle 14.55.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni.

  La seduta comincia alle 21.10.

Documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1 e Annesso-bis e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Inizio esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione avvia l'esame del provvedimento.

  Paolo Emilio RUSSO (FI-PPE), relatore, fa presente che, viste le determinazioni odierne della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, la Commissione è chiamata a esprimere nuovamente il prescritto parere alla V Commissione, per le parti di propria competenza, sul Documento di economia e finanza 2023 e Annesso bis e Allegati presentato dal Governo alle Camere nella giornata odierna. In qualità di relatore, ai fini della relazione introduttiva si richiama integralmente a quella già svolta nella precedente seduta del 20 aprile, in quanto, per i profili di competenza della Commissione, non vi sono differenze. Evidenzia che la sola differenza riguarda l'Annesso al DEF dove si prevede che le risorse che si rendono disponibili saranno utilizzate con un provvedimento normativo di prossima adozione per sostenere, oltre il reddito disponibile ed il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti nel 2023, anche le famiglie con figli.
  Preannuncia pertanto che anche la proposta di parere (vedi allegato 2) si richiama integralmente a quella formulata sul precedente testo.

  Alfonso COLUCCI (M5S) avanza una richiesta di chiarimento al Governo, relativamente alla procedura seguita per addivenire alla presentazione di questo nuovo documento. Richiama infatti i contenuti dell'articolo 6, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, che prescrive la necessità della previa consultazione della Commissione europea anche per la specifica richiesta di autorizzazione che indichi la misura e la durata dello scostamento, nonché le finalità. Fa presente, infatti, che, come appena ricordato dal relatore, le finalità sono state modificate prevedendo il sostegno alle famiglie con figli e chiede al Governo rassicurazioni circa l'avvenuta consultazione formale della Commissione europea e il completo rispetto delle procedure. Sottolinea che, a suo avviso, quando la legge prescrive di «sentire» la Commissione europea, non è sufficiente una semplice telefonata. Constatata l'assenza del rappresentante del Governo, sottolinea l'esigenza di attenderlo prima di poter procederePag. 23 al voto, al fine di accertare il rispetto della procedura.

  Nazario PAGANO, presidente, comunica che il rappresentante del Governo sta per raggiungere la Commissione per poter fornire i chiarimenti richiesti.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), analogamente a quanto fatto dal collega Alfonso Colucci, rileva la necessità di comprendere se sia stato seguito il procedimento corretto, dal momento che non basta semplicemente una riformulazione grammaticale del testo indispensabile a coprire quanto appena successo in Assemblea. Fa presente a tale proposito che, come indicato dal relatore, l'integrazione proposta dal Governo modifica la finalizzazione delle risorse che non sono destinate soltanto ad aumentare il potere di acquisto dei lavoratori, dal momento che sono parzialmente dedicate al famoso assegno per le famiglie numerose. Chiede quindi di sapere con certezza quali siano le partite di bilancio oggetto della nuova finalizzazione, al fine di evitare, come sottolineato dal collega, una brutta figura nei confronti della Commissione europea. Ribadisce pertanto la richiesta di sapere con certezza se vi sia la formalizzazione di un procedimento eseguito correttamente dal Governo. Chiede di disporre di tali informazioni per essere nelle condizioni di esprimersi rispetto alla proposta di parere del relatore.

  Filiberto ZARATTI (AVS) teme che la maggioranza, per risolvere velocemente un problema che si è inopinatamente presentato oggi in Assemblea, perseveri negli errori cercando di mettere una toppa che non copre il buco. Si dice convinto che la procedura scelta presenti una serie di criticità, come evidenziato dall'onorevole Colucci e come traspare dalla semplice lettura dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, che richiede la consultazione della Commissione europea. Aggiunge che a suo avviso una volta modificata la finalità, come dichiarato dal relatore, emergono delle incongruenze tra la relazione e le cifre del DEF. Nel sottolineare come il proprio gruppo non intenda, in questa seduta serale e in una situazione economica difficile per il Paese, adottare iniziative ostruzionistiche, invita la maggioranza a riflettere perché, se quello che è accaduto in Aula è stato un errore politico, più grave sarebbe farne ora altri con questa procedura che presenta tanti elementi dubbi.

  Il Sottosegretario Federico FRENI, nel chiedere scusa per il ritardo, fa presente che la questione non è nuova, essendo stata già posta sia in sede di Conferenza dei Presidenti dei gruppi parlamentari sia presso le Commissioni V e VI. Precisa quindi a tale proposito che il Governo ha interloquito informalmente con la Commissione europea e che, in ragione del fatto che il DEF non è stato modificato, si è ritenuto non necessario procedere ad un ulteriore passaggio presso la Commissione europea. Nel precisare in particolare che le modifiche alla relazione non hanno riguardato la parte relativa ai conti di stretto interesse della Commissione europea, ribadisce che il richiamato passaggio a livello europeo non è richiesto ai fini di assolvere agli obblighi imposti dalla legge n. 243 del 2012.

  Alfonso COLUCCI (M5S) prende atto di questa interpretazione del Governo, che peraltro dichiara di non condividere. Ribadisce che la lettera della legge richiede che la Commissione europea vagli anche le finalità e che tra le finalità – come dichiarato dal relatore – è stato aggiunto il sostegno alle famiglie con figli; ritiene conseguentemente che ciò determini una modifica sostanziale che deve essere sottoposta alla Commissione europea. Sottolinea come la maggioranza abbia fornito nella giornata odierna una prova di dilettantismo, non solo poco qualificante per la maggioranza stessa, ma destinata a produrre danni gravi al Paese in termini di stabilità, sicurezza, affidabilità e credibilità presso le istituzioni europee. Conseguentemente ritiene che ciò dovrebbe indurre la maggioranza e il Governo a non accedere ad interpretazioni eclettiche, ma ad attenersi rigorosamente al testo della legge.

  Il Sottosegretario Federico FRENI, ritenendo che i dubbi dell'onorevole Alfonso Pag. 24Colucci meritino un ulteriore chiarimento, fa presente che il richiamato approfondimento è stato svolto. Precisa quindi che, ai sensi della citata legge n. 243 del 2012, la trasmissione dei documenti alla Commissione europea è funzionale ai saldi di bilancio e al rapporto deficit/debito pubblico. Precisato altresì che la norma fa riferimento alle finalità dello scostamento di bilancio, evidenzia tuttavia che nella dinamica dei rapporti con la Commissione europea le modifiche rilevano nel caso in cui riguardino i programmi di bilancio già approvati dalla stessa Commissione europea. Sottolinea quindi che nel caso specifico le finalità non sono revisionate né strutturalmente modificate ma semplicemente integrate, pertanto non si è ritenuto necessario un ulteriore passaggio presso le istituzioni europee.

  Filiberto ZARATTI (AVS) si dichiara preoccupato da quanto affermato dal Sottosegretario in relazione all'avvenuta integrazione, e non modifica, del testo. Ricorda infatti che, se fosse così, l'Assemblea della Camera non potrebbe domani esprimersi nuovamente: avendo già respinto la relazione e il DEF, infatti, per poter votare nuovamente occorre che l'oggetto della votazione sia diverso.

  Carmela AURIEMMA (M5S) richiama le affermazioni del Sottosegretario il quale ha riferito di un'interlocuzione informale con la Commissione europea. A tale proposito, a fronte di una procedura disciplinata da norme di legge chiare ed inequivocabili, si domanda cosa si debba intendere esattamente per interlocuzione informale. Chiedendo quindi se siano intercorse comunicazioni scritte che possano essere prodotte ai parlamentari, o, in alternativa come, quando e con chi siano intervenute eventuali conversazioni informali. Ribadisce la necessità di disporre di una chiara attestazione delle interlocuzioni intercorse con la Commissione europea, ritenendo che, in assenza di tali precisazioni, la discussione in corso sia priva di senso.

  La Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 21.30.