XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 29 dicembre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Baldelli Simone , Presidente ... 3 

Audizione del direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna.
Baldelli Simone , Presidente ... 3 
Minenna Marcello , direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 3 
Baldelli Simone , Presidente ... 6 
Cantone Luciano (M5S)  ... 7 
Baldelli Simone , Presidente ... 7 
Manca Gavino (PD)  ... 7 
Baldelli Simone , Presidente ... 7 
Alemanno Maria Soave (M5S)  ... 7 
Baldelli Simone , Presidente ... 8 
Giuliano Carla (M5S)  ... 8 
Baldelli Simone , Presidente ... 8 
Minenna Marcello , direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 8 
Baldelli Simone , Presidente ... 11 
Zanella Federica (LEGA)  ... 11 
Baldelli Simone , Presidente ... 11 
Minenna Marcello , direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 11 
Baldelli Simone , Presidente ... 12 
Minenna Marcello , direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ... 12 
Baldelli Simone , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso, nonché via streaming sulla web-tv della Camera.
  Avverto altresì che, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020, i parlamentari possono partecipare all'odierna audizione in videoconferenza.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, dottor Marcello Minenna, che ringrazio per aver dato la disponibilità, né dovuta né scontata, a essere audito in questa fase tra Natale e Capodanno quando peraltro proseguono i lavori parlamentari. La ringraziamo dunque per averci fornito questa occasione di ascolto.
  Ricordo che la seduta è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. Ringrazio i colleghi che hanno avuto l'opportunità e la disponibilità di essere qui in presenza.
  Abbiamo ascoltato il Vice ministro per lo Sviluppo economico e il presidente dell'Ente nazionale per l'aviazione civile, e quindi prosegue la nostra ricognizione preliminare sulle tematiche e le criticità riscontrabili nella peraltro vasta materia di inchiesta riguardante la Commissione. In particolare, oggi cercheremo, con l'aiuto del vertice dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, di mettere a fuoco alcuni aspetti che possono riguardare la lotta alla contraffazione a tutela della salute e della sicurezza dei consumatori.
  Do dunque la parola al dottor Minenna. Al termine del suo intervento i colleghi potranno porre domande o richieste di chiarimento. Le questioni sono note, la competenza della Commissione riguarda la tutela dei consumatori e degli utenti. Ci interesserebbero anche delle casistiche e qualche statistica sul mondo su cui voi operate.

  MARCELLO MINENNA, direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Grazie signor presidente. Ringrazio anche gli onorevoli membri per l'attenzione dedicata ai temi che oggi presenteremo e che riguardano fondamentalmente l'operatività dell'Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli in questo ambito, quello della lotta alla contraffazione e più in generale anche delle questioni collegate al contrasto all'Italian Sounding. Darei subito un riferimento numerico sulle attività di sequestro delle merci effettuata nell'ultimo anno dai 10.000 dipendenti dell'Agenzia nello svolgimento delle loro funzioni di polizia tributaria e giudiziaria. Sono state all'incirca diecimila tonnellate. Nell'ambito di queste diecimila tonnellate di merci sequestrate un ruolo critico certamente riguarda l'elemento delle merci contraffatte per una serie di motivi che esamineremo durante questa audizione odierna, in relazione sia alla tutela della salute pubblica Pag. 4sia alla tutela del valore del made in Italy e quindi al funzionamento dell'economia reale e al contrasto al sommerso.
  Innanzitutto vi do un'idea dei prodotti contraffatti, distinti anche per categoria merceologica, che abbiamo sequestrato soltanto nel periodo 2020-2021 – parliamo di circa 6 milioni di pezzi. Se noi andiamo al di fuori di una categoria generale in cui sono ricompresi gli oggetti più variegati, per quasi 5 milioni di pezzi, notiamo però che è rilevante la presenza di prodotti alimentari e bevande, di prodotti per la cura del corpo, di abbigliamento e accessori, di calzature e loro parti, di accessori personali, ovviamente telefoni cellulari e loro accessori, di apparecchi elettronici e informatici, di varia natura, e poi cassette, cartucce per giochi, DVD, player. Un ruolo anche critico è riservato a giocattoli e ai medicinali. Invito loro a vedere il museo del fake o Casa dell'anticontraffazione, che abbiamo inaugurato a giugno del 2020, nella nostra sede centrale di piazza Mastai, dove appunto potrete osservare dalla vettura sportiva contraffatta fino alla mascherina griffata contraffatta, dagli spumanti, vini, champagne e prodotti derivati dell'alcol ai derivati del petrolio, come gasolio e benzina, e a tutti gli oggetti di largo consumo.
  Darò poi qualche riferimento sui temi più rilevanti, tenuto conto del periodo natalizio e comunque di regali – a breve sarà anche la Befana – e qualche indicazione che ci permettiamo di dare ai naviganti ovvero agli utenti finali.
  Dove viene sequestrata questa merce? Viene sequestrata laddove noi operiamo, ovvero negli spazi doganali, e per il 90 per cento nei porti. Tale merce contraffatta proviene in larga parte dalla Cina, dopodiché abbiamo alcuni Paesi dell'Europa dell'est, come la Bulgaria. C'è anche un ruolo abbastanza rilevante di Hong Kong. Se andiamo però a esaminare non tanto il Paese di origine, quindi da dove proviene questa merce che noi fermiamo in dogana, ma dove il paese in cui ha avuto luogo l'ultima fase rilevante della fabbricazione, ci accorgiamo che la Cina, da essere il primo Paese scende in graduatoria. Ciò vuol dire che la prima lavorazione magari avviene in Cina all'origine, ma poi ci sono delle ulteriori fasi che vengono completate in altri paesi più vicini all'Italia. Tengo anche a dire che mentre l'attività dell'Agenzia ADM negli spazi doganali è molto esclusiva perché in essi detiene una funzione-chiave definita assai puntualmente dalla legislazione nazionale ed europea, purtroppo stando in un contesto più ampio, ovvero il contesto europeo, non è difficile riscontrare che merce contraffatta o con criticità di varia natura possa arrivare poi in Italia attraverso un trasporto ferroviario o su gomma dopo aver ottenuto potenziali sdoganamenti in altri paesi unionali. Su questo punto tengo a precisare che l'Agenzia ha degli strumenti in più rispetto alle altre autorità doganali europee. L'Agenzia è dotata dei laboratori chimici di Stato. Abbiamo laboratori su tutto il territorio nazionale anche con unità mobili, all'avanguardia in Europa, come riconosciuto dalle varie certificazioni ottenute. Attualmente per esempio l'Agenzia è l'unico ente riconosciuto nella verifica delle mascherine a livello nazionale ed europeo e la Direzione generale della Commissione europea TAXUD ha infatti invitato le altre autorità doganali ad affidarsi ai nostri laboratori per le verifiche, e questo perché all'inizio della pandemia l'Agenzia si è dotata dei macchinari funzionali a svolgere le verifiche proprio sulle mascherine che tutti noi siamo tenuti a indossare per i motivi di prudenza, cautela e prevenzione che sono fin troppo noti a tutti.
  Quali sono i porti o gli uffici ai confini dove maggiormente avvengono questi sequestri? Fondamentalmente a Napoli e anche nel nostro ufficio delle dogane di Como. Dopodiché abbiamo Firenze, Ravenna, La Spezia, Bari, Salerno e anche alcuni aeroporti, per esempio quello di Bergamo, Orio al Serio.
  Darò poi un riferimento puntuale, presidente, sui giocattoli, e, dato il momento storico, sui botti di Capodanno, perché bisogna essere molto prudenti da questo punto di vista. Quali sono i rischi che i nostri laboratori chimici hanno riscontrato in questi prodotti? Vi faccio degli esempi anche Pag. 5abbastanza antipatici nell'esposizione, ma che credo siano utili per comprendere cosa succede realmente. Abbiamo detto che tra i prodotti contraffatti ci sono per esempio accessori per il corpo, ci sono i profumi. Loro sanno che il profumo, avendo dei contenuti di alcol, è una di quelle produzioni e distribuzioni che hanno un regime di vigilanza dell'Agenzia ADM, così come nel settore del tabacco e nel settore del gioco. Un profumo non vigilato è un profumo che all'esame dei laboratori chimici magari si riscontra che sono utilizzati... cercherò di essere proprio chiaro così evitiamo fraintendimenti. L'urina degli animali viene utilizzata per fornire il colore paglierino a questi profumi e questo è un problema, così come per dare i colori ai farmaci contraffatti. Per esempio per quelli per le disfunzioni erettili, che hanno il colore blu, viene usata la vernice delle strisce blu. Potrei proseguire con altri esempi: negli champagne e nei vini frizzanti non c'è il vino, c'è altro materiale che ha potenzialmente anche elementi di tossicità. Il disvalore della produzione contraffatta, e lo dico da economista, è un grave danno per l'economia reale perché alimenta tutti gli illeciti tipici della criminalità organizzata. Non dimentichiamo che dietro un prodotto contraffatto c'è anche un traffico di valuta ovviamente collegato a fenomeni di riciclaggio o a reati che possono essere i più vari e che servono poi per effettuare una ripulita di questo flusso di circolante.
  Come dicevo, ci sono criticità gravissime nel mondo dei giochi. I nostri laboratori hanno trovato materiali tossici, spesso materiali radioattivi. Spesso il materiale che è all'interno dei peluche è materiale molto problematico per la salute dei bambini. I nostri laboratori fanno verifiche di varia natura su queste problematiche. Per esempio un pupazzo per bambini piccoli deve avere certe caratteristiche di resistenza allo strappo e alla suzione, che potete immaginare, e che questi prodotti non hanno, così come, per quanto riguarda il settore alimentare, grazie alla fantasia della malavita e di questa gente senza scrupoli, nei pesci congelati che troviamo purtroppo anche in alcune strutture di distribuzione viene venduto lo squalo per pesce spada o vengono venduto pesci di fiume per cernia o per pesci assai più pregiati e che magari vivono in fiumi di Paesi del Sud-Est asiatico dove purtroppo c'è di tutto, anche perché rappresentano valvole di sfogo di produzioni molto aggressive dal punto di vista dell'inquinamento ambientale o addirittura usati per lo smaltimento di materiali che sono stati usati durante alcune guerre importanti che si sono svolte nel secolo scorso. È quindi assolutamente importante verificare. Poi ci sono anche i casi minori: la disidratazione dei pesci o delle carni congelate ovvero l'eccesso di idratazione per farle pesare di più, ma questo diventa veramente il minore dei mali rispetto alle cose che ho detto. Magari uno si compra un chilo di un alimento congelato poi lo va a cuocere e scopre drammaticamente che era tutta acqua. Su tutte queste attività i nostri laboratori sono presenti. Anche i crostacei vengono contraffatti, perché ci sono crostacei più di pregio di altri, però con l'ausilio di coloranti si può creare l'apprezzamento di un gambero rosso che non era rosso, per dirne una. Per questo l'Agenzia nel 2021 ha avviato un piano di promozione e di informazione attraverso l'esibizione, in apposite glass house, ovvero nelle principali città d'Italia in occasione di importanti manifestazioni, di questi prodotti contraffatti. Invece di distruggerli, cosa che sicuramente va fatto, vengono esibiti anche attraverso piccoli box da mettere nei principali porti e aeroporti. Oltre che nella nostra «Casa dell'anticontraffazione» a piazza Mastai – alla quale l'invito è rivolto a tutti – inizierete a vederli nei porti e negli aeroporti delle principali città. Di recente, in occasione della settimana della moda, abbiamo esibito, in una casa di vetro di otto metri per cinque, una Ferrari contraffatta degli anni Sessanta e tutta una serie di oggettistica di questo genere.
  Tra le operazioni più importanti, nel 2021 abbiamo partecipato all'operazione «Ludus» organizzata dall'OLAF, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode, dall'Europol e dall'Ufficio europeo per la proprietà intellettuale. Abbiamo trovato giocattoli contraffatti,Pag. 6 puzzle e tappetini – tappetini per i bambini dove essi teoricamente si appoggiano magari con la pelle non coperta – che avevano criticità nei materiali e nelle vernici utilizzate, poi oggetti di varia natura, macchinine teleguidate e trenini. La fase operativa di questa operazione che è cominciata il 15 ottobre e si è conclusa proprio ora, il 30 novembre 2021, ha evidenziato la presenza di una grande fantasia. Biciclette e monopattini contraffatti, articoli natalizi di varia natura, abbiamo sequestrato di recente non so quante decine di motorini Vespa che non erano le Vespa della Piaggio per non parlare poi delle luminarie di Natale e delle feste, abbiamo trovato biciclette con cambi contraffatti, sequestrato marchi di giochi del grande pubblico noti a tutti, non solo completamente falsi, ma soprattutto con criticità riscontrate dai nostri laboratori.
  Cosa si può fare per tutelarsi? Innanzitutto l'Agenzia forse qualche rafforzamento ne abbisogna, ma sicuramente nel 2022 cercheremo di segnalare alcune nuove funzionalità che potrebbero aiutarci a raggiungere meglio gli obiettivi di vigilanza e di enforcement, penso per esempio alla possibilità di operare in maniera anonimizzata sulle piattaforme di e-commerce perché anche lì si consuma molta della vendita sul territorio. Oggi l'Agenzia, salvo nei casi in cui venga attivata con l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria, non può svolgere questa funzione. In realtà questa funzione potrebbe essere tranquillamente riportata a una vigilanza amministrativa per fare delle verifiche e comprare sulle piattaforme e-commerce qualche bene in maniera però non trasparente per la controparte ed esaminarla con i laboratori, per poi avviare indagini più approfondite, in maniera più veloce e snella.
  Dal punto di vista degli utenti, la raccomandazione che si può fare è di muoversi nei canali di vendita ufficiali. Questo lo ricordo spesso e volentieri: chi compra dalle bancarelle o chi compra per strada, compie un reato. Il reato non lo compie solo chi vende ma anche chi compra e non possiamo dire che non ci sia la consapevolezza dell'utente finale. Se un prodotto di marca si vende nel negozio che riporta quel brand è impossibile che quel prodotto sia contraffatto, a meno che non si tratti di un'associazione a delinquere che porta un prodotto contraffatto, mentre acquistare in altri negozi che hanno certi marchi al di fuori delle autorizzazioni, è chiaro che la cosa diventa particolarmente rischiosa. Nel negozio si può capire che ci possa essere la vestizione di una qualche legalità, perché in fondo un negozio è una sede, ma in tal caso la funzione della vigilanza sul territorio ovviamente non compete all'Agenzia ma alle forze di polizia. L'Agenzia non è una forza di polizia, tutti i suoi dipendenti hanno la qualifica di polizia giudiziaria nello svolgimento delle proprie funzioni, ma non sul territorio, se non per alcune fattispecie ben identificate.
  La prudenza sulle piattaforme e-commerce è fondamentale, in quanto occorre verificare che siano dei canali autorizzati di distribuzione e per questo citavo i nostri poteri di vigilanza in relazione ai quali molto può essere ancora migliorato perché si tratta di nuovi strumenti di distribuzione ed è chiaro che bisogna adeguarsi all'innovazione dei comportamenti anche con strumentazioni più efficaci.
  Credo, presidente, di aver dato qualche spunto di riflessione accompagnato anche da dati numerici. Se lei ritiene mi fermerei qui, dichiarandomi disponibile a rispondere a domande o richieste di chiarimento.

  PRESIDENTE. Intanto la ringrazio perché secondo me la sua relazione ha corrisposto esattamente a quelle che erano le aspettative della Commissione in questo mondo molto eterogeneo, vasto e composito della contraffazione e della vostra attività su questo settore. La cosa che più di ogni altra mi viene in mente è la questione delle mascherine che in questo momento sta diventando anche molto importante in termini quantitativi. Al di là degli esami specifici e tecnici di laboratorio, ci sono strumenti che permettono al consumatore di poter comprendere se una mascherina sia o meno regolare? C'è una lettura anche superficiale che si può fare o son fatte talmente bene che ciò non sia possibile? Si Pag. 7tratta di un problema di mercato importante anche in termini quantitativi.
  Procediamo a raccogliere alcune domande dei colleghi. Do la parola al collega Cantone.

  LUCIANO CANTONE. Ringrazio anche io il dottor Minenna per l'esposizione sul panorama della merce contraffatta. Sostanzialmente, tutto quello che è in commercio è soggetto a contraffazione.
  Volevo farle alcune domande un po' più specifiche anche per capire come possiamo noi dare una mano proprio per tutelare meglio i consumatori. Qualche giorno fa è stato istituito dal Ministro delle infrastrutture lo Sportello unico doganale, che dovrebbe essere uno strumento in più per l'Agenzia delle dogane per cercare di coordinare anche a livello nazionale tutti i controlli. Volevo sapere la sua opinione sulla creazione di questo Sportello unico perché dal nostro punto di vista era un passaggio che si doveva fare già da parecchi anni e che finalmente è arrivato lo scorso 23 dicembre.
  Per quanto riguarda la merce contraffatta le volevo chiedere se potrebbe essere d'aiuto per tutte queste tipologie di merci, soprattutto per quelle più delicate – mi riferisco quindi ai farmaci e ai cibi, che impattano maggiormente sulla salute dei cittadini. Un tracciamento con un codice univoco tramite la tecnologia blockchain potrebbe costituire una tutela maggiore per il consumatore e, in caso affermativo, dal punto di vista della gestione delle vostre sedi territoriali in che modo e per quale tipologia di merce potrebbe essere introdotta dal legislatore? Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Manca.

  GAVINO MANCA. Grazie presidente e grazie anche al dottor Minenna per la sua interessante relazione che ci ha messo a disposizione. Intendo porle due domande specifiche. Lei ha parlato di diecimila tonnellate di merci sequestrate. Mi interessava capire se avete una indicazione economico-finanziaria di quanto disagio creino queste merci contraffatte e specialmente se ci sia una evidenziazione dei settori. Questo lo dico perché è chiaro ed evidente che, oltre al danno alla salute, ci sono danni economici che le nostre aziende subiscono da questo mercato nero.
  L'altra domanda si ricollega a quanto accennato dal presidente in riferimento alle mascherine. Le chiederei se siano state intraprese iniziative da parte vostra in riferimento al mercato secondario dei tamponi che, come si legge, sta prendendo piede.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Alemanno.

  MARIA SOAVE ALEMANNO. Grazie presidente. Anch'io ringrazio il dottor Minenna per la sua relazione. Devo dire la verità, sono rimasta spiacevolmente colpita da tutto quello che ci ha raccontato perché, nonostante ci troviamo in un circuito dove ci giungono tante informazioni anche da altre Commissioni, determinate constatazioni che ha fatto mi lasciano perplessa perché ci mettono davanti all'evidenza che il consumatore finale oggi è veramente alla mercé della criminalità. Lei ha affrontato diversi temi: dalla salute ai giochi per bambini, dall'Italian Sounding ai prodotti alimentari. Sono tutti temi che mettono a dura prova in primo luogo il made in Italy e poi tantissime altre aziende italiane che operano in diversi ambiti. Mi domandavo in che modo, come Parlamento, abbiamo la possibilità di opporre un maggior contrasto alla diffusione di queste pratiche criminali che ormai si sono infiltrate ovunque.
  Le volevo poi porre una domanda specifica, dato che questo passaggio mi è sfuggito. Lei diceva che attraverso le vostre postazioni in porti e aeroporti si riesce a contrastare la merce che arriva in Italia. Mi è sembrato di capire che con l'e-commerce questo non avviene perché forse le consegne avvengono direttamente a domicilio. Mi chiedo quindi se abbiamo delle modalità per poter implementare determinati servizi che vadano a influire in maniera diretta proprio sull'e-commerce, considerando il fatto che anche da altre notizie che Pag. 8emergono e che ci giungono in questo periodo, attraverso questo canale è possibile raggiungere direttamente ogni singolo consumatore italiano che resta alla sprovvista di tante informazioni necessarie per la propria tutela. Volevo sapere da lei se avete già sperimentato o state adottando metodologie per essere più puntuali su questo tema.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Giuliano.

  CARLA GIULIANO. Grazie presidente. Saluto e ringrazio il dottor Minenna per la sua relazione e, nel formulare alcuni quesiti, mi ricollego a quanto poc'anzi detto dalla collega Alemanno.
  Il primo quesito è di carattere generale. Quali strumenti noi parlamentari possiamo mettere in campo a livello normativo, non solo come Parlamento italiano, ma anche in una prospettiva europea, visto che lei parlava di prodotti provenienti anche da Paesi esteri, per rafforzare il contrasto ai prodotti contraffatti?
  Visto l'impatto economico sicuramente negativo che questi prodotti hanno a livello nazionale e non solo, le chiedo se voi agiate di pari passo con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, visto che ritengo che questo sia un mercato di concorrenza sleale rispetto alle aziende che nella produzione dei loro prodotti rispettano tutti i requisiti di legge.
  Le chiedo infine se abbiate un report dei danni, anche in riferimento ai prodotti che voi non arrivate a sequestrare, di qualsiasi tipo, soprattutto alla salute, che si sono verificati a causa di prodotti contraffatti, se avete dati precisi o anche approssimativi, grazie.

  PRESIDENTE. Se non vi sono altre domande, aggiungo una mia considerazione. La contraffazione esiste perché c'è un mercato di persone che ritengono che, a fronte del costo ribassato del prodotto contraffatto, ci sia il vantaggio di poter acquisire una merce simile a una vera, anche se vera non è. Secondo lei esiste la consapevolezza del rischio e del danno che l'acquisto di tale merce comporta, al di là del fatto che sia illecito, quando fatto in modo consapevole, ovviamente, ovvero non effettuato attraverso i canali di acquisto verificati? Credo che ci sia proprio un problema di mancanza di consapevolezza del rischio, nel senso che non si ha l'idea di quanto sia pericoloso comprare il medicamento, le pastiglie o il profumo on line e poi si riceva un prodotto adulterato e contraffatto, di quanto cioè sia pericoloso acquistare abiti a un prezzo molto basso che però contengono vernici che magari contengono piombo o altri materiali dannosi. Ho come la sensazione che manchi, almeno in una parte dell'opinione pubblica, la consapevolezza della gravità del rischio che si corre. Vorrei sapere la sua opinione.

  MARCELLO MINENNA, direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Anzitutto ringrazio per le domande, che consentono di meglio precisare e integrare la relazione.
  Quando sono stato nominato direttore generale a febbraio del 2020, la prima cosa che ho cercato di sollecitare anche all'autorità politica è stato proprio lo Sportello unico doganale dei controlli, perché ne ho colto subito la strategicità. In Dogana interagiscono decine di amministrazioni e quindi è fondamentale che ci sia un unico soggetto pubblico che si faccia carico delle istanze dell'economia reale, perché ciò vuol dire fare dell'Agenzia un soggetto che promuove anche lo sviluppo dell'economia. L'Agenzia non è solo enforcement, vigilanza e repressione, ma è anche, e soprattutto, uno strumento per la promozione dell'economia, quella buona.
  Quindi se sono contento che ci siamo riusciti, su questa iniziativa, come su altre – e questo lo dico oramai dopo quasi due anni di direzione di questa amministrazione – succedono spesso cose strane. Questioni normative o regolatorie che dovrebbero essere facilmente portate a risultato hanno degli strani rallentamenti. È chiaro che non abbiamo elementi oggettivi, altrimenti non dovremmo parlarne in questa sede ma in altre, però c'è la sensazione che ogni tanto qualche strumento che serve a contrastare gli illeciti e i comportamenti scorretti trovi degli intoppiPag. 9 nella sua fase di conclusione. Il perché è evidente, ci sono interessi economico-finanziari. Certamente la digital ledger technology e quindi la sua applicazione nel blockchain è una strada per una tracciatura importante di origine e fasi distributive. L'Agenzia ha ottenuto, con il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, la possibilità di costituire una società in-house – ADM-Qualitalia – che metterà i laboratori chimici a servizio dell'economia reale, il che significa che sia in fase di importazione sia in fase di esportazione la merce viene tracciata e riconosciuta. Quando un prodotto viene contraffatto, se non avrà quel segnale, quell'ologramma, quella indicazione in blockchain, è chiaro che è irregolare. Stiamo completando questo complesso iter amministrativo e – dato che questo strumento è anche nel patto per l'export dei Ministeri dello sviluppo economico e degli affari esteri e cooperazione internazionale – speriamo di riuscire nella primavera del 2022 a costituire questa società che è evidentemente strategica per la tutela della nostra produzione ma anche della distribuzione.
  Venendo alla questione della quantificazione economico-finanziaria, le do un'idea: un container del lusso in un porto italiano vale 10 milioni di euro, un container che ha dunque al suo interno merci griffate, con prodotti di marchi italiani o anche stranieri – la cosa ha un rilievo relativo, il problema è la contraffazione. Un container vale 10 milioni di euro: andate su una foto satellitare di un porto italiano e vedete quante migliaia di container ci sono. Questo vi dà un'idea di quanto valga la contraffazione.
  Sul discorso delle mascherine e dei tamponi, c'è stata una fase molto critica in cui l'Agenzia ha predisposto un protocollo importante con l'Istituto superiore di sanità e l'AIFA, dove giravano vaccini contraffatti. Laddove c'è una «merce rara» o una difficoltà di approvvigionamento, perché magari c'è una barriera all'entrata, come per i farmaci che in Italia si comprano in farmacia e alcuni hanno bisogno della prescrizione medica – è un fatto – se qualcuno vuole superare questa regola, questa barriera, oltre a compiere un illecito, entra in un mondo in cui nella migliore delle ipotesi si è comprato il nulla, cioè un farmaco che non ha nessun principio attivo, nella peggiore delle ipotesi si potrebbero avere le conseguenze che abbiamo detto.
  Certo, le mascherine di comunità, quelle generiche, quindi non quelle che stiamo indossando noi ora, possono costare poco, pochissimo o tanto, se sono griffate o fatte con materiali pregiati, anche se non svolgono le funzioni di filtro e protezione. Certo se parliamo di una mascherina FFP2 o FFP3 il prezzo dovrebbe aiutare a capire e il canale distributivo anche, perché su canali distributivi di un certo tipo è evidente che è difficile che venga distribuita una mascherina che si vende come FFP2 o FFP3 e non ha nessuna capacità filtrante. Però, purtroppo, presidente, su questo aspetto solo la vigilanza può risolvere il problema. Obiettivamente, in alcuni casi, se queste mascherine possono sembrare all'apparenza come le nostre, magari dopo neanche qualche ora, ci si accorge del materiale si sgretola o dell'incapacità di aderire al volto. Però queste sono questioni che non possono essere riconosciute da un non addetto ai lavori o dai macchinari che abbiamo in Agenzia. Uno di questi macchinari che fa le prove sulla traspirazione ingombra quanto metà di questa sala, parliamo di cose che richiedono una certa disponibilità di spazi e anche una competenza e professionalità dei chimici che effettuano le verifiche.
  Sull'e-commerce sarà poi il presidente a definire la fase in cui confrontarsi su ipotesi evolutive della regolazione, però è indubbio che ogni nuovo fenomeno richiede che gli strumenti normativi vengano adeguati. L'Agenzia oggi è regolata da più di 3.000 norme, il che è incredibile, secondo me. Forse servirebbe un testo unico ADM per fare un po' di razionalizzazione, abbiamo regi decreti che sono ancora in vigore. L'Agenzia di fatto nasce come amministrazione gabellare con la costituzione del Regno d'Italia nel 1861 e poi è stata prima smembrata in più enti poi è stata ricomposta nel 2012 nell'assettoPag. 10 che era stato all'inizio, con accise, dogane e monopoli. Di sicuro ci sono ipotesi innovative che riguardano web, siti, oscuramento, e-commerce, riconoscibilità dei nostri mezzi che si possono discutere, ma, ripeto, il presidente definirà i momenti più opportuni.
  Circa il rapporto con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato abbiamo una protocollazione, abbiamo interazioni su vari settori, quindi lavoriamo con loro. Di sicuro la sua domanda, onorevole, evidenzia anche un altro tema, cioè che sulla contraffazione forse ci sono un po' troppi soggetti. Una volta fu creato l'Alto Commissario, che era una sorta di cabina di regia di tutti questi enti, poi giustamente l'hanno levato. Questo fa parte del discorso che facevamo prima, che talora una cosa che serve non si capisce perché poi non serva più, e, chissà come mai, si doveva semplificare l'assetto proprio in quella direzione.
  Sulla consapevolezza, se ho ancora qualche minuto, presidente, porterei un esempio relativamente ai carburanti. In una norma contenuta in un decreto semplificazione di qualche anno fa – perché si semplifica, talora – venne tolta l'autorizzazione dell'Agenzia ADM alle volture dei depositi fiscali e dei distributori di benzina. Lo spiego con un esempio concreto. A ENI per autorizzare il distributore faccio i raggi X, poi se ENI voltura quel distributore all'Alfa Petrol, all'AgiPetrol, D Petrol, Z Petrol, eccetera, è finita, si era cioè stratificata una serie di regolazioni di cui non avevamo più la governance. L'epilogo di questa norma è che sul territorio nazionale sono nati più di 6.500 distributori con i nomi più fantasiosi, le cosiddette pompe bianche. Le edicole in Italia sono 5.000, così avete un ordine di grandezza del problema. Quando da direttore neonominato, facendo un po' di analisi di vigilanza regolamentare – perché la repressione sanzionatoria richiede un modello di vigilanza a monte – la prima cosa che mi sono detto è che andasse ripristinata l'autorizzazione perché altrimenti non si sarebbe governato il settore, nel senso che magari si sarebbero chiusi 100 distributori di benzina perché vendevano il carburante più incredibile. Venendo alla sua domanda, presidente, il consumatore è convinto che quel carburante sia regolare perché c'è un avviamento positivo verso il distributore di benzina che viene da decine di anni di sistema di imposte indirette, accise e di controllo per cui uno è convinto che il carburante del distributore di benzina sia per forza regolato e controllato. Manco per niente. Quindi la prima cosa che abbiamo tentato è stata di cambiare la norma. Ci abbiamo messo un anno a ottenere tale modifica normativa perché era facile smontarla nei lavori parlamentari in quanto si sarebbe potuto ribattere che si volesse togliere una «semplificazione». Feci due audizioni parlamentari per spiegare il fenomeno e riuscire a ottenere il supporto dell'autorità politica. Vi do un numero: noi ne abbiamo chiusi 350 da quando la norma è stata inserita nella legge di bilancio, abbiamo recuperato più di un miliardo e mezzo di IVA, ma la cosa più rilevante è che tutti i distributori dove i nostri funzionari sono andati a controllare, li abbiamo chiusi. Tasso di positività 100 per cento, cioè non abbiamo trovato uno che avesse carburante in regola, misuratore in regola o, peggio, abbiamo riscontrato che non faceva il distributore di benzina, ma strozzinaggio, riciclaggio e chi più ne ha più ne metta.
  Purtroppo la criminalità organizzata si approfitta della fiducia che il consumatore ha verso settori dove è consolidata una tradizione distributiva e quindi uno non si aspetta che possa succedere una cosa così problematica.
  Sul discorso dei farmaci, ripeto, se uno decide di comprare i farmaci on line – non è un caso che da noi ci sia un monopolio distributivo delle farmacie – in tal caso, presidente, la consapevolezza è totale. Sulle piattaforme e-commerce no, perché obiettivamente molte di tali piattaforme innanzitutto hanno una grande reputazione e poi hanno importanti sistemi di controllo e vigilanza al loro interno, proprio per evitare di perdere di Pag. 11credibilità e sventare il rischio reputazionale. Ripeto però che un conto è la vigilanza interna che può fare una società, anche se multinazionale, un conto è la vigilanza che può fare un'autorità pubblica, dotata di adeguati poteri. Su questo secondo me c'è moltissimo lavoro da fare e anzi ringrazio il presidente e gli onorevoli componenti per l'invito perché sono certo che, se il presidente lo riterrà, come Agenzia possiamo darvi un supporto, un'informativa periodica sui dati che ritenete utili per la vostra attività definendo dei report, se del caso.

  PRESIDENTE. Ringrazio il direttore generale per la sua disponibilità all'audizione nonché per la esaustività del suo intervento e delle risposte fornite.
  La collega Zanella che è in collegamento da remoto intendeva intervenire.

  FEDERICA ZANELLA. Innanzitutto mi scuso perché purtroppo per problemi tecnici siamo stati collegati molto tardi, quindi non so se la tematica della mia domanda sia stata o meno affrontata. Ho seguito però le risposte alle domande dei colleghi.
  Mi risulta che spesso i beni sequestrati per contraffazione vengano poi redistribuiti con donazioni o quant'altro, con la possibilità che vengano in questo modo reimmessi sul mercato. So che ci sono anche associazioni di lotta alla contraffazione che hanno più volte ha indicato questa criticità. Non sarebbe più proficuo eliminarli con dunque l'impossibilità del loro riutilizzo?

  PRESIDENTE. La parola al direttore Minenna.

  MARCELLO MINENNA, direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Ringrazio l'onorevole Zanella, perché la domanda è molto pertinente. Ci sono tre fattispecie. La prima è, come dicevo, l'esibizione al fine di promuovere una cultura della legalità e in quel caso non si tratta di una reimmissione. Le merci contraffatte vengono dunque esibite, come dicevo, nell'ambito delle iniziative che l'Agenzia ha avviato innanzitutto a piazza Mastai e che si stanno avviando anche in occasione di eventi, ovvero nei porti e negli aeroporti.
  In altri casi è importante effettuare la distruzione e anche questo non è facilissimo. Per esempio abbiamo avviato la più grossa distruzione di tabacchi sequestrati tra Fiumicino e Civitavecchia. Di svariate decine di tonnellate è stata avviata la distruzione a metà ottobre che andrà avanti fino ai primi dell'anno perché è una operazione non facile. Non solo i laboratori chimici ma anche i filtri che devono essere utilizzati per la bruciatura di questo materiale devono avere certe caratteristiche, come quando ci occupiamo dello smaltimento degli stupefacenti. È tutt'altro che un'operazione banale.
  Per quanto riguarda le donazioni, nel 2020 l'Agenzia ha innovato le procedure per quanto di competenza, innanzitutto con una verifica e appositi protocolli con le associazioni che ricevono questi beni proprio per essere certi della loro tracciatura. Obiettivamente, queste procedure innovative sono state definite durante il periodo in cui sto dirigendo pro-tempore l'ente.
  Nel caso dei prodotti di marca, veri o falsi, che per vari motivi vengono sequestrati in dogana, è chiaro che, prima di donarli, vengono effettuate tutta una serie di verifiche nei laboratori chimici e di «ripulizia» del brand. In questo modo siamo certi che il materiale non sia riutilizzabile in altra maniera perché il brand non può essere rimesso in circolazione. Sicuramente è una ulteriore lavorazione rispetto alla distruzione, però crediamo che in alcuni casi, anche riferiti agli alimenti o all'abbigliamento, si tratti di qualcosa che dal punto di vista dell'utilità sociale abbia un suo perché, grazie a queste ulteriori lavorazioni che l'Agenzia realizza. Anche perché purtroppo, è inutile nasconderlo, c'è stato un aumento della povertà nel nostro come in altri Paesi d'Europa, e noi che tutte le settimane in piazza Mastai continuiamo la distribuzione degli alimenti ai poveri, possiamo garantirvi, vedendolo tutte le settimane,Pag. 12 che il fenomeno è tutt'altro che in diminuzione, purtroppo.

  PRESIDENTE. Quindi direttore, se ho capito bene, viene verificato che il prodotto non sia dannoso, ma viene tolto il brand che altrimenti sarebbe danneggiato da una concorrenza sleale.

  MARCELLO MINENNA, direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Quelle che svolgiamo sono procedure che li rendono inutilizzabili e comunque c'è un accordo e un protocollo fatto preliminarmente con l'associazione, non è che chiunque possa accedere a questo servizio, chiamiamolo così.

  PRESIDENTE. Mi sembra che la risposta abbia esaurito la questione posta dalla collega Zanella. Grazie ancora al direttore generale per l'importante contributo recato ai lavori della Commissione.

  La seduta termina alle 13.