XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Mercoledì 23 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE.

Comunicazioni del presidente sulla missione a Lampedusa del 16 e 17 ottobre 2019.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 
Ravetto Laura (FI)  ... 3 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Ravetto Laura (FI)  ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4 
Pacifico Marinella  ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4 
Pacifico Marinella  ... 5 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 5 
Silli Giorgio (Misto-C10VM)  ... 5 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 7 
Galizia Francesca (M5S)  ... 7 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Zuliani Cristiano  ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 9.25.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Comunicazioni del presidente sulla missione a Lampedusa del 16 e 17 ottobre 2019.

  PRESIDENTE. Vado a illustrare la relazione rispetto alla missione che si è tenuta a Lampedusa il 16 e 17 ottobre scorsi.
  «Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'accordo di Schengen nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali dedicate al traffico di migranti e alla tratta di persone, il 16 e 17 ottobre 2019, una delegazione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione è tornata in missione a Lampedusa, dopo il 22 e 23 luglio scorsi, quando si è tenuta la prima nostra missione, per approfondire la critica situazione determinatasi nell'isola a seguito degli sbarchi di migranti. La delegazione da me presieduta era composta dai deputati Flavio Di Muro (Lega) e Francesca Galizia (Movimento 5 Stelle), Laura Ravetto (Forza Italia) e Giorgio Silli (gruppo Misto).
  All'arrivo la delegazione, accolta dal prefetto di Agrigento, Dario Caputo, dal vicequestore vicario di Agrigento, Giuseppe Peritore, dal comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giovanni Pellegrino, e dal rappresentante locale della Guardia di finanza, ha deposto una corona di fiori presso la porta di Lampedusa, porta d'Europa, il monumento di Mimmo Paladino dedicato alla memoria dei migranti deceduti in mare, per commemorare le vittime del recente naufragio avvenuto il 7 ottobre al largo di Lampedusa. Successivamente, si è svolto un incontro presso la sede dell'Aeronautica militare, oltre che con il prefetto Caputo, il vicequestore vicario Peritore e il colonnello Pellegrino, con il comandante del gruppo della Guardia di finanza di Agrigento, maggiore Vincenzo Giordano, e con il maggiore Antonio Deligia, del Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Palermo, con il comandante dell'Aeronautica militare di Lampedusa, tenente Nicola Fusco, e con il comandante della Capitaneria di porto di Lampedusa, tenente di vascello Marco Ferreri, ai quali si è aggiunto il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello. Dopo aver presentato la delegazione parlamentare e aver illustrato le funzioni e le attività del Comitato parlamentare Schengen, la delegazione ha espresso la preoccupazione derivante dalla situazione di emergenza causata dall'aumento degli sbarchi e dal conseguente sovraffollamento dell’hotspot oltre la sua capienza, che è tra i motivi del ritorno a Lampedusa del Comitato Schengen. Il prefetto Caputo ha sottolineato l'efficace e tempestiva risposta dello Stato tramite l'attività indefessa e corale delle forze dell'ordine anche in occasione del Pag. 3recente e imprevisto sbarco di circa centosettanta persone, che ha messo a dura prova l’hotspot dell'isola. Tale struttura ha infatti una capienza in misura inferiore. In conferenza-stampa è stato detto novantaquattro, ma, da quanto ci risulta dalle relazioni da Lampedusa, le unità sarebbero novantasei, quindi novantasei unità. Chiederemo poi al Ministro dell'interno Lamorgese quando verrà in audizione il numero esatto.

  LAURA RAVETTO. Durante il question time delle 15 glielo chiederò.

  PRESIDENTE. Perfetto.
  L’hotspot rappresenta il nodo cruciale di dinamiche sensibili che hanno ripercussioni anche sulla pubblica opinione. Il vicequestore Peritore ha illustrato il sistema di controllo per fronteggiare un problema che si sta manifestando da tempo e lo sforzo organizzativo non indifferente, multidisciplinare, messo in atto per la gestione delle recenti emergenze. Ha precisato che l'etnia tunisina è quella prevalente tra i migranti e che i trasferimenti dall'isola di Lampedusa alla Sicilia vengono effettuati mediante traghetti di linea. Il maggiore Giordano ha dichiarato che il deficit di risorse (quaranta/cinquanta unità) comporta sacrifici da parte del personale della Guardia di finanza assegnato sul territorio per la gestione degli sbarchi autonomi che si verificano in questo periodo. La destinazione di circa quaranta uomini sul territorio dell'isola potrebbe alleviare le forti criticità attuali nello svolgimento delle attività della Guardia di finanza. Ha inoltre informato che vi è una recrudescenza del traffico di stupefacenti. A tale proposito, il maggiore Deligia ha aggiunto che tale fenomeno è occultato dal traffico di migranti e che anche il contrabbando di tabacchi lavorati ha avuto un incremento. Anche gli interventi del tenente di vascello Ferreri e del tenente Fusco, nel descrivere le rispettive modalità organizzative, hanno confermato l'attività corale caratterizzata da ottima collaborazione. Il sindaco Martello ha voluto ringraziare per la considerazione il Comitato Schengen, unico organo istituzionale ad essersi recato a Lampedusa, comune colpito dal complesso e difficile fenomeno migratorio. Segnatamente ha denunciato un buco istituzionale nella legislazione che crea inefficienze, in particolare la libera circolazione dall’hotspot nel quale i migranti sono ospitati, ma non sono costretti a restare. Questa libera circolazione provoca disagio e senso di insicurezza nella popolazione, dove ci sono cittadini ma, in particolar modo nel periodo estivo, anche turisti. Non è inoltre previsto un servizio di trasporto dallo sbarco all’hotspot. Inoltre ha voluto ricordare che l'attività di pesca a strascico subisce danni dalle barche affondate. Ha riproposto il tema della sospensione degli adempimenti e dei versamenti di natura tributaria, a suo tempo concessa in considerazione delle conseguenze sull'attività turistica a causa del fenomeno degli sbarchi e delle possibili ripercussioni negative sull'economia dell'isola, che non è stata prorogata. Ha sottolineato l'importanza dell'interlocuzione con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo; ha precisato che la maggioranza degli arrivi riguarda migranti economici non rifugiati; ha espresso preoccupazione per quanto sta avvenendo in Turchia riguardo alla popolazione curda, in quanto potrebbe provocare un importante aumento degli arrivi.
  Al termine dell'incontro la delegazione è tornata a visitare l’hotspot in contrada Imbriacola, che ospitava circa 330 migranti, di cui circa venti minori e alcune donne sopravvissute al recente naufragio del 7 ottobre scorso. Ricordiamo che la capienza è di novantasei. Queste ultime hanno espresso un forte disagio per il fatto di essere ancora trattenute presso la struttura, dopo quasi dieci giorni di permanenza molto difficile a causa del grande affollamento del Centro e del cattivo funzionamento della doccia e dei servizi igienici. La delegazione ha inoltre potuto constatare l'assoluta inadeguatezza di un piccolo spazio dedicato ai minori, fortunatamente in numero esiguo al momento della visita del Comitato. È stata inoltre riscontrata una situazione di promiscuità uomini/donne aggravata dal sovraffollamento, a causa del quale vi erano molti materassi di gommapiuma a cielo Pag. 4aperto. Da rilevare inoltre come, a causa di lungaggini burocratiche, non sia stato possibile rimettere in uso le parti del centro inagibili a causa degli incendi avvenuti negli anni passati. Anche la situazione sanitaria è oltremodo preoccupante, sia per la sporcizia nel centro sia per l'assenza di uno screening sistematico delle persone ospitate, che vengono visitate esclusivamente in casi urgenti e di evidente necessità. Giova inoltre ricordare che gli sbarchi, secondo i dati forniti sia dall'UNHCR sia dal Ministero dell'interno, sono più che raddoppiati: 947 erano gli sbarchi registrati nel settembre 2018, oltre 2.004 nel settembre 2019. A tal riguardo l'accordo di Malta si è rivelato, a mio avviso, del tutto insoddisfacente, come del resto evidenziato dallo stesso Ministro dell'interno nel corso del vertice di Lussemburgo di inizio ottobre. È inoltre evidente la pericolosità di annunci di apertura dei porti, che ingenerano sempre più la convinzione che in Italia si possa tranquillamente entrare. L'effetto di pull factor infatti è più che evidente. Mentre è chiaro che i porti sicuri vengono considerati solo quelli italiani. La nazionalità prevalente dei soggetti ospitati è – come già accennato in precedenza – tunisina, ma vi sono anche originari del Pakistan, del Bangladesh, dell'Egitto, della Costa d'Avorio, dell'Eritrea e della Somalia.
  Accolta dal capitano Fabio Bia della sala di controllo operativa SCO della Guardia di finanza, la delegazione nel tardo pomeriggio/sera è salita a bordo del guardacoste G126 (Finanziere De Rosa) della Guardia di finanza, che ha prestato soccorso in occasione dell'ultimo naufragio, e di una motovedetta dove è stata illustrata l'attività della Guardia di finanza di contrasto ai traffici illeciti, agli sbarchi autonomi sulle coste, di assistenza alle fasi di trasferimento dalla costa all’hotspot. Tutto questo in banchina e in mare con gli agenti della Guardia di finanza che, con tutte le forze dell'ordine che operano e lavorano a Lampedusa, ringraziamo e abbracciamo di cuore». Questa è la relazione che abbiamo steso con gli uffici che hanno partecipato alla missione.
  Prego i colleghi di intervenire nel caso in cui ci fossero delle integrazioni da segnalare a questo rapporto, che rimane agli atti.
  Prego, onorevole Ravetto.

  LAURA RAVETTO. Prendo subito la parola perché devo andare via e per dire a lei, presidente, quello che ho già accennato ai colleghi: ho depositato un question time, alle 15 sarò la prima a intervenire, verrà proprio il Ministro Lamorgese. Naturalmente il mio question time non vuole sovrapporsi all'attività di audizione che svolgerà il Comitato; io chiederò semplicemente la situazione dello stato dei minori, in merito alla quale la collega, essendosi attivata con il sindaco, mi ha già dato degli elementi. Vediamo come risponderà il Ministro rispetto a quello che mi ha detto la collega: che alcune donne sono state spostate in una diocesi. Se il Ministro dovesse rispondermi così, non mi riterrei personalmente soddisfatta, perché non si può fare affidamento sulle diocesi nel momento in cui – come ha detto lei – c'è una sezione che, a un anno e mezzo da un incendio doloso, avrebbe dovuto già essere ripristinata.
  L'altra cosa che chiederò è l'altro elemento evidenziato nella relazione: il fatto che la prevalenza dei soggiornanti sia tunisina, quindi migranti economici e pertanto ci sia una sproporzione tra i posti. Se alle 15 qualcuno fosse in Aula, mi farebbe piacere.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ravetto. Sarò con lei in Aula ad ascoltarla e ad ascoltare le risposte del Ministro.
  Altri interventi? Senatrice Pacifico, prego.

  MARINELLA PACIFICO. Vorrei solo un chiarimento. C'è un passaggio in cui si parla di «buco istituzionale nella legislazione» – lo dice il sindaco Martello –: io vorrei sapere in particolare a cosa si riferisce.

  PRESIDENTE. Con il sindaco abbiamo avuto diverse interlocuzioni e ci ha segnalato che c'è stato un buco istituzionale e Pag. 5che, come sindaco della territorialità di Lampedusa, talvolta interviene direttamente anche con i suoi amministratori a sopperire alle mancanze dello Stato: il trasporto di migranti talvolta, inoltre ci sono stati anche racconti un po’ più scabrosi che riguardano episodi su alcuni cadaveri dove anche l'amministrazione è intervenuta per coadiuvare l'operatore rispetto alle bare e ad altre cose. Ha evidenziato inoltre il fatto che i migranti all'interno dell’hotspot godono del diritto/beneficio della libera circolazione nel contesto di Lampedusa, che è un'isola piccola, nel picco del turismo. Ho menzionato nella relazione l'aspetto che riguarda il turismo, i migranti e l'ambiente piccolo, possiamo immaginare che possano avvenire episodi spiacevoli, anche di micro criminalità. In relazione alla visita di luglio e all'ultima visita ci sono stati episodi documentati e denunciati e interventi dell'autorità di polizia giudiziaria.

  MARINELLA PACIFICO. Dalla sua descrizione mi sembra più un problema di carattere amministrativo, però, se è proprio di natura legislativa, vorrei capire dove dobbiamo intervenire per aiutare l'amministrazione nella gestione dei migranti e di tutti i problemi connessi.

  PRESIDENTE. Noi abbiamo cercato di riassumere e di riferire in questa relazione i lunghi colloqui che abbiamo avuto con il sindaco di Lampedusa. Rispetto all'ambito legislativo io consiglio anche ai gruppi politici un approfondimento rispetto al fatto che i migranti possono entrare e uscire come vogliono dall’hotspot e a volte qualcuno di questi va nel centro cittadino e combina dei guai. Quindi io approfondirei quell'aspetto.
  A supporto comunico al Comitato che abbiamo invitato il sindaco in audizione e quindi, se lo vorrà, potrà essere a disposizione per ogni domanda al fine di approfondire i temi che ha esposto alla nostra delegazione in missione.
  Onorevole Silli, prego.

  GIORGIO SILLI. Una riflessione e delle proposte a titolo personale, da persona che si occupa di immigrazione da tantissimi anni. Gli interventi che mi hanno preceduto sono assolutamente condivisibili, perché sono conditi e caratterizzati da onestà intellettuale più che da posizione partitica o politica; durante l'incontro con il sindaco ho voluto approfondire che cos'è Lampedusa, per capire realmente quello che l'isola può dare o non dare e quello che realmente è il peso di sbarchi non metabolizzabili: dieci, venti, trenta è un conto, quando nel centro ci sono duecento, trecento, quattrocento, migliaia di persone, come avvenne qualche anno fa, indubbiamente è un altro. Lampedusa è un comune da 5.500 abitanti, perché i restanti stanno a Linosa, quindi in un'isola lontana. Lampedusa non è l'isola d'Elba o Ponza, dove arriviamo con mezz'ora di traghetto o con qualche minuto meno di aliscafo, Lampedusa è sei/sette ore di navigazione lontana dalla Sicilia, Lampedusa è più Africa che Sicilia, non ha acqua dolce, hanno il desalinizzatore e soprattutto non ha corrente elettrica (ha una centrale a carbone). Stiamo parlando di una sorta di scoglio colonizzato dove, per assurdo, anche l'utilizzo delle risorse è prezioso; quindi la presenza di questi migranti indubbiamente incide sul tessuto sociale e nella vita di tutti i giorni dei lampedusani, per cui pensare che l'amministrazione comunale possa sopperire anche alle mancanze del Governo è francamente folle.
  Assisterò oggi al question time in Aula, perché comunque l'onorevole Ravetto porrà delle questioni che secondo me interessano tutti quanti, perché il fatto che il parroco di Lampedusa (che più volte abbiamo visto portare avanti battaglie super politicizzate) accolga queste persone, in parte io dico che è un bene per queste persone: non è che però si può pensare di curare una brutta malattia con un'aspirina. Probabilmente non so neanche quanto lo faccia per il bene di queste persone e quanto invece lo faccia perché magari è stato politicizzato. Si parla di Caritas; la Caritas diocesana di Lampedusa non credo sia come la Caritas diocesana di Firenze, di Milano o di Roma: potrà aiutare dieci, venti, trenta persone, potrà mettere una toppa, ma il problema ancora Pag. 6oggi rimane. La ferita è aperta e – come ha detto il presidente – l'accordo di Malta per ora è un accordo sulla carta e di risultati ne sta dando molto pochi.
  Nonostante io mi occupi di immigrazione da tantissimi anni, sono rimasto basito nell'ascoltare, da membri delle istituzioni, che la stragrande maggioranza degli arrivi e degli sbarchi proviene da Paesi africani, sì, ma quasi europei. La Tunisia e il Marocco sono Paesi super occidentalizzati, ma soprattutto amici dell'Italia da una vita. Ben Alì (il precedente dittatore della Tunisia) sappiamo tutti come è stato messo lì in passato. Sono Paesi che hanno accordi bilaterali sull'immigrazione, tra i pochi Paesi che hanno accordi bilaterali, che vanno avanti da tanto tempo e che funzionano. Il Ministero del lavoro, la Direzione generale per l'immigrazione, cosa faceva in passato di fronte a flussi normali? Apriva e chiudeva i rubinetti dei flussi in base alla necessità di forza lavoro del Paese e, in cambio, Tunisia e Marocco si riprendevano gli eventuali clandestini ritrovati sul territorio italiano. Così funziona un normalissimo accordo bilaterale. Adesso in questi Paesi la guerra non c'è, non si muore neanche di fame, perché ci sono tantissime imprese addirittura italiane, i nostri pensionati vanno a svernare in Tunisia: io ho degli esempi nel mio collegio elettorale di persone con le quali mi scrivo e vivono in Tunisia, che è un Paese (quasi) occidentale dove c'è lavoro, volendo; poi non si nega a nessuno di cercare una vita ancora migliore tentando la traversata, ma, una volta per tutte, dopo tanti anni che si parla di emergenza migranti dobbiamo riuscire a distinguere le donne che abbiamo visto che si sono salvate da un naufragio, che hanno visto morire persone accanto a loro, scappate da Paesi dove rischiavano la vita per il loro pensiero politico o perché c'era una guerra, da questi ragazzi tunisini o marocchini. Proprio perché la vita ha lo stesso valore per tutti, dobbiamo impedire assolutamente che si diffonda il messaggio che i porti sono aperti, perché i primi a montare su un canotto per venire da questa parte sono giovani aitanti che partono dalla Tunisia, quindi non chi scappa dalla guerra e parte dalla Libia. Questa è la cartina di tornasole che dimostra che l'equazione porti aperti uguale più partenze uguale statisticamente più rischi di morte in mare sta in piedi. Non credo ci sia bisogno di essere di destra o di sinistra, questi sono numeri. Peraltro a questi tunisini e marocchini, quando facevo parte del Comitato minori stranieri non accompagnati al Ministero delle politiche sociali, veniva fatta la radiografia al polso per vedere se erano maggiorenni o minorenni: io non mi intendo granché di antropologia o di fisiognomica, però a me sembravano in larghissima parte minorenni, ragazzi sui sedici, diciassette o diciotto anni. Quindi anche questo è un problema da affrontare assolutamente.
  Non approfondisco la questione igienico-sanitaria, ho visto materassi di gommapiuma, delle camerate molto sporche e francamente si potrebbe suggerire o esortare gli ospiti a pulire.
  Un'altra riflessione è sulla libertà personale. Vi sono delle aree e delle zone, come l'isola di Lampedusa, dove non è pensabile che centinaia di soggetti che vengono ospitati, in attesa di capire se hanno diritto a un titolo di soggiorno o meno, possano circolare liberamente su un'isola che ha 5.500 abitanti.
  Vi faccio un esempio e mi avvio alla conclusione. Quando noi scendiamo da un aereo, il corridoio che collega l'aereo al controllo passaporti non è né Italia né Stati Uniti o altro: dopo il controllo passaporti io sono negli Stati Uniti, sull'aereo io sono in territorio italiano, in quel corridoio sono in una sorta di «terra di mezzo», non sono né carne né pesce; ma io non posso uscire da quel corridoio, perché, se io esco da quel corridoio, mi arrestano. È la stessa cosa di quando un migrante attende di sapere se ha diritto o meno di soggiornare nella Repubblica italiana, quindi in Europa. Se io sono ospite – per non usare la parola abusata «profugo» – in un centro di accoglienza e sto attendendo di capire se la Repubblica italiana mi ospita o meno, in quel periodo non posso essere libero di circolare al 100 per cento. Non vi dico di limitare la libertà personale, come se fosse un carcere, perché sarebbe una violenza Pag. 7eccessiva, ma una sorta di parziale limitazione: un coprifuoco, un trovarsi nel centro nelle ore notturne.
  Io sono stato al centro di Castelnuovo di Porto vicino Roma, perché di questi centri ne ho visitati tantissimi, ed è un continuo uscire ed entrare: minorenni, maggiorenni, di notte, di giorno. Non è pensabile! Non è un villaggio vacanze, è un centro dove bisogna accogliere, curare e valutare l'effettivo diritto di rimanere sul territorio nazionale. Quindi questo può essere oggetto di ulteriore riflessione successivamente.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Silli.
  Si è tenuta, al termine della missione al rientro a Roma, una conferenza stampa nella Sala Nassiriya del Senato. Onorevole Galizia, prego.

  FRANCESCA GALIZIA. Una precisazione sulla questione delle donne ivoriane trattenute all'interno dell’hotspot in seguito al naufragio del 7 ottobre. Queste donne sono rimaste nell’hotspot che non è una struttura per accogliere, ma è una struttura di passaggio, dove le persone devono rimanere solo quarantotto ore: che cosa succede loro e ai minori? Anche i minori che sono di passaggio lì rimangono solo quarantotto ore, tant'è vero che il prefetto mi ha contattata qualche giorno dopo la nostra visita a Lampedusa per assicurarmi che i minori presenti erano pronti per essere ricollocati non nella diocesi, bensì in alcune strutture idonee. Quindi il lavoro standard si fa. Ma la diocesi è intervenuta nella questione delle donne ivoriane, perché siamo in una situazione molto particolare in cui si stanno facendo delle indagini, in cui le donne sono coinvolte nel riconoscimento dei propri parenti a bordo dell'imbarcazione, quindi c'è la necessità di tenere queste donne all'interno dell'isola. E, dovendole trattenere sull'isola, per dar loro un'altra collocazione che sia dignitosa, si è pensato che la migliore soluzione fosse quella di coinvolgere la diocesi, ma non la diocesi da un punto di vista politico. Già in passato c'erano stati dei protocolli d'intesa a seguito dei quali la diocesi si è attivata per l'accoglienza degli immigrati.
  Ovviamente stiamo parlando di un numero piccolissimo di persone, perché noi abbiamo conosciute solo quattro donne ivoriane, ma in realtà pare ce ne fossero state tredici (le superstiti da accogliere che dovevano necessariamente rimanere sull'isola), per le quali il parroco, il sindaco e il prefetto si sono attivati per trovare una giusta collocazione, anche attraverso la nostra visita in loco, altrimenti le donne ivoriane sarebbero rimaste nell’hotspot. Questa missione, secondo me, ha già portato un buon risultato: di poter dare almeno una dignitosa collocazione a queste donne.
  Per quanto riguarda la Tunisia sono totalmente d'accordo, nel senso che c'è qualcosa che non funziona negli accordi bilaterali con quello Stato. Però anche su questo stiamo lavorando. Io l'ho accennato già in conferenza-stampa, ma lo ripeto: con i Ministri Bonafede e Di Maio si sta lavorando a un decreto «Rimpatri sicuri», in cui l'onere della prova è in capo al migrante che arriva in Italia e deve dimostrare di essere in una situazione di pericolo, in modo tale da poter accelerare i procedimenti per il successivo rimpatrio.
  La situazione di Lampedusa va sicuramente monitorata; la collega Ravetto ha fatto bene a presentare un'interrogazione parlamentare anche per conoscere la situazione legata alla risistemazione dell’hotspot. Il prefetto ci ha spiegato anche che l’hotspot va ricostruito esattamente così com'era anche per delle questioni tecniche e burocratiche, quindi comprendo le difficoltà nel poter intervenire.
  Altro problema che tengo ad evidenziare, che magari è sfuggito, riguarda l'ente gestore. L'ente gestore che noi abbiamo trovato all'interno dell’hotspot ci è sembrato impreparato, probabilmente anche perché sono subentrati da soli due mesi, questo è un altro passaggio importante; sono subentrati, però, senza un passaggio di consegne: sono entrati direttamente, senza avere dall'ente gestore precedente delle linee guida, un supporto o magari delle indicazioni. Quindi occorre vigilare sull'ente gestore, ritengo che ognuno stia lavorando per poter fare la sua parte, però, se si lavora in squadra, si può fare molto di Pag. 8più per risolvere la situazione dell’hotspot di Lampedusa.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Galizia.
  Alla missione non ha partecipato alcun rappresentante del PD; noi stiamo vivendo un momento un po’ di difficoltà, nel senso che tra i componenti deputati del Comitato risulta sempre l'onorevole, ora sottosegretario, Scalfarotto. In seguito alla scissione dal PD di Italia Viva stiamo aspettando che ci venga indicato il nuovo componente del Comitato.
  Senatore Zuliani, prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie, presidente, ringrazio in particolare i colleghi che hanno partecipato alla missione, che ci hanno resi edotti della situazione di Lampedusa. Intanto va il mio personale ringraziamento, ma penso quello di tutto il Comitato, al lavoro della Guardia di finanza che, insieme alle altre autorità, sta gestendo questa situazione emergenziale. Come già evidenziato dai colleghi, si denota il fatto che gli immigrati sono di origine tunisina e – come ha detto il collega parlamentare Silli – provengono da un Paese africano occidentalizzato, che quindi non dovrebbe avere problemi di sorta.
  Sarò telegrafico. I punti principali sono: un deficit del personale della Guardia di finanza che, investendo risorse sul controllo dell'immigrazione, ha registrato un aumento del traffico di stupefacenti, di droga quindi, e di tabacchi; sono stupito di aver appreso che il Comitato di Schengen è l'unico organo istituzionale a essersi recato a Lampedusa; oltre al fatto che ci sono molte vittime dovute al fenomeno migratorio (il Mediterraneo sta diventando una bara), ci sono problemi legati anche alle attività produttive e lavorative, perché con la pesca a strascico – leggo – le reti subiscono dei danneggiamenti; leggo – ma già lo sapevamo e qui abbiamo il dato preciso – che la maggioranza degli arrivi riguarda migranti economici e non rifugiati; leggo di problemi legati ai minori che arrivano a Lampedusa; e soprattutto leggo che il fallimentare accordo di Malta ha fatto sì che le cifre (e qui abbiamo i numeri) rispetto all'anno scorso siano raddoppiate per quel che riguarda i migranti, fermo restando che c'è stato un aumento del fenomeno di pull factor (di attrazione) e che porti sicuri siano considerati solo quelli italiani. Questi sono elementi che mi possono far affermare che la gestione del fenomeno dell'immigrazione da parte del governo Conte bis sia fallimentare su tutta la linea.

  PRESIDENTE. Grazie anche al senatore Zuliani.
  Non ci sono altri interventi, pertanto dichiaro chiusa la riunione del Comitato.

  La seduta termina alle 10.05.