XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 163 di Giovedì 19 maggio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 

Audizione di Antonio Lombardi, Presidente di Federcepicostruzioni, sul tema dei flussi paralleli illeciti di rifiuti (l'audito sarà in videoconferenza):
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Lombardi Antonio , Presidente di Federcepicostruzioni ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 13.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di Antonio Lombardi, Presidente di Federcepicostruzioni, sul tema dei flussi paralleli illeciti di rifiuti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Antonio Lombardi, presidente di Federcepicostruzioni. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema dei flussi paralleli illeciti di rifiuti. In particolare, la Commissione è interessata ad acquisire elementi informativi sul tema e sulle relative criticità inerenti ai rifiuti inerti da costruzione e demolizione. Ricordo che Federcepicostruzioni è la Federazione delle costruzioni di CEPI (Confederazione europea delle piccole imprese). Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Invito, quindi, il nostro ospite a svolgere una relazione su questo tema che è di interesse della Commissione e poi eventualmente io e i miei colleghi faremo qualche domanda o approfondimento.

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Perfetto. Grazie a voi. Innanzitutto, ringrazio il presidente Vignaroli e tutta la Commissione parlamentare d'inchiesta per aver concesso l'audizione a Federcepicostruzioni nell'ambito delle attività che la Commissione sta ponendo in essere. Mi si è chiesto principalmente di parlare del tema che noi conosciamo bene, cioè la gestione di rifiuti inerti nel settore delle costruzioni. Voglio ricordare che il settore dell'edilizia e delle costruzioni ha un ruolo primario anche nell'economia circolare e nella transizione energetica, a maggior ragione nel periodo in cui stiamo parlando di PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Dai dati che abbiamo inserito anche nella breve relazione che vi abbiamo inviato, ovvero dal rapporto dell'ISPRA del 2019, l'ultimo rapporto pubblicato, abbiamo notato un aumento della produzione totale di rifiuti speciali e questo aumento per il 7,3 per cento è soprattutto legato al settore dell'edilizia. I rifiuti da costruzione e demolizione sono quasi 70 milioni di tonnellate e corrispondono al 45,5 per cento di tutto il totale dei rifiuti. Tuttavia, dobbiamo rilevare che se nel monitoraggio delle produzioni legali si registrano incrementi di produzione considerevoli, è facile immaginare che anche nel comparto della produzione illegale si siano registrate queste tendenze. A tal proposito noi chiediamo espressamente alla Commissione che si faccia portavoce per una deregulation del settore. Credo che tutti conosciate bene le norme e che sappiate anche quanto sono farraginosi gli iter, per esempio, per autorizzare degli impianti di recupero, riciclo inerti e per consentire che l'economia circolare sia attiva in tutte le Regioni italiane. Sempre dallo stesso dato dello studio ISPRA, noi in Italia abbiamo attivi 4.619 impianti Pag. 3di recupero riciclo autorizzati tra fissili e mobili, ma la gran parte di questi impianti si trova nelle regioni del Centro-Nord Italia, mentre pochi sono gli impianti nel Sud Italia, dove chiaramente l'abbandono è molto più marcato e molto più frequente. Devo dire che purtroppo ancora oggi nei tariffari, nei prezzari – proprio in questo momento si dibatte anche sull'aggiornamento dei tariffari – spesse volte in alcune Regioni non abbiamo nemmeno i prezzi per l'utilizzo del materiale riciclato oppure non abbiamo nemmeno dei criteri premianti che possano, anche nei bandi di gara realizzati con il metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa, dare alle imprese un valore aggiunto nel riutilizzo di rifiuti riciclati. I rifiuti riciclati provengono dalle attività legali perché a mezzo delle segnalazioni certificate di attività delle CILA (comunicazione di inizio lavori asseverata) e delle CILA supernobus è obbligatorio anche procedere alla presentazione dei formulari, quindi dimostrare l'avvenuto smaltimento. L'abbandono di rifiuti inerti difficilmente può essere ascritto a chi opera nella legalità, se non altro perché tali rifiuti sarebbero tracciabili e, quindi, identificabili. Secondo noi arginare il fenomeno dell'abbandono vuol dire innanzitutto pianificare, realizzando delle politiche di sostegno per il recupero dei rifiuti delle politiche incentivanti, ma anche semplificando le procedure burocratiche amministrative, poiché dobbiamo registrare che purtroppo quasi sempre gli impianti di recupero-riciclo sono soggetti a VIA (valutazione di impatto ambientale) e a VAS (valutazione ambientale strategica), due procedure regionali che in alcune Regioni richiedono anni. Bisogna semplificare. Io credo che quello della semplificazione sia ormai un leitmotiv di tutti i Governi. Dobbiamo dimostrare anche all'Unione europea che come Paese Italia siamo competitivi, a maggior ragione quando oggi il tema dei rifiuti va legato anche agli investimenti in infrastrutture che saranno realizzati con il PNRR. Abbiamo grandi infrastrutture programmate, quindi è importante anche per chi vuole accingersi ad autorizzare un impianto avere una normativa semplice che possa rendere anche più semplici le procedure sempre nel rispetto dell'ambiente, perché semplificazione e velocità non si sposano con l'illegalità. Devo dire che a proposito di rifiuti abbiamo delle Regioni meridionali, come la Campania e la Calabria, che hanno dei piani cave datati, che risalgono a oltre 20 anni fa. Quindi, anche sui piani regionali che autorizzano l'attività estrattiva bisognerebbe fare una riflessione. In tema di trattamento di rifiuti edili abbiamo inserito nella relazione un'immagine che fa vedere due contenitori: uno scarrabile grande, un cassone che va su un camion, e un cubo per un metro per un metro per un metro che contiene rifiuti edili. Secondo la normativa relativamente ai rifiuti, al recupero e al riuso si fa riferimento a una quantità di 10 tonnellate giorno senza differenziare il tipo di rifiuto. Chiaramente ne deriva che la carta, che ha un volume ingombrante, riempirebbe tre bilici di rifiuto, mentre i rifiuti da materiale edile rappresentano un piccolo box da un metro per un metro per un metro. L'assimilazione delle tonnellate inserite nella norma, nello specifico nel decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è illogica e improponibile perché per la natura stessa del materiale il percorso di recupero e riuso che ne dovrebbe conseguire è diverso. Bisognerebbe differenziare le tonnellate sulla base dei pesi specifici e dei volumi di materiale. Abbiamo fatto un'altra proposta di modifica di una norma attuale sulla capacità produttiva e sulla potenzialità della capacità produttiva. La norma, la circolare 2004 del 13 luglio 2004, prevede una capacità produttiva valutata per 24 ore giornaliere. Nella nostra proposta noi chiediamo di modificare in 8 ore giornaliere le ore previste oggi che sono originariamente 24, per cui la capacità produttiva deve essere calcolata moltiplicando la potenzialità per 8 ore e non per 24 ore. Perché diciamo questo alla Commissione? Ci preme sottolineare queste cose perché l'abbandono dei rifiuti alcune volte è proprio causato anche da una farraginosità normativa. Noi rappresentiamo 10.200 imprese, gran parte di queste risiedono nel Sud Italia e spesse volte abbiamo ricevuto richieste da imprese che non sapevano come smaltire i rifiuti e Pag. 4dove andarli a collocare. A parte i piccoli suggerimenti normativi che abbiamo inteso dare, noi crediamo fermamente che, innanzitutto, bisogna rimuovere le barriere culturali che hanno finora paralizzato e penalizzato anche il ricorso ai materiali riciclati e poi bisogna radicare una cultura del recupero in modo chiaro ed efficace, in maniera tale che ci sia un sistema regolatorio di norme chiare e semplici. Questo è il modo migliore per contrastare i fenomeni di abbandono e traffico illecito di rifiuti. Grazie per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha parlato di un 7 per cento, secondo i dati ISPRA, di aumento di rifiuto da costruzione e secondo lei, di conseguenza, è aumentata anche la percentuale di abbandoni illegali. Questo aumento è dovuto più che altro a tutti i vari bonus fiscali? Visto che lei ha detto che spesso da un lato l'irregolarità è anche dovuta alla mancanza di impianti e anche alla farraginosità delle procedure poiché non si sa bene dove andare a mettere questo rifiuto, secondo lei l'illegalità è totale o parziale? Immagino che ci sono tutti e due i fenomeni, magari non è vero, me lo dica lei. Ci sono imprese riconosciute, legali, che quindi potrebbero smaltire una parte in modo lecito e una parte no? Oppure sono prevalenti situazioni in cui vi è anche un singolo muratore che probabilmente fa anche un altro lavoro e risulta disoccupato, che fa questi lavoretti o lavori – immagino una mole di lavoro non particolarmente grande –? Infine possono esservi imprese probabilmente nascoste che nemmeno esistono, che a maggior ragione non possono risultare da nessuna parte e che quindi smaltiscono in maniera illegale? Secondo lei questo fenomeno è variegato o, prevalentemente, vi è una forma invece che un'altra?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Il fenomeno è legato alla seconda opzione che lei ha illustrato perché le imprese strutturate, quelle che lavorano nei cantieri, soprattutto nei cantieri superbonus che sono controllatissimi, non possono non smaltire con i formulari e non conferire rifiuti in discarica o recuperarli e riciclarli. Noi abbiamo impianti anche distanti 70 o 80 chilometri dai luoghi di produzione. Le due norme che ho citato e le modifiche che abbiamo chiesto servono proprio ad autorizzare gli impianti esistenti a ricevere una massa superiore di rifiuti perché spesse volte, onorevole, capita che l'impianto non riceve rifiuti perché ha superato la quantità complessiva giornaliera di rifiuti ricevibili. Questo diventa un problema. Si potrebbe anche verificare il caso dell'impresa che vuole smaltire legalmente il rifiuto, ma non trova più ricettività nell'impianto perché si tratta veramente di limiti molto bassi. Come evidenziavo prima non c'è una diversità in base ai pesi specifici. I materiali non pericolosi sono tutti classificati secondo questa capacità complessiva di smaltimento di dieci tonnellate al giorno. L'esempio è lampante: dieci tonnellate di carta sono tre autotreni di carta, dieci tonnellate di rifiuto da demolizione è un cubo di rifiuti. Bisogna superare anche questo limite perché potrebbe portare allo scarico abusivo anche imprese che vogliono effettuare la procedura in maniera regolare, ma non riescono a farlo. Questo era il senso della richiesta di modifica.

  PRESIDENTE. Lei ha detto che le grandi imprese se volessero trovare delle scorciatoie farebbero molta più fatica perché sono strutturate. Di contro, sono le piccole imprese che tendono a commettere illeciti. Per farle un esempio, possiamo parlare dei classici muratori che operano da soli o con un aiutante, i quali non risultano, non sono neanche un'impresa registrata, ma fanno quei piccoli lavori completamente in nero. Esiste ancora questo fenomeno?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Esiste ancora nel Mezzogiorno questo fenomeno, ma è sempre più minoritario perché devo dire che il superbonus ha dato una grande mano anche all'emersione dal sommerso di queste piccole imprese. Se posso permettermi, visto che abbiamo parlato di superbonus e nella Commissione ci sono tanti deputati e Pag. 5senatori, vi vorrei veramente implorare di modificare queste norme sulla cessione del credito perché le imprese stanno vivendo un momento drammatico. Ci sono imprese che hanno creduto nello Stato, devono cedere i crediti e hanno visto da un giorno all'altro bloccarsi il mercato dei crediti. Scusatemi per questo inciso.

  PRESIDENTE. Questo lo so perfettamente, me ne sono occupato non solo perché sono un parlamentare, ma anche perché anch'io sto aspettando a casa mia il superbonus. Ormai è passato più di un anno e ancora non si vede l'inizio. So che ci sono tante difficoltà anche a reperire i materiali, però devo dire che probabilmente anche questi incentivi hanno da un lato contribuito a far emergere quelle piccole imprese che magari erano nascoste, però di contro probabilmente – mi corregga se sbaglio – c'è stato anche un aumento generalizzato dei prezzi. Tale aumento non è solo dovuto al materiale che è sempre di meno e che costa sempre di più, ma anche al fatto che essendo pagato dallo Stato un po' le imprese se ne approfittano. Secondo lei sta accadendo questo?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Secondo me no, onorevole. Questa è una lettura errata del Governo, mi consenta se dico questa cosa. I prezzi sono tutti rilevati dai prezzari. Noi abbiamo avuto un ultimo decreto del MITE che ha escluso totalmente i nuovi prezzi. Dai tariffari regionali vengono presi tutti i prezzi che sono alla base del superbonus e poi ci sono le asseverazioni. Parliamo di superbonus e non di bonus facciate, perché sappiamo bene quello che si è verificato sul bonus facciate. Devo dire che l'aumento dei prezzi è l'effetto della legge della domanda e dell'offerta, perché quando si comprime un'iniziativa così dirompente, importante e anche plaudita dall'Unione europea in un margine di tempo di due anni, è chiaro che tutti chiedono. I fornitori in questo momento, anche gli speculatori che sono sempre dietro l'angolo, hanno fatto lievitare i mercati, quindi sono aumentati i prezzi e anche i pagamenti sono diventati quasi cash, quindi si paga prima di avere il materiale in cantiere. Sul bonus noi abbiamo presentato varie proposte. Se mi consente, presidente, volevo solo dare un dato: 27 miliardi di bonus hanno attivato 450 mila nuovi posti di lavoro, hanno generato un'economia circolare, hanno fatto sì che nell'anno 2021 sui 6,7 punti di PIL, 3,5 siano derivati dal settore dell'edilizia, mentre, invece, i 21 miliardi dati dal Governo per calmierare il prezzo dell'energia hanno creato un piccolo beneficio. Io credo che i superbonus e i bonus edilizi vadano estesi nel tempo e che debbano essere resi strutturali, magari con percentuali diverse, però l'economia che si genera è importantissima. Soprattutto voglio ricordare che le nostre case consumano il 38 per cento dell'energia. In questo momento abbiamo il problema energetico, quindi non vi è niente di meglio che efficientare le case, consumare di meno e quindi piagare di meno.

  PRESIDENTE. Questo sicuramente. Non deve convincere me.

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Lo so che la sua forza politica, anzi insieme a tante forze politiche, conviene sulla buona utilità del superbonus.

  PRESIDENTE. Sicuramente, anche perché gli effetti positivi del minore consumo di energia si vedranno negli anni. Questi effetti continueranno. Tornando al nostro tema, soprattutto per quanto riguarda le piccole imprese, legali o illegali, nella relazione ci stiamo occupando anche del tema delle raccolte comunali e delle isole ecologiche che, soprattutto nelle grandi città, sono poche. Io vivo a Roma e noto che parecchie persone neanche sanno dove si trovano, ma anche l'informazione è anche importante. In teoria, le raccolte comunali sono dedicate all'utenza domestica, infatti esistono i rifiuti assimilati dove spesso anche le imprese producono rifiuti di tipologia urbana. Chi deve portare i calcinacci non può recarsi lì. Secondo lei questo è giusto e corretto o si può in qualche modo allargare o modificare questa situazione Pag. 6con uno stretto dialogo con l'ANCI e con i Comuni, cercando una formula dove si possa allargare e far diventare le raccolte e le isole ecologiche anche un punto di riferimento per i rifiuti da costruzione e demolizione?
  Un emendamento andato a buon fine e presentato da me riguarda il deposito temporaneo dei rifiuti negli «smorzi», ovvero nei rivenditori di materiale edile. Si dà la possibilità a chi va ad acquistare il materiale edile di lasciare lì quello demolito per permettere ai rivenditori di portarlo tutto nelle corrette filiere virtuose. Come vede questa possibilità come si sta sviluppando?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Innanzitutto, le faccio i complimenti per questa proposta di legge che è stata approvata perché è importante che il cittadino, per evitare l'abbandono rifiuti, abbia la possibilità di poter smaltire. Non vi è nulla di meglio che andare nel deposito di materiale e lasciare il vecchio che verrà smaltito dal deposito. Devo dire che su questo a noi risulta che manchi il regolamento di attuazione. Non so se mi può dare delle novità in merito perché la legge è fatta, però per attuarla i depositi non sanno ancora come devono accreditarsi, cosa devono fare e chi andrà a ritirare il materiale da loro. Quindi, bisogna un attimo avere una procedura operativa per mettere poi a regime la norma. Relativamente alla prima domanda sulle isole ecologiche, noi siamo molto favorevoli al fatto che possano anche effettuare attività di recupero e di riciclo inerti perché più punti abbiamo sul territorio e meno illegalità si ha nell'abbandono e questo è un binomio perfetto. Infatti, se l'utente è agevolato nelle procedure di smaltimento, perché mai dovrebbe abbandonare questi rifiuti? Purtroppo, devo dire che spesse volte le tante norme non sono nemmeno coordinate tra loro. Nella nostra breve relazione abbiamo indicato che si fa riferimento ancora a una norma del 1998, quindi di 24 anni fa, relativamente ad alcune procedure di gestione. Credo che un'armonizzazione e una semplificazione di norme potrebbe andare in quella direzione. Purtroppo devo anche dire che le Regioni fanno andare avanti l'Italia sempre a due velocità.

  PRESIDENTE. Ma questo tentativo di allargare la questione della possibilità di accesso alle raccolte comunali è un percorso che già è stato avviato ed è fallito? Immagino che abbia anche dei contro perché le raccolte comunali sono pagate e dimensionate per l'utenza domestica. Si è provato a fare questo percorso, è stato avviato, ma ha fallito, oppure non si è mai provato concretamente a farlo?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. A me non risulta, onorevole, che sia stato mai avviato. Non abbiamo contezza di un avvio nelle isole ecologiche di questa attività.

  PRESIDENTE. Perfetto. Anche per i materiali edili e inerti la buona riuscita del riciclo dipende anche dal modo in cui si raccoglie, ma anche dal modo in cui si demolisce. Sul fatto della demolizione selettiva – non sono un esperto e non so tecnicamente quanto sia diffusa, quanto sia difficilmente da attuare e quanto questo sforzo sia utile o meno, però credo che sia comunque importante – cosa mi dice? Qual è la situazione?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Le dico che in Italia la situazione non è buona perché in genere si tende a demolire e a separare almeno i materiali ferrosi dagli altri materiali, ma non si fa una grande selezione del rifiuto. C'è poi anche un tema legato ai rifiuti che non sono più rifiuti, ovvero quelli che sostanzialmente perdono la classifica di rifiuto una volta rigenerati. Anche su questo tema abbiamo una competenza in capo alle Regioni e, sostanzialmente, viene decisa caso per caso. Quindi, bisogna anche creare una regola che faccia capire quando un rifiuto possa perdere la qualifica di rifiuto. Anche in questo il tema dell'end of waste è legato alle autorizzazioni caso per caso. Abbiamo fatto l'esempio del fresato nelle pavimentazioni stradali, quando si toglie il bitume e poi viene riutilizzato e perde la Pag. 7caratteristica di rifiuto. Su altri tipi di materiali abbiamo questa problematica e va chiarita.

  PRESIDENTE. A parte la cessazione della qualifica di rifiuto, pur rimanendo rifiuto, perché non prende piede la demolizione selettiva? Perché ha un costo per chi la fa e a questo costo non corrisponde un guadagno?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Soprattutto per quello, perché ci sono delle voci di prezzario che prevedono, ad esempio, una demolizione vuoto per pieno. Quando parliamo di un fabbricato si fa la demolizione vuoto per pieno a metro cubo e non c'è una procedura di selezione che l'amministrazione pubblica richiede, riferendomi sempre ai preziari regionali delle pubbliche amministrazioni. Come pure abbiamo detto, l'utilizzo del riciclato dovrebbe essere anche incentivato, perché magari alcune amministrazioni non prevedono di effettuare i lavori con materiali riciclati, ma vogliono effettuare i lavori con materiali prodotti da cava.

  PRESIDENTE. Questo vale per tutti i rifiuti. È una mia convinzione, vale su tutto. Purtroppo ci sono sempre incentivi per il recupero energetico, ma per il recupero di materiale spesso e volentieri c'è poco o nulla. Avete altre proposte? Oltre a incentivare, perché se uno incentiva il recupero di materia e di riciclo, poi scatta un meccanismo virtuoso? Vi sono altre cose che si potrebbero fare per migliorare la selezione e la demolizione selettiva? Quali potrebbero essere?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Sulla demolizione selettiva bisognerebbe creare dei prezzi che compensano questo tipo di demolizione che chiaramente è più onerosa, perché ci vuole più tempo. Quella è l'unica strada che potrebbe portare a un tipo di attività più selettiva dei materiali. Come le ho detto, oggi la selezione si fa solo su materie scindibili e selezionabili come il ferro e il cemento, ma nell'ambito di aggregati simili questo tipo di selezione non si fa.

  PRESIDENTE. Per curiosità, se io devo demolire un fabbricato con dei vecchi mobili all'interno, si butta giù tutto o prima si tolgono i mobili e le porte?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. No, mobili e suppellettili si tolgono. Io dico che è sempre la voce del tariffario che dà l'indicazione all'impresa su come deve procedere. Quando un edificio viene demolito e viene cubato a vuoto per pieno non c'è alcuna selezione. Se, invece, si fa un prezzo, vi è il taglio del cemento, la rimozione dell'infisso, la rimozione del legno e così via. Ci sono varie componenti che devono essere contabilizzate e sono attività che vanno fatte. Non arriva il mezzo grande con le pinze che inizia a demolire. È sempre una scelta del committente, il quale nella gran parte dei casi è la pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Bisognerebbe mettere dei paletti e dire: «Si fa così, così e così». Questa competenza è regionale, giusto?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Sì, è regionale.

  PRESIDENTE. Da parte dello Stato centrale si dare qualche indicazione o no?

  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. C'è il codice 152/2006, la regolatrice nazionale che potrebbe prevedere una serie di attività volte in tal senso. Nelle due proposte che abbiamo avanzato c'è proprio un richiamo alla seconda parte nel caso di questa norma, però il decreto legislativo n. 152 del 2006 è quello che regola le attività di recupero di rifiuto e quant'altro.

  PRESIDENTE. Ho scoperto recentemente che manca una definizione di cantiere. Questo che significa? È un problema? Come si può risolvere?

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  ANTONIO LOMBARDI, Presidente di Federcepicostruzioni. Il cantiere è l'area in cui si effettuano i lavori, che nel caso di un cantiere edile è recintatile e individuabile. Diventa più difficile recintare tutto il cantiere quando si fa un acquedotto che è lungo 10 chilometri, quindi, non si va a recintare tutto il cantiere. L'area di cantiere può essere anche frazionata, onorevole. Ad esempio, nel caso di cantieri estesi si fanno più consegne parziali di aree di cantiere. Ad ogni modo, mi risulta che l'area sia individuabile.

  PRESIDENTE. Io non avrei altre domande. Se ci fossero approfondimenti, la contatteremo per ulteriori specifiche. Nel frattempo, la ringrazio e la informo che noi proseguiremo questo lavoro per arrivare alla fine ad una relazione che prenderà spunto anche dalle sue indicazioni. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.20.