XVIII Legislatura

XII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 6 di Martedì 16 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori
Lorefice Marialucia , Presidente ... 3 

Audizione sulle linee programmatiche della Ministra per le disabilità, Erika Stefani, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Lorefice Marialucia , Presidente ... 3 
Stefani Erika , Ministra per le disabilità ... 3 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 8 
Versace Giuseppina (FI)  ... 8 
Bellucci Maria Teresa (FDI)  ... 9 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 9 
Bellucci Maria Teresa (FDI)  ... 10 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 10 
Bellucci Maria Teresa (FDI)  ... 10 
Noja Lisa (IV)  ... 11 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 12 
Noja Lisa (IV)  ... 12 
Rizzo Nervo Luca (PD)  ... 12 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 13 
Rizzo Nervo Luca (PD)  ... 13 
D'Arrando Celeste (M5S)  ... 13 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 14 
D'Arrando Celeste (M5S)  ... 15 
Baroni Massimo Enrico (Misto-L'A.C'È)  ... 15 
Bologna Fabiola (Misto-C!-PP)  ... 15 
Lorefice Marialucia , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MARIALUCIA LOREFICE

  La seduta comincia alle 12.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla Web TV della Camera dei deputati.

Audizione sulle linee programmatiche della Ministra per le disabilità, Erika Stefani, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, sulle linee programmatiche della Ministra per le disabilità, Erika Stefani, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Ricordo che, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento della Camera nella riunione del 4 novembre 2020, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza. Ringraziando la Ministra Stefani per avere accolto il nostro invito, le rivolgo i più sentiti auguri per il lavoro impegnativo che la attende. Faccio presente che all'intervento della Ministra seguirà il dibattito con un intervento per ciascun Gruppo parlamentare per un tempo di non oltre cinque minuti ciascuno. Potranno intervenire anche più deputati per Gruppo restando sempre nell'ambito dei cinque minuti complessivi mentre la replica della Ministra avrà luogo in un'altra seduta. A questo punto cedo la parola alla Ministra Stefani.

  ERIKA STEFANI, Ministra per le disabilità. Grazie, presidente. Grazie per questo invito che mi permette di instaurare fin da subito un proficuo dialogo con gli onorevoli parlamentari di questa Commissione. Prima di entrare nel merito degli argomenti che intendo illustrare oggi, che sono tra gli obiettivi prioritari del mio mandato, desidero delineare anche il ruolo che ha il Ministro per le disabilità che il nuovo Governo ha voluto istituire quale autorità politica ad hoc, al fine di dare un rilievo particolare alle politiche in favore delle persone con disabilità. L'istituzione del Ministro per le disabilità, infatti, risponde all'esigenza di garantire il coordinamento delle politiche del Governo in favore delle persone con disabilità, proprio in considerazione dell'elevata trasversalità della materia che coinvolge ambiti di competenze di molti dicasteri. Si pensi, solo per citare alcuni esempi, ad ambiti fondamentali come la sanità, i trasporti, la scuola – come si è visto negli ultimi giorni – il lavoro, le politiche sociali.
  La complessità delle politiche in tema di disabilità richiede un'azione di coordinamento per fare sì che gli sforzi delle singole amministrazioni siano guidati da una prospettiva comune e condivisa. Tali sforzi non devono infatti disperdersi in politiche tra loro discordanti o, peggio, che non siano in grado di recepire le istanze dei cittadini in una visione complessiva. In tale ottica l'obiettivo è quello di attuare un raccordo con tutti i ministeri, affinché le politiche di questo Governo siano massimamente orientate – qui richiamo il testo diretto della convenzione ONU – «a garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali Pag. 4 per tutte le persone con disabilità senza discriminazione di alcun tipo sulla base della disabilità».
  L'azione di Governo è orientata a promuovere politiche inclusive e finalizzate a favorire, in ogni ambito e per tutte le fasi della vita, la piena partecipazione delle persone con disabilità alla sfera sociale, economica, culturale e politica del Paese. Verrà dato quindi impulso a tutte quelle politiche e misure che, sotto differenti profili, concorrono a favorire un approccio alle disabilità centrato sul progetto individuale della persona. Si tratta di conferire effettività ai princìpi della convenzione e ripensare il modello di welfare per spostarne il focus dalla protezione alla promozione della persona, prevenendo pericolosi eccessi di istituzionalizzazione e forme di discriminazione e segregazione.
  Allo stesso tempo va favorita una riorganizzazione dei servizi che supporti la persona nel realizzare il proprio progetto di vita; questo dalla scuola al lavoro e in tutte le dimensioni del vivere quotidiano, assicurando interventi adeguati e coerenti con il sostegno necessario. Ciò quindi favorirà la transizione da un welfare ancora strutturato per target a un welfare centrato sulla persona nella sua unicità.
  L'azione politica quindi sarà connotata – come penso di avere cercato di fare fin dall'inizio – da una grande disponibilità all'ascolto delle associazioni delle persone con disabilità e delle famiglie, al fine di mantenere un effettivo e costante confronto con le stesse. Questo proprio per dare seguito a quello che prevede l'articolo 4 della convenzione che recita così: «Nell'elaborazione e nell'attuazione della legislazione delle politiche da adottare per attuare la presente convenzione, così come negli altri processi decisionali relativi a questioni concernenti le persone con disabilità, gli Stati parti operino in stretta consultazione coinvolgendo attivamente le persone con disabilità attraverso le loro organizzazioni rappresentative».
  Per questo è fondamentale garantire anche la continuità dei lavori dell'Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità – istituto peraltro previsto dalla convenzione – che si avvale del prezioso e costante contributo delle associazioni e delle altre amministrazioni ed enti che lo compongono. L'osservatorio è un organo fondamentale di cui intendo avvalermi, nel rispetto ovviamente dell'indipendenza e delle sue specifiche funzioni, per valorizzarne ruolo e capacità propositive. Un'attenzione particolare sarà conferita a quanto previsto, ma in realtà mai attuato, dai programmi di azioni biennali sin qui elaborati dall'osservatorio; così come massima attenzione sarà assicurata a ogni altra proposta dell'osservatorio e dei suoi gruppi di lavoro, da sottoporre all'attenzione del Governo e del Parlamento.
  Passando ora alle linee programmatiche e agli obiettivi che intendo realizzare durante il mio mandato, ritengo che sia doveroso evidenziare due particolari condizioni di cui tenere conto nel delineare l'azione del Governo sul tema delle disabilità, ma non solo. La prima è la grave emergenza epidemiologica che purtroppo ancora oggi il nostro Paese sta vivendo. La seconda questione è il tempo limitato di cui disponiamo. Bisogna considerare che non avendo davanti a noi la prospettiva di un'intera legislatura occorre scegliere con attenzione le priorità e calibrare gli interventi affinché anche per gli obiettivi di lungo periodo sia assicurato quanto meno l'avvio delle riforme necessarie alle buone pratiche.
  Per questi motivi ritengo sia anche utile illustrare le azioni necessarie nell'immediato per poter affrontare l'emergenza, poi quelle di medio periodo da sviluppare nell'arco di circa un anno e infine gli obiettivi di lungo periodo che sono indispensabili proprio per porre le basi per una riforma organica delle politiche per la disabilità. In tema di urgenze la più pressante, senz'altro la più sentita dai cittadini in questo momento, riguarda le modalità di gestione della pandemia da COVID, soprattutto con riguardo alle conseguenze che ha avuto e sta ancora avendo sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie. Bisogna ricordare, infatti, che in questo anno in cui abbiamo dovuto convivere con le misure per il contenimento del contagio, chi ha Pag. 5subìto le conseguenze delle privazioni e delle limitazioni in maniera più incisiva sono state proprio le fasce più fragili della popolazione e tra queste sicuramente le persone con disabilità. Per troppi mesi queste persone hanno dovuto fare i conti non solo con la paura del virus, ma anche con la paura di un ricovero ospedaliero, vivendo l'angoscia di un possibile e talvolta irreale, ma poi delle volte anche reale, abbandono.
  Per questo motivo uno dei primi atti che ho compiuto da Ministro è stato quello di scrivere al collega Speranza per sollecitare una revisione delle raccomandazioni ad interim sui gruppi target delle vaccinazioni, in tema proprio di priorità nella vaccinazione. Questo al fine di garantire la giusta precedenza a tutte le persone con disabilità, e non solo a loro, ma anche ai loro familiari, caregiver e assistenti personali. Ho ribadito tale impostazione di priorità nella somministrazione dei vaccini anche in una riunione nel comitato tecnico scientifico dell'osservatorio. L'ho fatto anche con una lettera che ho voluto indirizzare anche al nuovo commissario straordinario generale Figliuolo, sollecitando l'inserimento tra le categorie dei soggetti più vulnerabili anche le persone con disabilità, questa connotata da particolare gravità. Qui mi sono richiamata, anche per individuare la platea, quelli di cui all'articolo 3, comma 3 della legge n. 104.
  Il Ministro della salute, che ringrazio, ha accolto la richiesta e ha comunicato le modifiche della tabella 2 delle raccomandazioni per l'aspetto che riguarda la precedenza alle persone, includendo quindi quella categoria come sopra individuata. La proposta è stata anche sottoposta anche alla Conferenza delle regioni e quindi è stata approvata. Mi sono poi adoperata per inserire nell'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 marzo (quello recante le misure urgenti di contenimento nell'epidemia nell'emergenza epidemiologica) oltre che la conferma delle misure in favore delle persone con disabilità, la possibilità – non consentita sino a ora – per gli accompagnatori delle persone con disabilità di assisterle anche nei reparti, non solo di pronto soccorso ma anche di degenza nelle strutture ospedaliere.
  Questa è stata una scelta maturata nella consapevolezza della difficoltà che possono incontrare i pazienti in caso di accesso e di ricovero presso le dette strutture, ciò ovviamente nel rispetto dei protocolli di sicurezza per prevenire il diffondersi del contagio. Tuttavia siamo consapevoli che ci aspettano ancora altre settimane molto dure e che nonostante l'accelerazione del piano vaccinale l'emergenza, purtroppo, non è ancora terminata. Un altro intervento che ho ritenuto importante è quello per andare incontro alle difficoltà che l'uso obbligatorio e generalizzato delle mascherine comporta per le persone sorde e in generale per chi utilizza la lettura del labiale per comunicare. Anche in questo mi sono attivata affinché le mascherine di tipo trasparente, quelle che sono state omologate, siano inserite nei canali di distribuzione gestiti dal Commissario straordinario. Ho segnalato al generale Figliuolo queste esigenze e prontamente con una nota ha dato la piena disponibilità all'inserimento dei predetti dispositivi tra gli stock di mascherine che la struttura commissariale provvede ad acquistare e quindi a distribuire.
  Allo stesso tempo sto lavorando insieme al Ministro del lavoro con il quale ci siamo anche incontrati personalmente e abbiamo discusso lungamente su vari temi. Sto lavorando con il Ministro Orlando affinché nel prossimo decreto-legge, il decreto "Sostegno", venga prorogato e perfezionato l'articolo 26 del decreto "Cura Italia" (decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020), quello relativo alla messa in sicurezza delle categorie di lavoratori più fragili, con l'equiparazione al ricovero ospedaliero.
  Altra priorità da affrontare con solerzia, nonostante i tempi veramente molto ristretti, è quella che riguarda i contenuti della proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che dovrà essere presentato alla Commissione europea entro il 30 aprile di quest'anno. Come ha ricordato il Ministro dell'economia e delle finanze in sede di audizione presso le Commissioni riunite, il Piano, le cui risorse saranno disponibili forse già alla fine dell'estate, si Pag. 6articola in tre grandi aree progettuali: la transizione digitale, la transizione ecologica e l'inclusione sociale. Attualmente il Governo è impegnato a completare e ad affinare i progetti in cantiere che, come il Ministro dell'economia ci ha ricordato, dovranno avere tre caratteristiche: essere realizzabili in sei anni, rendicontabili e monitorabili.
  Per quanto riguarda i progetti concernenti le politiche in favore delle persone con disabilità, questi trovano spazio in una delle tre aree di azione che è quella dell'inclusione sociale. Non bisogna dimenticare che tra le sei misure fondamentali già approvate dal precedente Governo vi è anche quella delle infrastrutture per la mobilità sostenibile. Quando si parla di mobilità sostenibile, non ci si riferisce esclusivamente all'aspetto ecologico, ma anche a quello sociale. Qui mi riferisco alla possibilità di lavorare per un ammodernamento del trasporto pubblico, sia locale che nazionale, che sia pienamente accessibile a tutte le persone con disabilità, ma anche a iniziative per l'abbattimento delle barriere architettoniche nelle nostre città. A parte le barriere architettoniche, sono tante le barriere che possono esserci nelle nostre città. Nell'area dell'inclusione sociale invece ho appreso di alcuni progetti avanzati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in tema di politiche di avviamento al lavoro e di vita indipendente, tra cui importanti progetti di residenzialità inclusiva per la deistituzionalizzazione.
  Questi progetti sono inseriti nel component 2 della missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza trasmesso alle Camere. L'obiettivo del component in materia di disabilità è di rafforzare le infrastrutture sociali a favore delle persone con disabilità, per migliorarne la qualità della vita, accelerare i processi di deistituzionalizzazione e migliorare l'autonomia delle persone con disabilità e delle persone non autosufficienti, anche sviluppando soluzioni residenziali ad alta tecnologia. In particolare i progetti presentati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali hanno l'obiettivo di incrementare le infrastrutture sociali, quali per esempio, le soluzioni abitative e temporanee dedicate e dotate di supporti tecnologici avanzati nonché la messa a disposizione di servizi e reti di assistenza territoriale. In merito all'importante sfida della transizione digitale occorrerà vigilare affinché non si creino nuovi divari e nuovi ostacoli di accessibilità e fruibilità proprio per le persone con disabilità.
  Questa linea di azione deve diventare un volano per l'inclusione e la partecipazione delle persone con disabilità, facilitandone l'accesso all'informazione e ai servizi di piattaforme digitali che sempre più spesso diventano uno strumento per l'approvvigionamento di beni e servizi, anche di prima necessità. Passando invece agli obiettivi per i quali sarà possibile lavorare, spero nell'arco di un anno, il mio intendimento è dare impulso a tutta questa serie di misure. Tra queste io ritengo importante la questione che riguarda la disability card: il documento di riconoscimento europeo che contiene le informazioni relative alla condizione di disabilità del cittadino e che è allo stesso tempo valido per ottenere eventuali agevolazioni o per l'acquisto di beni e servizi. Si tratta di un importante strumento di semplificazione per agevolare sia la socialità che l'integrazione delle persone con disabilità.
  Dopo averne parlato con il professor Tridico, il presidente dell'INPS che ne sarà il soggetto attuatore, posso annunciare che già quest'anno saranno stampate e distribuite le prime card e contemporaneamente saranno stipulate le prime convenzioni. Se riusciremo a rispettare questa tempistica, potremo ritenerci fra i primi Paesi in Europa attuatori di una misura faro così importante. La disability card è un documento, ma il suo contenuto può ampliarsi potenzialmente in numerosissimi temi con numerosissime sfaccettature. Non si conclude tutto semplicemente nell'emanare e nell'avere la disability card: si tratta di uno strumento per poter poi aprire ad altre occasioni. Vi è un'altra misura che è il Contrassegno Unificato del Disabile Europeo (CUDE) per il quale è stata istituita la piattaforma unica nazionale informatica che consente la verifica delle targhe associate ai permessi di circolazione dei titolari Pag. 7del CUDE, rendendo interoperabili le banche dati comunali. La piattaforma viene istituita al fine di agevolare la mobilità, per esempio l'accesso alle zone a traffico limitato di comuni diversi da quello di residenza e questo sull'intero territorio nazionale. Al riguardo è in fase avanzata l'interlocuzione con gli uffici del Ministro Giovannini e riteniamo che nel corso del 2021 verrà rilasciato l'applicativo utilizzabile dai cittadini su tutto il territorio nazionale.
  Un altro grande tema è la riforma o modifica della cosiddetta legge sul «Dopo di noi» che è la legge 2 giugno 2016, n. 112. Su questo sono già state attivate le interlocuzioni con i soggetti a vario titolo coinvolti, a partire dal tavolo di lavoro con il Consiglio nazionale dei notai e con le principali associazioni delle persone con disabilità. L'obiettivo è definire al meglio le formule e le buone prassi per il miglioramento anche degli strumenti giuridici inclusi nelle norme del «Dopo di noi», al fine di aumentare il ricorso alla misura da parte degli aventi diritto tramite la semplificazione degli istituti previsti o il rafforzamento degli incentivi fiscali e anche sotto il profilo della comunicazione. In tal senso dovrà essere avviata una campagna di comunicazione istituzionale sulla legge e sulle opportunità che offre: deve essere anche conosciuta questa legge.
  Inoltre con gli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze stiamo lavorando affinché venga emanato al più presto il decreto attuativo dell'articolo 29-bis del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, con il quale si prevede un'agevolazione per l'acquisto di sussidi tecnici e informatici volti a favorire le autonomie e le autosufficienze delle persone con disabilità. Fin dal primo momento del mio mandato ho incontrato le maggiori federazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie, quindi la Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità (FAND) e la Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap (FISH). Mi sono state rappresentate richieste volte a implementare la tutela per la piena partecipazione delle persone sorde o con ipoacusia alla vita sociale, economica, culturale e politica del Paese, nonché una legge sulla vita indipendente. Il tema dell'accessibilità ai contenuti da parte delle persone sorde o con ipoacusia infatti è fortemente sentito dalle associazioni. A tal proposito sono consapevole che sarà fondamentale adottare una strategia articolata sulla prevenzione e identificazione precoce del deficit sensoriale, la riduzione e il superamento dello stesso, l'acquisizione della lingua orale e scritta e la diffusione di ogni tecnologia o strumento, tra cui non va trascurato il riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (LIS), atto a favorire l'accessibilità di luoghi, mezzi e servizi.
  Sul tema della legge sul progetto di vita indipendente si rende ormai necessario superare la fase sperimentale. Occorre un intervento normativo che rientri in un più ampio quadro, come detto, di trasformazione del welfare incentrato sulle persone che vedrà necessariamente e parallelamente uno sforzo organizzativo da parte delle amministrazioni locali e regionali per favorire l'allineamento degli standard a livello nazionale. Per quanto riguarda le riforme che i cittadini attendono, nella prospettiva temporale che ritengo più ampia e per le quali è necessario porre almeno le fondamenta, abbiamo tre grandi temi da affrontare. Dico questo perché siamo anche consapevoli che un anno o due anni non sono tanti per riuscire a portare a termine alcuni grandi interventi. Uno di questi è la semplificazione normativa e l'introduzione di un nuovo sistema di accertamento della disabilità come è stato sollecitato e richiesto dai nostri cittadini e dalle associazioni rappresentative. Occorre anche un'emanazione di linee guida, nonché la banca nazionale per il collocamento al lavoro delle persone con disabilità.
  Vi è il grande tema della piena inclusione nella scuola e nell'università per garantire il diritto allo studio e la continuità didattica. La semplificazione normativa in tema di disabilità non può non passare attraverso un progetto di riordino normativo che possa aggiornare e armonizzare tutta la legislazione in materia di disabilità, magari in un testo unico. Alla base di tale progetto si colloca inevitabilmente l'introduzione Pag. 8 di un nuovo sistema di accertamento che rappresenterebbe la vera rivoluzione che i cittadini con disabilità attendono da tempo. Infatti l'attuale sistema di accertamento risulta un po' datato e ho dei dubbi anche sul fatto che possa essere in linea col nuovo modello previsto dalla Convenzione ONU. Sotto questo profilo pertanto è mia intenzione valutare la possibilità di costituire un comitato di studio per il riordino della normativa in tema di disabilità, con particolare riguardo alla disciplina dell'accertamento. Su questi temi è anche mia intenzione ricercare un confronto costante con le regioni e gli enti locali, ai fini della massima condivisione delle politiche di tutela dei diritti delle persone fragili.
  In tema di inclusione lavorativa, al fine di contrastare la disoccupazione tra le persone con disabilità, intendo dare impulso a due misure già previste dal Jobs Act, ma in realtà mai finalizzate. Mi riferisco alla definizione delle linee guida di revisione del processo di inclusione lavorativa e alla creazione di una banca nazionale del collocamento mirato che possa favorire le attività di controllo, monitoraggio e valutazione del collocamento al lavoro delle persone con disabilità. Da queste misure potrà derivare un rinnovato e più efficace approccio nello sviluppo delle politiche attive per il lavoro.
  Non meno importante è il tema dell'inclusione scolastica. Con il Ministro Bianchi abbiamo aperto fin da subito un confronto in tema di potenziamento e di formazione dell'insegnante di sostegno, nonché di tutti gli altri servizi volti all'inclusione scolastica, affinché dalla scuola si contribuisca a costruire una società effettivamente inclusiva, dando ai nostri studenti con disabilità l'opportunità concreta di poter accedere anche alla formazione superiore.
  Da ultimo, ma non per importanza, vi è il tema, che so essere fortemente sentito dal Parlamento, del caregiver. Presso l'11a Commissione del Senato sono state depositate numerose proposte di legge sull'argomento ed è all'esame una proposta di testo unificato. Si tratta di un tema importante che sui princìpi trova concordi tutte le forze politiche, quanto meno sulla necessità di istituzionalizzare la figura. Ritengo quindi importante che il Governo dia il massimo supporto al Parlamento nell'elaborazione di un testo che sia quanto più possibile condiviso e rispondente alle reali esigenze della platea interessata. Anche qui ho già avviato l'interlocuzione con il Ministero del lavoro presso il quale è stato istituito il fondo che servirà a finanziare l'intervento legislativo, e anche con l'INPS. Questo per analizzare tutte le soluzioni tecniche e normative al fine di potere garantire gli strumenti necessari alle forze politiche alle quali mi rivolgo per instaurare una proficua collaborazione in tal senso.
  Non mi dilungo ulteriormente, presidente. Adesso seguirò la discussione e gli interventi che vorranno fare gli onorevoli colleghi e colleghe. Mi dispiace di non poter rimanere qui per avere un confronto diretto, però sono a disposizione per fissare subito anche un'altra audizione, secondo ovviamente le disponibilità e il calendario dei lavori di questa Commissione, per continuare questo nostro confronto.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministra. Stabiliremo insieme un'altra data per la sua replica. Intanto ho iscritti a parlare Versace per Forza Italia, Noja per Italia Viva, D'Arrando per il Movimento 5 Stelle, Rizzo Nervo per il PD e per il Gruppo Misto Baroni e Bologna. Per quanto riguarda gli altri Gruppi che non ho nominato, se ci sono degli interventi, vi prego di iscrivervi a parlare. L'intervento per ogni Gruppo, come vi dicevo, è di cinque minuti. Sarò tassativa, quindi vi prego di riuscire a contenere l'intervento entro questi cinque minuti. Cominciamo con l'onorevole Versace per il Gruppo Forza Italia, prego.

  GIUSEPPINA VERSACE(intervento da remoto). Grazie, presidente. Grazie, Ministra. Esordisco intanto con un ringraziamento perché avere rivisto sul Piano Nazionale delle Vaccinazioni la priorità alle persone con disabilità e ai loro caregiver era una cosa molto sentita che da tempo chiedevamo in molti. Non posso non mettere comunque sul tavolo il fatto che adesso anche il blocco del vaccino di AstraZeneca Pag. 9ha creato panico e confusione tra la gente e c'è di fatto un problema: molte dei caregiver e degli assistenti familiari hanno diritto a questa priorità, ma c'è una disorganizzazione sulle procedure. Per questo volevo in qualche modo dare un suggerimento, ma al tempo trasformarlo in una domanda. Mi chiedo se per agevolare le procedure di iscrizione alla vaccinazione si è tentato o si può valutare di creare un portale unico nazionale per avere una gestione centralizzata. Non so se ne avete già parlato con il generale Figliuolo e, nel caso, le chiedo, a nome di tutto il Gruppo, di farsi portavoce poiché oggi regna ancora la confusione in merito a questo. Secondo me questo sarebbe tra le priorità.
  Va bene l'inserimento della disability card, una novità che certamente garantisce continuità per i diritti acquisiti. Lei ha parlato anche di lavoro e sul tema del lavoro, che è una questione molto complicata, le chiedo la disponibilità di farsi da garante e da tramite. Non si tratta solo dell'inclusione lavorativa e dell'opportunità che le persone possano in qualche modo dare un contributo alla società ed essere finalmente viste anche come una risorsa e non necessariamente come un peso, perché purtroppo questo spesso accade. Occorre anche cercare di affrontare, mi permetto, in sinergia con il Ministro Brunetta che ha una particolare sensibilità sotto questo aspetto, un tema che ricorre spesso che è quello della mancanza assoluta di formazione e di sensibilità di tante persone addette agli sportelli della pubblica amministrazione. Ci sono assistenti sociali non adeguatamente preparati, piuttosto che negli sportelli della ASL per fissare gli appuntamenti e per il riconoscimento della legge 104, si registrano delle risposte che sono inappropriate. Una cosa su cui si è lavorato poco secondo me è proprio la formazione.
  Ho preso degli appunti, sono felice che ci siano questi obiettivi a medio e lungo termine e le segnalo la massima disponibilità da parte nostra. Le chiedo anche un'ulteriore nota da inserire nella sua agenda in merito allo sport perché il 26 febbraio sono stati approvati i decreti legislativi sulla riforma dello sport e stiamo attendendo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. All'interno di uno di questi decreti c'è una misura che mi sta particolarmente a cuore perché ci ho lavorato per tanti anni. Si tratta del riconoscimento degli atleti paralimpici in forza nei gruppi sportivi militari e dei corpi dello Stato a cui sarà garantito finalmente un contributo, un contratto, degli stipendi, delle tutele sanitarie e la preziosa possibilità al termine della carriera agonistica di potere scegliere se prendere servizio all'interno del corpo del Ministero di competenza.
  Questo rappresenta una svolta culturale importante, ma soprattutto una grande opportunità anche sotto il punto di vista dell'inclusione lavorativa di cui ha parlato prima. Per questo chiedo una particolare attenzione e una sorta di monitoraggio affinché non solo i decreti servano per disciplinare, per definire i metodi concorsuali dei Ministeri di competenza, ma possano essere anche con lei concertati. Chiudo ricordando che la relazione del triennio 2016/2018 sul collocamento mirato di cui alla legge del 23 marzo 1999, n. 68 aveva mostrato un trend positivo, poi purtroppo la crisi ha rallentato questo trend. Sicuramente la sfida più grande è proprio lavorare sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità e occorre agire adesso e con coraggio e convinzione per evitare che il trend possa restare negativo e possa determinarsi uno stop duraturo che nessuno di noi auspica. Ringrazio la Ministra, saluto, mi taccio e ascolto con piacere i colleghi.

  MARIA TERESA BELLUCCI(intervento da remoto). Ringrazio innanzitutto la Ministra per avere fatto una relazione certamente ampia e diffusa e trovo particolarmente importanti alcuni punti che ha toccato. Ne approfondisco alcuni di quelli a cui ha fatto riferimento. In questa situazione pandemica, come lei ha avuto modo di sottolineare, le persone più fragili sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto e tra queste...

  PRESIDENTE. Onorevole Bellucci, mi scusi se la interrompo, provi a disattivare Pag. 10per favore il video perché la sentiamo a tratti. Riproviamo.

  MARIA TERESA BELLUCCI(intervento da remoto). Stavo ringraziando la Ministra per la relazione che ha fatto e alcuni punti sono stati estremamente importanti e condivisibili. Mi fermerò su degli aspetti specifici, primo fra tutti quello dei caregiver familiari. In più occasioni durante questa pandemia abbiamo sottolineato quanto non ci fosse stata un'attenzione diretta, specifica, puntuale, verso coloro i quali si prendono cura di persone che hanno bisogno di un'assistenza 24 ore su 24. Come Fratelli d'Italia abbiamo fatto diversi interventi, chiedendo anche delle indennità, dei voucher per dare la testimonianza dell'attenzione delle istituzioni, dello Stato, del Governo in questo momento di estrema difficoltà.
  Abbiamo visto come i più fragili hanno pagato il prezzo più alto della pandemia e tra i più fragili certamente le persone con disabilità. Purtroppo invece abbiamo trovato un'assenza, una disattenzione che si sposa, tra l'altro, con la disattenzione data proprio a una legge verso il riconoscimento del valore economico e sociale dei caregiver familiari che è ancora in attesa di venire alla luce. C'è stata disattenzione anche verso un riparto del fondo per i caregiver familiari e l'ultimo decreto ha visto un'incapacità di restituire loro dignità, a fronte di indicazioni di riparto che si sono appoggiate unicamente sul disabile. Rispetto alla persona che assiste, il caregiver familiare, non c'è invece riconoscimento e dignità per una vita che esiste ed è quella di coloro i quali rinunciano alla loro esistenza, anche lavorativa, per prendersi cura di un disabile più fragile. Su questo chiedo alla Ministra, dal momento che è stato deciso di offrire una delega ad hoc sulla disabilità, di essere elemento propulsivo verso il compimento di questa attenzione concreta che fino a oggi è avvenuta soltanto a parole. Con i diversi provvedimenti legati al COVID nulla è stato fatto concretamente, che poi sia arrivato direttamente nelle famiglie, per i caregiver familiari.

  Un altro aspetto è quello della vita indipendente. Lei parlava di una legge che è necessaria perché a oggi le regioni si muovono indipendentemente. Nell'assegnazione di fondi rispetto alla non autosufficienza c'è chi destina più attenzione e alcune regioni hanno anche introdotto delle leggi, ma altre invece sono ben lontane dal poter garantire la vita indipendente. Vengo anche a questioni che riguardano ministeri con i quali lei si troverà certamente a dialogare e uno di questi è il Ministero dell'istruzione. Abbiamo sul tavolo in questi giorni la tematica del Piano Educativo Individualizzato (PEI) e diverse preoccupazioni che nascono all'interno delle famiglie rispetto a una piena integrazione del proprio piccolo o adolescente.
  Nella fase di pandemia abbiamo visto una forte discriminazione con un aumento delle diseguaglianze sociali. In alcuni casi ovviamente la didattica a distanza non ha permesso di fruire degli stessi apprendimenti, in particolare per i ragazzi e i bambini più in difficoltà. Però non c'è soltanto questo; si sono persi proprio degli elementi evolutivi e di acquisizione in questi mesi. C'è stata anche la proposta preoccupante di immaginare che a scuola per riempire quella vacatio di diritto all'istruzione ci andassero soltanto gli studenti disabili. Questa è una modalità assolutamente disattenta al diritto all'istruzione che deve essere anche un diritto alla socialità e all'inclusione: non esiste inclusione laddove nelle scuole vengono accolti soltanto alunni o studenti disabili. Abbiamo avuto dei racconti agghiaccianti di bambini che si recavano a scuola e vedevano queste scuole totalmente vuote, silenti, come se proponessero nella loro totale assenza di vita quell'angoscia di morte che già caratterizzava un periodo molto preoccupante e caratterizzato dal panico.

  PRESIDENTE. Onorevole Bellucci, dovrebbe chiudere.

  MARIA TERESA BELLUCCI(intervento da remoto). Chiudo, presidente, arrivo alle conclusioni. Chiedo al Ministro di potersi interfacciare con il Ministro dell'istruzione per poter dare maggiore attenzione a quelli Pag. 11che sono i reali bisogni di inclusione degli alunni e degli studenti disabili. Ci sarebbero molte altre cose da dire, però il tempo è breve. Mi adeguo alla tempistica che ci è data cogliendo la sua promessa di rivederla presto e di poterci continuare a confrontare con lei. Le auguro un buon inizio del suo mandato.

  LISA NOJA(intervento da remoto). Grazie, presidente. Ringrazio la Ministra perché la sua relazione è stata molto concreta e ho anche molto apprezzato il fatto che abbia avuto la concretezza di sottolineare che il tempo non è moltissimo e quindi è inutile avere l'idea di realizzare progetti enormi che poi non si fa in tempo a concludere. Apprezzo anche il fatto che abbia suddiviso il lavoro tra l'emergenza e la prospettiva più a medio termine, partendo da quello che già è stato fatto. Ho apprezzato anche che la Ministra si sia data tra i suoi obiettivi quello di lavorare alla verifica di leggi che già esistono, come quella sul «Dopo di noi», o il lavoro fatto dall'osservatorio, altrimenti si rischia di partire sempre da zero. Ho molto apprezzato questo approccio.
  Qualche osservazione, una sull'emergenza e poi sul medio termine. Sull'emergenza io ho apprezzato molto l'impegno di queste settimane di mandato della Ministra sul tema delle priorità vaccinali sul quale abbiamo lavorato insieme. Come sa il Parlamento ha fatto una lotta ad oltranza rispetto a questo, ma ora c'è da verificare come si comportano le regioni. Io ho notizia, parto dalla mia regione, la Lombardia, che a oggi le persone fragili non hanno nessuna notizia su come si svilupperà la campagna vaccinale rispetto a loro e questo è importante perché al di là del fatto che le dosi sono poche, avere una prospettiva organizzativa è fondamentale. Mi unisco all'appello dell'onorevole Versace: cerchiamo di avere delle modalità di prenotazione semplici e omogenee perché anche su questo le regioni che hanno iniziato la campagna vaccinale per le persone più vulnerabili usano canali diversi, spesso molto confusi.
  Dobbiamo aiutare tutti i cittadini a prenotarsi rapidamente, ma quando parliamo di cittadini che già hanno delle difficoltà notevoli rendiamogli tutto molto più semplice. Accolgo con grande soddisfazione la sua proposta inserita nell'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, quello del 2 marzo, sul tema della presenza dei familiari in caso di ricovero. Questa era una questione che noi come Gruppo di Italia Viva avevamo posto fin dalle primissime settimane di rischio pandemico; però anche su questo bisogna vigilare perché poi al netto delle norme servono protocolli che diano indicazioni precise perché sennò ogni ospedale agirà per conto proprio.
  Passo invece al lungo termine. Il PNRR era molto carente sotto il profilo della disabilità, mancava una visione. Sono sicura che il contributo che potrà dare il Parlamento e la sua azione di coordinamento e di trasversalità potranno cercare di dare un'identità un pochino più forte sul tema della disabilità a tutte le missioni. Lei ha citato la missione della digitalizzazione e delle infrastrutture, secondo me al momento in quella missione bisogna agire molto sul problema dell'accessibilità.
  Però allo stesso tempo credo che oltre quello che si può fare sotto il profilo del PNRR, bisogna portare avanti parallelamente delle riforme proprio su quei temi che vadano a incidere su alcuni degli elementi che rendono difficile per la nostra normativa che già esiste, di essere applicata. Mi riferisco, per esempio, ad un'attività di formazione degli uffici, perché spesso gli uffici tecnici e soprattutto gli enti locali non sono preparati su questo profilo. Visto che in Parlamento esistono già diversi progetti di legge, io le chiedo di lavorare con noi su questo. A me piacerebbe che i Ministri vedessero anche il lavoro che già esiste in Parlamento e lo valorizzassero collaborando perché delle proposte di legge che sono in attesa da diverso tempo arrivino in porto. Sarebbe bello che alcune di queste fossero di iniziativa parlamentare e non sempre e solo di iniziativa governativa, in un lavoro sinergico come quello che è stato fatto sui sul Family Act in cui si è andati su entrambi i binari, governativo e parlamentare. Pag. 12
  Lo stesso vale per quanto riguarda il lavoro. Io credo che si debba fare un'attività molto importante per quanto riguarda le politiche attive ad hoc, anche collegate alle misure di contrasto alla povertà che purtroppo a oggi sul tema delle disabilità sono poverissime da questo punto di vista. Diciamo che non c'è nulla; la persona con disabilità che riceve il reddito di cittadinanza può essere certa che difficilmente sarà supportata in un percorso di inclusione e di reinserimento lavorativo, mentre noi dobbiamo lavorare su questo. Però anche qui le chiedo di partire anche da ciò che già esiste. Abbiamo dei decreti legislativi legati al Jobs Act che vanno finalmente adottati, penso a quello sui disability manager che sarebbe uno strumento molto importante proprio per l'inclusione lavorativa. Si è in attesa da tanto tempo...

  PRESIDENTE. Onorevole Noja, dovrebbe concludere.

  LISA NOJA(intervento da remoto). Sì, ho concluso. Sulla vita indipendente ci sono progetti di legge che io trovo interessanti, da cui si può partire, che fanno tesoro di tante iniziative locali di buone pratiche e spero che su questo ci potremo confrontare. Un ultimo tema che porto alla sua attenzione è quello delle donne con disabilità. Ci sono delle mozioni che sono state approvate all'unanimità un anno fa, anzi ormai due forse, che chiedevano una serie di impegni al Governo. Chiedo di riprendere in mano quel dossier perché su questi impegni non c'è ancora stato un lavoro concreto. Credo che sia un tema importante su cui tra l'altro il nostro Paese potrebbe essere particolarmente innovativo rispetto ad altri Paesi europei perché saremmo forse il primo Paese che prende delle iniziative. Si tratta di un tema che chiedo di attenzionare perché è molto sentito, ma se ne discute poco. Grazie.

  LUCA RIZZO NERVO(intervento da remoto). Grazie, presidente. Ringrazio la signora Ministra a cui rivolgo di nuovo un augurio di buon lavoro. Già dalla sua relazione emerge la trasversalità del suo impegno che dovrà necessariamente incrociare il lavoro anche di altri ministri e di altri ministeri per non isolare un tema così decisivo di inclusione delle persone a un ambito di specificità che invece chiede l'interazione con molti altri settori. Bene il richiamo che ha fatto a un lavoro che è stato intenso anche da parte del Parlamento sul tema della priorità vaccinale per le persone disabili e per i loro caregiver, a partire da quelli di persone che per età o per patologia non possono vaccinarsi. Questo è un lavoro che il Parlamento ha fatto con molta insistenza. Ora tutti monitoriamo l'effettiva e concreta attuazione di questa priorità vaccinale. Dicevo che il suo lavoro di interazione con i ministeri sarà necessariamente anche un lavoro di integrazione con le associazioni e il terzo settore. Su questo – mi preme ribadirlo e lei lo ha già detto – c'è una quantità di esperienze avanzate a livello territoriale e anche a livello nazionale: credo che debbano essere il presupposto di un lavoro di coprogettazione che possa far avanzare la quantità e la qualità di progettualità rivolte alle persone con disabilità.
  Cinque questioni, alcune molto puntuali che in parte sono già state richiamate. La prima riguarda il lavoro per le persone con disabilità. Il lavoro è il più potente strumento di inclusione, lo diciamo spesso, e lo è se è lavoro vero. Io credo che anche su questo sia necessario fare un salto di qualità smettendo di considerare ogni tipo di lavoro svolto dalle persone disabili come un'occupazione del tempo oppure come uno strumento di sollievo solo per i caregiver. Il lavoro invece può essere un vero fattore di autonomia, se è un lavoro retribuito e quindi non solo stage e non solo borse temporanee di lavoro; servono quindi politiche attive per attivare lavoro vero.
  La seconda questione ha molto a che fare con il PNRR e riguarda la formazione digitale gratuita e la strumentazione per ogni persona disabile, in base ovviamente ai propri livelli di autonomia possibile. Questo è un impegno che va realizzato, a maggior ragione sfruttando la priorità sulla digitalizzazione contenuta nel PNRR, perché il suo contrario è un'ulteriore forma di Pag. 13isolamento per le persone, oggi più che mai in tempi di lockdown e di zone rosse. Questa è un'altra sottolineatura al suo impegno che le faccio.
  Il terzo elemento è l'autonomia abitativa, il tema della vita indipendente e su questo ci sono esperienze avanzate. Va favorita la creazione di esperienze di vita indipendente, di gruppi di appartamento e di esperienze di autonomia abitativa supportata, anche lavorando con le aziende territoriali per la casa e i privati che mettano a disposizione appartamenti, magari immaginando forme di vantaggio, di detassazione per questi ultimi. Su questo bisogna lavorare molto e anche, forse cosa più complessa, sulla cultura dell'autonomia delle persone con disabilità fuori da un approccio assistenzialistico. Su questo c'è un grande lavoro da fare anche sulle famiglie delle persone disabili. Va bene ciò che abbiamo fatto nella scorsa legislatura e che ulteriormente affronteremo sul «dopo di noi», ma il «dopo di noi» è possibile solo se è anticipato dal «durante noi», da esperienze di autonomia che si realizzano quando le famiglie di origine sono presenti in vita e che appoggino questa scelta e sappiamo che non è un fatto scontato.
  Una quarta cosa che voglio segnalarle è la necessità di affrontare un tema indiscutibilmente complesso, ma ineludibile se vogliamo affrontare con serietà e senza ipocrisie quel tema di personalizzazione della risposta per le persone con disabilità che appunto affronti le questioni che la loro vita pone. Si tratta di una questione presente nella vita di tutti i disabili e delle loro famiglie che è il diritto alla sessualità e all'affettività . Questo è un tema su cui bisogna andare oltre i nostri tabù e affrontarlo con coraggio. Ricordo che un documento dell'ONU del 1993, tra un po' saranno passati trent'anni, segnalava il diritto all'affettività e alla sessualità delle persone con disabilità ed è un tema da affrontare, non è un tema periferico.
  C'è un quinto tema che voglio porre, si è già parlato di caregiver. C'è la necessità di arrivare al compimento di un percorso di una "incompiuta" della scorsa legislatura che è una legge avanzata sul caregiver, sul loro riconoscimento e sul loro sostegno. Non deve essere una legge bandiera, ma c'è necessità di una legge che abbia strumenti operativi che siano davvero d'impatto per la vita delle persone.

  PRESIDENTE. Onorevole Rizzo Nervo, deve concludere, per favore.

  LUCA RIZZO NERVO (intervento da remoto). Un'ultima cosa e chiudo. Questa questione è stata toccata forse poco, ma nel PNRR nella parte dell'inclusione c'è. Parlo del tema dello sport come straordinaria esperienza di inclusione, di autonomia e di salute anche per le persone disabili come per tutti: c'è bisogno di sviluppare strumenti che rendano effettiva questa possibilità. Lei ha parlato di trasporto pubblico in termini generali e ha molto ragione sul tema della disabilità; è molto vero anche sul tema dell'accesso allo sport. Bisogna immaginare forme di premialità legate a progetti ambiziosi di inclusione delle persone disabili per federazioni ed enti di promozione sportiva e immaginare anche ampliamenti - penso a una collaborazione con la Cassa Depositi e Prestiti e con il Credito sportivo - degli impianti esistenti perché possano essere sviluppate alcune strutture ad hoc per le persone disabili. L'ultima cosa che dico è figlia di un'esperienza nella mia regione, che è l'Emilia-Romagna, e che riguarda il rapporto anche con il Ministro per lo sport e ciò che è previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta dell'accordo con i medici di base e della realizzazione delle case della salute, affinché dentro le case della salute possano esserci delle strutture e degli strumenti di counseling per le famiglie proprio per l'accesso alla pratica sportiva come una forma di inclusione e di benessere psicologico e fisico delle persone con disabilità.

  CELESTE D'ARRANDO(intervento da remoto). Grazie, presidente. Ringrazio la Ministra che ha sottolineato un punto fondamentale, la questione del Ministro per la disabilità come struttura di coordinamento tra i diversi ministeri proprio perché la Pag. 14disabilità è un tema traversale che non può essere collocato in un contenitore. Vado a cinque, sei punti, in parte già toccati dai miei colleghi e parto dall'accessibilità universale.
  Quando si parla dell'accessibilità per le persone con disabilità, non si intende solo l'abbattimento delle barriere architettoniche ma, come diceva la collega Noja, la necessità di ripensare alle politiche territoriali e quindi a tutti i livelli istituzionali per includere le persone con disabilità; non solo per loro, ma proprio per fare sì che quando si fanno delle azioni concrete sul territorio siano a portata di tutti, senza nessuna esclusione. Qui si collega la figura fondamentale, non solo nel pubblico, ma anche nel privato, del disability manager. Come già accennato, è una figura professionale che può dare veramente suggerimenti concreti all'interno della pubblica amministrazione, consentire attraverso gli strumenti e le istituzioni idonee di creare quel know-how per gli enti locali, soprattutto quelli più piccoli che non si possono dotare di persone così specializzate e con questa formazione per una questione semplicemente di risorse economiche. Questo potrebbe effettivamente cambiare e rendere il nostro Paese davvero civile proprio perché parte dall'inclusione e non dall'esclusione.
  Poiché le persone con disabilità sono persone con competenze e capacità diverse e anche collegandomi alla questione della vita indipendente, le faccio una domanda. Le chiedo se ritiene opportuno ragionare anche su modelli virtuosi già esistenti sul nostro territorio, già realtà concrete che hanno portato dei risultati non da poco. Parlo, per esempio, del budget di salute che va a collegare, a creare un modello sinergico tra diversi aspetti della vita della persona, al di là che sia con disabilità, e quindi lavoro, scuola e vita indipendente presso il proprio domicilio oppure in cohousing, ridando dignità alla persona e alla vita indipendente.
  Credo che ci sia una criticità sulla disability card. A mio avviso andrebbe in netta contrapposizione con quello che è il tema dell'inclusione. Secondo me bisogna ragionare sul fatto che i servizi e le prestazioni dovrebbero essere imperniati su un approccio socio-sanitario e quindi su una visione d'insieme, ma con la disability card io ho personalmente delle forti perplessità.
  Parliamo del caregiver che ha menzionato anche lei. Rispetto al caregiver familiare c'è una proposta di legge, ci sono più proposte di legge che sono confluite in un testo unico; c'è un lavoro di tre anni da parte dei colleghi del Senato della Commissione Lavoro. C'è stato il rifinanziamento del primo fondo istituto con la legge di bilancio se non erro del 2017. Questo fondo è poi stato in parte svuotato, mi passi il termine, perché è stato fatto un riparto tra le regioni e non essendoci ancora la figura giuridica del caregiver familiare, come potrà concordare, diventa difficile che le regioni potranno destinare quelle risorse effettivamente ai caregiver familiari. Queste persone si ritrovano costrette a ricoprire quel ruolo, soprattutto le donne, proprio perché c'è una rete sociosanitaria territoriale depotenziata da una serie di fattori che sarebbero troppi da spiegare e non ne abbiamo il tempo.
  Chiudo con due punti. Sui lavoratori fragili è bene che ci sia il rapporto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il problema non è solo l'equiparazione al ricovero ospedaliero, il problema è che questi giorni di assenza sono detratti dal periodo di comporto. Le criticità non riguardano solo l'equiparazione, in quanto quelle che i lavoratori fragili si ritrovano a dovere affrontare sono diverse. Auspico, come diceva la collega Noja, che ci possano essere ulteriori dialoghi, ulteriori interlocuzioni, con lei e non solo, per risolvere anche tale questione.
  Chiudo con il Testo Unico che citava come strumento di semplificazione normativa. Lei ha menzionato un comitato di studio, io ricordo, dalle interlocuzioni che noi come deputati abbiamo con le diverse federazioni che già ci sono dei lavori...

  PRESIDENTE. Dovrebbe chiudere, per favore.

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  CELESTE D'ARRANDO(intervento da remoto). Sì, chiudo. Questi lavori sono propedeutici proprio per il codice unico. Credo che essendo una riforma che potrebbe dare delle risposte concrete alle persone con disabilità, questo possa essere inserito nel PNRR. La ringrazio e le auguro buon lavoro.

  MASSIMO ENRICO BARONI(intervento da remoto). Grazie, presidente. Gentile Ministra Erika Stefani, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza crescono le aspettative di oltre tre milioni di diversamente abili cui bisogna assicurare dignità, priorità, opportunità nel lavoro e realizzazione affettiva ai sensi della Convenzione ONU per le persone con disabilità. Il suo grande compito sarà quello di distinguere ciò che è urgente da ciò che è importante. Quindi le chiedo che tipo di tutela ha in mente in ambito sanitario e sociale, dato che nessuna ripresa può definirsi tali se non riparte dai primi marginalizzati a causa della pandemia da coronavirus in Italia.
  La mia prima domanda: come intende adoperarsi per garantire ai caregiver familiari una legge ad hoc dato che il disegno di legge S. 1461 è vergognosamente insabbiato al Senato da due anni, con un budget di 30 milioni di euro che diviso per due milioni di disabili – articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992 – ai sensi del comma 255 della legge di bilancio 2018 fa 15 euro l'anno per ogni disabile avente diritto?
  Qual è il suo indirizzo, e con quali interventi legislativi, per utilizzare la transizione ecologica e digitale a vantaggio anzitutto dei diversamente abili? Quali deleghe e spazi le ha lasciato il Presidente Draghi? Come e su cosa intende valorizzare l'ufficio disabilità che è stato creato quando le deleghe le aveva il Presidente Conte? Dal Paese emerge una ricchezza di gruppi, coordinamenti, organizzazioni. Pensa di continuare a privilegiare l'esclusiva relazione con le solite due federazioni che hanno praticamente monopolizzato l'osservatorio nazionale sulla disabilità? Il nuovo nomenclatore tariffario manca dei codici da parte del MEF e quindi si usa ancora quello del 1999 e questa è una vergogna che dura da venti anni.

  FABIOLA BOLOGNA(intervento da remoto). Grazie, presidente. Gentile Ministro, grazie della sua relazione. La sua funzione di coordinamento delle politiche in favore delle persone con disabilità e che opera in collaborazione con tutti i ministeri sicuramente sarà una sentinella per tutte le persone con disabilità affinché diventino una priorità, come è normale che sia, in una civiltà evoluta, soprattutto nella predisposizione dei progetti per il Piano di Ripresa e Resilienza. Fondamentali, come ha già detto, saranno i progetti di integrazione e inclusione in tutte le fasi della vita, dall'ambito formativo a quello scolastico fino all'inserimento lavorativo.
  In Parlamento, come saprà, è previsto l'approdo in Aula a fine marzo sulla legge sulle malattie rare che evidenzia tutti gli aspetti essenziali di cui hanno bisogno i malati cronici con disabilità e le loro famiglie; insieme al Piano della Cronicità rappresentano davvero delle pietre miliari su cui fondare azioni concrete per il futuro.
  Mi focalizzo sulle persone non autosufficienti. A oggi la risposta per le famiglie è quella dell'autogestione, divenendo spesso esse stesse care manager e caregiver o accedendo a servizi privati a pagamento e al mercato regolare o irregolare delle badanti. Sappiamo che nel Piano di Ripresa e Resilienza sono stati introdotti i progetti specifici volti proprio al potenziamento dell'assistenza continuativa e naturalmente sono stati anche predisposti i progetti volti al potenziamento dei processi di deistituzionalizzazione e di supporto alla domiciliarità con l'obiettivo di proseguimento di una vita autonoma. Io credo che il PNRR sia un'occasione unica che ci permette di ripensare all'assistenza nelle varie fasi di non autosufficienza come a un settore cruciale per il nostro Paese, sia in termini di costi di lavoro professionalizzanti sia in termini di cultura sociale, riconoscendo il ruolo dello Stato che finalmente si fa carico di superare l'attuale modello che prevede la presenza di soggetti non in rete, ognuno responsabile di interventi parziali, ma nessuno in grado di proporre una lettura integrata del problema. Pag. 16
  Dobbiamo declinare a livello regionale e territoriale la risposta di un sistema che sia semplice, efficace, produttiva e a vantaggio dei non autosufficienti, delle loro famiglie e della società tutta. Per questo sarebbe utile che nel testo definitivo del PNRR fosse indicata con chiarezza per ogni missione l'attenzione anche in termini di risorse da destinare al tema della disabilità, prevedendo una valutazione ex ante ed ex post dell'effetto concreto sulle persone con disabilità.

  PRESIDENTE. Abbiamo così concluso gli interventi da parte dei colleghi. Come vi avevo anticipato avremo modo di sentire la Ministra per definire la conclusione di questa audizione, quindi ringraziamo ancora una volta la Ministra e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.45.