TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 530 di Lunedì 15 settembre 2025

 
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MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE PER IL FINANZIAMENTO DEL SETTORE DEL CINEMA E DELL'AUDIOVISIVO

   La Camera,

   premesso che:

    1) il sistema dei finanziamenti per il settore del cinema e dell'audiovisivo a seguito dell'approvazione della legge n. 220 del 14 novembre 2016, ha visto l'istituzione del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo che, in particolare, ha stabilito che esso è alimentato, a regime, con gli introiti erariali derivanti dalle attività del settore;

    2) con riferimento alle tipologie di intervento finanziate con le risorse del Fondo, la prima è costituita dagli incentivi fiscali. Al riguardo la legge n. 220 del 2016 ha ridisegnato la disciplina del credito di imposta, di cui possono beneficiare le imprese di produzione, distribuzione, post-produzione, esercizio cinematografico, le industrie tecniche, le imprese italiane che lavorano per produzioni straniere, le imprese esterne al settore che investono nel cinema italiano. In linea generale, le aliquote sono state rese modulabili e, in alcuni casi, ne è stato elevato l'ammontare rispetto al quadro previgente;

    3) una seconda tipologia di intervento finanziata a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo è costituita dagli incentivi automatici. In particolare, l'importo complessivo dei contributi automatici spettante a ogni impresa è determinato sulla base di parametri oggettivi, relativi alle opere cinematografiche o audiovisive precedentemente prodotte o distribuite dalla stessa impresa. Possono essere introdotti meccanismi premianti rispetto ai risultati ottenuti da particolari tipologie di opere ovvero in determinati canali distributivi e in determinati periodi dell'anno;

    4) la terza tipologia di intervento finanziata a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo (articolo 26, legge n. 220 del 2016, come modificato, da ultimo, dall'articolo 1, comma 54 della legge n. 213 del 2023) è costituita da contributi selettivi attribuiti sulla base della valutazione di una Commissione composta da esperti nominati dal Ministro della cultura e destinati prioritariamente alle opere cinematografiche e, in particolare, a opere prime e seconde, opere realizzate da giovani autori, film difficili realizzati con modeste risorse finanziarie, opere di particolare qualità artistica, nonché opere sostenute da contributi provenienti da più aziende. Ulteriori contributi selettivi sono attribuiti alle imprese operanti nel settore dell'esercizio cinematografico, a quelle di nuova costituzione, alle start-up, e a quelle che abbiano i requisiti delle microimprese, con particolare riferimento alle piccole sale cinematografiche ubicate nei comuni aventi meno di 15.000 abitanti;

    5) la legge di bilancio 2024 (legge n. 213 del 2023) ha inciso sull'intera disciplina, in particolare il comma 54 dell'articolo 1 modifica la disciplina relativa al cosiddetto tax credit cinema prevista dalla legge n. 220 del 2016 e a ulteriori contributi previsti dalla medesima legge, e ha ridotto da 750 a 700 milioni di euro annui (a decorrere dal 2024) il livello di finanziamento minimo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo;

    6) il 10 luglio 2024 è stato pubblicato il decreto interministeriale n. 225 che ha introdotto disposizioni applicative in materia di credito di imposta per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva. Segue un decreto correttivo che apporta modifiche al citato decreto n. 225 con la finalità dichiarata di rispondere all'esigenza di adeguare ulteriormente i requisiti di accesso ai crediti d'imposta riconosciuti al settore della produzione di opere cinematografiche e audiovisive;

    7) i principi fondamentali introdotti dal decreto interministeriale sono i seguenti: a) il produttore deve essere in grado di certificare la copertura finanziaria con risorse private di almeno il 40 per cento del costo di produzione del film; b) obbligo di un numero minimo di proiezioni in sala e in determinati slot orari;

    8) riguardo le modifiche al credito d'imposta per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva, in particolare, si stabilisce che il tax credit sia riconosciuto in misura non inferiore al 15 per cento e non superiore al 40 per cento del costo complessivo di produzione di opere cinematografiche e audiovisive;

    9) viene in particolare introdotta una possibile maggiore discrezionalità nella modulazione dell'agevolazione riconosciuta sia alle opere cinematografiche sia per le opere audiovisive in quanto per entrambe le tipologie viene previsto che l'aliquota del credito d'imposta non sia più ordinariamente prevista nella misura del 40 per cento ma «nella misura massima del 40 per cento»;

    10) i ritardi accumulati dal Ministero della cultura hanno di fatto paralizzato l'industria cinematografica per mesi, generando una situazione di stallo che ha comportato gravi conseguenze sulla produzione e sull'occupazione, tanto da spingere il settore ad organizzare incontri e proteste per esprimere la propria preoccupazione e chiedere una celerità da parte delle istituzioni sinora mancata;

    11) nonostante rappresentanti del Governo abbiano più volte affermato che la nuova riforma è stata pensata per sostenere il comparto cinematografico, senza privilegiare pochi a danno di molti, il decreto pubblicato sembra andare nella direzione opposta, confermando la tendenza nel favorire le grandi produzioni a discapito dei piccoli produttori indipendenti, oltre a non tener conto di nessuna proposta avanzata dalle associazioni di settore;

    12) inoltre, il Governo ha di fatto giustificato il taglio da 130 milioni di euro destinati al credito d'imposta come uno spostamento di risorse sui contributi selettivi, in realtà il decreto di riparto del 12 aprile 2024, n. 145 mostra come i contributi selettivi siano aumentati soltanto di 37,6 milioni di euro, generando comunque un taglio da circa 90 milioni al credito d'imposta;

    13) tra le motivazioni dichiarate che hanno portato alla modifica delle disposizioni tax credit cinema vi è quella di risolvere il problema del circa 50 per cento di film prodotti che non riescono ad arrivare in sala, considerandoli, per questo, esempio di spreco di denaro pubblico e dunque si considera «abuso» l'aver girato un film che poi non riesce a trovare sbocco in sala;

    14) la prima considerazione che si oppone a tale argomentazione è che la sala non è che una delle possibili destinazioni di un'opera, spesso solo la prima in ordine di tempo anche solo sotto forma di «uscita tecnica», e che i film sono beni durevoli che non esauriscono la loro vita nell'arco di mesi, né di anni, ma spesso rivelano ed aumentano il proprio valore nel tempo;

    15) inoltre, il finanziamento al cinema non rappresenta un sostegno al mercato, ma poggia sul principio europeo dell'eccezione culturale, tanto da avere natura di fondo perduto, e che il tax credit, per sua natura, è una misura automatica finalizzata a favorire ed attrarre investimenti, non ha natura selettiva;

    16) il citato decreto n. 225, al contrario, prevedendo che i requisiti, pressoché impossibili da raggiungere per piccole e medie imprese, si abbassino sensibilmente in caso di ottenimento del finanziamento selettivo, ha di fatto agganciato il riconoscimento del tax credit all'ottenimento dei finanziamenti selettivi, rendendo questi ultimi porta di accesso anche al primo. Di conseguenza il ruolo delle commissioni selettive su ciò che verrà prodotto o meno diventa determinante in modo esponenziale;

    17) peraltro, vero è che il tax credit, rappresenta finanziamento a fondo perduto alla cultura, ma si traduce in lavoro per un'estesa platea di lavoratori generando i relativi flussi fiscali, previdenziali e di capacità di spesa;

    18) il tax credit così come tutti i fondi messi a disposizione nella legge cinema n. 220 del 2016, nascono con l'obiettivo di sostenere e valorizzare il cinema indipendente italiano, ovvero tutti quei prodotti audiovisivi e cinematografici che nascono grazie al talento e alla creatività di artisti italiani e vengono realizzati da produzioni (ovvero imprese del cinema) italiane e indipendenti (cioè non riconducibili alle grandi multinazionali del cinema mondiale);

    19) nel corso del tempo, purtroppo, il tax credit in particolare è diventato strumento con il quale le major del cinema internazionale che sono delle holding, hanno eroso la maggior parte del credito di imposta previsto dalla legge cinema usando aziende create o acquisite in Italia ma riconducibili a multinazionali straniere; stesso meccanismo si è verificato nei bandi selettivi dove grandi registi di chiara fama hanno avuto accesso a finanziamenti;

    20) appare dunque evidente quanto sia impropria l'equivalenza tra «film che non passa in sala (o che incassa poco) e abuso di denaro pubblico». L'abuso di denaro pubblico si verifica, piuttosto, se e quando il budget di un film viene gonfiato per aumentare il contributo percentuale di Stato sotto forma di tax credit e questo può avvenire, o non avvenire, in film piccoli così come in film grandi, naturalmente in proporzione al budget. Pertanto questo tipo di abuso si potrà ostacolare soltanto introducendo maggiori controlli sulle documentazioni e tetti all'eleggibilità delle voci di spesa;

    21) tra le modifiche intervenute vi è poi la fissazione di un tetto alla quota di eleggibilità per il tax credit delle paghe «sopra la linea» (quelle di regista, sceneggiatori, attori protagonisti, produttore esecutivo), inserendo due parametri di tetto di eleggibilità: singolarmente, ai livelli dei dirigenti pubblici e, complessivamente, ad una percentuale rispetto al budget complessivo (il 30 per cento);

    22) parimenti è stato introdotto un tetto di eleggibilità anche alle paghe «sotto la linea» (peraltro fissato al minimo sindacale aumentato al massimo del 20 per cento), in nessun modo paragonabili alle prime, in quanto con i contratti collettivi oggi in essere, questo tipo di paga alla categoria degli attori, non permetterebbe il professionismo, tranne che a quella percentuale esigua che ricopre costantemente il ruolo da protagonista. Tale soglia, dunque, a differenza della prima, appare del tutto ingiustificata e gravemente penalizzante per l'intero sistema;

    23) infine, appare evidente che non fare una distinzione, per i requisiti di accesso al tax credit, tra i film «sul mercato», secondo la terminologia adottata dal citato decreto interministeriale n. 225 del 2024, e opere prime e seconde di produzioni medie o piccole, sia un grande errore, in quanto i secondi ne usciranno enormemente penalizzati;

    24) dunque, se modificare le disposizioni sul tax credit era certo necessario, per migliorarne l'efficacia e ridurne i margini di abuso che in alcuni casi ne veniva fatto, tuttavia si è intervenuto solo per ridurre il numero di film prodotti, penalizzando le produzioni piccole e medie, con un effetto di ricaduta negativa sull'occupazione del settore oltre che sulla pluralità espressiva;

    25) appare pertanto indispensabile un ripensamento profondo dei meccanismi di finanziamento al cinema e in particolare di quelli destinati a opere prime e seconde ed a società medio-piccole, vale a dire i destinatari primi e più naturali, secondo il principio europeo dell'eccezione culturale;

    26) a tale scopo appare auspicabile, per opere prime e seconde, istituire un nuovo fondo, che rappresenti un impulso in termini di generazione di maggior lavoro per tutti i lavoratori e le imprese della filiera ed in termini di crescita espressiva e culturale, ampliando inoltre e diversificando l'offerta cinematografica al pubblico;

    27) inoltre appare utile individuare ulteriori fonti di finanziamento e auto-finanziamento, come ad esempio una tassa di scopo sul modello francese su tutti i biglietti di film non europei (o non italiani);

    28) è indubbio lo stato di crisi in cui versa il cinema italiano, dovuta anche all'imposizione di un blocco dell'erogazione dei fondi, voluto dall'ex Ministro Sangiuliano;

    29) da ultimo, nell'ambito della cerimonia dei David di Donatello, l'attore Elio Germano ha criticato la gestione del Ministero della cultura, evidenziando le difficoltà del settore cinematografico italiano. In risposta, il Ministro Giuli ha definito Germano parte di una «minoranza rumorosa» che si esprime senza reale ascolto, anche in sedi istituzionali come il Quirinale. Germano ha replicato a sua volta durante un evento a Milano, affermando che «la vera solitudine è quella di chi governa senza ascoltare i lavoratori» e sostenendo che sia inquietante che un rappresentante della politica faccia nome e cognome di un cittadino;

    30) in seguito a questi scambi, oltre cento figure del cinema italiano, tra cui registi, attori e sceneggiatori, hanno sottoscritto una lettera aperta al Ministro Giuli. Nel testo, gli artisti denunciano una crisi sistemica del settore, attribuita a un'incertezza normativa e ai ritardi nella gestione della riforma del tax credit. La lettera sottolinea come queste problematiche abbiano colpito in particolare le produzioni più piccole e indipendenti, lasciando molti lavoratori senza sostegno al reddito per il 2025 e senza sussidi per il 2024;

    31) gli autori della lettera chiedono al Ministero della cultura di avviare un dialogo costruttivo con le associazioni di categoria e di interrompere le polemiche nei confronti di chi esprime critiche legittime. Esprimono inoltre solidarietà a Elio Germano e Geppi Cucciari, che anche si era espressa in modo critico, sottolineando l'importanza di tutelare la cultura e la democrazia italiana attraverso il rispetto delle competenze e dei diritti di tutti, chiedendo infine un incontro tra il Ministero e le associazioni che rappresentano attori, autori e tecnici;

    32) nella lettera si legge tra l'altro: «Una crisi che rischia inoltre di togliere creatività, autonomia e innovazione a tutto il settore, privandolo della possibilità di competere culturalmente ed economicamente a livello internazionale. L'auspicata prossima pubblicazione della versione definitiva del decreto correttivo tax credit è una prima risposta, ma incompleta e insufficiente. Riteniamo che sia necessario attivare iniziative ben più ampie e rilevanti, .... La cultura e la democrazia italiana non possono essere piegate ad interessi di parte, ma vanno tutelate e arricchite con rispetto delle competenze, delle professionalità, delle regole costituzionali e dei diritti di tutti e tutte.»,

impegna il Governo:

1) al fine di contrastare le pratiche di abuso e spreco di denaro pubblico, ad adottare iniziative volte ad introdurre maggiori controlli sulle documentazioni e tetti all'eleggibilità delle voci di spesa;

2) ad intraprendere ogni iniziativa utile, di carattere normativo finalizzata ad istituire un nuovo e distinto fondo, volto alla possibilità di scoperta e di crescita di nuovi talenti del cinema indipendente italiano, rivolto esclusivamente alla produzione di opere prime e seconde a budget non superiore ai 2 milioni di euro, con tetti all'eleggibilità delle paghe ai fini del tax credit uguali sia «sopra» che «sotto la linea», per le quali la circuitazione sia strutturata e preordinata a monte dallo Stato e nelle quali non vi sia alcuna sostituzione di lavoro umano da parte di software di intelligenza artificiale in nessuna fase del processo creativo e realizzativo;

3) ad adottare iniziative volte a garantire la trasparenza nella scelta delle opere da finanziare e la libertà espressiva di queste opere attraverso un adeguato meccanismo di composizione e funzionamento delle commissioni selettive, anche al fine di far nascere e crescere nuovi talenti e consolidarne altri, sempre a garanzia della loro libertà e pluralità espressiva, garantendo che la commissione selettiva sia diversa ad ogni sessione, sorteggiata dopo la presentazione delle domande, tra tutti i professionisti del settore che si candideranno e saranno giudicati idonei in base a criteri predeterminati di curricula;

4) ad adottare iniziative anche di carattere normativo volte a prevedere che il lasso di tempo tra l'uscita delle opere in sala e l'arrivo sulle piattaforme sia elevato a 10 mesi;

5) ad adottare iniziative di competenza volte ad introdurre anche meccanismi che favoriscono la equa distribuzione del lavoro e di premialità per l'equilibrio di genere;

6) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a modificare il tax credit secondo i seguenti criteri:

  a) diminuire il tax credit al 20 per cento per i film di budget superiore ai 5 milioni di euro e al 30 per cento per quelli dai 2,5 milioni di euro ai 5, mantenere il 40 per cento per quelli inferiori ai 2,5 milioni;

  b) richiedere una uscita in sala in almeno 30 copie per almeno 2 settimane a programmazione intera per l'accesso al tax credit;

  c) escludere dal tax credit le società detenute da soci esteri di Paesi non in regime di reciprocità;

  d) diminuire il tax credit al 25 per cento per le produzioni esecutive in Italia promosse da strutture estere ma in regime di coproduzione;

  e) escludere dal tax credit le produzioni televisive nelle quali l'emittente copra più del 70 per cento, del costo del prodotto, mentre al di sotto, riconoscere il tax credit al 25 per cento;

7) ad adottare ogni ulteriore iniziativa volta a stimolare la crescita economica e occupazionale del settore ed incrementare l'attrattività culturale del Paese.
(1-00445) «Conte, Amato, Orrico, Caso, Riccardo Ricciardi, Sergio Costa, Carotenuto, Scerra, D'Orso, Torto, Alfonso Colucci, Cherchi, Bruno, Auriemma, Caramiello, Carmina, Pavanelli, Morfino, Dell'Olio, Cafiero De Raho, Donno, Aiello, Tucci, Sportiello, Quartini, Ilaria Fontana, Alifano, Gubitosa, Giuliano, L'Abbate».

(23 maggio 2025)