TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 210 di Mercoledì 6 dicembre 2023

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   BORDONALI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la sera del 2 dicembre 2023 a Parigi, poco distante dalla Tour Eiffel, un ventiseienne francese, di origine iraniana, al grido di «Allah akbar» ha assalito e ucciso a colpi di martello un giovane turista tedesco-filippino, ferendo gravemente la compagna di quest'ultimo e altri passanti che erano intervenuti per difenderlo;

   secondo quanto riferito dalla stampa, l'aggressore, già schedato come soggetto ritenuto «a rischio radicalizzazione» a seguito di una precedente condanna nel 2016 per associazione a delinquere finalizzata alla preparazione di un atto terroristico, è stato arrestato dalla polizia, ma dalle indagini ancora in corso sta emergendo che lo stesso avesse legami con numerosi altri terroristi islamici;

   il grave attentato ha profondamente scosso l'opinione pubblica e la Francia, ancora sotto choc per l'omicidio di un insegnante ad Arras il 13 ottobre 2023 per mano di un altro estremista islamico e per il feroce attacco, quello avvenuto pochi giorni fa, tra il 18 e 19 novembre 2023, nel piccolo borgo di Crepol;

   dopo i gravissimi fatti accaduti in Francia e ancora prima a Bruxelles con l'uccisione a ottobre 2023 di due tifosi svedesi, in tutta Europa gli Stati stanno rafforzando le misure di prevenzione e sicurezza per la concreta e grave preoccupazione di ulteriori attentati terroristici di matrice islamista, in particolare dopo l'inizio del conflitto in Medio Oriente;

   anche l'Italia non fa eccezione, come dimostrano gli ultimi arresti condotti dalla Polizia di Stato a Brescia, dove lunedì 4 dicembre 2023 sono stati fermati due uomini, un cittadino pakistano e uno naturalizzato italiano di origine pakistana, accusati di diffondere contenuti jihadisti con finalità di proselitismo, riconducibili alle organizzazioni terroristiche Jihad islamica palestinese, Stato islamico e Al-Qaeda;

   grazie all'altissimo livello di allerta finora tenuto dal Ministero dell'interno e all'attività dell'intelligence italiana e delle forze dell'ordine, è stato possibile, ancora una volta, neutralizzare una minaccia interna prima che diventasse tragicamente operativa –:

   quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare avverso il rischio di infiltrazioni e attentati terroristici di matrice islamica in Italia, anche alla luce dell'ultimo e tragico attentato di Parigi.
(3-00840)

(5 dicembre 2023)

   ALFONSO COLUCCI, AURIEMMA, PENZA e RICCARDO RICCIARDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   divulgati dagli organi della stampa, si apprendono nuovi e preoccupanti dettagli inerenti alla delocalizzazione di migranti richiedenti asilo, soccorsi esclusivamente in mare da mezzi navali militari esclusivamente italiani, in due strutture situate in Albania, da realizzare o riqualificare a spese dell'Italia;

   si prefigurerebbe un impegno economico-finanziario per il nostro Paese completamente diverso da quello finora conosciuto ed esposto dal Governo, con un impatto ben più pesante sulla finanza pubblica e costi esorbitanti e inspiegabili rispetto allo scopo;

   i costi risulterebbero lievitati – 100 milioni di euro per il 2024, 50 milioni di euro per ciascuno degli anni successivi – e la capienza delle strutture decisamente ridotta, dai tremila previsti a 720 posti nel 2024;

   sorprende, per le finalità alternative a cui quelle somme potrebbero essere destinate, e preoccupa, per l'impatto sulla finanza pubblica, l'entità dei suddetti costi per l'approntamento di due strutture – che fungerebbero, l'una, da hotspot, e l'altra, da centro di permanenza per i rimpatri – in particolare a fronte del fatto che tutti i nove centri di permanenza per i rimpatri già operativi nel territorio nazionale sono costati 52 milioni di euro complessivi nell'arco degli ultimi 4 anni;

   preme agli interroganti segnalare, altresì, la realizzazione già prestabilita di centri di permanenza per i rimpatri in ciascuna regione italiana, di nuovi hotspot e di nuove strutture governative, anche temporanee, nonché l'incongruenza della delocalizzazione espressa di richiedenti asilo ai quali, nel caso di positivo riconoscimento, sarebbe concesso di lavorare nel nostro Paese e ben potrebbero integrare le esigenze dei datori di lavoro italiani, aziende e famiglie, che hanno richiesto, nel complesso, 600.000 lavoratori stranieri, a fronte di ingressi, autorizzati dal cosiddetto «decreto flussi», pari a 136.000;

   preme, altresì, segnalare che i mezzi finanziari impiegati in Albania potrebbero essere utilizzati nella riqualificazione di strutture e immobili pubblici sul suolo nazionale, anche a favore degli alloggi di servizio delle forze dell'ordine o comunque a sostegno di altre finalità e scopi benefici per la collettività –:

   se, per quanto di competenza, non intenda considerare il così rilevante dispendio di mezzi finanziari per la delocalizzazione di due strutture all'estero ove detenere i richiedenti asilo, al fine di destinarlo al potenziamento di strutture di servizio, di presidi e unità di personale delle forze di polizia sul territorio nazionale, anche a fronte dei dati relativi all'anno in corso che ha visto, per la prima volta dal 2013, un forte incremento della criminalità predatoria.
(3-00841)

(5 dicembre 2023)

   BORRELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da un servizio della trasmissione Report andato in onda nel novembre 2022 è ritornata all'attenzione la vicenda della chiesa cinquecentesca di San Biagio ai Taffettanari e della sua canonica site nel centro storico di Napoli;

   la chiesa risulta chiusa dall'inizio del 2020, mentre la canonica, un palazzo di quattro piani, risulta da anni occupata abusivamente da appartenenti alla famiglia Macor, di cui diversi componenti sono stati condannati o sono imputati per gravi reati e alcuni sono sottoposti agli arresti domiciliari proprio nell'immobile occupato;

   la vicenda è significativa di situazioni anche emblematiche in cui appare la debolezza del ripristino della legalità, in una città purtroppo caratterizzata da una diffusa e pervadente presenza della criminalità organizzata;

   nel gennaio 2023 era già stata presentata un'interrogazione sulla vicenda, la quale nonostante i solleciti non ha mai avuto risposta;

   la proprietà della canonica, come precisato dall'arcidiocesi di Napoli nel citato servizio, risulta essere l'Opera Pia Chiesa di San Biagio ai Taffettanari, riconducibile a una fabbriceria. Le fabbricerie sono enti amministrati dalle prefetture, «ma né in prefettura, né al Ministero dell'interno, la fabbriceria sopra menzionata risulta essere presente in elenco, nonostante siamo in possesso dei decreti di nomina della prefettura di Napoli per la scelta degli amministratori tra i membri del clero dell'arcidiocesi di Napoli»;

   le prime segnalazioni alla soprintendenza in merito ad un'occupazione abusiva risalgono al 2012 da parte di Italia nostra di Napoli; a tali segnalazioni faceva seguito un sopralluogo con la presenza di funzionari della soprintendenza e della curia, ma non si sono avute mai notizie di provvedimenti consequenziali adottati;

   desta stupore e sconcerto che si assista alla totale inerzia da parte delle autorità preposte di fronte all'occupazione abusiva di un immobile da parte di pluripregiudicati per gravi reati – il quale, peraltro, secondo la Curia sarebbe nella disponibilità del patrimonio dello Stato – di enorme pregio storico e artistico, nonché all'inerzia rispetto alla necessità di ripristinare la legalità anche come elemento di presenza e attenzione dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata –:

   quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda assumere, anche tramite la prefettura di Napoli, per accertare la proprietà della canonica adiacente alla Chiesa di San Biagio ai Taffettanari di Napoli e affinché venga liberata dagli attuali occupanti abusivi, pluripregiudicati per gravi reati, e il bene venga restituito alla collettività, ripristinando così la legalità.
(3-00842)

(5 dicembre 2023)

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, URZÌ, KELANY, DE CORATO, MICHELOTTI, MURA e SBARDELLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri convocato per il 5 dicembre 2023 il disegno di legge di ratifica del Protocollo d'intesa tra Italia e Albania sulla gestione dei migranti, siglato il 6 novembre 2023 tra il Presidente del Consiglio dei ministri italiano e il Premier albanese Edi Rama;

   il Protocollo d'intesa consente, tra le altre cose, di trattenere ai fini dei rimpatri e delle procedure accelerate di frontiera fino a trentaseimila migranti all'anno in territorio albanese, al fine di decongestionare il sistema italiano di prima accoglienza e alleviare la pressione migratoria sull'Italia;

   il Protocollo d'intesa prevede che all'Italia sarà concesso l'utilizzo del porto di Shengjin, sulla costa a nord di Durazzo, e dell'area di Gjader, tra le città di Lezha e Scutari, per realizzare, a proprie spese, due strutture di ingresso e accoglienza temporanea degli immigrati salvati in mare, per espletare celermente le procedure di trattazione delle domande di asilo o eventuale rimpatrio;

   in particolare, a Shengjin saranno effettuate le procedure di sbarco e identificazione e sarà realizzato un centro di prima accoglienza e screening, mentre a Gjader sarà creata una struttura sul modello dei centri di permanenza per i rimpatri per le successive procedure;

   la giurisdizione dei centri sarà italiana, ma l'Albania collaborerà con le sue forze di polizia alla sicurezza e sorveglianza;

   la firma del Protocollo d'intesa rappresenta un risultato importante, che, in un momento di fortissima pressione migratoria, permette di alleggerire il carico sull'Italia grazie alla delocalizzazione delle procedure logistiche legate alla prima accoglienza e ai rimpatri, nonché di combattere in maniera ancora più incisiva i flussi migratori irregolari e la tratta degli esseri umani;

   questo accordo, come anche quello sottoscritto tra Unione europea e Tunisia, sono il frutto di un nuovo approccio all'emergenza migratoria, basato sulla consapevolezza che occorre affrontare la dimensione esterna delle migrazioni e la protezione delle frontiere, anche in collaborazione con gli altri Stati, e che l'Italia non può più essere lasciata sola nella gestione dei flussi –:

   quali ulteriori iniziative, anche in sede bilaterale, europea e internazionale, il Governo intenda assumere al fine di contrastare l'immigrazione irregolare e la tratta degli esseri umani.
(3-00843)

(5 dicembre 2023)

   FARAONE, DEL BARBA, DE MONTE, GADDA, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ha organizzato il 2 dicembre 2023, a Firenze, la convention di Identità e democrazia, il gruppo parlamentare europeo in cui militano molti dei partiti della destra euroscettica, nel corso del quale si sono ritrovati i rappresentanti dei partiti sovranisti di diversi Paesi europei;

   all'iniziativa tenutasi nella Fortezza da Basso di Firenze hanno preso parte, tra gli altri, Kostadin Kostadinov (Bulgaria), Roman Fritz (Polonia), Martin Helme (Estonia), Majbritt Birkholm (Danimarca);

   assenti a Firenze il leader della destra francese Marine Le Pen, il portoghese Andrè Ventura e l'olandese Geert Wilders;

   in particolare, è opportuno ricordare che il leader del partito più votato nelle ultime elezioni in Olanda, in passato, oltre ad aver preso posizioni direttamente contro l'Italia, ha fatto dell'euroscetticismo e del nazionalismo olandese la sua forza elettorale;

   fu lo stesso Wilders a proporre un referendum per l'uscita dei Paesi Bassi dall'Unione europea ed è fermo negazionista del cambiamento climatico;

   in occasione della convention molte sono state le dichiarazioni euroscettiche degli intervenuti, alcune espresse dallo stesso Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Salvini, che ha paragonato l'Europa ad un Golia da sconfiggere;

   il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti pare aver apertamente scelto una via radicale, che, se confermata, metterebbe il Paese in seria difficoltà con le istituzioni dell'Unione europea, anche in relazione ai molteplici temi aperti, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza al Mes, fino al nuovo Patto di stabilità e crescita;

   le reazioni all'iniziativa di Salvini, ai toni utilizzati durante l'evento e alle affermazioni pronunciate sono state assai dure anche da parte di esponenti degli altri partiti della maggioranza di Governo, incluso il Ministro interrogato, e hanno teso a ribadire che l'antieuropeismo non è e non potrà essere l'orizzonte politico del centrodestra italiano –:

   se il Ministro interrogato, nell'ambito delle sue competenze, voglia indicare quale sia la posizione del Governo nei rapporti con i singoli Paesi partner dell'Unione europea, di cui l'Italia è Paese fondatore, chiarendo come tale posizione si concili con quelle espresse dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti durante la convention di domenica scorsa a Firenze, e se non ritenga che queste ultime possano recare danno al Paese sui temi fondamentali in discussione oggi in Unione europea e sui quali la maggioranza degli altri Stati membri dovrà esprimersi.
(3-00844)

(5 dicembre 2023)

   ORSINI, DEBORAH BERGAMINI, MARROCCO, SQUERI, CASASCO, POLIDORI, BARELLI, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CATTANEO, CORTELAZZO, DALLA CHIESA, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MAZZETTI, MULÈ, NEVI, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, TASSINARI, TENERINI e TOSI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   i dati più recenti sull'andamento del commercio con l'estero confermano come le esportazioni rappresentino una componente sempre più importante dell'attività economica delle imprese italiane, contribuendo per oltre un terzo alla ricchezza nazionale. L'export si conferma, dunque, una leva di sviluppo e occupazione e un traino per la competitività dell'intero sistema Italia;

   sin dall'inizio della legislatura, la maggioranza ha attribuito una rilevanza strategica alla diplomazia della crescita, che mira a valorizzare il potenziale ancora inespresso dell'export nazionale dinanzi alle numerose sfide che le imprese sono chiamate a fronteggiare nell'attuale congiuntura internazionale: dal negativo impatto delle crisi in Ucraina e in Medio Oriente sul commercio mondiale alla necessità di diversificazione dei mercati di approvvigionamento e di sbocco; dall'accesso a mercati protetti da dazi e barriere non tariffarie alla lotta alla contraffazione e all'Italian sounding;

   queste ed altre tematiche di forte attualità per la crescita del made in Italy nel mondo sono state al centro della Conferenza nazionale dell'export tenutasi nel pomeriggio di martedì 5 dicembre 2023. Nel corso dell'evento diversi attori, istituzioni, settore privato, stampa specializzata, protagonisti dell'internazionalizzazione del «sistema Italia» hanno partecipato ad un confronto pragmatico e operativo, con l'obiettivo di delineare nuove linee strategiche per sostenere le aziende esportatrici –:

   alla luce di quanto esposto in premessa, quali iniziative intenda intraprendere il Ministro interrogato per dare ulteriore impulso all'azione di sostegno all'export e per sostenere gli operatori nell'affrontare le principali sfide cui essi sono chiamati, anche valorizzando l'operato della rete diplomatica nella promozione e tutela del made in Italy sui mercati esteri.
(3-00845)

(5 dicembre 2023)

   CARFAGNA, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO, SOTTANELLI, CASTIGLIONE e RUFFINO. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto un investimento di 300 milioni di euro per utilizzare i beni confiscati alle mafie, al fine di potenziare i servizi e favorire l'inclusione; si tratta del più importante investimento in tale ambito degli ultimi 40 anni, da quando è in vigore la cosiddetta legge Rognoni-La Torre;

   nel novembre 2021 l'Agenzia per la coesione territoriale ha pubblicato l'avviso per la presentazione dei progetti; tra i criteri premiati per i progetti era prevista la valorizzazione dei beni confiscati con finalità di centro antiviolenza per donne e bambini e case rifugio;

   l'avviso ha visto un'alta partecipazione, in particolare da parte delle regioni Campania e Sicilia, e ha anche favorito un'accelerazione nel trasferimento delle proprietà confiscate alle amministrazioni territoriali, che hanno preparato i progetti, anche in collaborazione con il terzo settore;

   il 19 dicembre 2022 è stato pubblicato il decreto del direttore generale dell'Agenzia per la coesione territoriale di approvazione del finanziamento degli interventi, cui è seguito il 21 marzo 2023 quello definitivo;

   il cosiddetto «decreto Pnrr 2» aveva finanziato le spese iniziali di gestione dei beni vincitori del bando con una dotazione iniziale di 2 milioni di euro per il 2022;

   nella proposta di rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza il Governo ha deciso di definanziare dalle risorse a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza la «Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie» per non meglio specificate criticità rispetto al cronoprogramma previsto connesse all'azione dei comuni, che peraltro si sarebbero potuti avvalere del supporto dell'Agenzia per la coesione territoriale, soppressa dall'articolo 50 del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13;

   il potenziamento delle forme di assistenza per le donne vittime di violenza e per i loro figli, tramite il rafforzamento della rete dei servizi territoriali, è uno degli assi fondamentali del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne;

   le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza avrebbero contribuito in modo sostanziale a tale obiettivo, finalizzando al supporto delle donne vittime di violenza beni sottratti all'economia criminale, mentre la decisione del Governo di rimodulare tale investimento ha determinato un quadro di grande incertezza circa gli strumenti e le modalità con cui portare a termine tali progetti –:

   a seguito del definanziamento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, se e con quali risorse verranno portati a termine i progetti per la riconversione degli stessi in centri antiviolenza e case rifugio, anche al fine di chiarire la situazione di incertezza in cui si trovano i comuni vincitori dei bandi.
(3-00846)

(5 dicembre 2023)

   GHIO, FERRARI, FORATTINI, BRAGA, BOLDRINI, DI BIASE, MALAVASI, MANZI, BONAFÈ, CASU, CIANI, DE LUCA, DE MARIA, FORNARO, MORASSUT, TONI RICCIARDI e ROGGIANI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   la cronaca quotidiana ci riporta brutalmente alla necessità di mettere in campo e di rendere efficace il complesso sistema di misure di cui ci si è dotati per il contrasto alla violenza contro le donne, anche con l'ultima legge approvata n. 168 del 2023, che prevede, accanto al rafforzamento delle misure cautelari, il coinvolgimento degli operatori e dei professionisti che possono entrare in contatto con le vittime in un'apposita azione di formazione, di aggiornamento e di qualificazione, con natura continua e permanente al fine di mettere in atto una corretta gestione del fenomeno, nonché di permetterne una corretta lettura, necessaria a consentire un'efficace e tempestiva azione di contrasto della violenza di genere e domestica, affinché anche le organizzazioni responsabili possano coordinare efficacemente le loro azioni, anche operando in sinergia con i centri antiviolenza, gli ordini professionali, con la Conferenza delle regioni, con l'Anci, Upi, Uncem, con la Conferenza dei rettori, con la Scuola nazionale dell'amministrazione, con il Formez Pa e con le associazioni attive nel contrasto al fenomeno;

   la citata legge n. 168 del 2023 non prevede, però, risorse finanziarie per tali attività formative, né per assunzione di personale specializzato nella rete antiviolenza, nelle procure e in nessun altro servizio pubblico dedicato;

   il Governo, in sede di discussione parlamentare, si era impegnato a garantire lo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie a tal fine nella legge di bilancio;

   la rete antiviolenza evidenza, inoltre, la necessità di incrementare i fondi per la presa in carico delle donne e dei loro figli, per accompagnarle nei percorsi di autonomia abitativa e di inserimento lavorativo, anche attraverso il reddito di libertà, in ragione della sempre crescente domanda –:

   se e quali iniziative di competenza siano state adottate o abbia intenzione di adottare, a partire dal primo provvedimento utile, sia sul piano finanziario, sia su quello organizzativo, al fine di incrementare le azioni di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne e domestica e, in particolare, rispetto al finanziamento di formazione, aggiornamento e qualificazione del personale a carattere continuo e permanente.
(3-00847)

(5 dicembre 2023)

   LUPI, SEMENZATO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO e TIRELLI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   dall'inizio della XIX Legislatura, le politiche di contrasto della violenza contro le donne sono state al centro dell'agenda politica della maggioranza e del Governo;

   la legge 24 novembre 2023, n. 168, recante «Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica», ha posto le basi per una più incisiva azione di prevenzione e contrasto del fenomeno;

   anche sul lato delle risorse finanziarie, già a partire dalla legge di bilancio per il 2023, sono state date risposte efficaci al fine di rafforzare e potenziare quella rete territoriale di accoglienza che vede nei centri antiviolenza e nelle case rifugio il principale luogo dedicato alle donne che hanno avviato un percorso di uscita dalla violenza;

   grazie all'impegno della maggioranza di Governo e, in particolare, del gruppo parlamentare Noi Moderati, la legge 29 dicembre 2022, n. 197, ha incrementato di 1.850.000 euro il Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006;

   l'organizzazione Action aid ha diffuso a parere degli interroganti informazioni discutibili e contraddittorie sui fondi stanziati dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, per il contrasto alla violenza sulle donne, informazioni che propongono un'analisi delle risorse investite che appare non congrua rispetto ai dati effettivi sui quali si richiede, dunque, una parola definitiva da parte del Governo;

   i recenti fatti di cronaca, che hanno generato nell'opinione pubblica sgomento e preoccupazione, devono indurre le istituzioni a proseguire con sempre maggiore determinazione sulla strada della prevenzione e del contrasto del fenomeno;

   il contesto sociale attuale richiede uno sforzo delle istituzioni per promuovere un'alleanza tra famiglie, scuola e reti sociali per promuovere il rispetto della dignità e della libertà dei cittadini sin dalla giovane età –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere finanziario, abbia assunto e intenda assumere per potenziare le azioni di contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica.
(3-00848)

(5 dicembre 2023)

   MAGI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il generale Roberto Vannacci ha scritto un libro dal titolo «Il mondo al contrario»;

   vi sono espressi concetti opposti ai valori che ispirano la Costituzione della Repubblica, quali, per esempio: «La normalità è l'eterosessualità. Se l'omosessualità sembra normale è colpa delle trame delle lobby gay internazionali»; oppure: «i tratti somatici di Paola Egonu non rappresentano l'italianità»; e per chiudere: «nelle mie vene una goccia del sangue di Enea, Romolo, Giulio Cesare, Mazzini e Garibaldi»;

   il Ministro interrogato ha definito queste e altre affermazioni «farneticazioni», affermando in un tweet che si tratta di «opinioni che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione» e si è rimesso alle valutazioni disciplinari degli organi competenti, salva l'adozione immediata del provvedimento cautelare della rimozione dal comando dell'Istituto geografico militare;

   viceversa, in data 3 dicembre 2023, si è appreso che il generale Vannacci è stato nominato Capo di Stato Maggiore del comando delle forze operative di terra dell'Esercito. È un incarico cosiddetto di line, nell'ambito del quale egli è sottoposto al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Pur non essendo un compito apicale, nondimeno è uno snodo importante nella catena di comando;

   la circostanza è allarmante, specie alla luce di quel che il medesimo Ministro interrogato aveva affermato soltanto il 1° dicembre 2023, in risposta a un'interpellanza urgente del deputato Della Vedova: «Tutti noi difendiamo precariamente la democrazia, ognuno col suo ruolo (...). Perché, se noi, invece, ci contrapponiamo e lasciamo che vadano avanti queste contrapposizioni, dove arriveremo? Lo ripeto: il principio è lo stesso che io ho applicato, prendendomi insulti, nel caso Vannacci, spiegando, cioè, che chi ha responsabilità e ha potere deve necessariamente non solo essere terzo, ma anche apparire terzo»;

   le affermazioni del generale secondo gli interroganti sono in contrasto con l'articolo 1348 del codice dell'ordinamento militare che reca: «il comportamento dei militari nei confronti delle istituzioni democratiche deve essere improntato a principi di scrupolosa fedeltà alla Costituzione repubblicana e alle ragioni di sicurezza dello stato»;

   l'articolo 732 del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010 prescrive che il militare deve in ogni circostanza tenere condotta esemplare a salvaguardia del prestigio delle Forze armate e che egli ha il dovere di improntare il proprio contegno al rispetto delle norme che regolano la civile convivenza, astenendosi dal compiere azioni e dal pronunciare imprecazioni, parole e discorsi non confacenti alla dignità e al decoro –:

   a che punto sia il procedimento disciplinare avviato e come intenda esercitare la propria potestà sanzionatoria di Stato, ai sensi dell'articolo 1375 del codice dell'ordinamento militare.
(3-00849)

(5 dicembre 2023)