XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 151 di Giovedì 3 marzo 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione del presidente del Consorzio Recupero Edilizia Circolare (REC), Francesco Freri:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Freri Francesco , presidente del Consorzio REC ... 3 
Verduci Mario , consigliere delegato del Consorzio REC ... 7 
Masciocchi Pierpaolo , responsabile settore Ambiente, utilities e sicurezza di Confcommercio-Imprese per l'Italia ... 8 
Coizet Roberto , Coordinatore comitato tecnico-scientifico del Consorzio REC ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Freri Francesco , presidente del Consorzio REC ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Freri Francesco , presidente del Consorzio REC ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Freri Francesco , presidente del Consorzio REC ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Verduci Mario , consigliere delegato del Consorzio REC ... 11 
Coizet Roberto , Coordinatore comitato tecnico-scientifico del consorzio REC ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Freri Francesco , presidente del Consorzio REC ... 12 
Coizet Roberto , Coordinatore comitato tecnico-scientifico del consorzio REC ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Verduci Mario , consigliere delegato del Consorzio REC ... 13 
Freri Francesco , presidente del Consorzio REC ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Briziarelli Luca  ... 14 
Freri Francesco , presidente del Consorzio REC ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente del Consorzio Recupero Edilizia Circolare (REC), Francesco Freri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente del consorzio Recupero Edilizia Circolare (REC) Francesco Freri. Partecipano all'audizione Mario Verduci, consigliere delegato del consorzio REC, Roberto Coizet, coordinatore comitato tecnico-scientifico consorzio REC, e Pierpaolo Masciocchi, responsabile settore Ambiente, utilities e sicurezza Confcommercio (Confederazione generale italiana del commercio, turismo e servizi) – Imprese per l'Italia. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema dei flussi paralleli illeciti e dell'abbandono di rifiuti. La Commissione è interessata ad acquisire elementi informativi, in particolare, sul tema relativo ai rifiuti da costruzione e demolizioni e sulle relative criticità. Il consorzio ha la finalità di supportare i Centri Preliminari della Raccolta (CPR) dei rifiuti non pericolosi da costruzione e demolizione prodotti da terzi e le attività connesse svolte negli impianti di recupero e riciclo. Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Vedo e ringrazio, per la per la partecipazione, e invito i nostri ospiti a fare una panoramica su questi punti che abbiamo concordato e sono interesse della Commissione, poi eventualmente io e i miei colleghi faremo qualche domanda. L'importante è che, se vi passate la parola tra voi, vi presentate e dite il nome, questo ai fini del resoconto stenografico della seduta.

  FRANCESCO FRERI, presidente del Consorzio REC. Buongiorno e grazie per l'invito. Io mi chiamo Francesco Freri, sono il presidente del consorzio REC, sono imprenditore alla distribuzione di materiali edili in sede Federcomated (Federazione nazionale commercianti cementi laterizi e materiali da costruzioni), quindi l'associazione di categoria che rappresenta gli 8.000 rivenditori di materiali edili in Italia in sede Confcommercio, abbiamo sviluppato, da qualche anno ormai, questo progetto di economia circolare che afferisce il tema dei rifiuti da costruzione e demolizione. Mi hanno dato un quarto d'ora di tempo e cercherò di essere il più veloce e chiaro possibile. Vi proporrò lo scenario e i dati di mercato sui rifiuti da costruzione e demolizione, vi presenterò il progetto REC, questo nuovo consorzio che attraverso la figura giuridica dei centri preliminari di raccolta, che si pone l'obiettivo di risolvere il problema dei rifiuti da costruzione e demolizioni, nelle piccole quantità, abbandonati o che non seguono un iter codificato, le opportunità e le criticità di questo progetto e la prospettiva e la visione futura che può avere il progetto in Italia. Noi siamo partiti su una fase del progetto, che è quello della Pag. 4raccolta, dimostrando come una raccolta efficiente del rifiuto da costruzione e demolizione possa ritornare nel circuito dell'economia circolare e da rifiuto può essere valorizzato attraverso il trattamento in impianto. Per sintetizzare questo processo, diciamo che il riciclo dei materiali edili si sviluppa in quattro fasi. La fase uno, comprende la formazione del rifiuto in cantiere; la raccolta dei prodotti demoliti; il trattamento dei rifiuti e la riallocazione degli stessi nel mercato, quindi prodotti riciclati. Affinché questa attività sia conveniente è necessario garantire che vi siano alcune leve, diciamo così. Che ci sia, quindi: un'appropriata fonte di approvvigionamento di materiale; il bilancio energetico deve essere positivo; che vi sia un mercato in cui collocare il materiale riciclato e che l'operazione sia economicamente sostenibile; siamo partiti da qua per sviluppare il nostro progetto del consorzio REC. Per farvi una presentazione sintetica, questa è la presentazione del rapporto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che fa la fotografia del 2019: 153 sono le tonnellate di rifiuti speciali prodotti dall'industria nel nostro Paese, di cui quasi la metà, il 48 per cento, ascrivibili proprio al settore dell'edilizia e, quindi, ai rifiuti da costruzione e demolizione. È un dato molto importante e in crescita esponenziale, vediamo un più 43 per cento dal 2013 al 2019, sicuramente il settore dell'edilizia ha avuto questo incremento, e vediamo che da questa slide il 58 per cento è nel Nord Italia, quindi già da qui capiamo che esiste un tema di sommerso, un tema di mala rendicontazione o entrambi i fattori. Se ci confrontiamo poi con gli altri Paesi vediamo una produzione in Lussemburgo di 10,7 tonnellate per abitante, noi fanalino di coda 0,85 tonnellate per abitante. È vero che il Lussemburgo è un piccolo paese, ma se lo confrontiamo con un Paese simile al nostro, come il Regno Unito, che ha una popolazione 63 milioni di abitanti, ha una produzione di rifiuti da costruzione e demolizione quasi doppia la nostra: 100 milioni contro i 53. Abbiamo fatto poi un'analisi, e in questa slide la riassumiamo, di cosa succede a questi rifiuti da costruzione e demolizione nel micro territorio, quindi nei comuni. Il comune di Roma potrebbe risparmiare 4 milioni di euro, se questa gestione del rifiuto fosse incanalata in un flusso che può essere quella dei magazzinieri romani già attrezzati per fare questo tipo di attività. Ad oggi abbiamo 30.000 tonnellate, quindi 29.000 che vengono buttati nei cassonetti pubblici e 800.000 tonnellate circa che vengono, addirittura, abbandonati per strada. Quello che vogliamo dire è che questa tematica del rifiuto da costruzione e demolizione, è importante in tutti i comuni italiani, noi abitiamo a Milano sulla Paullese, abbiamo tanti mucchietti di macerie che da anni non vengono gestiti, quindi una grande opportunità anche per i comuni italiani. Consorzio REC è il primo consorzio di economia circolare per i rifiuti da costruzione e demolizione all'interno delle rivendite edili, quindi il commerciante che sta al centro della filiera delle costruzioni, e questa è anche una sua capacità di fare da regista del flusso che abbiamo in testa, riesce a effettuare questo percorso cavalcando una modifica alla norma, che è avvenuta il 27 settembre del 2020, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, che riguarda il deposito temporaneo dei rifiuti, all'articolo 185-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006. Si crea di fatto una nuova figura giuridica, che è il deposito preliminare alla raccolta, e per la nostra categoria, i distributori di materiali edili, è un'importante opportunità. Naturalmente questa opportunità deve essere governata con formule di buona pratica, concordata con le istituzioni e le associazioni di categoria, per questo motivo abbiamo coinvolto tutte le più importanti associazioni che rappresentano i nostri clienti, impresari edili e artigiani. Il consorzio si dota di un comitato tecnico-scientifico di esperti, in materia ambientale e del rifiuto, che predispone un disciplinare, con questo disciplinare proponiamo regole sicure e condivise per lo svolgimento dell'attività. REC, questo è il marchio, Recupero Edilizia Circolare, è un progetto, che era partito qualche anno fa per poter semplificare la vita ai nostri colleghi dei rivenditori di materiali edili, sta prendendo una visione molto più importantePag. 5 che è quella dell'economia circolare. Quindi, l'obiettivo di rendere questi commercianti, per la loro parte, interpreti della nuova transizione ecologica e per avere uno sbocco commerciale dei prodotti rigenerati e, quindi, da rifiuto a prodotto circolare. Questa è un'immagine che rappresenta un po' il cambio di proposizione, anche in chiave di reputazione per questi imprenditori della distribuzione, che da centri di logistica, spesse volte visto come soggetto passivo che erode una parte del margine all'interno della filiera delle costruzioni, si possono fregiare di un nuovo posizionamento attraverso un'attività virtuosa, che fanno nel micro territorio e nelle comunità, all'interno delle quali operano questi operatori commerciali. Noi diciamo che per fare un passaggio da un'economia lineare, quindi tradizionale, a un'economia circolare c'è bisogno dell'impegno di tutti, sicuramente degli operatori economici della filiera delle costruzioni. Proprio per questo abbiamo allargato il consorzio ai centri vendita di materiali edili, che devono essere la rete puntiforme nel territorio, agli impianti di recupero, che sono collegati all'interno di una piattaforma di proprietà del consorzio e dei trasportatori autorizzati, che fanno da trait d'union tra i centri vendita e gli impianti di recupero. Per ultimi i produttori di materiali edili che sono sempre più interessati, proprio stamattina ho incontrato importanti cementificio che è già organizzato per raccogliere il prossimo anno 300.000 tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione e rimetterlo nel proprio sistema produttivo. Quindi, l'industria di materiali edili, non solo per visione ma anche a livello d'impianti, è già pronta per raccogliere questi rifiuti, bisogna promuovere e far partire quello che sta alla base di questo flusso, ovvero la raccolta delle micro quantità, il loro trasferimento negli impianti e dagli impianti ai produttori. Il flusso è molto semplice, questa è un'idea che non necessita di grandi flussi complicati, noi abbiamo pensato alla piccola cantieristica. Piccola, ma non nella percentuale, perché il 92 per cento degli scarti attribuiti all'attività edilizia proviene proprio da piccole demolizioni e non da demolizioni di grandi opere. Ci tengo ad aggiungere che la grande cantieristica, di fatto, si organizza come se fosse già un impianto per la gestione del rifiuto, quindi noi dobbiamo concentrarci sulle ristrutturazioni, le manutenzioni e la piccola demolizione. Noi qui ci troviamo in sede Confcommercio in centro a Milano, se dovessimo fare una demolizione di un piccolo tavolato, l'artigiano dovrebbe percorrere decine di chilometri, magari andare in uno smaltitore fuori dal centro cittadino e fare tragitti doppi, perché dovrebbe andare a conferire e tornare indietro al cantiere. Con la creazione di questa rete, il nostro cliente artigiano edile può andare nelle immediate vicinanze del punto vendita, a Milano ne abbiamo, nella provincia, oltre 500, può conferire il rifiuto e caricare il materiale. Una volta che questo rifiuto è conferito al centro vendita, il materiale edile da qui va all'impianto di recupero e, speriamo in un futuro più prossimo, l'impianto di recupero potrà dare al centro vendita del materiale riciclato, così da rimetterlo nel mercato. È un meccanismo, questo, virtuoso per tutti gli operatori della filiera delle costruzioni, i magazzini edili, come abbiamo già detto, fidelizzano la clientela perché erogano un servizio molto richiesto da parte dei propri clienti, imprese edili e artigiani, C'è un vantaggio economico, perché il magazzino edile avrà delle economicità sia in entrata, nella raccolta, che, in alcuni casi, nel conferimento agli impianti. C'è un vantaggio reputazionale sul territorio e la creazione di quel circuito qualificato di vendita di materiali edili riciclati, che è una necessità perché, ad oggi, tanti impianti hanno materiale a terra riciclato che non ha uno sbocco commerciale. Le imprese edili risparmio tempo e ottimizzano i costi, potendo conferire nello stesso luogo dove si acquista il materiale, anch'essi hanno un vantaggio reputazionale da non sottovalutare, perché venendo in relazione con i clienti privati e, quindi, con i cittadini che commissionano ristrutturazioni, possono relazionarsi con questi confermando che tengono al fatto che il conferimento dei rifiuti sia conforme e rispettoso della normativa. Gli impianti Pag. 6avranno relazione con una rete di conferitori, magazzini edili, che presidiano i micro territori e, quindi, le piccole quantità. Qua c'è tutto un tema di economicità del rifiuto in base alla distanza che percorre, più il rifiuto viene raccolto in maniera puntuale nel micro territorio, assemblando più micro quantità, migliore sarà la qualità del rifiuto secondo uno standard predefinito. Per ultimo, ma sicuramente non per importanza, anzi, il consorzio REC parte proprio dall'ambiente, dalla socialità, inteso come le persone all'interno delle comunità all'interno delle quali s'insediano queste piattaforme ecologiche e grazie al sistema di economia circolare che abbiamo visto prima. I Centri Preliminari di Raccolta, grazie a questo sistema, ottengono una riduzione di rifiuti avviati a smaltimento o abbandono, quindi un maggior recupero di materia, i CPR incrementano il riciclo e facilitano la diffusione e la vendita dei nuovi materiali riciclati e, come abbiamo detto prima, si ottiene una riduzione immediata dell'inquinamento dovuto al trasporto su gomma per questo accorciamento dei tragitti che tutti i giorni nelle nostre città vediamo, con camioncini che percorrono decine di chilometri per conferire il rifiuto. Come ultima leva mettiamo una piattaforma dei dati che abbiamo sviluppato all'interno del consorzio. Una piattaforma che diamo in uso al nostro rivenditore consorziato, il rivenditore è obbligato a inserirvi i dati di conferimento all'interno del punto vendita, così che in tempo reale abbiamo una fotografia delle quantità di rifiuti conferiti, della tipologia e altri dati che troviamo sui formulari. Ci sono certamente delle criticità, sto arrivando al termine della mia presentazione, su questo tema poi lascerò la parola ai miei colleghi molto più esperti di me su temi ambientali. C'è una reazione rallentata dei centri vendita di materiali edili a causa dell'esplosione del mercato tradizionale, questa iniziativa noi lo abbiamo preposta pre-COVID, quindi c'era un grande interessamento, ad oggi abbiamo, da Bolzano a Ragusa, 41 punti vendita che si sono aggregati al consorzio. Per noi è un successo, sarebbe potuto esserci una numerica molto più ampia, ad oggi si vede rallentata proprio a causa del mercato tradizionale che, in edilizia, sta andando molto bene e quindi, succede spesso in economia, si rallenta l'innovazione per il mercato tradizionale. La relazione con gli enti locali, quindi riconoscimento del progetto da parte degli organi di vigilanza, nel rispetto delle norme del disciplinare, una formazione continua, che parte dalla formazione che deve essere fatta alle imprese edili e artigiane, è evidente che più si demolisce in maniera selettiva, più arriverà nei centri vendita un rifiuto già suddiviso per famiglia merceologica e, infine, la mancanza del percorso normativo chiaro e tracciato degli end of waste, che in qualche modo possano sostenere il mercato. Il consorzio REC è nato l'11 maggio del 2021, abbiamo qualche mese di vita, abbiamo realizzato un manifesto che sottende un'idea nuova di relazione con i rifiuti da costruzione e demolizione e vede come protagonisti i magazzini edili italiani. Abbiano sviluppato brand manual per avere un'immagine comune in tutti i centri e che questi centri siano facilmente riconoscibili dagli operatori del settore, ma anche dai privati cittadini che hanno questa esigenza, una guida di gestione del rifiuto e una procedura ad hoc, la norma è un po' stringata e quindi abbiamo dovuto implementare una autoregolamentazione che sia più possibile stringente per la particolarità di prodotto trattato. Qua vediamo delle immagini, questo è il primo centro che è partito a Milano, il punto vendita ha organizzato 17 vasche ben suddivise e ben impermeabilizzate per raccogliere il rifiuto, c'è un'accoglienza che esplicita alle norme comportamentali, le istruzioni e i codici CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) accettati nel centro. Per concludere, questa è l'ultima slide, dico che questa è un'idea semplice e ha una grande valenza sociale e ambientale, partiamo dal recupero della materia, riduciamo così rifiuti, creiamo un sistema a rete dove i protagonisti sono le rivendete connesse all'interno di questa piattaforma con gli impianti e da qui, speriamo in un futuro prossimo, di poter rivendere materiali riciclati e generare idee nuove Pag. 7economie. Vi ringrazio e chiudo la mia presentazione.

  MARIO VERDUCI, consigliere delegato del Consorzio REC. Grazie per l'ospitalità e grazie per aver posto l'attenzione dell'istituzione parlamentare il problema che ha adesso rappresentato il presidente architetto Freri. La normativa è molto stringata e succinta, quindi non dà piena attuazione delle norme che sarebbero necessarie per far funzionare un sistema che, è vero, è semplice ma è anche complesso e che tocca diversi aspetti della nostra vita quotidiana, sia in termini economici sia in termini razionali. Quindi, il progetto necessita di qualche norma in più, di carattere stringente, per dargli credibilità complessiva al sistema. Uno dei punti focali della nostra azione è quella della tassazione, oggi il magazzino edile si sviluppa su larghe superficie e, quindi, risulta molto penalizzato dal punto di vista della TARI, cioè della tassa raccolta rifiuti. Noi ci proponiamo di richiedere l'esenzione della tassa raccolta rifiuti per quei magazzini che aderiscono al consorzio e, quindi, fanno già un autosmaltimento, per cui non inquinano al di là di quelle che sono le necessità proprie e hanno lo stesso trattamento di raccolta che hanno coloro i quali conferiscono dall'esterno il materiale raccolto. Noi ci proponiamo anche di fare un cambiamento culturale nell'approccio che il cittadino, l'imprenditore, il professionista e chiunque altro si occupi di questa materia, deve affrontare dal punto di vista del linguaggio, dal punto di vista della comunicazione e non considerare più il rifiuto come un qualche cosa da emarginare, in senso economico, dal Paese, ma includerlo, a pieno titolo, in maniera tale che si aggiunga la possibilità di trasformare il rifiuto in un prodotto, in una materia prima secondaria. Per far questo, naturalmente, occorre una formazione professionale che allo stato attuale è inadeguata e insufficiente, perché è vero che noi abbiamo fatto un grande sforzo con la costituzione di questo consorzio, ma l'abbiamo fatto in chiave volontaria. Mentre la comunità beneficia di una serie di vantaggi che prima ha mostrato l'architetto, in realtà la formazione è attualmente inadeguata per dare risposte significative e raggiungere quel traguardo di modificazione culturale di cui abbiamo parlato prima. Quindi, la formazione è al momento lasciata al consorzio in termini volontari, lo stesso consorzio è un consorzio volontario e non obbligatorio. Molte risorse sono state messe in campo per creare questa struttura, come diceva prima il presidente, che si estende già, all'attuale stato embrionale, da Bolzano alla Sicilia. Quindi la possibilità di affermare questa idea di economia circolare fondata sul rifiuto è legata anche alla capacità d'investimento e di mettere insieme le risorse che possono ricondurre a un cambio di marcia in primo luogo e, in secondo luogo, a formare dei lavoratori che verrebbero, ovviamente, inclusi nell'organico dei magazzinieri, quindi delle funzioni specifiche che trattano questa materia, senza che si abbia a far funzionare il meccanismo in termini molto relativi. Altri aspetti che vogliamo porre all'attenzione della Commissione riguardano il sistema dei controlli. È chiaro che siamo noi i primi a sollecitare il controllo del comportamento dello smaltimento dei rifiuti, che nessuno abbia ad abusare questo precipuo interesse del consorzio. Però il controllo lo vediamo sotto una chiave particolare, non un controllo penalizzante e punitivo, noi vorremmo un controllo educativo, se così si può dire, nel senso che gli organi di vigilanza dovranno insegnare, dovranno rappresentare, al lavoratore e all'impresa, che il rifiuto deve avere un suo indirizzo, una sua visione e di utilità per l'intera comunità. Questo non si fa certo con un sistema sanzionatorio punitivo ma, ripeto, se si educa l'operatore economico in prima persona e attraverso i suoi collaboratori, crediamo che l'operazione possa avere successo. Un'operazione di un modello culturale diverso rispetto all'attuale sicuramente più vantaggioso e più importante per l'intera comunità. Ci sono tante altre materie da trattare che riguardano il problema dei trasporti, per esempio, perché il produttore di rifiuti risulta essere l'artigiano che governa il piccolo cantiere e prende la commessa da parte di un committente che spesso, anzi sempre, preparato a valutare e Pag. 8a valorizzare l'attività che viene svolta dagli artigiani. Poi c'è il problema dei trasporti che è soggetto a una normativa specifica, ci scontriamo sempre, anche se si tratta di piccoli trasporti, con gli organi di Polizia, i quali considerano il trasporto in conto terzi o il trasporto in conto proprio, due modelli di trasporto che non possono risiedere nello stesso operatore, nello stesso autotrasportatore, questa è una materia che va gestita anche in relazione alle possibilità di sviluppo che ha il consorzio REC. Pensiamo si possa ambire di trovare delle soluzioni adeguate per la nostra comunità di operatori che sono i magazzinieri e tutte le altre imprese collegate. Ringrazio per l'attenzione e passerei la parola a Pierpaolo Masciocchi per sentire la sua opinione, l'opinione di Confcommercio nazionale su questo tema specifico.

  PIERPAOLO MASCIOCCHI, responsabile settore Ambiente, utilities e sicurezza di Confcommercio-Imprese per l'Italia. Buongiorno a tutti. Un ringraziamento sincero alla Commissione per averci voluto coinvolgere, in questo momento importante di confronto, su una tematica di assoluto rilievo per la nostra economia. Io sarò veramente breve, una sola battuta finale volevo fare, già è stato detto tanto su questa iniziativa. Io, come Confcommercio, come sistema di rappresentanza di Confcommercio, volevo esprimere la nostra assoluta convinzione sulla necessità di assicurare, sempre con fermezza, la corretta, la conforme gestione dei flussi di rifiuti soprattutto in filiere strategiche come quella dei rifiuti da costruzione e demolizione. È una questione, certamente, di legalità ma, io vorrei dire, è anche una questione di competitività, lasciatemelo dire così, imprese che operano in maniera non conforme danneggiano evidentemente anche le imprese più sane e virtuose. Quindi siamo convinti che in questo settore sia necessario garantire la trasparenza e i controlli adeguati, ma anche chiarezza di regole, anche semplificazioni, soprattutto per quelle realtà come questa che vi è stata rappresentata, che si propongono il fine di ottimizzare i flussi di rifiuti, quindi di contrastare il fenomeno dell'abbandono e quindi misure che, in effetti, agevolino, favoriscano lo sviluppo adeguato di questi filiere di raccolta, di riciclo e di smaltimento di rifiuti, strumenti, questi, fondamentali proprio per contrastare, lo ripeto, il fenomeno dell'abbandono. Il REC è appunto una di queste realtà, uno di questi consorzi promosso dalla nostra federazione Federcomated, che opera in questi contesti e, io vorrei sottolineare, governa il sistema consortile, governa il REC un disciplinare rigoroso e una severa valutazione e selezione delle strutture associate. Quindi il consorzio, attraverso questi strumenti, assurge veramente a elemento di garanzia per i propri associati, in quanto portatore di regole sicure e condivise. Noi crediamo che questa iniziativa rappresenti una best practice in questo specifico settore, siamo convinti che rappresenti anche una grande opportunità per le imprese che ancora non sono aderenti e per l'intera filiera. Io parlo, e ho parlato, di opportunità almeno per due motivi, innanzitutto perché le imprese entrando in questo network si trovano a poter operare in un contesto guidato, protetto, in un contesto ove vi è una garanzia solida rispetto al rischio di violare specifiche normative di settore. E anche perché è un'opportunità, in quanto è un sistema che favorisce l'ottimizzazione dei processi di conferimento, di raccolta, di smaltimento dei rifiuti e quindi determinando, in questa maniera, meno sprechi e meno rischi di abbandono incontrollato degli scarti dell'edilizia, rendendo, per tale via, più efficiente la filiera e garantendo qualità e tracciabilità dei materiali recuperati. Io chiudo con questa battuta, Confcommercio è fortemente convinta che questo consorzio rappresenti veramente un elemento virtuoso che ci mostra come comportamenti volontari, ad oggi stiamo parlando di un consorzio volontario, posti in essere questi comportamenti degli operatori economici, possano sicuramente contribuire al miglioramento del rispetto delle regole e, nello stesso tempo, possono contribuire a favorire il processo di transizione ecologica che è in atto nel nostro Paese. Io qui mi fermerei, era soltanto una battuta finale. Ringrazio ancora per questo coinvolgimento.

Pag. 9

  ROBERTO COIZET, Coordinatore comitato tecnico-scientifico del Consorzio REC. Buongiorno a voi. C'è poco da aggiungere alle annotazioni che sono state già fatte nella presentazione della struttura del consorzio. Mi viene da approfittare di questo momento di confronto con un'istituzione che ha uno sguardo più laico sul tema, per ricordare un aspetto che è stato importante nella costituzione di questa struttura, cioè il fatto di immaginare di andare a stabilire un segmento della filiera in un modo virtuoso, per tutte le ragioni che sono state indicate, ma anche nella prospettiva di dire che laddove si riesca a riempire un segmento della filiera in un modo virtuoso questo riuscirà a funzionare se anche il resto della filiera, a monte a valle, riesce a darsi regole coerenti. E su questo, approfitto dell'occasione solo per ricordare che dentro questo settore, già è stato richiamato sia da Freri che da Verduci, le parti a monte e a valle della raccolta e del recupero hanno ancora problemi aperti che richiedono un intervento che può essere svolto, effettivamente, solo in sede parlamentare. Mi riferisco al fatto che da un lato il cantiere, che è il luogo di elaborazione di tutti i flussi di materiali che riguardano l'edilizia, è ancora oggi un'entità non del tutto chiara da un punto di vista normativo e, in particolare, è un luogo dove non sono ancora fissati, in modo univoco, le regole per la demolizione. Da un altro punto di vista, è un luogo che non è un luogo di produzione, vale a dire non rispetta le stesse regole di un sistema produttivo ordinario tale che, per esempio, non sia possibile, lì dentro, produrre sottoprodotti o regolare tutti i flussi secondo le norme che regolano qualunque ciclo di produzione. In sostanza, il cantiere è un ciclo di produzione a tutti gli effetti, sia pure temporaneo e importante, ma oggi non è considerato tale dal punto di vista delle regole che lo governano. E dall'altra parte, a valle, abbiamo ancora un problema aperto sullo end of waste, cioè sul modo in cui gli impianti hanno possibilità di trattare questi materiali, questo è un aspetto che, insieme alla tracciabilità e alla regolarità dei flussi, influisce sostanzialmente sul mercato. Il problema è: tutta questa filiera funzionerà nel momento in cui effettivamente dal cantiere alla raccolta, attraverso iniziative come questa di REC, fino al recupero e alla creazione di materiali riciclati, tutto risulti sufficientemente qualificato da far sì che i compratori possano fidarsi di utilizzare oggi i materiali riciclati pienamente, sapendo che hanno certe prestazioni, sapendo che hanno la possibilità di venire incontro ad altri stimoli che, nel frattempo, il sistema nazionale ha creato, dai CAM (Criteri Ambientali Minimi) allo stesso superbonus, a tutte le regole vanno verso la nuova conversione dell'edilizia in senso sostenibile e che oggi, però, non vengono premiate dal mercato perché il mercato è incerto. Quindi, anche qua, poter creare un meccanismo trasparente e garantito delle caratteristiche dei materiali raccolti, non solo attraverso la rete REC, ma, più in generale, bonificando un po' tutto il flusso di questi rifiuti, potrebbe essere una condizione effettivamente risolutiva per dare una prospettiva ai rifiuti da costruzione e demolizione e al minore impiego di materiali originali. Lo dico perché in questa sede, questi temi sono stati già ascoltati dalla Commissione in altri momenti, ma ritornano a essere estremamente attuali proprio per dare maggior possibilità di azione a un segmento della filiera che si è mosso volontariamente in modo virtuoso, ma che ha bisogno di avere integrazioni, a monte e a valle, per funzionare in modo ottimale. Grazie dell'attenzione a queste tematiche.

  PRESIDENTE. Grazie a voi. Innanzitutto, permettetemi di dire, con orgoglio, che questo sistema virtuoso che stiamo analizzando oggi, è partito grazie a un mio emendamento, seguito anche dal dottor Coizet. Sicuramente come Commissione, ma anche come singolo parlamentare, se dovesse servire poi ancora altro a livello normativo, sono sempre disponibile perché abbiamo visto i numeri, 68 milioni di tonnellate l'anno di rifiuti che devono comunque essere gestiti e devono essere gestiti al meglio. Per quanto riguarda alcune specifiche domande, innanzitutto vorrei sapere, visto che il filone d'inchiesta è prevalentemente Pag. 10sugli abbandoni e avendo io vissuto l'esperienza romana, soprattutto nel passato dove spesso si sono evidenziate, chiamiamole imprese, ma realtà spesso sono singoli operatori che anche a livello dilettantistico e con gran parte del lavoro a nero: vorrei sapere se le persone che possono accedere a questi magazzini, rivenditori edili vengono controllate oppure no, e in che modo? Questo io lo ritengo importante perché i materiali che vengono abbandonati nei parcheggi o nei posti più improbabili, sono spesso il frutto di attività a nero. Quindi, penso che dare l'opportunità a tutti, visto che poi tutti andranno a comprare il materiale edile, di poter sversare il rifiuto edile nel magazzino sia, anche a livello di costi per la collettività, un fatto positivo. Quindi vorrei sapere, che tipo di controlli vengono fatti a chi viene a sversare nei magazzini?

  FRANCESCO FRERI, presidente del Consorzio REC. Come abbiamo mostrato prima, il consorzio si è dotato di un disciplinare che descrive tutte le operazioni e le procedure che deve fare il magazzino edile prima di lasciar conferire il rifiuto. Cosa succede? Ve lo descrivo in maniera operativa, nel 90 per cento dei casi il rifiuto viene conferito da imprese edili o da imprese artigiane. Il carico arriva all'ingresso del punto vendita, c'è un'attività di verifica del materiale a vista, se è conforme o non è conforme, e di incanalamento verso la vasca appropriata, quindi, per esempio, se è legname verrà indirizzato nella vasca o nel cassonetto dedicato a questo rifiuto. C'è una fase di verifica cartacea, quindi l'impresa edile dovrà mostrare le copie del formulario, e qui c'è un controllo da parte degli impiegati del centro vendita di materiale edile della targa e, quindi, dell'iscrizione all'albo dei trasportatori da parte di queste imprese edili. Nel caso in cui il carico non sia conforme, il carico sia misto, e noi sappiamo che il deposito preliminare alla raccolta non può toccare il rifiuto, quindi il rifiuto deve essere conferito per famiglie omogenee, e nel caso in cui questo operatore non sia iscritto all'albo, il magazzino edile non autorizza al conferimento del rifiuto e quindi non far scaricare il rifiuto. C'è poi la casistica, come descriveva lei, dell'operatore privato che non è obbligato ad avere il formulario, il consorzio, in un'ottica sia di tracciabilità del rifiuto sia di avere a supporto un modulo cartaceo, ha elaborato una sorta di formulario per il privato. Possiamo, con la stessa modalità, accogliere il conferimento per piccole quantità di privati in modo da non farli andare ad abbandonarli per strada o farli andare nelle piattaforme ecologiche dedicate ai rifiuti urbani, il cui costo di conferimento è decine di volte superiore a un conferimento all'interno del consorzio REC o di altre iniziative afferenti ai materiali edili che potranno svilupparsi proprio grazie a quella modifica della norma di cui abbiamo parlato prima. Quindi, all'interno del disciplinare sono ben descritte tutte le attività di controllo e suddivise le mansioni all'interno del magazzino edile affinché i flussi siano ordinati.

  PRESIDENTE. Questo perché credo che gran parte del rifiuto abbandonato, purtroppo, provenga da persone che non hanno sicuramente il formulario, tantomeno l'iscrizione all'albo. Io non so quanto questa percentuale sia ampia ma presumo che non sia irrisoria, anche perché, altrimenti, non avrebbe proprio senso l'abbandono nei marciapiedi e nei parcheggi, quindi questo credo che sia fondamentale. Altra questione, si parlava del dato di Roma, che potrebbe risparmiare circa 4 milioni di euro. Com'è fatta questa questa stima? Se potete spiegarla.

  FRANCESCO FRERI, presidente del Consorzio REC. Sì, la stima è fatta sulle quantità, abbiamo detto che sono circa 30.000 tonnellate che moltiplicato per un dato medio di costi di smaltimento, quindi 130 euro la tonnellata, sviluppa i 4 milioni di euro evitabili per il comune di Roma. È una stima semplice: quantità, prezzo a tonnellata.

  PRESIDENTE. A Roma ci sono dei magazzini appartenenti al consorzio? Mi farebbe piacere visitare uno di questi centri. A Roma quanti ce ne sono?

Pag. 11

  FRANCESCO FRERI, presidente del Consorzio REC. Per il momento abbiamo un aderente al consorzio REC, che è una rivendita storica di Roma, circa dieci giorni fa abbiamo tenuto un corso di formazione su questa tematica al nostro consorziato di Roma e credo che a giorni inizi la raccolta, quindi appena inizierà la raccolta di avviseremo così da poterlo visitare.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Un altro problema, se ho capito bene l'adesione è volontaria e, se non sbaglio, ancora per adesso, siete appena partiti, i centri sono una quarantina se ricordo bene 41. Oltre allo sconto sulla TARI, come si diceva, o l'esenzione, che sicuramente sarebbe un ottimo incentivo ad aderire a questo sistema virtuoso, che altre politiche servono? Innanzitutto credo di far conoscere ai rivenditori edili questa importante iniziativa, ma poi anche al cliente cioè a chiunque vada nei rivenditori che sia informato di questa possibilità. Faccio un esempio sempre della legge sui RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) dell'1 a 0 e 1 a 1, purtroppo, spesso, le persone comuni non sanno di questa iniziativa, diciamo così, anche per i rivenditori è una pratica noiosa e quindi non viene pubblicizzata, la normativa viene esibita in un angolo scritta in lettere minuscole. Io credo che sia fondamentale la pubblicità per far conoscere ai venditori ma anche agli utenti questa opportunità, magari attualmente forse è presto perché i centri sono pochi. Avete i fondi, com'è possibile reperire i fondi per poi avere una pubblicità? Io immagino in questi 41 rivenditori per adesso entri chiunque, e potrebbe essere anche un singolo cittadino che sta magari facendo dei piccoli lavori a casa. Si nota questo? Può funzionare con il passaparola, ma come è attualmente dell'informazione? Credo che l'informazione sia fondamentale per il successo dell'iniziativa.

  MARIO VERDUCI, consigliere delegato del Consorzio REC. Noi abbiamo un progetto di comunicazione che tende a coinvolgere, intanto, gli 8.000 punti di vendita. Voi sapete benissimo che il magazzino edile è una fonte d'informazione e di comunicazione allo stesso tempo, dove ormai la frequentazione è abbastanza ampia dei privati. Nei magazzini non vengono più soltanto le imprese che costruiscono l'opera, ma anche i privati che vogliono partecipare al processo decisionale di acquisti dei prodotti che utilizzeranno poi per la ristrutturazione dell'appartamento o altre opere di cui necessita l'edificio che abitano. Quindi sì, abbiamo, unitamente alla formazione, un progetto di comunicazione che tende a valorizzare quello che è il prodotto e quello che è il servizio del consorzio REC.

  ROBERTO COIZET, Coordinatore comitato tecnico-scientifico del consorzio REC. L'aspetto di comunicazione ha, ovviamente, un problema di risorse. Quindi bisogna che il consorzio abbia i mezzi di poterla fare, perché è una comunicazione che riguarda una miriade di soggetti spesso piccoli, quindi non facili da raggiungere, con i quali adottare formule di comunicazione efficace e semplici. Però una leva potrebbe essere questa, che è interessante: ricordare che laddove esiste una struttura di questo tipo che funziona, nel comune X, in quel momento quella struttura evita una serie di costi al comune. Nel senso che una parte di quei rifiuti che sarebbero abbandonati, quindi sarebbero poi raccolti dal servizio pubblico e andrebbero a costo del comune, andrebbero riflessi sui cittadini nella TARI, potrebbero essere ridotti. Il che significa, semplicemente, che è anche interesse del comune la moltiplicazione di questa attività e l'esistenza dei centri. Una delle leve dovrebbe essere proprio una campagna nel territorio, coinvolgendo comune per comune, affinché i comuni stessi, nel loro interesse, informino i cittadini e quindi gli artigiani, le imprese edili, i compratori e tutte le strutture coinvolte in questa filiera, perché tutto ciò è nel vantaggio della collettività locale, anche da un punto di vista economico. Però è un'operazione non facile riuscire a fare una campagna per coinvolgere i comuni in questa iniziativa. I comuni sono tanti, hanno problematiche diversissime, sarebbe molto utile trovare qualche supporto e qualche linea istituzionale che Pag. 12faciliti questo tipo di rapporto col territorio.

  PRESIDENTE. Sicuramente, siamo a disposizione anche come Commissione, anche se in grandi realtà, probabilmente a Milano già ci sono diversi centri, a Roma ancora ce n'è solo uno, forse bisogna prima cercare di estendere il numero e poi partire con la campagna. Perché altrimenti si rischia di fare la campagna informativa e lì dove non c'è neanche un centro, quindi a voi forse crea ancora più danno. Punto molto sull'informazione perché credo che sia fondamentale soprattutto per questi piccoli operatori per i quali è difficile cambiare le abitudini, quindi bisognerebbe fare, diciamo così anche se di questi tempi non è un termine felice, un bombardamento mediatico per far sì che si possa usufruire di questo servizio e si capisca quanto sia importante. I comuni, penso che lo dovrebbero capire da soli ma cittadini probabilmente meno. Come dicevate prima giustamente, conta anche la filiera a monte e a valle. Parlando di quella a valle, quell'impianto, che era nel disegno, che recupera il materiale, esiste attualmente una stima della percentuale di recupero, rispetto a quello che arriva in ingresso? Immagino che conti molto la selettività del rifiuto edile che entra nell'impianto, però attualmente, presumo che questa percentuale possa migliorare sempre di più, fatto cento quello che entra di rifiuto in questi impianti, grosso modo quant'è la percentuale di materiale che poi ritorna ad essere materiale edile? E c'è diffidenza per chi acquista questo tipo di materiale? Perché i sospetti che, magari, dentro ci sono pezzi di amianto, che il prodotto non sia buono come quello vergine, possono essere presenti.

  FRANCESCO FRERI, presidente del Consorzio REC. Questa è proprio una delle criticità di questo sistema. Noi in questa fase, come ben diceva lei prima, dobbiamo creare la rete e far sì che questa rete di magazzini edili sia quanto più capillare possibile nel territorio. Tenga conto che pre-COVID c'era un interesse altissimo e avremmo raggiunto numeri molto importanti; post-COVID, con il superbonus e altri bonus, quindi con la ripresa esponenziale del settore dell'edilizia, questo interessamento si è un po' ridotto perché i magazzini edili sono molto impegnati nel loro business tradizionale, che è la rivendita di materiali classici. Quindi, magari pensare anche all'interno di questi superbonus di obbligare a una quota, parte di materiale riciclato, non solo nelle grandi opere ma anche nelle opere di ristrutturazione, potrebbe essere un incentivo ulteriore allo sviluppo del sistema. Esiste una diffidenza perché i direttori dei lavori, in un quadro normativo non ancora ben definito, preferisco utilizzare il materiale certificato e da materia prima piuttosto che utilizzare il materiale riciclato. Io so che sono tante le quantità, purtroppo non ho le percentuali statistiche, ma so che ci sono tante quantità di materiale riciclato ferme a terra negli impianti perché, a parte alcuni utilizzi, vedi i riempimenti stradali e altre situazioni ben codificate, nel cantiere tradizionale non c'è uno sbocco commerciale del materiale riciclato. I produttori, faccio un riferimento al sistema cartongesso, quindi a un sistema che in Italia e in generale in tutta Europa ha una escalation di quote molto rilevante rispetto, per esempio, al sistema dei laterizi o altri sistemi tradizionali, questo comparto, ad oggi, preferisce utilizzare la materia prima piuttosto che la materia prima seconda e rifiuto da demolizione del sistema secco. Perché costa meno e perché gli impianti ad oggi in Italia sono un numero molto limitato, se non erro sono sei in tutto il nostro Paese, e questo limita l'utilizzo del materiale riciclato e la stessa reimmissione sul mercato. Quindi, questa rivoluzione circolare deve essere fatta, come ben diceva prima Roberto, tutti assieme, perché se un pezzo della filiera corre più degli altri si crea un blocco nel mercato, affinché vengano recepiti in maniera corretta questi materiali riciclati è un mix di elementi che andrebbe attuato per favorirne l'utilizzo.

  ROBERTO COIZET, Coordinatore comitato tecnico-scientifico del consorzio REC. Posso aggiungere solo una cosa, sulla percentuale che chiedevate, laddove il prodottoPag. 13 riciclato è l'aggregato riciclato, cioè un materiale misto dove tutte le frazioni vengono miscelate, macinate portano a un inerte che poi viene utilizzato prevalentemente per i riempimenti nelle strade. Ovviamente la percentuale di riciclo in questo caso è molto alta, perché praticamente si prende tutto, si macina e vien fuori l'aggregato riciclato. Se si vuole, invece, fare delle singole frazioni, delle valorizzazioni più specifiche e ottenere materiali più puliti oppure selezionati, ad esempio, c'è in discussione in questo momento un accordo possibile con i produttori di PVC (Polivinilcloruro) che potrebbero separare dalle altre plastiche il PVC che arriva dalle demolizioni, perché quel materiale pulito, non miscelato con le altre, può avere una valorizzazione importante nel mercato. Però questo implica un lavoro di selezione più attento, quindi, in quel caso, quando il materiale arriva in impianto può essere riciclato con vantaggi, anche economici. Il problema è che ci deve essere una selezione, un'individuazione delle frazioni e dei loro usi e una qualificazione di questi materiali, quello che dicevo prima, cioè se c'è poca qualificazione, il materiale misto che viene fuori è un materiale fortemente riciclato ma tutto sommato di bassa qualità. Si può ottenere qualità superiore a condizione, però, che esista un impiego possibile di questi materiali dentro un mercato che li accoglie, sennò il loop si ferma lì, cioè attualmente dentro gli impianti si macina tutto, si fa un aggregato riciclato e si aspetta che arrivi una qualche autostrada che ha bisogno di fare un sottofondo stradale per impiegarli. Si può fare di meglio, è questo il senso di questa filiera.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al senatore Briziarelli, mi interesserebbe capire un meglio, visto che sarà fondamentale per creare un ciclo virtuoso, i motivi per cui rivenditori edili non hanno voluto aderire. Quelli che avete contattato, sanno dell'iniziativa? Hanno dato delle motivazioni? Capisco che adesso sono impegnati, visto la mole di lavoro della rivendita, oltre a questo, ci sono delle motivazioni al fatto di non voler aderire, o no?

  MARIO VERDUCI, consigliere delegato del Consorzio REC. Ritengo che il problema è, essenzialmente, di carattere culturale, oltre che di carattere operativo, perché molti ritengono complesso e difficile inserire all'interno dell'azienda un settore così rilevante, così importante e così pericoloso, detto tra virgolette, che hanno qualche riserva nel manifestare entusiasmo nei confronti del progetto. Cioè noi abbiamo fatto, prima di costituire il consorzio, un'indagine preliminare rivolto a un campione di 300 magazzini edili e su questi 72 o 73, adesso non ricordo il numero esatto, hanno manifestato un interesse pieno per l'iniziativa. Quindi su 300, il 35 per cento di interessi sul progetto, cosa che francamente ha stupito anche noi perché non pensavamo fosse così necessaria e matura gestire all'interno dell'azienda questo particolare servizio, perché noi, come magazzinieri, provvediamo con una funzione del servizio a favore dei clienti. Al di là poi di tutte le altre implicazioni di carattere sociale, culturale ed economico, quello che spinge prima di ogni altra questione il rivenditore ad aderire al progetto è, appunto, quella del business. La prima valutazione che avevamo fatto, sempre sulla base dei dati raccolti, risultava che il volume d'affari si sarebbe potuto incrementare del 10 per cento, il che non è poco e questo ci conforta sulla validità della scelta.

  FRANCESCO FRERI, presidente del Consorzio REC. Se posso aggiungere, dai colloqui che sto avendo in questi mesi coi vari gruppi che rappresentano delle rivendite importanti in Italia, sono tutti naturalmente molto interessati, sono anche un po' spaventati perché essendo questa una nuova modifica della norma hanno paura che un ente locale che non è ancora informato della figura giuridica del deposito preliminare alla raccolta, possa interpretare l'attività del distributore come una messa in riserva, e quindi un'attività che sottende un'autorizzazione. Quindi mi dicono: «Ma se poi arrivo al vigile urbano o il controllo dell'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente) e fraintendono la mia attività, magari mi possono far chiudere il punto vendita, inteso come commercioPag. 14 di materiali». Sono un po' sul chi va là, vogliono vedere i primi punti vendita come vengono recepiti nei territori per poi procedere anche loro.

  PRESIDENTE. Ogni cambiamento spaventa purtroppo.

  LUCA BRIZIARELLI. Intanto complimenti al consorzio per la rapidità, non è ancora un anno, comunque si è attivato per dare concreta attuazione alla previsione del consorzio. Peraltro è un piacere sapere che il presidente abbia contribuito con l'emendamento a rendere possibile questo cambiamento, è la dimostrazione di come, effettivamente, ad azioni legislative in Parlamento fanno seguito poi delle concrete realizzazioni. Il quadro che ci avete illustrato è stato più che esauriente, io mi limiterò a due domande: la prima, relativamente alla rete; la seconda, rispetto agli aspetti tecnici. Se ho ben capito, in questo momento, c'è una fase espansiva di costruzione vera e propria della rete, la prima domanda è: ci sono realtà territoriali, a livello nazionale, che hanno risposto meglio o che avevano risposto peggio? Ad oggi, avete una previsione, al netto della ripresa, delle adesioni anche seguenti alla parentesi, purtroppo, del COVID? Esiste una previsione di avere maggiori o minori difficoltà in alcune zone d'Italia? Facendo un parallelismo, sentivamo alcuni mesi fa, nelle piattaforme per i RAEE noi siamo sicuramente indietro in quattro regioni d'Italia: Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Lì si poneva anche il fatto che con quattro regioni che hanno il 25 per cento della popolazione, raggiungere gli standard previsti e i livelli previsti a livello europeo è sicuramente più difficile. Quindi capire se, al di là della notizia che ci avete dato su Roma a al quadro che faceva il presidente su Milano, c'è una previsione, una proiezione, se ritenevate ci fossero delle zone che presentavano delle criticità maggiori o minori rispetto a quelle che si hanno sicuramente in fase di avvio. Il secondo aspetto, sempre relativo alla rete, vi siete soffermati maggiormente sul tema dell'adesione dei rivenditori piuttosto che delle società che fanno riciclo e trasporto, che in realtà sono consentite quali associati, penso alla slide che avete sintetizzato nei quattro assi di possibile adesione. Su questo vorrei capire, al di là dell'aspetto dei rivenditori, se esiste una politica o una risposta particolare, anche in termini di tipologia oltre che territoriali, diversa rispetto al consorzio. Dopodiché, un conto è la raccolta, quindi informare i cittadini, visto che poi anche loro sono direttamente e potenzialmente interessati, tant'è vero che per con i RAEE, siamo andati per i piccoli anche all'1 contro 0, quindi uno può addirittura conferirli pur non acquistando. Se c'era stata un'attenzione particolare, anche al riuso dei materiali raccolti, perché poi i nodi sono di due tipi, da un lato raggiungere (...) questo materiale raccolto come poi reimpiegarlo. Seconda domanda e secondo aspetto, anche in rapporto al 110 che è stato evocato nel corso degli interventi, noi abbiamo assistito anche con altre misure, e faccio riferimento, ad esempio, agli incentivi per l'acquisto di nuovi televisori, a un problema di natura tecnica relativo alla necessità delle piattaforme delle aree di riciclo di vedere aumentate le superfici, perché di fatto c'è stata un'esplosione di elettrodomestici riconsegnati tanto da non poter essere accolti nelle strutture. Voi ritenete, per quello che è la risposta che avete dai vostri associati, in particolare, dai rivenditori, che la presenza di strumenti incentivanti, come il 110, possano determinare un collo di bottiglia, o comunque, una difficoltà rispetto alle superfici di deposito presenti nelle varie strutture? Anche perché io immagino, al netto del disciplinare che ha avuto modo di visionare che prevede l'autorizzazione, che poi non tutti i soggetti iscritti abbiano delle superfici ampie destinate allo stoccaggio e raccolta degli inerti. Perché poi, da questo punto di vista, la parte che destino alla vendita su un piazzale non può essere destinata alla raccolta degli inerti, che in tutto e per tutto sono comunque rifiuti e viceversa, credo almeno. Quindi c'è la necessità, per quanto voi avete avuto modo di verificare, da parte dei rivenditori o delle piattaforme e dei soggetti che effettuano riciclo, di vedere Pag. 15aumentati le superfici in funzione della proroga della misura del 110? Questo ovviamente come criterio generale. Evito, perché non credo che sia tema di vostra diretta competenza, sono domande che faremo ad altri soggetti auditi, di far domande specifiche relative alla raccolta e allo smaltimento delle macerie del terremoto che sono comunque inerti ma di particolare tipologia. Questo nell'ambito dell'inchiesta sui flussi paralleli relativamente agli inerti, sono domande che porremo, come abbiamo deciso di fare col presidente, magari al commissario straordinario per il terremoto e alla protezione civile. Queste erano le domande che avevo in mente. Grazie.

  FRANCESCO FRERI, presidente del Consorzio REC. Provo a dare una risposta che è trasversale rispetto ai tre quesiti. Intanto ci tengo a dire che questo consorzio ha pochi mesi e zero risorse. Quindi, siamo ancora in una fase di start-up, dove l'impegno qui è della federazione Federcomated e dall'interno di Confcommercio, che con le risorse che ha limitate a disposizione, cerca di fare un'azione promozionale in primis ai propri colleghi e rivenditori, perché crediamo che il primo passaggio sia appunto quello della creazione della rete. In merito alla domanda: se in alcune zone abbiamo, più o meno, appeal per questo progetto. Io non ne farei una distinzione Nord, Centro, Sud ma una distinzione di densità urbana, cioè sicuramente i magazzini edili che sono all'interno delle città e delle città fortemente urbanizzate hanno un vantaggio competitivo veramente importante, perché l'impresa edile o l'artigiano non trova lui una soluzione. Quindi, il tema, secondo me, della legalità anche per l'artigiano è che non avendo un sistema codificato nelle vicinanze del proprio cantiere deve inventarsene uno alternativo. Diciamo che, mediamente, questi operatori economici hanno una buona superficie a propria disposizione e vediamo che dei magazzini edili nel centro città preferiscono rinunciare alla vendita della sabbia sfusa, per esempio, dell'inerte utilizzando quello spazio per la gestione del rifiuto. Per esempio, un magazzino che è nelle vicinanze di San Siro non vende più sabbia vagliata o mista e installerà un cassone per il recupero del cartongesso, quindi l'interesse aumenta nella maggior vicinanza al centro città. Per quanto riguarda la seconda domanda, ovvero quella della relazione con gli impianti, noi lì dobbiamo arrivare per avere una circolarità del progetto, perché la finalità ultima sarà quella di rivendere materiale riciclato attraverso gli stessi magazzini che si occupano della raccolta. Direi che, trattandosi di rifiuti, è auspicabile una progressione step by step coinvolgendo poi anche questi operatori, uno dei soci del consorzio, dei soci iniziali, abbiamo coinvolto ANPAR (Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati), che è una delle associazioni che rappresenta gli impianti in Italia, sono sicuro che ci daranno una mano fattiva per correlare nel territorio il magazzino all'impianto. La certezza che abbiamo, perché noi siamo all'interno della filiera delle costruzioni, quindi tutti i magazzini edili hanno rapporti qualificati e storici con le industrie, le industrie non aspettano altro, perché nella loro visione imprenditoriale il tema della sostenibilità e dell'ambiente sono asset fondamentali. Mancano loro le quantità di rifiuto che abbiano un costo di trasporto sostenibile per poter sostituirle alle materie prime. Quindi tutti gli elementi per eseguire un buon progetto di economia circolare e per risolvere il tema dell'abbandono di questi rifiuti ad oggi c'è.

  PRESIDENTE. Ovviamente vi ringrazio e ci terremo in contatto per seguire tutte le evoluzioni di questo sistema virtuoso. Vi prego di aggiornarmi quando inizierà il primo rivenditore a Roma, che sarò ben lieto di visionarlo e di andare sul posto a vedere come è organizzato. Io nel frattempo vi ringrazio e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.20.