XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 70 di Giovedì 9 dicembre 2021

INDICE

Comunicazioni:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione di Pierfrancesco Latini, Amministratore delegato di SACE, sull'operatività dello strumento «Garanzia Italia»:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Latini Pierfrancesco , Amministratore delegato di SACE ... 3 
Ruocco Carla , Presidente ... 8 
D'Ettore Felice Maurizio (CI)  ... 8 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
Lannutti Elio  ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 10 
De Bertoldi Andrea  ... 10 
Ruocco Carla , Presidente ... 10 
Zanichelli Davide (M5S)  ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Ferro Massimo  ... 11 
Lannutti Elio  ... 12 
Ferro Massimo  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Latini Pierfrancesco , Amministratore delegato di SACE ... 12 
Ferro Massimo  ... 14 
Latini Pierfrancesco , Amministratore delegato di SACE ... 14 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
Latini Pierfrancesco , Amministratore delegato di SACE ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 15 
D'Ettore Felice Maurizio (CI)  ... 15 
Latini Pierfrancesco , Amministratore delegato di SACE ... 15 
D'Ettore Felice Maurizio (CI)  ... 15 
Latini Pierfrancesco , Amministratore delegato di SACE ... 15 
D'Ettore Felice Maurizio (CI)  ... 15 
Latini Pierfrancesco , Amministratore delegato di SACE ... 15 
D'Ettore Felice Maurizio (CI)  ... 15 
Ruocco Carla , Presidente ... 15  ... 16 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dall'Amministratore delegato di Sace ... 17

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta comincia alle 14.05.

Comunicazioni.

  PRESIDENTE. Ricordo che per ragioni di sicurezza sanitaria, il «foglio firme» non verrà portato dall'assistente ma lasciato a disposizione sul tavolino davanti al banco della Presidenza.
  Comunico che il dottor Pierfrancesco Latini, Amministratore delegato di SACE, in vista dell'odierna audizione, ha trasmesso della documentazione alla Commissione. La documentazione in regime libero è oggi in distribuzione ed è comunque stata già trasmessa per email ai commissari.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di Pierfrancesco Latini, Amministratore delegato di SACE, sull'operatività dello strumento «Garanzia Italia».

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'amministratore delegato di SACE, Pierfrancesco Latini. La Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, anche in considerazione di quanto emerso dall'audizione svoltasi il 6 maggio 2020, ha ritenuto opportuno avviare un'attività di monitoraggio sulle attività di SACE e in particolare, per quanto riguarda l'odierna audizione, sull'operatività di «Garanzia Italia», lo strumento di SACE per sostenere le imprese italiane colpite dall'emergenza COVID-19 a seguito dell'adozione da parte del Governo del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 convertito con legge 5 giugno 2020, n. 40 e successive modifiche e integrazioni. Oggi è presente l'amministratore delegato di SACE, dottor Pierfrancesco Latini, accompagnato dalla dottoressa Simonetta Acri, chief MID market officer di SACE e dalla dottoressa Alessandra Ricci, responsabile del programma Garanzia Italia e Green New Deal, che ringrazio per essere qui presenti. Invito il dottor Latini a svolgere la sua relazione in un tempo massimo di venti minuti, seguirà poi il dibattito. Prego, dottor Latini.

  PIERFRANCESCO LATINI, Amministratore delegato di SACE. Grazie, presidente e grazie, onorevoli commissari, per l'invito e soprattutto per questa opportunità che ci consente di rappresentare l'operato di SACE sullo strumento di Garanzia Italia nel corso sostanzialmente degli ultimi diciotto mesi, cioè dalla data di operatività del Decreto Liquidità ormai da aprile 2020. Peraltro da lì a qualche settimana ci eravamo visti in un'altra occasione e soprattutto in un contesto molto diverso. Eravamo nella fase di pieno impianto dello strumento sia da un punto di vista procedurale – con gli accordi di protocollo con il sistema bancario – sia per la realizzazione della piattaforma informatica che ci consentiva di ricevere le richieste. In realtà avevamo, ricordo, raccontato le prime due operazioni che erano state, se non altro, l'esempio del funzionamento del processo. Nella relazione che vi abbiamo trasmesso il 23 novembre abbiamo invece provato a rappresentare, secondo anche le indicazioni che ci avete Pag. 4fornito, un'immagine dei risultati dell'operatività nel corso di questi diciotto mesi di attività.
  Nel tempo a mia disposizione, oltre ai numeri mi faceva piacere anche cercare di trasmettervi un po' lo sforzo e l'impegno che comunque le strutture di SACE hanno profuso in un momento sicuramente ricco di difficoltà, ma che ci ha consentito di intervenire con questo strumento a supporto del tessuto produttivo italiano in un momento così complesso. Come anticipava la presidente, mi accompagnano Simonetta Acri e Alessandra Ricci che rappresentano tutte le strutture di SACE che hanno avuto un ruolo importante per l'implementazione dello strumento, anche da un punto di vista progettuale: Alessandra è responsabile del progetto specifico di Garanzia Italia, Simonetta Acri è la responsabile della struttura di business che invece si è occupata della messa a terra e della gestione sostanziale delle operazioni. Ci tengo anche a ringraziare gli Uffici della Commissione che insieme ai nostri uffici delle relazioni istituzionali hanno consentito di prepararci per rendere possibile questa audizione.
  Consentitemi, veramente rapidamente, di inquadrare lo strumento più che altro da un punto di vista normativo, soprattutto per vedere le evoluzioni normative che da quella data hanno interessato lo strumento in termini di possibilità di applicazione. Come dicevo, il Decreto Liquidità dell'aprile 2020 è la fonte dello strumento Garanzia Italia, in coerenza con il Temporary Framework europeo approvato dalla Commissione europea proprio a marzo 2020 per rendere possibile un più ampio intervento degli Stati con strumenti rivolti alla salvaguardia della salute delle imprese soprattutto, in quel momento, per le tematiche legate alle esigenze di liquidità. Infatti SACE con questo strumento può fornire garanzie controgarantite dallo Stato su finanziamenti normalmente bancari. Il Decreto Liquidità prevedeva un plafond di riferimento di 200 miliardi a copertura di queste esigenze e mi fa piacere spendere un momento per dire che è evidente che questi 200 miliardi in realtà fossero definiti con riferimento a uno scenario cosiddetto worst-case, uno scenario limite. Per darvi un ordine di grandezza, l'ammontare complessivo degli impieghi bancari riferiti al nostro target di riferimento in realtà cuba circa tra i 370 e i 200 miliardi. Per cui è evidente che quei 200 miliardi – ora è evidente, ovvio – fossero definiti con riferimento a un caso limite in cui tutto il portafoglio bancario avesse bisogno di una controgaranzia dello Stato. In realtà i 30 miliardi che sono stati il livello di utilizzo, al momento, dello strumento, rappresentano tra il 15 e il 18 per cento di questo ammontare, per cui è un ammontare ragionevole; in ogni caso è quello che è stato richiesto dalle imprese in questo periodo, per cui è una misura immediata, obiettiva, dell'effettivo fabbisogno che ha mostrato il sistema delle imprese.
  A chi si rivolge? Si rivolge a tutte le imprese, PMI e grandi imprese, ma per una lettura sostanziale dell'ambito di applicazione è importante sapere che il legislatore aveva previsto una priorità di ricorso al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, quelle con un numero di dipendenti fino a 499 e indicativamente un fatturato pari a 50 milioni di euro. Considerando che il Fondo centrale di garanzia, lo ricordo, fornisce garanzie fino a 5 milioni, ma a titolo gratuito, è evidente che ha rappresentato una prima opportunità per le piccole e medie imprese che hanno partecipato, a quel punto, allo strumento di Garanzia Italia solamente in maniera residuale. Questo spiega perché lo strumento in gestione a SACE ha riguardato quasi unicamente le medie e le grandi imprese.
  Come caratteristiche della garanzia, l'impianto è pienamente coerente con il Temporary Framework europeo; prevede garanzie in percentuale tra il 70 e il 90 per cento in funzione della dimensione dell'impresa; la durata è di massimo sei anni nell'impianto originario operativo nel 2020, ma dal 2021 è stato previsto un allungamento delle durate a otto anni. Allo stesso modo, la durata della fase di preammortamento col pagamento della sola quota interessi all'inizio era di 24 mesi e poi è stata estesa a 36 mesi dall'inizio di quest'anno. L'importo: non oltre il 25 per cento del fatturato, per cui fondamentalmente una misuraPag. 5 di tre mesi di fatturato perso dalle aziende oppure il doppio della spesa salariale annuale.
  Uno dei punti che mi fa piacere sottolineare, anche per inquadrare i risultati complessivi, è quello della finalità degli investimenti sottostanti il finanziamento. Questo è stato un passaggio molto importante perché il legislatore ha indicato proprio delle finalità specifiche, per cui una finanza di scopo legata fondamentalmente al pagamento delle spese del personale e investimenti working capital, inclusi i pagamenti dei crediti verso i fornitori.
  Nella prima versione dello strumento non era possibile prevedere rifinanziamenti di finanziamenti bancari già in essere. Questo vuol dire che per il primo anno l'intero ammontare delle garanzie dei finanziamenti emessi a fronte delle garanzie, circa 20 miliardi, ha rappresentato una liquidità netta entrata nelle casse delle imprese proprio per soddisfare i fabbisogni di pagamento di personale e fornitori, per cui tutta la filiera di fornitura delle aziende. Questo ha consentito allo strumento di Garanzia Italia di svolgere un vero e proprio meccanismo di trasmissione di supporto sociale. Tramite il supporto alla media o grande impresa (il passaggio era automatico tramite dei conti correnti dedicati con una tracciatura diretta da parte delle banche dei flussi finanziari) siamo riusciti ad arrivare al sistema dei dipendenti e a tutto l'indotto collegato. Gli oneri a carico delle imprese sono stati definiti con riferimento anche qui al Temporary Framework: sono tra lo 0,25 per cento e il 2 per cento nella prima versione; in realtà con l'allungamento della durata si è incrementato anche il limite superiore dei costi al 3,5 per cento. Questo è un punto importante: la garanzia di SACE è una garanzia onerosa, non è una garanzia a titolo gratuito come nel caso del Fondo centrale.
  Ci sono due procedure distinte. La normativa prevede una procedura cosiddetta ordinaria, per i finanziamenti di importo più rilevante, per le grandi imprese con fatturato superiore a un miliardo e mezzo, dipendenti superiori a 5000 e un importo del finanziamento sottostante superiore a 375 milioni. C'è una procedura semplificata, che non prevede un processo di istruttoria articolata come quella della procedura ordinaria, per tutte le imprese sotto queste soglie, per cui sotto il miliardo e mezzo, sotto i 5000 dipendenti e sotto i 375 milioni di importo.
  La procedura ordinaria ovviamente si rivolge a controparti di dimensione molto significativa, per cui anche ad operazioni di importo molto significativo. Per questo è stato previsto un processo istruttorio molto articolato, che parte dalla banca, passa per l'istruttoria di SACE a seguito della richiesta della banca, e poi prevede un ulteriore processo per arrivare a un decreto del Ministero delle finanze sentito il Ministero dello sviluppo economico che passa ovviamente per l'istruttoria anche degli uffici ministeriali nonché per la bollinatura della Ragioneria generale e la registrazione della Corte dei conti. Si tratta di un processo molto più articolato, ma coerente con la dimensione e la complessità delle istruttorie legate a queste posizioni. L'iter della procedura semplificata invece ha un livello di automazione molto più forte, viaggia completamente sulla piattaforma online e fondamentalmente prevede quattro fasi. Il cliente si rivolge alla banca per chiedere il finanziamento; l'istruttoria viene effettuata dalla banca che invia la richiesta a SACE una volta deliberata positivamente la pratica di finanziamento; SACE verifica – come prevede la normativa – l'esito positivo della delibera bancaria, effettua dei controlli di conformità sui requisiti di legge della controparte, della banca e del finanziamento in generale e poi fornisce un codice identificativo unico per l'erogazione della garanzia a fronte del quale poi la banca eroga il finanziamento. Questa procedura cosiddetta semplificata si basa pertanto su un paio di principi fondamentali: sull'esito positivo della delibera bancaria e poi su una serie di controlli che vengono fatti a monte proprio per indirizzare la stessa istruttoria bancaria e la richiesta della banca che a quel punto arriva come richiesta nel momento in cui si accerti che possa essere processata da SACE. Dopodiché vengono fatti dei controlli di conformità a valle da Pag. 6parte della SACE proprio sui requisiti di legge. In questa parte c'è un elemento che mi fa piacere sottolineare perché è un elemento molto importante, che è quello dei controlli di legalità. Abbiamo definito, nell'ambito di un protocollo specifico col Ministero degli interni, una procedura che consente al processo di valutazione di SACE di contare anche su una verifica della normativa in linea con le normative antimafia, pertanto con una consultazione anche della banca dati nazionale antimafia. Questo è un passaggio che abbiamo ritenuto necessario in fase di predisposizione del processo, proprio per dare una generale affidabilità reputazionale anche a questo processo. Sempre in questa logica, abbiamo concluso un protocollo specifico con la Guardia di finanza con cui definiamo la possibilità di scambiarci informazioni per approfondimenti e supporto eventuale su casi specifici.
  Questa procedura semplificata ci ha consentito poi, in definitiva, di gestire la tempistica di erogazione della nostra garanzia in tempi molto limitati: nella quasi totalità dei casi si è registrato un tempo di erogazione tra le 24 e le 48 ore.
  Per arrivare alle novità introdotte successivamente alla prima forma del decreto, c'è stato un grosso sforzo per rendere questa garanzia applicabile anche ad altro tipo di forme tecniche: al leasing, al factoring, ai prestiti obbligazionari, all'assicurazione del credito commerciale a breve termine. Su questo è stato fatto un grosso lavoro anche con IVASS e con le assicurazioni proprio perché nel periodo di maggior crisi il grande rischio era che le assicurazioni azzerassero i fidi nei confronti delle aziende per l'assicurazione dei crediti commerciali a breve, determinando un sostanziale blocco di questa attività. L'intervento di Garanzia Italia – con una garanzia di 2 miliardi su questa tipologia di indennizzi – ha consentito a queste aziende di mantenere i livelli di fidi alle aziende assicurative e in questo modo ha consentito anche la continuità di uno strumento così importante per le imprese.
  Come dicevo, c'è stata un'ulteriore evoluzione all'inizio di quest'anno per le indicazioni della durata, da sei a otto anni. Questo è stato un passaggio importante anche perché legato a una fase differente dalla fase di apertura dell'utilizzo dello strumento, consentendo in questo modo alle aziende di poter procedere a un allungamento della durata dei finanziamenti, riducendo il peso relativo delle singole rate, ovviamente coperti da fatturati che evidentemente – pur beneficiando già di una fase di ripresa- mantenevano dei livelli sicuramente inferiori a quelli precedenti. Questo è stato l'effetto del «Decreto Sostegni bis»: c'è stata una proroga al 31 dicembre di quest'anno della possibilità di utilizzare questo strumento in linea con il Temporary Framework. Come sapete nella legge di bilancio è prevista un'ulteriore proroga al 30 giugno del prossimo anno proprio in funzione della proroga originaria del Temporary Framework europeo.
  Venendo all'operatività di Garanzia Italia nei diciotto mesi, vi do subito un dato che è più aggiornato rispetto a quello della relazione. Stiamo parlando di più di 3800 richieste accolte, per un totale di 30 miliardi e mezzo. Più o meno erano i numeri che avevate, con qualche settimana di aggiornamento. Questo dato, come detto, si distingue nei risultati delle due procedure, l'ordinaria e la semplificata.
  Per la procedura ordinaria abbiamo diciotto operazioni per un totale di 10 miliardi. Sono tutte operazioni relative a garanzie su nuovi finanziamenti, non ci sono sostituzioni di garanzie già concesse. Abbiamo indicato anche le condizioni di riferimento di questa operatività: un tasso di finanziamento medio dell'1,85 per cento, un costo medio della garanzia dello 0,74 per cento, un range di finanziamenti che va da 20 milioni ai 6,3 miliardi dell'operazione più rilevante, e una durata da nove mesi a sei anni. Le banche agenti di queste operazioni sono ovviamente le banche più rilevanti del Paese, non solo UniCredit e Intesa Sanpaolo. Le imprese beneficiarie sono diciassette: una ha avuto un allungamento della durata dell'operazione originaria. Stiamo parlando di imprese estremamente rappresentative di tutti i settori più significativi del sistema industriale italiano. Non solo l'automotive, ma anche il Pag. 7metallurgico, il chimico, il petrolchimico, il navale, i servizi di ristorazione, il commercio all'ingrosso e al dettaglio. Sono settori che hanno sicuramente risentito della crisi e che rappresentano – ed è un elemento di valutazione introdotto dal legislatore per la procedura ordinaria – dei settori strategici in Italia con riferimento alle filiere produttive di riferimento, al contributo allo sviluppo tecnologico, all'occupazione e al mercato del lavoro.
  L'elemento più importante che vorrei sottolineare però rispetto a questo tipo di operatività – legato al concetto di finanza di scopo- è che intervenendo su questi operatori noi siamo intervenuti anche su tutta la filiera produttiva di riferimento. Ricordo che il meccanismo del finanziamento si svolgeva con l'individuazione di un conto corrente dedicato attraverso cui far passare tutti i flussi finanziari rivolti proprio o a fornitori o a dipendenti per la soddisfazione dei loro crediti. Attraverso il supporto a questi champion di filiera – e sono tutti rappresentativi di filiere produttive estremamente importanti – il meccanismo ha consentito il sostegno a tutta la filiera di riferimento.
  Sulla procedura semplificata a questo punto le richieste sono circa 3800 per circa 20 miliardi. Il 97 per cento delle garanzie si riferisce a finanziamenti e solo il 3 per cento a quelle forme tecniche che abbiamo introdotto successivamente, ma questo era prevedibile. Il tasso di finanziamento medio è 1,75 per cento con un costo medio annuo dell'1,01 per cento e finanziamenti garantiti dai 24.000 ai 365 milioni di euro per importo – ricordo che 365 milioni è il limite superiore prima dell'applicazione della procedura ordinaria- e la durata è da due a otto anni.
  Gli istituti finanziari a cui abbiamo fatto riferimento, da normativa sono istituti abilitati all'esercizio del credito in Italia ed inseriti in appositi albi o sezioni e registri tenuti dalla Banca d'Italia. Le banche agenti sono state circa sessanta e le banche più attive sono i tre gruppi italiani più importanti: il gruppo UniCredit, il gruppo Intesa e il gruppo BPM.
  Le imprese beneficiarie sono 1899 e dicevamo che la partecipazione al programma di Garanzia Italia delle piccole e medie imprese (PMI) è estremamente limitato e residuale, pur rappresentando per numero il 20 per cento dei beneficiari. Il 50 per cento è rappresentato da mid-corporate e il 30 per cento da grandi imprese. È evidente che il peso di medie e grandi imprese, per quello che dicevamo prima, nel nostro caso è estremamente più rilevante. I settori di riferimento riflettono la distribuzione settoriale del nostro tessuto produttivo e sono molto diversificati: telecomunicazioni, informatica, ristorazione, turismo, agroalimentare per circa il 9 per cento, l'industria metallurgica. Si tratta di quei settori che sicuramente hanno risentito di più, direttamente o indirettamente, delle misure di chiusura delle attività e della restrizione alla mobilità. Per natura spesso sono settori caratterizzati dalla non ripetibilità dei propri servizi: una volta persa l'occasione di vendere una vacanza, non è che la volta successiva ne vendi due. Per questo motivo, per loro è stata una perdita di fatturato abbastanza specifica e per questo hanno registrato le maggiori contrazioni nelle vendite e conseguentemente nei flussi di cassa.
  Un altro elemento che ritengo importante, anche per la comprensione dell'utilizzo dello strumento, è la ripartizione geografica, che deve ovviamente fare riferimento a un benchmark che è quello delle medie e grandi imprese e fondamentalmente riflette la distribuzione geografica delle medie e grandi imprese sul territorio nazionale. Noi abbiamo avuto il 65 per cento delle garanzie emesse nel nord Italia, il 23 per cento nel centro e il 12 per cento nel sud e nelle isole. Il dato è fondamentalmente la fotografia della distribuzione del nostro tessuto imprenditoriale, con l'applicazione di uno strumento emergenziale che non avendo una natura di strumento di politica industriale strutturale, non poteva che riflettere, in una fase di crisi generalizzata, l'effettiva distribuzione del nostro tessuto di impresa. Anzi, vedendolo positivamente, riflettendo la fotografia del tessuto imprenditoriale italiano, si vede che Pag. 8non ha creato disparità di trattamento tra le varie aree geografiche.
  Io ho quasi finito, prima di concludere volevo dare solo un cenno che può essere utile sull'andamento dell'utilizzo di Garanzia Italia. Nel 2020 lo strumento ha avuto ovviamente un picco di utilizzi, soprattutto dopo la conversione del decreto nel giugno del 2020 e fino alla scadenza tecnica della fine dell'anno: ci sono stati 20 miliardi di utilizzo dello strumento.
  Come preventivabile, e fortunatamente auspicabile, l'utilizzo dello strumento è andato scendendo nel corso del 2021: alla fine dell'anno chiuderemo con un utilizzo di circa 10 miliardi, per cui dimezzato. Dopo un primo trimestre abbastanza scarso per l'assimilazione delle nuove regole, si è ravvivato l'interesse fino oramai alla chiusura dell'anno. Questo determina che, al momento, per il prossimo semestre non abbiamo aspettative specifiche. Da una pipeline concreta ci aspettiamo che continuerà un utilizzo di questo strumento soprattutto per le imprese e i settori che hanno più risentito della crisi nel 2020 e che ancora non hanno beneficiato della fase di ripresa. Mi fermerei qui, lasciatemi solo sottolineare come SACE e tutte le persone di SACE abbiano veramente interpretato questo nuovo ruolo con grandissimo senso di responsabilità, con uno sforzo in un periodo di difficoltà straordinarie e con un impegno straordinario, soprattutto perché siamo riusciti a farlo senza trascurare la nostra operatività tradizionale di supporto all'export. Rispetto ai 30 miliardi di Garanzia Italia abbiamo comunque mobilitato, da inizio pandemia, 42 miliardi a sostegno dell'export e dell'internazionalizzazione e avviato un altro nuovo strumento che è quello della Garanzia Green con una prima pipeline di circa 2 miliardi che completeremo nell'anno. Si tratta di un lavoro che abbiamo fatto insieme anche a tutte le Istituzioni, al mondo bancario, al mondo delle imprese, in un lavoro di squadra che credo abbia rappresentato la chiave di volta per ottenere questi risultati e che sia il modo migliore per affrontare anche nel medio-lungo termine il sostegno al sistema Paese. Vi ringrazio e rimango a disposizione per i vostri approfondimenti.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, molto. Collega d'Ettore, prego. A lei la parola.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Grazie, presidente. Io avrei una domanda più articolata rispetto a quello che leggevo dalla relazione, che lei ha aggiornato oggi, e un'altra sulla vicenda dell'eventuale finanziamento delle trivelle nell'Artico, se è vero che ci sono 500 milioni di garanzia. Sui giornali c'è scritto che SACE farebbe questo finanziamento. Per la prima questione, dalla relazione depositata apprendo che le garanzie accolte sono state complessivamente 3522, salvo l'aggiornamento che ha fatto, per circa 30 miliardi.
  Ha scritto che erano 29.934.241.208 nella relazione depositata, ma ci ha detto che ci sono dati aggiornati in questa settimana. Il numero totale di imprese che ne avrebbe beneficiato secondo relazione, al di là dell'aggiornamento che ci ha dato, in iter ordinario previsto dalla norma mi pare che sia 17; il numero totale di imprese che hanno beneficiato di garanzie con iter semplificato è 1899, quindi in totale sono 1916 imprese. Sono numeri molto, molto, molto molto, molto, molto ridotti rispetto ai 200 miliardi di euro, di cui 30 destinati alle PMI, del Decreto Liquidità. Io ho sentito quello che lei ha detto, ma non ho francamente capito le ragioni per cui c'è stata questa difficoltà: se è dipesa dall'Istituto o se è dipesa forse dalla normativa, dalla necessità che la normativa sia semplificata e innovata, quindi lei ci potrebbe dare eventualmente delle indicazioni. Certo è abbastanza preoccupante, anche perché spesso arrivano, sia ai singoli membri sia direttamente alla Commissione, segnalazioni da parte di aziende, che poi eventualmente le gireremo, di difficoltà notevoli nell'approccio con SACE e di difficoltà molto importanti anche di carattere burocratico, e di situazioni per le quali molti o abbandonano o non comprendono quali sono i modelli attraverso i quali poter ottenere le garanzie. Può darsi che questo sia dovuto a una necessaria semplificazione e innovazionePag. 9 della normativa, oppure a un modello organizzativo vostro non efficiente. Le segnalazioni sono numerose, sia quelle personali sia quelle che trasferiremo direttamente alla Commissione col sistema che noi abbiamo di segnalazione e di controllo, visto il monitoraggio che noi stiamo facendo. Io vorrei capire: se è un problema vostro organizzativo, ce lo dica in maniera chiara, perché noi tramite il monitoraggio e tramite la nostra possibilità di indagine lo accerteremo comunque, e quindi capire se ci sono difficoltà all'interno della società oppure se c'è necessità di qualche semplificazione e innovazione tale che consenta di implementare questa attività.
  L'altra domanda invece riguarda direttamente il famoso progetto Arctic LNG 2. L'agenzia Reuter dice – questo poi è da verificare – che sarebbe sbloccata una garanzia pubblica di circa 500 milioni tramite SACE per questo progetto a cui parteciperebbe l'Italia. In Conferenza delle parti (Cop26) si era detto che non si sarebbero fatti finanziamenti ad aziende per attività di estrazione di gas all'estero e invece pare che questa sia stata autorizzata dal Governo, ma non si è capito bene. Io appartengo a un Gruppo di maggioranza, però vorrei capire, visto il clamore che c'è stato e visto che finanziamo estrazione di gas, e poi ci sono aziende italiane che sono in difficoltà, e qui interveniamo con 500 milioni su un progetto che poi riguarda anche un intervento d'intesa. Ora io semplifico, se vuole glielo dico nel dettaglio così come l'ho ricostruito dalle varie agenzie. Vorrei capire se è vero e se ammontano a 500 milioni le garanzie che sarebbero sbloccate tramite SACE. Lo chiederemo ovviamente anche a livello parlamentare al Governo, per comprendere. Ecco, queste sono essenzialmente le due domande.
  L'ultima che vorrei farle è questa. Quando riceviamo le relazioni, in genere ci viene ricostruito anche nel dettaglio come funziona la società o l'Istituto, che tipo di organizzazione di personale ha, come si muove. Ci viene spiegato nel dettaglio anche tutto il modello organizzativo – sia interno che esterno – che consente di comprendere le modalità attraverso le quali si svolge l'attività. Glielo dico in termini italiani, potrei spiegarglielo altrimenti e ha ben capito a che mi riferisco. Però non mi pare di leggere dalla sua relazione quali sono le questioni relative all'organizzazione, al personale e al modello di approccio all'esterno, al di là della parte telematica che è quella che poi evidentemente la fa da padrone. Questa sono sostanzialmente le questioni: una di carattere generale, che riguarda la relazione illustrativa e vorrei risposte in merito ai termini molto ridotti di copertura che abbiamo visto; l'altra invece su questo progetto, visto che non si comprende se è vero o meno che è stato sbloccato con questi 500 milioni; e l'altra sul modello organizzativo. Grazie.

  PRESIDENTE. Collega Lannutti, prego.

  ELIO LANNUTTI. Grazie, presidente. Il vicepresidente D'Ettore ha anticipato anche una mia domanda che riguarda la Reuters e questa garanzia sulle trivelle nell'Artico. Però a parte questo, lei, dottor Latini è amministratore di SACE dal dicembre 2019, con un curriculum di tutto rispetto. Consulente di Arthur Andersen, BNL, Italy Invest, Capitalia, BNP Paribas, Cassa depositi, Saipem, Ansaldo. Leggo sul sito SACE le persone che sono essenziali per le attività e i servizi, SACE e SIMEST hanno un organico di 1004 dipendenti, 507 donne, 497 uomini. Tralascio le accuse rivolte a SIMEST mosse da alcune associazioni di imprese, come Coldiretti. L'ultimo comunicato stampa, lo invito a leggere, il 16 giugno 2021 sulle contraffazioni, quel fenomeno denominato Italian Sounding, con danni al made in Italy di 100 miliardi di euro per questa contraffazione.
  Vengo ad alcune domande di merito, anche sulla gestione del personale, sul quale mi riservo un atto di sindacato ispettivo. Dalla relazione depositata emerge che per le 1916 imprese beneficiarie, le commissioni annuali dovute per il rilascio della garanzia pubblica sono complessivamente pari a circa 275 milioni di euro. Ciò detto, avete statistica sull'effettiva riduzione del costo dei finanziamenti garantiti dallo Stato? Qual è stato l'impatto in termini di riduzionePag. 10 dei tassi applicati dalle banche alle imprese? Io leggo dalla relazione che è stata predisposta un'apposita casella di posta, con l'obiettivo di fornire informazione, supporto e rispondere a quesiti di carattere sia tecnico che generale sull'operatività di garanzia Italia. Quante mail sono state ricevute? Quali sono stati gli aspetti, i profili di criticità maggiormente segnalati a SACE? Infine, leggo a pagina 6 «Le richieste ricevute tramite iter ordinario sono state 18, per un totale di richieste di finanziamento di 10 miliardi e 85 milioni, di queste le garanzie emesse al 31 ottobre 2021 sono 15, per un importo finanziato di 9,915 miliardi, di cui 14 già erogate per un importo finanziato di 9 miliardi 875 milioni, e un totale garantito di 8 miliardi e mezzo». Io la ringrazio per le delucidazioni e i chiarimenti: lei è stato in Cassa depositi e prestiti che gestisce il sudato risparmio degli italiani, cioè dove non arrivano le banche arrivano le Poste, quindi i libretti di risparmio, i piccoli risparmi e avete una responsabilità doppia rispetto a quella delle banche. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Senatore De Bertoldi, prego.

  ANDREA DE BERTOLDI. Grazie. Cerco di non ribadire i concetti che i colleghi hanno già espresso che mi vedono ugualmente interessato. Io, a nome di Fratelli d'Italia, voglio alzare il tiro e su una prospettiva. Considerato che siamo a pochi giorni dalla scadenza del termine del 31 dicembre della Garanzia Italia, considerato che anche il presidente Patuelli ha espresso auspici di poter prorogare il percorso, io le chiedo da una parte come lei vede l'ottica della scadenza temporale del 31 dicembre e cosa suggerirebbe alla politica in questa direzione. Questo glielo chiedo anche in rapporto al tema dei cosiddetti crediti deteriorati, NPL, UTP eccetera, perché stime anche abbastanza ragguardevoli e significative, degne di attenzione, prevedono nel prossimo anno, anno e mezzo, due anni, una massa di crediti deteriorati ulteriori di 80-100 miliardi. Sperando, naturalmente, che questa stima non sia realistica e che invece le prospettive dell'economia italiana possano ridimensionare tutto questo, come si sta ponendo SACE – ovviamente nel suo ruolo di garante e soprattutto di «garante garantito», mi permetta questa battuta – sul rischio crediti deteriorati? Anche alla luce del fatto che, ricordiamo, le banche dovranno cambiare strategia, cioè non più solo le GACS, ma si dovrà andare verso un ritorno alla gestione e alla ristrutturazione del debito delle singole imprese, eccetera. Quindi un tema che mi interessa è capire la vostra strategia, in rapporto ai crediti deteriorati che potrebbero apparire nel corso dei prossimi mesi, e magari se non pensa che il PNRR, con la correlazione che ha con molte delle grandi imprese finanziate da SACE, potrebbe avere degli influssi – ovviamente positivi – in quest'ottica.
  L'altro aspetto riguarda, invece, il vostro piano industriale e le vostre prospettive. Siete un'azienda che ha un'elevata capitalizzazione, questo va a merito di SACE. Però quando si hanno numeri positivi in questo senso, ci si aspetta anche da aziende come la vostra un ruolo determinante nella ripresa del Paese. Un'azienda che ha la vostra capitalizzazione, con bilanci da sempre molto positivi ed interessanti, cosa sta preparando per affrontare la ripresa economica del Paese? In questo contesto, una domanda anche più puntuale: le risulta – e nel caso ci renda partecipi – che il budget 2021 abbia subìto o stia subendo dei rallentamenti rispetto alle previsioni? Le chiedo, ci sono dei problemi nel conseguimento degli obiettivi di bilancio del 2021? Queste sono un po' le domande che riguardano soprattutto il futuro. Da una parte, nell'ottica di come vi vogliate porre nei confronti del tema dei crediti deteriorati e della scadenza di Garanzia Italia e dall'altra, forse più generale, quelle che sono e saranno le prospettive in termini di attività di SACE, alla luce di quello che è stato il budget 2021 e di quello che vorrà essere – in funzione anche della capitalizzazione esistente – l'impegno di SACE per i prossimi i prossimi anni. Grazie.

  PRESIDENTE. Collega Zanichelli, prego.

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  DAVIDE ZANICHELLI. Grazie, presidente. Ringrazio anch'io per l'interessante audizione, ma c'è un tema che ci sta abbastanza a cuore ed è il discorso dell'accesso al credito, al finanziamento, soprattutto per le piccole e medie imprese. Quello a cui stiamo assistendo da diverso tempo è che i meccanismi attuali, anche di riduzione del numero di filiali sul territorio dal parte del sistema bancario, e di riduzione dei margini e dei tassi d'interesse, rendono sostanzialmente i finanziamenti per le piccole e medie imprese poco appetibili per il sistema bancario. Questo fa sì che numerose micro imprese – questo lo sappiamo tutti – escono dai radar delle banche, perché crediti per qualche decina o poche centinaia di migliaia di euro risultano poco convenienti per i costi di istruttoria, per i costi di deliberazione e questo rende difficoltoso il credito per migliaia e migliaia di imprese italiane. In questo sistema, alcuni strumenti come anche quello di Garanzia Italia, anche se i dati sulla distribuzione riportano come, dal punto di vista delle masse, l'accesso di questo strumento per le piccole imprese sia presente, ci mancherebbe, ma non sia così elevato come potrebbe eventualmente essere. Quali suggerimenti ci possono essere per il legislatore per far sì che in questo sistema bancario, in cui la digitalizzazione porta inevitabilmente a certe dinamiche nel mercato bancario, alla fine il nostro sistema economico fatto di piccole imprese non risulti penalizzato e come la sinergia anche con il vostro ruolo possa aiutare. Mi unisco anche ai miei colleghi rispetto alle misure previste dal decreto liquidità, e dal decreto sostegni successivo, che termineranno inevitabilmente. Ecco, in questo caso quali sono i vari suggerimenti che portate? La preoccupazione che molti di noi abbiamo è che all'interruzione possa esserci una sorta di contraccolpo. Ci possono essere dei sistemi di passaggio graduale, eventualmente? Oltre a quello che vogliamo tutti, il rinnovo di questi strumenti. Però si può anche ragionare su iniziative che possono accompagnare il sistema del credito per le imprese, sempre con la vostra collaborazione, per far sì che comunque non manchi l'ossigeno alle nostre imprese. Anche facendo leva – rispetto anche al ruolo di CDP – su un notevole risparmio privato che comunque caratterizza il nostro il sistema economico e che potrebbe anche essere impiegato, se ci fossero gli strumenti adeguati, a supporto degli investitori italiani e del sistema Paese, delle imprese, della domanda di credito e di rifinanziamento. Grazie.

  PRESIDENTE. Collega Ferro, prego.

  MASSIMO FERRO. Grazie, presidente. Io ho ascoltato attentamente i colleghi e, a parte alcune domande che incuriosiscono anche me, volevo un po' richiamare alla procedura, perché il merito creditizio dell'azienda che richiede la garanzia, non lo decide SACE. Il merito creditizio lo decide la banca e questa, nella procedura sia ordinaria che semplificata, una volta che supera questi step manda la richiesta a SACE, la quale, a seconda delle due procedure, rilascia la controgaranzia. Quando c'è stata la conversione del primo decreto liquidità, in sede di dichiarazione di voto al Senato per il partito di Forza Italia, dichiarai che si stava caricando una struttura che funzionava bene di un carico troppo pesante con le risorse umane che c'erano allora, e con le richieste di immediatezza di risposta. Ero all'opposizione, non fu accolta la questione. All'inizio, dottore, lei non c'era, ma per avere il codice identificativo c'è stata un po' di confusione, nel senso che non veniva rilasciato immediatamente per problemi di procedure, le banche non erano pronte. Ma i numeri sono bassi, e sostanzialmente perché il filtro – secondo me e ce lo diciamo qua tra colleghi – non è SACE, che infatti ci dice che ha ricevuto 18 domande su procedure ordinarie, e ne ha rilasciate 17 e sulle procedure semplificate ne ha ricevuto 3500 e rotti e le ha date tutte. Il tema che sollevava anche il collega è che noi abbiamo delle segnalazioni di imprese che si lamentano, ma il problema è che è la banca che non manda avanti la richiesta, perché non c'è merito creditizio e su questo, colleghi, dobbiamo stare attenti. La valutazione del merito creditizio va lasciata alla discrezionalità delle banche, se Pag. 12non vogliamo creare pasticci ancora più grossi di quelli che si sono creati fino ad oggi. Abbiamo visto in Italia, collega Lannutti, che cosa vuol dire un certo collateralismo della politica con le banche.

  ELIO LANNUTTI. Zonin, mi ricordo.

  MASSIMO FERRO. Zonin e Monte dei Paschi, perché allora facciamo pari e patta. Voglio dire, è una cosa delicatissima. Dottore, è una garanzia che costa troppo, l'ha richiamato il collega De Bertoldi. Siete un'azienda pubblica, dobbiamo dar fiato alle aziende in un momento di difficoltà, perché quel costo di quella garanzia? Il merito creditizio è valutato dalla banca che non regala niente a nessuno. Anche la durata era un problema, E poi si è rimediato. Il costo medio dello 0,74 per cento, non ho capito se si riferisce alle 18, le più grosse o al costo medio della garanzia. Mi pare di aver capito 0,74, forse ho capito male, però poi magari lei mi risponderà. L'ultima domanda è questa. Quando si parla della procedura ordinaria, lei dice che oltre all'istruttoria delle banche che vi arriva, anche voi fate un'istruttoria e tenete conto del ruolo strategico che l'impresa svolge in Italia. Può dirci qualcosa di più su questo? Qual è il criterio per individuare un ruolo strategico? Lo stabilisce il Governo, l'ha detto Cassa depositi e prestiti o è lasciata alla vostra discrezionalità? Avete dei parametri? Dov'è che si va? Infine, l'ultima e ho finito. Effettivamente 200 miliardi messi lì e occupati in una cifra molto bassa, vuol dire che qualcosa non ha funzionato.

  PRESIDENTE. Non ho altre richieste di intervento. Do la parola al dottor Latini, prego.

  PIERFRANCESCO LATINI, Amministratore delegato di SACE. Provo a dare qualche chiarimento di fondo che magari aiuta a rispondere a un po' di domande.
  Mi premeva chiarire il tema delle piccole e medie imprese, perché è un elemento importante per la lettura degli strumenti messi a disposizione dello Stato soprattutto in questa fase.
  Il nostro strumento, come avevo provato a illustrare nella relazione, si rivolge a tutte le imprese, ma in realtà il legislatore ha previsto che per le piccole e medie imprese ci sia un ricorso prioritario sul Fondo centrale di garanzia, che è l'altro strumento di garanzia definito a supporto del sistema delle imprese in questa fase, fino a 5 milioni di euro di esposizione complessiva.
  Questo, oltre a un altro elemento essenziale, cioè al fatto che lo strumento del Fondo centrale di garanzia gode di una garanzia gratuita, determina naturalmente che tutte le piccole e medie imprese si siano rivolte al Fondo centrale di garanzia, e solo per elementi residuali legati a caratteristiche molto specifiche delle imprese che hanno potuto fare richiesta anche alla nostra, circa 300 imprese hanno potuto accedere anche alla nostra.
  Immaginiamoci quindi un'organizzazione degli strumenti pubblici a supporto di questa fase di crisi divisa in due parti che sono molto differenti in funzione del segmento di riferimento.
  Uno riguarda le piccole e medie imprese, arrivando fino alle persone fisiche, ai liberi professionisti e alle ditte individuali. Si tratta di un tema di grossa quantità, perché sono circa 530 mila, se non ricordo male, i clienti che hanno avuto accesso al Fondo centrale di garanzia.
  Un altro strumento, per un'altra tipologia di segmento di imprese, quella medio grande, sopra i 50 milioni di euro di fatturato, sopra i 499 dipendenti, che ha trovato in Garanzia Italia il riferimento per poter soddisfare le proprie richieste di supporto per la liquidità.
  Per cui sul mondo di Garanzia Italia non è significativo poter far riferimento ad un accesso delle piccole e medie imprese per un'organizzazione strutturale di fondo dell'impianto normativo. Questo era il primo punto che mi premeva rappresentare.
  Provo ad andare un po' in ordine anche con riferimento al confronto con i 200 miliardi. I 200 miliardi hanno rappresentato un plafond di riferimento definito dal legislatore nella fase più acuta della crisi pandemica.Pag. 13
  Vi davo un ordine di grandezza di riferimento per farvi capire che 200 miliardi è sicuramente un plafond limite di potenziale utilizzo di questo strumento di garanzia anche per un caso estremo di crisi sistemica, per cui fondamentalmente tutto il portafoglio del sistema bancario su quel segmento potesse aver bisogno di una controgaranzia statale.
  Infatti, se quantifichiamo questo plafond di impieghi bancari riferibili al segmento delle medie o grandi imprese, stiamo parlando di un'entità che è tra i 170 e i 200 miliardi.
  Questo vuol dire che in un caso estremo il legislatore ha dato disponibilità di intervenire per coprire tutto il potenziale fabbisogno delle imprese e del sistema bancario su quel segmento.
  A posteriori, una fase emergenziale che ha avuto un andamento fortunatamente positivo in termini di ripresa e un 2021 che mostra sicuramente una dinamica positiva in termini di andamento congiunturale, evidentemente hanno portato a un utilizzo molto più ridotto dello strumento.
  In realtà, facendo anche riferimento a quanto diceva il senatore Ferro, di fatto questa è l'entità delle richieste che abbiamo ricevuto dal sistema bancario e che abbiamo processato ed erogato in 24 o 48 ore, proprio perché il sistema era previsto per rendere il più efficiente possibile e tempestiva l'erogazione della garanzia dopo l'istruttoria bancaria che verifichiamo come delibera positiva.
  Pertanto, dal nostro punto di vista non rileviamo tematiche di problematiche o criticità organizzative. L'impianto dell'erogazione della garanzia ha funzionato e questo è il volume di richieste che è pervenuto in questo momento dal sistema delle banche e dal sistema delle imprese.
  Come dicevo, il percorso di instradamento nella piattaforma di valutazione delle richieste consente di pre-valutare a carico delle banche l'ammissibilità della proposta, per cui automaticamente la procedura porta avanti l'operazione, nel rispetto dei requisiti di norma e delle verifiche di conformità. Alto? Basso? In realtà 30 miliardi sono le richieste che sono pervenute.
  Con riferimento all'aspetto dell'onerosità della garanzia, questo è uno strumento che, come dicevo, è stato costruito in coerenza con il Temporary Framework europeo. Questo tipo di condizioni, soprattutto l'elemento di onerosità, è definito dal framework e non è modificabile. È una tabella che, come dicevo, va dallo 0,25 per cento fino al 3,5 per cento in funzione della dimensione dell'impresa e della durata delle operazioni. Da questo punto di vista non abbiamo avuto capacità di intervento diretta sull'entità di questa remunerazione.
  L'onerosità di questa remunerazione dipende anche dalle caratteristiche specifiche dell'impresa: magari quella garanzia è considerabile come molto onerosa per le imprese che hanno un facile accesso al mercato di qualità più affidabile, ma è meno onerosa, invece, per le imprese che hanno un livello qualitativo e un merito creditizio peggiore, per cui rispetto alle condizioni di mercato che otterrebbero direttamente dalle banche o addirittura non avrebbero accesso al credito, come diceva il senatore Ferro, oppure lo avrebbero a condizioni molto più forti.
  Credo che alla fine questo strumento abbia mirato bene da questo punto di vista, perché sono state escluse a priori le imprese che avevano caratteristiche di patologia, ovvero che erano in condizioni di difficoltà prima dell'evento pandemico.
  L'onerosità della garanzia ha anche evitato l'accesso allo strumento a imprese che, invece, hanno caratteristiche qualitative positive e che pertanto possono far riferimento direttamente al mercato per approvvigionarsi.
  Sulle tematiche organizzative, non ho riferimenti per poter dire che ci sono processi di inefficienza. Dal nostro punto di vista il processo ha consentito di erogare le garanzie veramente in tempi estremamente limitati dal momento della richiesta da parte della banca.
  Un altro punto importante è che effettivamente vi è una scadenza prevista per il 31 dicembre di quest'anno. Tuttavia, Pag. 14stavo dicendo che nella legge di bilancio di quest'anno è già prevista una proroga dello strumento per il prossimo semestre, fino al 30 giugno del 2022, in linea con la proroga del Temporary Framework europeo.

  MASSIMO FERRO. Ci sono emendamenti che mirano a prorogare anche di un anno.

  PIERFRANCESCO LATINI, Amministratore delegato di SACE. Io da questo punto di vista devo dire che questo è uno strumento emergenziale, poiché fa riferimento comunque alla possibilità di ottenere debito garantito dallo Stato, per cui secondo me più per casi in cui l'azienda non avrebbe avuto possibilità di accesso al credito in condizioni normali.
  Devo dire che in generale in questo momento le condizioni del sistema finanziario stanno mostrando dei segnali di miglioramento anche in termini di disponibilità delle banche a concedere credito e anche a condizioni più favorevoli. Lo dico perché vediamo direttamente tra i beneficiari di Garanzia Italia imprese che iniziano a rimborsare il prestito sottostante Garanzia Italia, ricorrendo al mercato magari a condizioni più favorevoli.
  Questo è un elemento di estrema positività, perché lo strumento ha fatto il suo «dovere» in termini di intervento emergenziale nella fase più difficile, dopodiché, quando l'azienda è in grado di camminare da sola a condizioni di mercato, può farlo e in questo momento iniziano a esserci le condizioni per farlo.
  Per venire alla domanda sulle prospettive, che è un altro elemento importante: Garanzia Italia è per definizione uno strumento emergenziale, per cui è uno strumento che è stato impostato per avere un inizio nella fase di maggior crisi, ma anche una fine. Lo stesso decreto «Liquidità» in realtà prevede una naturale prosecuzione dello strumento di Garanzia Italia in un altro programma di garanzie, che però è a condizioni di mercato, e che SACE potrà gestire non in relazione a un Temporary Framework specifico europeo, ma a condizioni di mercato, in accordo con le condizioni normalmente praticate dal sistema finanziario.
  Questa è una parte del decreto «Liquidità» che ha bisogno di un decreto attuativo per poter essere realizzata. Noi stiamo lavorando in maniera molto intensa anche con il sistema delle imprese, con Confindustria e con le banche per definire le modalità di gestione anche di un programma di garanzie a mercato. Questo lo possiamo immaginare anche in naturale continuità rispetto a Garanzia Italia.
  L'elaborazione di questo schema è in fase avanzata presso il Ministero, poiché non siamo competenti per poi deliberare questo tipo di schemi, però è verosimile che, per quando non ci sarà più la possibilità di ricorrere a Garanzia Italia come strumento di emergenza, sarà possibile far riferimento a uno schema a mercato di garanzie pubbliche.
  Sentivo un riferimento al risparmio postale da parte del senatore Lannutti. SACE in questo momento proprio con il decreto Liquidità è uscita dalla direzione e coordinamento di Cassa depositi e prestiti, pur rimanendo al momento parte del gruppo Cassa depositi e prestiti, ma non utilizziamo e né abbiamo mai utilizzato risorse del risparmio postale.
  Ricordo che noi diamo garanzie, siamo una forma di business cosiddetta tipicamente «unfunded», cioè che non ha bisogno di liquidità ed è lo schema assicurativo tipico di chi riceve prima i premi e poi eventualmente paga i sinistri. Non avevamo bisogno di ricorrere anche a forme di funding diretto sulla SACE Spa da parte di Cassa depositi e prestiti, a maggior ragione ora che non abbiamo più un legame di direzione e coordinamento con Cassa. Come saprete, anche qui c'è un processo di definizione della governance per un passaggio della nostra partecipazione di Cassa al MEF per il 100 per cento. Per cui non abbiamo possibilità di ricorrere o di utilizzare forme di funding da Cassa depositi e prestiti e dal risparmio postale.Pag. 15
  Un altro elemento importante è quello dei crediti deteriorati. Giustamente noi abbiamo sottoscritto impegni per 30 miliardi e abbiamo un portafoglio molto diffuso sul territorio nazionale che riflette nella sostanza l'andamento dell'economia complessiva. È un portafoglio che teniamo sotto attentissimo monitoraggio – c'è un sistema di monitoraggio che condividiamo con il MEF, che ci consente di monitorare segnali di allerta e di attenzione sulle singole posizioni.
  Quello che posso dire è che in questo momento il numero di posizioni che presentano uno stato di default è estremamente limitato. Stiamo parlando di cinque posizioni di importo molto limitato sul totale, premesso che vi è una fisiologia anche nel deterioramento dei portafogli.
  Al momento le caratteristiche del portafoglio non lasciano pensare a una potenziale dinamica fuori da una normale fisiologia dei prestiti bancari o di un portafoglio bancario.
  Ci stiamo attrezzando all'interno dell'azienda, ma siamo già forti di un'organizzazione che ha già gestito operazioni deteriorate. Tra l'altro, abbiamo una società specifica del gruppo che si chiama «SACE SRV», che è proprio una piattaforma di recupero crediti. Per cui, salvo procedere al rafforzamento delle strutture nel caso si rendesse necessario, sicuramente provvederemo a farlo.

  PRESIDENTE. C'era la domanda sulle trivelle.

  PIERFRANCESCO LATINI, Amministratore delegato di SACE. È un'operazione che non è conclusa, poiché è in fase di valutazione, per cui ne possiamo parlare, ma magari in fase secretata.

  PRESIDENTE. Sì, se non ci sono obiezioni, possiamo proseguire i lavori in seduta segreta.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Prima di andare in seduta segreta, le volevo chiedere una conferma. Anche io, Senatore Ferro, conosco bene qual è il meccanismo del provvedimento, me lo sono studiato – in genere sono un bravo studente – e ho fatto qualche emendamento al decreto Liquidità che è passato. Però volevo capire: lei dice quindi sostanzialmente che ogni ritardo e ogni difficoltà è tutto in funzione di ciò che avviene nel settore bancario rispetto alla vostra operatività. Su questo, le segnalazioni che noi abbiamo, sono tutte segnalazioni che non riguardano vostre difficoltà operative.

  PIERFRANCESCO LATINI, Amministratore delegato di SACE. Guardi, Vicepresidente, non conoscendo i casi, mi metto a disposizione per valutare i singoli casi e se ci sono elementi...

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Volevo essere certo che non esiste alcuna problematica che riguarda il vostro funzionamento, ma è tutto rimesso a questioni che riguardano il settore bancario. Volevo essere certo di questo nella risposta che ci dà qui in Commissione.

  PIERFRANCESCO LATINI, Amministratore delegato di SACE. Il nostro processo parte da una richiesta della banca con una delibera positiva.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Ho già detto al Senatore Ferro che conosco il processo.

  PIERFRANCESCO LATINI, Amministratore delegato di SACE. Per dire che tutto quello che succede prima, magari noi lo intercettiamo per una domanda fatta al call center o per un meccanismo di webinar.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Va bene, andiamo in seduta segreta.

  PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, proseguiamo i lavori in seduta segreta.

  (Concorde la Commissione, i lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

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  PRESIDENTE. Grazie. Dichiaro conclusa l'audizione, autorizzando la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione libera consegnata dal dottor Latini.

  La seduta termina alle 15.25.

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