XVIII Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Martedì 28 maggio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tripiedi Davide , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RIORDINO DEL SISTEMA DELLA VIGILANZA IN MATERIA DI LAVORO, CONTRIBUZIONE E ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA A SEGUITO DELLE MODIFICHE INTRODOTTE DAL DECRETO LEGISLATIVO 14 SETTEMBRE 2015, N. 149, NELLA PROSPETTIVA DI UNA MAGGIORE EFFICACIA DELLE AZIONI DI CONTRASTO AL LAVORO IRREGOLARE E ALL'EVASIONE CONTRIBUTIVA.

Audizione di Giuseppe Buscema, consulente del lavoro, Marco Marazza, ordinario di diritto del lavoro presso l'Università degli studi «Universitas Mercatorum» di Roma, e Calogero Restivo, presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese per lo sviluppo dell'imprenditoria italiana (N.O.I.).
Tripiedi Davide , Presidente ... 3 
Buscema Giuseppe , consulente del lavoro ... 3 
Tripiedi Davide , Presidente ... 5 
Marazza Marco , professore ordinario di diritto del lavoro presso l'Università degli studi «Universitas Mercatorum» di Roma ... 5 
Tripiedi Davide , Presidente ... 6 
Restivo Calogero , presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese per lo sviluppo dell'imprenditoria italiana (N.O.I.) ... 6 
Tripiedi Davide , Presidente ... 8 
Cantone Carla (PD)  ... 8 
Tripiedi Davide , Presidente ... 9 
Costanzo Jessica (M5S)  ... 9 
Tripiedi Davide , Presidente ... 9 
Viscomi Antonio (PD)  ... 9 
Fatuzzo Carlo (FI)  ... 10 
Cantone Carla (PD)  ... 10 
Tripiedi Davide , Presidente ... 10 
Cantone Carla (PD)  ... 10 
Tripiedi Davide , Presidente ... 10 
Buscema Giuseppe , consulente del lavoro ... 11 
Marazza Marco , professore ordinario di diritto del lavoro presso l'Università degli studi «Universitas Mercatorum» di Roma ... 11 
Restivo Calogero , presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese per lo sviluppo dell'imprenditoria italiana (N.O.I.) ... 11 
Tripiedi Davide , Presidente ... 11 

Allegato 1: Documento depositato dal dott. Buscema, consulente del lavoro ... 12 

Allegato 2: Documento depositato dal dott. Restivo, presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese per lo sviluppo dell'imprenditoria italiana (N.O.I.) ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
DAVIDE TRIPIEDI

  La seduta comincia alle 12.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati, nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di Giuseppe Buscema, consulente del lavoro, Marco Marazza, ordinario di diritto del lavoro presso l'Università degli studi «Universitas Mercatorum» di Roma, e Calogero Restivo, presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese per lo sviluppo dell'imprenditoria italiana (N.O.I.).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, nella prospettiva di una maggiore efficienza delle azioni di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva, l'audizione di Giuseppe Buscema, consulente del lavoro, Marco Marrazza, ordinario di diritto del lavoro presso l'Università degli studi «Universitas Mercatorum» di Roma, e Calogero Restivo, presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese per lo sviluppo dell'imprenditoria italiana (N.O.I.).
  Nel ringraziare i nostri ospiti, cedo la parola al dottor Giuseppe Buscema.

  GIUSEPPE BUSCEMA, consulente del lavoro. Illustre presidente, onorevoli deputati, voglio ringraziarvi per l'audizione che mi dà l'opportunità di presentare il punto di vista di un consulente del lavoro.
  I consulenti del lavoro assistono la maggior parte delle imprese, quindi sono i diretti interlocutori degli ispettori del lavoro. Sono un feedback, sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto di vista operativo. Ho depositato agli atti della Commissione una sintetica memoria, che cercherò di illustrare nei pochi minuti che mi sono stati concessi.
  L'indagine conoscitiva è relativa al sistema di vigilanza in materia di ispezioni sul lavoro, oggetto di una delle deleghe della legge n. 183 del 2014, attuata attraverso il decreto legislativo n. 149 del 2015.
  Parto con una piccolissima premessa doverosa, che probabilmente è anche uno degli scopi per i quali è stata esercitata questa delega, cioè come è cambiato il lavoro negli ultimi tempi, soprattutto per quanto riguarda la diffusione di fenomeni di sfruttamento della manodopera attraverso le esternalizzazioni e il frequente ricorso all'esternalizzazione dei rapporti di lavoro.
  Mi riferisco, quindi, ad appalti illeciti e, in particolare, a questa forma di appalti illeciti, ma anche alla somministrazione di lavoro e, negli ultimi anni, alla certificazione dei rapporti di lavoro – la certificazione dei rapporti di lavoro è un istituto previsto dalla legge Biagi e disciplinato dal decreto legislativo n. 276 del 2003 – attraverso soggetti che non sono adeguatamente qualificati, ma che certificano, attraverso un'apposita documentazione, una maggiore possibilità (abusiva, evidentemente) di utilizzo della esternalizzazione dei rapporti di lavoro. Pag. 4
  Per contrastare questo fenomeno è intervenuto di recente anche il legislatore con il cosiddetto «decreto Dignità». Il decreto-legge n. 87 del 2018, con una modifica approvata in sede di conversione con la legge n. 96 del 2018, ha reintrodotto il reato di somministrazione fraudolenta. Alla luce di questa reintroduzione, riferendoci solamente al 2019, sono diversi i documenti di prassi (circolari e note) emanati dall'Ispettorato nazionale del lavoro.
  Ne cito alcuni: la circolare n. 3 del 2019 sulla somministrazione fraudolenta, la n. 5 del 2019 in materia di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera, la nota n. 3861 del 19 aprile 2019 sulle iniziative di contrasto agli appalti illeciti e sulla certificazione dei relativi contratti e la circolare n. 7 del 6 maggio 2019 sui benefici normativi e contributivi rispetto alla contrattazione collettiva, perché esiste anche il dumping contrattuale ad opera di soggetti che, celandosi dietro la riconosciuta libertà sindacale, in mancanza di completa attuazione dell'articolo 39 della Costituzione, hanno fatto proliferare contratti di scarsa rappresentatività con il prevalente ed esclusivo scopo di abbattere il costo del lavoro.
  Di fronte a tali fenomeni, anche alla luce degli interventi legislativi, alcuni dei quali ho avuto modo di citare, diventa fondamentale l'azione ispettiva e anche la tempestività con cui l'azione ispettiva viene svolta.
  Generalmente gli ispettori del lavoro in materia previdenziale, sia quelli dell'INPS sia quelli dell'INAIL, in passato non hanno concentrato significativamente la loro azione sul contrasto di questi fenomeni sia per il perimetro all'interno del quale svolgevano la loro attività, sia perché, diversamente degli ispettori del lavoro, non erano ufficiali di Polizia giudiziaria. Attraverso il decreto legislativo n. 149 del 2015, invece, sono diventati, al pari degli ispettori del lavoro, ufficiali di Polizia giudiziaria.
  Non si ritiene, quindi, consigliabile tornare ad attività ispettive separate in materia di lavoro e previdenza, anche alla luce del fatto che, in passato, non di rado, le ispezioni esclusivamente finalizzate al recupero contributivo hanno prodotto rilevanti e annosi contenziosi, costosi e incerti nell'esito, con ricadute negative sull'effettiva pretesa.
  Nel programma della indagine conoscitiva sono indicati dei dati su cui mi soffermerò brevemente fra poco. Per questo motivo ritengo che il dato riportato dal programma dell'indagine conoscitiva – ovvero che «prima della riforma, le ispezioni dell'INPS avevano portato in cassa 1,5 miliardi di euro di premi e contributi evasi» – sia da valutare con attenzione perché le somme da considerare non sono quelle che emergono direttamente dal primo accesso, al quale segue poi l'accertamento, ma solo quelle dovute effettivamente all'esito del contenzioso, perché, come dicevo prima, molto spesso i contribuenti sono poi costretti a opporsi in contenzioso.
  Gli scopi della legge n. 183 del 2014 erano proprio quelli di razionalizzare e semplificare l'attività ispettiva, ma anche introdurre un coordinamento, come dice sia la legge n. 183 del 2014 che il decreto legislativo di attuazione n. 149 del 2015. Tuttavia, gli effetti dell'azione dell'Agenzia unica per le ispezioni ovvero, per l'appunto, dell'Ispettorato nazionale del lavoro non sembrano confermare le preoccupazioni che emergono dal programma dell'indagine conoscitiva, anche perché, come riporta sempre tale programma, è solo dal 2017 che è entrato a regime l'Ispettorato nazionale.
  È molto utile attualizzare, a mio avviso, quel programma dell'indagine conoscitiva, che risale al mese di gennaio, con i dati che sono stati diffusi di recente proprio dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Sono stati diffusi il 18 aprile scorso dal sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali e dal Capo dell'Ispettorato nazionale del lavoro, il Generale Alestra. Si fa riferimento, in particolare, alle attività di vigilanza del 2018.
  Vengo ai dati che emergono da questa indagine. Nel 2018 il risultato è stato pari – parliamo sempre di accertamenti in materia contributiva, quindi oggetto dell'indagine conoscitiva – a 1.356.180,92 euro, superiore del 23 per cento rispetto al 2017. Pag. 5Quella tendenza involutiva che veniva segnalata nel programma dell'indagine, in realtà, si è invertita, verosimilmente perché l'operato dell'Ispettorato nazionale del lavoro ha iniziato a produrre i propri effetti.
  Oltretutto, questo risultato è stato ottenuto nonostante, come riporta sempre il programma dell'indagine, il numero degli ispettori sia sceso. Dal 2014 gli ispettori si sono ridotti di oltre il 20 per cento. Non è neanche condivisibile, a mio modesto avviso, il fatto che l'introduzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro possa minare l'effetto sorpresa, sia perché non è immaginabile che l'Ispettorato nazionale del lavoro operi per evitare l'effetto sorpresa, sia perché il dato delle irregolarità riscontrate in materia contributiva è stato addirittura maggiore di quello medio in materia di lavoro.
  Va anche valorizzato il fatto che, in passato, la pluralità di soggetti che operavano in materia di vigilanza ha comportato sovrapposizione di interventi ispettivi. Proprio per questo motivo è stato voluto l'Ispettorato nazionale del lavoro. Si aggiungano anche le esigenze di una più diffusa prevenzione nel campo degli infortuni sul lavoro, si aggiungano anche le competenze previste dal recente decreto-legge n. 4 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 26 del 2019, in materia di reddito di cittadinanza, che assegna ulteriori funzioni agli ispettori nazionali del lavoro proprio per valutare la legittimità dell'utilizzo dello strumento del reddito di cittadinanza.
  Inoltre – e mi avvio alla conclusione – è fondamentale lo scopo dell'Ispettorato nazionale del lavoro, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 149 del 2015, sia per quanto riguarda, come ho detto prima, il coordinamento, sia per l'ulteriore attività di emanazione di circolari interpretative in materia ispettiva e sanzionatoria, sempre con parere conforme del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Questo indirizzo è fondamentale per un'azione di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva, ma anche per la prevenzione dei contenziosi.
  Con queste considerazioni, e scusandomi per aver sforato il tempo assegnatomi, vi ringrazio ancora per l'attenzione e per la possibilità che mi è stata concessa. Rimango, naturalmente, a disposizione per eventuali quesiti che dovessero essere ritenuti utili.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Buscema.
  Do la parola al dottor Marazza.

  MARCO MARAZZA, professore ordinario di diritto del lavoro presso l'Università degli studi «Universitas Mercatorum» di Roma. Grazie, presidente. Vi offro il punto di vista universitario in questa indagine. Cercherò di seguire alcuni punti schematicamente evidenziati nel programma dell'indagine.
  Innanzitutto, la mia sensazione complessiva è che la centralità del coordinamento delle attività ispettive è fondamentale dal punto di vista dell'orientamento del mercato. Chiaramente, l'accentramento del coordinamento è particolarmente sensibile dal punto di vista dell'uniformità delle posizioni assunte dagli ispettori. Pensate a una questione di qualificazione dei rapporti dei rider o, piuttosto, di identificazione del contratto collettivo leader.
  È chiaro che una cabina di regia unitaria aiuta l'uniformità delle posizioni che vengono assunte in sede ispettiva e anche il coordinamento della priorità delle attività ispettive.
  A un certo punto, se si assume come essenziale il fatto che si debba contrastare l'intermediazione di manodopera, è necessario che ci sia una cabina di regia unitaria che individui un preciso punto come punto centrale delle attività ispettive.
  Scendendo nel merito del programma, viene evidenziato un rischio di dispersione delle competenze e il rischio che questa riforma non sia accompagnata da misure economiche di sostegno. Da questo punto di vista, è vero che il ruolo degli ispettori, sia dell'INPS sia dell'INAIL, è ad esaurimento e che, quindi, i pensionati non vengono sostituiti, però è anche vero che esiste una norma di legge, ossia l'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo n. 149 del 2015, che prevede che l'organico dell'Ispettorato del lavoro si accresca di un numero proporzionato Pag. 6 ai pensionamenti in uscita dal ruolo.
  È probabile che i neoassunti abbiano bisogno di un po’ di tempo per maturare le competenze, ma se, da quello che sembra, l'Ispettorato specializzerà i neoassunti, immagino che non sia troppo difficile dotarli delle competenze previdenziali e assicurative necessarie per padroneggiare quegli aspetti.
  L'altra questione che viene evidenziata è il fatto che questa riforma, in qualche modo, potrebbe incidere sulla tempestività delle attività ispettive. Banalmente, le attività ispettive accorpate prevedono una Commissione centrale di coordinamento, istituita per legge. Ci sono, poi, due convenzioni che riguardano l'Ispettorato nazionale, rispettivamente con l'INPS e con l'INAIL.
  In queste due convenzioni è scritto molto chiaramente che esistono una Commissione nazionale di programmazione e una Commissione regionale di programmazione, che fissa le priorità dei controlli interregionali. Ho letto, però, espressamente in queste convenzioni che, se gli ispettori dell'INPS e dell'INAIL hanno urgenze di accesso non compatibili con i tempi della programmazione regionale, la convenzione li autorizza a svolgere queste attività di accesso. Il percorso procedurale della Commissione regionale, quindi, non è di ostacolo allo svolgimento di ispezioni mirate da parte degli ispettori, sia dell'INPS sia dell'INAIL.
  Viene evidenziato un tema molto importante, quello delle banche dati. Si dice che l'Ispettorato nazionale non avrebbe accesso alle banche dati, il che mi sembra un tema di grande rilievo. Ho visto, però, che nel provvedimento sul reddito di cittadinanza è stata inserita una specifica previsione che estende l'utilizzo delle banche dati all'Ispettorato nazionale del lavoro, non solo per i controlli relativi al reddito di cittadinanza, ma anche per tutti i controlli relativi alla legislazione sociale, quindi tutti i controlli che rientrano nel perimetro delle ispezioni tipiche di questi corpi deputati allo svolgimento di attività ispettive.
  Concludo evidenziando un aspetto. Ovviamente, l'indagine riguarda aspetti interni all'organizzazione, dove un occhio esterno, quale può essere il mio, ha possibilità di indagine necessariamente limitate. Segnalo che l'accorpamento, la centralizzazione dell'organizzazione delle attività ispettive può anche essere vista come un'opportunità in termini di omogeneizzazione delle modalità organizzative, ad esempio per quanto riguarda la gestione della mobilità degli ispettori sul territorio nello svolgimento delle attività ispettive e quindi, di conseguenza, per il controllo della spesa connessa alle trasferte del personale, che è un punto particolarmente significativo.
  Dall'altro punto di vista, immagino che l'unificazione delle attività ispettive possa anche contribuire a individuare in maniera più focalizzata un unico criterio di quantificazione della componente variabile della retribuzione di questo importante corpo di collaboratori dello Stato. Ad oggi - questo mi sembra emerga dalle carte - gli ispettori dell'INPS, ad esempio, hanno una componente variabile legata al valore dell'accertato, che non è il valore del riscosso, mentre gli ispettori dell'Ispettorato hanno una componente variabile legata al numero degli accessi, piuttosto che al valore dell'accertato.
  Anche da questo punto di vista, senza entrare nel merito di questi criteri, che ovviamente non spetta a me valutare, può essere significativo il contributo di un criterio di unificazione anche di queste componenti.
  Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, professor Marazza.
  Do la parola al dottor Restivo.

  CALOGERO RESTIVO, presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese per lo sviluppo dell'imprenditoria italiana (N.O.I.). Grazie, presidente e onorevoli, per l'opportunità.
  Come Associazione nuova organizzazione d'imprese, rappresentativi del mondo datoriale – oltre a essere il presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese, Pag. 7 sono anche vicepresidente della Nazionale italiana sicurezza sul lavoro, composta anche da ispettori che hanno in comune la nostra esperienza – l'idea che ci siamo fatti sulla base del programma dell'indagine conoscitiva è quella, nell'ambito della revisione del ruolo dell'Ispettorato nazionale del lavoro, di ripensare l'impostazione che è stata data all'Ispettorato medesimo.
  Dallo statuto dell'Ispettorato nazionale del lavoro si comprende chiaramente che è in grado di svolgere attività formativa e di aumentare le competenze, in questo caso rivolte agli ispettori. Guardando e ampliando la visione d'insieme, quindi non guardando solo al problema sottolineato dal programma dell'indagine conoscitiva, che pone un solo punto di vista e pone l'accento solo sull'Ispettorato nazionale del lavoro, quello che abbiamo cercato di fare è guardare al problema nella totalità dei fattori.
  In campo ci sono due soggetti: l'Ispettorato nazionale del lavoro (INL) e i datori di lavoro. I datori di lavoro subiscono l'attività ispettiva. Che tipo di esigenza c'è in campo in questo caso? Come esperienza datoriale, a livello di tessuto imprenditoriale, abbiamo per lo più micro aziende. Molte volte, in fase ispettiva, ciò che si sente spesso dire è: «Questo aspetto non mi è chiaro. Questo aspetto chi me lo doveva dire?».
  Proponiamo di rivalutare il ruolo dell'Ispettorato nazionale del lavoro da soggetto coercitivo, impositivo, a soggetto preventivo e auspichiamo l'introduzione di un ruolo di tutoraggio da parte dell'Ispettorato nazionale del lavoro, quindi di formazione (che sia obbligatoria o no, di questo si può discutere) e che in fase di avvio di una nuova esperienza imprenditoriale, quindi di una nuova realtà imprenditoriale, ci sia un momento obbligatorio per il datore di lavoro, un momento in cui il datore di lavoro, recandosi all'Ispettorato nazionale del lavoro, venga formato su quelli che sono gli obblighi generali. Questo si evince da tanti aspetti della normativa e cambierebbe il modo di vedere il tutto e i paradigmi, sostanzialmente, con cui ci si è sempre approcciati. Cito la legge n. 123 del 2007, la legge delega madre, ad esempio, del decreto legislativo n. 81 del 2008, che recita: «Il datore di lavoro deve, perché sa, produrre sicurezza insieme a beni e servizi». «Deve, perché sa» è un'ipotesi assolutamente irrealistica.
  Nell'aderire a questa forma di tutoraggio da parte dell'Ispettorato nazionale del lavoro, quindi da parte degli ispettori, si verrebbe a creare una situazione assolutamente conciliante tra il soggetto che andrà a ispezionare e il soggetto ispezionato. Si creerebbe anche un'entrata economica, perché magari il datore di lavoro potrebbe effettuare un'adesione forfettaria a questa forma di tutoraggio fatto dall'Ispettorato nazionale del lavoro, se la si vuole rendere obbligatoria. Così come, se non la si vuole rendere obbligatoria, si potrebbe incentivare questa forma di tutoraggio attraverso sgravi, attraverso, sostanzialmente, soluzioni di tipo premiale. Si risolverebbe la questione dei dati e del censimento, perché si farebbe un censimento preventivo dei dati delle imprese italiane. Quindi, si creerebbe un database ex novo e, soprattutto, aggiornato.
  Allo stesso modo, si risolverebbe anche un problema di privacy, necessario, nel senso che il datore di lavoro acconsentirebbe alla conoscenza da parte dell'Ispettorato nazionale del lavoro di determinate informazioni sulla propria azienda. Si passerebbe, quindi, da un paradigma di tipo coercitivo a un paradigma di tipo preventivo. Questa sarebbe una forma di controllo e di coesione, quindi di dialogo con il sistema imprenditoriale, non ex post, ma nella fase iniziale dell'azienda.
  In conclusione, l'aspetto che ho approfondito nella memoria che chiediamo di depositare è quello di creare questo momento iniziale in cui sono conciliate tutte le esigenze esposte nel programma. Faccio un esempio. Nel programma si cita anche l'esigenza che gli ispettori abbiano una propria competenza secondo l'origine della propria appartenenza (INPS o INAIL). Una forma di tutoraggio congiunta permetterebbe in poco tempo di far acquisire e incrementare le competenze degli ispettori Pag. 8sia in un versante che in un altro. Questa forma di tutoraggio preventivo, di formazione preventiva, risolverebbe il problema anche delle competenze degli ispettori.
  Sostanzialmente, abbiamo una soluzione che potrebbe risolvere il problema del censimento delle aziende, quindi di tutti i dati necessari a creare il database, e acquisire un'entrata non ex post, ma preventiva, con un'adesione di tipo forfettario a questo tipo di tutoraggio da parte del datore di lavoro. Non sarebbe un peso per i datori di lavoro. Ne abbiamo discusso tra noi nuove organizzazioni di imprese. Non sarebbe un problema perché il fatto che ci sia un unico interlocutore per un datore di lavoro è un valore in termini di costo-opportunità. Per un datore di lavoro è un problema dialogare con tante figure ispettive. In termini di costo-opportunità, si tratta di avere a che fare con diversi soggetti. È importante conoscere in maniera precisa un unico soggetto, un unico interlocutore, con un risparmio anche a livello di tempo per noi datori di lavoro, e conoscere il nostro interlocutore già all'inizio della nostra esperienza imprenditoriale. Si tratta di sentirsi istruiti, accompagnati, con questa forma di tutoraggio che si vuole attuare. Soprattutto, in termini di costo-opportunità, si tratta di non avere delle perdite in termini di tempo, in termini di costi, in termini di impegno successivamente, in fase ispettiva.
  In sintesi, credo che tutti i punti critici evidenziati nel programma con questa soluzione siano stati risolti. Ripeto: se non si vuole rendere obbligatoria questa forma di tutoraggio, è possibile anche introdurre un sistema premiale che incentivi l'adesione.
  Con questo concludo e ringrazio.

  PRESIDENTE. Autorizzo la pubblicazione della documentazione depositata, in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegati).
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  CARLA CANTONE. Ringrazio gli auditi. Non finiremo mai di dire che la lotta al lavoro irregolare, all'evasione contributiva è fondamentale sia per i lavoratori che per le imprese. Lo sappiamo. Produce concorrenza sleale - l'avete detto tutti - e soprattutto riduce molto i diritti dei lavoratori. Saranno cinquant'anni che discutiamo di questa cosa, se non di più.
  Certo, qualche passo avanti è stato fatto, però rimane sempre il grande problema. Se non interveniamo tempestivamente, per forza di cose la situazione si aggraverà, anche perché il mondo del lavoro è cambiato profondamente. Al di là degli organici, penso ci sia davvero bisogno anche di formazione, che anche lei, dottor Restivo, propone. Altrimenti, non riusciamo a fare un lavoro utile in questo mondo che sta cambiando.
  Proprio per questo motivo penso che guardare al solo perimetro contributivo e previdenziale non risolva il grande problema dell'evasione di tipo generale. Dentro la parola «generale» c'è tutto quello che noi sappiamo. Penso al rispetto dei contratti e dei diritti e anche al rispetto delle norme di sicurezza, che passano attraverso, non solo l'evasione contributiva, ma anche l'evasione delle regole. Il non rispetto delle regole spesso ha un costo. Non c'è rispetto. Anche quella è evasione. L'evasione è un grande problema quando parliamo di lavoro e bisogna affrontarlo. Non dobbiamo dividerci su questo. Serve davvero a tutti: al sistema delle imprese, agli enti preposti, all'Ispettorato nazionale del lavoro e, ovviamente, ai lavoratori e alle lavoratrici.
  Quello degli organici degli ispettori comunque è un problema. Non possono essere depotenziati per l'effetto dei pensionamenti favoriti dalla cosiddetta «Quota 100», per esempio. È cambiato il mondo del lavoro ed è diminuito il numero delle grandi imprese. C'è frantumazione e più precarietà. Al di là della programmazione regionale, che può avere un senso, certamente, dobbiamo metterci in testa una cosa. Proprio perché il modello sociale è cambiato (non solo il modello del lavoro, ma anche il modello produttivo, il modello delle imprese), noi dovremmo riuscire ad avere una programmazione territoriale e Pag. 9dare più potere al territorio, anche ai nuclei dell'Ispettorato nazionale del lavoro, in particolare in agricoltura.
  Penso alla programmazione regionale, a dei compiti precisi e anche a una forte autonomia nel territorio. Se pensiamo all'agricoltura, al commercio e ai molti lavori (tralascio gli edili, perché la questione è conosciuta), davvero dobbiamo pensare a come rafforzare il ruolo dell'Ispettorato nazionale del lavoro nel territorio. Questo vale pensando a quando abbiamo discusso con l'INPS, a quando abbiamo audito il presidente Tridico, il quale ci ha spiegato come vuole rafforzare, per esempio, la presenza dell'INPS nel territorio. Penso a un ruolo forte dell'Ispettorato nazionale del lavoro, di ispettori che sappiano cosa fanno e sappiano cosa vanno a controllare.
  Chiudo dicendo che tra le leggi che possono aiutare a fare una battaglia contro l'evasione, che produce danni terribili, non solo economici, ma anche nella vita delle persone, c'è anche la legge sugli appalti, per esempio. Non è un caso che questa mattina, qui davanti a Montecitorio, ci sia una manifestazione delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL di tante categorie che soffrono gli effetti di una disciplina degli appalti che non prevede un ruolo fondamentale dei controlli da parte dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Se sugli appalti non si fa vigilanza, così come è previsto, è del tutto evidente che possiamo rafforzare gli organici dell'Ispettorato nazionale del lavoro finché vogliamo, ma in alcuni cantieri, in alcuni posti di lavoro non si potrà entrare. Tanto non serve andare a verificare se ci sono tutte le condizioni previste dai vari regolamenti. Quindi, è fondamentale.
  Vi ringrazio per come avete esposto il tema e per quello che avete detto. Dobbiamo tenerne veramente conto. La questione è di fondamentale importanza per voi e anche per noi che svolgiamo un lavoro in Parlamento, soprattutto nella Commissione lavoro che, come si sa, è molto attenta ai problemi del lavoro e alle condizioni di lavoro degli addetti, come gli ispettori, alle imprese e ai lavoratori.

  PRESIDENTE. Avviso tutti i presenti che abbiamo poco tempo. Facciamo, quindi, domande brevi.

  JESSICA COSTANZO. Ringrazio anch'io gli auditi per il contributo che è stato portato.
  In particolare, ho una domanda da porre. Nel complesso, è stato chiarito che questa riforma attuata con il decreto legislativo n. 149 del 2015 fondamentalmente ha avuto effetti piuttosto positivi dal punto di vista della vigilanza. In particolare, l'aspetto su cui ci si focalizzava, se ho capito bene, non riguarda solo il numero di ispezioni, ma anche il recupero del sanzionato riscosso, fondamentale per poter quantificare l'utilità della vigilanza.
  Mi ponevo una domanda sul calo che c'è stato del numero di ispezioni dell'INPS fatte nel 2018, anno in cui si sono fermate a 144.000 imprese, mentre nel 2017 i controlli erano stati fatti su 160.000 imprese. Sono numeri molto lontani rispetto al 2012, quando, su 243.000 imprese controllate, sono poi risultati 295.000 lavoratori irregolari.
  Certo, fare il confronto con annualità differenti significa anche confrontarsi con contesti economici differenti, però bisogna anche riconoscere che non sempre il calo dei lavori irregolari significa che ci sia più legalità all'interno del mercato del lavoro. Mi chiedo, quindi, come questo possa essere giustificato con il fatto che il coordinamento introdotto da questa nuova normativa abbia portato a una riduzione degli accertamenti delle irregolarità.

  PRESIDENTE. Onorevole Viscomi, la prego di sintetizzare la domanda. Allo stesso tempo, chiedo anche a voi di cercare di sintetizzare le risposte. Al massimo, diamo una risposta al volo. Se volete integrare le risposte che darete, potete mandarci una nota, di cui prenderemo atto.

  ANTONIO VISCOMI. Sarò brevissimo. Ringrazio gli auditi.
  Credo che l'audizione di questa mattina sia stata veramente importante per cercare di superare una logica binaria, di dare e Pag. 10avere, o ragionieristica, quando parliamo di questi argomenti, perché tutti e tre gli auditi hanno posto l'attenzione sulla necessità di correlare testo e contesto, come si usa dire in molti casi. Il contesto, in questo caso, è dato dal mercato, dalle condizioni del mercato, spesso dalla scarsa maturità organizzativa del mercato, come ricordava la collega Cantone. Il contesto è dato da una normativa giuslavoristica estremamente friabile, per alcuni versi, quando confrontata con l'innovazione tecnologica, con nuove modalità erogative, e così via.
  Non è possibile continuare a ragionare di attività ispettiva se non focalizziamo anche questi altri due elementi: le condizioni del mercato e le condizioni delle prestazioni di lavoro. Mercato e prestazioni sono legati dall'organizzazione, per usare un'espressione cara al professor Marazza.
  La seconda questione che vorrei sottolineare riguarda il «contesto-testo». Mi pare che le audizioni di questa mattina ci stiano dicendo con molta chiarezza che i presupposti da cui è partita l'indagine conoscitiva probabilmente non sono così linearmente precisi. Mi pare di aver sentito questa mattina che l'istituzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro sia stato un elemento importante in chiave di uniformità e di priorità (uso le parole del professore Marazza): di uniformità di valutazione in un sistema complesso per le condizioni del testo normativo e di priorità dell'azione. Quindi, è una cosa estremamente importante. I problemi di organico trovano, in realtà, nel sistema stesso, nell'ordinamento stesso una possibilità di aggiustamento in itinere. Quindi, va solo utilizzato e vanno investite risorse finanziarie su queste questioni.
  Allo stesso modo, mi pare di aver capito dall'intervento del consulente del lavoro, del dottor Buscema, che gli esiti ispettivi sono positivi, allo stato. Il rapporto annuale dell'Ispettorato nazionale del lavoro sull'attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale relativo al 2018 inizia dicendo che i positivi risultati complessivamente conseguiti sono indice di un avanzamento del processo di armonizzazione.
  Credo che noi dovremmo tenere conto di questi due elementi nel prosieguo della nostra attività. Stiamo osservando un processo di armonizzazione in atto, sia per quanto riguarda le competenze professionali sia per quanto riguarda gli assetti organizzativi. Dobbiamo, però, essere in grado di legare il testo dell'attività ispettiva al contesto in cui questa opera, sia sul piano del mercato sia sul piano della normazione giuslavoristica.

  CARLO FATUZZO. Ricordo che parlo quale rappresentante del Partito Pensionati eletto nelle liste di Forza Italia, Berlusconi Presidente.
  Questo è un tema importantissimo. Venendo qua e riflettendo su cosa chiedere, mi è venuta in mente una domanda molto semplice. Vorrei sapere se siete d'accordo con me. Su che cosa? Primo: l'evasione si contrasta - sicuramente lo sapete; ve ne hanno parlato tutti - anche con la riduzione del costo dei contributi INPS e INAIL. Voi sapete sicuramente che in Italia si paga il 34 per cento della retribuzione lorda, il massimo in tutto il mondo. Secondo: l'evasione si contrasta anche cancellando quella situazione - ditemi se siete d'accordo - per cui chi non ha versato alcun contributo prende anche più di chi ha versato 20-25-30 anni di contributi.
  Aspetto la risposta.

  CARLA CANTONE. Ho ascoltato il collega Fatuzzo, che in genere mi fa arrabbiare. Questa volta, invece, no. Abbiamo votato un ordine del giorno alla Camera sulla questione della riduzione della contribuzione in edilizia, chiedendo di poter utilizzare i fondi esistenti.

  PRESIDENTE. Nella cassa edile.

  CARLA CANTONE. Presidente, si può cercare il modo di riprendere quell'ordine del giorno e farlo approvare come emendamento?

  PRESIDENTE. Sarò un suo alleato in questa battaglia, onorevole Cantone.
  A voi la parola per una risposta breve. Se non sarete soddisfatti della risposta che darete ai deputati, ci invierete una risposta Pag. 11più dettagliata. Abbiamo veramente un minuto a testa. Procediamo nell'ordine con cui abbiamo iniziato le audizioni.

  GIUSEPPE BUSCEMA, consulente del lavoro. Per quanto riguarda il numero delle aziende ispezionate, non mi soffermerei molto sul numero delle aziende, che peraltro può rischiare di fuorviare le conclusioni di ognuno di noi. Il riferimento nel programma dell'indagine conoscitiva è del 2016, ma l'Ispettorato nazionale del lavoro - come dicevamo - ha iniziato, in realtà, ad operare dal 2017. I numeri dettagliati sono presenti sul sito dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Io ho fornito qualche indicazione all'interno della memoria che ho depositato, in cui ci sono tutti i dati di riferimento. Comunque, le aziende ispezionate complessivamente sono 144.163, quindi un numero molto rilevante. Quello che incide, a mio avviso, è la massa di recupero, che - come accennavo prima - è aumentata del 23 per cento.
  Il secondo aspetto riguardava l'evasione e la riduzione del costo dei contributi. Se io non facessi il consulente del lavoro, direi subito: chi non può essere d'accordo con l'abbattimento del cuneo fiscale? Dobbiamo sempre ricordare, però, che della retribuzione di ognuno di noi, il 33 per cento confluisce nel montante contributivo, cioè ci torna indietro in termini di pensione. Incidere su quel 33 per cento significa dover trovare la modalità alternativa con cui finanziare la prestazione pensionistica. E con questo rispondo anche all'altra considerazione che faceva l'onorevole Fatuzzo.

  MARCO MARAZZA, professore ordinario di diritto del lavoro presso l'Università degli studi «Universitas Mercatorum» di Roma. Sulla questione dell'andamento dei dati, sui quali sinceramente non voglio entrare più di tanto, per me è fondamentale che sia chiaro qual è il parametro di valutazione. Il numero di accessi, l'entità dell'accertato o l'effettivo riscosso sono parametri completamente diversi e i primi due possono essere fuorvianti.
  Per quanto riguarda il contrasto all'evasione, ovviamente non posso che condividere il fatto che la riduzione del cuneo fiscale può essere uno strumento valido, però mi preme anche sottolineare che un contrasto efficace deriva anche dalla chiarezza delle regole applicabili, e in questo l'attività ispettiva ha certamente un ruolo fondamentale.

  CALOGERO RESTIVO, presidente dell'Associazione nuova organizzazione d'imprese per lo sviluppo dell'imprenditoria italiana (N.O.I.). Sarò velocissimo. La nostra proposta riguardava proprio questo aspetto. Al di là dei numeri delle ispezioni, la nostra intenzione era proprio quella di ridurlo. Per questo motivo abbiamo proposto un'attività di tipo preventivo. Allo stesso modo, non possiamo non essere d'accordo con l'idea di rivedere il cuneo fiscale per quanto riguarda la lotta all'evasione, sicuramente. Non posso non essere d'accordo su questo aspetto. Come imprenditore, per me sarebbe un grande toccasana per poter muovere, assumere, essere invogliato a fare lavoro imprenditoriale in maniera ancora più attiva.
  Potremo discuterne in maniera più dettagliata, però ciò che ci preme dire è questo: lavoriamo nell'ambito preventivo, non nella parte coercitiva. Facciamo un lavoro insieme, datore di lavoro e Ispettorato nazionale del lavoro. Noi siamo pronti.

  PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi. Se volete mandare una e-mail con risposte più dettagliate, siamo a disposizione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.20.

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ALLEGATO 2

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