XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Resoconto stenografico



Seduta n. 96 di Giovedì 21 gennaio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Briziarelli Luca , Presidente ... 2 

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone, Giuseppe Verzera
Briziarelli Luca , Presidente ... 2 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 2 
Briziarelli Luca , Presidente ... 3 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 3 
Briziarelli Luca , Presidente ... 4 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 4 
Briziarelli Luca , Presidente ... 4 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 4 
Briziarelli Luca , Presidente ... 4 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 4 
Briziarelli Luca , Presidente ... 4 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 4 
Briziarelli Luca , Presidente ... 4 
Trentacoste Fabrizio  ... 4 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 5 
Lorefice Pietro  ... 5 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 5 
Lorefice Pietro  ... 5 
Verzera Giuseppe , Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto) ... 5 
Briziarelli Luca , Presidente ... 5 

(La seduta, sospesa alle 13.35, riprende alle 14) ... 5 

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Vincenzo Pantaleo
Briziarelli Luca , Presidente ... 5 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 5 
Briziarelli Luca , Presidente ... 7 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 7 
Briziarelli Luca , Presidente ... 7 
Milia Maria , Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 7 
Briziarelli Luca , Presidente ... 9 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 9 
Briziarelli Luca , Presidente ... 9 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 9 
Briziarelli Luca , Presidente ... 10 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 10 
Briziarelli Luca , Presidente ... 10 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 10 
Trentacoste Fabrizio  ... 11 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 11 
Briziarelli Luca , Presidente ... 11 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 12 
Briziarelli Luca , Presidente ... 12 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 13 
Milia Maria , Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 13 
Briziarelli Luca , Presidente ... 13 
Milia Maria , Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 13 
Briziarelli Luca , Presidente ... 13 
Milia Maria , Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 13 
Lorefice Pietro  ... 14 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 14 
Lorefice Pietro  ... 14 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 14 
Briziarelli Luca , Presidente ... 14 
Milia Maria , Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 14 
Briziarelli Luca , Presidente ... 14 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 15 
Briziarelli Luca , Presidente ... 15 
Milia Maria , Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 15 
Lorefice Pietro  ... 15 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 15 
Lorefice Pietro  ... 15 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 15 
Briziarelli Luca , Presidente ... 15 
Pantaleo Vincenzo , Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 15 
Briziarelli Luca , Presidente ... 16 
Milia Maria , Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto) ... 16 
Briziarelli Luca , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUCA BRIZIARELLI

  La seduta comincia alle 13.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone, Giuseppe Verzera.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltagirone, Giuseppe Verzera. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul sistema delle acque reflue urbane e industriali in Sicilia, su cui la Commissione si è già mossa attraverso audizioni e sopralluoghi. Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta.
  Invito il nostro ospite a svolgere una relazione, approfondendo in particolare la situazione che si registra nel territorio di competenza del suo ufficio. Al termine seguiranno domande da parte dei componenti della Commissione.

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). Ringrazio tutti voi per l'ospitalità. Il territorio di Caltagirone comprende circa il 50 per cento dell'intera provincia di Catania e soltanto in termini marginali è interessato dalle problematiche che si riferiscono allo smaltimento dei rifiuti, anche perché non ha nessun affaccio sul mare e quindi tutte le eventuali violazioni si riverberano sui territori di altre autorità giudiziarie. Secondo una statistica fatta in ufficio, Caltagirone comprende 15 comuni. Il più grande di tutti è Caltagirone, con una popolazione di circa 36 mila abitanti. Quindi, il circondario di Caltagirone è molto ampio e comprende circa la metà dell'intera provincia di Catania con 1.600 chilometri quadrati di superficie. Ci sono altri comuni grandi, che hanno più di 10 mila abitanti, come Scordia, Palagonia e Grammichele.
  Per noi il fenomeno dello smaltimento dei rifiuti è un problema marginale perché, non avendo un affaccio sul mare, le evoluzioni di attività illecite poste in essere in questa attività si riverberano in territori di altre circoscrizioni giudiziarie. Al 31 dicembre 2020 avevamo 15 procedimenti penali, a carico di soggetti noti. Questi sono procedimenti penali che in genere sono a carico di soggetti che non si adeguano alle prescrizioni imposte nell'autorizzazione ad allacciarsi per lo smaltimento dei rifiuti oppure non le hanno rispettate.
  Volevo aggiungere che nel territorio di competenza della Procura della Repubblica di Caltagirone il fenomeno dell'abusivismo edilizio, che è strettamente collegato a quello dello smaltimento dei rifiuti, è veramente molto marginale. Mi permetto di dire che negli anni scorsi, circa due anni fa, è stato siglato un protocollo d'intesa tra la Procura della Repubblica di Caltagirone e tutti i comuni del circondario in base al quale, quando si ha una pronuncia definitiva dal Pag. 3punto di vista amministrativo o giudiziario, sono i comuni che si fanno carico della demolizione del manufatto, quando non avessero inteso di acquisire al patrimonio disponibile del comune. Questo protocollo d'intesa, che di fatto ci ha completamente sollevati come autorità giudiziaria dagli oneri relativi all'esecuzione delle sentenze penali, costituisce anche un fortissimo stimolo da parte delle amministrazioni comunali ad avviare la repressione dell'abusivismo edilizio che, ripeto, nel territorio di Caltagirone e dei comuni limitrofi è una realtà quasi inesistente e, devo dire la verità, tutto questo è sempre stato fatto nonostante l'esiguo personale, in particolare delle Polizie municipali.
  Da questo punto di vista, anche grazie a questi protocolli di intesa e a tutta una serie di direttive dell'ufficio, che sono volte alla repressione del fenomeno dell'abusivismo, ritengo che questa tipologia di reati sia assolutamente sotto controllo. Di questo ne sono particolarmente lieto perché ogni anno vi è una diminuzione delle denunce del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per fatti che astrattamente potrebbero costituire abuso edilizio. Nella maggior parte delle ipotesi, l'abuso edilizio è propedeutico all'inquinamento perché chi realizza o amplia una costruzione abusiva ha chiaramente la necessità di smaltire i rifiuti.
  Posso anche produrre delle statistiche sui procedimenti penali che riguardano i fenomeni di smaltimento di rifiuti. Se vuole, presidente, le posso trasmettere alla Commissione o posso darne lettura.

  PRESIDENTE. Noi abbiamo ricevuto una prima relazione, con allegati i dati, che risaliva al 24 ottobre 2019, ovvero il documento nota protocollo 369, quindi è chiaro che i dati che ci sono stati inviati sono dati probabilmente superati nei fatti. Se lei ci fornisce i dati aggiornati, allora le chiederei di integrarli, non prima di aver fatto due domande di carattere generale che penso ci possano aiutare a comprendere meglio quello che lei ci sta illustrando. Per noi sono molto importanti, per cui le chiederemo anche di poterli acquisire alla Commissione, così da poterli mettere a disposizione di tutti i commissari.
  Mi hanno colpito due cose. Lei prima diceva che la competenza complessiva sul piano territoriale è di 15 comuni. Quindi, al di là di Caltagirone che è il più grande, ce ne sono altri 14. Mi chiedevo, considerando le statistiche della Sicilia, quale fosse la situazione per quanto riguarda la depurazione e il trattamento dei fanghi perché, pur non avendo un affaccio sul mare, nel territorio di riferimento ci sono comunque degli obblighi di trattamento che devono essere garantiti. Quindi volevo capire in questo senso quale sia la fotografia della quale siete a conoscenza e anche quale sia il rapporto con l'Agenzia regionale per la protezione ambientale e con il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri dei territori sui quali operate.
  La seconda domanda di carattere generale è relativa al progetto organizzativo della Procura di Caltagirone. Le chiedo se ci sia un gruppo specializzato che operi in base alla tipologia di reati e, in caso affermativo, se ci sia anche un gruppo che operi specificamente sui reati ambientali. Grazie.

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). L'ARPA svolge un servizio davvero encomiabile perché quasi la totalità delle segnalazioni di abusi edilizi o di inquinamento ambientale provengono quasi esclusivamente dall'ARPA che non si limita soltanto alla segnalazione iniziale, bensì segue passo passo l'evoluzione dei fatti nell'iter giudiziario e amministrativo.
  La gran parte dei Comuni, certamente quelli con maggiori dimensioni, hanno degli impianti di depurazione che sono a norma o, se non lo sono, sono in attesa di ottenere dei finanziamenti della Comunità europea, che ancora non arrivano. Sarebbe importante che questi finanziamenti arrivino per consentire ai comuni che hanno progettato la messa in sicurezza di questi impianti di operare in base a alle normative vigenti e per consentire a quelli che chiedono di potersi allacciare alle reti che consentono lo smaltimento dei rifiuti di poterlo fare.
  Per quanto riguarda la sua seconda domanda, la Procura della Repubblica di Caltagirone ha quattro sostituti e un Procuratore Pag. 4 della Repubblica, quindi sono pochi per dividerli in gruppi di lavoro, ma ci si è pensato. Con riferimento all'edilizia, nei precedenti progetti organizzativi era stata effettuata una distribuzione dei territori con competenze specifiche dei singoli magistrati, ma la progressiva diminuzione del numero del CNR con riferimento ai dati di edilizia ha fatto sì che anche questa distribuzione fosse sostanzialmente inutile. Quindi, di fatto, sia il capo dell'ufficio sia tutti i procuratori della Repubblica si occupano indistintamente anche di danni edilizi e, conseguentemente, anche di reati ambientali. Comunque tutti i reati ambientali, o la gran parte di essi, sono legati a situazioni specifiche e non ci sono delle gestioni complessive che possano anche suscitare la necessità di un raccordo eventualmente anche con la Direzione distrettuale antimafia (DDA).

  PRESIDENTE. Prima di passare alle domande dei colleghi, le chiederei di illustrare i dati aggiornati al 31 dicembre, relativamente a quelli di nostra competenza, quindi prioritariamente a quelli relativi al trattamento delle acque reflue e più in generale se vuole fornirci degli elementi di interesse della Commissione, comunque gliene siamo grati. Poi passerei alle domande dei colleghi.

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). Posso dare lettura. Vuole che segnali quelli che hanno uno sviluppo?

  PRESIDENTE. Quelli di interesse della Commissione, quindi quelli di nostra competenza.

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). Al di là di alcuni procedimenti penali che risultano pendenti, ma che sono destinati ad archiviazione e che non lasciano preludere a degli sbocchi significativi, abbiamo delle indagini in corso relative allo scarico e quindi all'inquinamento ambientale su San Michele di Ganzaria, Caltagirone e Mineo, una frazione del comune di Ragusa dove vi sono indagini in corso e dove sono stati riscontrati la presenza di residui fognari, versamenti di lavaggio di betoniere, residui liquidi da rifiuti di deposito e perdite della condotta fognaria.
  Lei ha ricordato che in questa sede non è possibile segretare le dichiarazioni che sto rendendo e, se lei lo ritiene, posso trasmettere una copia di tutti questi fascicoli, così la Commissione può avere un'idea molto più ampia di quello che sto dicendo.

  PRESIDENTE. Direi che è la cosa migliore. L'elemento della segretezza è fondamentale. Quindi sì, le chiedo se ce li può inviare. Non lo facciamo qui ora, perché è soggetto a riservatezza.

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). Mi riservo di segnalare e di trasmettere copia dei fascicoli in fase di indagine, sui quali allo stato sussiste un segreto.

  PRESIDENTE. Lei ha fatto un riferimento specifico, dicendo che ci sono reati non generali, ma specifici. Fra questi reati specifici di natura ambientale ce ne sono alcuni relativi al trattamento dei fanghi?

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). No.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Verifichiamo se i parlamentari collegati da remoto hanno delle domande, prima di congedarla, perché purtroppo anche noi siamo nella fase in cui alcuni colleghi sono in presenza e altri sono collegati, quindi siamo un po' rallentati. Le chiedo di pazientare un minuto. Senatore Trentacoste, prego.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. Vorrei avere la conferma da lei che, in ordine al funzionamento degli impianti nell'area di competenza della procura di Caltagirone, quindi nell'area del Calatino, gli impianti presenti non hanno criticità in merito al trattamento e all'utilizzo dei fanghi di depurazione che derivano dall'attività degli impianti Pag. 5 stessi. La sua Procura non ha notizia di anomalie dal punto di vista del rispetto delle norme di legge sul trasporto di questi fanghi, sul trattamento degli stessi e sul riutilizzo nel conferimento in discarica?

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). No, assolutamente.

  PIETRO LOREFICE(intervento da remoto). Vorrei avere informazioni in relazione all'eventuale invio dei fanghi di depurazione presso gli impianti di compostaggio, visto che so che a Caltagirone e Grammichele ci sono degli impianti di compostaggio e se le risulta che, compatibilmente con la natura previa caratterizzazione, i fanghi vengono inviati a impianti di compostaggio. Inoltre, non so se i bacini artificiali e naturali di Licodia Eubea sono di vostra competenza.

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). No.

  PIETRO LOREFICE(intervento da remoto). In merito al bacino Dirillo, vorrei sapere se avete segnalazioni e se vi risultano degli scarichi illeciti, considerando anche la natura e l'utilizzo di quelle acque per fini irrigui, nonché le richieste legate al non rispetto delle concessioni e al rilascio del cosiddetto «flusso minimo vitale» necessario anche all'area di Biviere di Gela che è direttamente connessa a questo bacino.

  GIUSEPPE VERZERA, Procuratore della Repubblica di Caltagirone (intervento da remoto). No, non abbiamo nulla a riguardo.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste d'intervento, rimaniamo in attesa dell'invio dei dati. Siamo sicuri che ci sarà l'occasione di mantenere i rapporti con la Commissione. Per noi è fondamentale il lavoro svolto dalle Procure sul territorio, senza il quale ovviamente non potremmo compiere il nostro. Grazie ancora.

  La seduta, sospesa alle 13.35, riprende alle 14.

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Vincenzo Pantaleo

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Vincenzo Pantaleo. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul sistema delle acque reflue urbane e industriali in Sicilia, su cui la Commissione sta svolgendo una specifica inchiesta.
  Comunico che l'audito ha preso visione della disciplina relativa al regime di pubblicità del resoconto stenografico della seduta. Invito il nostro ospite a svolgere una relazione, approfondendo in particolare la situazione che si registra nel territorio presso cui ha competenza il suo ufficio; al termine seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Ritengo rilevante e di interesse da parte della Commissione, in riferimento all'oggetto dell'audizione, la recente attività svolta dalla Capitaneria di porto di Mazara del Vallo avente come oggetto il monitoraggio e il controllo ambientale seguito sul fiume Modione, a seguito di alcune segnalazioni pervenute nel mese di luglio scorso e a seguito di alcuni articoli di stampa locale attinenti a presunti fenomeni di inquinamento lungo il corso del fiume su citato nei territori dei comuni di Santa Ninfa, Partanna e Castelvetrano. In realtà, su diverse testate giornalistiche online sono state pubblicate alcune fotografie di enormi macchie scure alla foce del fiume Modione.
  Credo sia importante dire che il fiume Modione è lungo circa 27 chilometri, ha origine nel territorio di Santa Ninfa e sfocia a Marinella di Selinunte in territorio di Castelvetrano, nelle immediate vicinanze del parco archeologico di Selinunte, che è il parco archeologico più importante del bacino Pag. 6 del Mediterraneo ed è certamente uno dei più importanti al mondo.
  In particolare, il 28 luglio 2020 sono stati prelevati alcuni campioni di acqua in prossimità della foce del fiume nei pressi del parco archeologico di Selinunte e sono stati consegnati al laboratorio ARPA di Palermo per le opportune analisi.
  Il rapporto di prova del campione d'acqua superficiale, pervenuta alla Polizia giudiziaria procedente dalla struttura territoriale ARPA di Trapani il successivo 11 novembre 2020, evidenziava dei valori anomali di azoto nitroso e di azoto ammoniacale che sono attribuiti a possibili apporti di scarichi non depurati. In realtà, occorre evidenziare come tale esito sia del tutto omogeneo ai risultati delle analisi dei campioni delle acque prelevate dal fiume Modione dall'associazione ambientalista Mareamico delle delegazioni di Agrigento che hanno rilevato: un'elevata concentrazione di azoto ammoniacale, segnale di inquinamento da scarichi fognari; un'apprezzabile presenza di oli e grassi che provocano lo sversamento nel fiume di acque di vegetazione da parte dei frantoi della zona.
  In realtà, si può affermare che i mesi di ottobre e novembre, il periodo di raccolta delle olive, che rappresenta un momento importante per l'economia trapanese e, per quanto ci riguarda, degli agglomerati urbani compresi nel circondario della procura di Marsala, sono anche periodi di maggiore inquinamento delle acque del fiume Modione che è contaminato dalle cosiddette «acque di vegetazione», ovvero un prodotto di scarto della molitura delle olive.
  Nei primi giorni del novembre 2020 il personale della Capitaneria di porto, unitamente al personale della struttura provinciale ARPA di Trapani ha eseguito un controllo su uno dei depuratori in una delle città comprese nel circondario di questo ufficio. Il controllo era funzionale all'accertamento della regolarità delle autorizzazioni amministrative, alla regolarità del processo di depurazione, nonché al prelevamento di campioni all'ingresso in vari punti della linea di depurazione e all'uscita del processo di depurazione e al loro esame analitico. In realtà, il controllo è ancora in corso di definizione perché i risultati delle analisi non sono ancora pervenuti, però nelle grigliature del depuratore sono state rinvenute foglie di olivo, indicative in modo direi poco univoco di un'attività di sversamento diretto nell'impianto fognario da parte di opifici nel territorio di reflui non depurati della lavorazione delle olive.
  Del resto, questa conclusione appare del tutto coerente con un'ulteriore emergenza. Lo stesso giorno del controllo presso il depuratore dell'agglomerato urbano di cui ho detto sono stati prelevati dei campioni di acqua dal fiume Modione immediatamente a valle del punto di scarico del depuratore. I cosiddetti «rapporti di prova» che sono pervenuti alla Capitaneria di porto di Mazara del Vallo nel dicembre del 2020 hanno evidenziato dei valori anomali di sostanze organiche di azoto ammoniacale, tensioattivi anionici e fosforo totale, di certo attribuibili ad apporti di scarichi di acque reflue urbane misti ad acque reflue di lavorazione delle olive.
  È stata anche effettuata un'attività di ricognizione di acquisizione di documentazione presso altri depuratori. L'esame congiunto di questa documentazione porterà le forze di Polizia giudiziaria ad eseguire, nel caso in cui sarà necessario alla stregua degli esiti dell'analisi questa documentazione, un'attività di controllo a più ampio spettro che riguarderà un ambito territoriale ancora più ampio per l'individuazione di ulteriori fonti di inquinamento dell'asta fluviale.
  Alla luce delle superiori emergenze e dei risultati costituiti, ancorché parziali, delle analisi eseguite dalla struttura territoriale ARPA di Trapani, nonché delle attività di controllo che sono state effettuate, possiamo ritenere che nel fiume Modione, su cui confluiscono gli scarichi dei depuratori di vari agglomerati urbani della provincia di Trapani, sono state sversate acque reflue non depurate, la cui origine può essere possibilmente attribuita sia allo scarico illecito diretto di reflui produttivi non depurati provenienti, assai verosimilmente, dalle attività produttive del settore oleario, Pag. 7sia all'illecita immissione di tali reflui nella rete fognaria e alla mancata o insufficiente attività di depurazione dei depuratori comunali interessati.
  Del resto, l'attività di lavorazione delle olive riguarda un periodo compreso fra i mesi di ottobre e di novembre. Quindi, è stata programmata un'ulteriore attività di prelievi di campioni di acqua dal fiume Modione che doveva essere eseguita in questi giorni e l'esito, se la premessa è corretta, dovrebbe essere negativo per quanto riguarda il rinvenimento di reflui di acque di lavorazione delle olive che, ripeto, riguarda il periodo compreso tra ottobre e novembre di ogni anno.
  A conclusione di questa illustrazione del fenomeno di inquinamento del fiume Modione che ha dei profili di gravità non favorevoli poiché l'inquinamento è dovuto allo sversamento di acque di lavorazione delle olive, delle cosiddette «acque di vegetazione», mi preme rilevare come le acque contenenti i prodotti di scarico della lavorazione delle olive, le acque di vegetazione, siano un elemento estremamente inquinante molto più delle acque fognarie. Infatti, la particolare composizione delle acque di vegetazione crea una patina oleosa che toglie ossigeno e acidifica le acque dei fiumi e del mare una volta immessa nel sistema orografico locale, provocando degli effetti che è facile immaginare.
  Concludo questo intervento dicendo che il fenomeno va di certo contrastato con una preventiva attività di controllo e di monitoraggio delle attività industriali censite e non, che sono assai rilevanti come numero e quindi con un'azione che sia contestuale al periodo di lavorazione delle olive e, inoltre, con una immediata azione di repressione di ogni attività di inquinamento che viene eseguito mediante lo sversamento di reflui produttivi direttamente nel fiume o nelle reti fognarie che confluiscono poi nei depuratori dei vari agglomerati urbani della provincia. Devo pur dire che questa azione preventiva e repressiva è del tutto incompatibile con le attuali e limitate risorse che le Forze di polizia possono mettere in campo.
  A questo punto, se non ci sono domande darei la parola alla collega, dottoressa Milia, per una dettagliata esposizione, per quanto ci è possibile, dei procedimenti attinenti alle attività illecite di inquinamento da reflui urbani e industriali, da fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue, che sono procedimenti in corso di trattazione da parte dell'ufficio, ovvero dell'ufficio definito nella fase di competenza, rispettando naturalmente il segreto istruttorio, laddove è necessario.

  PRESIDENTE. Grazie. Prima di passare alla collega, le faremo delle domande specifiche, relativamente al fiume Modione, del quale non avevamo indicazioni. Ogni nuova notizia per noi è importante. Innanzitutto, vorrei capire per quali ipotesi di reato si stia procedendo e in quale fase ci troviamo, se siamo ancora in una fase di indagine, se sono già stati individuati gli autori presunti di quello che ci descrive come un fatto importante e rilevante per la dimensione e per la gravità. Quindi, mi piacerebbe avere qualche indicazione in più su questo, prima di procedere all'illustrazione complessiva delle altre questioni e degli altri procedimenti in corso che ci erano stati segnalati.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Vi sono delle attività in corso da parte della Polizia giudiziaria dirette all'identificazione degli autori del reato. Al momento non posso dare notizie più specifiche, ma confermo che vi sono attività di indagine in corso. Abbiamo già dei procedimenti che sono stati avviati in periodi precedenti rispetto a quello che è stato oggetto dei miei riferimenti.
  Alcuni procedimenti sono già stati definiti, mentre altri sono in fase di progettazione nella fase dibattimentale, di cui vi parlerà la collega.

  PRESIDENTE. Grazie. Allora cediamo la parola alla dottoressa Maria Milia.

  MARIA MILIA, Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da Pag. 8remoto). L'attività di monitoraggio dei procedimenti relativi alle violazioni in materia di acque reflue urbane e industriali e dei fanghi derivanti dal loro trattamento, nell'ambito del periodo di interesse di questa Commissione, ha dato atto a un numero veramente esiguo di procedimenti e di certo non consistente. In effetti, si tratta di fenomeni che attengono a piccole realtà imprenditoriali e a violazioni ambientali che hanno dato atto a fenomeni di degrado dell'ambiente circostante non significativo. Si tratta per l'appunto di procedimenti, quantomeno quelli per i quali è possibile oggi riferire, perché non sono più coperti dal segreto istruttorio, che sono stati definiti prevalentemente con oblazione, con atteggiamento o con pena sospesa anche all'eliminazione delle conseguenze del reato e anche con la procedura amministrativa di regolarizzazione per le violazioni ambientali, di cui all'articolo 318-bis.
  Mi riallaccio a quanto ha anticipato il Procuratore perché questa scarsa consistenza nei procedimenti in materia di danni ambientali è causata molto spesso dal numero esiguo delle forze che operano sul territorio. Spesso, infatti, si tratta di notizie di reato che pervengono da organi di Polizia giudiziaria non specializzati, da organi spesso sollecitati da esposti inoltrati da soggetti privati che si assumono danneggiati e talvolta, anzi, devo dire anche piuttosto spesso, da esposti anonimi che sono affrontati da organi di Polizia che istituzionalmente sono deputati a numerose altre attività, compresa quella di Polizia giudiziaria relativa a crimini comuni o di criminalità organizzata, che nel territorio di interesse della procura di Marsala hanno un'incidenza non irrilevante.
  Si tratta di violazioni che possiamo ricondurre a quattro macrocategorie. Abbiamo diversi procedimenti relativi al trattamento dello sversamento di reflui industriali prodotti dalle attività di cantine sociali vinicole, consistenti prevalentemente in attività di scarico di acque reflue industriali nell'area destinata alla subirrigazione con fenomeni di lagunaggio, in difformità a quanto previsto dalle autorizzazioni allo scarico, oppure di deposito sul suolo di scarichi industriali non depurati, configurandosi in un deposito incontrollato di rifiuti di liquidi. Anche in questo caso si tratta spesso di procedimenti che sono stati avviati dall'ARPA sempre su segnalazione di privati. Altri procedimenti relativi ai reflui industriali prodotti dalle attività delle cantine sociali vinicole sono quelli concernenti l'immissione dei reflui da lavorazione nelle acque superficiali o sotterranee. Mi ricollegavo all'esiguità e alle scarse risorse delle Forze di polizia giudiziaria presenti sul territorio, soprattutto quelle facenti parte di organi non specializzati, anche per giustificare l'irrisorio numero di procedimenti attinenti a fenomeni di gestione e di malfunzionamento, anche sotto il profilo della manutenzione, degli impianti di depurazione.
  Allo stato, tra i procedimenti per i quali è possibile oggi riferire, si contempla soltanto un'ipotesi di mancata richiesta da parte del dirigente del settore dei servizi pubblici di uno dei comuni facenti parte del circondario della procura di Marsala, dell'autorizzazione all'emissione nell'atmosfera relativa all'impianto di depurazione. Fondamentalmente, per un problema di riconducibilità delle linee di trattamento dei fanghi che operavano all'interno dell'impianto di depurazione, vi era la possibilità che fosse inserito nell'elenco degli impianti o delle attività le cui emissioni sono scarsamente rilevanti ai fini dell'inquinamento e che quindi potesse usufruire della disciplina introdotta dal decreto ministeriale del 15 gennaio 2014.
  Per quanto riguarda invece le altre macrocategorie in cui si registrano dei fenomeni di violazione concernenti la gestione delle acque reflue industriali, si possono segnalare taluni procedimenti, in particolare tre procedimenti in materia di reflui industriali prodotti da attività di ristorazione. Si tratta di procedimenti che hanno come oggetto l'irregolare gestione degli impianti di trattamento delle acque reflue all'interno di un'attività di ristorazione situata sul litorale del comune di Marsala. Vi è un procedimento attinente al deposito incontrollato, quindi di dispersione sul suolo, di liquami e fanghi provenienti da fosse Pag. 9settiche e lo stoccaggio in attesa che venissero avviati allo smaltimento mediante la ditta autorizzata, procedimento nel quale sono stati anche contestati altri reati, tra cui la contravvenzione di cui all'articolo 674, ravvisandosi una idoneità del deposito di fanghi e liquami all'imbrattamento dell'area demaniale e anche la violazione specifica di occupazione del suolo demaniale, in quanto erano state create tre vasche a tenuta stagna di vite all'accumulo di liquami di fosse settiche, al di là dei limiti temporali a cui si riferiva la precedente autorizzazione e in più l'occupazione di suolo demaniale era stata estesa con la creazione di ulteriore vasche, in assenza di autorizzazione.
  L'altra macrocategoria, proprio quella a cui accennava anche il Procuratore, in cui si registra il maggior numero di procedimenti attinenti alla violazione relativa alla gestione delle acque reflue è quella delle acque reflue industriali derivanti dall'attività di lavorazione delle olive. Anche questi procedimenti sono pressoché esclusivamente attinenti all'utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione dei frantoi oleari, al di là dei limiti e quindi dei requisiti minimi delle autorizzazioni o a fenomeni di smaltimento, di spandimento e di abbandono incontrollato delle acque provenienti dal frantoio.
  Quasi tutti i procedimenti sono pressoché definiti, come dicevo in premessa, con la regolarizzazione amministrativa dell'articolo 318-bis, stimolata anche da questa stessa Procura. Infatti, anche nei casi in cui, non ravvisandosi effettivamente un danno all'ambiente o un pericolo rilevante, l'adozione delle prescrizioni è stata stimolata di impulso della Procura stessa anche all'organo accertatore che non aveva ritenuto autonomamente di doverne impartire.
  Da ultimo, vi è l'attività di produzione di reflui industriali provenienti dalle attività di lavaggio che rappresenta un fenomeno ricorrente nei nostri procedimenti. Si tratta della gestione dello scarico delle acque reflue industriali contenenti detergenti, solventi e, addirittura, residui di parti meccaniche senza alcuna autorizzazione, oppure l'immissione in un corpo idrico della rete fognaria tramite, per esempio, i tombini, senza alcuna autorizzazione allo scarico.
  Questo è il monitoraggio complessivo dei procedimenti attualmente definiti con richieste di archiviazione o con l'esercizio dell'azione penale.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola ai colleghi, avrei alcune domande di carattere generale. Innanzitutto, ho una domanda relativa all'organizzazione interna della procura di Marsala. Ovviamente, se i dati non fossero corretti, vi prego di segnalarmelo. A me risulta che l'organico sia costituito da un Procuratore e otto sostituti, ma che attualmente sono occupati solo cinque posti.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). L'organico è costituito da otto sostituti e da un Procuratore. Attualmente sono occupati sette posti, però a breve si libereranno altri due posti, perché due colleghi sono stati trasferiti. Tra marzo e aprile torneremo ad essere cinque, ma allo stato siamo sette. I due posti che rimarranno liberi sono stati messi a concorso, quindi verosimilmente nel mese di settembre saranno ricoperti e torneremo ad essere sette, come siamo attualmente.

  PRESIDENTE. La ringrazio della precisazione, così possiamo essere più precisi. Immagino che, così come la scarsità di personale delle Forze di polizia dei reparti specifici, anche questo ovviamente condizioni l'azione, perché quando c'è un organico che è sulla carta, ma non è pieno nella sostanza, si crea qualche problema. Chiedevo questa precisazione per sapere se la Procura di Marsala, compatibilmente con il personale a disposizione, si fosse dotata di gruppi specializzati di magistrati per materia e, in particolare in questo caso, se ci fossero relativamente ai reati ambientali.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). I sostituti che si occupano dei reati ambientali sono tre. La collega Milia fa parte di questo gruppo e la sua presenza in Pag. 10questa audizione è determinata proprio da questa competenza specifica.
  Devo aggiungere che il numero dei magistrati che l'ufficio pone a disposizione per la trattazione dei procedimenti che ci interessano e che sono di interesse della Commissione è del tutto adeguato. Forse con quel numero delle Forze di polizia non si riesce a svolgere l'attività che sarebbe necessaria, ovvero un'attività preventiva e repressiva. Si tratta di Forze di polizia che ordinariamente si occupano di altro e che, come diceva la collega, all'occorrenza intervengono a seguito di segnalazioni anonime e a seguito di doglianze di soggetti che hanno delle proprietà vicine ai luoghi che sono oggetto di inquinamento. Sarebbe indispensabile da parte di altre Forze di polizia che hanno, come compiti di istituto, anche quello di tutelare l'ambiente, un'attività preventiva che non può essere svolta con il personale e con le forze, veramente esigue, che ora possono essere messe in campo.
  Per quanto ci riguarda, interveniamo prontamente con immediatezza, anche perché il numero dei procedimenti che vengono instaurati e che vengono iscritti per questi reati non sono tanti. Quindi, ci danno la possibilità di intervenire con prontezza, considerata anche la natura di questi reati che impone un intervento immediato.

  PRESIDENTE. Sappiamo che il fatto che non ci siano notizie di reato purtroppo non significa che i reati non ci siano.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Anzi, il numero di notizie di reato che sono iscritte per questa tipologia di reato non è coerente con l'entità del fenomeno, ma è soltanto la punta di un iceberg. Quindi, non è assolutamente coerente con l'entità del fenomeno.

  PRESIDENTE. La ringrazio perché era una sensazione che noi avevamo e quindi ci dà conferma di un passaggio importante. Su questo avrei due domande di carattere generale e poi i colleghi entreranno nel merito dei reati e delle questioni specifiche che voi ci avete segnalato.
  Relativamente al modello 45, quindi rispetto alle segnalazioni che sono previste da registro ministeriale, volevamo avere un quadro rispetto agli esposti che riguardano eventualmente le situazioni degne di nota. In apertura lei ha fatto riferimento all'ultimo fatto di ottobre o novembre 2020, per il quale si erano mosse addirittura le associazioni ambientaliste e in quel caso c'erano state anche notizie di reato da parte della stampa. Quindi, anche in questo caso, vorremmo capire le fonti. Al di là delle Forze di polizia e degli esposti anonimi ai quali faceva riferimento la collega, quali sono in generale i soggetti che si muovono sul territorio e che hanno il coraggio di segnalare fatti di questo tipo?
  Concludo questa prima fase, chiedendo quali sono invece i rapporti strutturali e di collaborazione con l'ARPA e con il NOE, a prescindere dalla segnalata scarsità del personale.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). I rapporti con L'ARPA, con il NOE e con la Capitaneria di porto sono rapporti istituzionali che si concretizzano con l'inoltro di notizie di reato ordinariamente a carico di soggetti noti. Iscriviamo a modello 45 soltanto quando vi sono delle informazioni di carattere generale che non hanno un contenuto ben preciso con riferimento all'effettiva attività di inquinamento e con riferimento a soggetti determinati, ovvero quando si tratta di notizie del tutto generiche che non ci consentono un'iscrizione puntuale. Per il resto, iscriviamo a modello 44 per procedimenti contro ignoti quando abbiamo la certezza della commissione del reato, ma non vi è alcun elemento per identificare gli autori. Quindi iscriviamo a modello 44 in attesa che venga svolta l'attività investigativa funzionale all'identificazione dei responsabili.
  Per quanto riguarda le notizie provenienti da terzi, ripeto che si tratta di segnalazioni anonime e quindi, come tali, sono difficilmente riconducibili a soggetti individuabili, oppure di segnalazioni da parte di privati cittadini che vedono la propria Pag. 11tranquillità familiare danneggiata o messa a repentaglio da fonti di inquinamento di vario tipo. Sostanzialmente le fonti di informazione sono queste.

  FABRIZIO TRENTACOSTE. In ordine a quanto emerso dalla sua relazione e quella della dottoressa Milia, oltre che dalla documentazione fornita alla Commissione, risulta evidente la proporzione di questo fenomeno, cioè degli scarichi anomali, stagionali e illegali da parte delle aziende vitivinicole. Da siciliano, però, dico che è un fenomeno noto e storicamente accertato. Mi chiedo, al netto della procedura di infrazione che ci porta come Commissione a indagare sugli aspetti legati alla depurazione, voi come Procura avete notizia di una attività specifica e attiva da parte delle istituzioni locali? Mi riferisco ai comuni con i corpi di Polizia municipale, ma anche ai Carabinieri, alla Polizia di Stato e alla Finanza per controlli atti a evitare fenomeni di questo tipo e di grandi proporzioni.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Posso dire che laddove viene chiesto l'intervento delle Forze di polizia giudiziaria, l'intervento viene eseguito con immediatezza sia dal personale delle Polizie locali sia, naturalmente, dai Carabinieri, dalla Capitaneria di porto e dalle altre Forze di polizia interessate. A mio avviso, quello che manca è un'attività di programmazione che deve essere del tutto indipendente dalle segnalazioni e un'attività di controlli che deve essere funzionale al perseguimento di un risultato che sia costituito dal monitoraggio effettivo delle attività censite e artigianali.
  Gli impianti importanti, sia gli oleifici che le attività vitivinicole, sono dotati di depuratori e sono ordinariamente disciplinati in modo adeguato rispetto alla normativa vigente. Quindi, hanno le autorizzazioni e i depuratori perché ciascuna attività deve avere un depuratore proprio, a meno che non siano autorizzati con specifiche autorizzazioni del Comune allo sversamento in determinati siti. Il problema riguarda tutto il mondo delle attività artigianali non censite o anche di attività censite di medie o grandi dimensioni perché, per carità, può succedere anche questo ed è successo.
  Ripeto che il problema non è quello dell'intervento nel momento in cui si constata l'inquinamento, perché l'inquinamento del fiume Modione constatato nei mesi di ottobre e di novembre, quindi nel periodo di lavorazione delle olive, in concreto non ha dato attualmente dei risultati con riferimento all'accertamento delle responsabilità di coloro che effettuano questo sversamento diretto sul fiume. Quindi, l'attività di controllo preventivo non può essere effettuata nel momento in cui c'è la lavorazione del prodotto, ma deve essere precedente perché noi sappiamo che ogni anno nei mesi di ottobre e di novembre si effettua la raccolta e la lavorazione delle olive, quindi i frantoi sono nel periodo di massima attività. Quindi, un'attività di controllo a monte di questo periodo servirebbe per poter fare poi degli interventi mirati e specifici, ma anche a campione per evitare che si verifichi questo fenomeno. Insisto soprattutto su questo, sulla possibilità di effettuare un controllo preventivo sulle aziende che operano nel settore, con una ben diversa disponibilità di uomini e di mezzi rispetto a quella attuale.

  PRESIDENTE. Grazie. Ritengo che questa sia una considerazione particolarmente rilevante con la quale, peraltro, abbiamo avuto modo di avere a che fare già durante l'audizione del NOE in relazione, ad esempio, al fiume Sarno, per il quale c'è stata un'azione preventiva e, addirittura, di sequestri preventivi, operati con un'azione congiunta della procura e del NOE. Quindi, ci sembra che possa essere uno spunto importante proprio perché, essendo ripetitiva nel corso degli anni, essendo chiara la stagione ed essendo evidente la tipologia, da qui credo che venga anche la domanda del collega Trentacoste, sarebbe più efficace un'azione sinergica e condivisa non tanto e non solo con il NOE, ma anche con le Polizie municipali.
  Noi abbiamo anche svolto un sopralluogo nell'impianto di depurazione e di Pag. 12trattamento delle acque di Mazara del Vallo il 23 settembre 2020. Su questo vorrei fare un'altra domanda. Al di là dei controlli di questi scarichi a regime e non, anche qualora fossero completati i lavori previsti dal commissario straordinario Giugni, a noi risulta che, ma ne vorremmo conferma, in realtà il numero degli abitanti equivalenti serviti dal depuratore sarà comunque inferiore a quello effettivo sul territorio. Di fatto, anche a completamento dei lavori, un intero quartiere della città non sarà collegato al depuratore. Da questo punto di vista, volevo capire se voi avete contezza della situazione e se questo non possa di fatto costituire le premesse di una serie di potenziali reati o problemi che ci sarebbero anche andando a operare nella direzione del completamento e del potenziamento dell'impianto così com'è in questo momento.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Non saprei risponderle, sennonché queste sono attività rispetto alle quali la Procura della Repubblica si trova in una posizione di terzo osservatore. Nel caso in cui dovessero essere rilevate delle omissioni nelle attività del collegamento dei depuratori con vari quartieri della città, di cui lei parlava, e se questo dovesse integrare delle ipotesi di reato, noi interverremmo. Sul punto non abbiamo alcuna parola da spendere in merito, perché al momento sarebbe un'intromissione non giustificata dalla nostra posizione e dalle nostre funzioni.

  PRESIDENTE. Non volevo metterla in difficoltà. Vorrei giustificare la domanda e la considerazione. Come lei sa, la Commissione bicamerale di inchiesta sugli ecoreati, il cui nome sarebbe più lungo, esiste da varie legislature, però ogni volta con la legge istitutiva si tende a valutare quale sia l'evoluzione dei fatti e della normativa della legislazione.
  In questo caso, noi abbiamo un compito specifico che non c'era nelle legislature precedenti, che è anche quello di compiere, ad esempio, una valutazione dell'attuazione della legge n. 68 del 2015 e, a fronte del confronto che noi abbiamo costantemente su tutto il territorio nazionale con le Procure, con le Forze dell'ordine, con le associazioni di categoria, con le amministrazioni comunali e regionali, anche di proporre al Parlamento dei possibili interventi che possano tutelare l'ambiente, la salute e i cittadini e anche di facilitare il compito e il lavoro di chi poi si trova sul campo.
  Mi sono permesso di fare quella valutazione, sollecitato dalla sua considerazione sull'opportunità di agire in prevenzione, anche in rapporto a un passaggio che la collega faceva, portando ad esempio un'infrazione da parte del comune di Marsala che non richiedeva l'autorizzazione per le emissioni in atmosfera di quell'impianto e perché questo solleva due domande. Da un lato vi è una domanda retorica perché, se persino le amministrazioni comunali non sono in grado di rispettare quello che la legge prevede, sicuramente va semplificata la normativa. Forse, però, ci troviamo anche di fronte a una situazione che richiede attenzione, soprattutto per la sproporzione che non dipende da voi dell'ammenda di 200 euro che alla fine il decreto penale ha combinato rispetto all'effettività. In questo, con rilievo non al singolo caso, ma chiedendo un parere e una considerazione motivata dalla vostra attività, volevo capire che cosa si potrebbe fare, forse si può agire sul Testo unico ambientale o sulla legge n. 68 del 2015. Come si può contemporaneamente mettere in condizione chi è sul campo di tutelare effettivamente l'ambiente e non avere quella sproporzione non solo sulla punta dell'iceberg, a cui lei faceva riferimento qualche minuto fa, ma anche sulle conseguenze? Immaginare che un impianto di proporzioni importanti che non rispetti determinate procedure e che produca come esito un'ammenda per chi si è reso responsabile, forse fa sì che non ci sia una proporzione fra quelli che sono gli intenti che si vorrebbero nella tutela dell'ambiente e gli effetti in questi termini. Uscendo dal singolo caso e chiedendo un contributo generale, noi saremmo ben felici di ascoltare delle Pag. 13considerazioni e delle proposte utili alla Commissione.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). In quanto ai procedimenti a cui faceva riferimento la collega, ve ne sono alcuni che riguardano, nell'arco di un periodo assai limitato, ovvero nell'arco di due anni, sempre la stessa persona che gestisce una cantina vitivinicola. La sanzione che viene applicata a questo signore ogni volta che si rende responsabile di questa tipologia di reato, che sostanzialmente è sempre le stessa, ovvero lo sversamento non autorizzato di acque reflue, non ha un'efficacia deterrente perché questa persona ogni anno commette lo stesso reato.
  Avere la possibilità di poter fare ricorso a sanzioni che hanno un'efficacia deterrente di una certa consistenza e soprattutto avere la possibilità di revocare le autorizzazioni non da parte nostra, ma da parte dell'autorità amministrativa, sarebbe già un rimedio per fare in modo che i fenomeni di questo tipo possano essere ridimensionati o che si possa avere la percezione che a volte il gioco non vale la candela, perché le conseguenze possono essere veramente più pesanti rispetto a quelle attuali. Sicuramente un aggravamento delle sanzioni previste dalla legge al riguardo sarebbe auspicabile.

  MARIA MILIA, Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Un altro aspetto che si riflette in negativo sulla nostra azione è quello della tempistica. Si tratta di accertamenti che richiedono non soltanto la tempestività dell'intervento, ma anche la celerità dell'accertamento dei vari elementi costitutivi del reato e che sono spesso puniti come illeciti contravvenzionali con tempi di prescrizione assai ridotti. Quindi, dilatare i passaggi e consentire agli organi non specializzati che poi devono richiedere necessariamente l'intervento dell'ARPA, attendere l'esito degli accertamenti del laboratorio e poi attivare le procedure conseguenti, dilata enormemente il tempo dell'acquisizione probatoria relativa a un illecito contravvenzionale, tant'è che abbiamo diversi procedimenti che si sono poi conclusi con richieste di archiviazione per intervenuta prescrizione.
  A tale riguardo, proprio perché questo ufficio è sensibile e ravvisa l'importanza di un intervento in sinergia con gli organi istituzionalmente deputati alla vigilanza come l'ARPA, ma anche con gli organismi specializzati come il NOE, volevo segnalare che questo ufficio ha elaborato e diramato agli organi di Polizia giudiziaria presenti sul territorio delle linee guida e delle direttive, tra le quali è prevista l'opportunità, qualora si tratti di realtà complesse, come gli impianti di depurazione, di agire fin da subito, fin dalla fase del campionamento, in sinergia con l'ARPA. Al di là dell'esiguità della sanzione di tipo pecuniario, l'unico rimedio effettivo per porre fine in maniera adeguata a un fenomeno di inquinamento potrebbe essere quello del sequestro preventivo che spesso non è stato neanche adoperato e che deve tenere conto anche dell'impatto economico e della tutela dei livelli occupazionali che ci sono in determinate imprese, soprattutto quando si tratta di realtà imprenditoriali di notevoli dimensioni.

  PRESIDENTE. Le linee guida a cui fate riferimento sono linee che avete adottato e segnalato voi come procure, oppure si fa riferimento alle linee guida generali e nazionali?

  MARIA MILIA, Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Sono le nostre linee guida diramate alle Forze di polizia operanti nel territorio di interesse della Procura di Marsala.

  PRESIDENTE. Possiamo acquisirle? Al momento non ci sono state segnalate simili iniziative, quindi la riteniamo una pratica molto utile.

  MARIA MILIA, Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Le linee guida sono datate 17 ottobre 2017.

Pag. 14

  PIETRO LOREFICE. Vorrei chiedere se in termini di utilizzo e collaborazione con gli organi tecnici, in particolare con l'ARPA Sicilia, ritenete che siano adeguati e sufficienti.
  Se possibile, anche perché credo che sia di interesse della Commissione, vorrei delle informazioni sulla tempestività delle azioni legate a quanto richiesto all'ARPA perché anche nel corso del sopralluogo presso il depuratore di Mazara del Vallo, parlando con alcuni tecnici degli impianti e con il personale del comune, sono emerse alcune fattispecie significative dove, dal momento in cui gli operatori segnalano flussi anomali o segnalano la necessità di interventi tempestivi, non sempre questi lo sono. Volevo capire quali fossero i rapporti tra la Procura e l'ARPA e avere maggiori informazioni in merito.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). I rapporti tra la Procura e l'ARPA sono ordinariamente dei rapporti mediati, perché l'ARPA interviene sempre su richiesta delle altre Forze di polizia giudiziaria che effettuano gli interventi, procedono ai campionamenti e che poi chiedono l'intervento dell'ARPA ordinariamente per effettuare le analisi sui campioni che sono stati prelevati. Devo dire che non vi è certo tempestività nell'effettuare le analisi. Questo comporta evidentemente dei ritardi di intervento da parte dell'ufficio e di completamento delle attività investigative. Ritengo che l'ARPA non sia adeguata ai compiti che sono stati demandati all'Agenzia stessa per la scarsità e l'esiguità di personale.

  PIETRO LOREFICE. L'ARPA segnala anche dei rilievi di tipo penale?

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Sì, anche. L'ARPA ha un personale che svolge funzioni di Polizia giudiziaria a tutti gli effetti e quindi procede anche al confezionamento di notizie di reato e all'inoltro delle stesse all'autorità giudiziaria e operano come Polizia giudiziaria.
  Ripeto che gli interventi sono sempre assai limitati, non certo per mancanza di disponibilità da parte delle Forze di polizia giudiziaria operanti sul campo, ma perché le forze sono quelle che sono. Ci sono delle Forze di polizia giudiziaria, come i Carabinieri che hanno altri compiti di istituto, a parte il NOE, naturalmente.

  PRESIDENTE. Nei documenti che ci sono stati trasmessi dalla Procura, faccio riferimento ai documenti nn. 698/1 e 698/2, sono stati comunicati tutti i procedimenti penali che hanno riguardato i reati ambientali in materia di acque reflue nel triennio 2017-2020. Nella quasi totalità dei casi gli illeciti riscontrati facevano riferimento agli articoli 137 e 256 del Testo unico ambientale, con una sola eccezione. In uno dei procedimenti si faceva riferimento al delitto di inquinamento ambientale, punito con l'articolo 452-bis e, in particolare, si tratta del procedimento penale n. 3922/2018. Volevamo sapere quale sia l'esito del giudizio rispetto a questo delitto contestato. Questa è la prima domanda e poi me ne riservo un'altra. Grazie.

  MARIA MILIA, Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Posso risponderle io, si tratta di un procedimento che attualmente risulta pendente in fase dibattimentale e quindi sub iudice.

  PRESIDENTE. Sempre nello stesso documento, il 698/1, si faceva riferimento a un tema che in parte abbiamo già trattato nel corso dell'audizione, ma sul quale vorrei richiamare l'attenzione. Si parlava di indagini preliminari e di un'iscrizione nei confronti di soggetti ignoti relativi a cantine vitivinicole del territorio relativamente ai reflui industriali non depurati. Su questo, al di là dei discorsi che abbiamo fatto sulla stagionalità e sulla ripetitività dei comportamenti illeciti, avete maggiori dettagli? Ad esempio, quante sono le cantine potenzialmente interessate? Se si è ristretto in parte il campo, che tipo di operazione in questi termini è stata condotta anche con le Forze di polizia?

Pag. 15

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Riguardo a questo noi abbiamo allo stato due procedimenti contro autori noti che sono attinenti alle attività di inquinamento ad opera di responsabili di cantine vitivinicole. Alcuni procedimenti sono contro autori noti, ma sono numeri non significativi.

  PRESIDENTE. Un'altra questione, cambiando riferimento, è quella relativa alla Metal Global Srl di Mazara del Vallo. Mi riferisco al documento n. 689 che ci avete trasmesso, relativo al procedimento 1106/2017. Si tratta di un'attività illecita dei rifiuti speciali pericolosi, ovvero i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Su questo noi abbiamo anche un altro filone d'inchiesta a livello nazionale, relativo ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. In questo caso però si fa riferimento nel decreto di rinvio a giudizio a tutte le fasi, quindi la fase di ricezione, di stoccaggio, di montaggio, di lavaggio e di gestione.
  Se è possibile, volevamo avere qualche riferimento, in generale, alla situazione, considerato che il dibattimento era fissato al 13 giugno 2018, se non sbaglio, e, in particolare, relativamente alla parte anche del trattamento e dell'immissione delle acque reflue relative al procedimento. Grazie.

  MARIA MILIA, Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). In merito al procedimento in questione, che riguardava sia i fenomeni di gestione illecita dei rifiuti speciali pericolosi e non, sia i fenomeni di sversamento di acque reflue e industriali nel suolo e nel sottosuolo in assenza di alcuna autorizzazione, vi erano tre coindagati e, successivamente, coimputati. Abbiamo avuto una sentenza di assoluzione per uno degli imputati, una sentenza di applicazione della pena per un altro degli imputati e, invece, quello che residua ha una posizione che attualmente è pendente in dibattimento.

  PIETRO LOREFICE. Volevo chiedere se avete notizie in merito agli illeciti legati alla filiera dei rifiuti, per quanto riguarda i fanghi di depurazione, o in merito alle procedure di spandimento illegale dei fanghi.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). La risposta è no.

  PIETRO LOREFICE. Sempre dal vostro fascicolo emergono alcuni procedimenti a carico di un villaggio turistico nel comune di Campobello di Mazara e un altro riguardante un ristorante nel litorale di Marsala. Vi chiedo se ci potete dare maggiori informazioni. Grazie.

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Per quanto riguarda l'attività di ristorazione, si tratta di un procedimento che è prossimo alla definizione nella nostra fase di competenza. Per quanto riguarda l'altro procedimento, in realtà si trattava di un'ipotesi di sversamento di rifiuti costituiti da liquami e da fanghi. Il procedimento è stato definito con sentenza di patteggiamento.

  PRESIDENTE. Ho un'ultima domanda. Visto che si faceva riferimento anche a patteggiamenti e ad altre considerazioni, pongo io la domanda, prima di congedarvi, ringraziandovi ancora della pazienza. Nel documento 698/2 si fa riferimento ad alcuni procedimenti penali. Nella quasi totalità dei casi l'azione penale è stata esercitata nella formula della richiesta di emissione di decreto penale di condanna, quindi con la sola applicazione di una pena pecuniaria. Può illustrarci l'esito di tali richieste e la percentuale di opposizioni? In caso di richiesta di patteggiamento, qual è la posizione della Procura in merito alla concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena per questi reati, ovvero quelli contenuti nel documento 698/2?

  VINCENZO PANTALEO, Procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da Pag. 16remoto). Con riferimento al procedimento numero?

  PRESIDENTE. Dovremmo ricavare il numero del procedimento dal documento. Era un documento che si riferiva a più atti definitori di alcuni procedimenti penali. Non era un singolo procedimento specifico penale, ma ce ne erano alcuni ed erano tutti iscritti per il reato di cui all'articolo 137 del Testo unico. Ci interessava un esito complessivo, proprio perché non riguarda un singolo caso.

  MARIA MILIA, Sostituto procuratore della Repubblica di Marsala (intervento da remoto). Tra quelli indicati risultano diverse emissioni di decreto penale di condanna da parte dell'autorità giudiziaria, a seguito della richiesta formulata da questo ufficio. Una opposizione è allo stato e una richiesta è ancora pendente. Per quanto attiene, invece, alle richieste di applicazione della pena, l'orientamento generale di questo ufficio è quello di concedere e consentire la sospensione condizionale della pena, però eventualmente subordinandolo all'eliminazione delle conseguenze dannose del reato.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, vi ringrazio della disponibilità e dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.15.