XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 10 aprile 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Parolo Ugo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA «PER UNA RIFORMA DELLA FISCALITÀ IMMOBILIARE, EQUITÀ, SEMPLIFICAZIONE E RILANCIO DEL SETTORE»

Audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, Giorgio Toschi.
Parolo Ugo , Presidente ... 3 
Arbore Giuseppe , capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza ... 3 
Parolo Ugo , Presidente ... 10 
Gaudiano Felicia  ... 10 
Barbaro Claudio  ... 10 
Fenu Emiliano  ... 10 
de Bertoldi Andrea  ... 11 
Sciascia Salvatore  ... 11 
Gaudiano Felicia , Presidente ... 12 
Arbore Giuseppe , capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza ... 12 
Vinciguerra Luigi , capo ufficio tutela entrate del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza ... 13 
Arbore Giuseppe , capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza ... 14 
D'Alessandro Camillo (PD)  ... 15 
Arbore Giuseppe , capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza ... 15 
D'Alessandro Camillo (PD)  ... 15 
Arbore Giuseppe , capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza ... 15 
Gaudiano Felicia , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
UGO PAROLO

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming, con modalità sperimentale, sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, Giorgio Toschi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, Giorgio Toschi, il quale ha comunicato stamane la sua sopravvenuta indisponibilità per motivi di salute.
  Interviene pertanto, in sua sostituzione, il generale Giuseppe Arbore, capo del III reparto operazioni, che è accompagnato dal generale Roberto Manna, capo del VI reparto affari giuridici e legislativi, e dal colonnello Luigi Vinciguerra, capo ufficio tutela entrate del III reparto operazioni.
  Do la parola al generale Arbore per lo svolgimento della sua relazione.

  GIUSEPPE ARBORE, capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza. Grazie, presidente, buongiorno a tutti. Porgo le scuse del Comandante generale, che fino all'ultimo ha provato a essere presente, ma stamattina ci ha detto che proprio non era in grado, per cui rinnovo le sue scuse per non poter essere qui stamane.
  Noi abbiamo un rapporto molto stretto con questa Commissione, molto spesso veniamo ad essere auditi, e ringrazio ancora una volta per l'invito che ci avete rivolto.
  I temi sono due, quindi: da un lato l'utilizzo delle banche dati dell'anagrafe tributaria, dall'altro lato il contributo che possiamo fornire in materia di revisione degli estimi catastali e di catasto in genere.
  Il catasto per noi è importante per due ordini di motivi: intanto perché, chiaramente, la valutazione degli immobili – faccio un accenno per poi tornare al tema generale – è una questione fondamentale. In quanto forza di polizia economico-finanziaria che fa della ricostruzione del patrimonio dei singoli un uso importante al fine di valutarne la coerenza con il loro profilo reddituale, essa è per noi certamente un elemento fondamentale. Noi abbiamo accesso al portale SISTER (banca dati del sistema informativo del territorio), il quale ci consente, ovviamente, di svolgere non poche analisi.
  Torniamo al tema generale su quella che è la nostra missione e come utilizziamo le banche dati e, quindi, come può esserci utile una nuova legislazione in materia di catasto e quale apporto possiamo fornire ai lavori della Commissione in materia di revisione degli estimi. Come sapete – non vi dirò molto perché spesso ci siamo soffermati in questa Commissione sul nostro ruolo, sulle nostre funzioni – siamo una forza di polizia ad ordinamento militare, dipendiamo direttamente dal Ministro dell'economia e delle finanze. Naturalmente attuiamo le direttive governative nell'ambito di una missione che è stata profondamente rivisitata nel 2001: voi sapete bene come il decreto legislativo n. 68 del 2001 di fatto abbia ridefinito i compiti, la mission istituzionale del Corpo, attribuendo ad esso Pag. 4una funzione di polizia economico-finanziaria, con questo operando una profonda metamorfosi del nostro approccio operativo. Noi, tradizionalmente, eravamo essenzialmente polizia tributaria, e questa metamorfosi ha comportato un riorientamento non di poco conto nell'attività del Corpo, perché ci ha consentito di utilizzare i poteri e i moduli operativi tipici della polizia tributaria in tutti i settori finanziari, in tutto ciò che attiene alle entrate e alle uscite dei bilanci, non solo dello Stato ma anche degli enti pubblici, e tutto quanto concerne la tutela dei mercati.
  Come attuiamo questo presidio? Attraverso uno strumento che chiamiamo «piano operativo». Ogni anno nella nostra circolare di programma vengono definiti un certo numero di piani operativi. Per il 2019 sono stati definiti ben 48 piani operativi. Il piano operativo in estrema sintesi è un insieme di azioni che sfruttano i più disparati poteri assegnati al Corpo, sia di polizia amministrativa sia di polizia giudiziaria, tributaria e valutaria, in modo tale da creare azioni sinergiche verso il conseguimento di obiettivi, che riguardano l'aggressione di fenomeni.
  Questo è un piano operativo.
  Il piano operativo è stato accompagnato quest'anno anche da una georeferenziazione dei fenomeni. Abbiamo in buona sostanza spacchettato – passatemi il termine – la nostra mission in una serie di missioni di fenomeni da aggredire. Sono stati georeferenziati e con i piani operativi abbiamo dato indicazioni precise a tutti i reparti su come aggredire il fenomeno in relazione alla quantificazione del fenomeno stesso sul proprio territorio. È, quindi, un intervento mirato.
  È proprio l'intervento mirato quello che caratterizza il nostro approccio in materia di tutela delle entrate e che dovrà caratterizzare il nostro approccio anche nel settore della fiscalità immobiliare, perché i nostri interventi – di questo siamo veramente molto convinti – devono generare una percezione di correttezza e, per fare questo, il nostro intervento deve essere proporzionale al fenomeno e al soggetto che abbiamo di fronte, ovvero più rigoroso nei confronti degli evasori abituali, compliance e collaborazione nei confronti degli altri contribuenti.
  Questo ovviamente passa anche attraverso una piena sinergia con le altre anime dell'amministrazione finanziaria, quindi un raccordo stretto con le agenzie fiscali e una ripartizione dei compiti e delle competenze, in modo tale che sia chiaro chi deve fare cosa e, soprattutto, che venga esaltata la caratteristica propria di ogni componente dell'amministrazione finanziaria. Per quanto ci riguarda noi siamo una forza di polizia e il nostro deve essere un approccio di polizia e, quindi, il nostro target sono la grande evasione e la frode. Va da sé che svilupperemo anche, come già svolgiamo, un'azione di sostegno alla compliance, così come l'agenzia si occupa di governare e di stimolare forme di adempimento spontaneo.
  Le direttive impartite ai reparti vanno in questa direzione, non soltanto nell'ambito della tutela delle entrate, ma in tutti gli ambiti operativi, non da ultimo in materia di riciclaggio. Voi sapete che si sta lavorando al recepimento della quinta direttiva, ma già nella quarta direttiva era chiaro l'approccio basato sul rischio. Peraltro, stiamo lavorando presso il Ministero dell'economia e delle finanze all'elaborazione dell'ultima analisi di rischio nazionale, che ci consente anche in questo ambito di orientare la nostra attività in maniera molto mirata, sulla base del rischio.
  Questa strategia ha ispirato il manuale 1/2018, il nuovo manuale operativo che disciplina l'attività di polizia tributaria, cioè in buona sostanza l'azione di contrasto all'evasione fiscale. L'elemento caratterizzante di questo nuovo manuale è proprio l'esaltazione della trasversalità delle nostre funzioni e dell'osmosi delle informazioni che derivano da tutti i settori operativi, finalizzate a essere valorizzate e canalizzate nell'attività di contrasto all'evasione fiscale.
  Le verifiche vengono preparate, orientate e precedute da tre flussi informativi ben precisi. Da una parte, vi è un'analisi di rischio. L'analisi di rischio è fondamentale e presuppone ovviamente una piena interoperabilità Pag. 5 delle banche dati e la creazione di applicativi che facciano dialogare in maniera intelligente le varie banche dati, perché senza un'analisi di rischio accurata, seria e attendibile non si può raggiungere l'obiettivo di un'azione mirata, che vada a colpire soltanto il contribuente disonesto.
  Tuttavia, l'analisi di rischio non è sufficiente, perché le banche dati non ci restituiscono sempre informazioni pienamente attendibili, anche per la condotta infedele di molti contribuenti, che ovviamente trasferiscono dati non attendibili e non veritieri. Pertanto, all'esito di questa analisi va sempre affiancata un'attività di intelligence e di controllo del territorio. Alla fine è sempre la verifica sul campo che ci può restituire un dato di attendibilità dell'analisi di rischio svolta. I tre elementi (analisi di rischio, intelligence e controllo del territorio) rappresentano i presupposti necessari per poter orientare un'attività di verifica mirata.
  Per questo motivo i reparti ogni giorno, non solo prima dell'intervento, ma anche durante, consultano, oltre all'anagrafe tributaria, altri 40 applicativi informatici, ovviamente orientati al settore della tutela entrate.
  Questa attività di analisi è governata dai reparti speciali. Vi spiego meglio come ci siamo organizzati dal punto di vista ordinativo. Se il nostro approccio deve essere un approccio per fenomeni, va da sé che va approfondita la conoscenza di ciascun fenomeno illecito sul territorio. È allora necessario dotarsi di una struttura organizzativa, quindi di un reparto, in grado in primo luogo di catalizzare tutte le possibili informazioni, presenti, non solo nelle banche dati, ma anche nella nostra attività di intelligence e di analisi, e in secondo luogo di fare un'analisi di contesto, individuare dei target e aiutare i reparti territoriali nella selezione.
  Questa funzione è assolta dalla nostra componente speciale, nel caso di specie per la tutela delle entrate dal nostro nucleo speciale tutela entrate, al quale, quindi, convergono tutte le informazioni acquisite dai reparti nella loro attività di servizio. La disponibilità di queste informazioni, in uno con la disponibilità delle informazioni delle banche dati, consente a questo reparto speciale di svolgere analisi di rischio, di approntare dei progetti di intervento, nel senso che quando si evidenzia un fenomeno e le sue caratteristiche indicative e sintomatiche vengono preparati dei piani operativi, con un numero di interventi programmati, e assegnati ai reparti per lo svolgimento, oppure vengono svolte delle analisi di contesto e messe a disposizione dei reparti per l'autonoma selezione.
  Inoltre, laddove da questa analisi di rischio il reparto speciale dovesse far emergere un fenomeno su cui è necessario intervenire subito, perché gli elementi sono così chiari che non c'è dubbio sull'esistenza di una patologia, allora parte una segnalazione operativa qualificata. È un input per cui entro un determinato numero di giorni il reparto deve intervenire, perché evidentemente è emersa dall'analisi una situazione meritevole di intervento immediato.
  Fra i vari applicativi costruiti dal nostro nucleo speciale entrate di cui adesso i reparti dispongono vi segnalo il SISEC (Sistema di supporto alla selezione del contribuente). Si tratta di un sistema che, creando delle specifiche relazioni fra gli elementi contenuti nelle diverse banche dati disponibili per il Corpo, crea degli alert di rischio per le imprese di seconda e terza fascia, cioè di medie e grandi dimensioni. Questa è una sorta di guida per tutti i reparti, affinché ciascun reparto nella propria selezione abbia una mappatura delle imprese di seconda e terza fascia che presentano particolari rischi, con la qualificazione del rischio correlato.
  Naturalmente questo consente al reparto innanzitutto di fare una selezione delle imprese nella propria circoscrizione e dall'altro canto di arricchire questa informazione con gli elementi di intelligence che può acquisire sul territorio. Lo scopo è quello che dicevo prima, cioè mirare sempre più gli interventi affinché gli obiettivi coincidano con le più gravi patologie che noi dobbiamo aggredire.
  Il recente decreto fiscale, come vi è noto, ha riconosciuto anche alla Guardia di finanza la possibilità di accedere all'Anagrafe Pag. 6 dei rapporti rafforzata. Sono dati molto importanti per noi, perché ci danno informazioni sui saldi iniziali e finali dei rapporti finanziari e sugli importi totali delle movimentazioni distinte fra dare e avere per qualsiasi tipologia di rapporto. Chiaramente si tratta di informazioni che vanno acquisite e vanno rese compatibili con i nostri sistemi informatici. Stiamo lavorando con l'Agenzia delle entrate affinché i nostri reparti vengano quanto prima nella disponibilità di queste informazioni.
  Un'altra novità introdotta dal decreto fiscale, come sapete, è l'accesso alle informazioni nella disponibilità dell'Agenzia delle entrate quale punto di contatto nello scambio automatico di informazioni con gli Stati esteri. Naturalmente anche in questo caso stiamo lavorando con l'Agenzia perché, come previsto per norma, bisogna giungere a una convenzione che ci consenta di ottenere questi dati nel rispetto ovviamente dei limiti di utilizzabilità stabiliti dalla normativa sovranazionale.
  Vi aggiungo che l'altra novità che per noi è stata molto importante è quella di aver abrogato l'obbligo della presenza ispettiva sulle seconde fasce. Questo per noi è stato fondamentale, perché, lungi dall'essere un arretramento della presenza ispettiva, è invece un contributo serio a un intervento sempre più mirato. Infatti, come immaginate, avere l'obbligo di svolgere un'attività ispettiva su una certa platea, a prescindere dagli elementi di rischio sottostanti, implicava il rischio, talvolta concreto, di avviare interventi nei confronti di soggetti per i quali non vi era alcun tipo di pericolosità fiscale, con una turbativa al normale esercizio dell'attività d'impresa. Invece, aver eliminato questa previsione normativa ci consente di mirare ancor più i nostri interventi verso quei soggetti per i quali abbiamo delle componenti di rischio più elevate.
  Per noi la possibilità di usare gli applicativi informatici non è soltanto accesso alle banche dati, ma è anche capacità di estrapolare i dati da strumenti informatici, perché ormai tutte le gestioni di impresa si avvalgono di tali strumentazioni. Ci siamo, quindi, dotati di specifiche figure professionali, i cosiddetti «computer forensic data analysis», che sono fondamentali per poter acquisire dati che siano processualmente utilizzabili e comunque che garantiscano l'inalterabilità del dato stesso. A tal fine, necessitano delle figure professionali ben specifiche di cui la Guardia di finanza si è già da tempo dotata. Abbiamo, infatti, finora formato 230 finanzieri in possesso di queste qualifiche, che sono distribuiti fra i vari reparti del Corpo. Il nostro intendimento è che questa platea sia sempre più numerosa, proprio perché ormai la sfida del futuro è essenzialmente quella delle competenze tecnologiche.
  Cerco ovviamente di procedere in maniera rapida. Vi ho parlato del nucleo speciale. Il novero delle iniziative promosse dal nucleo speciale in termini di progetti è molto numeroso. Vi ho parlato del SISEC. Per darvi l'idea dell'efficacia di questo approccio, cioè un'analisi centrale che ovviamente cerca di aggredire un fenomeno, con diramazione sul territorio di puntuali indicazioni con target ben specifici, evidenzio che solo nell'ultimo biennio le iniziative progettuali promosse dal nucleo speciale in materia di tutela delle entrate hanno consentito ai reparti del Corpo di avanzare ai competenti uffici finanziari proposte di recupero in materia di imposizione diretta per oltre 8,5 miliardi di euro, di scoprire un'IVA evasa per circa 1,76 miliardi di euro e segnalare all'autorità giudiziaria 1.470 reati tributari. In solo due anni l'azione svolta su iniziativa del nucleo speciale ha dato questi risultati. Vuol dire che il percorso è quello giusto e che dobbiamo continuare in un'attività di analisi sempre più mirata.
  Quali sono le attività di analisi che abbiamo in corso? Noi stimoliamo le attività di analisi sulla base dei fenomeni che percepiamo essere attuali, cercando di intercettarli prima che dilaghino. Fra le attività in corso particolarmente significative sono le analisi di rischio che stiamo sviluppando con l'Agenzia delle entrate per contrastare le indebite compensazioni, un fenomeno che sta arrecando grave pregiudizio alle casse dell'erario. Abbiamo già rilasciato ai reparti numerosi target, perché è una tipologia Pag. 7 di illecito che purtroppo stiamo registrando essere molto diffuso, spesso con il coinvolgimento di professionisti che costituiscono la cabina di regia di organizzazioni che si avvalgono di decine e decine di imprese. Una sola indagine ci ha consentito di constatare oltre 1 miliardo di euro di fatture false, per dirvi una sola organizzazione quale danno può arrecare all'erario.
  Altre importanti analisi riguardano, come dicevo, le false compensazioni, le false lettere di intento e quella che sta interessando il contrabbando di prodotti petroliferi, altro fenomeno rilevante e di estrema attualità.
  La fatturazione elettronica è importante per noi, proprio nell'ottica di aggressione di queste fenomenologie illecite, perché consente di intervenire tempestivamente per contrastare queste frodi, data la disponibilità immediata dell'informazione.
  Perché è meglio la fatturazione elettronica rispetto al vecchio spesometro? Essenzialmente per due motivi. In primo luogo, le informazioni inserite nel sistema di interscambio automatico non comportano un intervento del contribuente. Molto spesso nello spesometro il dato inserito, siccome era rielaborato dal contribuente, presentava degli errori, talvolta per mera colpa da parte del contribuente, certamente non voluti. Sicuramente ci restituiva un'informazione non sempre attendibile, invece la fatturazione elettronica intercetta il dato nel momento in cui la fattura viene emessa.
  Il secondo motivo è la tempestività. Voi ricorderete che i dati dello spesometro erano comunicati entro il secondo mese del trimestre successivo al trimestre di riferimento, quindi potevamo avere addirittura cinque mesi di intervallo dall'invio della fattura alla disponibilità dell'informazione e cinque mesi per chi fa frodi di questo tipo sono un'eternità. Avere la disponibilità immediata di questa informazione naturalmente ci aiuta, anche al fine di discernere fra due tipologie di evasori totali. Voi sapete che l'evasore totale è colui che non presenta la dichiarazione. Tuttavia, non presentare la dichiarazione e non emettere la fattura è una dimenticanza dal punto di vista dichiarativo e degli adempimenti IVA, ma non è sintomatico di una frode in atto. Non presentare la dichiarazione e, invece, emettere fatture assume, invece, un rilievo totalmente diverso e la fatturazione elettronica ce lo restituisce come informazione.
  Venendo al tema del catasto, la riforma del catasto è un obiettivo particolarmente complesso, perché coinvolge l'impegno di diverse istituzioni, sicuramente degli enti locali, dell'amministrazione finanziaria, degli altri organismi preposti alle funzioni catastali e alla corretta valorizzazione del patrimonio e dei fabbricati. Se l'obiettivo perseguito è la corretta valorizzazione di un patrimonio, come dicevo in premessa, ovviamente non possiamo che essere contenti come polizia economico-finanziaria, che spesso è chiamata a ricostruire un patrimonio. Se il valore catastale è un'entità più vicina possibile a un valore reale di mercato, per noi è un'informazione sicuramente importante.
  Naturalmente bisogna censire e classificare secondo categorie ben determinate tutte le unità immobiliari soggette alla catastizzazione. A tal fine è necessario il coinvolgimento dei comuni, ovvero delle unioni e delle associazioni dei comuni nel cui territorio sono collocati gli immobili. Sono previsti dal disegno di legge strumenti da mettere a disposizione dei comuni e dell'Agenzia delle entrate per acquisire le informazioni necessarie.
  Quale contributo possiamo fornire noi? La norma non prevede un coinvolgimento del Corpo, ma noi storicamente abbiamo sempre fornito un contributo in questo senso, avuto specifico riguardo alla nostra attività di controllo economico del territorio. Quante volte abbiamo segnalato ai comuni immobili fantasma in cui ci siamo imbattuti nello svolgimento della nostra attività? Noi offriamo questa nostra capacità di conoscenza del territorio, perché un corretto censimento del patrimonio immobiliare passa ovviamente anche attraverso un esame delle dichiarazioni dei soggetti e un controllo del territorio vero e proprio. Pertanto, potremmo sicuramente agire in ausilio degli altri attori istituzionali deputati Pag. 8 al censimento e al classamento dei beni immobili.
  Oltre ai nostri reparti territoriali, in questo aspetto è la nostra componente aeronavale che può assicurare un contributo importante, soprattutto nelle aree impervie o a ridosso del litorale. Tante sono le operazioni che abbiamo svolto. Noi sorvoliamo spesso il territorio per varie finalità, anche per queste. Ciò che risulta vincente è la sinergia fra la nostra componente aeronavale e la componente territoriale, un'osmosi che noi abbiamo già sperimentato in altri settori. Penso al contrabbando e ai traffici illeciti in generale nel Mediterraneo. Abbiamo testato spesso in alcune attività di servizio questa sinergia, anche in materia di tutela del territorio. Voi sapete che noi agiamo in via concorsuale in materia di tutela ambientale, ma quando sorvoliamo determinate aree ci poniamo anche un problema di confronto fra ciò che vediamo e fotografiamo e ciò che, invece, risulta negli atti del registro. Questo è importante.
  Vi cito alcune operazioni che possono essere emblematiche di questo apporto. A Bari, per esempio, il nostro reparto operativo aeronavale, all'esito di un controllo del territorio effettuato a mezzo elicottero, ha individuato 161 immobili di elevato valore che erano riconducibili a soggetti che avevano un tenore di vita dichiarato veramente basso, se non nullo. Inoltre, talvolta si trattava di immobili che risultavano privi di qualsiasi autorizzazione a costruire.
  Un'altra operazione importante è stata fatta a Genova. Sempre il nostro reparto operativo aeronavale ha fatto emergere lo sfruttamento illegittimo di un'area molto estesa del Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra, nel territorio di Lerici (La Spezia). Sono stati scoperti numerosi casi in cui i proprietari di terreni e di immobili avevano proceduto autonomamente a realizzare ex novo strutture abitative ovvero ad ampliare alcune residenze esistenti. Anche in questo caso il confronto con le banche dati ci ha consentito di far emergere la discrasia fra ciò che risultava scritto nelle banche dati e quello che abbiamo riscontrato nel nostro controllo del territorio.
  In ultima istanza, offriamo la nostra disponibilità acché si possa contribuire, con il nostro controllo economico del territorio, a un censimento sempre più accurato e attento del patrimonio.
  Vi ho parlato di SISTER (Sistema territorio). Chiaramente si tratta di banche dati per noi fondamentali. Tenete presente che abbiamo utilizzato SISTER per vari fini, non soltanto ovviamente per il controllo dei tributi locali o della corrispondenza tra quanto dichiarato al catasto e quanto verificato in concreto. SISTER per noi è importante perché individua un patrimonio riferibile ad un determinato soggetto, dato che noi utilizziamo in tutti questi settori operativi oggetto della nostra missione istituzionale. Pensate, per esempio, alle misure di prevenzione in materia di criminalità organizzata o anche nei confronti di soggetti socialmente pericolosi. Abbiamo degli applicativi che ci consentono di accedere in maniera massiva ai dati contenuti in SISTER, di metterli in relazione alla situazione soggettiva e, quindi, di verificare la coerenza tra i due dati.
  Tale approccio si è rivelato molto utile anche in materia fiscale. Per esempio, un'analisi di rischio svolta sempre dal nostro nucleo speciale tutela entrate negli scorsi anni ha consentito di individuare migliaia di professionisti che, anche se nel tempo avevano presentato agli uffici tecnici erariali numerose pratiche di aggiornamento catastale, non hanno dichiarato mai nulla su quelle prestazioni professionali. SISTER, quindi, ci ha consentito anche il collegamento a queste informazioni.
  Sempre in tema di fiscalità immobiliare, negli ultimi due anni abbiamo ideato ed eseguito uno specifico piano d'azione finalizzato all'individuazione dei grandi patrimoni intestati fittiziamente a società interposte o di comodo. Abbiamo svolto 6.226 interventi ispettivi, che hanno consentito di scoprire 1.138 evasori totali, quindi sconosciuti al fisco, per una base imponibile non dichiarata ai fini delle imposte sui redditi di 306 milioni di euro. Pag. 9
  Con riguardo al secondo progetto di riforma oggetto dell'indagine conoscitiva, non possiamo che accogliere con favore l'approvazione di un testo che tuteli l'integrità del suolo e ne contenga ovviamente il consumo. Il suolo è una risorsa fondamentale, quindi non possiamo che essere d'accordo su un contenimento del consumo di suolo.
  Come dicevo prima, la Guardia di finanza svolge una funzione concorsuale nel settore della tutela ambientale, tanto a terra quanto in ambiente marino. Questa è una competenza che è stata affidata al Corpo in via concorsuale, in ragione del decreto sulle specialità emanato dal Ministro dell'interno il 15 agosto 2017. In particolare, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare può avvalersi della Guardia di finanza a mente dell'articolo 8, comma 4, della legge n. 349 del 1986. A tal fine, abbiamo stipulato un apposito protocollo d'intesa con il Ministero dell'ambiente che disciplina più nel dettaglio i rapporti di collaborazione, naturalmente, come vi dicevo, con il concorso e l'impiego della nostra componente aeronavale.
  Questa funzione, per quanto rivesta un ruolo ancillare rispetto ai più generali compiti di polizia economico-finanziaria, contribuisce a conferire una forte vocazione sociale all'azione che la Guardia di finanza sviluppa nell'esercizio delle proprie prerogative.
  Venendo ora ai contenuti del disegno di legge oggetto di esame, ritengo che i principali spunti di riflessione possano rinvenirsi dall'esame di alcune disposizioni di diretto impatto per l'attività del Corpo. Mi riferisco innanzitutto all'articolo 3, comma 7, che reca la disciplina delle attività di monitoraggio sull'attuazione della normativa in esame, relativa appunto al contenimento del suolo.
  La norma demanda a un decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, l'individuazione dei soggetti pubblici competenti nonché delle modalità e dei criteri per il monitoraggio, prevedendo a tal fine la possibilità per gli enti coinvolti di avvalersi dell'ISPRA e di accedere alle banche dati necessarie, fra cui il Sistema informativo nazionale ambientale, gestito dall'ISPRA stesso.
  L'esperienza operativa che abbiamo maturato nei rapporti con una serie di authority e con numerosi soggetti che governano determinati processi ispettivi ci suggerisce l'opportunità di costituire una cabina di regia con una direzione unitaria, che generalmente rappresenta per le forze di polizia una fonte privilegiata di segnalazioni qualificate. Se il nostro intervento deve sempre essere mirato, anche in questo settore occorre una cabina di regia che possa fare da catalizzazione di informazioni su possibili patologie e che possa poi indirizzare queste segnalazioni alla Guardia di finanza o ad altre forze di polizia.
  Analoghe considerazioni valgono con riferimento alla previsione contenuta nell'articolo 9, relativa all'istituzione di un apposito registro presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dove sono iscritti i comuni che hanno adeguato i propri strumenti urbanistici in merito alla riduzione quantitativa di consumo del suolo e ai criteri e alle modalità da rispettare nella pianificazione urbanistica comunale e nei quali non è previsto consumo di suolo agricolo ovvero in misura particolarmente ridotta.
  La previsione di una banca dati che raccolga informazioni provenienti da tutto il territorio nazionale, riducendo la frammentarietà e la dispersione delle notizie contenute nei singoli registri regionali, non può che essere salutata con favore, anche per le ricadute positive sulle analisi di rischio che potrebbero essere sviluppate su versanti diversi da quello fiscale.
  L'anomalo consumo di suolo, laddove avallato dalla pianificazione urbanistica, può nascondere, infatti, l'esistenza di fenomeni corruttivi ovvero, nei casi più gravi, l'interesse, il condizionamento e finanche l'infiltrazione nella pubblica amministrazione locale di organizzazioni criminali di stampo mafioso.
  Concludo ringraziandovi ancora una volta per la fiducia che viene riposta nella Guardia di finanza e vi assicuro che profonderemo Pag. 10 ogni sforzo per il mantenimento della legalità economico-finanziaria, certi quali siamo che il tasso di legalità economica e finanziaria di un Paese è strettamente correlato alle sue potenzialità di sviluppo. Sicuramente, quindi, forniremo il nostro contributo. Vi ho detto come anche per la riforma del catasto possiamo dare un contributo, quindi potete contare su di noi. Grazie per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie, generale Arbore, per la chiara e anche sintetica relazione che ci ha presentato, molto interessante.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FELICIA GAUDIANO. Ringrazio innanzitutto i presenti. Siamo onorati di avervi qui e vi ringrazio, a nome mio e a nome della Commissione, per il vostro operato sul territorio. Lei ha parlato di correttezza, di collaborazione, di controllo e di rigore. Rispetto a qualche anno fa la situazione attualmente è migliorata? Mi riferisco soprattutto, quando parliamo di tutela dell'ambiente e del mare, a immobili fantasma e un po’ a tutto in linea generale. Mi chiedo soprattutto se il cittadino oggi riesca effettivamente a percepire i veri valori della vita, rispettandoli in toto.

  CLAUDIO BARBARO. Generale, innanzitutto la ringrazio per l'esauriente e convincente relazione, che ci ha fornito un quadro veramente esaustivo di come la Guardia di finanza opera quotidianamente e soprattutto di come opera nell'utilizzo delle nuove tecnologie e di come ha messo in condizione il Corpo di poter avvantaggiarsi di tutti gli aspetti positivi della società multimediale. Da questo punto di vista, mi ritengo veramente soddisfatto.
  Tuttavia, vorrei porre in particolare l'attenzione su un aspetto che non ho trovato all'interno della relazione, che riguarda un momento particolare della vita quotidiana del Paese e che riguarda tutto il terzo settore. Ovviamente l'attenzione che voglio sollecitare non ha alcun intento indagatore, anzi tutt'altro, perché questo mondo è quotidianamente vessato da un intervento di natura pubblica che sicuramente è riconducibile alla repressione di atteggiamenti elusivi. Vorrei capire meglio, però, per quello che riguarda l'inquadramento del problema all'interno del comparto economico-finanziario al quale voi vi riferite, anche sotto il profilo degli eventuali interventi normativi, come ci si appresta a vivere questa vicenda relativa ad aspetti economici di flussi finanziari notevoli che riguardano un mondo che è a cavallo tra le attività commerciali e le attività non lucrative e che spesso e volentieri è oggetto di atteggiamenti repressivi. Uso questo termine per facilità di comprensione, ma la logica ci porterebbe ad adottare definizioni completamente diverse.
  Fatta questa premessa, vorrei chiederle innanzitutto qual è l'incidenza del fenomeno nell'ambito degli atteggiamenti elusivi e in seconda battuta quali sono gli indirizzi operativi della Guardia di finanza, anche per cercare di capire, al di là degli atteggiamenti legati all'obbligatorietà dell'intervento per il rispetto delle norme, se c'è un minimo di tolleranza e un minimo di comprensione del fenomeno.

  EMILIANO FENU. Anch'io ringrazio per l'esposizione molto esaustiva, anche sulle prospettive future e l'utilizzo dei software per le indagini. Vorrei fare un paio di domande che forse esulano dall'oggetto della nostra indagine conoscitiva.
  Una riguarda un po’ il passato. A un certo punto lei ha detto che le indagini d'ora in poi dovrebbero essere più mirate, giustamente secondo me, effettuate in base agli esiti delle analisi di rischio e non più generiche sulle platee, come ho visto che avveniva dai primi anni del 2000 fino a pochi anni fa. Queste indagini sulle intere platee pensa che abbiano arrecato un qualche danno all'economia? Da professionista, da addetto ai lavori, ho seguito diversi contenziosi nel mio territorio. La sensazione era che arrivava la direttiva per cui dovevano essere accertati determinati settori, quindi, siccome ormai era stata messa in moto la macchina, qualcosa bisognava comunque scovare. Questo mi pare che abbia in qualche caso arrecato un po’ di Pag. 11danno all'economia in generale. Non parlo delle singole imprese.
  Legato a questo argomento, ritenete che sia necessario, in che misura e in che modo un intervento legislativo per cui si possa, a seguito di indagine e di accertamento, salvare l'azienda che produce reddito e produce anche gettito per lo Stato, colpendo comunque chi ha commesso i reati? Vi faccio l'esempio di un caso che avevo seguito su un gruppo di società che avevano subìto un accertamento della Guardia di finanza, ricevendo un PVC (processo verbale di constatazione), un accesso eccetera. Sono scaturiti avvisi di accertamento e cartelle di pagamento. La società, a seguito di questo accertamento, è fallita. I dipendenti totali erano circa cento. Lo Stato praticamente ha perso risorse, perché ci sono state spese per poter effettuare gli accertamenti e impegnare Agenzia dell'entrate, Equitalia di allora e Guardia di finanza, ha perso tutti gli introiti derivanti dalle ritenute sui dipendenti, IVA sulle vendite eccetera, quindi è stata una sconfitta per entrambe le parti.
  Ritenete che sia necessario e in che modo un intervento che salvi comunque l'azienda e il soggetto che produce reddito e gettito, colpendo in ogni caso chi ha commesso i reati?

  ANDREA DE BERTOLDI. Generale, molto brevemente anch'io mi associo doppiamente, quale collega del senatore Fenu, essendo anch'io un dottore commercialista, alla considerazione finale che il collega ha fatto. Noi spesso ci siamo visti di fronte alle vittorie di Pirro dell'amministrazione finanziaria, che hanno visto sconfitto il conto economico dello Stato, perché evidentemente nel momento in cui un'azienda fallisce, non solo ci sono tutti i problemi di costo legati al vostro lavoro e al lavoro dell'Agenzia delle entrate, ma anche tutti i costi sociali conseguenti magari ai 50, 100 o 200 dipendenti che si trovano disoccupati e, quindi, in cassa integrazione eccetera. Io credo che sia dovere di tutti noi, in primis di noi legislatori, poter superare queste vittorie di Pirro, quindi concordo pienamente con la considerazione del collega Fenu.
  Mi permetto anch'io di uscire un po’ dalla tematica immobiliare, non perché non la ritenga importante, ma perché forse in questo momento, come emerge dalla vostra relazione, ci sono altri aspetti che la vostra presenza mi suggerisce di richiamare.
  In particolare, generale, risulta anche a voi che in questi primi mesi di fatturazione elettronica vi siano delle zone del Paese che hanno risposto sostanzialmente in modo ordinario e prevedibile, con un'emissione quantitativa e numerica di fatture coerente con gli anni precedenti, e altre zone del Paese nelle quali, invece, l'emissione di fattura elettronica si è quasi interrotta per un improvviso blackout? Questo è un punto di domanda che io le rivolgo perché mi farebbe un po’ riflettere.
  C'è un altro aspetto, sempre marginale, che si collega a quello che dicevamo prima con il collega Fenu. Noi commercialisti spesso vediamo controlli dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza. Il primo obiettivo che noi abbiamo è quello di salvare l'impresa, per le ragioni che dicevamo prima, perché l'impresa a prescindere è un patrimonio della comunità e della collettività. Quando noi ci troviamo di fronte ad accertamenti che vanno, ad esempio, su uno o due esercizi sociali, risulta sempre più facile riuscire a trovare un punto d'incontro, superare l’impasse e andare avanti. Quando, invece, come capita spesso, ci troviamo di fronte ad accertamenti della Guardia di finanza, questi accertamenti per lo più riguardano periodi temporali molto più vasti, di quattro, cinque o anche sei esercizi. A prescindere dal merito che la ragione sia più dalla parte del cliente o dalla parte vostra, questo pone il professionista che deve aiutare il cliente, quindi il sistema, ad andare avanti nelle condizioni di far fatica a trovare degli accordi. Infatti, è chiaro che nel momento in cui tu devi «transare» su un anno o su due la cosa è più facile, mentre nel momento in cui devi farlo su cinque, per evidenti ragioni, il tutto diventa più complicato. Anche su questo ci terrei ad avere una riflessione da parte vostra.

  SALVATORE SCIASCIA. Ringrazio anch'io i signori ufficiali. Faccio qualche considerazione Pag. 12 con relativa attinenza alla questione immobiliare, prendendo le mosse da quanto affermate nella relazione a pagina 11, dove si dice che state definendo con l'Agenzia delle entrate un'apposita convenzione.
  Siccome io credo di essere il senatore con più lunga attività (sono ben undici anni che svolgo questo incarico) e siccome sento questo discorso da parecchio tempo, vorrei chiedervi una cosa: voi siete integrati sotto il profilo telematico con l'Agenzia delle entrate ovvero ancora utilizzate un sistema – io non so quale, perché sono collega loro, quindi non sono un tecnico informatico – di modo che non ci sia un colloquio diretto? Mi spiego meglio: a parte le operazioni che voi effettuate in congiunzione diretta con l'Agenzia delle entrate, se è necessario per voi entrare nei database dell'Agenzia delle entrate, della SOSE eccetera, voi potete farlo direttamente o avete necessità di una specifica... Non la chiamo «autorizzazione», ma di un «passi».
  La seconda domanda, che attiene in minima parte all'oggetto del Corpo, è sul gioco elettronico. Purtroppo vedo che nel mio paese il gioco elettronico, il gioco illegittimo, il gioco in tutte le maniere è aumentato. Voi, nell'ambito delle vostre propulsioni impegnative, cioè elementi di contrasto, avete qualche specifico riferimento al contrasto del gioco, soprattutto quello via web, che è quello imperante?

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
FELICIA GAUDIANO

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  GIUSEPPE ARBORE, capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza. Grazie per le domande, perché ovviamente offrono lo spunto alla possibilità di approfondire alcuni temi che per brevità non ho affrontato nel corso della relazione.
  Presidente, parto dalla sua domanda. La correttezza e il rigore ovviamente sono proporzionali. Come ho detto nella relazione, il sistema funziona se l'amministrazione è credibile e l'amministrazione è credibile se il suo agire è percepito come giusto, come corretto, come consapevole, quindi graduare la tipologia dell'intervento in relazione al fenomeno e a chi abbiamo di fronte ovviamente è imperativo. Questo ha fatto crescere innanzitutto il rispetto per il nostro lavoro, ha fatto aumentare il rispetto per lo Stato e, indirettamente, ha stimolato anche una maggiore sensibilità verso temi quali quello ambientale che sono un patrimonio di tutti. È una sensibilità che parte dai giovani. Quello che percepiamo è che nei giovani questa sensibilità sta crescendo e sta coinvolgendo gli adulti. Qualche volta anche noi dobbiamo imparare dai nostri figli. Le do conferma che questa sensibilità c'è e sta crescendo.
  Per quanto concerne il terzo settore, noi abbiamo dei piani operativi specifici che interessano il terzo settore, perché va da sé che un settore va tutelato cercando di individuare ed escludere da quella platea, nell'ambito della quale si sviluppano le attività assolutamente meritorie avviate da molte persone, quanti, invece, approfittano del regime fiscale di favore riconosciuto a determinati ambiti per poter lucrare e svolgere di fatto attività commerciale.
  Io non ho qui con me i dati, perché chiaramente non era un tema che ritenevo di dover affrontare, però le faremo pervenire i dati precisi di tutti i risultati ottenuti nel 2018 nel settore. Noi li monitoriamo, proprio perché abbiamo eseguito specifici piani operativi. Mi ricollego al concetto che ho espresso prima: è un fenomeno, l'abbiamo intercettato, in qualche modo georeferenziato e messo in relazione a determinati alert di rischio e questo consente ai nostri reparti di individuare dei target e intervenire. Credo che questo intervento mirato faccia bene al terzo settore, perché ne accresce la credibilità.
  Rispondo al senatore Fenu. Gli interventi indiscriminati danneggiano. Innanzitutto, riconducendolo a quello che dicevo prima, danneggiano la credibilità della pubblica amministrazione. Va da sé che un soggetto onesto che si vede controllato ha come naturale reazione il fatto di chiedersi: Pag. 13«E quei delinquenti che io conosco? Perché non andate da loro?» Quante volte ci davano queste risposte? Voi ricorderete i controlli parametrici, i controlli selettivi, i controlli a sorteggio addirittura. Veniva individuato un soggetto per il mero fatto di essere stato sorteggiato, e magari era la persona più onesta di questo mondo. È un approccio che andava a ledere il rapporto di fiducia tra contribuente e fisco. Ecco perché è stato abbandonato correttamente. Ecco perché noi ci stiamo muovendo in direzione totalmente opposta, andando a individuare il delinquente fiscale. Se abbiamo di fronte il delinquente fiscale – credetemi – c'è poco da stare attenti nel rapporto, perché quando abbiamo di fronte gente che vive da trent'anni o da quarant'anni solo di evasione fiscale e crea evidentemente una concorrenza sleale, abbiamo gli strumenti giusti e cerchiamo di usarli tutti, proprio per tutelare il mercato all'interno del quale questi soggetti cagionano parecchi danni.
  Attenzione, mi riallaccio anche alla domanda collegata alla sua. L'azienda è un valore, lo è altrettanto per noi. Sull'azienda si fonda lo sviluppo del nostro Paese. La nostra è un'economia basata su piccole e medie aziende, quindi su piccole realtà che ovviamente spesso sono al limite della produttività sostenibile. Va da sé che il nostro intervento può creare casi di difficoltà anche seri.
  Da un lato, il fatto stesso di procedere solo nei confronti dei delinquenti mette al riparo sicuramente gli onesti del settore. In secondo luogo, la nostra aggressione patrimoniale non è mai all'azienda. Lo mettiamo in ultima istanza nelle nostre istruzioni. Siccome il sequestro è il risultato di un'attività investigativa, all'esito della quale abbiamo già chiaro il quadro delle responsabilità e a chi sono ascritte, l'aggressione parte dal patrimonio dei responsabili, per arrivare alle quote sociali. Nelle nostre indicazioni operative rimarchiamo sempre che l'azienda è un bene e che bisogna preservarne la continuità operativa. Questo è fuori discussione. Lo facciamo sia sui sequestri che operiamo in ambito tributario sia sui sequestri che operiamo in qualsiasi altro settore. Di tutte le aziende mafiose oggetto di sequestro in realtà cerchiamo di mantenere l'operatività, anche se in quegli ambiti è più complicato, perché normalmente un'azienda mafiosa non è competitiva, lo è perché è mafiosa, quindi la sua sopravvivenza nel mercato diventa un po’ più difficile. Tuttavia, anche la competitività di un'azienda che vive con l'evasione fiscale è una competitività dopata, quindi alla fine talvolta, se un'impresa ha fatto solo evasione fiscale, è un'impresa che ha danneggiato altri nel settore in cui ha operato.
  Per quanto riguarda la fatturazione elettronica, purtroppo io ho letto di questi dati, ma non abbiamo ancora accesso ai dati della fatturazione elettronica. Stiamo definendo la federazione degli accessi allo specifico applicativo informatico. Infatti, comprendete bene che dobbiamo consentire l'accesso a una certa platea dei nostri militari, non a tutti, perché anche in questo caso c'è proporzionalità nella disponibilità delle informazioni: deve poter accedere alle informazioni chi è titolato a farlo, anche perché operiamo un rigoroso monitoraggio degli accessi alle banche dati. Questo è un profilo che va sicuramente tutelato.
  Stiamo definendo alcune modalità di accesso. Il collega Vinciguerra partecipa al tavolo tecnico istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, quindi non so se vuole aggiungere qualcosa. Comunque, credo che a breve riusciremo ad avere accesso a tutti i dati della fatturazione elettronica.

  LUIGI VINCIGUERRA, capo ufficio tutela entrate del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza. Buongiorno. Quanto dice il capo reparto corrisponde allo stato dei lavori che abbiamo in atto come Guardia di finanza, unitamente all'Agenzia delle entrate.
  Nell'ambito del sistema di interscambio la fattura perviene direttamente all'Agenzia delle entrate. È in essere, quindi, un'interlocuzione tra le articolazioni tecniche del servizio informatica del Corpo e dell'Agenzia, di modo da consentirci di esaminare pure il flusso di fatture, che può essere veicolato con differenti modalità ed eventualmente Pag. 14 diverse entità numeriche in ambito nazionale. Questo tipo di valutazione a oggi non ci è consentito, proprio perché non abbiamo ancora l'accesso allo specifico strumento informatico.

  GIUSEPPE ARBORE, capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza. Devo ultimare le risposte. Si parlava delle difficoltà che possono generare i nostri controlli estesi a cinque anni. Nelle nostre istruzioni operative l'ambito temporale di riferimento delle attività ispettive è comunque di due anni. Si parte con i due anni. Come istruzioni operative, i nostri reparti sanno che devono verificare due annualità. Laddove dovessero emergere delle violazioni che evidentemente sono state commesse anche negli anni precedenti, c'è un obbligo giuridico di estendere alle precedenti annualità, ma secondo l'indicazione operativa si comincia con i due anni, ovviamente nel rispetto pieno dei contenuti dello statuto dei diritti del contribuente. Su questo noi siamo assolutamente rigorosi.
  Aggiungo che ancor prima che si introducesse il concetto di contraddittorio rafforzato generalizzato – passatemi questa espressione – nelle nostre istruzioni operative abbiamo rappresentato ai reparti che, a prescindere dall'obbligo giuridico del contraddittorio, il contraddittorio è un'esigenza nostra, che risponde a due esigenze. La prima è la qualità della nostra verbalizzazione, perché, se una verbalizzazione è frutto di un confronto con il contribuente, quindi tiene conto di tutte le possibili variabili che potrebbero sfuggire a chi in maniera autonoma, senza un dialogo con il soggetto economico verificato, dovesse svolgere l'analisi contabile, arriveremo a una verbalizzazione puntuale. Non soltanto non dobbiamo evitare, ma dobbiamo ricercare il contraddittorio, come abbiamo evidenziato nel manuale operativo in vigore dal 2018 che ho richiamato in precedenza, a prescindere da un obbligo giuridico, perché ne va della bontà della nostra verbalizzazione e ne va del principio di affidamento e di buona fede nei rapporti reciproci. Ciò vale ovviamente nei casi in cui ciò sia possibile e sia consentito dal contribuente, perché ci sono contribuenti che invece non vogliono assolutamente affrontare il contraddittorio. L'indicazione che noi abbiamo dato ai reparti è questa.
  Il settore dei giochi per noi è un tema molto importante. Diversi piani operativi sono dedicati al gioco, perché ha una potenzialità lesiva che definirei plurioffensiva, in termini di danno erariale, in termini di coinvolgimento della criminalità organizzata e di altri profili, che possono essere di carattere sociale come la ludopatia ovvero il gioco minorile.
  Cosa facciamo? Innanzitutto nella materia dei giochi non è coinvolto solo il nucleo speciale entrate, ma anche il nostro SCICO (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) e il nucleo speciale di polizia valutaria, che, come sapete, non è solo un reparto investigativo, ma è anche inserito nel sistema di prevenzione del riciclaggio, perché anche il riciclaggio è un altro tema che si interseca con il comparto dei giochi.
  Sono numerose le attività di carattere investigativo che svolgiamo in tale ambito. Avete visto come i componenti di intere organizzazioni criminali sono stati arrestati, di recente anche in Puglia, proprio per la gestione del mondo del gioco.
  Con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli condividiamo dei piani straordinari di intervento, per cui ci dividiamo determinati target da controllare, privilegiando sempre un approccio che è quello tipico di una forza di polizia, perché chiaramente noi disponiamo di informazioni di cui le agenzie fiscali sono prive. Mi riferisco in particolare ai dati di polizia e alle notizie contenute nelle segnalazioni delle operazioni finanziarie sospette. Quando abbiamo dei target che condividiamo, noi li esaminiamo anche con riferimento a quest'ultimo patrimonio informativo e restituiamo all'agenzia i target che possono autonomamente svolgere loro, perché non hanno riflessi ulteriori rispetto a quello specifico erariale, e approfondiamo, invece, gli altri quale forza di polizia.
  Cito qualche dato che magari può dare contezza. In questo settore organizziamo in contemporanea anche piani a livello nazionale come comando generale, anche al fine di identificare i soggetti che in quel momento sono all'interno degli esercizi, che per noi è Pag. 15importante. Diventa un momento di controllo economico del territorio.
  L'anno scorso la Guardia di finanza ha avviato un'autonoma campagna ispettiva con tre piani di controllo. Al termine delle attività ispettive sono stati controllati 4.390 esercizi commerciali, 913 violazioni, 283 persone denunciate, 415 new slot e totem sequestrati, scoperti 324 punti clandestini di raccolta scommesse che si fanno sul web. Si tratta di risultati conseguiti solo in tre piani di intervento, pertanto quando l'intervento è preceduto da un'attività di analisi seria, si ha un'ottimizzazione dell'impiego delle risorse e si ottengono risultati di questo tipo. Sono veramente tante le indagini che attualmente abbiamo in corso sul territorio.

  CAMILLO D'ALESSANDRO. Grazie per la vostra presenza e grazie per il lavoro che fate. L'ultimo intervento mi ha stimolato una domanda. Spero di non banalizzare, però provo a formulargliela, anche perché il legislatore casomai si nutre di alcune opinioni che possono diventare anche norma.
  Faccio l'esempio delle revisioni d'auto. Da un po’ di tempo coloro che fanno le revisioni sono tenuti a una telecamera di controllo perché la motorizzazione possa in ogni momento controllare che cosa sta accadendo, se è una revisione vera o meno. Trasportare questo discorso sulle sale gioco e sulle slot machine nei vari bar e nelle varie località, secondo lei, potrebbe essere uno strumento, prendendo ad esempio l'esperienza della motorizzazione? È un'esperienza che sicuramente comporterà degli oneri per chi ha sale piccole, però potrebbe essere questo un ulteriore elemento di aiuto per le vostre attività oppure no?

  GIUSEPPE ARBORE, capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza. Non so sinceramente quale potrebbe essere l'impatto di una telecamera. Penso anche ai profili di privacy che potrebbero ovviamente emergere.
  Ogniqualvolta un'attività presenti dei profili di rischio, oltre a essere attività ovviamente remunerative (infatti, sono molto remunerative), a mio avviso occorre responsabilizzare chi gestisce l'attività.
  Sappiamo bene che i gestori già sono attratti in una disciplina antiriciclaggio, ma, siccome è un'attività che è in concessione da parte dello Stato, ogni qualvolta lo Stato concede l'esercizio di attività commerciali pretende da chi la svolge una responsabilità seria. Magari incidere su questo, a mio avviso, potrebbe consentire di ottenere risultati migliori. Sarebbero gli occhi dello Stato sull'esercizio. Sto riflettendo con lei su questo profilo.

  CAMILLO D'ALESSANDRO. Mi riferisco alla normativa generale, che prevede per i dipendenti pubblici un controllo che consta del combinato disposto di telecamere e impronte digitali per le questioni legate alla timbratura del cartellini, in cui si è trovato il modo per superare il tema della privacy. Quindi era solo per capire se una legislazione in tal senso potesse essere utile o controproducente per quel tipo di controlli.

  GIUSEPPE ARBORE, capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza. È ovvio che è un trade-off continuo tra lecito e illecito. Aver reso leciti determinati giochi ha sottratto quote a tutto ciò che era illecito prima. Io ricordo che anni fa, quando non c'era nessun tipo di gioco gestito dallo Stato, erano tantissime le bische clandestine e i vari giochi clandestini. È ovviamente un trade-off, bisogna trovare il giusto equilibrio e parallelamente bisogna intensificare il controllo sull'illecito, perché questo travaso è costante.

  PRESIDENTE. Ringrazio a nome mio e della Commissione il generale Giuseppe Arbore, il generale Roberto Manna e il colonnello Luigi Vinciguerra.
  Auspico un proseguimento della collaborazione fra la Commissione e il vostro Corpo nell'interesse dei cittadini.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.40.