XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 84 di Lunedì 4 aprile 2022

INDICE

Comunicazioni:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Presidente della Commissione tecnica del Fondo indennizzo Risparmiatori (FIR), Gianfranco Servello:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 3 
Ruocco Carla , Presidente ... 6 
D'Alleva Massimiliano , Responsabile Segreteria tecnica FIR ... 6 
Ruocco Carla , Presidente ... 7 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 7 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 7 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 7 
D'Alleva Massimiliano , Responsabile Segreteria tecnica FIR ... 7 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 7 
Ruocco Carla , Presidente ... 8 
Cestari Emanuele (LEGA)  ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 9 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 10 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 10 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 10 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 10 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 10 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 10 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 10 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 11 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 11 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 11 
Zanettin Pierantonio (FI)  ... 11 
Servello Gianfranco , Presidente Commissione tecnica Fir ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Documentazione in regime libero consegnata dal dottor Servello ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta comincia alle 15.15.

Comunicazioni.

  PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 15 marzo 2022, ha convenuto sull'opportunità che la Commissione si avvalga della collaborazione, ai sensi dell'art. 21 del Regolamento interno, in qualità di consulente, del dott. Pierluigi Tuccinardi.
  Il dottor Tuccinardi ha prestato il prescritto giuramento mercoledì 30 marzo 2022, assumendo in tal modo il pieno esercizio delle funzioni di consulente della Commissione e le conseguenti responsabilità.
  Comunico altresì che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 15 marzo 2022, ha convenuto sull'opportunità di conferire al dott. Pierluigi Tuccinardi l'incarico avente ad oggetto la trattazione delle questioni legali connesse alle segnalazioni gestite dal Sistema di segnalazione dei disservizi bancari, secondo quanto previsto dai documenti di intesa stipulati con la Guardia di Finanza e ratificati dalla Commissione il 1° luglio 2021.
  Comunico che il dottor Gianfranco Servello, Presidente della Commissione tecnica del FIR, in vista dell'odierna audizione, ha trasmesso della documentazione in regime libero, già inviata per email ai commissari e comunque oggi in distribuzione.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Presidente della Commissione tecnica del Fondo indennizzo Risparmiatori (FIR), Gianfranco Servello.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Presidente della Commissione tecnica del Fondo Indennizzo Risparmiatori, Gianfranco Servello.
  La Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, facendo seguito all'audizione dello scorso 15 giugno 2021, intende acquisire aggiornamenti in merito allo stato di attuazione della legge 30 dicembre 2018 n. 145, come successivamente modificata e integrata, che ha istituito presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR).
  Con riferimento all'odierna audizione è presente il dottor Gianfranco Servello, Presidente della Commissione tecnica per l'ammissione alle prestazioni del Fondo indennizzo risparmiatori, accompagnato dal dottor Massimiliano D'Alleva, dirigente Consap, responsabile della Segreteria Tecnica, che ringrazio di essere qui presenti.
  Invito quindi il dottor Servello a svolgere la relazione possibilmente in un tempo massimo di trenta minuti. Seguirà quindi il dibattito in Commissione.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. Grazie. Sicuramente meno di 30 minuti, anche perché noi già ci conosciamo, questa convocazione è un aggiornamento. Mi sono dovuto documentare sullo Zingarelli, l'aggiornamento è la messa al corrente di quello che è successoPag. 4 nel frattempo. È vero che c'è anche un altro significato, che mi piacerebbe poter utilizzare in questa sede, aggiornare vuol dire dare anche luce, e in effetti dall'audizione scorsa ad oggi sono successe un po' di cose.
  Sul versante dei lavori della Commissione ciò che è stato fatto è chiaramente esplicitato nella relazione in termini numerici, sia quantitativi con riferimento alle istanze esaminate ed esitate, sia con riferimento a quanto è stato erogato. Quello che, invece, è abbastanza interessante sul piano del collegamento tra gli obblighi della Commissione e quanto dalla legge ad essa demandata, in particolare dal decreto ministeriale, è stata la possibilità di effettuare il piano di riparto con riferimento a regime forfetario, piano di riparto che ha dimostrato l'ampia capienza dello stanziamento.
  Nel frattempo sono intervenute, come ha ricordato la Presidente, successive, plurime e stratificate modificazioni legislative.
  In particolare colgo l'occasione per ringraziarvi, perché è stata l'unica situazione nella quale, con l'audizione dell'altra volta, la Commissione tecnica, tramite me, si è sentita ascoltata. Allora, infatti, l'input che mi era stato dato era stato quello di considerare la convocazione come una richiesta di capire in che modo ci potevate essere d'aiuto. E io chiesi, in riferimento allo slittamento che era stato operato, una proroga e questa effettivamente poi è stata concessa. Tra l'altro, feci anche presente che i compensi della Commissione non erano stati pagati e qualcuno intervenne molto opportunamente. Sono stati pagati, ma non sono state pagate le trasferte, siamo ancora fermi al mancato rimborso della prima Commissione. Questo poi a cascata è andato sul fatto che le riunioni in presenza non si sono potute fare.
  Quello che è interessante è che nel momento in cui sono stati fatti questi emendamenti c'è stata una prima proroga fino al 15 marzo del 2022, ai fini della integrazione, sia delle domande che erano state già oggetto di richiesta di integrazione, sia di quelle iscrizioni al portale che non fossero state portate a buon fine. Non c'è dubbio che questa seconda ipotesi – sono due casi ben diversi – comporta tutta quanta una trafila: Agenzia delle entrate, controlli, verifiche eccetera. A questo fine è stato necessario fortunatamente non un nuovo protocollo con l'Agenzia delle entrate, ma semplicemente un aggiornamento e proroga del protocollo precedente.
  Invece, la proroga concessa a coloro che avessero presentato domande non complete ha finito con l'interferire su un'attività che noi già stavamo facendo. Avevamo fatto una serie di richieste di integrazione agli istanti, c'era stata una risposta ben documentata da parte dei soggetti, noi avevamo dato dei termini che erano quelli del primo decreto ministeriale, 60 giorni, naturalmente questi termini sono slittati in prima battuta al 15 marzo 2022, poi ulteriormente prorogati al 1° maggio 2022.
  Questo ha provocato l'impossibilità di esaminare tutte quelle istanze alle quali non fosse stata data tempestiva risposta di integrazione prima del 1° maggio. Ma questo, tutto sommato, è un problema, credo, di difetto di coordinamento. D'altra parte, noi, come Commissione, non siamo mai stati consultati su quello, mentre l'Agenzia delle entrate ha avuto la possibilità di far inserire nella legge che il suo supporto ci sarebbe stato fornito compatibilmente con le risorse umane. E questo è chiaro che non tutti lo hanno potuto fare, per esempio, il FITD (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi) ci fornisce con molta lentezza i riscontri delle pratiche esitate, ma questo in qualche modo si è potuto superare per la grande efficienza della segreteria, in particolare ringrazio il qui presente dottor D'Alleva, non più funzionario ma dirigente, responsabile della segreteria, al quale poi chiedo la cortesia alla presidente di dare la parola per lumeggiare un paio di circostanze ostative ulteriori.
  Perché, vedete, qui la somiglianza con il videogame è stata veramente notevole, ed è quel gioco nel quale ogni tanto compare un avversario e si deve in qualche modo dribblare l'ostacolo frapposto dall'avversario. Però, stiamo andando avanti e direi abbastanza bene.
  Devo dire una cosa, che lo sforzo costante della Commissione nella sua attività Pag. 5interpretativa di una normativa che probabilmente non è il massimo, è quello di operare in favore degli istanti. L'altra volta vi ho fatto un rapido elenco. Il Sindaco supplente è un soggetto escluso? Il convivente more uxorio è un soggetto escluso? Il responsabile internal audit è un soggetto escluso? Risposta analisi delle funzioni delle competenze: sì. Il responsabile dell'ufficio reclami, il responsabile della compliance sono soggetti esclusi? No. Questo tanto per dire. Poi, se c'è una domanda, tanto per fare un esempio, in cui la sottoscrizione dell'avente diritto manchi, allora che si fa? Si segue alla lettera il decreto, oppure siccome quello ha dato una delega, e quindi c'è un altro richiedente, si desume da lì la sottoscrizione? Anche qui abbiamo interpretato sempre sulla base di questo favor, e lo stesso riguarda la documentazione bancaria. Tantissimi hanno scaricato la loro documentazione dalla home banking, non c'è sottoscrizione. In realtà si sarebbe forse dovuto chiedere che la banca sottoscrivesse, ma quando, poi, la documentazione è chiaramente scaricata dal sito ...
  A questo proposito apro una parentesi, ed è la cosa che mi preme di più. Già l'altra volta vi avevo detto che questa esperienza mi sta insegnando una cosa, che se si deve ridisegnare un rapporto si deve ridisegnare il rapporto tra un soggetto che va in banca e la banca intesa come intermediario. Su degli estratti conto, ho visto la riproduzione di un lingotto d'oro e l'invito «Venite a toccare questo lingotto in banca. L'oro è un investimento». Tutto questo mi ha fatto pensare alla vendita dei diamanti, alla famosa iniziativa «Investi o ti chiudo il conto», poi, fortunatamente rientrata sulla base di un provvedimento. Effettivamente nell'ambito del TUF (Testo unico della finanza) noi stiamo vedendo delle cose impensabili, cioè della gente che attesta una licenza elementare, attesta un'età superiore ai 65 anni, alla quale viene assegnato un profilo di rischio medio, quando viene assegnato, perché poi ci sono circostanze in cui questo manca. E qua la domanda che ci siamo posti, e alla quale siamo riusciti a ovviare con una interlocuzione, ancora in atto con Banca Intesa, che deve fare quello a cui la banca non ha dato documentazione? Non gli ha dato niente e niente si ritrova? Da qui la validità che abbiamo conferito alle autodichiarazioni.
  Noi ci siamo sempre fermati per logica analogia con qualsiasi procedimento a seguire il petitum, ma poi ci siamo chiesti: ma se dalla documentazione emerge una violazione e l'istante non se ne è accorto? Se dice: «Ho avuto false informazioni, emerge la concentrazione», in questo caso abbiamo deliberato che se dalla documentazione allegata risulti un'operazione massiva che non sia, però, stata dedotta, comunque l'indennizzo va in ogni caso liquidato.
  Abbiamo anche ritenuto che non fosse nemmeno necessaria la prova del possesso degli strumenti finanziari al momento della presentazione della domanda, ma abbiamo ritenuto che fosse sufficiente, e comunque necessaria, questa prova al momento della LCA (Liquidazione Coatta Amministrativa). In questo senso vanno i ringraziamenti.
  Il 4 novembre 2021 abbiamo iniziato il pagamento del forfetario, oltre i 50 mila euro. Poi il TUF già l'avevamo iniziato e ora, come vedete dai dati, è andato a buon fine. Questa è stata probabilmente l'unica, ma abbastanza ovvia, interpretazione, in senso restrittivo, per garantire una uniformità di liquidazione. Il 9 dicembre abbiamo ritenuto che il limite di 100 mila euro sussistesse per ciascun risparmiatore in relazione al complesso degli strumenti finanziari, senza distinzione tra azioni e obbligazioni subordinate, né fra strumenti emessi da banche diverse.
  Il ringraziamento, poi, in qualche modo va anche esteso, oltre che agli eccezionalmente bravi componenti della Commissione, me escluso, versati veramente come si dice in utroque iure, perché abbiamo esperienze di diritto della crisi dell'impresa, abbiamo esperienze di puro civilista, e così via. Devo ringraziare anche voi perché poi avete convocato me, invece di convocare i due funzionari. Chi sono i due funzionari? Questa è la domanda. I commi 64 e 67 della legge n. 234 del 2021 recitano, e sono quelli che voi avreste dovuto chiamare al mio posto: «Allo scopo di assicurare adeguato supporto alla Commissione Pag. 6tecnica, di cui al comma 63, incaricata di procedere alla definizione dell'attività del Fondo indennizzo risparmiatori, a decorrere dall'anno 2022, i due posti previsti al terzo periodo del comma 15 dell'articolo 11-bis, del decreto-legge 25 maggio 2021, numero 73, convertito con modificazioni dalla legge 23 luglio 2021 n. 106, sono assegnati alla prima Sezione di cui all'articolo 3 comma 3 del Regolamento di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 3 luglio 2003, ciascuno rispettivamente con le seguenti funzioni, che sono comunque sottoposte ai poteri di coordinamento e di direzione e controllo del capo della sezione: assicurare il raccordo permanente con l'attività normativa del Parlamento e i conseguenti rapporti con la Presidenza del Consiglio dei ministri e le altre Amministrazioni interessate, anche per quanto riguarda l'attuazione normativa di atti dell'Unione Europea».
  Questo me lo sono scaricato per un'altra ragione, perché devo fare presumibilmente una lezione su un corso di aggiornamento sulla formazione della legge in Italia, è sempre una sfida per chi riesce a capire quello che ho letto. Ci sono, effettivamente, due funzionari che dovrebbero essere qui al posto mio a riferire, non avete chiamato loro avete chiamato me, e di questo vi sono assolutamente grato.
  Non credo di dover aggiungere altro per quello che riguarda l'attività della Commissione, salvo il fatto delle difficoltà incontrate anche a valle, perché oltre alle difficoltà create, sicuramente involontariamente, da questi emendamenti che non hanno tenuto conto di come lo spostamento in avanti dei termini rappresentasse un'oggettiva difficoltà per quello che riguarda la completa istruzione delle pratiche da integrare, ci sono anche dei problemi a valle. Già l'altra volta era stato segnalato il problema dei pagamenti individuali che non potevano essere fatti a sistema. Questa volta, a un certo punto, ci siamo ritrovati, inaspettatamente, i pagamenti bloccati, sempre per quel discorso di sleale collaborazione della Ragioneria. Su questo meglio di me, se la presidente acconsente a dargli la parola, lo può illustrare con una certa puntualità il dottor D'Alleva. È una stata una doccia fredda che però poi abbiamo in qualche modo risolto, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, prego dottor D'Alleva.

  MASSIMILIANO D'ALLEVA, Responsabile Segreteria tecnica FIR. Grazie Presidente, grazie Presidente Servello. Come sappiamo i pagamenti vengono fatti tramite il sistema di Ragioneria generale dello Stato. Ordinativi secondari, si chiamano in gergo tecnico, e sono così impostati su un numero di 99,999 mila per ordinativo secondario. Ergo, praticamente, al centesimo mila bonifico bisogna switchare su un altro ordinativo secondario, trasferendo tutte le risorse residue sul primo ordinativo o sul secondo ordinativo. Se queste questioni tecniche uno non le sa a monte, continua a disporre pagamenti sullo stesso ordinativo, ma quei pagamenti ovviamente non andranno mai a buon fine. Una volta venuti a conoscenza del problema, l'abbiamo risolto nell'arco di sette giorni, per cui il disagio nei confronti dei risparmiatori non si è palesato, tant'è vero che noi ad oggi siamo allineati con i pagamenti, per quanto riguarda le delibere della Commissione tecnica. Quindi, generalmente, a distanza di una settimana, vengono erogate le liquidazioni per quanto riguarda le domande valutate dalla Commissione.
  A riguardo, le cito anche in maniera percentuale, visto che nella relazione sono riportati ovviamente tutti i numeri. Abbiamo il 95 per cento delle istanze definite sul regime forfettario e il 40 su quello ordinario, sono dei numeri particolarmente significativi se si tiene conto che il processo è interamente telematico. Questo è un altro aspetto che bisogna sottolineare, perché quando si era partiti c'era una naturale e normale diffidenza in considerazione dell'età anagrafica della platea, e soprattutto di questo strumento informatico che tanto fa paura, anche se poi oggigiorno quasi tutti ne siamo consapevoli e lo utilizziamo. Questo strumento telematico ha consentito alla Commissione di riunirsi, anche sotto pandemia, anche due volte a Pag. 7settimana, e valutare in poco più di un anno quasi 130 mila pratiche, e questo non è poco. Viceversa con lo strumento cartaceo, tradizionale, con la situazione pandemica che abbiamo vissuto e che ci auguriamo di lasciarci quanto prima alle spalle, sarebbe stato significativamente inferiore. Questo è bene sottolinearlo perché un conto è vedersi da remoto, approvare le pratiche, vederle correlate anche di tutta la documentazione, che vi assicuro è copiosa, soprattutto per quanto riguarda le violazioni massive; vederle, invece, in presenza con l'impossibilità da parte dei commissari di riunirsi, sarebbe stato completamente differente. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Collega Zanettin, prego.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Grazie presidente, grazie dottor Servello. Io comincio da una domanda a cui in parte lei ha già risposto, che è molto banale, perché l'ultima volta io avevo annotato che la Commissione non era stata gratificata dei compensi, io ho fatto subito un'interrogazione parlamentare sul punto, a cui non è stata data risposta da parte del Governo, perché il nostro Governo non ha la buona abitudine di rispondere a un'interrogazione parlamentare, però sono contento che lei mi dica che il problema pare risolto, anche se non sono state pagate le trasferte.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. È stato pagato il 2020, non il 2021.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Allora faccio un'altra interrogazione, così magari provvedono anche al 2021. Venendo ad argomenti e questioni ancora più rilevanti, io ho esaminato, nel tempo che ho avuto a disposizione, la sua relazione e a me interessa soprattutto lo stato di avanzamento dei pagamenti, e le problematiche che sono rimaste sottese. Ho fatto qualche rapido calcolo spannometrico, possiamo dire che rimangono ancora da esaminare circa 17.500 domande, di cui, facendo un incrocio dei dati, 11.500 per quanto riguarda il regime ordinario e circa 6 mila per il regime forfetario. Questo è il calcolo che ho fatto io sulla base dei dati forniti.

  MASSIMILIANO D'ALLEVA, Responsabile Segreteria tecnica FIR. È il contrario.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Come il contrario? Quindi sono solo 6 mila quelle del forfetario, ho invertito i dati.
  Veniamo ai problemi che mi vengono segnalati da parte degli avvocati, dei professionisti, delle associazioni che hanno presentato le domande. A questo proposito, le rinnoverò la stessa domanda che le avevo rivolto la volta scorsa, ovvero, suggeriteci quali interventi normativi possiamo introdurre per cercare di aiutarvi a chiudere queste partite, perché presumo che siano partite incagliate.
  Almeno dai dati che sono in mio possesso, quali sono i problemi che sono emersi? Il primo problema è quello delle domande presentate con regime forfettario che in realtà non avevano i requisiti per il regime forfettario, e la cui sorte ad oggi è stata il rigetto. Cioè è stato detto che, poiché non c'era né il requisito dei 35 mila euro di reddito, né dei 100 mila, sono state rigettate. A questo proposito i presentatori avrebbero, invece, preferito che la questione fosse trattata nel senso che, se non ci sono i requisiti per il regime forfettario le domande fossero comunque trattate per il regime ordinario. Da questo punto di vista la questione pareva risolta con una vostra determina, che a me risulta del 6 agosto 2020, nella quale si diceva che se non c'erano i requisiti per il regime forfettario, d'ufficio la Commissione li avrebbe valutati con il criterio dell'ordinario. Così non è stato, invece, quindi queste domande sono state tutte rigettate. Ovviamente gli interessati hanno ritenuto di contestare questo rigetto, hanno fatto ricorso al TAR e, come presumo che lei sappia, è stata pubblicata il 25 marzo del 2022 una sentenza della seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio, il quale ha riconosciuto il diritto del risparmiatore, e quindi ha cassato il diniego di risarcimento.
  Quindi la prima domanda che io le formulo, Presidente, è questa: possiamo Pag. 8ritenere che, alla luce del fatto che ci fosse una vostra determina precedente, e che quindi c'era un legittimo affidamento da parte dei risparmiatori circa il trasferimento d'ufficio della pratica da forfettaria in ordinaria, la Commissione possa rivedere queste domande, previa integrazione ovviamente della documentazione, anche alla luce della sentenza del TAR? O dobbiamo, come legislatori, magari intervenire noi, stabilendo questo criterio con un atto normativo?
  A questo proposito io gradirei sapere la posizione della Commissione, anche perché ci aiuta nel nostro lavoro di legislatori che devono cercare di aiutare voi, nel vostro lavoro, e aiutare i risparmiatori ad ottenere quegli indennizzi, che come classe politica abbiamo loro promesso, e per i quali ci siamo impegnati. Del resto, lei l'ha ricordato, la capienza del FIR è più che adeguata, quindi non c'è ragione per essere di manica stretta.
  L'altra questione ancor più rilevante riguarda, invece, il regime ordinario, perché dalle informazioni in nostro possesso, ho visto che sono pochissime le domande del regime ordinario finora raccolte, sono solo 7mila su 19mila. Ecco perché io dicevo, 11 mila 500. Quindi il regime ordinario, 11 mila 500, dicevo correttamente all'inizio. Il regime ordinario ha visto accolte solo 7 mila domande su 19 mila.
  Dalle informazioni, che sono in mio possesso, il problema è che, per giustificare l'accesso al regime ordinario, la Commissione chiede delle integrazioni documentali, che, però, gli interessati non riescono a trovare, né da Banca Intesa, che è la principale banca depositaria per quanto riguarda le azioni della Popolare di Vicenza e Veneto Banca, sia dalle altre banche.
  C'è questa situazione per cui i risparmiatori vogliono integrare la documentazione, che voi richiedete, l'hanno richiesta, le banche che non rispondono, o meglio rispondono che non sono in grado di trovarla, forse la troveranno. Sta di fatto che le domande sono giacenti, anche il termine della conclusione dei vostri lavori si avvicina, quindi che sorte avranno queste domande, che sono state presentate e per le quali è stata richiesta una documentazione integrativa che le banche depositarie non sono in grado di fornire? Dalle informazioni che abbiamo in nostro possesso pare che non siano proprio in grado di fornirla.
  La domanda che le faccio e che è analoga alla precedente, è questa: pensate che la questione si possa risolvere sulla base della normativa vigente? O invece suggerite al legislatore di fare delle modifiche normative, che vi consentano di procedere a queste liquidazioni ordinarie senza dover avere ulteriori documentazioni? Per esempio, con autocertificazioni e quant'altro.
  Tra l'altro io ho presentato, poche settimane fa, un ordine del giorno al Governo, in cui illustravo un po' tutta questa situazione, chiedevo al Governo di consentire l'integrazione documentale, o comunque di aiutare il lavoro, perché così possiamo arrivare alla chiusura del FIR, e poi valutare sul residuo cosa fare. Altrimenti ho l'impressione che ci siano dei problemi che rimangono appesi e che allo stato della normativa, a meno che lei non mi smentisca, non trovano soluzione. Quindi se c'è necessità di un intervento normativo che, anche noi come Commissione, presidente, alla luce di questa interlocuzione, possiamo proporre tutti assieme. Se tutti insieme proponiamo qualcosa al Governo, credo che il Governo non abbia motivo per negarcelo.

  PRESIDENTE. Prego, collega Cestari.

  EMANUELE CESTARI. Grazie presidente. Grazie al dottor Servello per la relazione, ma anche per la fattiva collaborazione, perché è vero che non è la prima audizione che facciamo sul tema del Fondo indennizzi risparmiatori. È una questione sentita che riguarda migliaia di famiglie, quindi grazie mille.
  Anch'io come il collega Zanettin, volevo sottoporle due richieste e una domanda. Il primo tema che volevo analizzare è il grave problema dei rigetti. Le associazioni, abbiamo visto, hanno riscontrato troppi rigetti relativi al fatto che i richiedenti non possiederebbero il requisito reddituale o patrimoniale richiesto dal regime forfettario.Pag. 9 Istanze FIR presentate entro il 18 giugno 2020, e sottolineo, ahimè, nei mesi Covid, quando era complicatissimo visitare uffici, consulenti, avvocati, banche eccetera. In tale periodo, inoltre, il portale FIR non funzionava ancora, ha richiesto parecchi aggiustamenti successivi. Inoltre, non erano ancora noti i criteri con cui sarebbero stati conteggiati il patrimonio mobiliare ai fini dell'indennizzo FIR. Da qui mi avvio a due richieste, anche alla luce come giustamente sottolineava il collega Zanettin, prima, della decisione del TAR del Lazio di riammettere chi ha sbagliato, e anche perché andando a osservare il portale FIR vostro, la stessa Commissione tecnica FIR aveva scritto, in una sua nota del 19 giugno 2020, il giorno successivo alla scadenza entro cui presentare la domanda di indennizzo, che riguardo ai risparmiatori che avessero sbagliato a fornire le indicazioni nella domanda di indennizzo forfettaria, la Commissione stessa avrebbe valutato la possibilità di passare tali risparmiatori al canale di indennizzo ordinario, cioè quello delle violazioni massive.
  Da qui le mie due richieste. La prima: tutti coloro che hanno subito un rigetto possono sistemare la propria posizione, passando eventualmente dal regime forfettario a regime ordinario.
  La seconda: tutti coloro che hanno compiuto errori formali di compilazione nella procedura di indennizzo possono integrare o rettificare l'istanza. Ho letto che si paventano interventi legali, però, vorrei sottolineare, ma l'ha detto lei prima, in merito anche ai titoli, ha fatto un passaggio articolato su questa vicenda, se ci sono i furbetti questi vanno stanati. Ma non tutti sono furbetti, c'è chi ha erroneamente sbagliato, o scelto un binario sbagliato. Mi auguro che almeno la questione dell'azione penale sia scongiurata.
  Queste sono le due richieste, la domanda è relativa al caso Carife, proprio nella sua relazione a pagina 6, ho notato, testuale, una nota a margine: «Il periodo sospetto su cui si ritiene accertata la violazione massiva del TUF è dal 22/12/2011 al 27/05/2013». Questo mi porta a dire che Consap non ha approfondito a sufficienza il caso Carife, poiché l'ultima vendita di nuove azioni è terminata ad agosto 2011. Sarebbe opportuno ampliare l'arco temporale, perché diversamente laddove non venga ampliato l'arco temporale per il caso Carife, vi si palesa il rischio di una grave limitazione dell'indennizzo per gli azzerati Carife, a vantaggio degli azzerati di altre banche. È molto spiacevole anche andare a vedere la questione che altre banche e istituti che hanno vissuto la stessa vicenda abbiano più o meno tempo, non è questa la sede giusta, e poi francamente è un lavoro antipatico. Però viene spontaneo dire perché altri istituti hanno un periodo di sette anni e alla Carife è stato concesso un tempo particolarmente ristretto.
  Sempre sul caso, una nota a margine anche qua: «Banca d'Italia – sempre in merito al caso Carife – aveva già approvato il piano di salvataggio con assemblea degli azionisti il 30 luglio 2015».
  Quindi, secondo Banca d'Italia gli azionisti Carife dovevano essere già tutti salvati, sarebbe già stata una partita a parte questa, grazie.

  PRESIDENTE. Non ho altri interventi, do di nuovo la parola al dottor Servello, prego.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. Comincio dalla domanda che giustamente l'onorevole Zanettin ha indicato come tema principale. Il legislatore non ha motivo di negare, si chiede lei, le integrazioni della documentazione che potessero essere disposte normativamente, per esempio le autodichiarazioni. Io spero che non ce l'abbia, ma qua ci dobbiamo ricordare la matrice genetica di tutto questo. Ci dobbiamo ricordare che qui, in questa riunione, alla mia prima convocazione, nel foglio di convocazione era riportata la sentenza Tercas. Ricordiamoci cosa diceva quella sentenza in tema di aiuti di Stato. Qualsiasi automatismo incappa fatalmente, io ritengo – spero di no – nei fulmini della Commissione. Quindi sicuramente la Commissione non può disporre il pagamento di un indennizzo a qualcuno che dica: «Guarda mi hanno fregato.Pag. 10 Questi sono gli articoli di giornale, io non ho niente». Questo è pacifico. Poi possiamo ritenere il trasferimento d'ufficio, dall'uno all'altro canale, oppure è opportuno che intervenga il legislatore? La seconda che ha detto, perché questa delibera che voi citate è stata decontestualizzata. Ci sono delibere precedenti e successive, leggendo le quali il problema non si sarebbe nemmeno posto. Della sentenza non parlo perché la Commissione non è parte, e quindi la cosa, nella pendenza dei termini per l'appello al Consiglio di Stato, sarebbe evidentemente prematura e scorretta.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Provvisoriamente esecutiva però lo è.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. Ma c'è anche una richiesta di sospensione dell'esecutività che si può fare quando si appella.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Fintanto che è esecutiva.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. Esecutiva se non viene eseguita, in ipotesi, una qualsiasi sentenza si attiva il giudizio di ottemperanza, ma non sta a me entrare, non entro mai, professionalmente nei procedimenti pendenti, perché se l'avessi fatto magari sarei uscito prima, e non per dimissioni volontarie dall'ordine giudiziario.
  Se una pezza si può trovare in deroga al principio generale codificato dal decreto ministeriale, electa una via non datur recursus ad alteram, questo lo può trovare il legislatore, il che a noi farebbe sicuramente piacere. Perché qui è una questione di capirsi. Tutto lo sforzo che noi abbiamo fatto è stato sempre quello di garantire, proprio perché abbiamo visto le facce queste persone, alle quali veniva assegnato un profilo di rischio medio. Quando declinavano le situazioni, abbiamo visto delle persone, non abbiamo mai visto delle schede elettorali, senza offesa per nessuno. Quindi non è che i periodi sospetti li possiamo allargare a nostro piacimento.
  Però, fermo restando l'ancoraggio a questi archi temporali, a specifici provvedimenti delle varie autorità, noi abbiamo considerato la possibilità di liquidare e abbiamo liquidato indennizzi al di fuori dei periodi sospetti sempre nell'ambito delle violazioni TUF che potevamo riscontrare. Tanto più questo procedimento viene automatizzato, e il forfetario e i periodi sospetti sono degli indici di preoccupante automatismo, tanto più si discosta dalle indicazioni fondamentali della Commissione, la quale aveva detto: «Si deve derogare al principio per cui la perdita del privato non può diventare pubblica».
  Questo è allo stato, se vi volete adoperare affinché sia possibile questo cambio di canale, con la modifica delle norme che lo ostacolano, se vi volete anche adoperare perché il termine sia adeguato alle possibilità di riscontro che la Commissione ha, il che, vi ho detto adesso è una forzatura. Forse non sono stato chiaro, ma nei mesi di maggio, giugno e luglio, noi dovremmo esaminare tutte le domande che attualmente sono ferme, perché è possibile che arrivino entro il 1° maggio delle integrazioni. Penso di aver risposto, grazie.

  PIERANTONIO ZANETTIN. E tutte quelle a cui le banche non danno le integrazioni?

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. Pensavo di aver risposto, dicendo che, non è che la Commissione può a un certo punto dire: «Tu con un'autodichiarazione puoi supplire». Non puoi dire: «Io non c'ho niente, m'hanno fregato i risparmi, questi sono gli articoli di giornale, e questa è la sentenza del Tribunale di Ferrara». È un discorso che ci è precluso dalla normativa. Nel momento in cui il legislatore è in grado di fare un intervento normativo dicendo: «È possibile anche un'autocertificazione», ripeto, noi siamo ben contenti, operiamo in questo senso.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Se non arriva la documentazione della Banca Intesa, delle altre banche, li rigettate?

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  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. Distinguiamo: ci sono delle circostanze in cui manca tutto, ci sono invece delle circostanze in cui ci sono degli elementi che la Commissione può oggettivamente apprezzare. Non è un blocco monolitico.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Voi avete chiesto a circa 10 mila soggetti integrazioni documentali.

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. Varie.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Varie, voi le valutate? Anche se non aveva l'integrazione da parte della banca, voi, comunque, le valutate?

  GIANFRANCO SERVELLO, Presidente Commissione tecnica Fir. Le stiamo valutando, perché in molti casi il risparmiatore ha risposto, ci ha fornito elementi che ci hanno consentito di liquidare un indennizzo uguale, o percentualmente inferiore, in ragione a ciò che non veniva dimostrato di quello che era stato richiesto. La richiesta di integrazione ha avuto il suo effetto nel momento in cui è arrivata. Ma se noi ci troviamo di fronte a una tabula rasa, allo stato non possiamo sostituirla con una autodichiarazione in toto, avente oggetto una violazione massiva, che non è minimamente dimostrata.
  D'altra parte, faccio notare anche una cosa. Per esempio, ci sono una serie di situazioni, come la concentrazione, che con un semplice estratto conto possono essere dimostrate. Il riferimento che poi faceva l'onorevole, quello che è stato il rigetto sulla base dei dati forniti all'Agenzia delle entrate, è stata un'attività nella quale la Commissione ha funzionato esclusivamente da passacarte. È stato chiesto, secondo lo schema che il protocollo dell'Agenzia delle entrate ha dato: «Gianfranco Servello ha un reddito superiore o inferiore ai 35 mila euro nel 2018?». Risposta: «Ce l'ha superiore». A seguire: «Ha un patrimonio mobiliare superiore o inferiore a 100 mila euro?». Risposta: «Non ce l'ha». Quindi ha accesso.
  Il fatto che ci fosse stato il Covid, il fatto che l'Agenzia delle entrate abbia commesso degli errori, che abbia considerato il patrimonio mobiliare in certi modi, questo esula dalle nostre competenze. Noi dovevamo solo accertare questo presupposto. Una volta accertato, in positivo o in negativo, ne sono state tratte le conseguenze, grazie.

  PRESIDENTE. Bene, non ci sono altri interventi. Ringrazio il dottor Servello e ci vediamo alla prossima occasione. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna della documentazione in regime libero consegnata dal dottor Servello. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.55.

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ALLEGATO

Documentazione in regime libero consegnata dal dottor Servello.

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