XVIII Legislatura

Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale

Resoconto stenografico



Seduta n. 41 di Giovedì 21 ottobre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Invernizzi Cristian , Presidente ... 3 

Audizione di rappresentanti della società SOSE – Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A. sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale, anche con riferimento ai relativi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza:
Invernizzi Cristian , Presidente ... 3 
Carbone Vincenzo , presidente della SOSE ... 4 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 11 
Perosino Marco  ... 11 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 11 
Ricciardi Sabrina  ... 12 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 12 
Stradiotto Marco , responsabile per i rapporti con i committenti pubblici della SOSE ... 12 
Invernizzi Cristian , Presidente ... 15 

ALLEGATO: Documentazione presentata dalla SOSE ... 16

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CRISTIAN INVERNIZZI

  La seduta comincia alle 8.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della società SOSE – Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A. sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale, anche con riferimento ai relativi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del Regolamento della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, l'audizione di rappresentanti della società SOSE – Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A. sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale anche con riferimento ai relativi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  In rappresentanza della società SOSE intervengono il presidente, avvocato Vincenzo Carbone, e il responsabile per i rapporti con i committenti pubblici, dottor Marco Stradiotto.
  L'audizione odierna offre l'occasione di acquisire i fondamentali elementi di valutazione, in quanto la società SOSE rappresenta il partner metodologico del Ministero dell'economia e delle finanze per l'analisi strategica dei dati in materia tributaria e di economia d'impresa, ed esercita nel settore della finanza pubblica importanti funzioni ai fini della determinazione dei fabbisogni standard e quindi dell'efficiente ed equa distribuzione delle risorse.
  Si tratta di attività di ricerca, analisi e supporto tecnico, che assumono particolare interesse per la Commissione, in considerazione dell'esigenza di disporre di un quadro conoscitivo puntuale e costantemente aggiornato circa le dinamiche di finanziamento degli enti, meccanismi di ripartizione dei fondi a livello quantitativo e qualitativo dei servizi erogati.
  Ricordo che i componenti della Commissione, in virtù di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento della Camera nella riunione del 4 novembre 2020, possono partecipare alla seduta anche da remoto.
  Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori, avverto che secondo le intese intercorse in conformità alla prassi già seguita in precedenti sedute di audizioni, dopo lo svolgimento della relazione introduttiva da parte degli auditi darò la parola a un oratore per gruppo. Conclusa questa fase della discussione, si potrà valutare in considerazione del tempo disponibile se procedere a un'eventuale ulteriore serie di interventi, lasciando comunque agli auditi lo spazio necessario per la replica. Invito pertanto a far pervenire alla Presidenza richieste di iscrizione a parlare, raccomandando ai colleghi di contenere la durata degli interventi.
  A questo punto do il benvenuto ai nostri ospiti, che ringrazio a nome di tutta la Commissione per aver accettato l'invito, cedendo la parola al presidente dalla SOSE, avvocato Vincenzo Carbone. Prego.

Pag. 4

  VINCENZO CARBONE, presidente della SOSE. Illustre presidente, onorevoli senatori e deputati, vi ringrazio dell'opportunità che date alla SOSE di presentare le attività svolte nell'ambito della determinazione dei costi e dei fabbisogni standard degli enti territoriali. La SOSE è stata audita dalla Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale nel luglio dello scorso anno, e da allora molte sono state le novità introdotte nell'ambito delle attività riguardanti la finanza pubblica.
  Ricordo che la SOSE svolge la propria attività nel campo dei costi e dei fabbisogni standard degli enti territoriali in attuazione di quanto previsto dalla legge delega n. 42/2009 e in particolare dal decreto legislativo n. 216/2010, dal decreto legislativo n. 68/2011 e dal decreto-legge n. 50/2017.
  Nel corso dell'audizione odierna presenteremo le attività svolte nel biennio 2020-2021, con particolare riferimento alla determinazione dei costi e fabbisogni standard dei comuni, delle province e delle città metropolitane, con un accenno alle attività nell'ambito dei fabbisogni standard delle Regioni a statuto ordinario.
  Successivamente ci soffermeremo sul lavoro svolto per la determinazione degli obiettivi di servizio e per i servizi sociali e gli asili nido, una tappa fondamentale del percorso di avvicinamento ai LEP, ovverosia i livelli essenziali delle prestazioni, relativi ai servizi che incidono sui diritti civili e sociali che la nostra Costituzione prevede siano garantiti in modo omogeneo sul territorio nazionale.
  Infine illustreremo come le attività sui costi e i fabbisogni standard possano essere utili per ripartire gli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e residenza.
  Ora passiamo a trattare le attività svolte nel periodo 2020-2021. Le numerose attività svolte da SOSE nel campo dei costi e fabbisogni standard degli enti territoriali hanno riguardato, nell'ultimo biennio in particolare, il comparto dei comuni e quello delle province e delle città metropolitane. Va precisato che la SOSE svolge la propria attività sulla base degli indirizzi forniti dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard (CTFS) e dalla Ragioneria generale dello Stato, senza mai venir meno al ruolo di terzietà nei confronti delle rappresentanze degli enti territoriali ANCI (Associazione nazionale dei comuni italiani), IFEL (Istituto per la finanza e l'economia locale), UPI (Unione province d'Italia) e CINSEDO (Centro interregionale di studi e documentazione).
  Per il comparto dei comuni, gli ultimi due anni sono stati densi di sostanziali novità. Gli aggiornamenti metodologici apportati ai fabbisogni standard approvati dalla CTFS il 30 settembre del 2020 e del 2021 e l'applicazione degli obiettivi di servizio per il settore sociale e gli asili nido hanno prodotto una sorta di rivoluzione copernicana. Per la prima volta dall'introduzione dei fabbisogni standard, è stato superato il vincolo della spesa storica complessiva della funzione sociale, stanziando risorse aggiuntive vincolate al raggiungimento degli obiettivi di servizio e compiendo in questo modo un passo in avanti nel percorso di avvicinamento ai LEP.
  Per il comparto delle province e città metropolitane è stato somministrato il questionario agli enti delle Regioni a Statuto ordinario, e nel corso del 2021 si è provveduto a stimare i fabbisogni standard delle funzioni fondamentali per le province e le città metropolitane e a determinare i fabbisogni standard per le funzioni nuove e aggiuntive per città metropolitane e province montane, così come previsto dalla legge n. 56/2014, prescindendo dai livelli di spesa storica non ancora consolidata. La CTFS dovrebbe approvare i nuovi fabbisogni standard di questo comparto entro il mese di ottobre del 2021.
  Per quanto riguarda le Regioni a Statuto ordinario, si è provveduto all'aggiornamento dei dati e alla ricognizione del livello delle prestazioni erogate dal complesso degli enti e dei relativi costi. Per questo comparto l'emergenza COVID ha rallentato le attività di stima e determinazione dei fabbisogni standard.
  Nel biennio 2020-2021 la SOSE è stata inoltre impegnata a fornire il proprio supporto ai tavoli previsti dagli articoli 106 e 111 del decreto-legge n. 34/2020, il cosiddetto decreto «Rilancio», nell'ambito delle Pag. 5attività di monitoraggio e stima degli effetti dell'emergenza COVID sui bilanci degli enti locali e di ripartizione dei relativi ristori.
  Oltre alle attività sopra descritte, la banca dati predisposta per la determinazione dei fabbisogni standard degli enti territoriali è stata utilizzata per analizzare i gap infrastrutturali degli asili nido e delle scuole dell'infanzia, al fine di fornire elementi utili per l'attuazione del PNRR e per stimare le risorse correnti necessarie agli enti per poter erogare i servizi aggiuntivi.
  Passiamo ora a trattare dei fabbisogni standard dei comuni. Tra il 2020 e il 2021 l'attività di determinazione dei costi e fabbisogni standard dei comuni è stata caratterizzata da importanti novità: innanzitutto, la determinazione e l'approvazione dei fabbisogni standard dei comuni della Regione siciliana, la prima Regione a Statuto speciale che ha aderito alla rilevazione dei dati per la determinazione dei fabbisogni standard dei comuni dal proprio territorio. La Commissione tecnica per i fabbisogni standard ha approvato i fabbisogni della Regione siciliana recentemente, il 18 ottobre ultimo scorso. Le altre importanti novità riguardano le modifiche metodologiche approvate tra il 2020 e il 2021, che hanno interessato la funzione sociale, la funzione viabilità e territorio e il servizio di asili nido.
  Nel 2020, con l'approvazione della nuova metodologia per i servizi sociali su specifica richiesta della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, è stato scelto di prendere come riferimento del livello di servizio le aree territoriali che offrono un livello di servizi più alto con una spesa inferiore alla media. In tal modo, rispetto alla metodologia precedente è stata superata la criticità legata al riconoscimento dei differenziali regionali, condizionati dal livello storico dei servizi e dalla relativa spesa storica.
  La figura numero 1 mostra le differenze nella ripartizione della spesa per abitante, destinata ai servizi sociali per i comuni delle Regioni a Statuto ordinario. Invece la figura numero 2 mostra le differenze nel livello dei servizi offerti.
  Ora, dall'analisi delle due figure appare evidente che la spesa storica per abitante e il livello dei servizi risultano molto diversificati lungo il territorio nazionale. Inoltre, la spesa per abitante è maggiore nei comuni del Centro-Nord rispetto a quelli del Sud. Infine, il livello dei servizi, numero di utenti, riflette l'andamento della spesa storica.
  I nuovi fabbisogni della funzione sociale prendono a riferimento i livelli delle prestazioni dei comuni che erogano la maggiore quantità di servizi, avendo contestualmente una spesa inferiore alla media dei comuni simili.
  Per operare questa scelta si è fatto ricorso ai parametri elaborati nell'analisi delle performance di OpenCivitas, ossia il portale della finanza locale che è stato sviluppato da SOSE e dal Ministero dell'economia e delle finanze. Nell'analisi delle performance i comuni vengono ripartiti su quattro quadranti in base alla spesa destinate ai diversi servizi e al livello di offerta degli stessi. Per i servizi sociali sono state prese a riferimento le province, in questo caso intese come ambito e non come ente, che includono i comuni con un alto livello dei servizi e un livello di spesa inferiore alla media dei comuni simili. A tal riguardo si veda la figura numero 3.
  Per garantire un livello medio-alto dei servizi simili a quello dei comuni presi come riferimento sono stati quantificati i fabbisogni aggiuntivi pari a circa 650 milioni di euro. In base a tale quantificazione la legge di bilancio per il 2021, precisamente ai commi 791 e 792, ha messo a disposizione nel FSC (Fondo di solidarietà comunale) risorse aggiuntive pari a circa 216 milioni di euro per l'anno 2021 che aumenteranno gradualmente fino a raggiungere a regime nel 2030 i 650 milioni di euro previsti. Va precisato che tali risorse sottoposte a monitoraggio sono assegnate ai comuni con l'obbligo di rispettare gli obiettivi di servizi per la funzione sociale.
  La tabella numero 1 confronta i fabbisogni standard del settore sociale approvati nel 2019 e applicati dal Fondo di solidarietà comunale nel 2020 con quelli approvati nel 2020 e utilizzati per la ripartizione del predetto Fondo nel 2021. Si può notare come le scelte operate nella nuova metodologiaPag. 6 portino a livelli dei fabbisogni standard più omogenei, non più condizionati dai livelli della spesa storica.
  Con la nuova metodologia ai comuni simili per numero di abitanti è stato riconosciuto un fabbisogno più omogeneo del passato. Nella tabella 2 con il confronto tra i comuni di Reggio Calabria e Reggio Emilia – comuni simili per numero di abitanti – si evidenziano gli effetti positivi delle scelte metodologiche rispetto alle precedenti.
  Un'altra novità metodologica introdotta nel 2020 riguarda la funzione di viabilità e territorio in cui ci si è posti l'obiettivo di cogliere meglio le diverse peculiarità degli enti. Nello specifico le novità introdotte sono state le seguenti: un modello di stima che considera più annualità, dal 2013 al 2017 per la precisione; la sostituzione della variabile di riferimento da popolazione residente a unità immobiliari complessive; l'inserimento di una misura complessiva del livello dei servizi erogati, cioè i servizi offerti per la gestione del territorio e della viabilità; una maggiore attenzione agli aspetti morfologici che caratterizzano il contesto in cui opera in comune come, ad esempio, zone sismiche, zone a rischio frana, zone climatiche; una maggiore attenzione al turismo con la distinzione delle abitazioni per tipologia di utilizzo in modo da tener conto della presenza di seconde case che comportano un aggravio di spesa per i comuni in alcuni periodi dell'anno; una maggiore attenzione ai comuni di piccole dimensioni per i quali l'utilizzo delle unità immobiliari complessive ha generato un maggiore fabbisogno.
  La tabella 3 mostra gli effetti dei nuovi fabbisogni standard, confrontando i diversi coefficienti di riparto aggregati per fasce di abitanti. Si nota come la nuova metodologia assegni un peso specifico leggermente maggiore ai comuni medio-piccoli. Questo effetto è determinato dal fatto che la variabile di riferimento, ovvero la popolazione residente, penalizzava le aree e i comuni che stanno subendo un fenomeno di spopolamento.
  Nel settembre del 2021 sono stati approvati i fabbisogni standard relativi alle funzioni fondamentali che verranno utilizzati per ripartire il Fondo di solidarietà comunale nel 2022.
  Per il servizio di asili nido è stata revisionata la metodologia, mentre per le rimanenti funzioni è stata applicata la metodologia precedente alla banca dati aggiornata. La metodologia di stima dei fabbisogni standard del servizio di asili nido presenta le seguenti innovazioni: un modello di stima che considera più annualità, dal 2013 al 2018; la variabile di riferimento è l'utente servito, inteso come bambino frequentante o a tempo pieno o a tempo parziale o come utente che usufruisce di un contributo economico, ovvero l'utente voucher.
  Nel modello aggiornato è stata meglio caratterizzata la figura dell'utente a tempo parziale, utente che svolge un orario ridotto e non usufruisce del servizio di refezione. Inoltre, sono state utilizzate sia i metri quadrati delle superfici interne sia quelli degli spazi esterni, diversamente dalla precedente versione metodologica che considerava solamente le superfici interne.
  Il costo standard del servizio varia in base alle tipologie di servizio offerto – lattante, parziale e refezione –, alle modalità di gestione – diretto o esternalizzato –, alle caratteristiche del contesto e alla dimensione demografica del comune.
  Si ricorda che a partire dai fabbisogni approvati nel 2019, per ciò che riguarda il livello minimo del servizio di asili nido non si è più considerato il livello storico, ma il livello normalizzato. A tutti i comuni con popolazione residente 0-2 anni è stato assegnato un fabbisogno standard almeno sufficiente a erogare il servizio attraverso i voucher. Il livello del servizio minimo è stato calcolato come media della percentuale di copertura storica per ogni fascia di abitante.
  La tabella 5 mostra le differenze tra i coefficienti di riparto del servizio degli asili nido approvati quest'anno rispetto a quelli determinati con la metodologia precedente. Si può notare che la nuova metodologia segna un fabbisogno leggermente maggiore ai comuni medio-piccoli per effetto dei valori più alti del costo standard del voucherPag. 7. A questo riguardo si può visualizzare la tabella numero 6.
  Per la determinazione dei fabbisogni standard delle altre funzioni si è provveduto ad applicare le metodologie approvate nelle annualità precedenti alla banca dati aggiornata. I valori e la composizione percentuale dei nuovi fabbisogni standard approvati il 30 settembre del 2021 sono raffigurati nella tabella numero 7 nonché nella figura numero 4.
  Inoltre, nelle tabelle 8 e 9 sono riportati i valori dei fabbisogni standard nel 2021 confrontati con i precedenti rispettivamente per fasce demografiche e Regioni.
  Per quanto attiene ai costi e ai fabbisogni standard delle province e delle città metropolitane si fa presente che nel corso del 2020 si è proceduto alla nuova rilevazione dei dati delle province e delle città metropolitane appartenenti alle Regioni a statuto ordinario con il questionario SOSE- UPI (Unione delle province d'Italia)- IFEL (Istituto per la finanza e l'economia locale). La rilevazione, che si è conclusa il 31 dicembre del 2020, ha complessivamente interessato 86 enti, di cui 76 province, tra le quali anche tre province montane, e 10 città metropolitane.
  A partire dal gennaio 2021 è iniziata l'attività di analisi dei dati oltre all'attività di confronto con gli enti e con i referenti istituzionali del comparto rappresentati dall'UPI e da IFEL Fondazione ANCI (Associazione nazionale comuni italiani).
  Ultimata l'analisi dei dati provenienti dai questionari e da fonti istituzionali è iniziata l'attività di stima dei fabbisogni standard delle funzioni fondamentali delle province e delle città metropolitane.
  Per le funzioni fondamentali storiche, quali territorio, ambiente, istruzione, trasporti, Polizia provinciale e servizi generali, e per le nuove funzioni fondamentali come stazione unica appaltante, centrale acquisti e controllo dei fenomeni discriminatori, sono state seguite le stime con i metodi econometrici del regression-based approach.
  Le nuove funzioni fondamentali assegnate alle città metropolitane dal comma 44 della legge n. 56 del 2014 sono: l'adozione e l'aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano; la pianificazione territoriale generale; la strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici; l'organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano; la mobilità e la viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell'ambito metropolitano; la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale; la promozione e il coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.
  Per la stima dei fabbisogni standard di tali funzioni, non esistendo un benchmark di spesa storica e di servizi offerti, è stata utilizzata una previsione di risorse necessarie per l'avvio delle attività.
  Lo stesso è stato fatto per le nuove funzioni fondamentali delle province montane che sono: cura dello sviluppo strategico del territorio e gestione dei servizi in forma associata in base alle specificità del territorio medesimo; cura delle relazioni istituzionali con province e province autonome, Regioni, Regioni a statuto speciale ed enti territoriali di altri Stati con esse confinanti e il cui territorio abbia caratteristiche montane, anche stipulando accordi e convenzioni con gli enti predetti.
  Le variabili complessivamente considerate per la stima dei fabbisogni standard di province e città metropolitane afferiscono alla morfologia del territorio, ovvero la superficie, l'altimetria, la zona climatica, la zona a rischio frane ed altro, ad elementi di contesto socio-economico, come il reddito imponibile Irpef, numero di fabbricati ed altro, ai prezzi dei fattori produttivi, come il costo medio del lavoro e il livello delle locazioni immobiliari e, infine, al livello dei servizi offerti.
  Nell'appendice allegata è riportato l'elenco delle variabili per ogni singola funzione. Nel corso degli ultimi mesi i risultati sono stati portati all'attenzione della CTFS (Commissione tecnica per i fabbisogni standard). Il lavoro è in corso di ultimazione e la nota metodologica con l'elenco dei fabbisogniPag. 8 standard di ciascun ente sarà approvata nel corso delle prossime settimane.
  Nell'attesa dell'approvazione da parte della Commissione tecnica per i fabbisogni standard che avverrà entro la fine del mese di ottobre – alla fine del corrente mese – portiamo all'attenzione di codesta Commissione solamente i risultati complessivi. I dati riportati in figura 5 riguardanti i fabbisogni standard sono, quindi, soggetti a possibili modifiche.
  Per quanto riguarda i fabbisogni standard delle Regioni a statuto ordinario, le attività per il comparto delle Regioni a statuto ordinario consistono nella rilevazione dei livelli delle prestazioni effettivamente erogate dalle Regioni e dei relativi costi, attività assegnata a SOSE dal decreto legislativo n. 68 del 2011, e nella stima dei fabbisogni standard relativi alle funzioni fondamentali con esclusione della sanità, attività assegnata a SOSE dal decreto-legge n. 50 del 2017.
  La relazione sulle prestazioni effettivamente erogate, sui servizi e sui relativi costi per la funzione sociale e l'istruzione è stata consegnata al Ministero dell'economia e delle finanze e al Parlamento nel 2017 e successivamente aggiornata. Il più recente aggiornamento è stato presentato a codesta Commissione in occasione dell'audizione del 22 luglio del 2020.
  L'analisi dei livelli delle prestazioni effettivamente erogate e dei relativi costi rappresenta il punto di riferimento per fornire al decisore politico la fotografia della situazione storica per introdurre eventuali LEP (livelli essenziali delle prestazioni) od obiettivi di servizi e calcolare le relative risorse necessarie.
  Per ciò che riguarda l'attività di stima dei fabbisogni standard delle Regioni, si è provveduto a creare una banca dati contenente le informazioni disponibili relative alla spesa e al livello delle prestazioni erogate.
  La stima dei fabbisogni standard non è ancora stata completata. L'attività di confronto con le Regioni e con il CINSEDO (Centro interregionale di studi e documentazione) ha subìto un forte rallentamento nell'ultimo biennio a causa dell'emergenza COVID-19.
  Data l'importanza dell'attuazione del federalismo fiscale per il PNRR ci si attende che nei prossimi mesi si riprenda il confronto con le Regioni per quanto riguarda le metodologie e le risultanze dei fabbisogni standard per le funzioni dei servizi sociali, delle istruzioni e degli affari generali.
  Nelle tabelle 10 e 11 si osserva la spesa destinata dalle diverse Regioni alle funzioni istruzione, servizi sociali e affari generali rispettivamente in valore assoluto e pro capite.
  Per quanto riguarda gli obiettivi di servizio e i livelli essenziali delle prestazioni, come è stato spiegato in precedenza, i fabbisogni standard per la funzione dei servizi sociali approvati nel 2020 sono assegnati ad ogni ente considerando il livello di servizio ideale anziché storico. Tale livello definito come obiettivo di servizio è da considerarsi come una tappa intermedia in attesa della definizione legislativa dei LEP.
  Con la legge di bilancio per il 2021, articolo 1, commi 791 e 792, la dotazione del Fondo di solidarietà comunale è stata incrementata al fine di finanziare i fabbisogni aggiuntivi per il settore sociale dei comuni delle Regioni a statuto ordinario. La legge di bilancio per il 2021 prevede risorse aggiuntive a partire dal 2022 anche per il potenziamento degli asili nido nei comuni delle Regioni a statuto ordinario nonché delle Regioni Sicilia e Sardegna.
  Il finanziamento sia dei servizi sociali sia degli asili nido è condizionato dalla verifica del raggiungimento degli obiettivi di servizio, così come definiti dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard.
  Passando agli obiettivi di servizio per il potenziamento dei servizi sociali nel 2021, gli obiettivi di servizio per il 2021 consistono nell'avere un livello di spesa corrente per il sociale non inferiore al livello del rispettivo fabbisogno standard monetario. Per gli enti che non raggiungono tale livello di spesa è necessario incrementarla nel corso dell'anno nella misura almeno pari alle risorse aggiuntive assegnate. L'allocazionePag. 9 delle risorse aggiuntive è sottoposta a obbligatoria rendicontazione.
  Per rendere operativo il percorso degli obiettivi di servizio per il sociale in sede di CTFS con il coinvolgimento degli esperti del settore sono state elaborate un insieme di regole descritte nella nota tecnica «Obiettivi di servizio e modalità di monitoraggio dei livelli dei servizi offerti».
  La SOSE ha partecipato attivamente a tutte le fasi di analisi.
  Tali attività riguardano la definizione dell'ammontare delle risorse aggiuntive per la funzione sociale, la definizione del rispettivo fabbisogno standard monetario, le scelte di allocazione delle risorse e le modalità di rendicontazione.
  Le risorse incrementali della dotazione del Fondo di solidarietà comunale 2021 per lo sviluppo dei servizi sociali pari a 215,9 milioni di euro non sono aggiuntive per tutti i comuni, perché una parte delle stesse è stata destinata a compensare la diminuzione del trasferimento del Fondo di solidarietà comunale per alcuni comuni a seguito del cambio della metodologia dei fabbisogni standard operato per l'anno 2021 in modo che tali enti potessero mantenere inalterato il loro livello di servizi offerti.
  Poiché i fabbisogni standard vengono definiti come coefficienti di riparto e non come valori monetari, per rendere fruibili gli obiettivi di servizio era necessario dare ai comuni il livello di fabbisogno in termini assoluti. A tal fine il fabbisogno standard monetario per la funzione sociale di ciascun comune è stato determinato applicando il rispettivo coefficiente di riparto al totale delle risorse perequabili nel Fondo di solidarietà comunale incrementate nel 2021 di 215,9 milioni di euro.
  I valori dei fabbisogni standard monetari definiti in questo modo corrispondono ai livelli di spesa standard che i comuni sono in grado di finanziare con le entrate proprie a sforzo fiscale standard, integrate con i trasferimenti perequativi del predetto Fondo di solidarietà comunale.
  Ai comuni sotto obiettivo nel 2021 sono state offerte diverse opzioni per l'impiego delle risorse aggiuntive, tra cui l'assunzione di assistenti sociali e di altre figure professionali necessarie per lo svolgimento del servizio e l'incremento del numero di utenti serviti.
  Infine, è stata predisposta una scheda di rendicontazione ai fini del monitoraggio degli obiettivi di servizio. Tale rendicontazione avverrà attraverso un dashboard che SOSE pubblicherà nei prossimi mesi sul portale dedicato ai questionari dei fabbisogni standard. Inoltre, gli enti saranno assistiti attraverso uno strumento di simulazione della compilazione reso disponibile da IFEL.
  Tutti i comuni che si posizionino sotto o sopra il livello obiettivo di spesa sono chiamati a compilare delle schede fornendo informazioni sul numero di utenti dei servizi sociali per gli anni 2019 e 2021.
  Per poter compiere le prime analisi gestionali utili a guidare le scelte politiche nel settore a tutti i comuni sia in sede di rendicontazione sia attraverso il simulatore saranno fornite informazioni di benchmarking, ovvero del posizionamento ciascuno rispetto al livello obiettivo di spesa e al livello di servizio. Agli enti è richiesto, inoltre, di spiegare le principali ragioni del proprio posizionamento per quanto riguarda sia la spesa sia i servizi.
  Infine, i comuni sotto obiettivo sono tenuti a compilare la parte della scheda che riguarda l'impiego delle risorse aggiuntive.
  Nelle tabelle 12 e 13 sono riportate le informazioni dei comuni appartenenti alle Regioni a statuto ordinario che non soddisfano gli obiettivi di servizio per il settore sociale nel 2021.
  Per quanto riguarda gli obiettivi di servizio per il potenziamento degli asili nido, si precisa che i lavori della Commissione tecnica per i fabbisogni standard per la definizione degli obiettivi di servizio per il potenziamento degli asili nido è ancora in corso. Per questo motivo in questo paragrafo è riportata la sintesi dei principali argomenti di discussione.
  Le risorse aggiuntive del Fondo di solidarietà comunale a partire dal 2022 per gli asili nido sono finalizzate a incrementare i posti disponibili del servizio equivalenti in termini di costo standard a servizio a tempo pieno in proporzione alla popolazione di Pag. 10età compresa tra 0 e 2 anni nei comuni per i quali la copertura del servizio è inferiore agli obiettivi di servizio o ai livelli essenziali delle prestazioni.
  In assenza dei LEP il livello di riferimento è dato dalla percentuale di copertura media del servizio relativamente alla classe demografica di appartenenza dei comuni individuati dalla Commissione contestualmente all'approvazione dei fabbisogni standard per il servizio degli asili nido.
  Nel corso del 2021, come spiegato precedentemente, la metodologia e dei fabbisogni standard per il servizio degli asili nido è stata aggiornata. Il fabbisogno per questo servizio è determinato utilizzando una funzione di costo che consente di individuare il costo da associare al servizio considerato come standard.
  Nella tabella 15 è riportata la composizione del costo del servizio senza considerare l'opzione di erogazione del voucher che corrisponde alla composizione media, ovvero ai valori delle principali variabili – bambini, lattanti, educatori eccetera – che sono posti pari alle medie nazionali.
  Per la definizione del costo standard di riferimento la Commissione tecnica per i fabbisogni standard dovrà esprimersi in merito ad alcune questioni. La prima è la scelta del tipo di servizio da prendere a riferimento come standard, quale percentuale di esternalizzazione considerare, che percentuale di bambini lattanti, di educatori per utente e così via. La seconda questione riguarda se il costo standard debba essere uguale per tutti i comuni oppure se possa variare in base a fattori di carattere strutturale ed economico.
  Per questo ultimo aspetto è importante evidenziare che nel modello di stima dei fabbisogni standard tali caratteristiche sono colte dall'appartenenza dei comuni a una specifica classificazione in 10 gruppi omogenei: cluster poli urbani, cluster comuni montani e così via.
  Infine, la Commissione dovrà decidere se e in che modo il costo standard del servizio a tempo pieno da utilizzare per l'allocazione delle risorse per gli asili nido nell'ambito del Fondo di solidarietà comunale debba tener conto della compartecipazione dell'utenza.
  Come è noto, la fruizione del servizio comunale nella maggioranza dei casi è condizionata dal pagamento diretto da parte degli utenti. I comuni in autonomia decidono la politica di compartecipazione al costo del servizio anche se il fattore preso a riferimento comunemente è costituito dal reddito ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) delle famiglie.
  Di seguito, nella tabella numero 16, si riportano i valori medi della compartecipazione al costo del servizio comunale degli asili nido per gli anni 2011-2018.
  Passiamo al tema dei costi e dei fabbisogni standard come strumenti per pianificare e monitorare gli investimenti del PNRR. Il PNRR offre al nostro Paese una grande opportunità per poter colmare i gap infrastrutturali esistenti tra i diversi territori che si traducono in diversi livelli di servizi pubblici offerti dalle Regioni, dalle province, dalle città metropolitane e dai comuni.
  Nel corso degli ultimi mesi SOSE ha fornito supporto al MEF (Ministero dell'economia e delle finanze) per analizzare i settori e le possibili azioni di intervento nell'ambito delle funzioni e dei servizi considerati dal PNRR di competenza degli enti territoriali. La risposta di SOSE alle esigenze del MEF è stata possibile grazie all'esperienza acquisita nell'ambito dei fabbisogni standard degli enti territoriali.
  I dati raccolti e le analisi realizzate per svolgere l'attività di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard degli enti territoriali hanno permesso di creare una banca dati ricca di informazioni e di dotarsi di strumenti che possono essere utilizzati per molteplici attività.
  Per gli asili nido, ad esempio, è risultato utile poter contare sui dati relativi ai servizi offerti nei diversi territori sia in termini quantitativi sia qualitativi per determinare i gap infrastrutturali esistenti e misurare gli investimenti necessari per i diversi obiettivi.
  La tabella 17 mostra a livello regionale il dato medio di copertura del servizio degli asili nido sia pubblico, fornito direttamente Pag. 11attraverso l'esternalizzazione o erogando voucher, sia privati come i nidi privati e i nidi aziendali, per i quali sono comunque di competenza comunale delle attività di autorizzazione e controllo.
  Si può notare come la distanza dall'obiettivo di copertura del servizio del 33 per cento è molto accentuata nelle Regioni del Sud e in particolare in Calabria, in Campania, in Sicilia e in Molise.
  Le analisi svolte da SOSE sugli asili nido e sugli altri servizi svolti dai comuni non si sono limitate ad analizzare i gap infrastrutturali, ma hanno riguardato anche la quantità di risorse correnti necessarie per permettere che le infrastrutture realizzate possano funzionare. L'attività di supporto ha riguardato le materie dell'istruzione per la scuola dell'infanzia, degli asili nido e delle attività in campo sociale.
  Per fare in modo che gli investimenti realizzati nell'ambito del PNRR determinino un reale incremento di servizi locali sarà necessario garantire il finanziamento adeguato della gestione corrente e mettere in atto il monitoraggio dei servizi svolti.
  Passo alle conclusioni. Si resta, quindi, a completa disposizione della Commissione per ulteriori approfondimenti in merito alla determinazione dei fabbisogni standard per i comuni delle Regioni a statuto ordinario e della Regione Siciliana, e per l'attività in itinere, qualora la Commissione sarà chiamata a esprimere il proprio parere di competenza. Grazie a tutti per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, presidente, per l'intervento e per i preziosissimi dati forniteci. Passiamo ora agli interventi dei colleghi che intendono porre quesiti o formulare osservazioni. È iscritto a parlare il senatore Perosino, prego.

  MARCO PEROSINO. Grazie, presidente. Buongiorno, presidente Carbone. Ieri nell'audizione dell'UPB (Ufficio parlamentare di bilancio) e anche nelle precedenti audizioni si è parlato del cambiamento di criterio col passaggio dalla spesa storica alla capacità fiscale al fine di arrivare ai fabbisogni standard. Secondo me – lo dico a livello di Commissione – è quasi un mezzo trucco per mantenere i parametri precedenti, ma riconosco che il SOSE, per quello che lei ha presentato e quello che avevamo già visto precedentemente, ha fatto un buon lavoro perché non era facile addentrarsi e stabilire da che parte cominciare.
  Voglio chiedere alcune cose: i contributi aggiuntivi per i servizi sociali sono già stati erogati, sono in calce al Fondo di solidarietà. Possono essere – mi pare di sì, ma glielo chiedo per conferma – trasferiti dai comuni ai consorzi o ad altre forme associate costituite dai comuni per gestire il servizio?
  Quello che non ho capito – questa è una mia carenza, se avrà tempo a rispondermi – è come funziona il voucher negli asili nido per i comuni che erogano il servizio?
  Nei costi standard per gli asili nido ho visto che è riportato un criterio di 30,33 metri quadrati per bambino di superficie totale, ma mi sembra una superficie molto elevata. Per dieci bambini ci vorrebbero 300 metri quadri? Mi sembra tanto.
  Negli obiettivi trovo corretto avere quello di arrivare al 33 per cento di bambini che possano frequentare gli asili nido 0-2 anni e la creazione di 191 mila posti che sono tanti, ma è un obiettivo che l'Italia dovrebbe darsi.
  Sulla percentuale dei costi coperti a carico degli utenti c'è stato un lieve incremento, ma non è facile incrementarlo. Questo sarà sempre un servizio importantissimo e una delle tante misure, secondo me, efficaci. Quindi, il SOSE dovrà stabilire questi criteri che la politica recepisce a riguardo delle misure per aumentare la natalità, altrimenti facciamo delle vane parole.
  A parte le due domande a cui lei potrà rispondermi, chiudo dicendo che si sta facendo un buon lavoro per arrivare a qualche cambiamento. Ci sono altre cose che non interessano questo studio che, invece, sono un po' più pericolose come la riforma fiscale, l'addizionale Irpef e il fatto che il bilancio del comune si regga su alcune voci che sono fondamentali. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Prego, senatrice Ricciardi.

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  SABRINA RICCIARDI. Grazie, presidente. Buongiorno e grazie, presidente Carbone, per la relazione davvero ricca che va riascoltata approfonditamente per tutte le informazioni che ci ha dato.
  Io vorrei cogliere un passaggio che lei ha fatto perché reputo molto interessante il raffronto tra Reggio Emilia e Reggio Calabria che ha fatto durante la relazione, avendo mostrato con un esempio concreto come nel complesso la determinazione dei fabbisogni standard in realtà giovi al Mezzogiorno e a tutti quanti quei territori che prima erano danneggiati dalla metodologia dei costi storici.
  In particolare ho una domanda relativa alla funzione viabilità e territorio a cui ha accennato anche prima. È stato recentemente cambiato il client di riferimento per la determinazione di questi fabbisogni standard della funzione viabilità e territorio. Il client non è più rappresentato dalla popolazione bensì dal numero di unità immobiliari complessive.
  Nel Settentrione il numero delle unità immobiliari complessive risulta essere complessivamente superiore – scusi il gioco di parole – al numero di abitanti, mentre al Sud è esattamente il contrario. La mia domanda è: ritiene che i comuni con maggiori unità immobiliari possano essere avvantaggiati nel reperimento di fondi?
  Velocemente ho una considerazione in base a quanto è stato detto ieri sempre in questa Commissione, quando è stato audito l'Ufficio parlamentare di bilancio. Il professor Zanardi, in rappresentanza dell'Ufficio, ha riferito che: «Non bisogna cadere nella retorica dei LEP». Ha detto: «Il quadro di determinazione normativa è lacunoso. Dobbiamo tener presente che talvolta i LEP fissati normativamente sono inutilizzabili ai fini del calcolo della determinazione dei fabbisogni standard perché mancano di una adeguata specificazione quantitativa».
  Sto ripetendo proprio le parole che ho segnato ieri. Il professore poi ha aggiunto che: «In alcuni ambiti, una volta fissati i LEP, la loro traduzione operativa in termini di fabbisogni standard può essere difficile soprattutto laddove sono coinvolti diversi livelli di governo. In ogni caso i LEP vanno fissati tenendo sempre conto della compatibilità della finanza pubblica».
  Su questa dichiarazione che ho letto velocemente volevo semplicemente una sua considerazione perché mi è sembrata abbastanza importante. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Sono esauriti gli interventi dei colleghi. Do la parola al dottor Marco Stradiotto per la replica. Prego.

  MARCO STRADIOTTO, responsabile per i rapporti con i committenti pubblici della SOSE. Grazie, presidente. Rispondo alle osservazioni e alle domande del senatore Perosino. Intanto la questione del confronto fra fabbisogni standard e la capacità fiscale è prevista dalla legge n. 42 ed è essenziale per permettere che tutti i cittadini siano messi nello stesso nastro di partenza prima dello sforzo fiscale.
  Sulla capacità fiscale esiste il problema dei comuni, in particolare delle rendite catastali che, come sappiamo, sono sperequate e, indipendentemente dal dibattito sugli effetti sul contribuente, fra comuni prima vengono riequilibrate a parità di gettito, prima si garantirà maggiore equità su questo versante.
  Noi non entriamo sulla parte fiscale, ma sappiamo che se vien fatto un riequilibrio delle rendite, questo determina anche un riequilibrio fra i diversi enti, perché il vettore della capacità fiscale subisce delle modifiche.
  Relativamente ai contributi sui servizi sociali, i 215 milioni sono ripartiti nel Fondo di solidarietà comunale. Guardando il sito del Ministero dell'interno che spiega come è stato calcolato il Fondo di solidarietà comunale, e anche guardando il nostro sito OpenCivitas, dove viene riportato il dettaglio del calcolo, per ogni comune è chiara la cifra determinata, ovvero il pezzetto di contributo dei 215 milioni che sono arrivati per il 2021 e che poi cresceranno a partire dai prossimi anni.
  Quelle risorse possono essere destinate all'Ambito o all'unione di comuni, qualora sia un piccolo comune che ha delegato i Pag. 13servizi sociali a questi organi, ma nel caso in cui il comune abbia già centrato l'obiettivo, può usarlo anche per offrire altri servizi, perché vuol dire che fino a questo momento ha erogato quei servizi ed è riuscito a farlo sfruttando lo sforzo fiscale, magari sfruttando il pezzo di addizionale Irpef che va sopra a quella che viene utilizzata per calcolare la capacità fiscale. Ad esempio, come sapete, per l'addizionale IRPEF nella capacità fiscale viene usato in via convenzionale lo 0,4 per cento e non il massimo che eventualmente il comune può applicare ai propri cittadini.
  Infine, per la questione degli asili nido lei ha posto il problema dei 30 metri quadri. Questo è il risultato che arriva dai questionari, ma si parla della superficie complessiva compreso anche il giardino. Quindi, si è preso uno standard di riferimento più alto che parte da quello che i comuni hanno dichiarato con i questionari. Questo dà anche un indice di qualità maggiore, essendo questo l'obiettivo.
  Rispetto al PNRR e al fatto di capire quanti posti sarebbero necessari per ogni comune, noi abbiamo rappresentato la tabella nazionale con i dati aggregati per Regione, ma sono i dati di ogni comune che poi abbiamo messo insieme e hanno dato l'aggregato regionale.
  È chiaro che il fatto di definire se quel 33 per cento debba essere uniforme in tutto il territorio nazionale non tanto tra Regioni, ma soprattutto per fasce di abitanti, ovvero se quel valore ha senso per un piccolo comune o per un grande comune, è una decisione veramente politica che non può essere tecnica. Noi abbiamo posto un livello uguale per tutti i comuni sia che sia un comune di cento abitanti sia un comune di 3 milioni di abitanti. È chiaro che può essere che quell'esigenza debba essere diversificata. In questo senso serve anche l'indirizzo politico.
  Anche noi abbiamo ascoltato l'audizione del professor Zanardi e del professor Arachi rispetto ai livelli essenziali delle prestazioni. È chiaro che servono degli indirizzi politici su questi aspetti e che noi possiamo solo applicare dei valori tecnici che possono essere solo uniformi per tutto il territorio nazionale.
  Per quanto riguarda le domande della senatrice Ricciardi, abbiamo messo il confronto fra Reggio Calabria e Reggio Emilia in questa presentazione proprio per far comprendere il cambiamento radicale nei nuovi fabbisogni standard approvati nel 2020. Dopo il luglio del 2020 noi non eravamo più stati auditi in Commissione, quindi questa era l'occasione per presentarvi questa novità che questa Commissione ha già approvato, avendo approvato la nota metodologica approvata dal CTFS il 30 settembre del 2020.
  Il tema non è che i fabbisogni sono diventati più equilibrati di prima, bensì il tema è che sono arrivate le risorse aggiuntive che hanno permesso di far questo. Prima noi avevamo questa situazione: Reggio Emilia spendeva di più e aveva un più alto livello di servizi e Reggio Calabria spendeva meno e dava un livello più basso di servizi. Se i fabbisogni standard venivano calcolati facendo questa operazione, tirando giù Reggio Emilia e tirando su Reggio Calabria, avremmo fatto equità, ma non avremmo risolto problema, perché avremmo fatto diminuire i servizi dove i servizi funzionano. Da qui è partita la rivoluzione copernicana.
  La CTFS con noi e con IFEL ha spinto per questa soluzione, poi il decisore politico e la Ragioneria hanno recepito che era la cosa corretta e da lì sono poi arrivate le risorse aggiuntive, in maniera che si è riequilibrata la situazione.
  Se si davano delle risorse aggiuntive nei territori che da sempre spendono poco per il sociale – è giusto che incentivino il servizio –, e se si toglievano dove i servizi ci sono, forse non si sarebbe fatta un'operazione possibile.
  È da qui che nasce anche l'esigenza anche sui nidi. Sugli asili nido è inimmaginabile poter aumentare il livello di servizi a risorse invariate, ma le regole dei fabbisogni standard dicevano che si doveva fare a spesa storica invariata. Questa è la rivoluzione copernicana importante che è potuta avvenire perché il decisore politico ha dato questo chiaro indirizzo, avendo messo Pag. 14le risorse aggiuntive con la legge di bilancio dell'anno scorso ai commi 791 e 792 sia sul sociale sia sul nido. Per il nido le risorse arriveranno a partire dall'anno prossimo e c'è tutto un lavoro da fare per calibrarle nel modo migliore, anche perché si è visto che probabilmente i soldi assegnati e le risorse assegnate non saranno sufficienti per arrivare da subito agli obiettivi che si pone, ad esempio, il PNRR. È vero che è per il 2026, ma comunque dai numeri si vede che c'è molta strada da fare.
  Relativamente alla richiesta sulla viabilità e il territorio, non è vero che la nuova stima penalizza il Sud. Il Sud è stato penalizzato negli anni dal fatto che perde abitanti. Mettendo nel client territorio i fabbricati, non si perde più uno degli elementi principali che determina quel fabbisogno; ma questo non perché si doveva aiutare qualcuno o qualche territorio, ma è stato fatto un ragionamento diverso.
  Nella viabilità territorio – se non erro, qui in Commissione abbiamo un sindaco, ovvero il senatore che ha preceduto la senatrice Ricciardi – noi abbiamo ragionato da questo punto di vista: il fabbisogno per la viabilità e il territorio, la dà l'abitante o la dà la presenza di strade e di verde pubblico? Le strade e il verde pubblico sono degli standard legati ai fabbricati.
  Per evitare di dare a quel versante un fabbisogno sbagliato, era sbagliato – scusate il gioco di parole – dare i fabbisogni in base agli abitanti, ma per quella funzione era giusto darlo in base a questi elementi che determinano se effettivamente su un territorio c'è più o meno fabbisogno.
  Faccio un esempio. Il comune con tante seconde case perché ha turismo e ha pochissimi abitanti deve manutenere quel verde o quella strada, trovandosi in grossa difficoltà anche perché nella capacità fiscale la seconda casa gli dà entrata.
  Il ragionamento non è stato fatto con l'idea di aiutare una parte o l'altra del Paese, ma sempre con il tentativo di cogliere esattamente quelle che potevano essere le esigenze di quell'ente. Noi spesso amiamo dire che per ogni comune dobbiamo trovare il vestito della taglia giusta. Probabilmente qualche mezza taglia l'abbiamo sbagliata, ma è normale. Immaginate quanta differenza c'è tra comuni da 36 abitanti e comuni da 3 milioni di abitanti. Trovare il vestito su misura per tutti non è semplice. Il fabbisogno standard determina questo. Può essere che qualche mezza taglia l'abbiamo sbagliata, ma man mano che stiamo andando avanti, funzione per funzione, stiamo cercando di non sbagliare più, cogliendo i suggerimenti che arrivano dal decisore politico – per noi questo passaggio in Commissione è importante, essendo l'occasione per sentire dai rappresentanti dei cittadini le sensazioni rispetto ad alcuni aspetti – e confrontandoci con i comuni, con le province, con le città metropolitane, con le rappresentanze dei comuni e delle città metropolitane.
  Come SOSE siamo stati incaricati dalla Commissione europea di dare una mano alle istituzioni lituane per la finanza locale di quel Paese. La cosa che è piaciuta alla Commissione europea, quando ci ha dato l'incarico, non sono state le risultanze che abbiamo avuto relativamente ai fabbisogni standard italiani, ma il fatto che la nostra metodologia, la metodologia impostata dallo Stato italiano prima con la COPAFF (Commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale) e poi la CFS non nel fatto che la SOSE non fa dei calcoli nelle segrete stanze dell'econometria e li porta all'attenzione di una Commissione che le approva, bensì nel fatto che la SOSE fa questi calcoli e si confronta con IFEL, con l'UPI, con il CINSEDO e con la Commissione.
  Il valore della compliance, che permette oggettivamente di portare un lavoro condiviso, è fondamentale e importante. Probabilmente da soli avremmo potuto fare questi calcoli anche più velocemente, ma sicuramente non sarebbero stati buoni come sono gli attuali fabbisogni standard e come speriamo di migliorarli in prospettiva, in particolare per province e città metropolitane, dove sembra che nel corso delle prossime settimane ci sia l'approvazione definitiva, e quella metodologia poi arriverà all'attenzione di questa Commissione. In quell'occasione magari vedremo anche quell'aspettoPag. 15 valutando quali sono le risultanze di quel lavoro. Spero di aver risposto alla senatrice Ricciardi rispetto all'obiezione.
  Rispetto invece alla questione dei LEP e a quello che ha detto ieri il professor Zanardi, in effetti sui LEP noi e la Commissione tecnica per i fabbisogni standard, attraverso gli obiettivi di servizio, abbiamo inteso di anticipare i LEP perché per noi gli obiettivi di servizio sono una tappa di avvicinamento al LEP, ma è chiaro che devono essere sanciti dal decisore politico. Non può essere il tecnico a decidere qual è il livello corretto o se è giusto applicare il voucher uguale per tutti.
  Indirettamente nella relazione del presidente Carbone, quando si parlava di LEP e di obiettivi di servizio del sociale e degli asili nido, c'erano delle domande alle quali non possiamo rispondere noi, perché sono domande a cui deve rispondere il decisore politico.
  Tuttavia, se si vuole applicare fino in fondo quello che prevede l'articolo 117 della Costituzione, non bisogna limitarsi solo a dire la parola «LEP», ma occorre iniziare a ragionare e a capire per ogni settore cosa significa.
  Per il sociale credo che abbiamo fatto un buon lavoro, mentre per il nido stiamo procedendo. Si è capito che probabilmente servirà che il decisore politico assegni maggiori risorse. Infatti attualmente i comuni spendono 1,4 miliardi per gli asili nido, e se avete visto il costo standard di circa 8 mila euro per bambino, fate il conto di quanti bambini può servire il settore pubblico.
  Poi c'è la questione del settore privato, perché ricordiamoci che l'obiettivo del 33 per cento è inteso pubblico e privato. Nella tabella finale che abbiamo illustrato, il dato storico è la somma del pubblico e del privato di ogni comune. La differenza per arrivare al 33 per cento la devono fare tutti i comuni, o viceversa ci sono altre iniziative affinché l'impresa – il nido privato o il nido familiare – possano dare risposta? Queste sono decisioni che non spettano a noi.
  Noi abbiamo solo la necessità di evidenziare le questioni, in maniera che poi il decisore politico prenda le decisioni più opportune. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei e grazie al presidente Carbone. Dispongo che la documentazione consegnata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna, e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.15.

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