XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni

Resoconto stenografico



Seduta n. 18 di Mercoledì 30 settembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 3 

Audizione di Carlo Ferro, presidente dell'ICE:
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 3 
Ferro Carlo , presidente dell'ICE ... 3 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 7 
Pettarin Guido Germano (FI)  ... 7 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 8 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 8 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 9 
Ferro Carlo , presidente dell'ICE ... 9 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 10 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 10 
Ferro Carlo , presidente dell'ICE ... 10 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 10 
Luongo Roberto , direttore generale dell'ICE ... 10 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 11 
Ungaro Massimo (IV)  ... 11 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 11 
Ferro Carlo , presidente dell'ICE ... 11 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 11 
Ferro Carlo , presidente dell'ICE ... 12 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 12 
Formentini Paolo (LEGA)  ... 12 
Palazzotto Erasmo , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ERASMO PALAZZOTTO

  La seduta comincia alle 8.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso, nonché via streaming sulla web-tv della Camera, come convenuto in sede di Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

Audizione di Carlo Ferro, presidente dell'ICE.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente dell'ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, Carlo Ferro, che è accompagnato dal direttore generale, Roberto Luongo.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta, sia a richiesta dell'audito che dei colleghi che formuleranno quesiti od osservazioni.
  Ricordo, altresì, ai colleghi la prescrizione di indossare la mascherina, mentre consentirò di prendere la parola senza, avendo assicurato la necessaria distanza grazie alla dislocazione dei posti e alla sanificazione dei singoli microfoni.
  Ringrazio, a nome di tutta la Commissione, il presidente Ferro che aveva manifestato immediata disponibilità a collaborare con la Commissione stessa sin dallo scorso inverno, ma la sua audizione non poté avere luogo a causa del lockdown.
  L'odierna audizione è stata programmata nel quadro della ricostruzione delle dinamiche delle relazioni bilaterali italo- egiziane, al fine di acquisire ogni elemento utile a coglierne l'intreccio con gli sviluppi della ricerca della verità e della giustizia sulla morte di Giulio Regeni.
  In molte delle audizioni svolte, infatti, è emersa la rilevanza dell'andamento dei rapporti economico-commerciali sotto diversi punti di vista: dall'esercizio della pressione diplomatica sull'Egitto – per cui al momento continuano a non tenersi le riunioni del Business Council – alla perdita di quote di mercato a vantaggio di altri Paesi. Si tratta di uno snodo particolarmente delicato il cui approfondimento da parte della Commissione non può che partire dalla consultazione dell'ICE.
  Invito pertanto il presidente Ferro a svolgere la sua relazione.

  CARLO FERRO, presidente dell'ICE. Ringrazio il presidente e tutti i componenti della Commissione.
  Comincerei con una overview dei rapporti commerciali fra l'Italia e l'Egitto nel periodo 2015-2019, per darvi poi delle informazioni sull'attività dell'ufficio dell'ICE al Cairo, per concludere con un confronto fra l'attività svolta in Egitto e l'attività che l'Agenzia svolge in Paesi per caratteristiche e aree geografiche analoghe. I dati dell'Istat indicano che l'anno 2019 si è chiuso con un valore complessivo dell'interscambio tra Italia e Egitto pari a 4.34 miliardi di euro. Questo rappresenta una flessione rispetto al 2018, dovuta sia alle esportazioni italiane che sono scese del 10 per cento, sia alle importazioni di prodotti egiziani in Italia (-8.4 per cento). Il nostro export ha avuto una flessione in particolare per i Pag. 4settori della meccanica strumentale, che è la voce più importante dell'export italiano, e non solo in Egitto (-15.9 per cento), dei prodotti della raffinazione (-70 per cento), della chimica (-6.3 per cento) e delle apparecchiature elettriche (-12,4 per cento). Il comparto della meccanica, che rappresenta circa il 35 per cento delle esportazioni totali italiane verso l'Egitto, risente anche del calo di grandi commesse pubbliche, come ad esempio è avvenuto per i macchinari per il taglio e la lavorazione del marmo.
  Si conferma invece una crescita più generalizzata per i prodotti dell'industria manifatturiera per i prodotti di consumo, proprio il cosiddetto Made in Italy (industria alimentare, tessile-abbigliamento-moda, pelle, mobili, arredamento, carta, illuminotecnica, plastica e gomma), che rappresentano circa il 17 per cento dell'export totale.
  L'export verso l'Egitto negli anni ha avuto il seguente andamento – e mi scuso se vi riferisco una sequenza di numeri, ma credo sia importante per tracciare la storia di questi anni. Nel 2015 era pari a 2.95 miliardi di euro; nel 2016 pari a 3.09; nel 2017 pari a 2.92; nel 2018 pari a 2.68; nel 2019 pari a 2.42. Dal 2015 al 2019 ha quindi registrato un calo del 18 per cento. La riduzione dell'export parte dal 2016, quando anche i beni di consumo erano stati fortemente penalizzati dall'apposizione da parte egiziana di barriere non tariffarie (con l'obbligo di registrazione dei marchi) e avevano anche risentito di fattori valutari.
  Anche nel periodo gennaio-giugno 2020 i dati di interscambio attestano ancora una riduzione delle nostre esportazioni, con un calo complessivo rispetto allo stesso periodo 2019 di un –5.3 per cento, ma direi che nel 2020 questo è stato un dato generalizzato, purtroppo, per tutti i commerci mondiali. Le importazioni sono rimaste sostanzialmente stabili dal 2015 al 2019 a un livello che è fra 1.9 e 2 miliardi di euro. La conseguenza è che, se nel 2015 l'Egitto era il 33° partner commerciale del nostro Paese, nel 2019 ha perso dieci posizioni collocandosi al 43° posto.
  Altro aspetto è rappresentato dagli investimenti diretti esteri reciproci e dalla presenza delle imprese italiane in Egitto. Per quanto riguarda gli investimenti diretti esteri, secondo dati provenienti dall'Agenzia egiziana per gli investimenti, a giugno del 2019 l'Italia si posiziona quarta come Paese di provenienza di stock di investimenti diretti esteri. Lo stock di investimenti diretti esteri a giugno del 2019 è stato pari a 4.3 miliardi di dollari e per il 78 per cento riguarda il settore oil & gas. La presenza di imprese italiane in Egitto, però, è più vasta e più alta, giacché a giugno 2019 sono state censite 1.229 società italiane per un totale di investimenti italiani in Egitto pari a 27.7 miliardi di dollari, anche in ragione di una tradizionale e decennale storia di investimenti in quel Paese precedente ai fatti.
  Cosa fa l'ICE nel mondo e cosa fa l'ICE in quest'area? L'Agenzia ICE per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, che io presiedo da gennaio del 2019, è l'ente governativo incaricato, nel quadro della pluralità di soggetti preposti e soggetto alla vigilanza e all'indirizzo da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, a supportare la promozione delle imprese italiane nei processi di internazionalizzazione e a promuovere l'immagine dei prodotti italiani nel mondo e l'attrazione di investimenti diretti esteri in Italia. Questa attività è particolarmente rivolta alle micro, piccole e medie imprese, stante anche il fatto che le grandi imprese e le imprese tecnologiche hanno altre modalità dirette di presenza e di promozione delle loro attività sui mercati esteri. L'ICE, come molti di voi sanno, ha una sede centrale a Roma, un ufficio a Milano, una rete di 78 unità operative all'estero, e offre alle imprese servizi di sostegno, di promozione dei loro prodotti, servizi informativi, di assistenza, di consulenza e di formazione. Oltre a fornire i servizi citati, l'Agenzia ICE realizza le iniziative a valere sui fondi a carico del bilancio del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Piano ordinario, Piano straordinario per la promozione del Made in Italy e per l'attrazione degli investimenti, Piano Export Sud) o quelli ad essa assegnati da altri committenti. Per raggiungere gli scopi istituzionali,Pag. 5 l'ICE stipula anche accordi con enti pubblici e privati e opera con alcune regioni e province autonome attraverso convenzioni operative.
  L'ICE è un'organizzazione pubblica di servizi alle imprese. Infatti è impegnata a supportare le imprese con rinnovato spirito di servizio e crescente attenzione verso giovani, start up e innovazione digitale. A partire da quest'anno, particolare attenzione è dedicata all'attuazione del Patto per l'Export, in particolare per quattro dei suoi sei pilastri: quelli che riguardano formazione e informazione, sostegno al sistema fieristico, commercio digitale e grande distribuzione organizzata, e comunicazione.
  In questo quadro che cosa fa e come opera l'Agenzia in Egitto? Vorrei ricordare in premessa che l'Agenzia ICE agisce sulla base delle linee guida impartite dalla Cabina di regia per l'Italia internazionale e in stretto raccordo con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e con la sua rete diplomatico-consolare. La Cabina di regia definisce annualmente l'elenco dei Paesi oggetto di intervento promozionale secondo due distinti livelli di priorità: sono indicati come Tier 1 e Tier 2. Da quando io sono in ICE, ma anche dai riscontri che abbiamo avuto con il direttore negli anni precedenti, l'Egitto non è mai stato incluso in nessuno di questi elenchi di Paesi prioritari per l'attività. L'ICE è presente in Egitto con un proprio ufficio al Cairo fin dal 1977 con l'obiettivo di sostenere le nostre imprese e in particolare quelle piccole e medie nelle aree dell'Africa nordorientale; quindi l'ufficio fornisce informazioni e assistenza anche a imprese interessate a operare in Eritrea o in Sudan. Quest'ultimo Paese è oggetto di attenzione crescente da parte dei nostri imprenditori.
  Nei Paesi dell'area cosiddetta MENA (Middle East and North Africa) assimilabili all'Egitto, come la Tunisia, l'Algeria o il Marocco, l'attività promozionale è concentrata principalmente nell'organizzazione di partecipazioni collettive di imprese a fiere ed eventi, missioni settoriali, missioni di incoming (che significa invitare a eventi o a fiere in Italia operatori da quel Paese). Vengono organizzati altresì incontri business to business, cioè incontri fra imprenditori, con la sostanziale differenza che, mentre in Egitto si sono interrotte le missioni di Sistema a guida politica, queste ovviamente proseguono e si svolgono in tutti gli altri Paesi. Anche per quanto riguarda le attività più innovative messe in campo da ICE, come quelle sul commercio digitale e la grande distribuzione organizzata, l'Egitto non è oggetto di queste nuove aree di intervento. Si può concludere, quindi, che in Egitto l'attività dell'ICE è svolta in misura più limitata rispetto alle altre aree del pianeta, agli altri Paesi in cui operiamo, anche in funzione del mutato stato delle relazioni bilaterali.
  Tradizionalmente l'attività dell'ufficio del Cairo si è concentrata sulla promozione nei settori manifatturiero, dei beni di consumo e della meccanica; più recentemente, su richiesta delle nostre piccole e medie imprese, in ragione delle opportunità offerte dal mercato, l'ufficio è stato anche impegnato nell'organizzazione di eventi, come partecipazione a fiere o congressi, che hanno riguardato il settore delle energie rinnovabili, l'economia circolare, il water management, i trasporti e la logistica, ma comunque nessuno dei cosiddetti settori strategici.
  L'attività, sia come servizi alle imprese sia come iniziative promozionali, è focalizzata esclusivamente sulle piccole e medie imprese. Ciò anche in occasione di eventi in settori quali quelli, per esempio, dell'oil & gas e delle infrastrutture e trasporti, in cui ICE si occupa essenzialmente della componente cosiddetta indotta, cioè mirando a valorizzare la partecipazione di piccole e medie imprese della filiera. Per dare un'idea dell'evoluzione più dettagliata delle azioni eseguite a favore delle nostre imprese, nel 2015 sono state realizzate circa 30 missioni di incoming di operatori egiziani o provenienti da altri Paesi dell'area a eventi fieristici in Italia. Tra questi ce n'è stato uno particolarmente rilevante relativo al settore delle macchine tessili. Nello stesso anno abbiamo realizzato anche una missione imprenditoriale italiana plurisettoriale e organizzato la partecipazione di Pag. 6imprese italiane alle principali fiere locali, come «MS Africa and Middle East» e «Project Africa».
  Come è noto, nel 2016, a inizio febbraio, si è svolta l'ultima missione di Sistema in Egitto condotta dall'allora Ministra dello Sviluppo economico Guidi, che ha visto la partecipazione dei vertici di ICE, SACE, Simest, Confindustria e di una quarantina di aziende italiane. In quell'anno, nel 2016, l'attività dell'ufficio si è concentrata particolarmente su 24 missioni di incoming in Italia, in cui sono stati coinvolti 95 operatori egiziani, con particolare riguardo ai settori agroalimentare e lapideo.
  Nel 2017 l'attività promozionale ha risentito degli strascichi delle tragiche vicende del gennaio e febbraio 2016 e del deteriorarsi delle relazioni bilaterali. Sono state 14 le missioni di incoming per 83 operatori egiziani, con particolare attenzione ai settori dell'agroalimentare e della concia, e una missione imprenditoriale per il settore agroalimentare. Nel 2018 si sono svolte sei missioni imprenditoriali nei settori dell'agroalimentare, della meccanica strumentale, della pelle, delle infrastrutture per i trasporti e delle tecnologie cosiddette green (energie rinnovabili, acqua, rifiuti, mobilità sostenibile), oltre alla realizzazione di 20 missioni di incoming in Italia che hanno coinvolto 112 operatori egiziani. Nel 2019, infine, ancora sei missioni imprenditoriali che hanno riguardato i settori dell'oil & gas, delle energie rinnovabili, delle tecnologie ambientali, del trasporto e della logistica, il settore manifatturiero – in particolare macchine utensili, carta e packaging – oltre ai beni di consumo. Le missioni di incoming in Italia sono state 23 (come ricordato, erano state 30 nel 2015).
  Quest'anno l'ufficio dell'ICE del Cairo ha erogato 14 servizi alle imprese, e questi nel 2017 erano 52. Il servizio maggiormente prestato è quello rivolto all'assistenza alle imprese italiane nella registrazione dei propri marchi presso una sezione speciale del Ministero del commercio egiziano, procedura che si conclude con un decreto ministeriale. Tale registrazione, obbligatoria per l'esportazione verso l'Egitto di beni di consumo, richiede una procedura complessa e dispendiosa soprattutto in termini di tempo. Dal 2016, anno in cui è stata instaurata questa pratica dal governo egiziano, l'ICE ha portato a buon fine 96 aziende italiane che hanno così ottenuto la registrazione dei propri marchi contribuendo a fare dell'Italia il Paese al mondo con il maggior numero di marchi registrati in loco. Per citarne alcuni, e sono tutti marchi di beni di consumo, Pinko nell'abbigliamento, Scavolini, Barilla, Ferragamo, Beghelli, Segafredo Zanetti e altri; credo siano tutti brand che conoscete. L'ICE del Cairo è prevalentemente impegnato su questo fronte in stretto raccordo con l'ambasciata per consentire a un sempre maggior numero di imprese italiane di commercializzare sui canali tradizionali i propri prodotti sul territorio egiziano.
  Concludo con un confronto con l'attività svolta in analoghi Paesi dell'area. Per lo svolgimento delle sue attività promozionali, lo scorso anno l'Agenzia ICE ha investito tramite l'ufficio del Cairo, che, come ricordo, oltre all'Egitto serve anche Eritrea e Sudan, 287 mila euro contro i 334 mila del 2015 – si tratta quindi una riduzione di più del 14 per cento. Complessivamente, negli anni dal 2015 al 2019, la dotazione promozionale dell'ufficio del Cairo è stata di 1.150.000 euro, pari al 7.3 per cento dello stanziamento promozionale complessivo per l'intero continente africano in quegli anni. Per fare un raffronto con i Paesi analoghi, il 9.3 per cento è stato destinato all'Algeria, il 10 per cento al Marocco, mentre la Tunisia ha inciso per l'1.9 per cento, ma come vedrete è uno dei Paesi in cui siamo più attivi. Permane, tuttavia, una costante richiesta di informazioni e di assistenza da parte di piccole e medie imprese italiane che ritengono la costa nordorientale dell'Africa un mercato di sbocco per i loro prodotti.
  Beni di consumo e beni intermedi, dunque, sono i principali settori in cui è impegnata l'attività dell'Agenzia in Egitto: prodotti agricoli, industria alimentare, prodotti tessili, abbigliamento, cosmetica, carta, imballaggio, arredamento, illuminotecnica, elettromedicale, mezzi di trasporto, materialiPag. 7 per costruzioni. Sebbene, come abbiamo visto, l'Egitto abbia perduto dieci posizioni nel ranking dei partner commerciali del Paese (dal 33° al 43° posto), meglio è andata, perché abbiamo avuto un impegno anche diverso, per gli altri Paesi considerati: l'Algeria ha perduto solo tre posizioni (è il 22° ed era il 19°); la Tunisia è rimasta sostanzialmente invariata, dal 31° al 32° posto; il Marocco ha migliorato la sua posizione dal 57° al 51° posto.
  In particolare, per l'Algeria, che esprime poco più della metà del prodotto interno lordo dell'Egitto, nel 2019 l'interscambio si è mantenuto sostanzialmente stabile, pari a 6.8 miliardi di euro – quindi ben superiore a quello con l'Egitto. Tra il 2015 e il 2019 sono state compiute due missioni imprenditoriali che hanno visto coinvolte 23 aziende e ben 64 azioni di incoming, mentre quest'anno sono stati erogati circa 20 servizi evoluti.
  Il Marocco, invece, con un prodotto interno lordo di circa 100 miliardi di euro, ha fatto segnalare nel 2019 un interscambio di 3.2 miliardi di euro, in aumento rispetto all'anno precedente. Tra il 2015 e il 2019 si sono svolte 18 missioni imprenditoriali, 103 sono state le azioni di incoming e circa 30 i servizi evoluti erogati.
  Per completare il quadro, la Tunisia, che come sapete ha un prodotto interno lordo di appena 43 miliardi di euro, ha fatto registrare un interscambio con l'Italia di 5.1 miliardi di euro – anche qui un valore superiore a quello fra Italia ed Egitto. La Tunisia è stata la meta di destinazione di ben due missioni di Sistema a guida politica, nel 2016 e nel 2019, e di 13 missioni imprenditoriali, per una partecipazione complessiva di 1.650 imprese.
  Concludo, anche per lasciare lo spazio alle domande, sottolineando come, stando anche a quanto emerge da questo sintetico confronto delle azioni svolte dell'ICE in Egitto rispetto agli altri Paesi analoghi, a partire dal 2016-2017, a seguito dei tragici eventi, la nostra attività promozionale in Egitto si è sostanzialmente ridotta. Ben consapevoli delle cautele espresse dal Governo nei rapporti con l'Egitto, l'ICE con il suo presidio ha mantenuto la sua vocazione di assistenza alle imprese, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, consentendo al Made in Italy, in particolare per i beni di consumo, di soddisfare la domanda egiziana di quel «bello e ben fatto» che le nostre imprese sanno esprimere così egregiamente, anche in ragione del fatto che l'economia italiana è costituita da un tessuto di piccole e medie imprese e che il 32 per cento del prodotto interno lordo è generato dall'export, e questo crea in Italia crescita e occupazione.
  La collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale con la sua ambasciata al Cairo prosegue in maniera sempre più stretta nell'attuazione del Patto per l'Export e nel rispetto del ruolo di vigilanza e di indirizzo che la legge ha assegnato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Ferro e invito i colleghi a intervenire per formulare quesiti, osservazioni, richieste di chiarimenti. Eventuali richieste di intervenire in forma segreta potranno essere concentrate dopo aver esaurito gli interventi in forma pubblica. Do la parola al collega Pettarin.

  GUIDO GERMANO PETTARIN. Prima di tutto un ringraziamento sentito al presidente Ferro per la sua presenza oggi. L'attività della nostra Commissione continua sebbene con le difficoltà che tutti quanti noi conosciamo.
  Presidente, le vorrei porre alcune domande e chiederle alcune considerazioni. La prima domanda riguarda una curiosità di dettaglio. Anzitutto la ringrazio per aver provveduto a fornirci un sunto della sua relazione che sarà estremamente utile per i nostri approfondimenti. Nella prima facciata della relazione lei indica l'andamento dei rapporti commerciali citando i dati di riferimento. In questo ambito sono ricompresi anche gli armamenti? Nella prima facciata, in cui sono citati i singoli comparti, ho pensato che laddove si parla della meccanica strumentale potessero essere ricompresi gli armamenti, ma forse non è Pag. 8così. Questa è la prima domanda di carattere tecnico che le pongo.
  La seconda domanda, che può assumere anche il carattere di una valutazione, fa riferimento a ciò che è citato alla fine della prima facciata della sua relazione, quando lei in maniera estremamente puntuale, prima di riferirsi al 2020 nella facciata successiva, dedica attenzione al trend delle esportazioni dal 2015 al 2019. La sensazione è che ciò che è accaduto nel 2016 in riferimento alla vicenda Regeni non abbia avuto un grande impatto, perché alla fin fine i dati di riferimento – naturalmente sto molto semplificando – non segnano una diminuzione improvvisa particolarmente significativa. Il trend è fisso, non c'è una cuspide né in alto né in basso; c'è un menisco di riferimento, menisco che prosegue.
  Di recente, la settimana scorsa, il ministro egiziano competente ha fatto un comunicato stampa estremamente importante sottolineando che l'Egitto si sta avviando sempre più decisamente verso il momento in cui sarà autosufficiente per quanto riguarda la raffinazione di prodotti petroliferi, considerando questo come un grande vantaggio e una grande possibilità per il suo Paese. Anche tutto il comparto petrolifero (prodotti e attività di riferimento) non è ricompreso nei dati riportati sui rapporti commerciali?
  Terza questione. Naturalmente l'attività che svolge l'ICE è un'attività di supporto alla piccola e media impresa, in modo assolutamente preponderante. Come sensazione – e qui le chiedo proprio una valutazione di carattere personale – i fatti che hanno coinvolto la persona di Giulio hanno avuto un impatto sui nostri imprenditori? La nostra piccola e media impresa, in riferimento ai rapporti con l'Egitto, ha risentito di quanto è successo o – mi scusi la brutalità – se ne è semplicemente fregata perché non era una problematica che faceva riferimento a questo quadro?
  Infine un dato: uno degli elementi che abbiamo rilevato nell'attività della nostra Commissione è che a mano a mano, nel tempo, a partire dal 2016, le situazioni si sono tra virgolette – e perdonatemi queste virgolette che però secondo me sono molto importanti – «normalizzate» o si stanno normalizzando, e uno dei fattori che abbiamo rilevato come indice di una maggiore normalizzazione è il fatto che per quanto riguarda gli armamenti si è ritornati a forniture estremamente rilevanti sia di armamenti pesanti sia di armamenti leggeri. Questa è anche la sensazione che ha lei e che ha l'ICE? Mi riferisco alla sensazione che lo scorrere del tempo dal 2016 ad oggi abbia tendenzialmente portato a una ri-normalizzazione e che la tendenza, per quanto riguarda ciò che è di interesse dell'ICE, sia in aumento, per quanto graduale e sempre rispettoso del trend di quello che è il menisco dei rapporti che noi come import-export abbiamo con l'Egitto. Grazie presidente Ferro e grazie del suo intervento.

  PRESIDENTE. Do la parola alla collega Quartapelle.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Ringrazio anche io il presidente Ferro per i dati e l'audizione molto ricca. Tre questioni. Una semplicemente per fornire dei dati specifici alla Commissione: è possibile avere i trend annui? Lei qui riporta tutta una serie di numeri su cinque anni. Credo che sarebbe utile per noi fare anche un'analisi anno per anno del volume degli interscambi e del numero delle missioni italiane ed egiziane tra il 2016 e il 2020. La seconda domanda riguarda una questione che non è stata toccata direttamente dalla sua relazione perché forse non riguarda i lavori della Commissione, ma a noi permette di capire esattamente le ragioni per le quali si è ridotto il volume degli scambi tra Italia ed Egitto. Sia nel 2016 sia nel 2019 l'Egitto ha affrontato due momenti di gravissima crisi economica: nel 2016 la lira egiziana è stata svalutata di quasi il 50 per cento; nel 2019 tutti gli indicatori internazionali dicevano che sostanzialmente l'economia egiziana correva per restare ferma o che sebbene ci fossero degli elementi positivi nel rapporto con l'estero dal punto di vista del mercato interno la situazione era in netto peggioramento.Pag. 9
  Quanto di quello che lei ci ha raccontato è collegato alla situazione economica interna dell'Egitto, che probabilmente è molto meno rosea anche di quella di alcuni dei Paesi a cui lei faceva riferimento? Penso in particolare al Marocco e per certi versi anche alla Tunisia, mentre per l'Algeria le cose stanno un po' diversamente.
  Vengo alla terza domanda. Nella sua relazione lei indica giustamente che l'attività promozionale dell'ICE in Egitto si è sostanzialmente ridotta a seguito dei tragici eventi tra il 2016 e il 2017, e poi dice: «Ben consapevoli delle cautele espresse dal Governo nei rapporti con l'Egitto, l'ICE ha mantenuto la sua vocazione.» Per quanto riguarda queste cautele espresse dal Governo nei rapporti con l'Egitto, lei fa riferimento solo alle cautele espresse pubblicamente o c'è stata una discussione tra ICE e Governo italiano sul tipo di atteggiamento che l'ICE doveva tenere a seguito dell'uccisione di Giulio Regeni? Grazie.

  PRESIDENTE. Vista la quantità di domande, do la parola al presidente Ferro per un primo giro di risposte.

  CARLO FERRO, presidente dell'ICE. Grazie delle domande. Al termine delle mie risposte, se il presidente consente, lascerei al direttore generale il compito di fornire tutti i ragguagli necessari per la lettura del dato statistico con riferimento agli aggregati settoriali.
  Se mi consentite, tratterei insieme la domanda dell'onorevole Pettarin, riguardante la diminuzione improvvisa, e la domanda dell'onorevole Quartapelle, che chiede di leggere questi dati anche in funzione dell'andamento congiunturale con i casi più strutturali dell'economia egiziana. Per svolgere una considerazione di questo tipo, se si legge un dato di export o un dato di interscambio, questo riflette la continuità di una storia di rapporti, di presenze delle imprese, di abitudini commerciali fra operatori di un Paese e di un altro Paese; quindi credo che nessun tipo di reazione possa avere un effetto totalmente evidente e immediato nelle statistiche. Credo che sia statisticamente e scientificamente difficile enucleare quanto del rapporto di interscambio fra due Paesi dipenda dalla situazione congiunturale del Paese, quanto dai comportamenti e dalle capacità delle imprese e quanto dall'azione di supporto del sistema. Nel mio ruolo mi piacerebbe dire che il terzo ingrediente è il più importante, ma siccome ho vissuto trenta anni in realtà industriali penso di dire che il fattore più importante siano le eccellenze, le capacità, il contenuto dell'offerta dei prodotti italiani. Questo non è ovviamente venuto meno, né per il rallentamento dell'azione di supporto di sistema né in ragione di decisioni o di comportamenti che sono autonomi e indipendenti per ciascuna impresa nel decidere come rapportarsi a ciascun singolo mercato.
  Sempre nella domanda dell'onorevole Pettarin c'è l'aspetto relativo alla sensazione degli imprenditori verso l'Egitto. Non riesco ad avere degli elementi oggettivi, onorevole, per rispondere alla sua domanda, anche perché sinceramente nei circa venti mesi che sono in questa posizione non mi è mai capitato di parlare di Egitto. Se ne parla raramente e su cose del tutto marginali, come per le esportazioni di piante. Qualche volta mi è capitato di ascoltare un imprenditore che mi aveva parlato o mi aveva chiesto dei servizi o delle iniziative su questo Paese.
  Riguardo ai dati degli armamenti e dell'oil & gas, affrontiamo la questione dell'analisi del dato statistico. Se me lo consentite, riunirei di nuovo la risposta a due domande, ovvero quella relativa all'aspetto delle indicazioni da parte del Governo e quella relativa agli armamenti, perché entrambe le risposte sono basate su una condivisione del modello e delle cose che fa l'Agenzia. Magari statutariamente non è così, ma l'Agenzia non si occupa di difesa e di armamenti. Penso ci sia anche una sorta di situazione di fatto per cui noi ci concentriamo sulle attività promozionali per le piccole e medie imprese e tutto quello che è maggiormente relativo a un'azione di sistema per i grandi settori – come quelli delle grandi commesse di infrastrutture, dell'energia, degli armamenti, dello spazio e dell'aerospazio – è riservato ad Pag. 10altri tipi di canali su cui noi non interveniamo. Per esempio, recentemente abbiamo avviato un'attenzione, non in Egitto, ma su altri Paesi, per aiutare le piccole e medie imprese della filiera dello spazio e dell'aerospazio. Questo intervento è però effettuato con la chiara e formale indicazione secondo cui la nostra attività non riguarda il settore della Difesa.
  L'onorevole Quartapelle mi chiedeva se vi fosse un indirizzo, da parte del Governo e del Ministero che svolge l'attività di indirizzo e di vigilanza sulle attività dell'ICE – devo dire che era così anche prima della riforma, con il Ministero precedente che era il Ministero dello Sviluppo economico. I riferimenti formali sono le indicazioni della Cabina di regia con i Paesi di priorità 1 e di priorità 2 di cui l'Egitto non fa parte, e l'esistenza, nel caso dell'Egitto, del Business Council e di Commissioni miste o commissioni imprenditoriali, nel caso di altri Paesi. La promozione su tanti Paesi è fatta con un'attivazione a livello G2G che poi noi trasferiamo nel B2B, e il rapporto G2G, ovvero fra i governi, parte da questi consessi di Business Council, di commissione mista che, come vi ho detto in precedenza, per quanto riguarda l'Egitto, sono stati sospesi e non si svolgono.
  Quindi penso che la risposta breve sia che non c'era necessità di dire «fai di più o fai di meno», e nessuno ha mai chiesto o detto di fare qualche cosa, tranne che su specifici aspetti, per i quali mi è capitato di avere delle indicazioni molto chiare da parte del Ministero competente. Mi pare che recentemente in uno di questi contesti internazionali, di queste commissioni di cui noi facciamo parte, ci fosse da selezionare una candidatura per l'Associazione mondiale delle agenzie per il commercio e gli investimenti. Noi siamo soci di questa organizzazione, come tutti i nostri omologhi mondiali: lo scorso anno c'era da rinnovare un incarico e mi sono state presentate o sollecitate candidature da quattro o cinque Paesi. L'unico input che ho avuto dal Ministero degli affari esteri è stato: «Scegli tu, ma l'Egitto no».
  Credo di aver risposto a tutte le domande.

  PRESIDENTE. La collega Quartapelle voleva fare una precisazione.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Lei diceva che l'Egitto non fa parte né della lista dei Paesi priorità 1 né della lista dei Paesi priorità 2. Non ne fa parte adesso, ma ne faceva parte nel 2015 o non ne ha mai fatto parte?

  CARLO FERRO, presidente dell'ICE. Questa lista è collegata a una governance del Piano straordinario del Made in Italy e quindi è partita successivamente. L'attività della Cabina di regia – credo di non sbagliarmi, anche se non avevo questo incarico – è partita successivamente al 2016.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Luongo.

  ROBERTO LUONGO, direttore generale dell'ICE. Per quanto riguarda la statistica potremo fornire eventualmente anche il dato sull'interscambio con tutti i valori.
  Ora, per sintetizzare guardo al 2019, l'ultimo dato annuale e che è più interessante. Per quanto riguarda l'import dall'Egitto sono compresi i dati relativi al petrolio, che è la prima voce dell'export egiziano, con 464 milioni di euro, seguito da prodotti chimici di base come fertilizzanti, e sono inclusi anche in terza o quarta posizione altri prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio. Sul versante dell'export, la nostra prima voce statistica è la 282, «altre macchine di impiego generale», con 257 milioni di euro, seguita da «altre macchine per impieghi speciali». Vi posso illustrare il contenuto di queste voci, se no si resta sul generico: forni, fornaci, macchine e apparecchiature di sollevamento e movimentazione, macchine di attrezzatura per ufficio, utensili portatili a motore, attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione, bilance, macchine per l'industria chimica, macchine automatiche per la dosatura e confezioni per imballaggio. Questi sono i macchinari tipici del nostro export, perché, come diceva il presidente, la componente principale del nostro export è costituita essenzialmente da macchinari in generale Pag. 11per le produzioni egiziane. Questi sono i dati che abbiamo, dati ufficiali dell'Istat elaborati dall'ICE, e che possiamo consegnare alla presidenza della Commissione.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore. La parola al collega Ungaro.

  MASSIMO UNGARO. Ringrazio il presidente e il direttore generale. Molto brevemente, forse non vi compete, ma volevo sapere se dal vostro punto di vista si è registrato un cambio di passo dell'attività promozionale dell'Egitto verso l'Italia. Avete modo di verificare se il vostro ufficio abbia registrato un cambio di attitudine della politica commerciale egiziana nei nostri confronti? Grazie.

  PRESIDENTE. Aggiungo anch'io alcune domande.
  Che previsione fa l'ICE per i prossimi anni sull'evoluzione dell'interscambio nei rapporti commerciali e dell'export verso l'Egitto? Prevedete una continuità, una crescita o una decrescita di questi rapporti? Inoltre le chiedo se ritenete che in questi anni altri Paesi abbiano sottratto fette di mercato nell'interscambio commerciale con l'Egitto e in particolare se avvertite una concorrenza, «un fiato sul collo» da parte di altri Paesi europei come Francia, Regno Unito, Germania.

  CARLO FERRO, presidente dell'ICE. Circa la domanda dell'onorevole Ungaro, credo che sinceramente l'attività promozionale del nostro omologo egiziano sull'Italia sia scarsamente visibile, è anche difficile registrare un aumento o una diminuzione, perché non è così significativa.
  Per quanto riguarda la previsione per i prossimi anni, presidente, credo che in questo momento, per quanto riguarda l'andamento degli interscambi post-COVID, sia veramente difficile fare delle previsioni anche su Paesi con dinamiche economiche strutturalmente più solide e più stabili rispetto a quelle dell'Egitto. Per quanto riguarda l'attività dell'Agenzia, credo che questa attenzione a tenere aperto un canale per le piccole e medie imprese sui settori di grande consumo in cui c'è un'eccellenza di prodotti italiani riferita ad aree come quelle che ho indicato che non hanno criticità strategiche, sarà una politica che continua. Ovviamente, dal punto di vista delle scelte di quali settori e a quali fiere invitare quella cinquantina di operatori egiziani che invitiamo ogni anno in Italia, questo dipenderà anche un po' dalla dinamica delle domande in quel Paese, da quali sono i settori e soprattutto dalla richiesta da parte del nostro sistema delle imprese.
  L'ICE sta cercando, come mi è capitato di dire in altre occasioni di audizioni sulle nostre attività, di andare sempre di più verso il territorio, di ascoltare sempre di più le imprese. Chi fra voi conosce meglio le nostre attività e le cose che stiamo facendo sa, per esempio, che abbiamo aperto degli sportelli nelle regioni, sul territorio, per incontrare le imprese e che abbiamo reso gratuiti per le imprese fino a cento addetti, la parte essenziale dei servizi di avvio all'export forniti dai nostri uffici. Quindi, da questo punto di vista, è più un'azione di ascolto della necessità della piccola e media impresa: mi riferisco a quella che guiderà gli orientamenti settoriali, fermo restando il rimanere in un perimetro che non riguardi i settori strategici.

  PRESIDENTE. Le vorrei segnalare una cosa particolare anche rispetto alle previsioni che l'ICE fa. Nello specifico, sul sito dell'ICE si trova una sezione dedicata al Water Expo, che è una fiera che riguarda il settore della gestione delle risorse idriche. Tra le varie osservazioni sulla cui base si invitano le aziende italiane a partecipare, al di là delle indicazioni sul fatto che l'Italia sia il secondo partner commerciale per l'Egitto in Europa e il quarto a livello mondiale, c'è una frase che ho trovato un po' inelegante e che le volevo segnalare. La frase esatta è: «È poi da segnalare anche il ritorno a un dialogo strategico tra le istituzioni egiziane e quelle italiane e un rilancio delle relazioni di cooperazione bilaterale.» Questa frase è in contrasto con tutto quello che pubblicamente è stato detto. Non so chi lo abbia scritto, però suggerirei di toglierlo perché è particolarmente in Pag. 12opposizione alle indicazioni che il Governo ha dato anche a questa Commissione.
  L'ultima cosa che segnalo e che pur non essendo di vostra diretta competenza fa parte delle dinamiche che riguardano i rapporti commerciali e l'interscambio, è che dal 7 al 10 dicembre ci sarà un'importante fiera degli armamenti che si terrà al Cairo. So che l'export degli armamenti non è di vostra diretta competenza, però anche qui un'azienda importante come Fincantieri, che sappiamo essere al centro di un importante export verso l'Egitto, risulta essere uno dei main sponsor di quella fiera. Questa iniziativa entra a far parte del processo di ulteriore normalizzazione della politica delle relazioni commerciali e volevo segnalarla in chiusura di questa audizione.

  CARLO FERRO, presidente dell'ICE. Grazie delle segnalazioni, presidente. Quella su Fincantieri, se mi consente, non è mandata all'indirizzo corretto perché non vi abbiamo veramente nessuna relazione.
  Per quanto riguarda il sito ICE, invece, è assolutamente nella nostra responsabilità e il direttore generale ha tutte le leve e la responsabilità della gestione dell'Agenzia. Credo che faremo assolutamente tesoro di questo suo suggerimento, non solo nella direzione specifica dell'evento. Noi non abbiamo, come organizzazione, un filtro del contenuto di quello che gli uffici appostano sul sito, però sicuramente avremmo dovuto e vorremmo verificare meglio nei casi di queste criticità. Mi scuso di questo.

  PRESIDENTE. Do la parola al collega Formentini.

  PAOLO FORMENTINI. Oggi ho assistito quasi a una celebrazione del fatto che vedersi ridurre e assottigliare le relazioni economiche con l'Egitto sia un fatto positivo. Ricordo la situazione economica drammatica in cui si trova il nostro Paese. Nel ribadire con fermezza la richiesta di verità sulla morte di Giulio Regeni, non possiamo però condannarci a essere irrilevanti nel Mediterraneo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il collega Formentini per questa precisazione che credo sia di comune interesse.
  Ringrazio il presidente Ferro e il direttore Luongo per le informazioni che hanno reso alla Commissione e per l'importante audizione che hanno svolto. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.40.