XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (XIII Camera e 9a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 9 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gallinella Filippo , Presidente ... 3 

Audizione della Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, sulle linee programmatiche del suo Dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati e rinvio)
Gallinella Filippo , Presidente ... 3 
Bellanova Teresa , Ministra delle politiche agricole alimentari, forestali ... 3 
Gallinella Filippo , Presidente ... 10 
Bergesio Giorgio Maria  ... 10 
Gallinella Filippo , Presidente ... 11 
Taricco Mino  ... 11 
Gallinella Filippo , Presidente ... 12 
Caretta Maria Cristina (FDI)  ... 12 
Gallinella Filippo , Presidente ... 13 
Abate Rosa Silvana  ... 13 
Gallinella Filippo , Presidente ... 13 
Viviani Lorenzo (LEGA)  ... 13 
Gallinella Filippo , Presidente ... 14 
Cenni Susanna (PD)  ... 14 
Gallinella Filippo , Presidente ... 15 
Gadda Maria Chiara (IV)  ... 15 
Gallinella Filippo , Presidente ... 16 
Battistoni Francesco  ... 16 
Gallinella Filippo , Presidente ... 17 
De Bonis Saverio  ... 17 
Gallinella Filippo , Presidente ... 18 
Gagnarli Chiara (M5S)  ... 18 
Gallinella Filippo , Presidente ... 18 
Fornaro Federico (LeU)  ... 18 
Gallinella Filippo , Presidente ... 19 
Schullian Manfred (Misto-Min.Ling.)  ... 19 
Gallinella Filippo , Presidente ... 19 
Liuni Marzio (LEGA)  ... 19 
Gallinella Filippo , Presidente ... 20 
Dal Moro Gian Pietro (PD)  ... 20 
Gallinella Filippo , Presidente ... 20 
Minuto Anna Carmela  ... 20 
Gallinella Filippo , Presidente ... 20

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XIII COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
FILIPPO GALLINELLA

  La seduta comincia alle 8.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, sulle linee programmatiche del suo Dicastero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, della Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, sulle linee programmatiche del suo Dicastero. Credo di poter parlare a nome di tutti i componenti delle Commissioni oggi riunite e del presidente Vallardi, per rivolgere alla Ministra Bellanova, che partecipa per la prima volta ai lavori delle Commissioni, un sentito ringraziamento per aver accettato il nostro invito.
  Avverto che, come concordato, dato il tempo complessivamente a disposizione per lo svolgimento dell'odierna audizione, all'intervento della Ministra farà seguito un intervento per ciascun Gruppo parlamentare di durata non superiore a cinque minuti. A tal fine, d'intesa con il presidente Vallardi, prego tutti coloro che intendano intervenire di comunicare preventivamente i nomi alla Presidenza, in modo da garantire l'ordinato svolgimento dell'audizione secondo i tempi programmati.
  Lascio dunque la parola alla Ministra.

  TERESA BELLANOVA, Ministra delle politiche agricole alimentari, forestali. Grazie Presidente. Cari colleghi e care colleghe, vi ringrazio per la possibilità di condividere con voi le priorità e le linee programmatiche dell'azione che il Ministero porterà avanti nel corso del mio mandato.
  In premessa, credo sia opportuno ribadire l'importanza di rimettere al centro dell'agenda politica, economica e sociale l'agricoltura. Parliamo di un settore nel quale l'Italia detiene alcuni primati europei, a partire dal valore aggiunto, pari a 33 miliardi di euro, che ci colloca prima della Francia e della Spagna. Ai prodotti agricoli italiani spettano diversi primati nell'Unione europea: è italiano oltre il 35 per cento del valore commercializzato dall'Unione europea di mele e uva, il 47 per cento di kiwi, il 61 per cento di nocciole sgusciate, il 35 per cento di prodotti vivaistici.
  L'agricoltura rappresenta il cuore pulsante del sistema agroalimentare nazionale, che conta oltre 1 milione di imprese, che danno lavoro a più di un 1,4 milioni di persone (917 mila in agricoltura e 486 mila occupati nell'industria di trasformazione). Parliamo di circa il 14 per cento del Prodotto interno lordo, con 219,5 miliardi di euro, compresa la ristorazione.
  Le esportazioni di prodotti agroalimentari assumono un ruolo di primaria importanza negli scambi con l'estero dell'Italia: hanno raggiunto un valore di 41,8 miliardi di euro nel 2018, pari al 9 per cento delle esportazioni totali nazionali.
  Il made in Italy agroalimentare è protagonista anche del mercato dei prodotti Pag. 4certificati biologici e in quello delle Indicazioni geografiche, dove vantiamo il primato mondiale dei riconoscimenti, con un fatturato di 15 miliardi di euro all'origine.
  Dobbiamo essere consapevoli di questi punti di forza anche per essere all'altezza delle aspettative di imprese e cittadini. La nostra azione di governo intende valorizzare e far conoscere di più e meglio il potenziale del settore, affrontando anche le tante aree da migliorare.
  Penso, ad esempio al calo della redditività, a causa del notevole differenziale di crescita tra i prezzi dei prodotti ed i costi di produzione. Penso ai forti squilibri strutturali che penalizzano la componente produttiva ed i consumatori: su 100 euro spesi dal consumatore per prodotti agricoli trasformati, appena 3,3 euro sono destinati alla componente produttiva, a vantaggio di commercio, logistica e grande distribuzione.
  Penso allo scarso livello di aggregazione dell'offerta: il sistema delle Organizzazioni di produttori ha un ruolo solo nel settore ortofrutticolo spinto dall'OCM, nell'ambito del quale comunque ancora copre circa la metà del valore della produzione ortofrutticola totale.
  Sebbene sia in crescita l'interesse dei giovani verso l'agricoltura, testimoniato anche dall'aumento del numero di imprese «giovanili» e dall'aumento delle immatricolazioni alle facoltà di agraria, l'agricoltura italiana soffre particolarmente del fenomeno della senilizzazione: solo l'8 per cento delle aziende agricole ha un capo azienda under 40, per ogni giovane imprenditore, ce ne sono 5 anziani.
  Ho voluto sottolineare questi dati per condividere con voi la necessità di uscire da una logica emergenziale, per agire con una visione progettuale di lungo periodo. L'Italia ha bisogno di una nuova strategia agricola da scrivere insieme.
  La crisi climatica in atto merita risposte urgenti ed una transizione economica e sociale che va affrontata con strumenti rinnovati, anche in agricoltura.
  Allo stesso modo, la crisi del sistema delle relazioni commerciali internazionale, ci mette davanti a nuovi pericoli. Proprio in questi giorni i dazi dell'Amministrazione americana mettono in grave difficoltà molte filiere di produzione dei nostri territori, totalmente incolpevoli. Ho chiesto alla Commissione Europea di prevedere fin da subito un fondo per gli interventi di compensazione, per salvaguardare le imprese eventualmente colpite. Abbiamo già pagato 1 miliardo di euro per gli effetti dell'embargo russo ed il pericolo della Brexit accresce l'incertezza. Non possiamo aspettare che le aziende chiudano per garantire una protezione.
  Davanti allo scenario delineato, ho ritenuto necessario stilare una serie di priorità ed obiettivi concreti per l'azione di governo che vado ad illustrare: rafforzare la competitività delle imprese, garantendo l'invarianza fiscale, rilanciando gli investimenti, favorendo la digitalizzazione e la propensione all'export ed eliminando le barriere di accesso ai fattori terra, credito e capitali, in particolare in favore dei giovani e delle donne; promuovere e valorizzare il Made in Italy nel mondo e impedire i fenomeni che minacciano il valore e la reputazione dei prodotti italiani; garantire trasparenza ai cittadini sulla qualità e provenienza di alimenti e materie prime utilizzate; contrastare le posizioni dominanti nella filiera e assicurare una più equa distribuzione dei margini; assicurare il rispetto dei diritti dei lavoratori con la piena applicazione della normativa sul caporalato; arginare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni e rafforzare gli strumenti a tutela dei redditi degli agricoltori, valorizzando il ruolo attivo dell'agricoltura nella salvaguardia dell'ambiente e nella prevenzione del dissesto idrogeologico; favorire i processi di innovazione sostenibile, di riduzione degli sprechi alimentari e una più oculata gestione delle risorse naturali, anche attraverso lo sviluppo dell'agricoltura di previsione; accelerare azioni organiche per la difesa del suolo agricolo, per la permanenza dell'agricoltura nelle zone montane e per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, agricolo e forestale; favorire l'inclusione attraverso la valorizzazione dell'agricoltura sociale; tutelare il reddito dei pescatori e garantire lo sviluppo dell'economia Pag. 5 sostenibile del mare attraverso la salvaguardia delle specie marine.
  Per riuscire a rendere concreti gli impegni elencati, credo che sia necessario partire da un metodo di lavoro condiviso. Credo in una stretta collaborazione con il Parlamento per dare prospettiva all'attività quotidiana di agricoltori, pescatori, allevatori, produttori di cibo e vini di qualità italiani. Sono convinta che davanti alle necessità di questi settori non ci siano colori politici; ci sono soluzioni da mettere in campo e costruirle insieme è la sfida che ci aspetta nei prossimi mesi.
  Ci sono molte proposte di legge di fondamentale importanza da portare a compimento, come quella sulle semplificazioni, la proposta sul biologico, il divieto delle aste a doppio ribasso, il contenimento del consumo del suolo, solo per citarne alcune. Dichiaro fin da ora la mia massima disponibilità e quella di tutta la struttura ministeriale. Allo stesso modo faccio presente che ho già incontrato gli assessori regionali per costruire un rapporto nuovo con le Regioni.
  Il Piano Strategico Nazionale, che rappresenta uno dei tratti caratterizzanti della proposta di riforma della PAC post 2020, dovrà essere un'opportunità anche per le regioni. Per il nostro Paese rappresenta la possibilità di dare risposte alle diverse realtà produttive, valorizzando le differenze, e allo stesso tempo, tenendo alta l'ambizione di costruire politiche di lungo respiro per il settore primario.
  È mia intenzione dare vita al Ministero a una Consulta permanente per la crisi climatica e le priorità agricole, per costruire insieme il Piano Strategico Nazionale, coinvolgendo anche Enti, Università, imprenditori, organizzazioni agricole e industriali, organizzazioni sindacali, Parlamento, Regioni, cittadini, in un processo partecipativo di scrittura del futuro agricolo, alimentare e ambientale del Paese. Il nostro faro sono gli Obiettivi sostenibili dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, all'interno dei quali l'Italia e la sua agricoltura devono ritrovare un ruolo guida.
  Con riferimento alla nuova PAC post 2020, ritengo fondamentale, allo stesso modo, il lavoro in ambito europeo volto ad affermare il ruolo ed il modello di agricoltura italiano, soprattutto in vista della riforma della PAC e nella definizione degli accordi commerciali.
  Partiamo da un elemento chiave: i fondi europei per la PAC 2020 non devono prevedere tagli. Si tratta di una delle sfide fondamentali per lo sviluppo e il futuro del settore. È necessario assicurare al settore agricolo e agroalimentare le risorse comunitarie necessarie per attuare politiche volte al rafforzamento della competitività del Made in Italy, al miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi e proprio al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibili dell'Agenda 2030. Occorre, inoltre, migliorare l'attuale proposta di riforma della PAC post 2020 in modo da salvaguardare il ruolo delle Regioni nella programmazione e gestione delle politiche, in particolare nello sviluppo rurale; negoziare a livello europeo politiche volte al rafforzamento del sostegno al reddito delle imprese agricole, in particolare a carico dei settori produttivi più rilevanti per il Made in Italy, rivedendo ed estendendo il modello delle Organizzazioni comuni di mercato; riorientare il sostegno della PAC in modo da privilegiare i settori più strategici ed evitare lo spopolamento delle aree rurali; tutelare tutto il Made in Italy e garantire trasparenza e reciprocità negli accordi commerciali.
  Su tutti questi punti il dialogo con voi sarà costante per aggiornarvi sull'avanzamento delle trattative e per verificare i progressi del negoziato, così come condividere i miglioramenti da apportare ad alcuni accordi per una più forte salvaguardia del Made in Italy.
  Ora vorrei passare rapidamente in rassegna i punti chiave che ho elencato poco fa, per approfondire gli obiettivi con alcune prime indicazioni di lavoro.
  La nostra priorità assoluta è tutelare il reddito degli agricoltori. La via primaria è garantire competitività alle imprese, a partire dall'utilizzo della leva fiscale. Anche in questa sede voglio ribadire che, come concordato con il Ministro dell'Economia Gualtieri, è escluso un taglio delle agevolazioni per il gasolio agricolo. La missione complessiva Pag. 6 del Governo è quella di garantire una diminuzione della pressione fiscale e in questo contesto credo vada assicurata attenzione alle esigenze del comparto agricolo.
  Allo stesso tempo lavoriamo per il rilancio degli investimenti, attraverso il potenziamento dei contratti di filiera e di distretto, individuando nuove forme incentivanti per la digitalizzazione, l'export e l’e-commerce, abbiamo bisogno di rendere più forti, equi e stabili i rapporti tra agricoltori e trasformatori, consentendo così al Made in Italy di crescere dal campo fino alla tavola del consumatore. In questa chiave utilizzeremo anche uno strumento di progettazione territoriale, come i distretti del cibo, sui quali siamo pronti a dare seguito alla fase attuativa.
  È mia intenzione convocare con costanza, a livello politico e tecnico, tavoli per singola filiera, che possano diventare il luogo dove affrontare le urgenze dei vari settori produttivi ed elaborare proposte operative. Abbiamo già avviato le prime riunioni, e proseguiremo nelle prossime settimane, con incontri dedicati alla filiera zootecnica, all'olio, al vino, al grano, al riso, agli agrumi e all'ortofrutta, e via via a tutti i comparti, compreso quello ippico. Vogliamo lavorare per anticipare l'insorgere di problemi e pianificare gli interventi necessari.
  Ovviamente seguiremo da vicino tutte le emergenze. In questa prima fase di Governo abbiamo portato avanti i lavori per il Piano di rigenerazione olivicola dell'area colpita dalla Xylella fastidiosa e per le azioni di contenimento dell'avanzata del batterio. Ci stiamo confrontando con le regioni del Nord sul grave problema dei danni provocati dalla cimice asiatica. Sarò in Sardegna la prossima settimana per un tavolo sulla questione del latte ovino. Sono convinta, però, che sia davvero urgente, uscire dalla logica delle emergenze e lavorare sulla costruzione di un progetto agricolo sostenibile sotto tutti i profili.
  Intendo caratterizzare la mia azione da Ministro, poi, su due fronti: giovani e donne. Da un lato, lavoreremo su tutti gli strumenti a disposizione per favorire il ricambio generazionale e sostenere gli investimenti da parte dei giovani, a partire dalle misure del subentro in agricoltura. Puntiamo ad un incremento del credito e dei capitali per investimenti attraverso gli strumenti dell'ISMEA, così come vogliamo rendere più accessibile la terra.
  Con gli stessi obiettivi intendiamo sostenere l'imprenditoria femminile, che oggi rappresenta il 30 per cento circa dell'agricoltura nazionale. Possiamo e dobbiamo incrementare il numero di donne alla guida di aziende agricole e sostenere meglio chi già ha intrapreso questo percorso.
  Vorrei, inoltre, fare un passaggio sulla possibilità di realizzare un piano di interventi per le infrastrutture logistiche per i prodotti alimentari, in accordo con il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero per il Sud. Si tratta di una sfida non più rinviabile: senza logistica non possiamo pensare di competere. Nessuno ha la bacchetta magica e per questo credo serva l'impegno di tutte le forze, nazionali e locali, in una prospettiva di lungo periodo che ponga basi solide per consentire alle nostre merci di viaggiare lontano e in modo sostenibile.
  Occorre inoltre promuovere e valorizzare il Made in Italy. 100 miliardi di euro è il valore stimato del giro di affari del falso Made in Italy agroalimentare, a fronte dei circa 42 miliardi di euro di valore dell'export di quello autentico. Quello che subiamo ogni giorno su tanti mercati è un vero e proprio furto d'identità. Serve lo sviluppo di un'azione su più assi fondamentali.
  Ho chiesto al Presidente del Consiglio Conte ed al Ministro Di Maio un potenziamento del Piano strategico per la promozione del Made in Italy agroalimentare: dobbiamo rafforzare il coordinamento, garantire risorse adeguate e puntare sulla commercializzazione e comunicazione del prodotto di origine italiana sui mercati più importanti. Le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani sono cresciute molto, ma i mercati esteri di sbocco sono molto concentrati. La metà del valore delle esportazioni italiane viene realizzata in 5 Paesi: Germania, Francia, USA, Regno Unito e Pag. 7Spagna. Mancano Nazioni come la Cina, il Giappone e l'India. In Russia abbiamo perso posizioni che oggi sono spesso occupate da imitazioni dei nostri prodotti.
  Dobbiamo cogliere al meglio anche l'occasione di Expo Dubai 2020, costruendo un ponte ideale con l'Expo di Milano del 2015, che ha rappresentato un momento di rilancio per tutto l'agroalimentare italiano.
  Parliamo di un potenziale inespresso ancora importante. C'è una domanda mondiale a cui rispondere, soprattutto nei Paesi asiatici, e le nostre imprese devono poter cogliere quest'opportunità. È nostro compito affiancarle con le soluzioni più adeguate e nei mercati che loro stessi ci indicheranno come aree di interesse.
  In questo quadro è opportuno puntare alla tutela del Made in Italy. A tale scopo servono strumenti per la salvaguardia anche legale delle Indicazioni geografiche e per il potenziamento dei Consorzi di tutela. Si tratta di un lavoro da affiancare ad una maggiore protezione delle Indicazioni geografiche nei trattati di libero scambio già in vigore e in quelli che l'Unione europea sta portando avanti, guardando alla salvaguardia degli interessi delle produzioni di qualità italiane.
  Voglio qui ricordare anche il grande lavoro fatto dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari in Europa e sul web, per eliminare dal commercio il falso cibo italiano. Avere stretto accordi con le grandi piattaforme del commercio su Internet, consente all'Italia di garantire alle nostre denominazioni di origine la stessa protezione contro la contraffazione prevista per i marchi privati. È un valore straordinario, che si basa proprio sulla tutela della reputazione dei siti, così come dei nostri produttori.
  Si parte da un principio semplice: il falso cibo è un inganno per il consumatore. Lo stesso principio vorremmo fosse applicato su tutti i mercati. È proprio di questi giorni la dichiarazione dei produttori di formaggi statunitensi, che cercano di ribaltare la realtà con l'ambizione di vendere in Europa le imitazioni di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago o mozzarella. Non succederà mai! E credo che su questo punto non troverò, anche in questa sala, nessuno in disaccordo.
  Per affrontare i mercati consolidati, e soprattutto per aprire nuove rotte, è necessario anche favorire lo sviluppo di piattaforme logistico-distributive all'estero per il Made in Italy. Senza snodi per le nostre eccellenze autentiche, ogni sforzo di promozione sarebbe vano in quanto non supportato dal mercato.
  Valorizzare il Made in Italy, inoltre, significa anche sfruttare meglio le opportunità che abbiamo quando un turista visita il nostro Paese. Per questo puntiamo sullo sviluppo dell'agriturismo, dell'enoturismo e del turismo gastronomico, in coordinamento con Regioni ed istituzioni competenti, per garantire maggiori fonti di reddito alle imprese e migliorare i servizi per i turisti italiani e stranieri.
  È necessario, inoltre, garantire trasparenza in etichetta. La trasparenza, infatti, è un valore irrinunciabile: oltre il 90 per cento dei cittadini italiani ha dichiarato di voler conoscere l'origine della materia prima degli alimenti in etichetta. Per questo, sul piano europeo, puntiamo all'allargamento della lista dei prodotti per i quali è previsto l'obbligo di indicazione dell'origine delle materie prime. Penso, ad esempio, alle sperimentazioni fatte in questi anni su latte, formaggi, pasta, riso e derivati del pomodoro. Sul piano nazionale intendiamo procedere con l'attuazione della norma sull'etichetta obbligatoria degli alimenti, individuando le categorie di prodotto coinvolte ed avviando il negoziato con l'Europa, puntando sulla richiesta dei cittadini e sul legame tra qualità e origine, come previsto dalle norme europee. Il regolamento (UE) 2018/775 non ci soddisfa e per questo chiederemo con urgenza un incontro con la nuova Commissaria alla salute dell'Unione europea. Per tutelare i cittadini ed assicurare la tracciabilità dei prodotti alimentari vogliamo poi favorire l'utilizzo di tecnologie avanzate, inclusa la blockchain.
  Commercializzare il cibo palesemente sotto i costi medi di produzione, come sapete, è vietato. Questo fenomeno genera un disequilibrio nei rapporti di filiera che si scarica principalmente sul mancato reddito Pag. 8 delle aziende primarie e sul possibile sfruttamento dei lavoratori agricoli.
  Le priorità sono: accelerare il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 sulle pratiche sleali, per tutelare di più e meglio il contraente debole, assicurando effettività ai controlli lungo la filiera e prevedendo il ruolo di Autorità di contrasto in capo all'amministrazione; confermare l'obbligatorietà dei contratti scritti e l'ambito di applicazione rivolto a tutti i soggetti della filiera produttiva, a prescindere dalla dimensione economica, riformare il quadro penale dei reati agroalimentari, oggi fermo alle norme del codice del 1930 e alla legge sull'igiene degli alimenti del 1962; rafforzare il sistema dei controlli e delle sanzioni amministrative, in modo da renderli più rapidi, incisivi e allo stesso tempo meno invasivi verso l'attività imprenditoriale.
  Fatemi qui ricordare le donne e gli uomini dei nostri organismi di controllo dall'Ispettorato centrale repressione frodi (ICQRF), al Comando unità forestali, ambientale e agroalimentari dei Carabinieri, alla Guardia costiera-Capitanerie di porto. Siamo tra i primi al mondo per qualità e numero dei controlli, proprio grazie al loro lavoro. Assicurare la legalità, contrastare le frodi, prevenire i crimini agroalimentari e ambientali, sono premesse fondamentali per la credibilità del settore e la sicurezza dei cittadini.
  Occorre poi lottare contro il caporalato. Il caporalato è mafia e come tale va combattuto per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e per salvaguardare migliaia di imprese oneste che subiscono la concorrenza sleale di chi sfrutta.
  Vogliamo lavorare per la piena applicazione della legge n. 199 del 2016, approvata senza voti contrari anche da molti di voi qui presenti oggi. Dobbiamo attuarla, tanto nella parte della repressione, quanto nella prevenzione del fenomeno. Insieme alle Ministre Catalfo e Lamorgese abbiamo stabilito di attivare il Tavolo interistituzionale, che si riunirà il 16 ottobre, e adottare quanto prima il Piano nazionale triennale di contrasto e prevenzione del caporalato.
  È necessario aumentare i controlli ed il personale dedicato attraverso una collaborazione attiva tra Ispettorato nazionale del lavoro, Carabinieri e polizia locale, per intervenire non solo nelle aziende, ma anche nell'impedire il trasporto illegale dei lavoratori.
  Dobbiamo prevenire il fenomeno anche semplificando la vita delle imprese agricole, ad esempio favorendo l'utilizzo di nuove forme di intermediazione del lavoro, attraverso piattaforme informatiche. Serve garantire il reperimento di manodopera legale, in particolare durante i picchi stagionali, perché tante imprese oggi denunciano forte difficoltà su questo fronte.
  È necessario arginare gli effetti della crisi climatica che è in atto. L'agricoltura è, allo stesso tempo, uno dei settori più esposti ai danni provocati dal riscaldamento globale e, dall'altro lato, uno dei possibili settori di più attivo contrasto alle emissioni di gas serra.
  Come detto, l'Italia deve svolgere un ruolo guida in linea con quanto previsto dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Si intende lavorare in molteplici direzioni: tutelare il reddito degli agricoltori colpiti da calamità, attraverso il potenziamento del Fondo di solidarietà nazionale e con un rinnovo degli strumenti pubblici di intervento; diffondere lo strumento assicurativo per proteggere le imprese; valorizzare il ruolo degli agricoltori nella salvaguardia dell'ambiente, anche iniziando a misurare gli effetti positivi di sequestro del carbonio dei suoli e di altri parametri utili; prevenire il dissesto idrogeologico investendo in un piano decennale sulle infrastrutture irrigue e migliorando così la gestione di una risorsa fondamentale come l'acqua.
  Per rispondere alla crisi climatica serve anche un cambiamento radicale con investimenti sull'innovazione sostenibile. La sostenibilità deve essere basata su tre pilastri: economica, sociale e ambientale. Bisogna passare da un'economia lineare, il cui destino finale è il rifiuto o lo spreco, a una vera economia circolare.
  Ci sono alcune parole chiavi. Agricoltura di precisione: è necessario, infatti, sostenere i processi di diffusione di queste tecnologie per una migliore gestione dei suoli, degli allevamenti dell'acqua per irrigare. Pag. 9 La tecnologia deve essere al servizio dell'ambiente.
  Ricerca: investire nella ricerca pubblica, per tutelare le colture tradizionali italiane, anche alla luce del necessario adattamento climatico.
  Biologico: si intende valorizzare le produzioni biologiche che vedono una crescita costante degli ettari dedicati alla coltivazione, ora arrivati a 2 milioni, degli operatori che raggiungono quasi le 80 mila unità e dei consumi nazionali. Oltre alla proposta di legge sul biologico, che ho già citato, daremo nuovo impulso alla diffusione delle mense biologiche certificate nelle scuole e priorità al rafforzamento dei controlli contro il falso bio e alle frodi, anche internazionali, che rischiano di compromettere il legame fiduciario con il consumatore.
  Lotta per gli sprechi alimentari: un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, con un fenomeno che solo in Italia vale 12 miliardi di euro. Bisogna rilanciare il lavoro avviato con la legge n. 166 del 2016, nella riduzione del fenomeno nelle filiere produttive e di educazione delle famiglie, tenuto conto che il 50 per cento dello spreco avviene dentro le mura di casa. Vogliamo rilanciare anche il ruolo del Ministero in materia e nelle prossime settimane è mia intenzione convocare il Tavolo di contrasto agli sprechi alimentare e di assistenza alimentare agli indigenti, per un confronto con i componenti e per stabilire un cronoprogramma dei lavori.
  Energia: l'economia è davvero circolare, se trasforma lo scarto in risorsa. In agricoltura significa investire nelle bioenergie valorizzando i sottoprodotti e puntando sulle rinnovabili.
  In ordine alla difesa del suolo agricolo, è necessario contrastare l'abbandono e la cementificazione del suolo fertile. È tempo di passare dagli impegni ai fatti. L'Italia ha bisogno di terreni da destinare alla produzione di cibo, visto che non raggiunge l'autoapprovvigionamento in molti settori. Difendere il suolo significa coltivare futuro. Credo che approvare la proposta di legge contro il consumo del suolo sia una scelta politica non rinviabile. Se ne discute da anni ed è ora di metterla in pratica.
  Occorre valorizzare uno strumento come la Banca delle terre. Bisogna avviare con urgenza in tutto il territorio italiano un censimento delle terre abbandonate o incolte, registrarle nella Banca delle terre e farle tornare produttive dando priorità a giovani e donne che vogliono diventare imprenditori agricoli.
  Le aree interne e montane devono essere al centro delle politiche del Ministero, tenuto conto della particolarità di questi territori e della necessità di contenere il fenomeno di spopolamento in atto. Sul fronte delle foreste, in un mondo dove si bruciano milioni di ettari di boschi, come accaduto in Siberia o in Amazzonia, l'Italia deve puntare a curare e valorizzare i propri boschi, attraverso il Piano forestale nazionale coordinato con gli obiettivi europei del settore. La filiera bosco-legno è strategica per investire nell'economia circolare.
  Riguardo al tema dell'agricoltura sociale, considero la legge n. 141 del 2015 una conquista importante perché per la prima volta è stata definita e valorizzata l'agricoltura sociale, ma ancora molto resta da fare. È assolutamente necessario proseguire sulla strada della multifunzionalità delle imprese, enfatizzando attività come l'agriturismo o gli agriasili e agrinido, ma soprattutto vogliamo supportare i progetti di inclusione sociale, perché l'agricoltura possa rappresentare un'occasione per includere i soggetti più deboli, come dimostrano tantissime esperienze in giro per l'Italia che vanno rafforzate. Sarà al più presto convocato il tavolo previsto dalla normativa e si valuteranno insieme i passi da compiere in questa direzione.
  In relazione al settore della pesca, vogliamo tutelare gli interessi ed il reddito dei pescatori italiani. Per farlo è necessario lavorare su tutti i tavoli che compongono il complesso sistema di governance di questo settore, a partire dal livello europeo e in ambito FAO. È fondamentale sostenere e rafforzare gli strumenti a disposizione dell'Italia per promuovere il proprio interesse nazionale. La posizione centrale dell'Italia Pag. 10nel bacino del Mediterraneo va infatti ribadita, promuovendo il suo ruolo di guida ed interlocutore privilegiato degli altri Paesi rivieraschi, siano essi membri UE o meno.
  Nell'ambito di attuazione della Politica comune della pesca, l'indirizzo italiano è quello di sostenere le iniziative di salvaguardia delle risorse ittiche in maniera critica e propositiva, sempre con l'attenzione rivolta all'interesse del comparto nazionale. Ciò non solo in termini di sostenibilità ecologica, ma anche di sostenibilità economica e sociale per imprese e lavoratori, nonché di sicurezza e informazione dei consumatori.
  Crediamo che puntando soprattutto sulla sicurezza delle nostre produzioni e sull'informazione ai consumatori, in un'ottica complessiva di filiera, potranno essere riconquistati spazi di mercato oggi occupati dalle importazioni dai Paesi terzi.
  Devono essere utilizzate al meglio le risorse finanziarie del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), che vede impegnati insieme le Regioni e l'amministrazione centrale, che è l'autorità di gestione. Sul punto credo sia importante sottolineare il conseguimento dell'obiettivo N+3 che ha permesso all'Italia di non perdere fondi.
  In conclusione, spero di aver potuto rendere qui un quadro il più completo possibile delle azioni che intendo portare avanti con il massimo impegno. Consentitemi due ultimi passaggi, Uno riguarda il Ministero. È mia intenzione provvedere quanto prima a completare la riforma del Dicastero per potenziare il lavoro amministrativo, avvicinare gli uffici alle imprese, valorizzare le professionalità di tantissime donne e uomini nei diversi ruoli e responsabilità. Avremo bisogno sempre di più anche di energie giovani, di un ricambio generazionale che deve riguardare anche l'amministrazione, perché possa stare al passo dell'innovazione del settore.
  Un ultimo punto riguarda la semplificazione. Nessuno degli obiettivi citati si affronta senza questo: semplificare è infatti la prima parola che ognuno di noi ascolta da qualsiasi interlocutore del settore. Semplificare è anche una delle missioni più complicate a livello politico, perché se l'etichetta della burocrazia è semplice da evocare, è molto complicato eliminarla. Su questo non vorrei prendere impegni generici; credo sia il momento di aprire la possibilità alle aziende di segnalare direttamente e puntualmente quali circolare, quali adempimenti vanno a far sì che più che coltivare cibo gli agricoltori facciano crescere montagne di carta, ad esempio, chiedendo loro più volte dati che sono già in possesso di un'amministrazione pubblica. Su questo aspetto dobbiamo intervenire il più rapidamente possibile, anche grazie alla tecnologia, con la condivisione dei dati tra articolazioni dello Stato.
  Togliamo il freno al sistema agroalimentare italiano, io ci credo. Sono certa che potremo contare su una leale collaborazione con tutti voi, nell'interesse di migliaia di aziende che aspettano soluzioni e risposte. Vi ringrazio per la gentile attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministra. Ha chiesto di intervenire il senatore Bergesio.

  GIORGIO MARIA BERGESIO (L-SP-PsD'Az) Grazie signori Presidenti, grazie Ministro, buongiorno colleghi deputati e senatori.
  Inizio dalla tutela del Made in Italy. Signor Ministro, proprio in queste ore alla fiera di Anuga, a Colonia, Federalimentare, che produce 137 miliardi di fatturato in Italia, sta organizzando un sit-in, un presidio importante per la difesa del Made in Italy e per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding nel mondo. Noi abbiamo questa «sleale vocazione», ne ha parlato anche lei, alla tutela dell'origine italiana di un prodotto attraverso simboli, nomi, marchi, immagini e tutto quello che un alimento può richiamare del nostro Paese, per poi non promuovere realmente il prodotto, ma magari l'interesse di pochi. Noi vogliamo sapere qual è la sua posizione, Ministro, a livello europeo, su questo tema, perché in un passaggio del suo intervento, ha parlato anche di un sistema di etichettatura a livello europeo che indirizzi i consumatori nella leale trasparenza dell'origine Pag. 11 del prodotto – nessuna etichetta a semaforo, ma etichette molto chiare – che è il vero strumento di contrasto ai fenomeni di contraffazione e di Italian sounding.
  Vogliamo anche sapere se vi sono dati disponibili di riferimento al settore agricolo in relazione all'Accordo CETA, che non è stato citato, per capire quale sia l'impatto che la sua entrata in vigore provvisoria ha avuto per il comparto, anche alla luce del fatto che i marchi italiani – lo ribadisco – non sono tutelati. Quest'Accordo potrebbe portare ad una battuta d'arresto della lotta all'Italian sounding. Cosa ne pensa e quale azione intende mettere in campo per contrastare la contraffazione a questi nostri prodotti?
  C'è poi il tema della ratifica dell'Accordo con il Mercosur, di cui lei non ha parlato, da parte dell'Unione europea, che riguarda prodotti del Sud America, non all'altezza degli standard italiani in materia di sicurezza alimentare. Per i nostri agricoltori, di cui lei parlava prima, per milioni di persone che lavorano ogni giorno curve sulla terra, c'è il rischio imminente di trovarsi di fronte ad una drammatica concorrenza sleale su taluni prodotti, quali carne, riso, formaggio, zucchero. Inoltre, le deroghe previste proprio per quelle DOP, DOCG, IGP, che lei citava in precedenza, sono drammatiche. Qual è la sua posizione e naturalmente la posizione del Governo su questo?
  In relazione ai dazi, sappiamo che questi verranno applicati su prodotti agroalimentari che sono simbolo del Made in Italy. Si parla di questi dazi a rotazione con oltre 1 miliardo di euro di danni al nostro Paese per questi prodotti. Lei, Ministro, ha parlato di un fondo, ma in concreto il Governo cosa vuole fare in questi mesi e quali risorse mette a disposizione per la difesa dei nostri prodotti? Le risorse per la promozione le abbiamo stanziate anche nei 14 mesi nei quali siamo stati al Governo. Parliamo di risorse importanti, ma come verranno utilizzate? Questo è fondamentale.
  Lei in precedenza ha parlato di turismo enogastronomico. Osservo, Ministro, che è una scelta miope quella che sta facendo il Governo di trasferire le competenze in materia di turismo dal Ministero delle politiche agricole al Ministero per i beni e le attività culturali. È miope perché innanzitutto non è stata fatta una valutazione dei benefici avuti in questo anno di governo e di lavoro insieme, e soprattutto perché bisogna capire bene quali interventi il Governo intenda realizzare per valorizzare il turismo enogastronomico, al quale lei ha accennato, e come intenda supportarli.
  Lei, Ministro, ha parlato della riorganizzazione del Ministero. Oggi ci risulta che lei non ha ancora nominato né il capo di Gabinetto, né il capo dell'Ufficio legislativo. Noi pensiamo che queste siano figure di fondamentale importanza all'interno di un Ministero, perché lei ha la titolarità dell'azione politica, ma l'azione amministrativa viene determinata da queste figure. Volevamo sapere qual era il motivo per cui, dopo oltre un mese, non ha ancora provveduto alle nomine e, soprattutto, in quali tempi le effettuerà.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Taricco.

  MINO TARICCO (PD). Signora Ministra, quanto da lei affermato in ordine alla sua volontà di lavorare a un grande progetto di rilancio dell'agricoltura, e soprattutto di programmazione del settore per i prossimi anni, in uno scenario di lungo periodo, individuando nella collaborazione con le Commissioni parlamentari e con le regioni la modalità ordinaria di azione del Ministero, credo sia un fattore molto importante non soltanto per noi parlamentari, ma soprattutto per l'agricoltura di questo Paese.
  In merito alla posizione assunta in relazione alla riforma della PAC dal suo Dicastero e dal Governo italiano in generale di voler confermare le risorse, mi permetto solo di sottolineare che, considerato che le risorse complessivamente andranno a diminuire, almeno in base agli scenari dati, il tema vero diventa come ottenere questo risultato. Su questo credo che il Governo debba fare una seria riflessione, da portare eventualmente in sede Pag. 12europea, su come incrementare il bilancio dell'Unione europea, perché sicuramente non può essere aumentata la percentuale di risorse posta in capo ai singoli Paesi. Ritengo quindi che sia necessario riflettere seriamente sull'aumento dei mezzi propri dell'Unione europea se vogliamo ottenere alla fine questo tipo di risultato.
  Credo che il tema della semplificazione che lei ha posto debba essere sviluppato in generale, ma, in particolare, per quel che riguarda la programmazione agricola europea, perché chiunque abbia avuto a che fare con i PSR o con le procedure previste, ad esempio, dai vari OCM, ha ben chiaro quale sia il livello di complessità che, in ultima analisi, ricade sulle singole imprese che intendono utilizzare questo tipo di risorse.
  Credo, inoltre, che sia molto importante realizzare un piano di interventi per le infrastrutture logistiche per i prodotti alimentari a sostegno dell'export, al quale lei ha fatto riferimento, e saremo ben lieti di collaborare su questo. Abbiamo, infatti, molteplici settori che per la loro dimensione, per la loro storia, per la loro esperienza, sono strutturati ormai per poterlo fare, e numerosissime produzioni di qualità che avrebbero delle potenzialità straordinarie, ma che in molti casi sono limitate proprio dall'incapacità di raggiungere in modo utile, in termini di servizi, i mercati di destinazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Caretta.

  MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Signora Ministro, a nome del Gruppo Fratelli d'Italia le auguro un buon lavoro e la ringrazio per la sua relazione, che apprezziamo nei contenuti.
  Condividiamo che è necessario fare una programmazione a lungo termine e non affrontare sempre e solo le emergenze. Siamo fermamente convinti che l'agricoltura rappresenti oggi un volano importante per la nostra economia e, proprio per questa ragione, dobbiamo creare le condizioni utili a facilitare l'inserimento dei giovani come conduttori agricoli. I giovani rappresentano il futuro del nostro Paese, della nostra economia e dell'agricoltura.
  In questo settore da sempre l'Italia sa esprimere delle vere e proprie eccellenze in una quantità tale che risulta difficile numerarle tutte, ma che proprio per questi standard così elevati e la vastità della produzione, richiedono un'attenzione particolare da parte delle istituzioni. Un'attenzione che prevede necessariamente l'attuazione di politiche adeguate per difendere il Made in Italy, come ad esempio nel caso dell'etichettatura. Un'etichettatura che spieghi chiaramente dove sia stato prodotto e lavorato il bene consente al consumatore di sentirsi garantito al 100 per cento, evitandogli di incappare in prodotti contraffatti e in pratiche sleali.
  Senza entrare nel dettaglio, lei stessa ha ricordato poc'anzi il dato di quanto ci costa l'Italian sounding: circa 100 miliardi di euro di mancati introiti alle nostre imprese. Nel contempo, bisogna anche operare al fine di assicurare una tracciabilità certa delle materie prime che entrano in Italia.
  Riteniamo necessaria una semplificazione delle pratiche burocratiche alle quali sono costrette ad ottemperare le nostre aziende agricole, agevolandole nell'accesso al credito, al fine di consentire loro di poter rimanere competitive nel mercato. Occorre agevolare e semplificare l'uso dei voucher. Dobbiamo anche prevedere degli aiuti per i danni non assicurabili causati dai cambiamenti climatici.
  Occorre finalmente dedicare più attenzione all'agricoltura di montagna, non solo per arginare lo spopolamento in corso, ma per promuovere azioni e progetti volti a renderla nuovamente attuale e sostenibile, affrontando anche il problema dei danni provocati dalla fauna selvatica su tutto il territorio italiano, un problema di sicurezza per le persone, per gli animali di allevamento, che richiede una complementarietà tra attività venatoria e agricola, facendo in modo che la fauna selvatica possa diventare finalmente una risorsa per i nostri imprenditori agricoli, così come avviene in tutta Europa. Pag. 13
  Ci sono alcuni progetti di legge fermi nelle Commissioni, bloccati da posizioni ideologiche di una parte della sua maggioranza. Riteniamo, invece, che a quest'emergenza debba essere data la giusta attenzione, così come ha dichiarato lei: programmare e non affrontare le emergenze. Abbiamo infine appreso dai giornali che lei vuole aprire agli OGM e che è favorevole al Trattato di libero scambio tra Unione europea e Canada: vorremmo capire qual è la sua posizione ufficiale.

  PRESIDENTE. Do la parola alla senatrice Abate.

  ROSA SILVANA ABATE (M5S). Signor Ministro, ho ascoltato con molta attenzione la sua relazione nella quale ha affrontato dei temi che sono importanti. Lei ha parlato delle variazioni climatiche e di tutti i provvedimenti che vanno presi per queste situazioni perché hanno ormai delle ricadute anche importanti sull'agricoltura, con danni che vengono perpetrati nei confronti delle aziende agricole.
  Lei ha parlato di protezione delle zone montane e questo è un tema rilevante perché investe anche l'equilibrio idrogeologico e la necessità di evitare lo spopolamento di tali aree. Ha anche parlato della sua determinazione, che apprezzo molto, nel tutelare i terreni da destinare all'agricoltura. Da troppi anni ormai vediamo, infatti, che i terreni vengono cementificati e sottratti all'agricoltura, e in genere si tratta di terreni pregiati, terreni di pianura.
  La domanda che vorrei rivolgerle riguarda la pesca. I pescatori ci rimproverano sempre di sentirsi trascurati dalle politiche del Ministero. Lei ha parlato anche di infrastrutture a servizio della pesca e questo è importante. Io vengo da una zona con una flotta di 80 pescherecci, che non hanno neanche un porto sicuro dove rifugiarsi, perché hanno il porto, ma non hanno l'elettricità e in questo senso sto lavorando.
  In questi giorni i nostri pescatori sono in agitazione perché continuano a rivendicare norme più appropriate per la piccola pesca che tocca le coste dell'Adriatico, perché il regolamento europeo attuale è adatto per le pratiche portate avanti nel Nord Europa e costringe i nostri pescatori ad una lunga burocrazia. Quali risposte immediate lei vuole dare, signor Ministro, a questi pescatori, per tranquillizzarli e garantire loro il giusto reddito, al quale lei ha fatto riferimento anche nella sua relazione?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Viviani.

  LORENZO VIVIANI (LEGA). Signor Ministro, faccio alcune precisazioni anche riallacciandomi all'intervento del mio collega Bergesio.
  Mi è piaciuta la sua presentazione molto di ampio respiro, però l'agricoltura è anche concretezza, quindi le faccio due rapide domande. Nella sua relazione non ha parlato affatto, ad esempio, dell'ippica e della situazione che ci hanno lasciato i Governi precedenti, che è disastrosa. Vorrei sapere, quindi, cosa intenda fare in questo settore.
  Mi riallaccio poi alle parole della collega Caretta per quanto concerne la fauna selvatica. Non abbiamo sentito da lei una parola sul più grande disastro che forse, insieme alla cimice asiatica, devono affrontare i nostri agricoltori; vorrei conoscere dunque su questo la posizione del Ministero. Sono tutte tematiche che sono a cavallo delle competenze di un altro Dicastero, quello dell'Ambiente, ma vorremmo sapere qual è la sua posizione. Lei, Ministro, ci ha rassicurato sulla questione del gasolio agricolo, e, più in generale su quello dei sussidi ambientalmente dannosi, però nell'ambito di tali sussidi ci sono tantissime voci che riguardano la nostra agricoltura: i sussidi per la soia, la zootecnia, il mais, il riso, sono addirittura ricompresi, con riferimento alla pesca, i sussidi per i lavoratori dipendenti durante il periodo del fermo biologico, che è un vero e proprio paradosso.
  Parlando di pesca, lei anche su questo tema ha fatto una descrizione di ampio respiro delle linee di azione, però vorremmo sapere concretamente come intende operare sulle partite più rilevanti Pag. 14come, ad esempio, quella del tonno. Come ha detto la senatrice Abate, è in corso uno stato di agitazione – colgo l'occasione per esprimere da parte nostra, ma penso anche di tutti i colleghi, la massima solidarietà agli agenti delle forze dell'ordine che sono stati coinvolti negli incidenti – che denota una tensione enorme tra l'Italia e l'Europa. Sappiamo che i regolamenti europei non dipendono da lei, ma dall'Europa, ma vogliamo sapere qual è la sua posizione verso questi regolamenti che sono mal tarati e stanno mettendo in crisi la nostra pesca.
  Per quanto concerne le politiche forestali, osservo che lei ha fatto solo un accenno velocissimo, ma considerato che riguardano il nostro polmone verde vorremmo sapere con precisione cosa intenda fare. Alcune Regioni hanno una ricchezza enorme nel patrimonio forestale, abbiamo visto cosa vuol dire perdere, come è accaduto ad ottobre 2018, una ricchezza enorme, perché in Veneto e in Friuli Venezia Giulia abbiamo dovuto affrontare un'emergenza gigantesca, quindi vorremmo sapere cosa intende fare.
  Lei ha accennato solo all'inizio del suo intervento al problema della cimice asiatica che è la nuova Xylella del Nord. Non bisogna perdere tempo. Le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato hanno approvato due risoluzioni con la massima velocità; ci aspettiamo che il Ministero sia altrettanto veloce, perché il mondo dell'agricoltura non può aspettare.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Cenni.

  SUSANNA CENNI (PD). Ringrazio la Ministra, per la sua relazione, per essere qui, per la sua impostazione, che sinceramente ci sentiamo di apprezzare, di condividere nelle sue priorità, ma anche nella volontà che lei ha espresso di illustrare una visione nuova dell'agricoltura.
  Le sono grata che siano state ritrasferite al Ministero per i beni culturali le competenze in materia di turismo, in modo tale che il suo Ministero torni ad essere il Dicastero dell'agricoltura, capace di rimettere al centro l'agricoltura, come lei ha detto, ma anche facendo in modo che, con una rinnovata autorevolezza, tutti gli altri Ministeri titolari di competenze che hanno una qualche attinenza con questa materia, si misurino con l'agricoltura. Mi riferisco sicuramente al Ministero della Salute, dell'Ambiente, delle Attività Produttive, del Commercio Estero, della Cultura e del Turismo, perché sono tante le materie che hanno attinenza con il nostro settore.
  Vado avanti in modo un po’ schematico, ma i tempi lo rendono necessario.
  Noi le chiediamo di esercitare una rinnovata autorevolezza in sede europea. Aprire una nuova stagione significa anche questo: mettere in campo una rinnovata capacità di negoziare, di costruire alleanze. Noi abbiamo visto il risultato di alcuni grandi errori che sono stati compiuti in questi mesi. Le questioni strategiche che riguardano la sopravvivenza del mondo agricolo, ma anche la sua competitività, hanno a che fare con le crisi di reddito e con la difficoltà del settore di essere redditizio, con la crisi climatica, con le crisi di mercato che davvero richiedono di essere affrontate con strumenti nuovi.
  Abbiamo visto anche negli anni passati che i risultati raggiunti con l'etichettatura su alcune produzioni, lattiero-casearie e di altri comparti, sono stati il frutto di un lungo lavoro svolto dal Ministro Martina. Noi le chiediamo di effettuare ulteriori passi in avanti in questo settore, per dare riconoscibilità, autorevolezza e competitività ai nostri prodotti.
  Il Governo ha detto con forza che la prossima legge di bilancio sarà caratterizzata da investimenti verdi, da un Green New Deal; ebbene, è necessario che una cifra di questi investimenti riguardino il settore agricolo. È assolutamente necessario, anche alla luce di quello che ci hanno detto gli scienziati del clima nel loro rapporto annuale, e cioè che l'agricoltura è responsabile del 30 per cento delle emissioni, e anche alla luce di quello che la scorsa settimana ci ha detto Giovannini, illustrando la relazione dell'ASviS, cioè che tra i settori che segnano un arretramento in questo anno, c'è anche l'agricoltura. Quindi noi dobbiamo capire il motivo di Pag. 15tale arretramento e riorientare alcune forme di sostegno, misure e politiche.
  Abbiamo letto all'interno della NADEF l'intenzione di presentare un collegato agricolo alla legge di bilancio. Noi leggiamo con favore questa scelta, ci auguriamo però che questo significhi anche confermare nella legge di bilancio il rifinanziamento di alcuni importanti norme: pensiamo agli sgravi IRPEF, alle misure per i giovani, ma anche a nuove misure che occorre inserire, al rifinanziamento dei distretti per il cibo e di alcune altre leggi, molte delle quali sono state da lei citate e da noi condivise. Aggiungo anche la legge sulla biodiversità che ha bisogno di essere completata nella sua applicazione e di essere rifinanziata. Lo stesso vale anche per il Fondo anti crisi, anche alla luce della vicenda dei dazi, su cui noi avremmo piacere che lei potesse anche venire a riferire in Aula, in modo da poter discutere con autorevolezza anche di questa difficile situazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l'onorevole Gadda.

  MARIA CHIARA GADDA (IV). Signora Ministra, la ringrazio soprattutto per la sua concretezza e per la visione strategica.
  Riprendo alcuni passaggi del suo intervento e anche alcuni interventi dei colleghi. Parto da un tema toccato dal collega della Lega: il turismo. Io ritengo che la scelta di questo Governo sia lungimirante. È stata miope la scelta fatta dal Ministro Centinaio e da questo punto di vista le vorrei chiedere qual è la situazione che lei ha trovato al Ministero, perché il Turismo è stata una delle tante bandiere utilizzate in questo anno, ma risulta che l'organizzazione all'interno del Ministero, rispetto a questa competenza, non sia stata portata avanti durante questo anno.
  Allo stesso tempo, in termini di concretezza e di visione strategica, sottolineo la sua posizione assolutamente concreta, rispetto al tema degli accordi commerciali. Noi ben sappiamo che in Europa vige il principio di precauzione, che non è mai stato e non sarà mai messo in discussione, ma credo che nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, una discussione più serena sotto questo profilo debba essere messa in atto, soprattutto in relazione al grande tema geopolitico con cui ci stiamo confrontando in queste ore, che è la contrapposizione tra accordi commerciali e dazi.
  Lei nel suo intervento ha toccato tre tematiche che ritengo fondamentali: l'adattamento ai cambiamenti climatici, donne e lavoro e la fragilità. Lei ha fatto molto bene a ricordare le eccellenze del nostro agroalimentare italiano, delle nostre produzioni, che devono essere tutelate attraverso principi di trasparenza. Questo è un tema che a livello comunitario deve essere portato avanti, proseguendo anche l'impegno e il lavoro importante che aveva condotto il Ministro Martina nell'ottica della trasparenza e della etichettatura.
  In merito ai cambiamenti climatici, osservo che il dibattito sul taglio lineare dei sussidi ambientalmente dannosi – ma anche la sua risposta molto ferma, tesa ad escluderlo per il gasolio agricolo – è molto importante da un punto di vista. È necessario, infatti, quando si parla di cambiamenti climatici e di economia circolare, intendendoli appunto come sostenibilità economica e sociale del sistema, un pieno coordinamento tra i Ministeri. Come ha ricordato il collega Viviani, tra i sussidi ambientalmente dannosi sono stati inseriti anche degli elementi che, di fatto, devono essere organizzati e analizzati più nel dettaglio. Peraltro, l'elenco dei sussidi ambientalmente dannosi mi risulta sia stato fornito dai Ministeri competenti nei mesi passati, e quindi, da questo punto di vista, non è certo sua la competenza e la responsabilità della discussione, che purtroppo ha preoccupato molti agricoltori e molti pescatori. Il tema dell'economia circolare deve quindi essere davvero analizzato e discusso in modo sistemico, così come legato ai passaggi importanti che lei ha citato. Le infrastrutture sono fondamentali e lo saranno ancora di più in prospettiva rispetto all'adattamento che il nostro Paese subirà con particolare riferimento alle aree fragili e alle aree interne.
  Nei mesi scorsi abbiamo votato in Parlamento un provvedimento importante, il decreto-legge sulle emergenze agricole che ha Pag. 16fotografato la visione miope che ha contraddistinto l'approccio all'agricoltura del precedente Governo. Come lei ha ben ricordato, il tema dei cambiamenti climatici colpisce in modo periodico e molto forte il mondo dell'agricoltura e non può essere più organizzato e pensato con la logica e con il criterio dell'emergenza; servono investimenti in infrastrutture, nel contenimento delle risorse idriche. Noi abbiamo, più che altri Paesi Europei, grandi risorse idriche, ma non le sappiamo conservare, non le sappiamo gestire, non le sappiamo trasportare. Quindi, da questo punto di vista, è fondamentale un coordinamento anche con altri Ministeri, in particolare quello dell'Ambiente e delle Infrastrutture e, allo stesso tempo, un investimento nella ricerca.
  Molto rilevante è il suo riferimento alle donne e ai giovani. Vorrei sapere se lei intende proseguire nella direzione individuata nella scorsa legge di bilancio di assegnazione della terra alle famiglie con il terzo figlio. Credo personalmente che questo non sia l'approccio giusto. Giudico positiva, invece, una ricognizione della Banca dati delle terre abbandonate ed incolte, assegnandole, non soltanto ai giovani, ai nuovi imprenditori agricoli e alle donne, ma anche, ad esempio, a cooperative di agricoltura sociale, inserendo, appunto, il ruolo della multifunzionalità agricola. Condivido anche il riferimento al consumo di suolo, considerato che il nostro Paese ha ridotto in questi anni la superficie agricola utilizzata e che questo determina anche gravi situazioni rispetto all'impermeabilizzazione ed al dissesto idrogeologico nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Battistoni.

  FRANCESCO BATTISTONI (FI). Signor Ministro, anche il Gruppo Forza Italia le augura buon lavoro. È difficile non essere d'accordo con le enunciazioni contenute nella sua relazione, quindi, mi auguro che poi insieme potremo contribuire ad approvare provvedimenti condivisi. Naturalmente non mi permetto di rispondere alle osservazioni di altri colleghi, come ha tentato di fare la collega che mi ha preceduto, però vorrei ribadire alcune cose.
  In relazione ai danni da fauna selvatica, osservo che il tema è oggetto di una nostra battaglia politica che abbiamo anche chiesto di affrontare in sede di Commissioni riunite Ambiente e Agricoltura, e sul quale speriamo di avere un supporto da parte del Ministero.
  Non ho sentito, purtroppo, rivolgere un'attenzione sui vari Piani di sviluppo rurale. Ormai le nostre Regioni, purtroppo, sono caratterizzate da una diversa capacità di spesa. Vorrei chiedere a lei, Ministro, se fosse possibile realizzare una cabina di regia per poter ottimizzare al meglio le varie capacità di spesa, anche perché credo che sia fondamentale anche per i nostri agricoltori – questo discorso si potrebbe ricollegare anche alla semplificazione amministrativa – perché molti soldi non riescono ad essere spesi proprio per la complicazione che talvolta alcune Regioni incontrano nella compilazione delle domande.
  In relazione alla valorizzazione del Made in Italy, secondo me ci sono molti rivoli nei quali vanno dispersi i finanziamenti per la promozione; quindi, sarebbe necessario che il Ministero coordinasse tutte le varie risorse stanziate per la promozione del Made in Italy, a favore di Camere di commercio, Regioni e tutte le altre istituzioni che si occupano di tale settore.
  Mi fa piacere che lei Ministro ha parlato delle problematiche della pesca. È di ieri una manifestazione in Puglia, nella quale i nostri pescatori hanno manifestato contro i regolamenti europei per i problemi legati anche alle dimensioni delle reti. Anche noi qui chiediamo un autorevole intervento in sede di Unione europea.
  Richiamiamo poi la sua attenzione sulle emergenze del settore lattiero-caseario nonché sulla mancata adozione dei decreti attuativi delle misure contenute nel decreto-legge sulle emergenze agricole.
  Con riferimento ai cambiamenti climatici credo che sia arrivato il momento di individuare anche un fondo ad hoc per i danni che ormai sono da considerarsi una costante. Lei ha parlato di diffondere le tipologie di eventi assicurabili, cosa che io condivido, ma mi permetto di suggerire, come Gruppo di Forza Italia, anche di Pag. 17ampliarle, perché per esempio, la mancata allegazione dei frutti comincia a diventare un grave problema che non rientra negli eventi assicurabili.
  Ieri, in Commissione al Senato, come purtroppo spesso accade, abbiamo quasi avuto un'imposizione di esaminare in fretta la Nota di aggiornamento al DEF; chiederei, invece, un confronto più meditato sui provvedimenti, anche perché sui temi legati all'agricoltura è difficile fare battaglie ideologiche. Considerato che noi cerchiamo di lavorare per fornire un aiuto ai nostri agricoltori e alla nostra agricoltura, credo che su molti provvedimenti potremmo trovare una convergenza.
  Infine, apprezzo il riferimento ai giovani in agricoltura fatto dalla Ministra, ma noi sosteniamo che i giovani vanno aiutati non soltanto nel momento dell'insediamento, ma soprattutto dopo il loro ingresso, negli investimenti da fare nell'azienda e in particolare nella commercializzazione dei prodotti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il senatore De Bonis.

  SAVERIO DE BONIS (MISTO). Rivolgo i miei complimenti al Ministro per questa rapida rassegna di quello che è lo stato dell'arte dell'agricoltura italiana.
  Io vorrei che il Ministero delle politiche agricole tornasse ad essere il Ministero degli agricoltori, perché in tutti questi anni questo Dicastero ha prestato più attenzione forse agli altri pezzi della filiera e ha trascurato a tal punto il mondo agricolo, quello della pesca e degli allevatori, che oggi la situazione è di crisi.
  Se ci preoccupiamo di ripopolare le campagne è perché le abbiamo già spopolate: ci sono territori dell'entroterra e del Mezzogiorno che si stanno spopolando, comuni che chiudono perché in queste aree l'unica fonte di reddito è l'agricoltura e gli agricoltori non ce l'hanno fatta e in molti, anche di oltre 50 anni, stanno ancora emigrando dalla Sicilia, dalla Puglia, dalla Calabria, dalla Basilicata e abbandonando le loro aziende per andare a trovare altrove una possibilità di lavoro. Quindi ho salutato con favore l'idea della sua attenzione prioritaria alla tutela del reddito degli agricoltori, perché un'azienda agricola chiude quando non fa più reddito e quando nessuno si preoccupa del suo reddito.
  Il reddito degli agricoltori deriva da due fattori: gli aiuti comunitari al reddito, che nello spirito del Trattato di Roma avrebbero dovuto aumentare il livello di equità delle popolazioni rurali, ma nel tempo questa funzione si è esaurita, o quantomeno è stata declinata in modo non proporzionato sui vari territori nazionali, e, soprattutto, la tutela dei prezzi in agricoltura.
  Io vorrei che il suo Dicastero prestasse attenzione ai meccanismi di formazione dei prezzi in agricoltura. È recente una sentenza del TAR Puglia che, anticipando i tempi della politica, ha dimostrato che i prezzi in agricoltura sono prezzi alterati, distorti, mascherati da schermi legali come i bollettini delle Camere di commercio, e che quindi i produttori sono disarmati perché non hanno uno Stato che interviene per regolare i meccanismi di formazione all'origine.
  Riporto il caso della filiera cerealicola, per esempio, in relazione al quale già il Ministro Martina aveva espressamente dichiarato in un tavolo di crisi che i fenomeni di andamento di mercato nazionale nel caso del grano non erano assolutamente correlati con gli andamenti internazionali. Pertanto, diciamo che il mercato italiano è un mercato di lupi, Ministro, un mercato di gente che agisce indisturbata perché sa di rimanere impunita, in quanto le pene e le sanzioni amministrative sono ridicole. Stiamo scoprendo che addirittura le organizzazioni sindacali si mettono a fare i lupi sui loro associati. A breve l'Antitrust si pronuncerà sul monopolio del grano Cappelli e quindi avremo contezza in Parlamento di come viene gestita l'agricoltura in Italia.
  Io spero che si presti attenzioni ai giovani e alle donne, ma non so su quali basi si possa dire oggi ad un giovane «insediati in agricoltura perché lo Stato italiano ha bisogno di risolvere il problema della senilizzazione». Mia moglie non vuole che io dia questo suggerimento a mio figlio, Ministro. Pag. 18 Auspicherei, quindi, che il Ministero, piuttosto che incentrare la propria azione sul caporalato, puntasse ad attuare un decreto del Ministro Catania sul divieto di vendita sottocosto, ad attuare la trasparenza e a recepire rapidamente la direttiva sulle pratiche sleali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Gagnarli.

  CHIARA GAGNARLI (M5S). Ringrazio la Ministra Bellanova per la sua esplicazione delle linee programmatiche che ha toccato sicuramente tutti i punti fondamentali, quindi non ho nulla da aggiungere in termini di obiettivi da perseguire. La ringrazio soprattutto per avere messo in chiaro il metodo di lavoro che intende seguire che anche secondo noi deve essere il più possibile condiviso. La Commissione Agricoltura ha dimostrato di saper lavorare in maniera unitaria per raggiungere obiettivi che effettivamente non dovrebbero avere colori politici e sapere di avere il sostengo del Ministero nel raggiungimento degli obiettivi farà sicuramente bene a questo Paese. Sicuramente abbiamo la necessità di affrontare delle emergenze e quindi nei prossimi mesi dovremo dare delle risposte ai territori. La Ministra giustamente ha parlato della cimice asiatica, della Xylella, che abbiamo affrontato nei mesi scorsi con un'indagine conoscitiva; vi è poi la Sardegna che, insieme ad altri territori, necessita di risposte urgenti. Allo stesso tempo, condivido che bisogna avere una visione: questo Governo ha rimesso al centro della sua azione programmatica la sostenibilità, il contrasto ai cambiamenti climatici, temi dei quali penso sia giusto che tutti ce ne facciamo carico, come legislatori, come cittadini. Quindi noi in primis saremo concordi nel mettere in pratica azioni che vadano a contrastare questi processi che, come abbiamo visto, mettono in ginocchio anche l'agricoltura.
  Credo che tutti dovranno mettersi in gioco per raggiungere tali obiettivi. È necessario però, come ha detto giustamente la Ministra, non andare a toccare in maniera lineare il discorso delle agevolazioni; quindi apprezziamo che la Ministra abbia rassicurato su ciò che aveva allarmato tutto il settore primario. È giusto quindi, in un momento di crisi in cui l'agricoltura soffre per vari motivi, legati ai cambiamenti climatici, ai dazi, alla concorrenza sleale, non andare ad appesantire ulteriormente il settore primario. Al contempo, è necessario avere una visione, quindi anche in questo caso andare a sviluppare la ricerca, l'innovazione dei metodi produttivi in modo da avere degli obiettivi di sostenibilità, di remunerabilità dell'azienda e di sostegno al reddito, anche di rinnovamento di chi conduce le aziende, tutto questo in un'ottica di semplificazione. Ricordo, a tal proposito, come ha detto anche la Ministra, che la Commissione agricoltura e il Parlamento nel suo complesso, hanno lavorato a delle proposte di legge che dovrebbero essere portate a compimento con l'impegno di tutti, tra cui questa della semplificazione su cui chiedo alla Ministra se anche come Ministero ha delle idee da portare avanti nel breve periodo.

  PRESIDENTE. Do ora la parola all'onorevole Fornaro.

  FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Ministro, ovviamente anche noi le rivolgiamo l'augurio di buon lavoro. Io credo che forse anche tra di noi si dovrebbe iniziare a parlare di agricolture, più che di agricoltura, nel senso che non solo le caratteristiche geografiche, la molteplicità dei settori portano a un carattere plurale, ma credo che, anche ragionando nell'ambito di territori simili vi siano agricolture «povere» e agricolture che possiamo definire «ricche», cioè con un valore aggiunto maggiore. Quindi questo oggettivamente è un elemento che tende a rendere anche più complessa la sua attività e l'attività del Ministero, richiedendo la capacità di distinguere anche in territori affini situazioni molto diverse.
  Credo che ci siano tre terreni sui quali lei dovrebbe ricercare un'alleanza con i suoi colleghi degli altri Dicasteri. C'è un tema che riguarda le aree interne e quindi la necessità di recuperare risorse per sostenere in questo caso un'agricoltura povera, che in molti casi è un'agricoltura di montagna o quella della collina svantaggiata; non c'è, infatti, soltanto la collina del Barolo, ma c'è anche la collina Pag. 19del Dolcetto, dove la differenza di prezzo delle uve è stratosferica. Occorre quindi un sostegno vero anche nella logica che lei ha ricordato prima del dissesto idrogeologico, del ruolo di sentinella del territorio da parte dei contadini.
  C'è poi il tema del Green New Deal. Concordo con le considerazioni della collega Cenni in relazione al fatto che di fronte a questi investimenti oggi leggiamo che finalmente l'Europa sceglie di togliere dal calcolo del deficit gli investimenti sui terreni ambientali. Credo che su questo l'agricoltura possa fare molto e si possa dare anche da questo punto di vista un contributo importante rispetto al contrasto ai cambiamenti climatici e per dare un segnale positivo. Ricordo anche la mozione unitaria che abbiamo approvato alla Camera lo scorso 26 febbraio sul divieto dell'utilizzo dei pesticidi, volta quindi a promuovere un'agricoltura più pulita.
  Da ultimo, vi è ovviamente la questione legata alla sicurezza alimentare che investe anche le competenze del Ministero della salute.
  Credo che vi sia quindi una molteplicità di temi in una logica plurale che è la cifra con cui nei prossimi mesi dovremmo lavorare anche insieme a lei per riuscire a dare risposte alle questioni che sono numerose, e non sintetizzabili nei pochi minuti che abbiamo a disposizione, ma anche in questa prospettiva di dare all'agricoltura quel ruolo fondamentale che ha nell'economia e nella società italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l'onorevole Schullian.

  MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Signor Ministro, ho apprezzato molto quanto da lei ha esposto, soprattutto la sua concretezza, e mi auguro che questa concretezza accompagni il suo lavoro quotidiano.
  Anch'io vorrei soffermarmi sulla necessità e sull'importanza della semplificazione, soprattutto della semplificazione concreta. Il contadino non può essere condannato a fermarsi innanzi al computer, ma deve essere messo in grado di svolgere il suo lavoro quotidiano, che è il lavoro sulla terra e con la terra, ferma restando la necessità di quelle incombenze tese a garantire la qualità, la genuinità e la rintracciabilità dei prodotti, la redditività del lavoro agricolo e la tutela dei lavoratori. Queste incombenze comunque devono essere limitate alle misure adeguate e indispensabili, senza appesantire il lavoro quotidiano. Su questo dobbiamo lavorare, abbiamo una proposta di legge in corso di esame presso la Commissione Agricoltura della Camera il cui iter spero possa essere accelerato e il cui testo mi auguro che possa essere arricchito con ulteriori misure di semplificazione.
  Le faccio un esempio sulla concretezza e sull'adeguatezza delle incombenze riferendomi alla lotta alla mafia e al caporalato, che lei giustamente ha citato, e alle misure repressive di questo fenomeno che contestualmente, però, impediscono nella nostra terra l'esercizio di una tradizione secolare, cioè dell'aiuto reciproco dei contadini nella raccolta dei frutti e nella vendemmia. Lei sa che il nostro carattere è teutonico, ma nei nostri territori i controlli sono a tappeto e pertanto non è più possibile portare avanti questa tradizione. Chiediamo, pertanto, una soluzione anche a questi problemi.

  PRESIDENTE. Essendo intervenuti tutti i gruppi, comunico che possono avere luogo eventuali interventi aggiuntivi della durata di un minuto. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Liuni.

  MARZIO LIUNI (LEGA). Signor Ministro, innanzitutto le auguro buon lavoro. Vorrei sapere se ha intenzione di sostenere un'iniziativa parlamentare per il ripristino del Corpo Forestale dello Stato e quale sia la sua posizione su tale argomento?
  Riguardo all'apicoltura, che non ha citato nella sua relazione, le domando quali azioni intende mettere in atto per contrastare la moria delle api.
  Svolgo poi una breve considerazione sul rimboschimento. Tutti stanno con Greta, ma il Ministro credo di no, perché non ha fatto nessun accenno a un piano di rimboschimento Pag. 20 dei centri urbani. Voglio solo ricordare, invece, che una sola pianta in un centro urbano è in grado di raffrescare come 10 condizionatori accesi tutto il giorno.
  In ultimo, mi permetta una battuta: ringrazio l'onorevole Gadda per il suo ruolo di Ministro ombra, nel quale ha risposto al 60 per cento dei quesiti a lei posti.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Dal Moro.

  GIAN PIETRO DAL MORO (PD). Signor Ministro, parte della mia richiesta è già stata avanzata dalla collega Cenni, ma nello specifico volevo sapere se si impegnerà per sostenere l'ampliamento del Fondo anticrisi stabilito in Europa, che oggi è finanziato per 450 milioni per tutti gli Stati europei per tutte le crisi. È un investimento che deve essere portato almeno a un miliardo e mezzo, e che è stato già utilizzato per 100 milioni di euro in occasione dell'operazione ortofrutta che riguardava la Russia.
  Riguardo al tema delle assicurazioni, ritengo che occorra considerare non solo i cambiamenti climatici e le intemperie, ma aprire una nuova stagione della mutualità in Italia perché si possa garantire alle aziende agricole una stabilizzazione del prezzo, in modo tale che possa esserci un intervento da parte del Governo a sostegno di quelle produzioni che hanno uno sbalzo di redditività superiore al 25-30 per cento, come accade in alcune esperienze significative negli Stati Uniti, attraverso un fondo assicurativo di mutualità che dia garanzia alle aziende agricole di avere la certezza del reddito indipendentemente dalle oscillazioni di mercato.

  PRESIDENTE. Do la parola alla senatrice Caligiuri.

  ANNA CARMELA MINUTO (FI-BP). Naturalmente mi associo agli auguri di buon lavoro, Ministro, ci mancherà tra i banchi del Senato.
  Ieri ho partecipato allo sciopero fatto dai pescatori nelle mie zone, in Puglia. Si sentono abbandonati e non più rappresentati da alcuna organizzazione, né sindacale né dalle stesse organizzazioni dei pescatori, quindi chiedono lei, Ministro, di poter partecipare, al Tavolo che è convocato per il 24 ottobre. Questi pescatori vorrebbero esprimere il loro pensiero direttamente a lei, Ministro, perché hanno molta fiducia in lei. Non hanno soltanto il problema delle famose multe – ad esempio a Taranto alcuni di loro hanno avuto delle multe altissime di 24 mila euro che non possono permettersi di pagare – ma soprattutto quello legato al fatto che prima c'era soltanto la Guardia costiera che li bloccava, mentre adesso ci sono anche le autorità di Bruxelles che li fermano in mare. I pescatori sono distrutti non soltanto dalle multe ma soprattutto dalla questione delle reti. La proposta che loro avrebbero voluto fare ieri al nostro Presidente della Regione, che poi non li ha ricevuti, è quella di uno studio finanziato da alcuni biologi marini, per dimostrare che nel Mediterraneo si sono già riprodotti i pesci con quella taglia e che pertanto possono usare finalmente le maglie un po’ più strette perché la loro difficoltà è proprio questa.
  Mi auguro poi che nella prossima legge di bilancio non siano aumentate le accise sul gasolio.

  PRESIDENTE. Si sono conclusi gli interventi. Ringrazio la Ministra per la sua presenza e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta, nella quale la Ministra potrà fornire le risposte alle molteplici questioni sottoposte alla sua attenzione. Ho visto che gli appunti sono stati numerosi.
  Dichiaro quindi chiusa la seduta.

  La seduta termina alle 9.25.