XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni

Resoconto stenografico



Seduta n. 28 di Mercoledì 17 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Trancassini Paolo , Presidente ... 3 

Audizione del min. plen. Mario Cospito, già consigliere diplomatico presso il Ministero dello sviluppo economico:
Trancassini Paolo , Presidente ... 3 
Cospito Mario , già consigliere diplomatico presso il Ministero dello sviluppo economico ... 3 
Trancassini Paolo , Presidente ... 5 
Pettarin Guido Germano (FI)  ... 5 
Trancassini Paolo , Presidente ... 6 
Cospito Mario , già consigliere diplomatico presso il Ministero dello sviluppo economico ... 6 
Trancassini Paolo , Presidente ... 7

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
PAOLO TRANCASSINI

  La seduta comincia alle 14.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso, nonché via streaming sulla web-tv della Camera, come convenuto in sede di Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

Audizione del min. plen. Mario Cospito, già consigliere presso il Ministero dello sviluppo economico.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del ministro plenipotenziario Mario Cospito, già consigliere diplomatico presso il Ministero dello sviluppo economico.
  L'audizione rientra nel quadro degli approfondimenti che la Commissione sta completando con riferimento ai giorni cruciali del sequestro e dell'uccisione del giovane ricercatore friulano e, in particolare, alla visita al Cairo della ministra Federica Guidi, già precedentemente audita.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme della audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. Ove necessario i lavori potranno proseguire in forma segreta, sia a richiesta dell'audito che dei colleghi che formuleranno quesiti o osservazioni, sospendendo in tal caso la partecipazione da remoto.
  Ricordo altresì ai colleghi presenti la prescrizione di indossare la mascherina anche quando prenderanno la parola come è ormai prassi in Assemblea.
  Invito il ministro Cospito a svolgere la sua relazione, ringraziandolo per la disponibilità immediatamente manifestata a collaborare con la Commissione.

  MARIO COSPITO, già consigliere diplomatico presso il Ministero dello sviluppo economico. Signor presidente, saluto e ringrazio lei e i componenti della Commissione per l'attenzione che darete alle mie parole.
  Vorrei iniziare ricordando la figura di Giulio Regeni che un destino crudele ha strappato all'affetto dei suoi cari, alle sue amicizie e – consentitemi di dirlo – all'intera nazione italiana. Avendo figli della stessa età, posso dire che l'Italia tutta deve essere fiera di questo suo figlio, cresciuto all'ombra dei più nobili principi dell'umanità e caduto per mano violenta, cieca e incomprensibile.
  Venendo alla missione in Egitto dell'allora ministra Federica Guidi, per la quale svolgevo l'incarico di consigliere diplomatico, posso dire che era stata preparata da tempo e con grande attenzione. Gli allora buoni rapporti economici e commerciali, una serie importante di contratti e accordi in trattazione, alcuni contenziosi anche di natura commerciale che bisognava risolvere con una missione governativa, e l'ipotesi di un vertice intergovernativo Italia – Egitto che si sarebbe dovuto tenere nella successiva primavera, avevano portato alla decisione di inserire la missione in Egitto nel calendario delle missioni programmate per la ministra nella prima parte del 2016.
  A seguito poi di contatti con la nostra Ambasciata al Cairo e con la Farnesina decidemmo il suo svolgimento per le date Pag. 4del 3 e 4 febbraio del 2016. Come tutte le missioni all'estero, già nell'autunno del 2015 iniziò la procedura prevista in questi casi, con la richiesta di autorizzazione alla missione che veniva indirizzata a Palazzo Chigi, e per conoscenza alla Farnesina, e l'informativa alle associazioni, agli enti, alle aziende potenzialmente interessate a partecipare agli eventi aperti previsti dal programma.
  Ebbi modo, così, di organizzare una riunione preparatoria con gli enti e le aziende – circa una cinquantina – che avevano manifestato l'interesse a unirsi alla nostra missione. Durante quella riunione i partecipanti mi consegnarono una breve documentazione che mi consentì di inquadrare la portata dei loro interessi nel contesto della visita.
  Poco prima della riunione – credo nei primi giorni di gennaio del 2016 – fui convocato alla Farnesina per la consueta riunione informativa che precedeva ogni missione all'estero di ogni consigliere diplomatico. Il programma venne così strutturato in due giornate. Il 3 febbraio si sarebbe svolto l'incontro più importante con il Presidente al-Sisi, incontro che però fu incerto fino alla fine perché era prevista una sua contestuale missione all'estero. Solo negli ultimi giorni avemmo conferma dell'incontro con al-Sisi, incontro che avrebbe dovuto prevedere una sessione aperta alla delegazione ufficiale e imprenditoriale, e un incontro ristretto. Il 3 pomeriggio si sarebbero svolti gli incontri che noi chiamiamo B2B (business-to-business), cioè imprenditore con imprenditore, quindi aziende italiane con aziende egiziane, seguiti poi dal classico ricevimento che ogni volta viene organizzato, spesso in Ambasciata, in occasione di missioni imprenditoriali di questo tipo. Il 4 febbraio erano stati programmati altri incontri con vari ministri e autorità, soprattutto commerciali, egiziane. Tutto sembrava scorrere nella normalità di questi eventi, quando verso il 27 o il 28 gennaio – non ricordo la data precisa – avemmo, noi del MISE, notizia della scomparsa di Giulio Regeni.
  Nelle successive ore arrivarono anche a noi i rapporti preoccupati dell'ambasciatore Massari, e, di concerto con lui e con il Ministero degli esteri, si decise, alla luce degli sviluppi delle ore seguenti, di valutare eventuali passi della ministra Guidi con le più alte autorità egiziane. Passi che ci vennero poi formalmente richiesti alla vigilia della partenza, sia dalla nostra Ambasciata al Cairo, sia dalla Farnesina. Ricordo – ma potrei fare confusione con i contatti intervenuti nel corso della missione – che anche l'ufficio del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi era intervenuto al riguardo. Sulla base di tali sollecitazioni preparai una specifica nota alla ministra e ne discutemmo a lungo in aereo volando verso il Cairo.
  Il 3 febbraio, verso l'ora di pranzo, fu organizzata la riunione plenaria presieduta dal Presidente al-Sisi, con il Primo Ministro, diversi ministri e altre numerose autorità egiziane. Da parte nostra, oltre alla ministra, sedevano i vertici di enti pubblici, come l'Istituto per il commercio con l'estero, la Sace, la Simest e aziende del settore energetico, bancario, assicurativo, siderurgico e delle infrastrutture nonché numerose piccole e medie aziende. La riunione fu molto apprezzata dalle autorità egiziane e anche dalle nostre imprese.
  Al termine, la ministra ebbe un incontro bilaterale con il Presidente al-Sisi. All'incontro fu ammesso solo l'ambasciatore Massari, come accompagnatore, mentre io restai in anticamera con vari alti funzionari egiziani. Sapevo che durante l'incontro sarebbe stato sollevato il caso della scomparsa di Giulio Regeni, cosa che mi fu poi confermata al termine sia dalla ministra sia dall'ambasciatore.
  Rientrammo poi in albergo, in previsione di trasferirci nel tardo pomeriggio in Ambasciata per il ricevimento con le aziende italiane. Mentre eravamo in albergo fummo però raggiunti dalla telefonata dell'ambasciatore Massari che ci chiedeva di non muoverci perché sarebbe venuto lui con alcune novità importanti da comunicarci. L'ambasciatore ci informò di avere saputo del ritrovamento del corpo di una persona deceduta che poteva essere lo stesso Giulio Regeni. L'ambasciatore sconsigliò quindi alla ministra di partecipare al ricevimento in Pag. 5Ambasciata, pur non avendo ancora piena conferma che il corpo ritrovato fosse in effetti quello di Regeni.
  Giunti in Ambasciata, fummo portati dall'ambasciatore in una sala separata rispetto a quella in cui si trovavano tutti gli imprenditori – sto parlando di diverse decine se non addirittura alcune centinaia di persone. Nell'attesa, l'ambasciatore Massari ebbe continui contatti con i suoi interlocutori egiziani e infine con il vice ministro degli esteri egiziano che gli fece capire che il corpo ritrovato poteva essere quello del nostro connazionale.
  A quel punto, d'intesa con la ministra, ci recammo nell'abitazione del nostro connazionale dove in quel momento erano alloggiati i genitori. L'ambasciatore Massari preannunciò per telefono il nostro arrivo, ma non disse nulla in merito al ritrovamento del corpo. Una volta giunti nell'abitazione la ministra Guidi comunicò ai genitori il ritrovamento del corpo e i timori che potesse essere quello del figlio. La loro reazione fu composta, e non mi dilungo su questo momento davvero straziante per tutti, in quanto mi pare sia stato già ampiamente illustrato sia dall'ambasciatore sia dalla stessa ministra. Ci lasciammo con la promessa dell'ambasciatore di ulteriori notizie a breve.
  A quel punto, sull'auto con cui rientrammo brevemente in Ambasciata e poi in albergo, iniziò un fitto scambio di telefonate con Roma, sia dell'ambasciatore, sia della ministra. Era soprattutto in discussione la necessità di interrompere la missione sulla quale la ministra chiese anche il mio parere. Le risposi che era la soluzione più giusta, in segno di rispetto al povero Giulio Regeni e al dolore dei suoi familiari. Come sapete, la missione venne poi effettivamente interrotta.
  Restammo in albergo fino a notte fonda, poi ci recammo in aeroporto per rientrare a Roma. Viaggiavamo con un aereo di Stato e gli egiziani ci fecero attendere in pista a lungo prima della autorizzazione al decollo. Non ho dubbi che la nostra decisione di interrompere la missione non era stata affatto gradita dalle autorità locali e anche quella snervante attesa sulla pista dell'aeroporto ne fu forse un segnale.
  Ecco, signor presidente e signori deputati, questi sono i miei ricordi di quella missione. Vi ringrazio della vostra attenzione e resto a disposizione nel caso ci fossero domande o richieste di chiarimenti.

  PRESIDENTE. Grazie. Siamo noi che ringraziamo lei per questa audizione. Invito i colleghi commissari a intervenire per formulare quesiti, osservazioni o domande di chiarimenti.
  La parola al collega Pettarin.

  GUIDO GERMANO PETTARIN (intervento da remoto). Grazie presidente Trancassini e grazie al ministro Cospito per il tempo che ci sta dedicando e per la sua disponibilità a essere presente qui, con alcuni di noi in collegamento video, con altri in presenza.
  Intendo porle due domande di contesto e una domanda specifica. Lei ha già avuto modo di dirci che non ha potuto partecipare all'incontro che si tenne tra la ministra Guidi e al-Sisi e a cui prese parte l'ambasciatore Massari.
  La domanda che volevo farle era se lei in quei contesti, ma anche nel momento antecedente alla visita, dopo avere avuto – come ha ricordato – verso il 27 o 28 gennaio la notizia che il nostro connazionale era scomparso, avesse avuto l'occasione di colloquiare con qualche componente dei servizi, con l'AISE – quindi o al Cairo o a Roma – e nell'ipotesi in cui ciò fosse avvenuto le chiedo se potesse indicarci quali fossero stati gli argomenti, almeno in linea di massima.
  L'altro elemento che a me interesserebbe molto sapere – lascio a lei la eventuale opportunità di chiedere la seduta segreta rispetto a questa domanda – è se ci potesse dettagliare un po' meglio il contenuto della nota cui ha accennato e che aveva avuto modo di fare avere alla ministra Guidi proprio in preparazione della visita che, oggettivamente, dopo il 27-28 gennaio era diventata molto più delicata di quanto si potesse pensare.
  Da ultimo, un quadro che è stato ripetutamente esaminato dalla Commissione, Pag. 6ma su cui non abbiamo ancora dettagli specifici, riguarda il momento in cui Palazzo Chigi sia stato effettivamente informato sull'accaduto, e, più in particolare, quando l'allora Presidente del Consiglio dei ministri sia stato informato su quanto stava accadendo. Le chiedo se ha maggiori dettagli per poterci aiutare a far luce anche su questo aspetto. La ringrazio moltissimo per la sua disponibilità e per la grande sensibilità che ha dimostrato con la sua presenza qui.

  PRESIDENTE. Grazie collega Pettarin. Se non ci sono altre richieste di intervento, pongo un paio di domande io.
  Proprio all'inizio della sua audizione, lei parla di rapporti preoccupati da parte dell'ambasciatore Massari sul rapimento di Giulio Regeni. Siamo nella fase della preparazione della sua visita. Vorrei che ci dicesse qualcosa in più rispetto a questa preoccupazione. È chiaro che c'era la preoccupazione per le sorti del connazionale. Le chiedo se l'ambasciatore avesse paventato uno scenario, se si fosse già fatto una idea di quelle che potevano essere state la motivazione del sequestro e la sorte del povero Regeni, o se magari avesse già adombrato la possibilità di un coinvolgimento del governo egiziano ovvero se avesse già registrato una mancata disponibilità del governo egiziano a favorire le ricerche.
  Per quanto riguarda la seconda domanda mi rendo conto che sia poco più di una considerazione, ma il ritrovamento del corpo del giovane ricercatore italiano è molto particolare e si sovrappone alla vostra visita. Lei ha mai pensato che il ritrovamento possa essere in qualche modo correlato proprio a questa vostra visita, o semplicemente si è trattata solo di una coincidenza?

  MARIO COSPITO, già consigliere diplomatico presso il Ministero dello sviluppo economico. Per quanto riguarda la prima domanda, l'incontro di al-Sisi a tu per tu con la ministra, confermo che fu riservato soltanto alla presenza dell'ambasciatore. Anzi, se non ricordo male, a un certo punto anche l'ambasciatore uscì da quell'incontro e quindi rimasero solo al-Sisi e la ministra.
  Quanto alla seconda domanda, come consigliere diplomatico del Ministero dello Sviluppo economico, quando organizzavo missioni, solitamente non avevo, e non avevamo in genere, contatti con personale dei nostri servizi, salvo in casi di missioni pericolose, ma quello era un altro discorso, cioè nel senso che i servizi venivano previamente sentiti e poi fornivano un'assistenza di sicurezza alla delegazione. In questo caso no, nessun contatto da parte mia con esponenti dei servizi.
  La nota fu preparata da varie mani. Fu preparata dal Ministero degli esteri e dall'ambasciatore Massari in prima battuta, e dai messaggi dell'ambasciatore – e passo anche all'altra domanda – si evincevano le difficoltà che egli incontrava nell'ottenere notizie sulla scomparsa del nostro connazionale. Devo dire che questo ci sorprese un po', anche perché ci stavamo recando forse con una delle missioni economiche e commerciali più importanti che un Paese estero potesse svolgere in Egitto. Queste erano soprattutto le preoccupazioni che emergevano sia dai messaggi ufficiali sia attraverso la messaggistica che solitamente viene inviata a più indirizzi, ma anche nelle mail che ci mandava l'ambasciatore Massari. Era preoccupato per questa assenza di informazioni, quasi a vedere anche la nostra missione come un aiuto, un supporto a ottenere finalmente queste informazioni.
  Quando fu informato il Presidente del Consiglio? Per quanto riguarda la nostra missione, avemmo un contatto con il consigliere diplomatico del Presidente, ma mi pare di ricordare che probabilmente questo avvenne alla vigilia della missione. Sinceramente posso dire che ciò avvenne o il giorno prima o addirittura nelle ore immediatamente precedenti alla missione. Però credo che anche l'ambasciatore Massari lo abbia detto, se non ricordo male. I messaggi formali che l'ambasciatore inviava alla Farnesina in prima battuta, comunque circolavano anche nelle altre istituzioni, quindi compreso Palazzo Chigi.
  Sui rapporti preoccupati di Massari ho appena detto, quindi non aggiungo altro. Da quello che scriveva emergeva anche la sua forte preoccupazione, soprattutto – Pag. 7ripeto – per il muro di ostilità che aveva, o meglio, più che di ostilità, di mancata collaborazione che aveva trovato nelle autorità egiziane sulla sorte del nostro connazionale, tra l'altro, come ho detto prima, alla vigilia di una importantissima missione commerciale da parte nostra.
  Per quanto riguarda il ritrovamento del corpo, posso fare delle congetture. Ho letto anche le precedenti audizioni. È sembrata a tutti strana questa coincidenza. Ripeto, posso fare delle congetture. Sicuramente il fatto di svolgere questa importante missione, e sicuramente il fatto di aver portato una nota ufficiale, che era una nota che veniva dalle più alte autorità dello Stato italiano, potrebbe aver avuto un ruolo nel ritrovamento del corpo di Regeni. Ma, ripeto, possiamo a questo punto solo fare delle supposizioni, non abbiamo certezze.

  PRESIDENTE. Ringrazio il ministro Cospito e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.10.