XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 148 di Mercoledì 9 febbraio 2022

INDICE

Variazione della composizione della Commissione:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 

Audizione dell'Amministratore unico di GSE Spa, Andrea Ripa di Meana:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 4 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 4 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 4 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 5 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 7 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 9 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 10 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 11 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 11 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 11 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 11 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 11 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 12 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 12 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 13 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 13 
Fracassi Liliana , Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili ... 13 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Piacenza Ivan , Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia ... 14 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 14 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 14 
Briziarelli Luca  ... 14 
Ripa di Meana Andrea , Amministratore unico di GSE Spa ... 15 
Vigilante Vinicio Mosè , Direttore Dipartimento Affari Legali, Regolatori e Istituzionali ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Vigilante Vinicio Mosè , Direttore Dipartimento Affari Legali, Regolatori e Istituzionali ... 15 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 15 
Vigilante Vinicio Mosè , Direttore Dipartimento Affari Legali, Regolatori e Istituzionali ... 16 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 13.40.

Variazione della composizione della Commissione.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione i deputati Fabio Berardini, Andrea Casu e Maria Flavia Timbro in sostituzione, rispettivamente, dei deputati Silvia Benedetti, Fausto Raciti e Rossella Muroni.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione dell'Amministratore unico di GSE Spa, Andrea Ripa di Meana.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza dell'Amministratore unico del gestore dei servizi energetici GSE Spa, Andrea Ripa di Meana. Partecipano all'audizione l'ingegnere Liliana Fracassi, Direttore dipartimento supporto delle fonti rinnovabili e Vinicio Mosè Vigilante, Direttore dipartimento affari legali, regolatori e istituzionali. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema dei flussi paralleli illeciti e dell'abbandono dei rifiuti. Ricordo che il gestore dei servizi energetici è il garante, il promotore dello sviluppo sostenibile e affianca enti locali e imprese per sostenere progetti di sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. Comunico che gli auditi hanno preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Ringrazio gli ospiti, che invito a farci una relazione, ovviamente sul nostro tema. La Commissione si sta occupando di un tema molto ampio, flussi illeciti e abbandoni di rifiuti. In particolare, ci siamo soffermati molto sui problemi che affliggono i RAEE e volevamo analizzare il sistema dello smaltimento, in particolare dei pannelli fotovoltaici visto che nei prossimi anni assisteremo alle prime forti dismissioni di impianti. Quindi, vorremmo analizzare con voi questo fenomeno per evitare che si creino filiere poco virtuose e promuovere il cosiddetto revamping. Infatti, sarebbe meglio riutilizzare i pannelli, come tra l'altro avviene già all'esterno.

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Grazie, innanzitutto mi permetta di ricordare che oltre ai colleghi Capi di dipartimento, avvocato Vigilante e ingegnere Fracassi, partecipano all'audizione l'ingegner Piacenza, Responsabile della funzione che si occupa della gestione dell'analisi oltre che dell'ammissione agli incentivi per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici e l'ingegnere Settimi che svolge la medesima funzione. Mi limiterò a ricordare due o tre elementi, salvo poi passare la palla ai colleghi per commenti più specifici; tra l'altro, il tutto è incluso nella nota che a suo tempo, prima di Natale, inviammo alla Commissione. Innanzitutto, la nota aveva lo scopo di ricordare gli elementi quantitativi del problema con riferimento sia alla platea degli impiantiPag. 4 incentivati, ai sensi dei conti energia dall'uno al quarto e dal quarto al quinto, sia agli impianti successivamente predisposti e a noi noti per il fatto che sono inseriti in meccanismi diretti del conto energia. Mi riferisco allo scambio sul posto o al ritiro dedicato in forza del quale il GSE funge da broker e porta in borsa energia prodotta da questi impianti. Per comprendere il tema dello smaltimento di questi pannelli abbiamo indicato sia il numero di impianti, sia il cadenzamento annuale di questi numeri. Si tratta di un numero veramente trascurabile, anzi nullo fino al 2025, mentre per il 2028 e previsto un suo aumento di qualche migliaio. Ovviamente, corrispondente a questo numero ce n'è un altro che si misura però in milioni, non più in decine o centinaia di migliaia, che ha uno sviluppo non lineare corrispondente. Teoricamente parliamo di più di 100 mila pannelli da smaltire solo nel 2027, quindi c'è tempo per il Parlamento e per il Governo di predisporre soluzioni. Il compito del GSE è di sorvegliare, controllare e predisporre soluzioni per il fine vita che abbraccino sia il problema dello smaltimento che interessa la Commissione da lei presieduta, sia il problema legato al perseguimento degli obiettivi di installazione di energia rinnovabile. Ogni anno si registrano migliaia di richieste per la sostituzione parziali dei pannelli, mentre di rado si ha un totale revamping. Abbiamo cioè a che fare non con un fine vita, ma con una manutenzione per malfunzionamento, con conseguente acquisizione di pannelli appartenenti ad una generazione successiva aventi maggiore potenza e meglio in grado di rispondere alle aspettative del titolare dell'impianto. Ovviamente, noi siamo sempre all'opera per assicurare il rispetto della più recente normativa risalente al 2014 e non intaccata dalla recente pronuncia giurisprudenziale della Corte di giustizia europea che ha stabilito essere irretroattiva l'applicazione del principio della responsabilità estesa del produttore, anche con riferimento a questo tipo di rifiuti. La sentenza non si applica alle attività di trattenuta di elementi economici effettuata dal GSE nei confronti dei titolari degli impianti e volta alla costituzione di un deposito a garanzia delle future attività di smaltimento. Come dicevo, la pronuncia della Corte non si applica alle nostre attività, in quanto il decreto legislativo in materia approvato nel nostro Paese non ha previsto questa responsabilità estesa del produttore, lasciando in capo al titolare dell'impianto gli obblighi di smaltimento. Noi preleviamo a titolo di garanzia dodici euro per i pannelli di tipo domestico e dieci euro per i pannelli di tipo professionale, questa raccolta non è stata toccata dalla Corte di giustizia.

  PRESIDENTE. Mi potete fare la storia di questa cauzione?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Il 2014 ha rappresentato un punto di svolta perché ha perfezionato e modificato gli obblighi di smaltimento previgenti, che però sussistevano. Quindi, possiamo dire che c'è stato un approfondimento, una specificazione di questi obblighi consistente essenzialmente nello smaltimento controllato di questi obblighi da parte dei titolari degli impianti in cui questi immobili sono installati a fine vita.

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. Sono Ivan Piacenza, responsabile della funzione gestione esercizio degli impianti fotovoltaici in conto energia. Perimetrando le riflessioni sugli impianti fotovoltaici in conto energia, diciamo che circa 550 mila impianti attualmente incentivati in conto energia venivano suddivisi tendenzialmente in due sistemi in merito alla gestione del fine vita. Avevamo gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio prima del luglio 2012 che non erano inclusi in alcuna perimetrazione nell'ambito della normativa sulla gestione dei rifiuti sancita dal decreto legislativo n. 49 del 2014. Essendo molto precedenti non presentavano alcuni requisiti ai fini dell'ammissione degli incentivi, non era richiesto nulla in tal senso. Questi impianti sono quelli per cui è nato, come da nostre prime istruzioni operative pubblicate nel 2015, il ruolo di GSE nel dover trattenere per ciascun modulo installato Pag. 5una quota di incentivi a garanzia del futuro trattamento...

  PRESIDENTE. Se ho capito bene dopo luglio 2012, giusto?

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. Fino al luglio 2012, tutti gli impianti fotovoltaici con incentivati fino...

  PRESIDENTE. Fino al luglio 2012.

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. Quindi, parliamo di circa 420 mila impianti.

  PRESIDENTE. Chi ha installato l'impianto fotovoltaico prima del luglio 2012 ha pagato per ogni pannello installato 12 euro per lo smaltimento?

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. No, è il GSE che dovrebbe trattenere dagli incentivi da riconoscere ai titolari di questi impianti fotovoltaici una quota di dieci euro per gli impianti di potenza complessiva superiori a dieci chilowatt e di dodici euro per modulo per gli impianti di potenza fino a dieci chilowatt. Il decreto legislativo n. 49 del 2014 suddivide gli impianti in domestici e professionali a seconda di questa soglia di dieci chilowatt. Quindi il GSE dovrebbe trattenere per questi impianti una quota di dieci euro per modulo installato. Quota il cui trattenimento inizia a partire dal decimo anno di incentivazione e viene dilazionato nei successivi dieci. Quindi, per sintetizzare viene definita al decimo anno di incentivazione la quota complessiva da trattenere dagli incentivi sul numero di moduli installati e viene trattenuta in forma rateizzata nei dieci anni successivi della convenzione, a garanzia del corretto trattenimento di questi moduli. Tutto ciò, premettendo che alla fine della convenzione in conto energia che possiamo definire di venti anni, la quota che noi abbiamo trattenuto verrà restituita al soggetto responsabile, ovvero al soggetto titolare dell'impianto solo a dimostrazione, con opportune evidenze documentali, del corretto trattamento del modulo che ha raggiunto il fine vita, questo quindi per i primi 420 mila impianti. In realtà, con le ultime modifiche normative della legge n. 233 del dicembre scorso, ovvero la conversione in legge del decreto-legge Recovery, questa quota da trattenere è stata estesa anche agli impianti entrati successivamente al luglio 2012. Tali impianti tendenzialmente occupano l'ultima parte del cosiddetto quarto conto energia e l'intero quinto conto energia, in cui avevano inizialmente versato in fase di ammissione agli incentivi in conto energia una quota presso i sistemi collettivi volta a garantire il corretto trattamento dei moduli installati presso il loro impianto sempre a fine vita. Ricapitolando, con l'ultima conversione in legge del decreto-legge Recovery questa quota che il GSE dovrebbe trattenere si è estesa a tutti gli impianti fotovoltaici in conto energia, inizierà a essere trattenuta a partire dal decimo anno di incentivazione e verrà restituita al soggetto responsabile quando il dimostrerà il corretto trattamento di ...

  PRESIDENTE. I soggetti che avevano versato la quota consortile pagano due volte?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. No, non l'avevano mai pagata, non era mai stata trattenuta perché come diceva l'ingegnere anche per gli impianti che ricadevano nella normativa previgente la previsione era che la trattenuta fosse effettuata a partire dal decimo anno, giusto ingegnere?

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. La legge stabilisce che GSE debba trattenere anche per loro le quote, ma qualora i soggetti responsabili, quindi i titolari degli impianti, abbiano già versato delle quote ai consorzi atti alla gestione dei moduli fotovoltaici, si può versare direttamente a loro il delta che manca rispetto alla quota che ha definito il GSE con le proprie istruzioni operative. Dovranno poi Pag. 6essere aggiornate le istruzioni operative, in linea con la nuova legge appena approvata, per versare il completamento della quota definita dal GSE per evitare il doppio pagamento.

  PRESIDENTE. Io ho installato i pannelli fotovoltaici nel 2012, non ricordo se prima o dopo il mese di luglio, e magari la ditta che si è occupata di tutto è fallita. Lo stesso proprietario può morire, vendere, dare in eredità. La comunicazione agli utenti come viene e verrà fatta? Come fate a informare i vostri utenti di questi meccanismi? Quale sarà la procedura da seguire una volta finito di ricevere l'incentivo?

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Intanto, c'è da fare un'altra premessa, la trattenuta della quota per gli impianti professionali, quindi per gli impianti di potenza complessiva superiore a dieci chilowatt, viene effettuata a partire dal decimo anno del periodo incentivante, poi viene rateizzata nel secondo periodo incentivante. Non conosco il suo impianto, quindi non so se è domestico o professionale.

  PRESIDENTE. Sicuramente domestico.

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Allora la trattenuta viene one shot, viene effettuata al quindicesimo anno di incentivazione. Detto questo, noi abbiamo iniziato nel 2016 a trattenere le prime quote per gli impianti entrati in esercizio dieci anni prima. In seguito, il perimetro si è allargato per l'aggiungersi di impianti entrati in esercizio nei dieci anni precedenti. Quando abbiamo iniziato a trattenere le quote nel 2016 e nel 2017, abbiamo inviato a tutti i soggetti responsabili degli impianti una comunicazione nella quale si specificava che avremmo proceduto al trattenimento della quota attraverso una rateizzazione. Nel 2019 abbiamo completato l'implementazione del portale gestione componenti di impianti e quote RAEE dove ciascun soggetto responsabile degli impianti può accedere con le proprie credenziali all'interno dell'area clienti. Attraverso quest'ultima si può trovare tutto ciò che attiene ai componenti del proprio impianto, quindi le matricole, i moduli e anche le informazioni inerenti al trattenimento delle quote RAEE. Nel 2019 abbiamo pubblicato una news invitando tutti gli operatori, tutti i soggetti responsabili, ad effettuare questa verifica sul portale. In aggiunta, per chi si è visto già trattenere una quota vi è la possibilità di trovare nel cedolino della fattura tutte le varie voci tra cui appunto la trattenuta RAEE.

  PRESIDENTE. Innanzitutto, vorrei sottolineare che, come credo, nessun cittadino improvvisamente va a verificare tutte le comunicazioni del GSE sul portale. Credo di aver capito che, probabilmente, troverò questa trattenuta in fattura al compimento del quindicesimo anno, quindi tra un paio d'anni. Però si tratta di una delle tante voci, è come leggere la bolletta elettrica, quindi credo che nessuno ci farà caso o la noterà. Presumo ci sia tanta disinformazione, anche perché parliamo di gente che ha installato dei pannelli e, magari, li dismetterà tra trent'anni, forse saranno persone diverse a farlo. Sono un po' preoccupato perché, probabilmente, alla fine dei vent'anni non riceverò più l'incentivo e quando l'impianto forse non saprò nemmeno che ho pagato questa cifra. Sono troppo pessimista?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Intanto, come si diceva prima, forse ci sono due problemi che si mischiano per il fine vita. Uno è quello di assicurare l'adempimento delle norme che obbligano i titolari degli impianti a iscriversi a un consorzio di smaltimento e a dare prova dell'avvenuto smaltimento a fine vita: la cauzione serve proprio a questo. Con riferimento a ciò, le promettiamo assieme al nostro azionista funzionale, il Ministero della transizione ecologica, il MITE, di organizzare delle campagne di sensibilizzazione istituzionale rivolte a circa un milione di titolari di impianti fotovoltaici. In special modo, mi riferisco a coloro i quali hanno meno strumenti,Pag. 7 meno tempo, meno occasioni per sensibilizzarsi, per attivarsi e comprendere come fare ad acquisire informazioni. Come diceva la mia collega, ingegner Fracassi, sul nostro sito abbiamo già promosso una campagna volta a sensibilizzare chi è pur sempre titolare di incentivi. Si tratta anche di soggetti piccoli, ma di soggetti che ricevono del denaro per svolgere l'attività che svolgono, quindi una sensibilità la diamo per scontata. Bisogna comprendere il contorno di obblighi che accompagnano questo incentivo, va fatta una campagna volta a far sì che l'assorbimento di questo obbligo di smaltimento proceda bene e che l'iscrizione a questi sistemi e consorzi di trattamento e smaltimento dei rifiuti avvenga in maniera ordinata soprattutto a tempo debito, cioè prima che il problema si ponga. Come dicevamo all'inizio, abbiamo qualche anno per farlo perché fino al 2027, se non ricordo male, il numero di impianti che arriverà a fine incentivo, che come lei ricordava all'inizio non coincide con il fine di vita tecnica degli impianti stessi, è esiguo. Poi c'è un aspetto legato alla considerazione della vita di questi impianti, infatti ove non ce ne dovessimo occupare verrebbero sì assolti gli obblighi di smaltimento, ma la potenza installata da fonte fotovoltaica calerebbe. Ciò, per il nostro Paese significherebbe un passo indietro sulla via della transizione energetica e del green deal. Quindi, ci si dovrà occupare, nei modi che in futuro il MITE riterrà congrui, di trovare dei meccanismi che in qualche modo incorporino il problema dello smaltimento dei vecchi pannelli e, allo stesso tempo, prefigurino delle soluzioni per la continuazione degli impianti attraverso moduli più efficienti. C'è una ragionevole speranza che queste soluzioni emergeranno, ciò consentirebbe di non vedere più il problema dello smaltimento in maniera isolata, ma come uno smaltimento effettuato nel quadro di una continuazione in qualche forma della vita, almeno in buona parte, di questi impianti.

  PRESIDENTE. In Germania, a Francoforte, il primo pannello è stato installato ottanta anni fa e ancora sta lì, ancora produce, seppure potenze molto ridotte. Presumo che fra otto anni non prenderò più i soldi dal GSE e magari quei pannelli rimarranno lì per mio figlio, mio nipote. Non so chi si occuperà dello smaltimento, però è importante tenere i contatti e voi addirittura mi dite che alcuni contatti non li avete perché sono cambiati. Ad ogni modo, c'è comunque uno scambio di soldi e presumo che voi riusciate a raggiungerli facilmente gli utenti, anche per la trasparenza. Anche al Ministero, se non altro per coscienza ambientale, ogni dieci anni bisognerebbe ricordare di fare il punto soprattutto su questo argomento. A proposito di revamping, mi sono un po' informato e se cala un po' il rendimento potrei anche integrarlo aumentando un po' la potenza fino al 5 per cento per compensare la perdita. Se io invece dovessi cambiarli tutti i miei pannelli, ancorché di rendimento dignitoso, la normativa italiana me lo permette?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Sì, glielo permette.

  PRESIDENTE. Che io sappia in questo momento in Europa i pannelli, se dismessi, vengono considerati come rifiuto, contrariamente al resto del mondo. Spesso e volentieri quindi vengono spediti fuori dall'Europa e riutilizzati. Cosa dice la normativa sul revamping, sulla dismissione e sull'eventuale riuso di questi pannelli?

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Scusi presidente, volevo fare una puntualizzazione sull'argomento precedente. Quando parlavo di contatti non più aggiornati, mi riferivo a indirizzi in generale ed anche email o PEC del soggetto responsabile che magari possono essere cambiati nel tempo senza che ci siano stati comunicati. Noi seguiamo la titolarità dell'impianto nel corso del periodo di incentivazione, quindi è chiaro che non paghiamo un soggetto responsabile se non è più il titolare dell'impianto perché lo ha venduto o perché lo ha ceduto o perché qualcuno l'ha avuto in eredità. Si tratta di eventi che dobbiamo conoscere, quindi è il soggetto responsabile che ci deve Pag. 8dire se ha venduto l'impianto o l'ha ceduto a un subentrante, in modo che noi si possa effettuare il cambio di titolarità. Ci tenevo a precisare che non perdiamo assolutamente mai il contatto con il titolare dell'impianto, quindi non si deve preoccupare per i suoi figli e per i suoi nipoti che erediteranno l'impianto fotovoltaico. Per quanto riguarda il discorso della pubblicizzazione, della diffusione dell'informazione, aggiungo a quello che diceva poc'anzi il nostro amministratore che comunque la legge di conversione del decreto-legge Recovery ha recepito il discorso relativo alla trattenuta delle quote anche di impianti in quarto e quinto conto. Si dà anche la possibilità al soggetto responsabile di scegliere se farsi trattenere la quota, la garanzia, dal GSE oppure versare la medesima quota ad un sistema collettivo. Quindi, è intenzione nostra, dei sistemi collettivi e del Ministero della transizione ecologica, dare la massima pubblicità alla possibilità di utilizzare questa opzione. In questo modo raggiungeremo una platea molto vasta di soggetti responsabili, magari anche coinvolgendo i sistemi collettivi e le principali associazioni di categoria. Per quanto riguarda la vendita, capita di frequente che l'impianto fotovoltaico sia oggetto di un revamping parziale o totale effettuato principalmente per approfittare della riduzione del costo della tecnologia e dell'avvento di una tecnologia più efficiente che a parità di superficie ha una resa superiore. Approfittando di questo capita di frequente che vengano effettuate sostituzioni parziali o totali dei moduli installati. È chiaro che, come diceva lei prima, i moduli rimossi non sono da buttare via, possono senz'altro ancora produrre e non venire considerati rifiuti, non vengono identificati come RAEE da parte del detentore e venduti: questo non è affatto proibito. Nel nostro caso, una volta che i moduli vengono venduti ce lo facciamo dichiarare e chiediamo la fattura, comunque escono fuori dall'orbita e dal controllo del GSE. In tali casi, il GSE non ha la facoltà di continuare a seguire quei moduli rimossi e venduti fino al loro fine vita.

  PRESIDENTE. Questo sicuramente, a meno che poi quei pannelli non vadano da un'altra parte dove c'è un altro conto energia che seguite. A voi va comunicato il numero di matricola, quindi la cosa non è lasciato al caso.

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Mi scusi, i moduli rimossi se non sono venduti possono essere trattenuti sull'impianto come scorta tecnica. Quindi, vanno nel magazzino del soggetto responsabile, ma non possono essere riutilizzati in un altro impianto incentivato.

  PRESIDENTE. Bene, non lo sapevo. Ad ogni modo, considerando un'utenza domestica, è difficile tenere in garage i pannelli dismessi, ammesso e non concesso di avere un garage. Volevo però sapere se in Europa è ammesso il riuso.

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. A noi risulta un altro problema: a volte il detentore si libera dei moduli con una vendita fittizia, moduli che poi sono destinati ad essere smaltiti illecitamente.

  PRESIDENTE. Sì, va bene, avremo modo di approfondire il tema.

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. È lecito riutilizzare i pannelli per produzioni non incentivate in Patria, tenerli di scorta o venderli. Tutto questo è perfettamente lecito come diceva la dottoressa Fracassi, a meno che non si tratti di vendita simulata: l'intera gamma di opzioni è percorribile. Ovviamente, ciò su una scala molto, molto più piccola e in relazione alla dimensione complessiva del problema che abbraccia circa cento milioni di pannelli, una piccola anticipazione di quello che verrà. Gli incentivi di chi ha a che fare con un revamping parziale rappresentano operazioni molto diverse da quello che avveniva alla fine dell'incentivazione. Si tratta di evitare – a questo penserà il nostro azionista funzionale con una proposta al Parlamento – che il fine vita Pag. 9degli incentivi comporti trascuratezza da parte dei titolari. Questi ultimi potrebbero disinteressarsi dell'intero impianto, eclissarsi, perdere la caparra, la cauzione, sia essa versata al GSE sia versata ad un sistema di collettivo di smaltimento. Ciò, rappresenterebbe un doppio colpo, sia dal punto di vista del mancato smaltimento sia dal punto di vista della perdita di capacità installata.

  PRESIDENTE. Come chiesto in precedenza che strumenti siete in grado di mettere in campo per tenere le persone informate e fare in modo che effettivamente smaltiscano in maniera corretta questi pannelli?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Ovviamente, parliamo di iniziative la cui definizione di massima e di dettaglio spetta interamente ed esclusivamente al MITE, poiché una società come la nostra in questo campo agisce per effetto di specifici indirizzi. Da parte nostra abbiamo già predisposto sul nostro sito chiari elementi informativi di dettaglio. Ormai l'abilità di accesso a questi meccanismi si sta estendendo, tra l'altro parliamo di persone che hanno svolto procedure complesse sia per essere autorizzati all'esercizio, all'installazione di questi impianti, sia per diventare controparti contrattuali di questa società e ricevere per anni un incentivo. Quindi, pensiamo che il sito già di per sé rappresenti uno strumento importante di abilitazione all'azione e di trasmissione di informazioni; a corredo di tutto questo però abbiamo l'intenzione di proporre al MITE di intraprendere delle campagne mirate di tipo istituzionale per sensibilizzare questa ampia platea di beneficiari sul problema dello smaltimento. La nostra società è in grado di farsi parte attiva nell'affrontare e nel risolvere il problema della transizione verso una nuova vita di questi impianti. Ove poi alla fine del periodo di incentivo si contemplasse la possibilità di offrire ai titolari di impianti la possibilità di cedere a lungo termine l'energia prodotta da impianti eventualmente nuovi, revampati, noi del GSE potremmo attivarci immediatamente per offrire al mercato energia di nuova generazione non più incentivata, ma pur tuttavia produttiva di ricavi per i titolari di questi impianti. Speriamo non si tratti di ricavi assurdi o fuori mercato come quelli che abbiamo oggi perché parliamo del futuro, parliamo del lungo termine, parliamo di situazioni non patologiche. Attraverso dei contratti di brokeraggio a scadenza annuale vendiamo energia per conto dei titolari degli impianti, energia che poi viene immessa nella rete. Questo servizio che GSE rende ai titolari di impianti potrebbe essere di più lunga durata utilizzando contratti di lungo termine conclusi con platee eventualmente predefinite dallo stesso MITE nel quadro di una più ampia serie di misure di politica energetica. Certamente, per le campagne di sensibilizzazione si tratterà anche di coinvolgere – lo deciderà di nuovo il MITE – i sistemi di smaltimento e le aziende. Inoltre, bisognerà preventivamente verificare se il mercato – cioè coloro i quali possiedono, eserciscono impianti di smaltimento – è già in grado di far fronte all'ondata delle decine di milioni di pannelli da smaltire.

  PRESIDENTE. Da smaltire o da riutilizzare.

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Il riutilizzo non pone un problema di smaltimento, ma non può essere per sempre. Nel complesso però vi è una prevedibilità di massima legata anche al problema degli incentivi. Chi è titolare di un impianto quando la diminuita efficienza si farà sentire si porrà il problema di sostituire i vecchi moduli con nuovi moduli più efficienti per attivare un flusso di ricavi non incentivati, ma pur sempre conseguiti attraverso un'attività di generazione e di vendita di questa energia. Questi calcoli economici sono importanti perché alla fine l'economia vive di incentivi.

  PRESIDENTE. Se vendo il mio pannello invece di smaltirlo cosa succede? Se simulo di venderlo, invece lo porto in discarica dov'è il guadagno?

Pag. 10

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Il guadagno non c'è. Forse mi sono espressa male, la vendita è fittizia, ma in realtà io smaltisco illecitamente, quindi non smaltisco, ma faccio i pannelli a pezzi o li mando in Africa oppure li faccio a pezzi e li butto sotto un ponte. Quindi, in questo senso non c'è guadagno.

  PRESIDENTE. A questo punto penso ci sia un problema di informazione.

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. L'operatore domestico i moduli li può portare gratuitamente al centro di raccolta, quindi il problema non si pone, non c'è un problema economico. Per quanto riguarda il soggetto professionale, il GSE trattiene una cauzione che viene restituita a fronte dell'attestazione con cui il soggetto dimostra di aver pagato i costi dello smaltimento.

  PRESIDENTE. Quindi, perché io operatore devo triturare un pannello e buttarlo in un campo?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Potrebbe esserci l'incentivo se il costo effettivo fosse molto superiore alla trattenuta. Tutte le associazioni che ci vengono a incontrare lamentano il contrario, cioè che questa trattenuta è superiore a qualcosa di effettivo, quindi esagerata. Dal punto di vista puro, astratto, prescindendo da tutto il resto, relativamente al solo calcolo economico può convenire perdere la cauzione solo se il costo finale dello smaltimento si dovesse rivelare molto superiore, considerando che c'è il rischio di venire intercettati e di avere conseguenze penali suscettibili di una valutazione economica di cui i soggetti tengono conto: noi agiamo di rimessa sull'importo della trattenuta. Ad ogni modo, l'impatto sull'industria del trattamento di decine di milioni di pannelli da smaltire non c'è ancora stato, quindi non si conoscono gli effettivi costi di smaltimento. Finora si naviga un po' a vista su ragionevoli previsioni formulate dal Ministero di concerto con gli attuali titolari di impianti di trattamento. La vendita può teoricamente rappresentare l'inizio di una catena che porta a un mancato rispetto della disciplina sullo smaltimento. Ad ogni modo, c'è da dire che è difficile pensare a un tracciamento di un singolo modulo in tutto il mondo, nessuno finora mi sembra abbia...

  PRESIDENTE. Operatori del settore mi hanno detto che se dismetti un impianto facendo il revamping, i pannelli li devi smaltire e non li puoi vendere. Sempre riguardo alla possibilità di smaltimento dei pannelli ancora non ho capito ...

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. La possibilità di portare i pannelli al centro di raccolta vale solo per i domestici ed è gratuita.

  PRESIDENTE. Perfetto, per quelli non domestici non funziona? Che strumenti ci sono per garantire il corretto smaltimento?

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Intanto la cauzione è ancora molto, molto piccola e copre pochissimi impianti.

  PRESIDENTE. Presumo che sui vecchi impianti non c'era nessun meccanismo cauzionale. Per quanto riguarda gli impianti non domestici?

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. Per tutti i moduli immessi sul mercato prima dell'emanazione del decreto legislativo n. 49 del 2014, in particolare per i moduli installati su impianti professionali che possano utilizzare i centri di raccolta di cui parlavamo prima, l'onere dello smaltimento e della copertura finanziaria dei costi legati al corretto trattamento del modulo a fine vita, è in capo al detentore del modulo. Quindi, in prima approssimazione essendo il conto energia un sistema che si è chiuso nel 2013, gli impianti fotovoltaici professionali del conto energia, quindi superiori ai dieci chilowatt, l'onere finanziarioPag. 11 per coprire i costi derivanti dal corretto trattamento dei moduli fotovoltaici è in capo al detentore degli stessi, quindi in pratica ai proprietari dell'impianto. Dopo l'emissione del decreto legislativo n. 49 del 2014, in conformità alle direttive Europee l'onere di fornire una garanzia finanziaria a copertura del corretto trattamento fine vita del modulo è di chi immette il modulo sul mercato italiano, quindi fondamentalmente il produttore del modulo fotovoltaico. Per i moduli precedenti, che vengono definiti RAEE storici, questo onere è in capo al detentore. Quindi, in un'ipotesi estrema, il vantaggio che si potrebbe avere un non corretto trattamento dei moduli fotovoltaici è per non venire incontro al sostenimento di queste spese.

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Non è la norma questa.

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Non è assolutamente la norma. È un'ipotesi del tutto teorica.

  PRESIDENTE. Certo, se si trattasse della norma sarebbe ancora più preoccupante. Prego onorevole Zolezzi.

  ALBERTO ZOLEZZI. Buongiorno, grazie per la relazione. Mi sembra che non abbiate parlato di garanzie finanziarie che possono anche essere considerate un argomento laterale. Mi risulta che le linee guida del PNRR consentono anche di gestire la garanzia finanziaria sia da parte del GSE, sia da parte dei trust dei sistemi collettivi riconosciuti. Il GSE intende o riuscirà a rispettare la scadenza del marzo 2022 per la scrittura di queste linee guida? Visto che si parlava di moduli che possono rimanere in sede anche oltre l'incentivo, soprattutto in relazione ai moduli fotovoltaici di nuova generazione dai vostri dati risulta che un modulo può produrre una quantità di energia adeguata che consenta l'utilità di tenerlo in sede?

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Sì, è prevista la pubblicazione da parte del GSE dell'aggiornamento delle istruzioni operative per la gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici. Si tratta di un aggiornamento perché si tratta di istruzioni operative che abbiamo pubblicato già all'emanazione del decreto legislativo n. 49 del 2014. Dobbiamo assolutamente pubblicare l'aggiornamento proprio per il discorso relativo all'opzione introdotta dal decreto legislativo n. 118 del 2020 e in ultimo dal decreto-legge Recovery. Quindi, dobbiamo aggiornarle per dare la possibilità a tutti i soggetti responsabili di esercitare questa opzione, cioè di dire al GSE se vuole vedersi trattenere la quota a garanzia, oppure se scegliere di versare la stessa quota nel trust di un sistema collettivo. Quindi, la risposta è sì e lo faremo senz'altro entro marzo.

  ALBERTO ZOLEZZI. La seconda domanda relativa alla durata dei moduli?

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. Possiamo dare assolutamente delle indicazioni, infatti siamo convinti che i moduli prodotti oggi che si trovano sul mercato hanno delle prestazioni migliori e magari una vita maggiore rispetto a quelli che si vedono nel conto energia per i quali la garanzia era di 10 anni. Credo che adesso si possono trovare in fase di acquisto dei moduli garantiti per un tempo più lungo dei dieci anni. La particolarità dell'innovazione riferita ai moduli fotovoltaici è che oggi, a parità di volume, si trovano moduli con una potenza maggiore. Se nel 2010 si vedevano moduli a parità di volume di 200 watt, adesso si trovano abbastanza comunemente moduli di 300 e 400 watt. Quindi, in prospettiva ci sarà anche il tema di un impianto con una vita maggiore, ma forse con un componente funzionante, ma forse obsoleto. Già in questo momento a parità di volume si può installare una potenza doppia rispetto a pochi anni fa perché adesso il modulo ha almeno 400 watt. Quindi, sicuramente oggi il modulo ha una potenza maggiore disponibile, quindi in tema di efficientamento bisogna lasciare un modulo funzionante, ma anche mantenere l'efficienzaPag. 12 del parco installato in modo da garantire in termini di produzione i diciassette gigawatt installati e ciò, non solo in termini di potenza installata, ma anche di producibilità. Quindi, il modulo fotovoltaico è in forte evoluzione, non si è raggiunto ancora uno standard medio in questo momento. Ora si sta lavorando molto sulle potenze a disposizione, sicuramente questo glielo posso dare come elemento. Sulla durata non so dare un termine particolare perché si sta lavorando sulla potenza installata, sull'aumentare la producibilità a parità di superficie che entra in un discorso di efficientamento dell'installato o ottimizzazione del nuovo.

  PRESIDENTE. Le cose che non sono ben chiare me le tengo per dopo. Non ho capito se mi avete risposto riguardo alla cauzione che io chiamo semplificata. Se faccio il revamping o smaltisco alcuni pannelli perché si sono rotti e trovo qualcuno che me li compra, i soldi della cauzione me li ridate indietro, oppure serve per forza lo smaltimento?

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. Le rispondo in maniera generale sulla finalità della quota. Le quote trattenute dal GSE vengono restituite nel momento in cui tutto l'impianto fotovoltaico verrà smontato o dismesso o smaltito. Tendenzialmente, ci sono delle eccezioni nel corso di questi venti anni. In caso di revamping totale, cioè di sostituzione totale dell'attuale installato con moduli di nuova generazione – si tratta di moduli immessi sul mercato dopo il decreto legislativo n. 49 del 2014, che quindi presentano già all'immissione sul mercato il versamento della quota a garanzia da parte del produttore dei moduli –, il soggetto responsabile ha diritto ad essere esonerato dall'avvio del processo di trattenimento quote, o in caso di processo avviato provvediamo alla restituzione delle quote. Ciò, perché egli ha dimostrato che ha installato sull'intero impianto dei moduli garantiti all'immissione sul mercato e ha correttamente gestito quanto era stato precedentemente installato, questo in caso di dismissione. In caso di vendita dell'usato, nelle ultime istruzioni operative pubblicate nel 2021 che verranno aggiornate entro marzo di quest'anno, abbiamo previsto che la restituzione della quota trattenuta o l'esenzione del trattenimento delle quote GSE avverrà solo se in fase di vendita a terzi i moduli fotovoltaici immessi sul mercato prima del decreto legislativo n. 49 del 2014 verranno garantiti presso il sistema consorzio idoneo.

  PRESIDENTE. Che significa vengono garantiti? Non ho capito.

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. Viene versata la garanzia del corretto trattamento presso i sistemi collettivi.

  PRESIDENTE. Non capisco. Se io dismetto il mio impianto fotovoltaico e trovo una persona che se lo prende? Voi mi chiedete se rivuoi la cauzione ti chiediamo l'avvenuto smaltimento? Se io invece vi dico che non li ho smaltiti perché li ho venduti a Tizio o Caio? Cosa vi devo fornire per avere indietro la cauzione?

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. La cauzione di solito avviene a fine vita dell'intero impianto. In caso di revamping totale, di sostituzione totale del parco fotovoltaico, la trattenuta viene restituita prima dei venti anni, quindi nel corso del contratto all'evento, sia se il vecchio è stato dismesso e smaltito. Nel caso i vecchi moduli vengono venduti perché funzionanti, al fine di riottenere le quote trattenute, o per meglio dire non avviare il processo di trattenimento quote, perché in questo momento una minima parte degli impianti sono oggetto di trattenimento quote, chiediamo in fase di vendita dei moduli fotovoltaici installati che vengano venduti corredati da una garanzia versata presso uno dei sistemi collettivi.

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Quindi, onorevole, si evita di trattenere se c'è prova di versamentoPag. 13 di una quota analoga presso il sistema di trattamento, questo è il succo.

  PRESIDENTE. Adesso ho capito. Perfetto. Nella grafica, nei documenti che ci avete mandato ho visto che nel 2031 sono previste maggiori dismissioni, dal 2031 in poi queste dismissioni aumenteranno o diminuiranno? È difficile da stabilire? Avete uno studio sulla distribuzione geografica degli impianti? Ci sono dei Comuni, anche piccoli, che però hanno le maggiori installazioni nel territorio italiano? Per gli impianti superiori a cinquanta chilowatt, oltre al rapporto con il GSE, entra in campo anche l'Agenzia delle dogane? Se sì, in che modo?

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Per non rendere l'immagine troppo confusa ci siamo limitati al 2031 e, ovviamente, questi sono solo impianti incentivati in conto energia, quindi non sono in questi grafici. Non c'è la proiezione del fine vita di tutti gli impianti fotovoltaici installati sul territorio nazionale. Ovviamente, noi abbiamo contezza di quelli che incentiviamo e abbiamo fatto l'assunzione che al ventesimo anno, quindi allo scadere della convenzione di incentivazione l'impianto sarà nella condizione di essere dismesso. Insomma, è un'assunzione. Nel 2032, per darle un'idea, il numero degli impianti sarebbe 85 mila e poi, comunque, si va a scendere. Quindi, il picco è nel 2031 come si vede nella figura. Anche in quella successiva al 2031 il totale dei moduli è 63 milioni quando noi sappiamo che in tutto sono 83. Quindi, da smaltire negli anni successivi al 2031.

  PRESIDENTE. Il picco previsto è il 2031, riassumendo proprio in maniera estrema. Per quanto riguarda i Comuni?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Sappiamo dove sono questi impianti, certamente.

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Sappiamo dove sono e per alcuni sappiamo anche come si comportano, cioè quanto producono e come stanno funzionando.

  PRESIDENTE. Vi vengono in mente già delle cose curiose? Ci sono Comuni che hanno un'alta quantità di installazioni?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Non ci vengono in mente problemi di distribuzione geografica, anche perché si tratterebbe di combinare l'ubicazione degli impianti di trattamento con l'installato in un certo raggio geografico. Però, non abbiamo mai fatto questa analisi, questo matching tra dove sono gli impianti di trattamento e dove sono gli impianti installati. Diciamo che è un po' prematuro alla luce dei nostri grafici; è buona indicazione quella che lei ci dà, la trasmetteremo al nostro azionista per capire se ci vorrà ingaggiare in questo, ma ancora per qualche anno i numeri da smaltimento sono modesti, quindi non prevediamo criticità.

  PRESIDENTE. Io ho chiesto semplicemente se ci sono degli impianti che stanno funzionando in aree geografiche che hanno una presenza più importante rispetto alle altre. Avete una fotografia della distribuzione territoriale?

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Sì, ce l'abbiamo. Le dico subito che la Puglia ha il primato.

  PRESIDENTE. Tendenzialmente ve ne sono più al sud o al nord?

  LILIANA FRACASSI, Direttore Dipartimento Supporto alle Fonti Rinnovabili. Ovviamente al sud per motivi di insolazione e irraggiamento. Sicuramente conosciamo l'ubicazione degli impianti e anche la loro vetustà, quindi se questi sono dati che possono servire per pensare a una localizzazione degli impianti di smaltimento e trattamento noi li abbiamo.

Pag. 14

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda invece le dogane e GSE per i grandi impianti?

  IVAN PIACENZA, Responsabile Gestione Esercizio Impianti Fotovoltaici in Conto Energia. Con l'Agenzia delle dogane abbiamo un'interlocuzione nel momento in cui l'agenzia stessa svolge dei controlli su quindi container o bancali. In questi casi, viene chiesto al GSE di verificare la corrispondenza tra la documentazione presentata all'Agenzia delle dogane e quella che risulta al GSE, quindi l'origine di questi pannelli. Nel corso degli anni abbiamo avuto una serie di richieste di informazioni relative ovviamente a campioni di pannelli, se vuole possiamo anche fornire questo dato puntuale. Nel corso degli anni quante sono state le interlocuzioni e il numero di pannelli. Parliamo di una collaborazione del GSE a fronte di richieste puntuali che vengono fatte dalle Forze dell'ordine in caso di sequestri o di rinvenimenti di pannelli rubati oppure dall'Agenzia delle dogane all'atto della verifica sulle frontiere.

  PRESIDENTE. Alcuni operatori del settore mi hanno detto che riutilizzare i pannelli dismessi in caso di revamping è un'operazione non così semplice e che, per lo meno in Italia, non si può fare; però, voi smentite questa cosa. Desidererei, magari per il tramite di una relazione scritta, alcune delucidazioni al riguardo. Ci sono degli ostacoli normativi o di mercato? È importante fare chiarezza perché a breve dovremmo affrontare il picco del 2031 che, praticamente, è dietro l'angolo. Inoltre, su questo tema è importante anche l'informazione che deve realizzarsi con una certa continuità. Voi avete detto che quando finirà il rapporto con il GSE se ne occuperà il Ministero. Se fossi il Ministro ne parlerei con voi che avete il polso della situazione, ciò al fine di affrontare una strategia virtuosa.

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Presidente, noi in precedenza abbiamo detto che il Mite ha il compito istituzionale di prevedere soluzioni per affrontare il problema trattandosi di una programmazione generale per il raggiungimento degli obiettivi nazionali in tema di ambiente e di rinnovabili. Si debbono cioè prefigurare soluzioni micro e macro su questo e su altri problemi. Il Mite ha redatto, è all'opera per redigere le nuove versioni di tutti i piani nazionali per la transizione energetica. Non sfugge assolutamente il tema del fine vita che è ben chiaro in tutti i suoi aspetti e in tutta la sua complessità. Volevamo solo dire che il Ministero ha sempre utilizzato questa società come advisor tecnico in una varietà di compiti e funzioni e lo farà anche, immaginiamo, nel momento in cui si dovrà affrontare il tema del fine vita. In assenza di iniziative pubbliche su questo, semplicemente ci sembra naturale che i titolari degli impianti saranno liberi di comportarsi come credono. Si parlava di eventualità connesse a creare incentivi diversi eventualmente dal passato per non fare sì che i privati trovino interesse a continuare a generare energie da fonti rinnovabili. Si tratta però di prefigurazioni che devono essere riempite di contenuto, qualunque contenuto gli si voglia dare, o anche di nessun contenuto, lasciamo fare ai privati. Saranno loro ad essere incentivati, come diceva il collega Piacenza, dallo sviluppo tecnologico e dalla possibilità a poco costo, molto migliore di prima, di installare una potenza molto maggiore. Magari saranno solo questi incentivi a far sì che tutto vada per il meglio, smaltimento a parte. Comunque, noi siamo sempre pronti a collaborare con il Ministero quando ciò ci verrà chiesto.

  LUCA BRIZIARELLI. Sì, grazie Presidente. Vorrei un chiarimento rispetto a un dato che ho sentito prima, ma non ho proprio capito. Lei ha detto che arriverà un'ondata potenziale di pannelli da gestire per quanto riguarda il fine vita. Si parlava di 100 milioni, poi ha detto 83 milioni di pannelli. Quindi, volevo capire se i 100 milioni comprendevano anche gli 83 milioni citati in seguito o ci si riferiva solo a quelli finanziati a prescindere dal dato totale. Vorrei poi richiamare l'inchiesta avviata dalla DDA di Perugia nel gennaio del Pag. 152020, per un valore complessivo di quaranta milioni di euro, che ha riguardato proprio l'illecito smaltimento di pannelli fotovoltaici. Conosce questa inchiesta? Infine, lei ritiene sia necessaria un'azione sul piano ordinamentale? In ultimo, vorrei far notare che un tracciamento potrebbe essere utilissimo dal mio punto di vista nella fase dello smaltimento. È immaginabile un meccanismo diverso? Un intervento anche tecnologico che possa permettere una maggiore tracciabilità senza che quest'ultima venga vanificata da un illecito?

  ANDREA RIPA DI MEANA, Amministratore unico di GSE Spa. Iniziamo con alcune risposte alle sue varie domande. 100 milioni è il numero complessivo che comprende, come lei ipotizzava, 83,5 circa milioni di pannelli incentivati e comprende anche il complemento, circa 16 milioni e 200 mila, di moduli non incentivati in conto energia, che comunque hanno una qualche forma di rapporto con questa società. Riguardo alla seconda domanda, lei ha descritto un'elaborata truffa, ma noi non siamo in grado di sostituire nelle sue funzioni la Guardia di finanza. Tra poco, il collega Vigilante le dirà quello che sappiamo al riguardo, anche in relazione alle varie iniziative di contrasto al fenomeno. Con riferimento all'irrobustimento dell'impiantistica in relazione a future esigenze di smaltimento un lavoro di analisi del mercato non c'è stato ancora richiesto. Infine, riguardo al tracciamento, risponderà ancora il collega Vigilante.

  VINICIO MOSÈ VIGILANTE, Direttore Dipartimento Affari Legali, Regolatori e Istituzionali. Sì, conosciamo l'inchiesta della procura di Perugia che ha visto anche la collaborazione del GSE, al quale è stato richiesto di fornire una serie di informazioni e una lista di pannelli oggetto del sequestro. La collaborazione che offre il GSE alla Polizia giudiziaria è anche dovuta al fatto che noi abbiamo l'anagrafe completa dei pannelli fotovoltaici installati sugli impianti incentivati. Per questo motivo abbiamo queste interlocuzioni continue con la Polizia giudiziaria, con le Procure e con l'Agenzia delle dogane. Siamo in grado di supportare queste istituzioni nell'attività di tracciamento dei pannelli, quindi la loro origine e soprattutto tutta la documentazione che viene presentata al GSE con la quale si giustifica lo smaltimento. Come abbiamo visto la normativa è finalizzata a creare un sistema che renda complicati i fenomeni di gestione illecita di questi prodotti. La richiesta da parte del GSE di una puntuale documentazione per attestare il corretto smaltimento è proprio finalizzata a garantire una corretta gestione di fine vita dei pannelli. Sul discorso del tracciamento attraverso i chip, penso che dal punto di vista tecnologico certamente ci sarebbero problemi, però bisogna guardare al rapporto costi/benefici. Ci sembra che comunque tutta la normativa e la problematica sia all'attenzione delle istituzioni competenti, in particolare faccio riferimento anche al rafforzamento della rete dei centri di smaltimento: nell'ambito del PNRR ci sono delle misure che vanno in questa direzione. Riguardo al miglioramento della normativa, si potrebbe immaginare un irrigidimento delle clausole e delle caratteristiche tecniche, prevedendo un funzionamento minimo, un rendimento minimo del pannello fotovoltaico al di sotto del quale il pannello acquisisce senz'altro la denominazione di rifiuto. Questo proprio per evitare che, in realtà, vengano fintamente immessi sul mercato secondario dei pannelli attraverso dei contratti di compravendita anche a prezzi simbolici per evitare i costi dello smaltimento. Quindi, immaginare di prevedere una certificazione sul funzionamento almeno minimo del pannello potrebbe essere utile all'interno, ripeto, di un quadro normativo che ci sembra comunque adeguato.

  PRESIDENTE. Sul riuso che norme ci sono?

  VINICIO MOSÈ VIGILANTE, Direttore Dipartimento Affari Legali, Regolatori e Istituzionali. Si potrebbe immaginare una certificazione del pannello necessaria in qualche maniera per giustificare e per controllare che si tratti di una vendita effettiva, di un prodotto funzionante.

  PRESIDENTE. Come faccio a vendere un prodotto se non c'è una norma che mi dica Pag. 16quello che puoi vendere come funzionante oppure che devi smaltire come rifiuto?

  VINICIO MOSÈ VIGILANTE, Direttore Dipartimento Affari Legali, Regolatori e Istituzionali. Dipende dall'acquirente, se lei trova l'acquirente che fa le sue valutazioni anche il rendimento del pannello oggetto di compravendita sarà collegato a un prezzo che viene liberamente determinato. Entrambe le cose, la valutazione dell'una e la determinazione dell'altro sarà oggetto di libera contrattazione tra le parti. Nulla lo vieta.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.