XVIII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 13 di Giovedì 21 febbraio 2019

INDICE

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'EMERGENZA LEGATA ALLA DIFFUSIONE DELLA XYLELLA FASTIDIOSA NELLA REGIONE PUGLIA

Seguito dell'esame
del documento conclusivo.

Gallinella Filippo , Presidente ... 3 
Cunial Sara (M5S)  ... 3 
Gallinella Filippo , Presidente ... 3 
Cunial Sara (M5S)  ... 3 
Gallinella Filippo , Presidente ... 3 
Cunial Sara (M5S)  ... 3 
Gallinella Filippo , Presidente ... 3 
Cunial Sara (M5S)  ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Gadda Maria Chiara (PD)  ... 4 
Gallinella Filippo , Presidente ... 4 
Gadda Maria Chiara (PD)  ... 4 
Gallinella Filippo , Presidente ... 4 

Seguito dell'esame e approvazione del documento conclusivo:
Nevi Raffaele (FI)  ... 4 
L'Abbate Giuseppe (M5S)  ... 5 
Gadda Maria Chiara (PD)  ... 5 
Cunial Sara (M5S)  ... 5 
Gadda Maria Chiara (PD)  ... 5 
Viviani Lorenzo (LEGA)  ... 6 
Fornaro Federico (LeU)  ... 7 
Caretta Maria Cristina (FDI)  ... 7 
Gallinella Filippo , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Documento conclusivo approvato dalla Commissione ... 9 

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FILIPPO GALLINELLA

  La seduta comincia alle 10.

Seguito dell'esame
del documento conclusivo.

  PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'emergenza legata alla diffusione della Xylella fastidiosa nella regione Puglia.
  Ricordo che nella seduta del 13 febbraio scorso i colleghi L'Abbate e Viviani hanno illustrato la proposta di documento conclusivo, invitando i gruppi ad inviare eventuali proposte di modifica o integrazioni, e che nella seduta di ieri la deputata Gadda ha illustrato alcune proposte di modifica al documento, le quali sono state accolte dai relatori ed inserite in un nuovo testo, che è stato inviato a tutti i deputati per le vie brevi (vedi allegato).
  Do la parola ai colleghi che desiderano intervenire in dichiarazione di voto.

  SARA CUNIAL . Grazie, presidente. Intervengo per svolgere alcune considerazioni.
  Ho letto la relazione conclusiva del collega L'Abbate e l'unica cosa che posso dire è che bastava dire prima quale fosse il reale obiettivo di questa indagine, cioè quello di avallare delle teorie – perché di teorie si tratta – di quelli che ancora oggi purtroppo figurano in una lista di indagati. Ci saremmo risparmiati tutta questa bella perdita di tempo, qualcuno avrebbe evitato qualche mal di pancia e la sottoscritta avrebbe evitato qualche intimidazione mafiosa.

  PRESIDENTE . Onorevole Cunial, lei fa un intervento a titolo personale? Eravamo in dichiarazione di voto.

  SARA CUNIAL . Sì.

  PRESIDENTE . In dissenso dal Gruppo?

  SARA CUNIAL . Sì.

  PRESIDENTE . Perfetto.

  SARA CUNIAL . Tutto questo elenco di teorie – lo ripeto: sono teorie – è avallato dagli stessi esperti iscritti nel registro degli indagati da almeno una delle quattro Procure che stanno investigando sulla questione Xylella, oppure sono portatori di enormi conflitti di interesse, essendo enormemente indebitati per l'acquisto della varietà brevettata.
  Quando non sono indagati, questi super esperti, che si fanno anche chiamare professori, ma non lo sono, vanno consigliando a noi «poveri adepti» di bere ogni mattino un bel bicchiere di glyphosate, perché tanto è tutta salute!
  D'altro canto, sarebbe stato troppo semplice, invece, ascoltare i consigli e le teorie – questa volta empiricamente verificate in pieno campo – di esperti indipendenti dal cerchio magico di Bari, che sin dal primo giorno in cui è arrivato quel famoso «pacco» (vi invito di nuovo a leggere il report della Procura su questo) ha monopolizzato la questione, come hanno denunciato i colleghi italiani delle altre regioni anche in questa sede, negando ogni confronto che è a base del metodo scientifico.
  Professionisti degli altri enti di ricerca e professori universitari anche emeriti ci dicono, infatti, che con il batterio presente da almeno 15 anni in Puglia e dagli anni Pag. 4 Novanta in Italia, si può convivere, puntando a rinforzare le piante e i terreni in cui abitano, ricostituendone il microbiota, perso a seguito di anni di sfruttamento. Cosa che dimostrano in pieno campo con ricerche che proseguono da almeno 2 anni e che a breve saranno pronte per la pubblicazione anche in peer review. Le piante tornano a fruttificare!
  Capisco che il PD segua la linea del precedente decreto Martina; durante questa indagine ho capito anche molte cose di alcune posizioni assunte da alcuni miei colleghi del Movimento 5 Stelle, e a questo punto mi rivolgo a voi della Lega, tanto decidete voi qui dentro! Siete sicuri di voler ipotecare il futuro degli agricoltori e di un'intera regione per seguire le promesse di una lista di indagati? Siete sicuri di volervi assumere questa responsabilità, sottoscrivendo un testo che indica delle linee guida del tutto incostituzionali? Tra qualche anno potrebbe non esserci più alcun «super esperto» a piede libero a proteggerci da questo disegno.
  A noi del Movimento 5 Stelle, anche di recente, sul territorio pugliese è stato consigliato di vergognarci nel rivedere le promesse elettorali. Io l'ho fatto, è un buon esercizio e lo consiglio anche agli altri miei colleghi. Per questo ovviamente voterò contro la proposta di documento conclusivo.

Sulla pubblicità dei lavori.

  MARIA CHIARA GADDA . Intervengo per porre una questione non di merito rispetto a quello che ha detto la collega, ma di metodo. Io all'inizio della legislatura avevo chiesto per ogni seduta il circuito chiuso, come mai non è stato chiesto in questa seduta il circuito chiuso e la registrazione della seduta?

  PRESIDENTE . Per un mio errore non ho dichiarato all'inizio della seduta l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Dispongo, pertanto, che siano attivati ora.

  MARIA CHIARA GADDA . Se è possibile attivarli ricominciamo.

  PRESIDENTE . Però comunque è un circuito chiuso, non è la diretta web della Camera. Mi segnalano che lo stenografico comunque c'è. Possiamo attivare il circuito; è stato un errore del presidente.

Seguito dell'esame e approvazione
del documento conclusivo.

  RAFFAELE NEVI . Presidente, abbiamo assistito ad una dichiarazione importante dal punto di vista politico della deputata Cunial. Penso che se ne parlerà anche fuori da questa Commissione, perché, a forza di fare promesse che poi alla luce dei fatti non possono essere mantenute, alla fine ci scappa pure questo.
  Noi pensiamo che con questa indagine conoscitiva sia stato fatto un buon lavoro. D'altronde, a differenza del Movimento 5 Stelle che, in effetti, in campagna elettorale aveva sostenuto queste tesi, dal nostro punto di vista totalmente sballate – almeno l'onorevole Cunial è coerente – noi di Forza Italia abbiamo passato la campagna elettorale a sostenere, invece, quello che troviamo scritto in questa proposta di documento conclusivo.
  Abbiamo detto che il precedente Governo non era stato tempestivo nell'affrontare questa situazione. Abbiamo detto che è necessario costruire le condizioni affinché si intervenga e si tolgano i «tappi» che ci sono e che hanno impedito un repentino intervento sugli ulivi malati.
  Questo è un documento conclusivo molto importante, a mio avviso, perché poi sulla base di questo affronteremo la discussione del famoso decreto-legge – che speriamo arrivi presto, se la decisione ultima del Governo sarà confermata – e quella sarà un'occasione per confrontarci.
  Per ora ci rallegriamo del fatto che nel Movimento 5 Stelle (con la Lega c'era stata sempre un'identità di vedute da questo punto di vista) ci sia stato un cambio di indirizzo nella direzione da noi auspicata in campagna elettorale, che speriamo porti anche a trovare una soluzione per questi territori pesantemente provati non solo dalla Xylella, ma anche dalle gelate e da tutto quello su cui abbiamo discusso, nonché Pag. 5 anche da ripetute promesse fatte dal Governo all'inizio della legislatura, che speriamo si concretizzino finalmente in questo famoso decreto-legge in arrivo.
  Per queste ragioni, Forza Italia voterà a favore della proposta di documento conclusivo come riformulata.

  GIUSEPPE L'ABBATE . Grazie, presidente. Voglio ringraziare tutti i colleghi per i contributi che ci hanno inviato, per l'approccio con cui è stata portata avanti questa indagine conoscitiva e ringrazio anche gli uffici per l'enorme lavoro svolto.
  Abbiamo audito più di 33 soggetti, che hanno apportato tutte le informazioni possibili. L'obiettivo dell'indagine conoscitiva non era quello di individuare delle responsabilità, ma di capire il fenomeno che, purtroppo, stiamo vivendo drammaticamente in Puglia, la regione più olivicola d'Europa che è stata messa in ginocchio da un batterio che non lascia scampo, da quanto è emerso dall'indagine, alle piante che vengono colpite.
  La scienza parla per pubblicazioni scientifiche; quindi, chi propone delle tesi deve poi fare delle pubblicazioni scientifiche. C'è chi le ha fatte e chi ancora, invece, non le ha fatte e queste pubblicazioni scientifiche poi vengono anche verificate da altri gruppi. Nove gruppi di ricerca a livello mondiale hanno fatto pubblicazioni scientifiche in merito; quindi la situazione attuale è quella che viene fotografata nelle conclusioni dell'indagine conoscitiva, ed è quel lavoro che, grazie alla collaborazione di tutti i Gruppi, sarà anche a supporto del decreto che il Ministro Centinaio sta per emanare e che arriverà poi in discussione alla Camera e dunque nella nostra Commissione.
  C'è un grande lavoro da fare per cercare di fermare questa fitopatia. Il Movimento 5 Stelle già da diversi anni parlava di patto sul territorio che bisogna stringere tra tutti gli enti interessati, perché questa fitopatia si ferma solo se gli agricoltori, i comuni, le province, la regione, lo Stato, tutti insieme mettono in atto le misure necessarie a fermare l'avanzamento del batterio. Se uno solo di questi soggetti dovesse desistere, barcollare, non mettere in atto quelle misure necessarie, non potremmo vincere questa battaglia e metteremmo a rischio l'olivicoltura non solo di tutta la regione, ma anche di tutto il Paese, perché non sappiamo dove potrebbe fermarsi il vettore che trasporta il batterio.
  Ringrazio ancora una volta per lo spirito di collaborazione tutti i colleghi e ringrazio il relatore Viviani che mi ha supportato nella gestione della grande mole di informazioni da inserire nel documento conclusivo.
  Dichiaro, quindi, il voto favorevole del Movimento 5 Stelle sulla proposta di documento conclusivo.

  MARIA CHIARA GADDA . Dichiarando il voto favorevole del Gruppo Partito Democratico, ringrazio il relatore per aver recepito alcune integrazioni e proposte di modifica che il mio Gruppo ha presentato.
  Il documento conclusivo, come già ricordato dal relatore, include le numerosissime audizioni che questa Commissione ha svolto, peraltro anche dando ascolto a diverse posizioni. Credo, quindi, che questa Commissione abbia analizzato lo stato dell'arte con assoluta laicità (passatemi questo termine). Sono state audite anche alcune professionalità, che peraltro non hanno delle pubblicazioni riconosciute a livello internazionale; tuttavia, la Commissione giustamente, per approfondire la tematica, ha ritenuto opportuno non soltanto sentirle in audizione, ma, nel corso della missione che questa Commissione ha effettuato in Puglia, anche visitare i campi in cui queste ricerche sono portate avanti.
  Credo quindi, anche considerando le modalità con cui si sono svolti i nostri lavori, che sia ingeneroso – mi riferisco all'onorevole Cunial, che rispetto per la coerenza e per la sua posizione – e non opportuno riferirsi a professori universitari che insegnano in università italiane riconosciute, di altissimo livello, nei termini utilizzati dalla collega, perché parliamo di professori universitari che, a differenza di altri, hanno pubblicazioni internazionali.

  SARA CUNIAL . Sono indagati.

  MARIA CHIARA GADDA . Io non l'ho interrotta. Sono indagati, ma questa Commissione Pag. 6  non è un tribunale, non valuta profili di questo tipo. Soprattutto, non posso entrare nel merito di un'audizione che è stata secretata, ma eviterei anche in questa sede, considerato che i nostri atti sono pubblici, di citare fatti che probabilmente possono anche allarmare la popolazione, come quello che lei ha citato del famoso «pacco» che in questa Commissione, di fatto, è stato smentito, perché il documento conclusivo mostra come il fenomeno abbia subìto un percorso abbastanza complesso. Lasciamo, quindi, fare alla giustizia e ai tribunali il loro corso rispetto a un fenomeno che è abbastanza controverso anche nelle sue modalità. Eviterei di alzare polveroni che in questa fase, come ricordato dall'onorevole L'Abbate, non sono utili.
  Ribadisco però la coerenza dell'onorevole Cunial. Mi fa piacere che in questa legislatura, invece, in particolare il Gruppo Movimento 5 Stelle, dopo un percorso di audizioni e un'analisi approfondita del fenomeno, ma soprattutto con la presa d'atto di come la diffusione della Xylella fastidiosa abbia avuto un impatto devastante sui territori pugliesi, sia venuto su posizioni che erano già state avviate nella precedente legislatura. Il documento conclusivo evidenzia, infatti, che l'attività svolta in questa legislatura è assolutamente in continuità con le misure previste inizialmente dal Piano di emergenza Silletti, rispetto al quale ben conosciamo le motivazioni che hanno portato a bloccarlo, che sono legate a contenziosi.
  Quindi, il fatto che tutte le forze politiche siano concordi sull'analisi e sulle conclusioni che questo documento conclusivo ha portato in questa legislatura significa che, almeno in questa fase, si riuscirà a fare quello che in passato non si è riusciti a fare, cioè aiutare anche i territori a conoscere davvero questo fenomeno e a capire, insieme ai territori, come contrastarlo.
  Nella scorsa legislatura il Piano Silletti, che diciamo non era stato calato dall'alto, era coerente con i protocolli approvati dall'Unione europea. Quindi, in questa sede credo sia opportuno ribadire che quanto è stato fatto in passato e quanto probabilmente viene fatto in questo momento, e sarà fatto in futuro, è coerente con i protocolli che l'Unione europea prevede non soltanto per il nostro Paese, ma anche per altri Stati membri.
  Anche noi siamo desiderosi di conoscere i contenuti del decreto-legge, di cui si è molto parlato, che dovevano essere inseriti nel Decreto semplificazione. Noi siamo a disposizione per confrontarci perché a tutti noi interessa lavorare in modo costruttivo, per salvaguardare il potenziale produttivo della Puglia, quindi non soltanto degli olivicoltori, ma di tutta la filiera. Il tema poi non riguarda soltanto la Puglia, ma è un tema nazionale, perché gran parte dell'olio made in Italy è fatto in Puglia, quindi ogni ulteriore passo utile per raggiungere quell'obiettivo troverà il Partito Democratico presente.

  LORENZO VIVIANI . Limitandomi a preannunciare il voto favorevole del gruppo Lega sulla proposta di documento conclusivo, aggiungo solo qualche osservazione a quello che hanno detto i miei colleghi.
  Questo documento è la sintesi di un ciclo di audizioni lunghissimo e di una missione in Puglia, che sono stati aperti a tutti gli interlocutori; addirittura siamo andati a vedere pseudo cure palliative senza la minima base scientifica, che mi hanno sconcertato. Ci siamo aperti a tutte le possibilità, sebbene come Lega avessimo già un'idea ben precisa, che era quella dell'eradicazione, di attuare un piano di quarantena, di fare degli interventi veloci e decisi.
  Questa è la sintesi del ciclo di audizioni lunghissimo, interessante e necessario che si è svolto in questa prima parte della legislatura.
  Ricollegandomi a quanto detto dai miei colleghi, lo spirito che c'è stato, e che spero rimanga fino in fondo, al momento della votazione, è quello dell'unione. Ribadisco che siamo andati in missione, abbiamo visto una terra dilaniata da questo batterio e dall'incuria dalla politica (fatemelo dire). Adesso è il momento di agire e ringrazio tutti commissari perché con questo lavoro forniamo sicuramente un ulteriore strumento al Governo e ai cittadini per conoscere Pag. 7  meglio questo problema. Lo abbiamo portato alla ribalta mediatica – ci hanno pensato anche le varie proteste a farlo – ed era necessario farlo sapere al popolo, perché è un problema gravissimo.

  FEDERICO FORNARO . Ringrazio chi ha predisposto il documento conclusivo dell'indagine con un impegno che credo sia testimoniato dal testo.
  Inevitabilmente, le indagini conoscitive non possono che fare una fotografia, che poi si presta anche a letture differenti, come è giusto che sia, perché non può andare a delineare con nettezza scelte che poi dovranno essere oggetto del decreto-legge, sul merito del quale ci sarà anche un giudizio maggiormente politico.
  Mi permetto solo di sottolineare l'esigenza di agire con maggiore forza non soltanto sul piano relativo ai contributi e agli interventi economici, ma anche sul tema dell'informazione allo scopo di aumentare la prevenzione.
  Nella mia storia ho vissuto nei territori una vicenda che non aveva questa portata, ma che ha degli elementi di similitudine: mi riferisco all'arrivo della flavescenza dorata sulla vite nei nostri territori. Credo sia necessario far crescere la consapevolezza di questo problema, della necessità di azioni di prevenzione anche quando sono dolorose dal punto di vista non soltanto economico, ma anche psicologico (ovviamente per l'ulivo che ha una vita molto più lunga questo elemento è ancora più accentuato).
  Nonostante tutti gli impegni, a distanza di moltissimi anni il problema della flavescenza non è ancora stato risolto, perché anche da un punto di vista scientifico alcune delle certezze non sono arrivate a determinare il risultato finale positivo.
  Con un atteggiamento laico e aspettando il decreto, preannuncio il nostro voto favorevole sulla proposta di documento conclusivo. Mi unisco al ringraziamento a chi ha dedicato molto tempo a questa indagine.

  MARIA CRISTINA CARETTA . Ringrazio anch'io il relatore e tutta la Commissione per il lavoro che abbiamo svolto. Abbiamo fatto questo ciclo di audizioni, che ci hanno aiutato a capire fino in fondo il problema.
  Di eradicazione avevo parlato nel mio primo intervento, proprio in quest'Aula. Purtroppo fa male dover arrivare a questo, ma era quello che la Commissione europea aveva segnalato sin dall'inizio, purtroppo poi ci sono stati tutti i vari comitati del «no a tutto».
  Oggi credo che questa Commissione sia arrivata ad un punto fermo, a un documento di buon senso, quindi il voto di Fratelli d'Italia sarà sicuramente favorevole.

  PRESIDENTE . Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione la proposta di documento conclusivo, come riformulata, dell'indagine conoscitiva sull'emergenza legata alla diffusione della Xylella fastidiosa nella regione Puglia (vedi allegato).

  È approvata.

  La seduta termina alle 10.30.

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ALLEGATO

DOCUMENTO CONCLUSIVO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  Premessa

  Il fenomeno:

  La Xylella fastidiosa è un fitopatogeno, diffusosi in alcune aree della regione Puglia, che ha colpito milioni di olivi, provocandone il disseccamento rapido, e causando perdite gravissime all'olivicoltura, uno dei principali comparti produttivi della Puglia con valenza di tutela e ambientale e paesaggistica di quella parte di territorio.
  Il primo ritrovamento di Xylella fastidiosa in Puglia risale al maggio 2013, dopo che alcuni olivicoltori della zona di Gallipoli (Lecce) evidenziarono una strana sintomatologia nelle piante di olivo, descrivibile come un disseccamento.
  Le ricerche svolte hanno, poi, individuato la presenza in alcune piante di olivo della Xylella fastidiosa subspecie pauca, ceppo CoDiRO, responsabile del Complesso del Disseccamento rapido dell'olivo (CoDiRO) e, nell'ottobre del 2013, le autorità regionali competenti hanno notificato di aver riscontrato sugli alberi di olivo della regione Puglia tale batterio. Nel 2014 la ricerca ha quindi chiarito la presenza di un nesso eziologico tra Xylella e malattia dell'ulivo e gruppi di ricerca, anche internazionali, hanno pubblicato ulteriori lavori scientifici che hanno confermato tale nesso.
  La Xylella è un batterio che vive e si riproduce nello xilema e che occlude i vasi conduttori della pianta che trasportano acqua e nutrienti. La sintomatologia associata alle infezioni di Xylella fastidiosa nell'olivo si manifesta attraverso il disseccamento rapido delle vermene, e successivamente, in maniera centripeta, della pianta.
  La Xylella fastidiosa è un batterio che non produce spore e non si diffonde nell'ambiente in maniera autonoma (né per contatto, né per diffusione aerea), si propaga, esclusivamente, tramite insetti vettori e materiale di propagazione. Le uniche modalità di diffusione del batterio sono, quindi, l'utilizzo di materiale di propagazione infetto e la trasmissione attraverso insetti vettori che, nutrendosi della linfa grezza di piante infette, acquisiscono il batterio e lo trasmettono ad altre piante.
  Allo stato delle conoscenze attuali, la specie entomologica per la quale è stata dimostrata la capacità di trasmettere il batterio è il Philaenus spumarius L., nota come «sputacchina media».
  Dopo i primi casi di contaminazione verificatisi nel 2013, sono stati adottati dai Governi che si sono succeduti diversi provvedimenti per prevenire e contrastare tale emergenza, destinando a tali fini apposite risorse.

  L'inquadramento temporale del fenomeno – le principali misure adottate:

  (Anno 2013)

  Il 21 ottobre 2013, le autorità regionali competenti notificarono di aver riscontrato sugli alberi di olivo della regione Puglia il batterio della Xylella fastidiosa subspecie pauca (ceppo CoDiRO).
  Il 22 novembre 2013, sono state pubblicate le misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e la eradicazione del batterio da quarantena Xylella fastidiosa associato al CoDiRo, prevedendo l'estirpazione di piante infette nelle zone focolaio, l'adozione di trattamenti insetticidi delle piante ospiti e l'utilizzo di pratiche per limitare la diffusione dell'infezione (Deliberazione della Giunta Regionale del 29 ottobre 2013, n. 2023).
  Il 26 novembre 2013, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato un documento sulla diffusione e le opzioni di riduzione del rischio per la Xylella fastidiosa (Wells et al.).

  (Anno 2014)

  Il 13 febbraio 2014, la Commissione Europea ha adottato le prime misure di Pag. 10 emergenza per prevenire la diffusione di Xylella all'interno dell'EU (Decisione 2014/87/EU).
  Dal 10 al 14 febbraio 2014, è stato svolto dall'Ufficio Alimenti e Veterinaria (Food and Veterinary Office FVO) un audit per valutare la situazione e per programmare i controlli ufficiali in loco per limitare la diffusione del batterio della Xylella, confermando la rapida diffusione dello stesso nella provincia di Lecce.
  Il 23 luglio 2014, la Commissione europea ha adottato misure di emergenza più accurate per prevenire la diffusione di Xylella all'interno dell'EU (Decisione 2014/497/EU).
  Il 12 settembre 2014, è stato istituto il Comitato tecnico scientifico da parte del Ministero delle politiche agricole alimentare e forestali a supporto del Comitato fitosanitario nazionale, per approfondire le problematiche tecnico-scientifiche connesse all'emergenza fitosanitaria provocata dalla Xylella fastidiosa.
  Dal 18 al 25 novembre 2014, è stato svolto dal FVO un secondo audit che ha confermato il drammatico deterioramento della situazione rispetto a quanto rilevato in febbraio 2014.
  Il 26 settembre 2014, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ha adottato un decreto (G.U. n. 239 del 14 ottobre 2014), recante Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica italiana.

  (Anno 2015)

  Il 6 gennaio 2015, EFSA ha pubblicato una valutazione completa del rischio fitosanitario per la salute delle piante infettate da Xylella fastidiosa nel territorio dell'UE, con l'identificazione e la valutazione delle opzioni di riduzione del rischio.
  Il 10 febbraio 2015, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza della diffusione nel territorio della Regione Puglia del batterio patogeno da quarantena Xylella fastidiosa (GU n. 42 del 20/2/2015).
  L'11 febbraio 2015, è stato nominato Commissario Delegato per l'emergenza Xylella, il Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato per la Regione Puglia, Giuseppe Silletti (ordinanza n. 225 dell'11 febbraio 2015 del Capo del Dipartimento della Protezione Civile), con il compito di predisporre un Piano di gestione dell'emergenza.
  Il 9 marzo 2015, le Autorità italiane hanno notificano alla Commissione europea il rinvenimento di nuovi focolai nella parte settentrionale della provincia di Lecce e nel comune di Oria, nella vicina provincia di Brindisi, al di fuori della zona delimitata di Lecce.
  Il 17 marzo 2015, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha adottato un decreto (GU n. 78 del 3 aprile 2015), recante «Definizione delle misure fitosanitarie obbligatorie da attuare nella zona infetta della provincia di Lecce per l'eradicazione e il controllo di Xylella fastidiosa».
  Il 19 marzo 2015, è stato approvato il Piano di interventi predisposto dal Commissario delegato Silletti(1) . Pag. 11 
  Il 18 maggio 2015, la Commissione ha adottato le misure per prevenire l'ulteriore introduzione e diffusione all'interno del territorio dell'UE di Xylella fastidiosa (decisione 789/2015/UE), prevedendo una diversa delimitazione della Zona Cuscinetto e della Zona Infetta, la creazione di una Zona di Sorveglianza, nuove misure di contenimento nonché la possibilità di adottare specifiche misure di contenimento per la Zona Infetta della provincia di Lecce.
  Il 1° giugno 2015, con Determinazione del Dirigente del Servizio Agricoltura del 1° giugno 2015, n. 195 sono state ridefinite e aggiornate le aree delimitate per Xylella.
  Il 19 giugno 2015, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha adottato un decreto contenente le misure fitosanitarie per prevenire e contenere la diffusione dell'organismo nocivo Xylella fastidiosa nel territorio italiano (G.U. n. 148 del 29 giugno 2015), abrogando i precedenti decreti del 26 settembre 2014 e del 17 marzo 2015.
  Il 6 luglio 2015, è stata pubblicata dal MIPAAF la relazione sulle misure di contrasto alla Xylella fastidiosa in Italia sulla base del Piano predisposto dal Commissario delegato nella quale si dichiarava che, alla luce dei risultati ottenuti a seguito di 33.600 ispezioni, l'intero territorio italiano è indenne dalla Xylella, ad eccezione delle aree delimitate delle Province di Lecce e di Brindisi.
  Il 29 settembre 2015, sulla base dell'ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione civile del 3 luglio 2015, n. 265, è stato approvato il nuovo Piano degli interventi predisposto dal Commissario delegato Silletti, per garantire una più celere attuazione delle misure previste nel decreto del MIPAAF del 19 giugno 2015.
  Il 31 luglio 2015, il Consiglio dei Ministri ha deliberato la proroga per 180 giorni dello stato di emergenza in conseguenza della diffusione nel territorio della regione Puglia della Xylella fastidiosa.

  (Anno 2016)

  Il 6 febbraio 2016, è cessato lo stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio 2015 e la gestione della vicenda è torna in capo alla responsabilità della regione Puglia.
  Il 18 febbraio 2016, è stato modificato il decreto del 19 giugno 2015, recante misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio italiano (GU n. 47 del 26 febbraio 2016).
  Il 29 marzo 2016, l'EFSA ha pubblicato i risultati di un lavoro commissionato all'IPSP-CNR che ha confermato che il batterio della Xylella fastidiosa è responsabile della malattia che sta distruggendo gli olivi nell'Italia meridionale.
  L'8 aprile 2016, la regione Puglia ha pubblicato un nuovo piano con le misure fitosanitarie da attuare per il contenimento della diffusione di Xylella fastidiosa sottospecie pauca ceppo CoDiRO.
  Il 9 giugno 2016, è stata pubblicata la sentenza della Corte di Giustizia europea che ha ritenuto non fondati i ricorsi presentati al TAR del Lazio come opposizione ai decreti di abbattimento di tutte le piante ospiti in un raggio di 100 metri attorno alle piante infette dal batterio da quarantena.
  Il 7 dicembre 2016, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha adottato un decreto recante «Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione di Xylella fastidiosa (Wells e Raju) nel territorio della Repubblica italiana» (G.U. n. 25 del 31 gennaio 2017).

  (Anno 2017)

  Il 14 dicembre 2017, la Commissione europea ha adottato la Decisione di esecuzione Pag. 12  n. 2352, che modifica la decisione di esecuzione (UE) 2015/789, relativa alle misure per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione europea della Xylella fastidiosa (Wells et al.), in materia di ispezioni e campionamenti sia in zone demarcate che in zone indenni.

  (Anno 2018)

  Il 13 febbraio 2018, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha adottato un decreto recante «Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione di Xylella fastidiosa (Well et al.) nel territorio della Repubblica italiana», che ha recepito la Decisione di esecuzione (Ue) 2017/2352 (G.U. n. 80 del 6 aprile 2018).
  Il 27 giugno 2018: a seguito del rilevamento di focolai di Xylella in punti diversi della cosiddetta zona cuscinetto, la Commissione ha adottato la Decisione di esecuzione (UE) 2018/927, che modifica la decisione di esecuzione (UE) 2015/789, prevedendo una nuova demarcazione della zona infetta e un ampliamento delle aree oggetto di misure di contenimento e spostando di circa 20 km verso il nord della Puglia i confini della zona infetta, della zona di contenimento e della zona cuscinetto.
  Il 9 agosto 2018, con Determinazione del Dirigente Sezione Osservatorio Fitosanitario 9 agosto 2018, n. 674, è stata recepita la Decisione di esecuzione UE/2018/927 e aggiornate le aree delimitate alla «Xylella fastidiosa sottospecie Pauca ST53».
  Il 5 ottobre 2018, il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo ha adottato un decreto che modifica il decreto ministeriale 13 febbraio 2018 (G.U. n. 271 del 21 novembre 2018), al fine di recepire la decisione di esecuzione (UE) 2018/927 e di aggiornare alcune disposizioni relative alle misure di contenimento degli insetti vettori, sulla base delle maggiori conoscenze acquisite nella gestione delle aree contaminate.

  (Anno 2019)

  Il primo febbraio 2019, con delibera del CIPE, è stato approvato il «Piano di emergenza per il contenimento di Xylella fastidiosa» predisposto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, finalizzato a contrastare l'espansione del batterio della Xylella nonché a ripristinare e rilanciare la coltura olivicola e l'economia agricola del territorio interessato, al quale è stato assegnato un importo pari a 30 milioni di euro, a valere sulle disponibilità del fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, nell'ambito dell'annualità 2018.

  L'attività parlamentare nella XVII e nella XVIII legislatura:

  Il Parlamento ha avuto modo di intervenire sulla problematica in esame quando:

   è stata approvata la legge di stabilità per il 2014 (legge n. 147 del 2013) che ha previsto il potenziamento del servizio fitosanitario nazionale, con particolare riferimento all'emergenza provocata dal batterio Xylella fastidiosa;

   con il decreto-legge n. 51 del 2015, quando è stato costituito il Fondo per sostenere la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario, con la previsione di apposite risorse destinate alle attività di ricerca e di difesa da organismi nocivi per l'olivo, ed è stato incrementata la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale per interventi compensativi autorizzati di sostegno in favore delle imprese danneggiate dalla diffusione del batterio Xylella fastidiosa;

   con il decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91 (così detto decreto Mezzogiorno) è stato istituito, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il fondo per la ricerca, con dotazione pari a 200.000 euro per l'anno 2017, anche al fine di fronteggiare i danni causati dal batterio della Xylella fastidiosa al settore olivicolo-oleario;

  con la legge di bilancio per il 2018 (legge n. 205 del 2017) che ha disposto:

   a) lo stanziamento di apposite risorse per finanziare i contratti di distretto per i territori danneggiati dal predetto batterio;

Pag. 13 

   b) il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004, di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019, a favore delle imprese agricole danneggiate dal batterio negli anni 2016 e 2017;

   c) l'estensione al settore olivicolo del Fondo per la competitività della filiera e il miglioramento della qualità dei prodotti cerealicoli, di cui all'art. 23-bis del decreto-legge n. 113 del 2016, conseguentemente, incrementando le risorse del predetto Fondo da destinare al reimpianto di piante tolleranti o resistenti alla Xylella fastidiosa nella zona infetta sottoposta a misure di contenimento del batterio;

  con la legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018) è stato stabilito:

   a) all'articolo 1, comma 657, che il finanziamento di 1 milione di euro per gli anni 2018, 2019 e 2020, previsto dalla legge di bilancio 2018 per il reimpianto con piante tolleranti o resistenti al batterio Xylella fastidiosa, sia destinato anche al rifinanziamento dei contratti di distretto per la realizzazione di un programma di rigenerazione dell'agricoltura nei territori colpiti dal batterio, da attuarsi anche attraverso il recupero di colture storiche di qualità;

   b) al comma 660, un incremento di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, rispetto allo stanziamento di 1 milione di euro già previsto a legislazione vigente, e un nuovo finanziamento, per il 2021, di 2 milioni di euro del Fondo per i prodotti cerealicoli, olivicoli e lattiero-caseari, destinato al reimpianto e al finanziamento dei contratti di distretto per le medesime finalità di cui sopra;

   c) al comma 661, che le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 dell'art. 9 del decreto ministeriale 23 ottobre 2014, relative agli alberi monumentali, non si applichino agli ulivi che insistono nelle zone interessate dalla decisione (UE) n. 2018/927.

  Nella passata legislatura, la Commissione Agricoltura, avvalendosi degli strumenti d'indirizzo e conoscitivi che le competono, ha, inoltre, approvato, nella seduta dell'8 ottobre 2014, alcune risoluzioni aventi ad oggetto gli interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa (L'Abbate e altri n. 7-00148, Mongiello e altri n. 7-00461 e Zaccagnini n. 7-00210).

  Il quadro normativo vigente:

  Allo stato, la normativa nazionale vigente deve essere rinvenuta nel decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 13 febbraio 2018, modificato dal decreto ministeriale 5 ottobre 2018, che definisce il quadro delle misure fitosanitarie da adottare per prevenire e contenere la diffusione del batterio e abroga, sostituendolo integralmente, il precedente decreto ministeriale 7 dicembre 2016. Tale decreto recepisce le disposizioni introdotte dalla decisione di esecuzione (UE) 2017/2352 della Commissione europea e approva il Piano nazionale di emergenza.
  In particolare, per quanto concerne le misure di eradicazione, l'articolo 9 del decreto stabilisce che il Servizio fitosanitario regionale, nelle zone delimitate, dispone la rimozione immediata, entro un raggio di 100 metri attorno alle piante infette delle:

   a) piante ospiti, indipendentemente dal loro stato di salute e salvo deroga, concessa a determinate condizioni, per le piante ospiti ufficialmente riconosciute come piante di valore storico;

   b) piante infette dall'organismo specificato;

   c) piante che presentano sintomi indicativi della possibile infezione da parte dell'organismo o sospettate di essere infette.

  Il decreto prevede, altresì, che le misure fitosanitarie obbligatorie ivi indicate siano eseguite dai proprietari o conduttori dei terreni agricoli e delle aree non agricole ricadenti nella zona delimitata, disponendo che gli oneri derivanti dall'esecuzione di tali misure fitosanitarie gravino sui proprietari o conduttori, a qualunque titolo, Pag. 14 dei terreni agricoli e delle aree non agricole ricadenti nella zona delimitata, restando ferma la facoltà delle regioni e delle province autonome di disciplinare deroghe in tal senso. Le misure eseguite in adempimento dei decreti di lotta obbligatoria e delle disposizioni emanate dagli Servizi fitosanitari regionali contro la Xylella fastidiosa, ammissibili ai sensi dell'articolo 16 del regolamento (UE) n. 652/2014 del 15 maggio 2014, possono ricevere un contributo finanziario secondo le disposizioni contenute nel citato regolamento. Il decreto dispone inoltre che gli enti pubblici e i soggetti privati nella zona delimitata, per l'esecuzione delle azioni previste in adempimento dei decreti di lotta obbligatoria e delle disposizioni emanate dai Servizi fitosanitari regionali contro la Xylella fastidiosa, non finanziabili con altre risorse pubbliche, possono ricevere un contributo finanziario nei limiti delle risorse stanziate per la dichiarazione dello stato di calamità naturale.
  Al fine di recepire la decisione di esecuzione (UE) 2018/927 e di aggiornare, sulla base delle maggiori conoscenze acquisite nella gestione delle aree contaminate, alcune disposizioni del decreto sopra richiamato relative alle misure di contenimento degli insetti vettori, il 5 ottobre 2018 è stato adottato un decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (G.U. n. 271 del 21 novembre 2018) che modifica il decreto ministeriale 13 febbraio 2018.
  In particolare, il decreto da ultimo adottato, all'Allegato II, concernente «Linee guida per il contenimento degli insetti vettori nelle zone delimitate per Xylella fastidiosa» (che sostituisce l'allegato 4 dell'Allegato IV del D.M. 13 febbraio 2018 che recava le misure fitosanitarie da adottare per il contenimento della diffusione del batterio) delinea una strategia di lotta al vettore che si articola in una pluralità di interventi tra loro integrati, riprendendo le principali misure già previste nel precedente decreto.
  In sintesi, il decreto – seguendo un approccio che, nel contrasto al vettore, privilegia misure fitosanitarie di natura agronomica e fitoiatrica a basso impatto ambientale – prevede, che la gestione del suolo debba avvenire principalmente attraverso le lavorazioni superficiali del terreno, al fine di ridurre la popolazione degli stadi giovanili del vettore nel periodo primaverile, o mediante la trinciatura delle erbe infestanti, oppure con l'utilizzo del pirodiserbo nelle aree di difficile accesso ai mezzi meccanici o, infine, con appropriati trattamenti a base di diserbanti, laddove sia impossibile intervenire con i mezzi indicati.
  In aggiunta alle misure agronomiche, il decreto prevede che siano effettuati almeno due trattamenti insetticidi contro gli stadi adulti del vettore, da eseguire sulle piante ospiti arboree con insetticidi autorizzati per il controllo di Philaenus spumarius, secondo le indicazioni fornite dal Servizio fitosanitario regionale.
  Rispetto a quanto stabilito dal precedente decreto, il DM 5 ottobre 2018 ha ridotto il numero dei trattamenti insetticidi portandoli da 4 a 2 insieme con il lasso di tempo in cui devono essere effettuati, concentrandoli nei mesi da maggio a ottobre, e non più fino a dicembre, al fine di mitigarne l'impatto ambientale.
  Il decreto, tenuto conto del fatto che il trasferimento degli insetti vettori da zone infette ad altre zone può avvenire anche in modo passivo, attraverso mezzi indiretti, come indumenti o parti del corpo delle persone su cui può aderire il vettore durante lo stazionamento in campi o giardini, o mezzi meccanici di trasporto, raccomanda di non avere sugli abiti e sulle scarpe insetti vettori prima di risalire sul mezzo di trasporto.
  Il decreto, con riferimento ai trattamenti nei confronti di Philaenus spumarius in oliveti condotti secondo il metodo dell'agricoltura biologica, prevede che il periodo di conversione è ricalcolato partendo dalla data del primo trattamento obbligatorio dell'anno con i prodotti fitosanitari autorizzati nelle zone delimitate e che lo stesso si considera terminato solo quando, nel suolo e nel vegetale, si sia accertato analiticamente un livello di residui della/e sostanza/e attiva/e impiegata/e non superiore a 0,01 mg/kg.

Pag. 15 

  Il permanere dell'emergenza e i fattori di criticità:

  Nonostante le azioni di prevenzione e di contrasto messe in campo negli ultimi anni per contenere l'epidemia, l'obiettivo del superamento del patogeno e del ritorno della zona a una condizione di normalità è ancora lontano.
  Alcuni ritardi verificatisi nell'esecuzione delle misure iniziali di eradicazione hanno spinto la Commissione europea nel 2016 ad avviare una procedura di infrazione contro il nostro Paese; nel luglio 2017, la stessa Commissione ha inviato all'Italia un parere motivato nel quale si ribadisce il permanere della condizione di infrazione, nonché il rischio, per l'Italia, di essere deferita alla Corte di Giustizia dell'UE, cosa poi avvenuta nel maggio 2018 e per la quale l'Italia rischia di dover pagare sanzioni durissime.
  Alla luce degli elementi evidenziati, la Commissione ha ritenuto indispensabile svolgere un'indagine conoscitiva, deliberata nella seduta del 25 luglio 2018, al fine di acquisire elementi di conoscenza e valutazione sulle strategie necessarie per contenere definitivamente il patogeno ed evitare il suo propagarsi, ed individuare le strategie necessarie per arrivare alla risoluzione del problema.
  Per acquisire elementi di conoscenza e di valutazione sugli aspetti sopra indicati, la Commissione ha inteso procedere all'audizione dei principali soggetti competenti in materia e interessati dalla problematica in esame.
  In questo quadro, la Commissione ha, in particolare, ascoltato:

   i rappresentanti delle organizzazioni agricole: Agrinsieme (Confagricoltura, CIA, Copagri e Alleanza delle cooperative italiane – agroalimentare) e Coldiretti (seduta del 6 settembre 2018);

   rappresentanti del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) (seduta del 6 settembre 2018);

   i rappresentanti del Consiglio dell'Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (CONAF), dell'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Bari, dell'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Lecce e della Federazione regionale degli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Puglia, (seduta del 12 settembre 2018);

   i rappresentanti del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), (seduta del 13 settembre 2018);

   i rappresentanti di FEDER.D.O.P. Olio, dell'Unione nazionale tra le associazioni di produttori di olive (Unaprol), del Consorzio nazionale olivicoltori (CNO), dell'Associazione italiana frantoiani oleari (AIFO) e dell'Unasco, (seduta del 19 settembre 2018);

   i rappresentanti della Società entomologica Italiana, della Società italiana di agronomia, della Società italiana di patologia vegetale (SIPaV) e della Società di ortoflorofrutticoltura italiana (SOI), (seduta del 25 settembre 2018);

   il dottor Bruno Caio Faraglia, funzionario responsabile del Servizio fitosanitario centrale presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e il dottor Giusto Giovannetti, direttore del Centro colture sperimentali Aosta (CCS), (seduta del 3 ottobre 2018);

   Antonia Carlucci, docente presso l'Università di Foggia, Margherita Ciervo, docente presso l'Università di Foggia, Cristos Xyloyannis, docente presso l'Università della Basilicata, Franco Nigro, docente presso l'Università di Bari, Francesco Porcelli, docente presso l'Università di Bari, Marco Nuti, docente presso l'Università di Padova e Pisa, del professore Emilio Stefani, rappresentante per l'Italia al Panel EPPO e della dottoressa Margherita D'Amico, responsabile scientifica del Progetto «Sistemi di lotta ecocompatibili contro il CoDiRO (SILECC), (seduta del 9 ottobre 2018)»;

   il dottor Leonardo Leone De Castris, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, (seduta del 7 novembre 2018);

   il Presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, e l'Assessore all'Agricoltura della medesima regione, Leonardo Di Gioia, (seduta del 14 novembre 2018);

Pag. 16 

   il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, (seduta del 19 dicembre 2018).

  Complessivamente, la Commissione ha audito 33 soggetti e dedicato alle audizioni più di 13 ore.
  Infine, una delegazione della Commissione, il 3 dicembre 2018, ha svolto una missione nelle zone agricole ricadenti nelle province di Brindisi e Lecce maggiormente colpite dal fitopatogeno, nell'ambito della quale ha effettuato un sopralluogo degli uliveti siti nella zona infetta e visitato i campi di ricerca sperimentali costituiti per il contrasto alla diffusione della Xylella.

  Sintesi delle audizioni svolte.

  Seduta di giovedì 6 settembre 2018 (n. 1)

  Audizione di rappresentanti delle organizzazioni agricole Agrinsieme (Confagricoltura, CIA, Copagri e Alleanza delle cooperative italiane) e Coldiretti.

  Il Presidente di Copagri, intervenendo in qualità di coordinatore nazionale di Agrinsieme, ha rappresentato la necessità di intervenire con la massima urgenza, ed ha indicato gli interventi ritenuti prioritari. Questi consistono nella: semplificazione delle procedure previste per l'eradicazione al fine di agevolare l'espianto obbligatorio e riconoscere agli agricoltori i costi reali sostenuti per il taglio della pianta; attivazione di un Protocollo per la tutela dei vivai, al fine di superare il blocco della movimentazione; necessità di sostenere la ripresa economica del comparto olivicolo, attraverso la creazione di un sottoprogramma tematico straordinario del PSR; e l'attivazione di misure di solidarietà previste dal PSR nazionale. Risulta, poi, particolarmente rilevante, secondo il rappresentante di Agrinsieme, potenziare la ricerca e istituire un piano programmato di espianto e di eventuali reimpianti, con una cabina di regia operativa presso il Dicastero agricolo. È stata, infine sottolineata la necessità di mantenere il sostegno accoppiato anche per gli oliveti espiantati e di poter derogare, per le organizzazioni dei produttori riconosciute le cui aziende ricadono nelle aree colpite dalla Xylella, ai parametri di commercializzazione previsti dalla normativa vigente.

  Il Presidente regionale della Coldiretti Puglia ha sottolineato l'importanza di una comunicazione istituzionale univoca sulle azioni da intraprendere e la necessità di stanziare adeguate risorse per monitorare adeguatamente le aree indenni, al fine di intervenire prontamente in caso di diffusione del batterio. Ha, poi, rilevato le difficoltà che riscontrano i piccoli agricoltori nell'affrontare l'epidemia in atto e la necessità di ben definire le modalità di intervento nelle aree demaniali, in quelle comunali abbandonate e nelle aree pubbliche in generale. Ha, infine, sottolineato come occorra apprestare risorse sufficienti per affrontare tale emergenza a valere sul Fondo di solidarietà nazionale e per finanziare i reimpianti delle varietà resistenti.

  Audizione di rappresentanti del CREA.

  I rappresentanti del CREA hanno illustrato l'attività di ricerca che l'Ente sta conducendo in materia di difesa fitosanitaria dell'olivo.
  È stato, in particolare, evidenziato che l'olivicoltura italiana deve confrontarsi in modo crescente, da un lato, con i cambiamenti climatici in atto, inclusi gli eventi meteorici estremi, e, dall'altro lato, con le invasioni biologiche di organismi e microrganismi nocivi alieni. Nel caso dell'infezione che ha colpito la Puglia si è, infatti, configurato un binomio tra il batterio della Xylella fastidiosa e gli insetti polifagi indigeni succhiatori di linfa grezza delle piante, che ne sono stati i vettori, determinando l'instaurarsi di nuove temibili associazioni tra specie indigene e specie aliene.
  Il CREA ha affrontato la problematica della Xylella fastidiosa e, più in generale, quella della difesa fitosanitaria dell'olivo, partecipando a 8 progetti, di cui 1 progetto UE Horizon 2020, 4 progetti regionali e 3 progetti commissionati dal MIPAAFT.
  Due progetti sono incentrati sulle strategie di contrasto al batterio: il progetto FATA, che ha l'obiettivo di sviluppare trattamenti Pag. 17  fitoterapici innovativi a base di vettori di Chitosano e prodotti di sintesi e il progetto CODIRO, che mira alla definizione di mezzi e di modalità di intervento per ridurre le popolazioni del batterio nelle piante dell'area infestata, contenendo la sintomatologia dei progressivi disseccamenti delle chiome degli olivi.
  Il progetto EZIOCONTROL è finalizzato, invece, all'implementazione delle metodologie di monitoraggio e controllo della malattia con microorganismi e tecniche agronomiche, allo scopo di sviluppare un sistema di rilevamento precoce dell'insorgenza della malattia.
  Il progetto XILMAP mira alla messa a punto di tecniche e metodologie ottimizzate di rilevazione (attraverso rilievi aerei e da terra) e di gestione dei dati sulla presenza e sulla diffusione del batterio allo scopo di ottimizzare le scelte operative dei decisori, e, dunque, di contenere gli interventi di abbattimento.
  Il progetto XF ACTORS è il primo progetto di ricerca in Europa interamente dedicato all'emergenza fitosanitaria dovuta alla diffusione della Xylella, nell'ambito del quale il CREA partecipa a un gruppo di lavoro sullo studio dei profili lipidici, rivelatisi particolarmente importanti ai fini dello sviluppo di nuove tecniche di controllo della diffusione del batterio.
  Il progetto DIOL si occupa, con una visione ad ampio raggio, della difesa da organismi nocivi in olivicoltura tradizionale e intensiva.
  Il progetto OLIDIXIT è, invece, mirato in maniera quasi esclusiva alla ricerca degli strumenti di difesa dalla Xylella fastidiosa attraverso valutazioni in pieno campo di sostanze registrate o già in fase sperimentale e nello sviluppo di nuovi fitofarmaci nano-strutturati.
  Il progetto SALVAOLIVI annovera, tra i suoi obiettivi, quello della valutazione della resistenza/tolleranza varietale a organismi e microrganismi nocivi emergenti, e rappresenta un filone di rilevanza fondamentale della ricerca che il CREA sta portando avanti nell'ottica di individuare una pluralità di varietà di olivo resistenti al batterio Xylella fastidiosa.
  I rappresentanti del CREA hanno, quindi, evidenziato l'importanza degli interventi di lotta biologica classica per contenere specie aliene nocive ai sistemi agroforestali e ambientali nostrani. A tal fine hanno sottolineato l'efficacia di sistemi di lotta integrata biologica attraverso l'introduzione di antagonisti naturali ed hanno ritenuto, a tal fine, necessario rivedere il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 con il quale è stata recepita la cosiddetta direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE), come modificato dal d.P.R. n. 120 del 2003 che ha vietato in modo assoluto – con una scelta operata solo in Italia – la libera introduzione in natura di specie aliene, senza tuttavia prevedere deroghe finalizzate a consentire la lotta biologica.

  Seduta di mercoledì 12 settembre 2018 (n. 2)

  Audizione di rappresentanti del Consiglio dell'Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (CONAF), dell'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Bari, dell'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Lecce e della Federazione regionale degli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Puglia.

  Il dottor Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell'Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (CONAF), ha inquadrato il problema nell'ambito della scarsa attenzione riservata dai Piani di sviluppo rurali agli aspetti agronomici e fitopatologici che interessano il settore agricolo e agroalimentare, auspicando che, nell'ambito della riforma della PAC, l'OCM olivo sia messa al centro del nuovo regolamento unico.
  Ha sottolineato, altresì, l'urgenza di avviare un Piano olivicolo nazionale che tenga conto effettivamente della realtà dei territori e che consenta di dare attuazione ad un'agricoltura di precisione, di restituire centralità alla ricerca nel settore dell'olivicoltura, che, attualmente, figura solo come una sottoelencazione dei settori inclusi nel Piano di ricerca del CREA, al fine di dare Pag. 18 impulso a una olivicoltura più moderna e maggiormente orientata a produzioni di qualità.

  Il dottor Rosario Centonze, presidente della Federazione regionale degli ordini dei dottori agronomi e dottori forestali della regione Puglia (FODAF), nonché presidente dell'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Lecce, ha evidenziato alcune cause dell'avanzare dell'infezione da Xylella fastidiosa.
  Queste sono state individuate:

   nell'inefficacia della strategia di contenimento applicata, che non ha privilegiato interventi di eradicazione del batterio – anche a causa delle azioni giudiziarie intraprese per impedire l'abbattimento delle piante – e si è, invece, basata su interventi di contenimento, preceduti da operazioni di monitoraggio del territorio, che hanno portato ad ampliare sempre più a nord la fascia della zona infetta, includendovi anche zone nelle quali non sono stati rinvenuti focolai, senza operare, invece, una delimitazione puntiforme del territorio;

   nell'approccio di tipo burocratico da parte delle amministrazioni locali riscontrabile nella mancanza di un piano di comunicazione istituzionale che potesse fornire un'informazione univoca sulle azioni da intraprendere ed evitasse il discredito che poi si è abbattuto sulla comunità scientifica, in parte acuito nel mancato coinvolgimento dei tecnici nei tavoli di coordinamento promossi dalla regione.

  Il dottor Certonze ha, quindi, evidenziato come qualsiasi intervento debba basarsi, oltre che su interventi di contenimento del vettore e sull'applicazione delle buone pratiche agricole, su interventi di eradicazione programmati anche tenendo nel debito conto di quanto l'olivo rappresenti un elemento identitario del territorio salentino e pugliese.

  Il dottor Oronzo Antonio Milillo, direttore della Federazione dei dottori agronomi e dei dottori forestali della regione Puglia (FODAF), ha messo in luce la complessità delle procedure amministrative e le lungaggini burocratiche che un agricoltore deve affrontare per ottenere una semplice autorizzazione; tali complicazioni sono dovute al mancato coordinamento tra le varie amministrazioni competenti.
  Per gestire l'emergenza Xylella occorre un provvedimento legislativo ad hoc che assicuri agli organi competenti la base giuridica per effettuare legittimamente e con rapidità gli interventi previsti, onde evitare il ripetersi di numerosi ricorsi alla giustizia amministrativa che hanno l'effetto di bloccare l'esecuzione delle decisioni da essi assunte. Risulta, poi, necessario rivedere il meccanismo dei finanziamenti che non possono essere erogati «a pioggia», ma devono essere legati a un progetto specifico.

  Domenico Volpe, consulente esperto in olivicoltura per la Federazione dei dottori agronomi e dei dottori forestali della regione Puglia (FODAF), ha citato alcuni dati per fornire un quadro in cui versa il sistema dell'olivicoltura in Puglia. Nella regione si trova il 33 per cento della superficie olivicola italiana e si produce il 48 per cento della produzione di olio extra vergine di oliva. In assenza di interventi tempestivi, il batterio rischia di diffondersi nelle regioni confinanti con la Puglia; la mancanza di una comunicazione univoca ha determinato un rallentamento nell'attuazione delle misure necessarie per contenere il fenomeno ed ha creato, in particolare, un infondato allarmismo sull'utilizzo di presìdi fitosanitari autorizzati dall'Unione europea, nonostante la legislazione europea in materia sia la più restrittiva al mondo.
  Giacomo Carreras, presidente dell'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Bari (ODAF Bari), ha evidenziato che, allo stato attuale, occorre focalizzare l'attenzione sulle decisioni da assumere in merito alle metodiche di intervento e al loro adeguato supporto finanziario, dovendosi assumere, ormai, come dato assodata, la relazione causale tra l'infezione da Xylella fastidiosa subspecie pauca e il disseccamento rapido dell'olivo. Soffermandosi sull'analisi della situazione con riferimento alla zona cuscinetto – province di Bari e BAT – che, con i circa 132 mila ettari rappresentano il 12 per Pag. 19 cento della superficie agricola utilizzabile per la produzione di olio italiano e con oltre 120 mila tonnellate complessive di olio prodotto rappresentano il 28 per cento della produzione nazionale (dati della campagna 2017/2018) – ha rimarcato che l'obiettivo è contenere la diffusione del batterio tramite i suoi vettori, mettendo in atto, con tempestività e in maniera quasi chirurgica, tutte le misure agronomiche e fitoiatriche che sono già state individuate, in tutta l'area delimitata, nella zona cuscinetto e in una fascia di ulteriori 10 chilometri.
  Ha evidenziato a tal fine l'opportunità di prevedere un incremento degli impegni già previsti dalla condizionalità e dalle buone pratiche agricole, immaginando anche, al contempo, un lieve incremento del sostegno previsto dalla PAC.
  Ha, tuttavia, rilevato, che la risoluzione dell'epidemia è, ormai, condizionato dal fatto che l'area interessata è assai estesa – circa 700-750 mila ettari di superficie, intesa come superficie complessiva, non solo di superficie olivetata. In secondo luogo, gli interventi necessari subiscono dei rallentamenti a causa dell'ampia frammentazione delle proprietà, spesso intercalate con aree gestite dalle amministrazioni locali. In terzo luogo, insistono su quelle aree residui di lotti fondiari che hanno avuto altre destinazioni e che rimangono in completo stato di abbandono, sia per incuria, sia per l'oggettiva difficoltà della loro gestione (scarpate, canali); tale situazione condiziona la capillarità dell'operazione necessaria per conseguire il risultato desiderato.
  Nell'ottica di perseguire una riduzione sostanziale della malattia, ha richiamato – pur sottolineando la necessità di tenere conto dei vincoli paesaggistico-naturalistici che incombono sugli alberi, anche secolari, di olivo – l'esperienza acquisita quando è stato necessario combattere contro il virus della vaiolatura delle drupacee, la Sharka, per il quale non si è pensato soltanto al controllo degli afidi, ma ci si è concentrati sulla rapida eliminazione delle piante infette e, quindi, sulla riduzione del potenziale inoculo, attraverso provvedimenti tempestivi e, a volte, drastici. Ha, quindi, evidenziato che la sostituzione degli esemplari espiantati con nuove varietà tolleranti o resistenti alla Xylella fastidiosa, già presenti sul mercato, come la Leccino o la FS-17, o in fase di creazione nelle aree di contenimento e nella buffer zone, consentirebbe la creazione di barriere naturali in grado di ostacolare la diffusione del patogeno.
  Atteso che non vi potrà mai essere la certezza dell'eradicazione del patogeno, occorre agire sulla possibilità di un suo valido controllo attraverso un costante monitoraggio che permetta la convivenza del batterio con una olivicoltura da reddito.
  Ha infine, rilevato, la necessità di un supporto finanziario da parte dello Stato e dell'Unione europea per la realizzazione di tali interventi e l'opportunità di prevedere di risarcire le aziende condotte secondo metodi di agricoltura biologica le quali saranno costrette a perdere i contributi previsti per l'impiego di prodotti fitosanitari non consentiti per tale tipo di coltivazione.

  Seduta di giovedì 13 settembre 2018 (n. 3)

  Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale delle ricerche.

  Il Professor Pierfederico LA NOTTE, ha sottolineato che la conoscenza del fenomeno è ancora parziale: nel contrasto di questa epidemia, che è avanzata rapidamente sul territorio pugliese, il fattore tempo è essenziale. La Xylella fastidiosa viene considerata dall'Europa un patogeno da quarantena: essa ha interessato con epidemie diversi territori europei, anche se le aree complessivamente coinvolte sono ancora assai ridotte. La situazione è tecnicamente assai complessa nel Salento. Il batterio non è più eradicabile dalla penisola salentina; questa consapevolezza è già consolidata dal 2015, tant'è che si è passati da una strategia di eradicamento a una di contenimento. Occorre rallentare l'avanzata dell'epidemia verso le aree ancora indenni, attraverso una strategia di contenimento basata su quattro pilastri fondamentali: prevedere limitazioni alla movimentazione dei vivai, Pag. 20 effettuare un monitoraggio capillare, eliminare le fonti di inoculo e controllare il vettore. La Xylella è presente in California e, ciò nonostante, la California è, tuttora, il primo produttore di mandorlo al mondo. Il primo passo è stato analizzare il fenomeno e attivare il dovuto monitoraggio, utilizzando tecniche di diagnostica che hanno portato all'isolamento del batterio. Per il contenimento del fenomeno, occorre: prevedere una lotta al vettore, impiantare varietà resistenti o tolleranti; verificare l'immunità al batterio di altre colture; impiegare sostanze antibatteriche o induttori di resistenza; favorire approcci per il futuro che, oggi, sono ricerca di base necessaria e indispensabile, ma che domani potranno trovare applicazione. Al momento sono in atto due progetti europei Horizon e alcuni progetti regionali. Il genoma presente in Puglia è stato sequenziato integralmente. Si tratta di un unico genotipo presente in tutti i diversi ospiti. Occorre metterne a punto l'isolamento. Da sola la Xylella è in grado di causare la malattia. Gli altri fattori non sono concause; possono, semmai, modulare l'andamento della malattia. Quanto al vettore, ne sono stati individuati due nuovi oltre a quello principale. La lavorazione meccanica del terreno è uno dei modi per controllare le popolazioni del vettore che può arrivare fino a 120 metri dal punto di rilascio. Sono state sperimentate molecole ad azione insetticida; attivate linee di ricerca sulle resistenze genetiche; realizzati 12,5 ettari di campi sperimentali, innestando 440 varietà. Altre linee di azione riguardano il ritrovamento di formulati ad azione battericida e lo sviluppo di modelli previsionali che seguano l'evoluzione dell'epidemia.

  Seduta di mercoledì 19 settembre 2018 (n. 4)

  Audizione di rappresentanti di FEDER. D.O.P. Olio, Unione nazionale tra le associazioni di produttori di olive (Unaprol), Consorzio nazionale olivicoltori (CNO), Associazione italiana frantoiani oleari (AIFO) e Unasco.

  Il presidente dell'Unione nazionale tra le associazioni di produttori di olive (Unaprol), David Granieri, ha effettuato un'analisi del fenomeno in termini di ricaduta sul territorio e sul suo potenziale produttivo, evidenziando che l'epidemia di Xylella fastidiosa, manifestatasi all'inizio su 8.000 ettari, in pochi anni si è diffusa fino ad investire una superficie complessiva pari a circa 770.000 ettari, che rappresenta l'area infestata più grande del Paese.
  Ha sollecitato la Commissione ad acquisire elementi utili a individuare un modello di intervento e sviluppo che tenga unita la produzione con la trasformazione, al fine di individuare soluzioni volte a salvaguardare il tessuto delle strutture produttive rappresentato dai frantoi, che hanno ingenti immobilizzazioni patrimoniali, e che rischiano di dover interrompere definitivamente la loro attività.
  Ha sottolineato la necessità di: prevedere indennizzi a favore degli agricoltori che eradicano, ma anche per i trasformatori e per i frantoiani delle aree circostanti l'infezione; di intensificare il monitoraggio e di attingere al Fondo di solidarietà nazionale; di finanziare, come accaduto per il settore del grano, un fondo per la competitività e di predisporre un Piano olivicolo 2.0 che possa permettere agli agricoltori di reimpiantare varietà resistenti, nonché di stanziare maggiori risorse per la ricerca. A tale riguardo, ha, peraltro, sottolineato l'importanza di evitare la monocultura per non creare i presupposti per l'insorgere in futuro di problemi analoghi a quello della Xylella.

  Gennaro Sicolo, presidente del Consorzio nazionale olivicoltori (CNO), ha evidenziato alcuni fattori critici nella gestione dell'emergenza, lamentando l'assenza della politica nella lotta contro la Xylella fastidiosa. Ha, infatti, sottolineato come gli olivicoltori salentini e pugliesi si siano sentiti soli nell'affrontare l'emergenza e non abbiano potuto contare su un'informazione istituzionale univoca e su scelte politiche chiare e lineari.
  Si è, quindi, soffermato sulla necessità di accertare le responsabilità a livello politico e amministrativo derivanti dalla mancata esecuzione, nei tempi prescritti, delle Pag. 21 misure di eradicazione delle piante infette imposte dall'Unione europea: una puntuale azione di contenimento, con abbattimenti rapidi e monitoraggio costante avrebbe impedito di avere oggi una delimitazione così vasta dell'area di contenimento e avrebbe evitato il lievitare dei costi che ad oggi devono essere sostenuti per far fronte al contenimento del batterio.
  Si è, poi, soffermato sulla necessità di snellire la procedura degli abbattimenti e, al contempo, di garantire l'immediato ristoro del proprietario e la possibilità di reimpianto. A tale riguardo ha evidenziato l'esigenza di sperimentare le cultivar che sono più resistenti.
  Dopo aver evidenziato che le buone pratiche agricole (aratura, potatura, concimazione organica) sono assolutamente necessarie, essendo emerso dalla ricerca che l'abbandono dei terreni ha favorito il proliferare del batterio, ha avanzato la proposta di tagliare i contributi della PAC a chi abbandona i campi. Con riferimento al rispetto della condizionalità da parte degli agricoltori, ha sottolineato l'esigenza di definire un sistema di controlli più efficienti per garantire che i finanziamenti – che si riducono progressivamente – siano erogati a chi effettivamente si impegna nel lavoro, investe nella qualità e crea occupazione.
  Ha posto inoltre l'attenzione sulla necessità della manutenzione, attraverso le buone pratiche agricole, delle aree verdi pubbliche.

  Elia Pellegrino, vicepresidente dell'Associazione italiana frantoiani oleari (AIFO), si è soffermato sulle ricadute dell'emergenza Xylella sul settore della trasformazione, che coinvolge circa 1.300 aziende registrate al SIAN che svolgono attività molitoria e numerose aziende interessate all'indotto.
  Dopo aver evidenziato l'importante ruolo svolto dai frantoi oleari, ha illustrato le proposte avanzate dall'AIFO per affrontare l'emergenza Xylella. L'associazione ritiene poco efficaci le misure dei trattamenti fitosanitari nei confronti dell'insetto vettore e l'applicazione di misure colturali atte a contenere lo sviluppo dello stesso vettore (eradicazione delle piante ospiti, erpicatura e aratura dei terreni).
  Oltre a rafforzare i controlli fitosanitari a livello frontaliero, l'AIFO reputa necessario realizzare una forte campagna di informazione degli olivicoltori sulla necessità di effettuare interventi drastici al fine di preservare le coltivazioni di olivo e mettere in atto misure mirate a evitare la diffusione involontaria dell'insetto vettore mediante cross contamination sulle direttrici stradali e ferroviarie della regione.
  L'AIFO richiede un incisivo intervento economico a supporto delle aziende molitorie, la cui attività è strettamente legata a quella di carattere primario legata alla coltivazione dell'ulivo.
  Secondo l'associazione, l'attività di prevenzione nelle aree cuscinetto dovrebbe prevedere la possibilità di intervenire mediante la piantumazione di varietà che hanno dimostrato un certo grado di resistenza al batterio ovvero la possibilità di innesto di varietà resilienti alla Xylella.
  È fondamentale, inoltre, per l'associazione garantire un supporto alla ricerca scientifica e mettere in atto procedure di salvaguardia e tutela della biodiversità.

  Luigi Canino, presidente dell'Unasco, ha evidenziato la necessità che gli interventi obbligatori con insetticidi o agrofarmaci sulle piante malate siano effettuati sotto il controllo dei consulenti fitosanitari abilitati e solo se strettamente necessari.
  Ha rimarcato la necessità di affrontare l'emergenza Xylella fastidiosa a partire dall'albero dell'olivo sottolineando la centralità della ricerca e della sperimentazione di fonti di resistenza.
  A tal proposito, ha fatto riferimento al Leccino e all'FS17 (conosciuta anche come Favolosa), quali cultivar di olivo che al momento evidenziano una ridotta suscettibilità alla Xylella, rilevando, tuttavia, che tali cultivar necessitano di un cambio culturale oltre che colturale.
  Si è, dunque, soffermato sulla necessità di rivedere il Piano olivicolo nazionale, manifestando la disponibilità della filiera olivicola a sostenere le proposte che provengano dal mondo scientifico che individuino Pag. 22  un percorso complessivo (agronomico-colturale e culturale, fitoiatrico ed ecosostenibile) che possa ridare speranza e futuro al comparto, snellire la burocrazia in modo da garantire finanziamenti immediati per le aree interessate, al fine di incentivare gli imprenditori agricoli ad investire e ad aiutare il processo di ricambio generazionale. Risulta, altresì, necessario stanziare opportune risorse per il monitoraggio e per l'attività di ricerca e sperimentazione per aiutare le imprese agricole, le cooperative, i frantoi e i vivaisti che, da anni, sono senza reddito e non hanno, al momento, alcuna prospettiva di futuro.

  Seduta di martedì 25 settembre 2018 (n. 5)

  Audizione delle Società entomologica Italiana, Società italiana di agronomia, Società italiana di patologia vegetale (SIPaV) e Società di ortoflorofrutticoltura italiana (SOI).

  Il dottor Domenico Bosco, socio della Società entomologica italiana e docente di entomologia agraria presso l'Università degli studi di Torino, si è soffermato sulle caratteristiche biologiche dell'insetto vettore del batterio, che è la Sputacchina media (Philaenus spumarius) – insetto altamente polifago che si sviluppa come giovane sulle piante erbacee – e sulla necessità di sopprimere le sorgenti di inoculo (in questo caso l'inoculo principale è rappresentato dalle piante di olivo infette), nel senso di abbassare nel modo più efficace possibile, le popolazioni del vettore.
  Ha richiamato l'importanza di effettuare un controllo integrato, basato, cioè, sui princìpi di lotta meccanica e agronomica e di declinare le misure di controllo in maniera diversa a seconda del tipo di zona interessata: nella zona infetta ormai non è possibile pensare a un'eradicazione, cioè a un'eliminazione del patogeno della malattia; nelle zone di contenimento e cuscinetto ritiene che gli interventi di lotta debbano avere caratteristica di obbligatorietà.
  Ha, quindi, indicato tre interventi da effettuare: i monitoraggi per trovare con grande tempestività le piante infette, l'abbattimento delle piante infette e la soppressione, con metodo integrato, delle popolazioni di insetti, sottolineando che, mentre nella zona infetta possono essere sperimentate strategie di lotta alternativa più ecocompatibili, nella zona cuscinetto gli interventi indicati devono avere le caratteristiche di obbligatorietà.

  Michele Perniola, socio della Società italiana di agronomia e docente di agronomia e coltivazioni erbacee presso l'Università degli studi della Basilicata, ha affrontato la questione, a suo avviso centrale, della gestione del Cicadellidae ed ha indicato una serie di buone pratiche agronomiche da seguire per mantenere pulito il terreno, optando per le quelle tecniche che meglio si adattano a gestire terreni che sono poveri di sostanza organica: l'interramento, la discatura, il compostaggio, le potature e le bruciature in campo.
  Ha sottolineato, inoltre, l'importanza, a fini terapeutici, di curare meglio gli aspetti che riguardano la nutrizione della pianta, ricorrendo anche a concimi di natura minerale, operando un corretto bilanciamento degli elementi nutritivi per avere piante sane, e, quindi, meno vulnerabili ed equilibrate da un punto di vista fisiologico.
  Ha, poi, suggerito di perseguire la strada della consociazione dell'olivicoltura con un'orticoltura fatta in maniera molto mirata, integrata, per cercare di elevare il livello di biodiversità, aumentando, così, anche il numero di parassiti del batterio del Cicadellidae. Seguendo un approccio olistico, una buona consociazione con piante orticole avrebbe il vantaggio di conferire un valore aggiunto all'ettaro di superfici, e, quindi, di dare un nuovo impulso economico a quell'area.

  Maria Lodovica Gullino, presidente della Società italiana di patologia vegetale (SIPaV) presidente e docente di patologia vegetale presso l'Università degli Studi di Torino, ha evidenziato la complessità del patogeno Pag. 23 Xylella, la difficoltà di isolarlo e anche di coltivarlo in laboratorio.
  Ha messo in luce che in Puglia il ritrovamento è stato tardivo e che ciò ha avuto ripercussioni negative anche sulla messa in atto delle misure previste dalla Commissione europea. Quando si è capito che l'eradicazione non sarebbe più stata possibile, si è iniziato a lavorare sul contenimento.
  Ha, quindi, rimarcato la necessità che i Servizi fitosanitari dispongano di tecniche diagnostiche efficaci per potere intercettare i patogeni tempestivamente.
  Ha evidenziato, inoltre, che, non disponendo di mezzi di lotta diretti, il lavoro sui mezzi indiretti si sta concentrando sull'individuazione di varietà di olivo resistenti. A tal proposito, ha evidenziato i vantaggi di cui la scienza potrebbe disporre se solo si potessero utilizzare le tecniche di miglioramento genetico più innovative, precisando di non alludere affatto a metodi che hanno a che fare con la modificazione del genoma, ma di riferirsi a semplici correzioni.

  Luigi Catalano, presidente della sezione frutticoltura della Società di ortoflorofrutticoltura italiana (SOI), ha messo in luce la necessità di inquadrare il fenomeno in una visione più ampia, tenuto conto anche del fatto che l'olivo non è l'unica specie aggredita dal batterio, essendo a rischio anche alcune specie fruttifere coltivate in Puglia, quali il mandorlo e il ciliegio. Posto che nella zona infetta, le attività di eradicazione e contenimento non hanno ormai più senso, nel delineare lo scenario futuro, ha ritenuto che occorre analizzare la vocazione di quei territori ad ospitare altre colture, anche alloctone rispetto a quelle attuali; ha, a tal fine, portato l'esempio della frutta tropicale (come il mango e l'avocado), invitando a considerare le esperienze positive che si stanno sviluppando in Sicilia, in Calabria e, in parte, anche in Basilicata.
  Ha, poi, evidenziato la necessità di proteggere il territorio italiano penalizzato dal fatto che in Europa si registra la presenza di ben 52 punti di ingresso, tra porti e aeroporti, presìdi nei quali dovrebbe essere previsto un servizio fitosanitario con stazioni di quarantena.

  Seduta di mercoledì 3 ottobre 2018 (n. 6)

  Audizione del dottor Bruno Caio Faraglia, funzionario responsabile del Servizio fitosanitario centrale presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e del dottor Giusto Giovannetti, direttore del Centro colture sperimentali Aosta (CCS).

  Il dottor Giusto Giovannetti ha illustrato i dati relativi ad una sperimentazione condotta nel Salento dal Centro colture sperimentali Aosta, denominata Bio-contrasto al CoDIRO (BICC), consistita nell'inoculazione nelle piante di un prodotto che è un biota microbico, nell'ottica di avere un pacchetto di microrganismi in grado di rivitalizzare un biota microbico complesso, come quello del suolo e come quello della pianta, per poter colmare la carenza di elementi venuti meno nella biodiversità del suolo.
  Ha evidenziato gli obiettivi e gli impatti della sperimentazione: rivitalizzare il microbioma radicale delle piante, riattivando, quindi, le interazioni simbiotiche tra apparato radicale dell'olivo e microorganismi nella rizosfera; potenziare le capacità di resilienza delle piante d'olivo, aumentando la presenza di endofiti, mediante l'attivazione del pool genetico latente nella pianta; sperimentare tecniche semplici e accessibili per la misurazione dello stato di salute delle piante d'olivo.
  Ha, quindi, illustrato i metodi seguiti per la valutazione dello stato morfo-funzionale della pianta ottenuta attraverso quattro indicatori complessi e si è, poi, soffermato sui risultati ottenuti dopo il primo controllo a tre mesi.
  Sulla base di tali risultati, ha espresso le seguenti raccomandazioni: adottare pratiche rispettose della biodiversità microbica del suolo e anche della chioma; proseguire le osservazioni sul grado patologico nei lotti trattati e nei controlli per i prossimi anni abbinando – ove possibile – i sistemi Pag. 24 sperimentati nel progetto BICC; proseguire i trattamenti di richiamo periodici con Micosat F olivo; approfondire le conoscenze sulla presenza degli endofiti in rapporto all'evoluzione della malattia.

  Bruno Caio Faraglia ha sottolineato che la Xylella fastidiosa è un organismo da quarantena ormai riconosciuto a livello mondiale; in epoca anteriore al primo ritrovamento in Puglia del batterio, il fitopatogeno era inserito nella normativa europea nell'ambito dei controlli sulla vite, mentre non era risultava inserito tra i controlli per le piante ornamentali negli gli scambi internazionali aventi ad oggetto vegetali diversi dalle piante di vite. Ha, dunque, fatto presente che, a seguito del ritrovamento in Puglia, la sensibilizzazione dell'Unione europea sul tema è notevolmente aumentata e nel 2015 sono state introdotte delle misure di controllo specifiche, non solo per il territorio europeo, ma anche per tutte le importazioni dai Paesi terzi.
  Si è, poi, soffermato sulle misure di quarantena decise a livello europeo, che si sono succedute nel corso dell'avanzare dell'epidemia e che hanno portato alla suddivisione del territorio della regione Puglia in tre zone: una zona infetta nella quale è stato ritenuto impossibile eradicare il batterio, una zona infetta considerata area di intervento da quarantena (che è stata progressivamente allargata, con decisione assunta unilateralmente dalle istituzioni europee) e una zona cuscinetto.
  Ha, quindi, evidenziato che le misure adottate dagli organi di gestione della protezione fitosanitaria sono state orientate principalmente verso l'obiettivo di rallentare la diffusione del batterio.
  Rilevata, allo stato attuale, la necessità di un cambio di approccio nella gestione dell'emergenza, ha evidenziato l'importante ruolo svolto in tal senso dalla ricerca nel mettere a punto tecniche colturali e nell'individuare varietà specifiche che possano permettere il ritorno alla normalità dell'area contaminata, garantendo una ripresa produttiva delle piante, anche in presenza del batterio.
  Ha, infine, rilevato che occorra agire parallelamente con una strategia di difesa della parte indenne del resto d'Italia e d'Europa, nell'ambito della quale il Servizio fitosanitario della Puglia dovrà gestire un monitoraggio molto intenso per garantire che le zone indenne rimanga incontaminata, abbattendo, se necessario e in caso di riscontro positivo al patogeno, le fonti di inoculo rappresentate dagli alberi infetti.
  Ha, quindi, rimarcato l'enorme danno prodotto dall'emergenza Xylella al comparto vivaistico non solo pugliese, ma italiano, dovuto al blocco delle importazioni di qualsiasi tipo di piante prodotte in Italia da parte di tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo.

  Seduta di martedì 9 ottobre 2018 (n. 7)

  Audizione di Antonia Carlucci e Margherita Ciervo, docenti presso l'Università di Foggia, Cristos Xyloyannis, docente presso l'università della Basilicata, Francesco Nigro, docente presso l'Università di Bari, Francesco Porceli, docente presso l'Università di Bari, Marco Nuti, docente presso le Università di Padova e di Pisa, Emilio Stefani, rappresentante per l'Italia al Panel EPPO e Margherita D'Amico, responsabile scientifica del progetto «sistemi di lotta ecocompatibili contro il CoDiRo (SILECC)».

  Il Professor Cristos Xyloyannis ha rappresentato alla Commissione che l'unico approccio possibile al problema è quello della convivenza con la batteriosi.
  La situazione riscontrata è stata quella di olivi abbandonati, potati ogni 5 anni, e di terreni quasi sterili, privi della necessaria sostanza organica. Per combattere il batterio nella zona infetta, occorrono potature frequenti, con un'attenzione ai sintomi della malattia previo riscontro ogni 2, 3 o 4 mesi, con passaggi rapidi, senza tagli drastici, eliminando i rami dove è attecchita la malattia. In questo modo è possibile contenere la carica batterica, dando alla pianta la possibilità di rigenerarsi. Non è possibile eradicare completamente il batterio. Occorre chiedere all'agricoltore di intervenire con 3 o 4 interventi, particolarmente onerosi per una cultura povera come quella dell'ulivo. L'altro aspetto da considerare, in un approccio multidisciplinare, è lo stato Pag. 25 dei suoli; se essi sono sterili, privi di sostanza organica, manca la vita. Come ricostruire la sostanza organica? Attraverso gli apporti di carbonio esterni, utilizzando compost che siano in grado di apportare, oltre al carbonio, elementi minerali di cui la pianta ha bisogno. Occorre, quindi, potenziare misure che incentivino l'utilizzo di tali compost; aumentando dell'1 per cento la sostanza organica, si aumenta drasticamente la fertilità microbiologica dei suoli. L'altro aspetto è l'acqua. La Puglia non ha acqua, molta la prende dal sottosuolo. Occorre, a tal fine, incrementare l'utilizzo degli ammendanti compostati per incentivare il recupero e il riuso in agricoltura delle acque reflue urbane, sostenendo, a tal fine, la ricerca. In risposta ad alcune domande, ha, poi precisato che le giuste pratiche agronomiche possono fornire una risposta ma, difficilmente, potranno risultare risolutive, considerando che in questi anni sono state importate dall'America centrale milioni di piante e non si sa esattamente quante sono quelle sintomatiche o asintomatiche rispetto alla Xylella. In questo caso si rischia di non arrivare ad arrestare il focolaio anche in caso di abbattimento della pianta.

  Il Professor Nuti ha ricordato come occorra considerare non solo quello che emerge dal terreno ma anche quello che c'è sotto. I due ambienti dove i microrganismi raggiungono il livello massimo sono il terreno intorno alle radice delle piante e l'intestino umano. Per curare i microbioti si utilizzano biofertilizzanti e biostimolanti che rappresentano elementi molto utilizzati nell'agricoltura rigenerativa; per l'ulivo risulta sottostimato, dal punto di vista dell'utilizzazione, l'ammendante compostato verde che proviene dalla coltivazione dell'ulivo, cioè le sanse e le acque di vegetazione. L'uso di questi compost favorisce una maggiore disponibilità di acqua per le piante, stimola una risposta più efficace delle piante contro lo stress e, nel caso della Xylella in Puglia, ha ottenuto ottimi risultati. Rispetto ad alcune domande prospettate, ha rilevato che l'imputato non è tanto la Xylella, quanto il sistema agronomico utilizzato per l'olivicoltura.

  Il Professor Nigro ha rilevato che ormai il batterio è insediato nel territorio e occorre capire come ci si possa convivere. Il batterio ha conquistato il territorio a una media di 30-35 chilometri l'anno e questo indipendentemente dalle condizioni del terreno e nonostante in Puglia sia molto sviluppata l'agricoltura biologica. Cosa fare? Da quando sono state notificate le prime aree come aree infette si è verificato uno spostamento continuo delle linee; questo significa che in aree di contenimento, che per decisione UE sono diventate infette, si perde l'intera area. Al momento non ci sono evidenze che una pianta infetta da Xylella, se non appartiene a varietà resistenti, possa sopravvivere alla malattia. L'unico modo per salvare gli ulivi è abbassare l'inoculo, sacrificando chirurgicamente la pianta di ulivo infetta. E poi monitorare continuamente la situazione. In risposta ad alcune questioni, ha affermato che per effettuare un controllo biologico, occorre distinguere tra la pianta e il vettore. Gli esperimenti effettuati sulla pianta hanno dato una riduzione del 10 per cento di quantità di malattia rispetto al non trattato. Troppo poco perché si possa dire riuscito l'esperimento. Non ritiene corretto che il Salento possa essere rappresentato come la discarica del glifosato, sottolineando come in letteratura si riscontrano ancora dati contrastanti sugli effetti dell'erbicida. Gli espianti sono necessari per convivere con la malattia. Gli interventi agronomici sono importanti, insieme ad un uso corretto degli agrofarmaci, biologici o convenzionali. La potatura drastica ha un effetto deleterio mentre risultano efficaci gli interventi leggeri di potatura. L'eradicazione totale non è mai stata attuata tant'è che tutt'oggi non si hanno elementi per poter dire che l'eradicazione funziona o non funziona.

  Il Professor Porcelli ha messo in risalto che il batterio della Xylella viene trasmesso rapidamente da un vettore: la difficoltà consiste, quindi, non tanto nell'abbattere le piante malate, quanto nell'impedire la trasmissione della malattia. La Xylella manifesta sintomi e danni molto tempo dopo l'infezione. Occorre osservare il fenomeno Pag. 26 del riavvicinarsi del margine dell'infezione con quello del sintomo. L'importante è che non avvenga una reinfezione che aggrava la malattia portando alla morte della pianta.

  Il Professor Emilio Stefani ha ricordato che il suo ruolo, in qualità di rappresentante del Servizio sanitario presso l'Agenzia intergovernativa EPPO, è quello di fornire servizi sanitari a chi si occupa di diagnostica e di analisi del rischio, aggiornando continuamente quello che l'analista può fare in laboratorio. Lavorando sull'interazione microorganismo-microrganismo è possibile rintracciare degli organismi antagonisti che possano rallentare e fermare i patogeni, stimolando, di conseguenza, alcune sequenze geniche silenti nelle piante ospiti. Il problema della Xylella è che esiste un vettore; occorrerebbe, quindi, lavorare sulle comunità microbiche dei vettori.

  La Professoressa Antonia Carlucci ha rappresentato la necessità di individuare strategie per dare una speranza agli agricoltori dell'area infetta; aver individuato alcuni cultivar resistenti non può essere il punto di arrivo ma semmai quello di partenza. È importante che venga avviato un processo di miglioramento genetico dell'olivicoltura nazionale, insistendo per l'individuazione di varietà utili per un reimpianto nelle aree infette. È stato, quindi, rilevato come nel 2018 sono stati ottenuti risultati legati alla metabolica, con ripresa della parte vegetativa.

  La dottoressa Margherita D'Amico ha sottolineato che il glifosato mette in atto l'inibizione di un enzima, EPSP sintasi, che è indispensabile per la sintesi di alcuni aminoacidi aromatici; viene assorbito dalla foglia e traslocato all'interno delle radici. Intaccare la biodiversità significa causare un abbassamento della resilienza di un ecosistema. Nel Salento si è in presenza di un'emergenza che ha carattere ambientale e non può essere imputata ad un unico patogeno. La stessa ha inoltre dichiarato che Xylella è in grado di provocare disseccamenti anche su piantine di un anno di età.

  La Professoressa Ciervo ha sottolineato come occorra un approccio olistico, integrato e multidisciplinare. Ha, quindi, ricordato l'incidenza della sostanza organica del suolo nel rendere le piante meno vulnerabili nonché l'incidenza dell'utilizzo di erbicidi nell'indebolimento delle piante. A tal fine ha ricordato che la provincia di Lecce risulta, tra il 2003 e il 2008, la prima provincia per utilizzo di erbicidi nonostante abbia una superficie agricola che è poco più della metà di quella di Bari.

  Seduta di giovedì 7 novembre 2018 (n. 8)

  Audizione del dottor Leonardo Leone De Castris, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce.

  A seguito della richiesta avanzata dal procuratore, motivata in ragione della riservatezza delle informazioni da rendere, la Commissione ha deliberato di procedere allo svolgimento dell'audizione in seduta segreta.

  Seduta di mercoledì 14 novembre (n. 9)

  Audizione del Presidente della Regione Puglia e dell'Assessore all'agricoltura della medesima regione.

  Il Presidente Emiliano ha ricordato che la Xylella è stata scoperta in Puglia nel 2013, quando, di fronte ad una serie di disseccamenti, la Regione ha commissionato alcune ricerche che hanno dato, poi, prova della diffusione del batterio. Quando il fenomeno è stato diagnosticato, la diffusione aveva già raggiunto l'intera area di Gallipoli. Il ceppo specifico pugliese è stato identificato su piante ornamentali da caffè che non sono oggetto di sorveglianza nei varchi portuali dell'Unione europea. Una volta fatta la diagnosi, si è scelta la strada della dichiarazione dello stato di emergenza come previsto dalla legge sulla Protezione civile; al riguardo, il Presidente ha rilevato che non era mai accaduto che si applicasse la legge n. 25 del 1992 in caso di manifestazione di una fitopatia. La lotta alla Xylella è stata, quindi, fatta rientrare nella competenza della Presidenza del Consiglio Pag. 27  dei Ministri fino al gennaio 2016. Dopo quel momento, scaduto il tempo massimo per il commissariamento, la competenza è tornata alla regione Puglia. Da quel momento, è stato attivato il più grande monitoraggio arboreo a fini diagnostici della storia dell'umanità. Sulla base degli accertamenti e dei monitoraggi svolti sono state emanate le prime ordinanze di abbattimento; in alcuni casi non hanno trovato resistenza, in altri, invece, sono stati impugnati i provvedimenti di fronte al TAR, impedendo, così, l'abbattimento delle piante. Nonostante ciò, si può dire di aver tagliato la gran parte delle piante infette, nonostante il grande attaccamento della popolazione pugliese agli alberi di ulivo. Alla luce dei riscontri effettuati, non si ha alcuna evidenza che questa infezione possa essere stata procurata dolosamente. Nella zona infetta non è allo stato obbligatorio tagliare gli alberi, anche perché non si saprebbe neanche come smaltire il legno. Quanto alle misure apprestate per il ristoro degli olivicoltori pugliesi, sussiste un problema di accesso alle misure del PSR regionali da parte di una moltitudine di piccoli agricoltori che si sono riuniti in strutture cooperative e che non hanno titolo a partecipare a tali misure; occorre, quindi, individuare per questi agricoltori delle forme di ristoro. Quando è certo che la pianta è infetta occorre procedere al taglio, anche sacrificando le garanzie dei proprietari degli alberi. È impossibile fermare l'avanzata della Xylella; si può solo rallentare la diffusione, sostenendo la ricerca e procedendo al reimpianto di specie tolleranti e resistenti.

  L'assessore all'agricoltura pugliese Leonardo Di Gioia ha fornito taluni dati in ordine all'entità dei campioni prelevati in campo e alla dinamica degli abbattimenti. Ha, poi, affermato che la malattia è, a oggi, incurabile e che gli unici rimedi sono gli abbattimenti e il taglio degli alberi. Per fare questo occorrono normative che non siano di rango regionale in quanto le misure necessarie incidono sul diritto di proprietà, e, per procedere in modo efficace, è necessaria una strumentazione normativa nazionale, anche derogatoria. Ciò vale anche per gli ulivi monumentali che sono oggetto di particolare tutela dal punto di vista paesaggistico e possono essere interessati dagli abbattimenti solo all'esito delle conferenze di servizio con le Sovraintendenze o con tutti gli organi dello Stato che hanno a che fare con il dissesto idrogeologico. In riferimento ai vivai, risulta importante che l'Europa non vieti la movimentazione in territori che non sono stati interessati dalla malattia, perché non è la strada giusta perché si induca lo Stato italiano ad intervenire nella maniera più rapida possibile per sconfiggere il batterio. Occorre, poi, decidere cosa fare dei territori infetti, esistono problemi ambientali, un'assoluta impossibilità di smaltimento e un contrasto molto profondo nella popolazione al taglio di alberi che hanno natura secolare. Ciò che era nella disponibilità della Regione è stato fatto: staccare un pezzo del Piano di sviluppo rurale e destinarlo alla ricostruzione del potenziale produttivo dell'olivicoltura. I danni sono, comunque, di gran lunga superiori rispetto ai 30 milioni per gli investimenti e i 10 milioni per la ricostruzione preventivati.

  Seduta di mercoledì 19 dicembre 2018

  Audizione del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio.

  L'audizione del Ministro ha concluso l'attività conoscitiva programmata. Il Ministro ha, in primo luogo, evidenziato che la Xylella fastidiosa rappresenta un'emergenza fitosanitaria senza precedenti per il nostro Paese e che ogni ulteriore ritardo nella sua gestione è destinato a rendere irreparabile il danno al settore olivicolo italiano ed al patrimonio paesaggistico di inestimabile valore delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto. Ha, inoltre, rimarcato che la mancata applicazione delle misure obbligatorie previste dalla Decisione di esecuzione (UE) 2015/789 pone l'Italia a rischio di sanzioni, avendo la Commissione europea promosso una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese (la n. 2174 del 2015), che ha portato al deferimento dell'Italia alla Pag. 28 Corte di Giustizia (decisione del 16 maggio 2018).
  Ha, quindi, sottolineato la necessità di condividere con il territorio le iniziative, ragion per cui ha costituito un gruppo di lavoro costituito dai maggiori esperti della materia e dai rappresentanti del territorio e delle istituzioni coinvolte. Il gruppo di lavoro, all'esito di un processo che ha coinvolto tutti i più rilevanti portatori di interesse, ha elaborato un nuovo programma di intervento che intende sottoporre all'attenzione della Commissione europea, del Parlamento e della Conferenza Stato-Regioni
  Il Piano persegue essenzialmente tre finalità:

   a) contrastare la gravità dell'epidemia in atto, limitando il rischio potenziale di espansione in altre regioni del Paese ed attuando l'inevitabile e necessaria applicazione delle misure di contenimento;

   b) attuare uno stretto ed efficace coordinamento di tutti i soggetti chiamati a gestire le azioni di contrasto sul territorio;

   c) incrementare le risorse finanziarie destinate a tali scopi, reperendo finanziamenti aggiuntivi attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e il bilancio dell'Unione europea, oltre a potenziare le sinergie con i fondi già impiegati dalla Regione Puglia.

  Il Piano si articola, inoltre, su alcune linee di intervento:

   1. la lotta ai vettori, privilegiando misure fitosanitarie di natura agronomica e fitoiatrica a basso impatto ambientale;

   2. il piano di monitoraggio, che include un programma di ispezioni (che dovranno riguardare anche le strutture vivaistiche) e di campionamenti, sia in zone demarcate sia in zone indenni, conformemente alle indicazioni contenute nelle decisioni europee di esecuzione, e che prevede a monte un potenziamento della rete di laboratori di analisi certificati sul territorio nazionale;

   3. la ridefinizione delle priorità della ricerca e l'avvio di nuovi programmi di ricerca per trovare soluzioni utili al vivaismo e all'individuazione di colture alternative che abbiano al contempo una funzione produttiva e una funzione di presidio paesaggistico;

   4. il ripristino del potenziale produttivo nelle aree colpite attraverso: lo snellimento delle procedure di eradicazione delle piante infette, per il quale è in fase di definizione una proposta normativa che sarà sottoposta all'esame parlamentare; la rimozione delle piante danneggiate da Xylella fastidiosa nella zona infetta; la classificazione delle aree interessate per vocazione e potenzialità produttive; il sostegno delle riconversioni verso cultivar di olivo resistenti e il finanziamento dell'espianto e del reimpianto; la riconversione verso altre colture, presenti in passato e sostituite nel tempo, anche al fine di diversificare il paesaggio agrario e aumentare la biodiversità nel territorio, prevedendo, al riguardo, una specifica finalizzazione del Piano invasi; la salvaguardia degli olivi monumentali; il sostegno del reddito delle aziende agricole nella fase di transizione, garantita almeno per un anno successivo all'impianto; un sostegno specifico per le aziende vivaistiche ricadenti in area delimitata; la ricomposizione fondiaria attraverso la creazione di forme meno gravose in termini di oneri finanziari e procedurali;

   5. il rilancio dell'economia rurale nelle aree danneggiate attraverso: la valorizzazione delle produzioni locali e il potenziamento delle Organizzazioni di Produttori e delle forme più avanzate di cooperazione orizzontale e verticale lungo la filiera; misure di sostegno agli investimenti per la diversificazione; interventi di recupero del paesaggio;

   6. il Piano di comunicazione che dovrà precedere e accompagnare l'attuazione del Piano d'azione, con azioni comunicative preventivamente condivise a tutti i livelli, con l'obiettivo di portare a conoscenza di tutti l'effettiva gravità della Xylella, del rischio della sua diffusione, degli aspetti tecnici dell'epidemia e degli obblighi e delle prescrizioni di legge, non solo per operatori del comparto olivicolo;

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   7. il reperimento di ulteriori risorse finanziarie, attivate attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la coesione, che si aggiungono alle risorse già previste dalla Regione Puglia attraverso il proprio Programma di sviluppo rurale, destinate prioritariamente ad interventi volti al rilancio dell'economia agricola e rurale della zona maggiormente colpita.

  Si prevede, inoltre, nell'ambito del nuovo quadro normativo di riordino del Servizio fitosanitario nazionale, la costituzione di una dotazione finanziaria permanente per le azioni di immediata urgenza in relazione agli organismi nocivi e alla gestione delle emergenze fitosanitarie e un apposito stanziamento del Fondo di solidarietà nazionale di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004.
  Il Ministro Centinaio ha fornito, infine, il quadro complessivo delle risorse attivate: bilancio regionale 4.300.000, PSR Puglia 48.3000.000, FSC 30.000.000, ISMEA 5.000.000, legge di bilancio 13.050.000 euro.
  Rispondendo ad alcuni quesiti, il Ministro ha, quindi, preannunciato la presentazione di un decreto volto a dichiarare lo stato di emergenza al fine di velocizzare le procedure di eradicazione e di superare gli ostacoli burocratici, anche in relazione all'abbattimento degli ulivi secolari, rilevando che occorra incentivare solo le ricerche sul campo coordinate da enti certificati dello Stato, a garanzia di serietà e professionalità.

  La missione nelle aree colpite dal patogeno.

  Il 3 dicembre 2018, una delegazione della Commissione, accompagnata dall'assessore all'agricoltura della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, si è recata in tale regione a visitare le zone agricole ricadenti nelle province di Brindisi e Lecce maggiormente colpite dal fitopatogeno. La Commissione ha svolto un sopralluogo degli uliveti siti nella zona infetta e visitato i campi di ricerca sperimentali costituiti per il contrasto alla diffusione della Xylella.
  La Commissione ha, in particolare, svolto un sopralluogo in un'area ricadente nel comune di Torchiarolo (BR), presso uno dei primi campi nei quali nel 2015, a seguito del ritrovamento di piante infette, sono state applicate le misure di eradicazione delle piante infette e di tutte le piante ospiti situate entro un raggio di 100 metri. Ha, quindi, visionato l'area cratere del primo ritrovamento di Xylella nel comune di Gallipoli (LE).
  La Commissione ha, poi, visitato alcuni campi di ricerca sperimentali a Veglie, a Galatone, a Presicce, a Caprarica e a Lequile (LE).
  Di particolare interesse è stata la visita di uno dei tre campi sperimentali di Giovanni Melcarne a Presicce.
  In questi campi sono stati realizzati, con la partecipazione di Istituti di ricerca e sotto il coordinamento scientifico dell'Ipsp-Cnr di Bari, oltre 5.000 innesti con circa 270 cultivar, tra i quali tutte le varietà autoctone pugliesi, tutte le varietà italiane, un buon numero di varietà straniere ed alcune varietà di ulivo selvatico, allo scopo di validare scientificamente la tecnica di innesto di pianta tollerante su pianta secolare affetta da Xylella, al fine di ricostituirne rapidamente le chiome. Essendo già nota la resistenza alla Xylella di alcune varietà di olivo, le sperimentazioni non sono volte al reimpianto di tali varietà, bensì all'innesto delle medesime sulle piante secolari, secondo una tecnica di innesto che ha consentito l'attecchimento di più del 90%, sfruttando l'intera circonferenza del tronco; come appreso durante la visita, tale sperimentazione sta dando risultati eccellenti con vantaggi in termini economici, di rapidità di intervento e di percentuale di attecchimento.
  La stessa delegazione ha avuto, poi, modo di visionare lo stato delle piante innestate con più varietà di ulivo e di verificare come, nella stessa pianta, gli innesti di varietà tolleranti fossero verdi mentre la parte non innestata e gli innesti di varietà non tolleranti fossero secchi.
  Infine, la delegazione ha incontrato, presso gli Uffici regionali di Brindisi, le organizzazioni agricole regionali.

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  Conclusioni:

  Dalle audizioni svolte emerge in primo luogo la drammaticità della situazione in cui versano gli olivicoltori pugliesi a causa del diffondersi dell'area infetta dal batterio della Xylella fastidiosa e la necessità di procedere con estrema urgenza, attivando ogni misura utile al contenimento del batterio e alla ripresa produttiva dei territori colpiti.
  Come è stato sottolineato, l'area complessivamente interessata ha oramai un'estensione di circa 750 mila ettari di superficie, a fronte degli 8.000 originariamente interessati dal fenomeno. Peraltro, la zona cuscinetto insiste sulle province di Bari e BAT che, con i loro circa 132 mila ettari, rappresentano il 12 per cento della superficie agricola utilizzabile olivetata italiana e, con oltre 120 mila tonnellate complessive di olio prodotto, rappresentano il 28 per cento della produzione nazionale (dati della campagna 2017/2018).
  Attualmente, come si evince dalla cartina di seguito riportata, il contagio, partito dalla provincia di Lecce, copre gran parte della provincia di Brindisi, essendosi esteso, dapprima, a quella di Taranto ed avendo, poi, raggiunto, all'inizio del 2018, i confini della provincia di Bari. Il rilevamento di focolai di Xylella in punti diversi della così detta zona Cuscinetto ha, quindi, reso necessaria una nuova demarcazione della zona infetta e una nuova delimitazione delle aree oggetto di misure di contenimento, con uno spostamento di circa 20 chilometri verso nord dei confini della zona infetta, della zona di contenimento (che comprende i primi 20 chilometri della zona infetta adiacente alla zona cuscinetto) e della zona cuscinetto. Recente è la notizia del ritrovamento di una pianta infetta in un'area ricadente nel comune di Monopoli.

  Occorre, quindi, definire con urgenza un piano di intervento che individui con esattezza le azioni da intraprendere, definisca le risorse finanziarie destinate a combattere Pag. 31  l'emergenza e a ristorare gli olivicoltori e tutti coloro che partecipano, a diverso titolo, alla filiera olivicolo dai danni subiti, fornendo loro un supporto per riavviare una redditizia attività produttiva.
  Risulta, ormai, certo che la causa del disseccamento degli ulivi in Puglia è dovuta al diffondersi del batterio della Xylella fastidiosa e alla capacità di essere trasportato da vettori, tra i quali, il più noto è quello denominato Philaenus spumarius L., nota come «sputacchina media».
  La presenza del batterio richiede interventi di contenimento, risultando, pressoché impossibile, al momento, un'eradicazione totale. La Xylella fastidiosa deve essere cioè eradicata laddove sia possibile e contenuta laddove l'eradicazione non sia più attuabile.
  Proprio per la complessità della situazione occorre agire in maniera sinergica su vari fronti e con diversi interventi.
  In particolare, occorre, in primo luogo adottare un piano di comunicazione concordato con tutti i soggetti istituzionali competenti che individui in modo chiaro e univoco le procedure a cui sono tenuti le istituzioni pubbliche e i privati per affrontare l'emergenza. La Commissione ritiene pertanto che una capillare campagna di informazione – da realizzare anche mediante l'implementazione e la valorizzazione del portale www.emergenzaxylella.it creato dalla regione Puglia – sia funzionale ad assicurare efficacia alle misure che si intendono attuare.

  Occorre, poi, monitorare costantemente, con il concorso dei rappresentanti della ricerca l'evoluzione della malattia, in modo da intervenire prontamente per evitare l'ulteriore propagazione in territori incontaminati e il ripetersi di nuove infestazioni su piante già colpite.
  Le audizioni hanno dimostrato l'importanza di un monitoraggio da terra – in relazione al quale, centrale è il ruolo del Servizio fitosanitario della regione Puglia nell'attuazione di un programma capillare di ispezioni e campionamenti sia nelle aree demarcate che nelle zone di contenimento e cuscinetto – che potrebbe combinarsi con il monitoraggio da satellite, di recente sviluppato, anche sulle aree indenni. Risulta, poi, importante l'attuazione del progetto del CREA EZIOCONTROL, finalizzato all'implementazione delle metodologie di monitoraggio e controllo della malattia con microorganismi e tecniche agronomiche, allo scopo di sviluppare un sistema di rilevamento precoce dell'insorgenza della malattia. Le attività di monitoraggio dovrebbero poi riguardare anche specie ospiti ulteriori rispetto all'ulivo, quali il mandorlo, il ciliegio e l'oleandro.

  È necessario, inoltre, adottare un piano di lotta ai vettori in modo che possa essere impedito alle popolazioni di insetti di poter trasportare il batterio; a tal fine occorre, in primo luogo, abbattere la fonte di inoculo rappresentata dalla pianta malata e, secondariamente, adottare metodi di lotta, anche con antagonisti biologici.
  Con riferimento all'attività di contrasto al vettore, i soggetti ascoltati dalla Commissione hanno unanimemente affermato che, stante l'impossibilità di curare le piante infette, le azioni di contrasto alla diffusione di Xylella, debbano passare in prima battuta per la lotta integrata al vettore, privilegiando misure fitosanitarie di natura agronomica e fitoiatrica a basso impatto ambientale. La Commissione non può che condividere questa strategia di intervento.
  L'attento studio del ciclo biologico e dei comportamenti del vettore effettuato dai centri di ricerca, in primis dal CNR, ha consentito di acquisire informazioni preziose ai fini del controllo del vettore e di elaborare le misure di contenimento dello stesso.
  Dalle audizioni è, poi, emersa l'importanza di effettuare un controllo integrato e di declinare le misure di controllo in maniera diversa a seconda del tipo di zona interessata.
  Questa impostazione è presente anche nella legislazione vigente dove oggi sono previste gran parte delle misure di contenimento (si veda il decreto ministeriale 13 febbraio 2018, come modificato dal decreto ministeriale 6 settembre 2018) che comprendono lo svolgimento di operazioni meccaniche del terreno da svolgere nei mesi di marzo e aprile per eliminare l'erba su cui Pag. 32 il vettore vive agli stadi giovanili, e interventi insetticidi per il controllo degli adulti nel periodo compreso tra i mesi di maggio e ottobre.
  Al momento, la normativa include, tra le operazioni meccaniche per il controllo degli stadi giovanili le seguenti tipologie di intervento: lavorazioni superficiali del terreno; trinciatura delle erbe; piro-diserbo; trattamenti erbicidi.
  I soggetti auditi hanno raccomandato e indicato anche una serie di buone pratiche agronomiche da seguire per mantenere pulito il terreno, da combinare con le pratiche meccaniche, optando per quelle tecniche che meglio si adattano a gestire terreni che sono poveri di sostanza organica.
  In proposito, la Commissione sottolinea l'importanza di manutenere, attraverso le buone pratiche agricole, anche le aree verdi pubbliche e condivide la proposta, avanzata da più soggetti auditi, di definire un sistema di controlli più efficienti per garantire il rispetto degli obblighi previsti dalla condizionalità e delle buone pratiche da parte degli agricoltori.
  Con riferimento all'obbligatorio ricorso a trattamenti insetticidi incompatibili con il metodo biologico da parte delle aziende agricole condotte secondo metodi di agricoltura biologica, la Commissione rileva l'opportunità che le medesime ricevano specifici indennizzi per la perdita dei contributi europei, causa l'utilizzo di prodotti non consentiti per tale metodo di produzione.
  La Commissione reputa altresì necessario rivedere urgentemente il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 con il quale è stata recepita la cosiddetta direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE), come modificato dal d.P.R. n. 120 del 2003, che, con una scelta operata solo in Italia in ambito europeo, vieta in modo assoluto l'introduzione in natura di specie e popolazioni non autoctone, senza prevedere deroghe finalizzate a consentire la lotta biologica. Come evidenziato da alcuni auditi, tra i quali i rappresentanti del CREA, tale limite normativo priva l'Italia di uno degli strumenti più importanti di contrasto al fenomeno della diffusione delle specie esotiche invasive, che si base sull'utilizzo di antagonisti naturali che potrebbero, invece, a tal fine, essere introdotti nel nostro Paese dopo essere stati opportunamente testati. In questo senso, la Commissione ritiene si debba riprendere il percorso avviato nella scorsa legislatura con la trasmissione alla Conferenza unificata di uno schema di decreto del Ministro dell'Ambiente recante modifica dell'articolo 12 del d.P.R. n. 357 del 1997, volto a consentire, previa realizzazione di una preliminare e corretta analisi del rischio ambientale, l'introduzione di antagonisti naturali.
  Serve, poi, snellire le procedure per l'abbattimento delle piante infette. Con riferimento all'abbattimento delle piante infette, si ricorda la decisione di esecuzione (UE) 2015/789 della Commissione del 18 maggio 2015, modificata dalla decisione di esecuzione (UE) 2018/927 del 27 giugno 2018 che, al comma 2 dell'articolo 6, dispone che lo Stato membro interessato dalla diffusione della Xylella, entro un raggio di 100 in attorno alle piante che sono state esaminate e sono risultate infette dall'organismo specificato, deve rimuovere immediatamente: a) le piante ospiti, indipendentemente dal loro stato di salute; b) le piante notoriamente infette dall'organismo specificato; c) le piante che presentano sintomi indicativi della possibile infezione da parte di tale organismo o sospettate di essere infette da tale organismo.
  A tal proposito, la Commissione ritiene che nella zona cuscinetto e nella zona di contenimento gli interventi di eradicazione e di rimozione delle piante infette – necessari al fine di eliminare le fonti di inoculo del vettore – debbano essere effettuati con tempestività.
  In questo senso, la Commissione reputa si debba giungere rapidamente alla definizione di una normativa – di carattere emergenziale – che consenta di dare tempestiva attuazione alle misure fitosanitarie e di semplificare le procedure istruttorie prodromiche all'abbattimento e alla rimozione delle piante infette che ricadano in aree soggette a vicolo ambientale o siano ulivi secolari. Pag. 33 
  Tale attività dovrà ovviamente tenere conto – come da più parti sottolineato nelle audizioni – del valore identitario dell'olivo per il territorio pugliese.
  Le istituzioni devono poter contare su una legislazione che garantisca loro la tempestività e l'efficacia dell'intervento. A tale riguardo, la Commissione è consapevole che l'ampia frammentazione delle proprietà, spesso intercalate con aree gestite dalle amministrazioni locali, la presenza di residui di lotti fondiari che hanno avuto altre destinazioni e che rimangono in completo stato di abbandono, sia per incuria, sia per l'oggettiva difficoltà della loro gestione (scarpate, canali), vanno a condizionare la capillarità dell'operazione necessaria per conseguire il risultato desiderato. Occorre, quindi, intervenire anche in quelle aree di proprietà pubblica o abbandonate, dove non è possibile far affidamento sull'intervento degli olivicoltori.

  Infine, anche se per la Commissione è di primaria importanza, occorre ripristinare il potenziale produttivo delle aree colpite mediante l'impianto di varietà di ulivo tolleranti ed interventi volti a favorire la biodiversità. Nella zona infetta è necessario apprestare interventi di rigenerazione del terreno, con l'utilizzo di compost che possano fornire quel materiale minerale di cui il terreno ha bisogno e possano arricchire il terreno di acqua. Occorre, poi, predisporre interventi di potatura costanti delle piante ancora vive, in modo da permettere una loro rigenerazione.
  Al riguardo, la Commissione reputa che la rimozione delle piante infette debba essere accompagnata da interventi volti al reimpianto di specie tolleranti al batterio. La sostituzione degli esemplari espiantati con varietà tolleranti alla Xylella fastidiosa, già presenti sul mercato, come la Leccino o la FS-17, o che verranno certificate come tolleranti in futuro, nelle aree di contenimento e nella buffer zone, consentirebbe sia di creare barriere naturali in grado di ostacolare la diffusione del patogeno, sia di ripristinare la potenzialità produttiva delle aree infette.
  L'efficacia della misura è evidentemente condizionata dalla corresponsione di contributi adeguati agli agricoltori che abbiano sostenuto costi per l'estirpazione delle piante e di finanziamenti per la realizzazione di investimenti produttivi nelle aziende.
  Parimenti, la Commissione reputa debba essere incoraggiata con adeguati finanziamenti la pratica dell'innesto di specie tolleranti su piante ospiti – i cui risultati la Commissione ha potuto apprezzare in occasione del sopralluogo svolto nel campo sperimentale Ipsp-Cnr a Presicce – allo scopo di salvaguardare gli ulivi monumentali, in considerazione del loro valore storico-culturale e paesaggistico.
  A tale riguardo, la Commissione condivide quanto emerso nelle audizioni in merito all'opportunità di perseguire la strada della consociazione dell'olivicoltura con l'orticoltura per elevare il livello di biodiversità ed evitare la monocultura, anche al fine di non creare i presupposti per l'insorgere in futuro di problemi analoghi a quello della Xylella.
  La Commissione ritiene in particolare debba essere incoraggiata nella zona infetta, attraverso strumenti di sostegno al reddito degli agricoltori, la parziale riconversione verso altre colture, presenti in passato e sostituite nel tempo, anche al fine di diversificare il paesaggio agrario e aumentare la biodiversità nel territorio, così come, stante la vocazionalità dei territori ad ospitare altre colture, anche alloctone a quelle attuali, la riconversione verso colture, come quella della frutta tropicale, che stanno dando vita a positive esperienze in altre regioni.
  In questo senso, la Commissione ritiene di fondamentale importanza l'impegno annunciato dal Governo di destinare appositi finanziamenti per il ripristino della potenzialità produttiva delle aree colpite dal patogeno.
  La Commissione ritiene altresì utile diffondere in tali zone le attività di progettazione territoriale e sviluppo sostenibile dell'agricoltura e del settore agroalimentare, anche attraverso l'attivazione del contratto di distretto previsto dalla legge di bilancio 2018, con una dotazione finanziaria iniziale di 5 milioni di euro. Tale strumento potrebbe infatti favorire un più celere sostegno Pag. 34  agli investimenti da parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e rispondere così anche alla manifestazione di interessi riscontrata sul territorio e che ha evidenziato la disponibilità da parte delle imprese del settore a investire nel rilancio dell'area oltre 300 milioni di euro.
  La Commissione reputa inoltre che la ripresa produttiva delle aree colpite debba essere accompagnata anche da interventi di riorganizzazione dell'intera filiera olivicola che coinvolgano sia le aziende vivaistiche – per le quali, se ricadenti nell'area delimitata, è necessario prevedere un sostegno specifico – sia i frantoi, che duramente stanno pagando il prezzo dell'emergenza.
  In questo senso, la Commissione condivide l'esigenza di rivedere il Piano olivicolo nazionale, la cui adozione in altri Paesi ha consentito di rilanciare la filiera olivicola, anche al fine di attuare quelle proposte provenienti dal mondo scientifico che individuino un percorso complessivo (agronomico-colturale e culturale, fitoiatrico ed ecosostenibile) che possa ridare speranza e futuro al comparto, incentivare gli imprenditori agricoli ad investire, favorire il ricambio generazionale e l'aggregazione tra imprese.
  Nel frattempo occorre sostenere gli olivicoltori pugliesi, intervenendo con una moratoria per il pagamento delle scadenze relative al pagamento delle rate dei mutui e degli oneri previdenziali e assistenziali a cui sono tenute le imprese del comparto. Occorre, poi, agire sulla riforma della politica agricola comune in corso di discussione a Bruxelles, affinché l'OCM olivo sia messa al centro del nuovo regolamento unico, declinando, poi, le singole misure di intervento all'interno dei piani che i singoli Stati nazionali saranno chiamati ad elaborare. Nel frattempo, occorre far in modo che le organizzazioni dei produttori riconosciute le cui aziende ricadono nelle aree colpite dalla Xylella possano derogare ai parametri di commercializzazione previsti dalla normativa europea. Occorre, poi, prevedere una forma di intervento di ristoro per quei piccoli agricoltori che si sono riuniti in strutture cooperative e che non hanno titolo a partecipare alle misure regionali del Piano di sviluppo rurale.
  Infine, la Commissione ritiene fondamentale favorire approcci per il futuro grazie al supporto alla ricerca scientifica e all'applicazione delle tecniche e dei metodi acquisiti attraverso la sperimentazione che, come nel caso delle linee di ricerca sulle resistenze genetiche e sulle pratiche dell'innesto, sta dando risultati molto incoraggianti.
  In un'ottica più generale, volta a prevenire l'ingresso e la diffusione di specie invasive nel Paese, la Commissione, come rilevato da alcuni auditi, ritiene inoltre necessario intensificare i controlli a livello frontaliero, tenuto conto anche dei limiti evidenziati dal sistema di difesa fitosanitaria aperto che vige nell'Unione europea e della presenza nel nostro Paese di numerosissimi punti di ingresso ufficiali – che lo penalizzano ulteriormente – nei quali dovrebbe essere previsto un servizio fitosanitario con stazioni di quarantena.

  In conclusione, gli approfondimenti svolti nel corso dell'indagine hanno confermato la situazione drammatica in cui versa l'olivicoltura pugliese a causa dell'avanzare del batterio della Xylella, l'urgenza di un intervento condiviso da tutte le forze politiche, articolato su varie azioni sinergiche da mettere in atto contemporaneamente, in modo da agire su più fronti ed aggredire, o almeno, contenere, l'avanzata della Xylella sul territorio.
  In altre parole, è ormai chiaro che l'emergenza Xylella ha assunto valenza nazionale sia per i pericoli di contaminazione sia per il danno che ha prodotto al comparto di produzione olivicola.
  Con delibera CIPE n. 69 del 2018 è stata disposta un'integrazione finanziaria dell'ordine di 30 milioni al piano operativo «agricoltura» destinato specificamente ad un piano di emergenza per il contenimento della Xylella fastidiosa. Tali risorse sono destinate a finanziare: la ricerca e la sperimentazione, per un importo di 3 milioni; il ripristino del potenziale produttivo, destinandovi 15 milioni; le attività di prevenzione della diffusione della Xylella e di contrasto al vettore, nel limite di 4 milioni; Pag. 35 un piano di comunicazione, per una spesa di un milione; investimenti a supporto di attività ispettive e di monitoraggio, per un milione di euro; il potenziamento del servizio fitosanitario, per un milione di euro.
  Si tratta di uno stanziamento di risorse importante che sarà completato con ulteriori stanziamenti.
  La Commissione è consapevole che occorre intervenire con la massima urgenza per sostenere il comparto olivicolo pugliese che vive la peggiore crisi che abbia mai conosciuto, stretto tra la morsa della Xylella e gli ultimi eventi atmosferici che hanno ulteriormente messo in ginocchio la produzione.
  L'Italia ha bisogno, attraverso la definizione di un nuovo Piano Olivicolo, di aumentare i livelli di produzione, mantenendo sempre alta la qualità della produzione. Occorre, quindi, aiutare le aziende agricole ad innovare, prevedendo l'impianto di nuovi cultivar e ristrutturando le proprie aziende in modo da poter affrontare al meglio i cambiamenti climatici e la concorrenza delle imprese straniere.
  La calamità che ha colpito la Puglia, che richiede, in primis, interventi per il suo contenimento e il riconoscimento di uno stato di calamità naturale, deve trasformarsi in un'occasione per avviare quella ristrutturazione del comparto olivicolo nazionale di cui l'Italia già necessitava e che la crisi in atto in Puglia ha solo reso maggiormente evidente, dal punto di vista dell'urgenza.

(1) In considerazione della sua rilevanza, si riporta di seguito una sintesi delle misure contenute nel Piano Silletti. In seguito alla dichiarazione, con delibera del Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 2015, dello stato di emergenza connesso alla diffusione nel territorio della regione Puglia del batterio patogeno da quarantena Xylella Fastidiosa, e alla nomina a commissario delegato per fronteggiare tale emergenza del Comandante Regionale per la Puglia del Corpo Forestale dello Stato, Giuseppe Silletti (con ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 225 dell'11 febbraio 2015), è stato predisposto un Piano di interventi, approvato il 26 marzo 2015, che teneva conto delle misure di cui agli articoli 10 e 11 del decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali del 26 settembre 2014 e della sezione 2 dell'Allegato III del medesimo decreto. Il Piano delineava una strategia articolata di interventi, individuati in base alle diverse zone delimitate (fascia di profilassi, zona cuscinetto, fascia di eradicazione, focolai puntiformi e focolai di maggiore criticità), e mirava al raggiungimento dei seguenti obiettivi: abbattere le piante infette nei focolai o siti di maggiore criticità individuati al fine di evitare la diffusione della fitopatia e monitorare le zone a confine con la zona infetta; contrastare l'insetto vettore principalmente con trinciatura ed erpicatura e, sui luoghi non accessibili alla trattrice, con interventi fitosanitari nel periodo primavera-estate; interrompere la movimentazione delle specie potenzialmente ospiti della Xylella fastidiosa; risolvere con immediatezza la fase di crisi economica degli agricoltori e dei vivaisti causata dall'abbattimento delle piante di olivo e dalla sospensione o dall'annullamento dei contratti e delle forniture; salvaguardare sotto l'aspetto paesaggistico, ambientale e produttivo il territorio salentino. Per raggiungere tali obiettivi il Piano prevedeva le seguenti misure: eliminazione di tutte le piante ospiti presenti lungo le strade, fossi, canali e aree verdi, con trinciatura della chioma e smaltimento; controllo dei vettori situati sulle erbe infestanti; trattamento fitosanitario per il controllo dei vettori adulti in oliveti e frutteti; estirpazione delle piante infette; distruzione delle specie ospiti di Xylella fastidiosa all'interno di vivai. Il 24 dicembre 2015 è cessato il mandato del Commissario delegato per l'emergenza Xylella fastidiosa a causa delle note difficoltà sorte nell'attuazione delle misure per il contrasto alla diffusione del patogeno (in particolare, quelle dell'eradicazione e dell'utilizzo di fitofarmaci) anche a causa della pendenza di procedimenti giurisdizionali.